Personaggi

Giovanni di Leonardo Carnesecchi

Firenze 1466 --Firenze ????

 

 

nato il 19 marzo 1466 ( vedi albero di Giovanni di Paolo di Berto )

Giovanni Carnesecchi era un frequentatore del convento di San Marco gia' prima dell'epoca del Savonarola

Un suo fratello Alessandro aveva infatti preso l'abito domenicano in San Marco e vi aveva fatto la professione di fede il 23 luglio 1483 anche se era morto qualche mese piu' tardi a 19 anni il 6 aprile 1490

Giovanni aveva continuato a frequentare il convento ed era divenuto uno dei piu' fervidi seguaci del frate.

Giovanni di Leonardo fu quindi uno dei principali sostenitori del frate , e fu uno dei promotori della sottoscrizione in favore del Savonarola al Papa , uno dei protagonisti del rifornimento di armi al convento di San Marco e della resistenza armata durante l'assalto al convento.

Infine a lui si deve un manoscritto che racconta presunti miracoli di cui fu artefice il frate

 

 

Giovanni sara'

nel Consiglio Maggiore 1494

Scrivano al Monte 1496

Commissario delle prestanze ottobre 1497

 

Castellano della citta di Pistoia 6 mesi 1 luglio 1502

Podesta di Borgo San Lorenzo 6 mesi 26 agosto 1504

Capitano del Borgo 6 mesi 14 giugno 1512

Priore nel 1511

Capitano della cittadella di Volterra 6 mesi 26 ottobre 1524

Uno dei piu' ferventi sostenitori del Savonarola , e quindi uno dei capi dei Piagnoni fiorentini.

Resto fedele al Savonarola anche dopo la sua esecuzione

Giovanni fece parte del Consiglio Maggiore della Repubblica fiorentina , istituito nel 1494 dopo la cacciata di Piero dei Medici

 

 

 

 

Questo libro

Archivio storico italiano

Volume 160, Edizioni 1-2

Deputazione di storia patria

Leo S. Olschki, 2002

contiene una ricerca del dr Dario Zuliani

 

 

 

 

 

Cenni biografici

Tra i più accesi seguaci di Fra Gerolamo Savonarola, uno dei promotori della petizione al Papa, uno dei principali organizzatori del rifornimento di armi e della difesa armata del convento di San Marco quando si decise di evitare ad ogni costo l'arresto del frate[3]. È stato uno dei leader del partito dei Piagnoni.[4] Fu infine arrestato insieme a molti altri dopo la cattura del Savonarola.

Il Carnesecchi era un frequentatore del convento di San Marco gia' prima dell'epoca savonaroliana. Un suo fratello Alessandro ,aveva infatti preso l'abito domenicano in San Marco e vi aveva fatto professione di fede il 23 luglio 1489 , anche se era morto solo pochi mesi piu' tardi il 6 aprile 1490. Giovanni aveva continuato a frequentare il convento….

 

 

 

 

 

Molti dei Carnesecchi furono seguaci del Savonarola ( e questo fece vacillare in molti di loro l'appoggio alla famiglia Medici ) fra cui in particolare :

 

Zanobi di Francesco di Berto

Bernardo di francesco di Berto

Giovanni di Simone di Paolo

Giuliano di simone di Paolo

Giovanni di Niccolo

E appunto Giovanni di Leonardo di Giovanni che fu tra tutti il piu' fervente ed impegnato

 

Recentemente sono riemerse dall'Archivio di Stato di Firenze[5] le sue dichiarazioni manoscritte rilasciate durante gli interrogatori relative ai fatti ascrittigli che hanno permesso appunto di far maggior luce sulla genesi della petizione e sull'organizzazione della resistenza di San Marco.[5]

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DARIO ZULIANI
Nuovi processi a sostenitori del Savonarola nell’aprile 1498

Dario Zuliani ha scoperto nell’Archivio di Stato di Firenze, dopo oltre 500 anni dalla condanna a morte del Savonarola e della sua esecuzione, i documenti di altri due processi contro dei sostenitori del Savonarola, di cui si ignorava completamente l’esistenza :
- la lunga dichiarazione, autografa, di Giovanni Carnesecchi, scritta, dopo il suo interrogatorio, il 24 aprile 1498;
- la deposizione, anch’essa autografa, scritta da Francesco Alfani, nell’ambito del processo a Bartolomeo Ciai, lo stesso 24 aprile.

La scoperta è importante per varie ragioni :
1) è la prima che viene ad arricchire, dopo oltre un secolo e mezzo, la conoscenza sui documenti processuali relativi al Savonarola e ai suoi seguaci, andando ad aggiungersi ai processi contro i savonaroliani riemersi, dallo stesso archivio, nella prima metà dell’Ottocento;
2) consente, con la dichiarazione di Giovanni Carnesecchi, di integrare le conoscenze su due importanti vicende in cui il Carnesecchi fu particolarmente coinvolto :
- la sottoscrizione di cittadini fiorentini a favore del Savonarola, nell’estate del 1497;
- il rifornimento di armi al convento di San Marco, nei giorni precedenti all’assalto, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del 1498;
3) offre, con la deposizione di Francesco Alfani, l’unica precisa testimonianza dell’esistenza di un processo anche nei confronti dell’ufficiale delle tratte, Bartolomeo Ciai, uno dei più importanti funzionari della Repubblica fiorentina, permettendo di comprendere anche lo scopo di una deposizione già nota, quella del "comandatore" Tommaso;
4) permette di confermare e di integrare la conoscenza delle procedure seguite in quel complesso processo, concluso nel mese di aprile, che coinvolse decine di imputati e che proprio il 24 aprile, sotto la direzione del notaio Francesco di Barone, più noto come "Ser Ceccone", visse uno dei suoi giorni più intensi e determinanti.
Dario Zuliani esamina i testi dei nuovi documenti e ne evidenzia l’importanza per capire le ultime vicende savonaroliane e la situazione processuale un mese prima dell’esecuzione del Savonarola, avvenuta a Firenze, in Piazza della Signoria, il 23 maggio del 1498.

