Personaggi
Andrea di Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino Carnesecchi (1468 - 1542) |
Su Andrea Carnesecchi vedi la voce di Michele Luzzati in DBI : Dizionario Biografico degli Italiani volume XX pagine 455-456 |
1 volta priore nel 1530
senatore del ducato di Toscana dal 1532 al 1542 anno della sua morte
Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice )
Andrea era nato a Firenze il 01 luglio 1465 (Registro dei battezzati di San Giovanni ) . Vedi Oddone Ortolani
Il Manni , invece ,nel suo senato fiorentino da queste date :
( 1 luglio 1468 -29 giugno1542)Svolse gran parte della sua attivita' al servizio del Duca Francesco Sforza di Milano
Andrea , aveva numerosi affari non solo in Italia, ma anche in Spagna. Si conserva una lettera commendatizia in favore di lui , scritta da Giulio de Medici , che poi fu papa col nome di Clemente VII , e diretta alla Sacra Serenissima Maesta di CarloV. In questa lettera si dice che Andrea Carnesecchi , summafide et singulari modestis vir, aveva degli affari di commercio <<vasti abbastanza e , a quello che intendo, abbastanza giusti >> con un tale Girolamo Sernisio fiorentino , che mercanteggiava nella Spagna
Questa lettera si trova nella biblioteca Magliabechiana nel volume intitolato :Variarum epistolae et opuscola varia pleraque autografa , collegit Antonius Sangallo; Classe VIII ,51, carta 9
<< Fu ben ricco e onorato , avanti che fallisse ,>> scrive il Busini (Lettere di Giovanbattista Busini a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze ,corrette ed accresciute di alcune altre inedite per cura di Gaetano Milanesi Firenze 1860 pg 92 ) Il suo carattere allegro, spiritoso, galante lo spingeva a cercare la compagnia di quegli uomini che si mostravano splendidi e tenevano corte. Egli apparisce subito in intima relazione con i Medici . Si diceva anzi che avesse avuto delle brighe amorose con Piero de Medici e che un bel giorno questi gli desse una ferita. Quel fiero repubblicano di giovanbattista Busini non gli sa perdonare questa mania di frequentare le corti , e dice : << Ne' mai fecce cosa onorevole , ne' lui ne' i suoi figliuoli , da messer Pierino in poi >>
Era considerato dai contemporanei << ricco, onorato ….buon compagno , ben parlante ed allegro ..>>
Dice Michele Luzzati ……..Dedito alla mercatura sembra fosse fallito e , secondo il Busini , pote' riprendersi solo grazie alla protezione di Nicola Schomberg , arcivescovo di Capua , poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio 1531
Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice ) E' da notare che siamo in un periodo in cui Firenze non e' governata dai Medici
Dice Michele Luzzati …Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore dell'elezione del Carnesecchi a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte Guelfa nel maggio del 1500 : indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.
Dopo l'elezione , avvenuta il 19 settembre 1492 di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli , non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'impero Ottomano . E' certo che nel giugno 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli , tant'e' vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni , procuratori della nazione nella capitale turca , che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore .L'invio di un oratore , nella persona di Geri Risaliti , non avvenne che nel successivo 1499 e , in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore , il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni , "Vicemino " della nazione , che i capitani di Parte Guelfa avevano eletto il Carnesecchi " nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica egregie gestis gratissima est nobis " in "eminus nationis nostrae , qui iustitia administraturus sit , acturusque pro mercatus civium nostrorum"
Trasferitosi a Costantinopoli , dove era gia' nel novembre del 1500 , il Carnesecchi vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli ; annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo << con quello honore che si conviene >>e di informarlo << delle cose successe al tempo suo , dandognene particulare instructione >> ..<< et li consegnerai scripture et cio' che altro appartenessi allo officio suo…….ne' mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costi tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi >> Istruzioni di questo genere dimostrano che i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre piu' le funzioni degli ambasciatori residenti.