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Lasciò un manoscritto sulla vita e sui miracoli del Savonarola.[6] [7]

………….The writer's last name is not mentioned in the Magliabechiano report , but he might have been Giovanni Carnesecchi is mentioned as the Piagnone responsible for the compilation of Savonarolan laude and miracles in the Magliabechiano codex ( ibid cc 178 -88 ) it is possible that he was also the author of this letter. On Carnesecchi's involvement in the propagation of Savonarolan miracles see Benavent , "El tratado de milagros" 21-22 num 11

( Savonarola's women : visions and reform in Renaissance Italy )

 

 

 

 

Alla sua morte ebbe sepoltura proprio in quella chiesa di San Marco in cui si era battuto.

 

 

 

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ASF- Filza 625- Rosselli Sepoltuario fiorentino

Chiesa di San Marco- stemma 147

 

Descrizione:

 

Accanto al detto presso L’ Altare del Martini, chiusino tondo di marmo de Carnesecchi con loro Arme et Inscrizione.

Di Giovanni di Leonardo Carnesecchi e suorum.

 

 

Importante e' notare :

Liste specchiate rispetto alle precedenti:( ho specchiato come esempio lo stemma sopra riportato)

Le bande partono con oro, segue azzurro, oro, azzurro, oro, azzurro.

( Contributo di Roberto Angelo Segnini )

 

puo' essere che semplicemente sia avvenuto un ribaltamento del lucido con conseguente ribaltamento del disegno sul manoscritto : occorrera' verificare la lapide 

 

 

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Note

 

^ Fonte: Prioristi vari in particolare sito delle Tratte della Brown university

^ Prioristi vari, in particolare sito della Brown University: Progetto tratte fiorentine.

^ Abstract della ricerca di Dario Zuliani, nel sito dell'ateneo di Firenze.

^ Stefano Dall'Aglio. Savonarola e il savonarolismo. Bari, Cacucci, 2005 pag. 80

^ a b Dario Zuliani, "Nuovi processi a sostenitori del Savonarola nell'aprile 1498.", Archivio storico italiano, (592), 2002, pp. 321-352

^ Prolegomeni ed aggiunte alla vita di Girolamo Savonarola. di Roberto Ridolfi e Claudio Rinaldi pubblicato da SISMEL edizioni Del Galluzzo anno 2000.

^ Piero Ginori Conti. La vita del Beato Ieronimo Savonarola scritta da un anonimo de sec. XVI e già attribuita a Fra Pacifico Burlamacchi Firenze, 1937.

Bibliografia [modifica]

Pasquale Villari, La storia di Gerolamo Savonarola e dei suoi tempi, 1882

Francois Tommy Perrens, Jerome Savonarole, sa vie, ses predications, ses ecrits. Parigi, Hachette, 1853

Franco Cordero, Savonarola, 1986

Archivio storico italiano, 1858

Stefano Dall'Aglio, Savonarola e il Savonarolismo, 2005

Piero Ginori Conti. La vita del Beato Ieronimo Savonarola scritta da un anonimo de sec. XVI e già attribuita a Fra Pacifico Burlamacchi Firenze, 1937

Roberto Ridolfi, Le lettere di Girolamo Savonarola: nuovi contributi, Firenze, 1936

Richard C. Trexler. Public life in Renaissance Florence: The Public Life of a Complex Society. Ithaca, Cornell University Press, 1980

Dario Zuliani, Nuovi processi a sostenitori del Savonarola nell'aprile 1498, Archivio storico italiano, (592), 2002, pp. 321-352

 

 

 

 

 

SEGUACI DEL SAVONAROLA SECONDO LA CRONACA DI SIMONE FILIPEPI

Firmatari dell'appello a Papa Alessandro VI a favore del Savonarola

 

 

Tra essi 6 Carnesecchi

Giovan di Lionardo Carnesecchi

Gio. di Niccolo Carnesecchi

Gio. di Simone Carnesecchi

Giuliano di Simone Carnesecchi

Zanobi di Francesco Carnesecchi

Bernardo di Francesco Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

 

 

Al medesimo papa Alessandro VI

Pater noi, cittadini infraszriptl, a eola'oboratione delle sopradette cose, a Vostra Santita' per gli detti reIigiosi et venerandi Padri esposte et narrate, attestiamo essore la sincera et indubitata verit£ che dalla dottrina del detto P.

f. Girolamo, nolla nostra citt_ prodicata, non la destrutione ma la vera salute et pace sempre _ proceduta. Per la qual

cosa, con ogni debita humilt_, preghiamo Vostra SantiCh. Si degni il detto Padre dalle dette censure liborare, come Ii

soprascritti religiosi et venerandi Padri piamento a quella hanno supplicate. I1 che per la sua solita clemenza facendo,

siamo eertissimi, non solo la gloria ot honore di Die dovemo risultare_ ma la salute et spirituale et corporale, con la universal

pace et vera unione, di tutta la nostra et rostra citt_.

 

 

I noml de' quall cittadini, cho tal e_sa attastaaao et confermano di propria mane ¢iascuno eli lord, in presenza di

noi sottoscritti, song questi, cio_: m. Agamennone Mariscotti 1 da Calvi cavaliere et dottore, et Pot_st_. di Fiorenza; m. Domenico Bonsi ;

m. Bartholomeo Ciai; _ m. Antonio Benivieni; m. Francesco Ambroglni; s m. Francesco Gualterotti: m. Girolamo Bonagrazia: m. Enea

della Stufa; Piero dl Francesco Bettini; _ Stefano di Giovanni Parenti; I:orenzo Buondelmonte; Francesco di Bernardo

Manelli; Francesco di Filippo Rinuccini ; Thomaso di Puecio Pudci; Bcrnardo di Bcltramo Guasconi; m. Piero di Salvatore Aldobrandini;

Gasparro di Jacomo da Diacceto ; m. Bartholomeo l_dditi; m. Baldo Inghirami: m. Iacopo degli I4eredi; Francesco di Francesco Davanzati;

Piero di Lionardo Capelli; Oliviero di Simone Guadagni; Lappo di Iacopo Mazzci; Anton Francesco di Bartholomeo Scali; _Francesco Valori;

Giovanni del Nero Cambl; Tadeo Gaddi ; Bertoldo di Bartholomeo Corsini; Bernardo di Baldassar Bonsi : Neri di Filippo Rinuccini ;

Alessandro di Carlo Ruc_llai; Lorenzo di Antonio Ruceltai; Bartholomeo di Pandolfo Pandolfini; Piero di Andrea Masi; _ ser 7 Nicolb Michelozzi;

Andrea di Ant. Cambini; s Paolo di Ant. del Giocondo; Carlo di Lorenzo Strozzi; Giannozzo di Antonio Pucci; Alessandro di Bel-nardo Salviati:

Bernardo '_ di GiG. Ugolini: Francesco di Filippo del Pugliese; Carlo di Lionardo del Benino; Matheo di Nofri del Caccia; Domenico Federighi;

Mariotto di Piero Rucellai; Piero di Lhcantonio degli Albizi; Antoniodi Giovanni Giugni; GiovaDni di Gianozzo Vettori; GiG.Battista di Fran. Giovanni:

Thomaso di Paolo Morelli; Giullano di Plero Panciatichi ; INicolb di Matheo Sachetti ; Carlo di Adigieri Biliotti : Nicolb di Thadeo; Piero dl Zanobi Strozzi :

GiG. di Ant. Tornaquinci; Benedetto di Paolo Portinari ; GiG. di Jac. di Dine dim. Ghuccio; Rinieri di Franc. Tosinghl; Geri di Zanobi del Testa Girolaml;

Biagio di Bonacorse "¢elluti : Schiatta di Nicolb Ridolfi; Carlo di Franc. Bisdomini; Niccolb di Niccolb Giunta Bindi; Lorenzo di GiG. Tornaboni;

Agnolo di Sinibaldo Buono di Dee; Filippo di Antonio

t _tIa_settL. "_' Marl.

2 Cal. 7 II atg_loT".

5 A_ob_.ogl. _ ('ar_tbfrlt.

, Botto_i. '_ Brando.

:, ScalchL

 

Lorini; R_nieri di Fran. Bagnesl; Allessandro di Fran. Caccini; Matheo di Franoesco Neretti; Iac. di Lorenzo Orlandini;

Ruberto di Paguozzo Ridolphi: Fran. di Lorenzo Davanzati; Bartholomeo di Gherardo Guardl; Gio. di _kut. Minerbetti;

Bernardo di Inghilese Ridolphi; Alessandro di Gino Ginori: Gio. di Tedlci degli Albizzi; Ant. di Jacomo Berlinghieri;

Leonardo di Benedetto Strozzi; Camlfio di Nicolb Buonvanni; Bartholomeo di Gio. Orlandini; Otto di Fran. Sapiti;

Gio. di Simone Carnesecchi; Piero di m. l Simone Cinozzi; Benedetto di Nicolb Baonvanni; Alessandro di Fran.

Nasi; Lionardo di Antonio Cambini; Giannozzo di Bernardo Salviati; Gio. Battista Ridolphi; Fran. Gio: Orlandini; Girolame

di Gino Ginori; Deifebo di Francesco della Stufa: Gio. Battista di Thomasso Ceffi; Giacomo di Alessandro Lappaccini;

Aldobrandino dl Brunette di Aldobrandino; Zanobi di Agnolo Gaddi; Pierre Paolo di Romolo di Bartolo; Thomasodi Silvestro Spini;

Bartholomeo di Pagnozzo Ridolfi; Gio. di Agnolo Perini; Alesso di Fran. Baldovinetti; Simone di Mariano Filipepi; Marcello di Lionardo Vernacci;

Alessandro di Gio. Rondinelli; Bernardo di Benedetto Ciciaporci; Mazzeo di Gio. Mazzei; Piero di Fran. Mascalzoni: Francescodi Nicolb Buonvanni;

Cosmo di Piero di mastro Bettino; Giovan di Lionardo Carnesecchi; Lionello dl Gio. Bonl; Gio.di Matteo Nelli; Piero di Andrea Puccini;

Lionardo di Gio. da Empoli; Bernardo di ser : Gio. Martini; Piero di Beraardo " Mazzei; Nicolb di Guardo Guardi;3 Giovanni Battista di Jacomedall'Ancisa;

Gino di Lorenzo Orlandini; Fran. di Aut. de' Pucci ; Ant. di Miglioro Gaidotti; Anton Fran. Vernacci ; Bernardino Bartoli; Cesare di Giannozzo Stradl;

Fran. Di Gio. di Buonaeorso Pitti; Gio. di Fran. Becchi; Gio..Batta di Lapo di Diacetto; Gio. di Fran. Doni; Fran. di Torrigiano Torrigiani;

Ottaviauo di Gerardino Gerardini; Thomaso di Scolaro Ciacchi; Valeriano di Piero 4 di Y.mca; Raffaello di Ant. Ubaldini: Girolamo di Luigi Soderini;

Andrea di Biagio Guiducci; Piero di Daniello Dazzi; Andrea di Zanobi Guidotti; Pier Francesco di Giorgio Ridolfi; Beruardo di Nicolb Cambini;

Cante di Gio. Compagni; s Thomaso di Folco Portinari; Lorenzo di'Fran. Amadori; Giovanni Battista di Nie-_colb Bartholini; Filippo di" Lor6nzo Gualterotti; Antonio di

I ?nae._tt'o. 4 l_,OS_j,o.