E' ad esempio caratteristico un duplice messaggio inviato al Carnesecchi sotto la data del 26 gennaio 1503 dalla Signoria di Firenze . In una lettera riservata al console a proposito della condanna inflitta dal Carnesecchi ad Antonio Sostegni << per certa inobedienza usata verso di te >>gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perche' i Turchi vedendo le liti tra i fiorentini non avessero a credere che si trattasse di << cosa di maggiore importantia >> e tale da prenderne <<ombra>>. Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console , avvertendo che i << mali portamenti >> dei mercanti << in uno luogo come e' cotesto tanto discosto dall'Italia >> potevano causare << perdita grande , et in comune alla citta' , et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno >>
Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al Carnesecchi nel gennaio del 1503 da un sedicente Duca di Catanzaro e marchese di Cotrone ( un Centelles ? un Ruffo visto che si dice << fratello cugino >> di Antonello Ruffo ? ) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino
Among those who had been imprisoned: On August 23, 1512, Filippo Ridolfi and Zenobi Giovanni de Bracci were arrested; three days later Giovanni Burci, Barghino de Cocchi and Francesco del Giocondo were given the fines. On the 28th, two groups were listed in a broader set of arrests. On the first list were Piero Guicciardini, Bernardo de Segni, Giovanni de Bracci, Michele, Danieli, and Frederigo de Strozzi, Antonio de Gugnis, Bartolo de Tedaldi, Neri de Venturi, Sasso de Sassi, Francisco de Girolami, Francesco del Giocondo, Bartolomeo Buondelmonti, Tommaso del Bene, Niccolo Pugliese, Piero Pancatici, Giovanni Guasconi, and Giulio Menghi. On the second were Borgino de Cocci, Bonifatio de Ruspoli, Andrea Carnesecchi, Corsi de Adimari, Ser Bartolomeo de Leoni, Antonio de Castellani, Ser Jacopo Martini, Angelo de Boni, Giovanni de Micceri, Cosimo de Sasseti, Benedicto de Tornaquinci, Giovanni Domini Luce, Bartolomeo Ritaglitore, Piero Minerbitti, Matteo Borganni, Ser Dominico Boccanti, Danieli de Strozzi, Bernardo de Sengi (both listed a second time), Raphaello des Sale, Roberto Ricci, Piero Alamanni, Bernardo Uguccioni, Clementi del Grasso, Heredi Piero de Adimari, Carlo de Libri, Paolo del Giocondo, Niccolò Cachagni, Francesco Carducci, Bernardo Bontempi, Giovanni de Ginanni, Giovan Marco della Palla, and Donato del Corno. For the text, see Tommasini, La Vita de Machiavelli, I, 745-747. Of these, several were (or became) close friends of the Second Chancellor. Tommaso del Bene was a close friend, described by Niccolò as one of "the gang": see Atkinson and Sices, Machiavelli and His Friends, #144, 206, 210, 224, 297; pp. 158, 223, 227, 263, 366. On Donato del Corne, see Niccolò Machiavelli to Francesco Vettori, 19 December 1513, ibid., #225, p. 265, Filippo Strozzi to Niccolò Machiavelli, 31 March 1526, ibid., #306, pp. 383-385 as well as the citation from Filippo's letter to his brother Lorenzo, encouraging Machiavelli's employment by the Medici (ibid., p. 322). Niccolò's correspondence and friendship with Francesco Guicciardini has been the focus of extensive comment: Gilbert, Machiavelli and Guicciardini, esp. pp. 240-243; less noted is the close friendship with Luigi Guicciardini, reflected in the letter of 8 December 1509 (ibid., #178, pp. 191-192) recounting Niccolò's encounter with the disgusting prostitute; see above, p. 165. Niccolò and his brother Totto had extensive dealings with Marco della Palla: # 93, pp. 104-106, #140, p. 151.