2 del stg. b _o_j_attI.

:l GarUo Ga_vl_.

 

Filippo Tornabuoni; Simone di Bernardo del Nero; Piero di Anfrione Lenzi; Girolamo di Fran. Inghirami; Christofano di Giuliano Brandolini;

Guido d'Antonio Cavaleantl; Paolo di Zanobi Benintendi; Bornardo di Alamanno de'Medici; Bernardo di Franceseo Vettori;

set 1 Lorenzo di Giovacehino Guasconi;" Simone di Antonio Canigiani; Lorenzo di l_rancesco Ciai; Marehionne Dazzi; Raffaello di l_icolb Boneiani;

Giovanni di Fran. Inghirami: Francesco di Giovamli Portinarl; Giovanni di Doflb Arnoldl; Alessandro di Antonio Pucci ; Pandolfo di Berto do' Bardi ;

Antonio di Thomaso Martlni; Lorenzo di Gio. Bartoli; Girolamo di Paolo Foderighi; Paolo di Davizo Davizi; Domenico di GabHello Cioni; ser. _Ugolino Vieri;

Piero di Bernardo Adimari; Noferl 3 di Piero de' Rossi ; Bartholomeo di Bertoldo Corsini; l_icolb di Franceseo Cambini; Raffaello di Battista Strozzi;

Neri di ser *Piero Ghucci ; Raffaello di Giuliano Viviani ; Nicolb del Baono Rinuhcl; Bartholomeo di Puccio Pueci; Thadeo di Bernardo dall'Antella;

Giovanni di Lorenzo Scolari; Benedetto di l_rancesco Biancardl; Jaeomo dl Scholaro Ciacchi; Maso di Bartholomeo degli AIbizi;

Pier Francesco di Francesco Thosinghi; Battista di Berto da Filicaia; Francesco di Gio. Sapiti; Antonio di Dom. Peruzzi; Francesco di Pier Fran. Tosinghi;

Raffaollo di Alfonso Pitti: Francesco di Guido Cambi ; Bernardo di Stefano Segni; Carlo Ginori; Thomaso Martelli; Gio. Batta Boni; Antonio di Torriglano Torrigiani;

Michele di Carlo Strozzi; Francesco da Sommaia; Girolamo di Agostino Mazinghi; _ Girolamo di ser GPaolo Benivieni; Jacomo di Bartholomeo di Boccaccio;

Thomaso di Paolo Pasquini; Ubertino di Geri Risaliti; Adoardo di Simone Cortigiani; Andrea di Nicolb de'Libri; Orlandino di Bartholomeo Orlandini;

Antonio di Bartholomeo di Bertoldo Corsini; Lorenzo di 2,_nfrione Lenzi; Piero di Paolo degli Albizzi; Antonio di ser: Piero Migliorotti;

s Filippo di Luthozzo Nasi; Nicolb di Bartholomeo Valori; Benedetto di ser" Antonio Ubaldini; Costanzo di Girolamo Nieoli; Stephano di Ghino

Azzini; Guido di Nicolb Cambi; Biagio di Miehele di Monte ; Domenico di Sandro Galli; Franeeseo di Bernardo de1 Mare;

til s_g. t; tl¢l Sty.

2 tl slg. _ eiel sty.

3 .Voffo. 8 8argheroltt.

4 del stg. 9 _lel stg.

"_ Marwghi.

CRONACA DI Sn_ONE FL_PEPI 517

Bernardo di Silvestro Aldobrandlni_ Angelo di Lorenzo Ghlrardinl; Raffaello di Mazzeo; Jaeomo di Piero de' Thedalhi;

Alessandro di Nicolb Machiavelli; Benedetto di Matteo Gori; Nero hi Franeesco del Nero; Nicol6 di Giuliano Ridolphi;

Bartholomeo di Apollonio Lapi; Simone dl Fran. Guidacci;Antonio di Domenico Bartholini; Antonio. di Francesco Benci;

1Pier Francesco hi ser _ Giullano Bardini_ Guiglielmo di Francesco Tanagli; Piero di Francesco Ferranti;Andrea di Gio. Boni;

Jae. di Gio. Salviati; Jacomo di Gasparo de'Ricasoli; Piero di Gio. di Cante Compagni; Bartholomeo del Rosso Buondelmonte;

Piero dl Cosmo Bartholi ; Priore hi Saracino Puccl; Stephano di Filippo Lippi; Marco d_ Bernardo Vespucci; Ugolino dl Gio. Manzuoli;

Michele di Lionardo Pescloni; Zanobi di Francesco Carnesecchi ; Domenico hi Piero Buoninsegni; Bernardo di Filippo Manetti;

Thomaso diFrancesco del Bugliaffa; Jac. di Bernardo di Jac. de Bardi; Gio. di Lorenzo Centellini; Lorenzo di Gio.Centelini;

Bartolomeo di Sandro Tallani; Leonardo di Carlo Del Benino; Piero di Thomaso Corbinelli; Antonio di _[anno degli Albizzl; Gio. di Filippo Capelli;

Domenico di Benvenuto Benvenuti; Girolamo di Bencio Benci; Domenico di Antonio del Rosso; Matteo di Nicolao Vecchletti;

Gio. Battista di Bernardo de'Medici; Buonaccorso di Be_ed. Uguccioni; Gio. Battista di Mariotto Rucellai; Domenico di GiannozzoStradi;

Bernardo di Francesco Carnesecchi; Marco di Gio. Strozzi; Piero hi Gio: Strozzi; Bernardo di _kntonio Sapiti; Piero di Giuliano Ridolphl;

Bastiano di Lazzaro Brunacci; Filippo di Nicolb Mori; Antonio di Torino Baldesi; Bernardo di Carlo Gondi; Antonio di Amerigo da Verazzano;

Francesco hi Giuliano Morozzl ; Piero di Franceseo Fabbrini; Antonio di Jacomo Lanfredl; Gio. hi Francesco Nesi; Theghiaio di Fraucesco Buondelmonti;

Martlno di ser 4 Nicolb Fedini; mastro Girolamo di ser3 Angelo Cinozzi; Alamanno • dl Cesare Petrucci; Angelo di Pierozzo del Rosso;

Domenico di Pierozzo del Rosso; Gio. di Thomaso Corbinelli; Particino di Giuliano Particini; Simone di Filippo Tornabuoni; set Antonio di Piero ]3ettini;

mastro Giuliano di .Xfartino Gallano; Gio. di Matteo de'Rossi; Fran. di Bernardo Mazzinghi; mastro Zanobi di Daniello Carletti; Gio. Fran. di Benei

Borzoi. _ _lel _icj.

2 aet s_v. _ aet s_.

3 Faller_li.

detto Lapaccini; Domenico di Benedetto Lapaecini; Fillppo di Carlo Gondi; Benedetto di Bernardo Gondi; Piero d[ Lorenzo dl Cresei; Nieolb di .Giorgio Ugolini;

Gio. di Paudolfo Pandolfini ; Agnolo di Girolamo Bruni;l Bernardo di Jac. Del Biada; Aldighieri dl Paolo della Casa; Jac. di Giov. Bracci; Giacomo di Bernardo Vecchiettl;

Alessandro di Ant. Gondi; ser _ Paolo Amerigo .Grassi; Guido di Baldino Bandinelli; Filippo di Francesco Giuntlni; Gio. Battista di Bartolommeo Berti;

Piero di Thomasso Salvlati; Gio. di Nicolb Cambi; Antonio di m. Brandino Ubaldini; Feiiee di Dee del Beccuto; Dine di 3ac. di m. Gueeio; Girolamo di Gino Capponi;

Gio. di set '_ Monte: Piero di Franeesco Baldueci; Bartholomeo di Gio: Ricardi ; Matteo eli Bernardo Biliotti ; Giuliano di Agnolo Gaddi; Franeesco di Giorglo Aldobrandini;

Giovanni di Ludovlco Schiattesi; :Nicolb eli Alessandro Machiavelli; Pandolfo di m. Agnolo della Stufa; Temperano dim. ]_fanno Temperani; Nicolb di Giovanni Bandini;

Lanfredino di Jacope Lanfredini; Francesco di :Bartholomeo Nelli; Franeesco di Ghino Spina; Carlo di Luigi Pitti; Franceseo di Andrea Zati; Mariotto di Domenico Bati;

Gio. di Roberto da Gagliano; Filippo di Piero Gaetani; Francesco di Francesco Guasconi.

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Tra i sottoscrittori della lettera al Papa in difesa del Savonarola troviamo diversi Carnesecchi

 

Giovanni di Leonardo di Giovanni ( 1466 - 1527)

Zanobi di Francesco di Berto che sara' ai vertici dello stato ai tempi dell'assedio

Giovanni di Niccolo ( o Giovanni di Simone ??? )

Bernardo di Francesco di Berto

Giuliano di Simone di Paolo

 

 

 

 

 

 

 

alcuni documenti da

 

La storia di Girolamo Savonarola e de'suoi tempi

Di Pasquale Villari

 

La storia di Girolamo Savonarola e de'suoi tempi vol 1

 

La storia di Girolamo Savonarola e de'suoi tempi vol 2

 

Prediche e scritti di Girolamo Savonarola

 

 

 

http://books.google.it/books?id=92M6AAAAcAAJ&pg=PR335&dq=carnesechi+giovanni&hl=it&ei=jW0DTY2oIt2O4gbnorXdCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CCwQ6AEwAQ#v=onepage&q=carnesechi%20giovanni&f=false

 

 

 

http://books.google.it/books?id=b44ZAQAAIAAJ&pg=RA1-PA217&dq=giovanni+carnesechi&hl=it&ei=c24DTbOXH9Kd4Qa19_XrCQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CDcQ6AEwAw#v=onepage&q=giovanni%20carnesechi&f=false

 

http://books.google.it/books?id=UzwLAAAAYAAJ&pg=RA1-PA211&dq=giovanni+carnesechi&hl=it&ei=124DTfiCNN6L4ga76pTCCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=5&ved=0CDwQ6AEwBA#v=onepage&q=giovanni%20carnesechi&f=false

 

http://books.google.it/books?id=5TwFAAAAQAAJ&pg=RA1-PA217&dq=giovanni+carnesechi&hl=it&ei=124DTfiCNN6L4ga76pTCCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CEAQ6AEwBQ#v=onepage&q=giovanni%20carnesechi&f=false

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storia cronologica della toscana dal 1494 al 1532

 

 

 

 

 

Su internet ho trovato questo lavoro che penso si debba attribuire a Gaetano Greco professore dell'universita' di Siena.