Nel 1521 ricopre la carica di Ambasciatore in Portogallo
Fedele ai Medici , egli venne arrestato al tempo dell'assedio e , caduta la Repubblica fu subito Gonfaloniere di Giustizia ( ?????? M. Luzzati )
…. processato , fu messo in prigione per tutta la durata dell'assedio del 1530. Capitolata la Repubblica , venne liberato ,eletto nella balia di cittadini incaricata di riformare lo stato e insignito della dignita senatoria nel 1532. (Roberto Ciabani le famiglie di Firenze Bonechi )
- All'inizio del 1531 fu inviato a Poppi come commissario del Casentino
- Fece parte della Balia incaricata della riforma dello stato mediceo
-
Dal 27 aprile 1532 fino alla sua morte fu senatore fiorentinoSposato in prime nozze con Caterina di Mico di Uguccione Capponi , da cui ebbe vari figli, ed essendo rimasto vedovo in eta' ancora giovanile , si uni di nuovo in matrimonio con Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani , gia' direttore della filiale di Bruges del banco Medici , la quale aveva sposato in prime nozze Giovanbattista Dovizzi, fratello del celebre cardinale Bernardo Dovizzi (il cardinale Bibbiena )
Ginevra era gia' madre di Antonio e di Angiolo, futuro monsignore . Da Ginevra ,Andrea Carnesecchi ebbe Pietro il futuro segretario di Clemente VII
Muore il 29 giugno 1542 ( vedi Manni : Il senato fiorentino )
Bibliografia
DBI
Manni Il senato fiorentino
Firenze Biblioteca Nazionale poligrafo Gargani scheda numero 504
Firenze Biblioteca nazionale codice Magliabechiano cl.XXVI , 25,cc. 26, 29 s.
Firenze Biblioteca Riccardiana codice 1859 , cc.11v-13v
ASF Carte Strozziane , f. XCVIII c.129 lettera al Carnesecchi di Francesco Bonsi
ASF Carte Strozziane , f. CCCLI , cc. 82,84 lettere al Carnesecchi del "Duca di Catanzaro"
Busini G.B. Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze , a cura di G. Milanesi Firenze 1860 pp-92 ,169,
machiavelli Nicolo' Legazioni e commissarie a cura di S. Bertelli Milano 1964 p.991 et ad Indicem
De Ricci G. Cronaca (1532-1606 ) a cura di G. Sapori Milano Napoli 1972 pp 6 s. , 37 , 418
Ademollo A. Marietta dei Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio a cura di L. Passerini V Firenze 1845 pp 1768 ss
Muller G. Documenti sulle relazioni delle citta' toscane con l'oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531 Firenze 1879 , pp 241 ss. , pp. 247 ss. , 250 ss. , 253 ss.
Rubinstein N. Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494 ) Firenze 1971 p.373
Martines L. Lawyers and statecraft in Renaissance Florence Princeton N.J. 1968 p.278
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CARNESECCHI, Andrea
di M. Luzzati
CARNESECCHI, Andrea. - Figlio di Paolo di Simone e padre dell'umanista Pietro, nacque, probabilmente a Firenze, nella seconda metà del sec. XV. Il padre aveva fatto parte della Balia medicea del 1480 ed era stato gonfaloniere di Giustizia nel 1497. Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore della elezione del C. a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte guelfa nel maggio del 1500: indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.
Dopo l'elezione, avvenuta il 19 sett. 1492, di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli, non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'Impero ottomano. è certo che nel giugno del 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli, tant'è vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni, procuratori della nazione nella capitale turca, che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore. L'invio di un oratore, nella persona di Geri Risaliti, non avvenne che nel successivo 1499 e, in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore, il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni, "vicemino" della nazione, che i capitani di Parte guelfa avevano eletto il C., "nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica rebus egregie gestis gratissima est nobis" in "eminus nationis nostrae, qui iustitiam administraturus sit, acturusque pro mercatura civium nostrorum".
Trasferitosi a Costantinopoli, dove era già nel novembre del 1500, il C. vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli: annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo "con quello honore che si conviene" e di informarlo "delle cose successe al tempo suo, dandognene particulare instructione": "et li consegnerai scripture et ciò che altro appartenessi allo officio suo… né mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costì tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi". Istruzioni di questo genere dimostrano come i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre più le funzioni degli ambasciatori residenti.