Visto che e' stato messo su internet per cultura di tutti anch'io me ne avvalgo per ambientare la nostra storia. ( evitandomi di fare un lavoro gia' ottimamente fatto che probabilmente non saprei fare con la medesima competenza )

Per fedelta' al testo riporto a fondo pagina la cronologia completa ( da cui questo estratto ) che copre il periodo ben piu' vasto che va dal 1400 all'eta' napoleonica e il curriculum del professore

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SCENARIO STORICO  Storia cronologica della Toscana 1494---1532

 

 

 

 

 

Gene Adam Brucker - Firenze 1138 1737 l'impero del fiorino ---- Arnoldo Mondadori editore

 

L'ottimismo e la spensieratezza della elite fiorentina nel periodo laurenziano (1469-1492 ) sono espressi in un iscrizione che orna uno dei pannelli d'un ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio , nella cappella maggiore di Santa Maria Novella . Gli affreschi furono commissionati dal ricco banchiere Giovanni Tornabuoni , amico dei Medici . Nel pannello dov'e' dipinta l'annunciazione della nascita di San Giovanni Battista da parte dell'Arcangelo Gabriele , fu inserita la seguente iscrizione latina : << Nell'anno 1490 , quando questa meravigliosa citta' - rinomata per la sua potenza e ricchezza , per le sue vittorie , per le arti ed i suoi palazzi - godeva di grande prosperita' , di salute e di pace >> .

Dopo due anni moriva Lorenzo de Medici , e trenta mesi dopo la sua morte era cacciato da Firenze suo figlio Piero . La caduta del regime dei Medici dette inizio a un periodo di instabilita' politica e sociale , che sarebbe cessato soltanto nel 1537 , quando il duca Cosimo de Medici avrebbe preso le redini della citta' , stabilendovi un principato ereditario .Fino a quel momento vi fu una divisione e discordia tra le grandi famiglie fiorentine . Alcune rimasero fedeli all'esiliato partito dei Medici , altre parteggiarono per il nuovo regimo repubblicano del 1494 , fortemente influenzato dal domenicano Girolamo Savonarola . Il frate raccoglieva l'appassionata devozione di molti membri delle piu' importanti famiglie della citta' ma altri lo disprezzavano , e vaggheggiavano la sua rovina .

Il cronista Parenti scrive nel 1497 che l'opinione pubblica era profondamente divisa sul Savonarola , per cui << padri con figliuoli , mogli con mariti , fratelli con fratelli , se ne divisono , e non che e cittadini del reggimento , ma e garzoni da 18 in 30 anni diversita' mostravono >>. La restaurazione dei Medici nel 1512 non fece che esarcerbare il conflitto fra i loro partigiani e i cittadini che avevano avuto stretti legami con la repubblica. La fedelta' alle istituzioni e tradizioni repubblicane era molto diffusa nell'aristocrazia fiorentina del primo cinquecento , come testimoniano gli scritti di Niccolo' Machiavelli e Francesco Guicciardini .

 

Gene Adam Brucker - Firenze 1138 1737 l'impero del fiorino ---- Arnoldo Mondadori editore

 

 

 

Nel 1351 i Carnesecchi ( allora Duranti ) era in lite con alcuni membri della famiglia Medici e ne dove' seguire una pace promossa dalla Signoria

Completamente diversi i rapporti negli anni 80 del trecento I fratelli Grazzini appoggiavano fermamente i Medici con cui erano imparentati e questo loro appoggio si fortifico' nei loro discendenti nel legame con Cosimo il vecchio.

I Carnesecchi entrarono cosi a far parte dell'oligarchia medicea divenendone una delle forze principali.

Il legame mostro' talvolta segni d' incrinatura come quando nel 1464 i Carnesecchi parteciparono alla giostra di Bartolomeo Benci ma rimase abbastanza stabile .

Nel 1494 al momento della fuga di Piero dei Medici da Firenze i Carnesecchi erano gia' una parte importante dell'aristocrazia fiorentina .

L'irruzione sulla scena politica del Savonarola produce una netta spaccatura tra i vari rami dei Carnesecchi e le posizioni politiche si differenziano fortemente tra Palleschi Arrabbiati e Piagnoni . All'interno di uno stesso ramo si creano divisioni.

Ma le posizioni spesso erano incerte : Pierantonio che si era mobilitato in armi a difesa di Piero de Medici aveva simpatie per il Savonarola . Zanobi di Francesco uomo politicamente rilevante Piagnone di peso aveva simpatie medicee e fino all'ultimo tentera' di mediare .

Nel periodo del reggimento savonaroliano emerge la figura poco conosciuta di Giovanni Carnesecchi.

 

Col rogo si spezza la vita del Savonarola ma si spezza anche la coesione politica dei Carnesecchi.

 

 

SAVONAROLA

Nato a Ferrara nel 1452, lasciati gli studi di medicina per quelli religiosi, nel 1476 si fece domenicano. A Ferrara concluse i propri studi teologici iniziati a Bologna. Nel 1482, nel convento di San Marco a Firenze, fu nominato lettore di sacra scrittura .

Divenne ben presto famoso come predicatore, non solo in Toscana: enorme suggestione in particolare ebbero le sue prediche sull'"Apocalisse" e sulla "Genesi", nel 1490-94, che preannunciavano imminenti calamità per Firenze e per l'Italia, insieme a una rigenerazione della chiesa attraverso castighi e sofferenze.

Priore di San Marco dal 1491, quando ottenne il distacco del monastero dalla provincia lombarda dell'ordine sembrarono realizzarsi le condizioni per una concreta azione di riforma spirituale e politica che, partendo da Firenze, interessasse tutto il mondo cristiano. Dopo la calata di Carlo VIII e la cacciata di Piero Medici nel 1494, Savonarola fu il principale ispiratore di una repubblica popolare, fondata sui princìpi de "Il regime dei prìncipi" (De regimine principum) allora attribuito a Tommaso da Aquino, pilastro della tradizione sistematica dottrinaria cattolica.

Nonostante una condotta politica accorta e in linea con le esigenze e le tradizioni democratiche fiorentine, Savonarola non riuscì a evitare la radicalizzazione in senso puritano dei suoi sostenitori (i "piagnoni").

Le accuse di immoralità mossegli dal papa Alessandro VI gli suscitarono molti nemici, tra cui gli oligarchici (gli "arrabbiati") e i filo-Medici (i "palleschi"). Ben presto si trovò così isolato. Fu scomunicato nel 1497, fu arrestato, impiccato e arso nel 1498 a Firenze.

Savonarola fu personalità sconcertante, capace di suscitare odi e fanatismi, amori viscerali e profonde fedeltà. Influenzò letterati come Guicciardini, Botticelli, Buonarroti. Vagheggiò il ritorno al cristianesimo primitivo e istituì i famosi "bruciamenti delle vanità" non condannando una sana fruizione dei beni mondani. Nella sua attività politica mirò ad una città pacifica, che sviluppasse i traffici e fosse allietata da opere d'arte e da feste, purché non contrarie alla morale. E' un atteggiamento che si rispecchia nei suoi scritti: Compendio di logica (Compendium logicum, 1491) riassume la sua filosofia di origine scolastica, Compendio delle rivelazioni (1495), Epistola della sana e spirituale lezione (1497), Trattato circa il reggimento del governo della città di Firenze (1498), il tomistico Trionfo della croce di incerta datazione, in cui si sforza di chiarire come il cristianesimo non sia in contrasto con la ragione.

Come dimostrazione pratica di un'arte ispirata religiosamente, realizzò 14 componimenti e alcune laude. Suo capolavoro sono le Prediche, raccolte postume, caratterizzate da una eloquenza concitata e drammatica: nello slancio dei rimproveri e delle esortazioni fa ricorso a grandiose e terrificanti immagini bibliche, accanto a toni raccolti nella meditazione e nel rammarico.

http://www.firenze-online.com/artisti-toscani/girolamo-savonarola.php

 

 

 

Tra i sottoscrittori della lettera al Papa in difesa del Savonarola troviamo diversi Carnesecchi

 

Giovanni di Leonardo di Giovanni ( 1466 - 1527)

Zanobi di Francesco di Berto che sara' ai vertici dello stato ai tempi dell'assedio

Giovanni di Niccolo ( o Giovanni di Simone ??? )

Bernardo di Francesco di Berto

Giuliano di Simone di Paolo

 

 

 

 

 

 

L'esperienza savonaroliana e' breve ma fortemente incisiva nella politica fiorentina

Il frate era determinato a percorrere la sua strada fino al sacrificio estremo

Il fronte politico fiorentino contro di lui era vasto e variegato

Composto da chi era contrario a questa politica teocratica , da chi era per una politica moderata nei confronti del Papato ,dai Medicei . ecc

 

 

 

Treccani breve estratto da articolo di Stefano Dall'Aglio - Dizionario Biografico degli Italiani

Molte erano le ragioni di scontento dei fiorentini verso il frate, soprattutto perché i loro sacrifici non sembravano essere ripagati dalla gloria e la ricchezza annunciate per la loro città. Un crescente malumore era provocato dall’opera di moralizzazione forzata, che comportava un asfissiante controllo su moltissimi aspetti della vita pubblica e privata. A questo vanno aggiunti l’insoddisfazione degli ottimati per il succedersi di riforme fiscali e istituzionali che li danneggiavano economicamente e politicamente, e una carestia che portò con sé crisi economica e disoccupazione. Un peso determinante lo ebbero anche le tensioni con il pontefice – la cui minaccia di interdetto era vista con terrore, in particolare dai mercanti – e la delusione verso Carlo VIII, che sembrava avere dimenticato le promesse fatte a Firenze.

Il mutato clima politico fu certificato, a partire dal marzo 1497, dall’elezione di gonfalonieri antisavonaroliani per due consecutivi mandati bimestrali. Fu quello un periodo irto di difficoltà per Savonarola, che dovette fronteggiare un tentativo di colpo di mano militare organizzato da Piero de’ Medici alle porte di Firenze e un nuovo divieto della predicazione. Durante la celebre predica dell’Ascensione (4 maggio), fu addirittura ridotto al silenzio dal tumulto di un gruppo di oppositori e dovette lasciare la chiesa. Nel frattempo a Firenze si combatteva un’aspra battaglia libellistica condotta a colpi di scritti pro e contro Savonarola.

Era l’inizio della fine, sancito inequivocabilmente dal provvedimento che cambiò per sempre la storia di Savonarola: il breve di scomunica emanato da Alessandro VI il 12 maggio 1497. Nel testo si accusava il frate di avere divulgato una «pernitiosa dottrina» e di avere ignorato le ingiunzioni del pontefice relative alla convocazione a Roma, al divieto di predicare e all’istituzione della Congregazione tosco-romana. E il provvedimento puntava non soltanto a colpire personalmente Savonarola, ma anche a fare terra bruciata attorno a lui, in quanto la scomunica sarebbe stata estesa a chiunque avesse intrattenuto rapporti con il frate o seguito le sue prediche. Fra Girolamo rispose prontamente con due lettere pubbliche, Contro la escomunicazione surrettizia e Contra sententiam excommunicationis, difendendo la sua disobbedienza di fronte alle precedenti ingiunzioni papali e provando a spacciare il breve di scomunica per uno dei flagelli da lui profetizzati.

In seguito alla scomunica, com’era prevedibile, il solco che divideva piagnoni e arrabbiati si fece ancora più incolmabile. Quel provvedimento poneva i seguaci di fronte a un bivio: restare con Savonarola voleva dire mettersi contro il capo della Chiesa di Roma, ed erano sempre di meno quelli disposti a compiere una scelta così radicale. Quei pochi, tuttavia, erano straordinariamente determinati e vedevano le crescenti difficoltà come la conferma del fatto che le profezie di fra Girolamo si stavano avverando e che quelle tribolazioni erano il preludio a ricchezza e felicità. La peste, che nell’estate del 1497 si aggiuse a tutti gli altri problemi, aggravò la situazione generale, ma fu vista da molti come l’ennesimo flagello profetizzato da Savonarola. Fu in questo clima che apparvero due petizioni pubbliche in difesa del frate, prodotte rispettivamente dai domenicani di S. Marco e da cittadini laici di Firenze. Savonarola, ridotto al silenzio, si dedicò alla stesura di una lunga serie di scritti di argomento molto diverso, incluse due tra le sue opere più importanti, il Triumphus crucis e il De veritate prophetica.