è ad esempio caratteristico un duplicemessaggio inviato al C. sotto la data del 26genn. 1503 dalla Signoria di Firenze. In una lettera riservata al console, a proposito di una condanna inflitta dal C. ad Antonio Sostegni "per certa inobedientia usata verso di te", gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perché i Turchi vedendo le liti fra i Fiorentini non avessero a credere che si trattasse di "cosa di maggiore importantia" e tale da prenderne "ombra". Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console, avvertendo che i "mali portamenti" dei mercanti "in uno luogo come è cotesto, tanto discosto da Italia" potevano causare "perdita grande, et in comune alla città, et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno".
Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al C. nel gennaio del 1503 da un sedicente duca di Catanzaro e marchese di Cotrone (un Centelles? un Ruffo, visto che si dice "fratello cugino" di Antonello Ruffo?) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino.
Rientrato in patria il C. ebbe ancora incarichi pubblici, come, nell'anno 1521, quello di ambasciatore in Portogallo. Fedele ai Medici, egli venne arrestato al tempo dell'assedio e, caduta la Repubblica, fu subito gonfaloniere di Giustizia e all'inizio del 1531 inviato a Poppi come commissario del Casentino. Fece parte della Balia incaricata della riforma dello Stato mediceo e il 27 apr. 1532 fu creato senatore da Clemente VII. Dedito alla mercatura, sembra fosse fallito, e, secondo il Busini, poté riprendersi soltanto grazie alla protezione di Nicola Schomberg, arcivescovo di Capua, poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio del 1531. Sempre secondo il Busini il C. "fu ben ricco e onorato avanti fallissi… era buon compagno, ben parlante e allegro", anche se non "fece mai cosa onorevole, né lui, né i figliuol".
Sposato a Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani, già direttore della filiale di Bruges del banco Medici, ebbe oltre Pietro, due figli, Antonio e Simone, quest'ultimo padre di un Paolo. Morì con ogni probabilità nel 1542.
Omonimo del C., ma certo di lui più anziano, fu Andrea di Bernardo, nato nel 1442, che fu commissario di Cortona nel 1498. Fra i suoi figli, e non fra i figli del C. come asserisce il Passerini, è da annoverare il Bernardo che fu eletto senatore nel 1547, da cui un Pierfrancesco senatore nel 1571 e morto nel 1576, padre del Cristoforo eletto senatore nel 1586.
Fonti e Bibl.:
Firenze, Bibl. nazionale, Poligrafo Gargani, n. 504;
Ibid., cod. Magliabech., cl. XXVI, 225, cc. 26, 29 s.;
Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 1859, cc. 11v-13v;
Arch. di Stato di Firenze, Carte Strozziane, f. XCVIII, c. 129 (lettera al C. di Francesco Bonsi); f. CCCLI, cc. 82, 84 (lettere al C. del "duca di Catanzaro");
G. B. Busini, Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze, a cura di G. Milanesi, Firenze 1860, pp. 92, 169;
N. Machiavelli, Legazioni e commissarie, a cura di S. Bertelli, Milano 1964, p. 991 e ad Indicem;
G. De' Ricci, Cronaca (1532-1606), a cura di G. Sapori, Milano-Napoli 1972, pp. 6 s., 37, 418;
A. Ademollo, Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, V, Firenze 1845, pp. 1768 ss.;
G.Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'Oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1532, Firenze 1879, pp. 241 ss., 247 ss., 250 ss., 253 ss.;
N. Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, p. 373;
L. Martines, Lawyers and statecraft in Renaissance Florence, Princeton, N. J., 1968, p. 278.
Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi da quello che risulta dalle fedi di battesimo sembra esser padre di due figli nati a due mesi di distanza l'uno dall'altro quindi da madri diverse : Andrea 01 luglio 1468 e Domenico 13 settembre 1468
Andrea diventera' un personaggio importante di Domenico si perdono le tracce
Ci troviamo di fronte ad un figlio nato nel matrimonio : Andrea e uno nato fuori del matrimonio : Domenico ( figlio naturale )
Interessante e' che Paolo riconosce il figlio
Quindi Andrea aveva un fratello che non so che fine ha fatto
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