Si tratta di due scritti dottrinali redatti in latino, sofisticati e non polemici. Con il primo Savonarola intendeva ribadire la sua ortodossia celebrando la dottrina cristiana e la vittoria della croce sul peccato. Con il secondo cercava di dimostrare la sua ispirazione profetica su basi scritturali, patristiche e giuridiche.

Pochi mesi dopo, nel Trattato circa il reggimento e governo della città di Firenze, Savonarola offrì una sintesi della sua visione politico-istutuzionale, spiegando come il perseguimento del bene comune e l’interesse della collettività potessero essere assicurati soltanto da un «governo civile» di tutti i cittadini.

Fallito ogni tentativo di ricucire lo strappo con Alessandro VI, l’11 febbraio 1498 Savonarola tornò sul pulpito per il suo ultimo quaresimale, quello sul libro dell’Esodo (Prediche sopra l’Esodo, a cura di P.G. Ricci, I-II, Roma 1955-1956), trasgredendo platealmente l’ordine comminato dal pontefice. Dopo un silenzio durato nove mesi, il frate decise di abbandonare qualsiasi moderazione e di alzare il livello dello scontro, attaccando non solo la scomunica ma tutti coloro che la rispettavano, e trasformando la contrapposizione tra lui e il pontefice in una lotta tra bene e male. La reazione di Roma non si fece attendere. Preceduti da ulteriori schermaglie, gli ultimi due brevi papali – datati 8 e 9 marzo 1498 – facevano capire che il tempo delle parole era finito. Ormai era chiaro che il pontefice pretendeva non soltanto che Savonarola smettesse immediatamente di predicare e si umiliasse al suo cospetto, ma anche che Firenze aderisse alla Lega antifrancese, il che avrebbe certificato il fallimento del frate sul piano sia politico sia profetico. L’interdetto, un provvedimento con conseguenze devastanti per l’intera città, era la terribile minaccia che pendeva su Firenze in caso di inadempienza. A questo punto la pressione si fece insostenibile: anche la Signoria finì per voltare le spalle a Savonarola e il 17 marzo ordinò al frate di cessare la predicazione.

Treccani breve estratto da articolo di Stefano Dall'Aglio - Dizionario Biografico degli Italiani

 

 

La Signoria del Marzo era cosi composta

 

 

per ordine della Signoria venne decretato l'arresto e l'investigazione del Savonarola

I Piagnoni si aspettavano questa decisione e decisero di opporsi all'arresto mano armata contro i birri della Signoria

Portarono armi al convento di San Marco e si predisposero alla difesa

 

 

Treccani breve estratto da articolo di Stefano Dall'Aglio - Dizionario Biografico degli Italiani

lo 8 aprile segui l'assalto al convento che vanificando i propositi dei difensori si risolse con l'arresto del Savonarola e dei due frati a lui piu' vicini che vennero sottoposti a processo

il giorno successivo (8 aprile) il convento di S. Marco venne preso d’assalto da alcune centinaia di uomini armati. Poco distante, l’ex gonfaloniere Francesco Valori e la moglie vennero impietosamente uccisi dalla folla. Savonarola non volle approfittare dell’opportunità offertagli dalla Signoria: sette ore di tempo per lasciare il territorio fiorentino prima di essere dichiarato ribelle. A S. Marco si consumò uno scontro molto violento che si protrasse per diverse ore, al termine del quale Savonarola venne arrestato dai commissari inviati dalla Signoria. La stessa sorte venne riservata a due suoi strettissimi collaboratori, i fidati confratelli Domenico da Pescia e Silvestro Maruffi.

Treccani breve estratto da articolo di Stefano Dall'Aglio - Dizionario Biografico degli Italiani

 

 

 

 

Savonarola fu sottoposto a tre processi distinti: due civili (9-19 aprile, 21-25 aprile) celebrati da una commissione di diciassette membri nominati dalla Signoria, e uno ecclesiastico (20-22 maggio) condotto da due commissari apostolici inviati da Alessandro VI: il maestro generale dell’Ordine domenicano Gioacchino Torriani e il giurista domenicano Francisco Remolines. Appare evidente che entrambe le autorità coinvolte – quella fiorentina e quella romana – non soltanto intendevano ottenere una sentenza di condanna, ma miravano anche a screditare l’imputato di fronte ai seguaci.

 

 

 

 

Giovanni di Leonardo Carnesecchi fu uno dei principali sostenitori del frate , e fu uno dei promotori della sottoscrizione in favore del Savonarola al Papa , uno dei protagonisti del rifornimento di armi al convento di San Marco e della resistenza armata durante l'assalto al convento. Infine a lui si deve un manoscritto che racconta presunti miracoli di cui fu artefice il frate .

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni di Leonardo Carnesecchi  ……….Giovanni di Leonardo Carnesecchi un'importante seguace del Savonarola

 

Condanna a morte per eresia dei tre frati

Esecuzione 23 maggio 1498

 

 

Il 22 maggio Savonarola e i due confratelli arrestati insieme con lui, Domenico e Silvestro, furono giudicati colpevoli di eresia e scisma e condannati a morte. Privati dell’abito religioso e degradati, il giorno successivo, 23 maggio 1498, vennero impiccati e arsi sul rogo in piazza della Signoria. Le ceneri vennero gettate nell’Arno nel vano tentativo di impedire la raccolta delle reliquie e il culto postumo, anche se il tempo si sarebbe incaricato di dimostrare che la memoria del frate e della sua predicazione non poteva essere spenta così facilmente.

 

 

 

 

 

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