personaggi

 

Paolo ( Pagholo ) di Berto di Grazino di Durante Carnesecchi (1373 ( ? ) - 1427 )

 

 

Il populo ne fu molto lieto: uomini da guerra ne furono molto dolenti.

Che Idio ci ristori!

 

http://www.bibliotecaitaliana.it/archivio/morelli/ricordi/morelli_ricordi.xml

 

Come dinanzi (dove si fece memoria delle novità furono nelli anni Domini 1393) è scritto, la balia si diè agli Ottantuno, la quale s'intese pe' più fusse per anni cinque, di poi durò per insino a questo dì: e durava sempre se non si fusse levata. Ritrovandosi gonfaloniere di giustizia Pagolo Carnesechi, dopo messere Cristofano, gli venne voglia, perché da molti cittadini ne fu consigliato, di levare la balia agli Ottantuno del porre il danaio ed eziandio del rimutare la imposta delle prestanze; e a questo fare bisognorono le quarantacinque fave nere, cioè Signori, Collegi e degli Otto; e così l'ebbe tutte. E levossi quella balia a dì venti di giugno 1404. Il populo ne fu molto lieto: uomini da guerra ne furono molto dolenti. Che Idio ci ristori!

 

 

 

 

 

Ho ricavato uno schema genealogico come questo :

 

 

 

 

  

Era figlio di Berto di Grazino Durantis, il Gonfaloniere di Giustizia fiorentino del 1358 .

Fu uno dei piu' ricchi mercanti fiorentini nel periodo di fine XIV secolo

Viene citato nel libro del De Roover <<Il Banco dei Medici >> per un episodio del 1386. Un'ordine di trasferimento scritto su una cambiale che pare essere il primo esempio di girata documentato ( il sistema era sicuramente molto piu' antico ) : Si tratta di una cambiale spiccata l'11 aprile 1386 a Firenze da Iacopo Ardinghelli e C. su Antonio di messer Luca in Zara . Poiche' il datore , la ditta Guido Fagni e C , non aveva corrispondenti a Zara , si richiese al trattario di pagare a Nannino Pellacane di Venezia << o a chui vi scrivesse >> In conseguenza il 4 giugno 1386 Nannino Pellacane scrisse una nota separata ordinando al trattario di pagare a Paolo di Berto Grazzini , allegandola alla cambiale . Il 28 giugno 1386 la cambiale fu protestata perche il beneficiario insiste' per essere pagato in fiorini ungheresi correnti a Zara e non volle accettare i fiorini fiorentini col giglio , offerti in pagamento dal trattario

 

Alla fine della sua vita partecipo' considerevolmente alla vita politica fiorentina. Fu molto attivo nei consigli dove spesso si schiero' contro il partito della guerra.

La sua carriera politica e' cosi sintetizzabile

 

4 volte Priore nel 1400 , nel 1409 , nel 1415 , nel 1422

2 volte Gonfaloniere di giustizia 1404 1415

Buonuomo nel 1395, nel 1421, nel 1425

Gonfaloniere di compagnia nel 1393

Console delle arti per i medici e gli speziali 13 volte e per la mercanzia 11 volte

Era eletto nei dieci di Balia nel 1405 , quando si tratto' di ricevere la citta' di Pisa in dedizione e di impadronirsi anche delle altre fortezze

Nel 1407 fu commissario di Pisa

Nel 1417 fu ambasciatore a Bologna

 

 

Iscritto all'Arte dei medici e degli speziali insieme coi fratelli Zanobi e Cristofano ne fu console in modo quasi continuo nell'ultimo periodo della sua vita. Poiche' a quest'arte erano iscritti anche i pittori ebbe modo di conoscere tra gli altri Masolino e Masaccio

Cosi nella sua Cappella in Santa Maria Maggiore si ebbe l'inizio della collaborazione tra Masaccio e Masolino autori di quel trittico con le storie di Santa Caterina e San Giuliano oggi quasi completamente disperso e oggetto dell'attenzione della dottoressa Forosinini dell'OPD

Nella stessa Cappella lavoro' anche Paolo Uccello , figlio di una Del Beccuto famiglia con cui i Carnesecchi avevano importanti rapporti di vicinato , di parentela , e politici ( anche Deo Del Beccuto era stato piu' volte console dell'arte dei medici e degli speziali ) autore di un Annunciazione oggi dispersa

Cosi nel 1425 si ebbe la presenza su un unico lavoro di tre tra i piu' importanti rappresentanti dello studio della prospettiva

Mori nel 1426 lasciando tre figli maschi Simone, Antonio, Giovanni.

 

 

 

 

Grazie alle chiarificazioni di Ugo Procacci abbiamo oggi la possibilità di riconoscere nel 1428 un preciso terminus ante quem: infatti in un atto notarile del 29 gennaio di quell'anno, si dichiara che Paolo di Berto di Garzino de' Carnesecchi in suoi codicilli testamentari risalenti ad un anno prima (e cioè al gennaio 1426/27) aveva indicato i nomi delle persone cui sarebbe spettata la decisione circa l'elezione del cappellano "cappellae per eum ornatae et factae in dicta ecclesia Sanctae Mariae Maioris sub vocabulo Sanctae Catharinae et sui altaris, et alia plura ut latius et plenius constat per dictos codicillos". Si tratta evidentemente di disposizioni date dal testatore poco prima della morte, che infatti avvenne di lì a poco, il 6 febbraio 1426/27. Le persone deputate, tra cui la vedova del defunto, monna Simona, e i tre figli maschi del testatore adempivano ora all'incarico avuto e pochi giorni dopo l'ecclesiastico su cui era caduta la scelta (già identificato nell'atto precedente) ricevé la nomina ufficiale.

 

 

E' figlio di Berto di Grazino Gonfaloniere nel 1358

E' fratello di Zanobi e Cristofano

Ha tre figli maschi : Simone ( nato 1394 ), Antonio (nato 1396 ) , Giovanni (nato 1404 )

Ha inoltre Maddalena

E' sposato con monna Simona non so di quale famiglia

 

 

 

 

 

4 volte Priore nel 1400 , nel 1409 , nel 1415 , nel 1422

2 volte Gonfaloniere di giustizia 1404 1415

Buonuomo nel 1395, nel 1421, nel 1425

Gonfaloniere di compagnia nel 1393 ( Pagholo di Berto Gratini -------------Alle bocche della piazza )

Console delle arti per i medici e gli speziali 13 volte e per la mercanzia 11 volte

Era eletto nei dieci di Balia nel 1405 , quando si tratto' di ricevere la citta' di Pisa in dedizione e di impadronirsi anche delle altre fortezze

Nel 1407 fu commissario di Pisa

Nel 1417 (?) ambasciatore a Bologna ( da Roberto Ciabani )

 

Console delle arti per i medici e gli speziali almeno13 volte e per la mercanzia almeno11 volte

Speziali : 1394,1396,1398,1400,1403,1404,1406,1408,1414,1415,1416,1418,1420, (mancano i dati antecedenti al 93 e dall'agosto 1421 all'agosto 1429)

Mercanzia : 1401, 1405,1406,1408,1409,1411,1413,1415,1416,1418,1420, (mancano i dati antecedenti al 93 e dall'agosto 1421 all'agosto 1429)

 

 

 

 

 

 

Quello che colpisce in modo particolare e' il rapporto dei figli di Berto di Grazino con le Arti , in particolare con l'Arte dei Medici e Speziali e con le magistrature della Mercanzia ( vedi pagina 2 )

Io ho utilizzato i dati della Brown University che coprono solo il periodo dal 1993 al 1421

Questo rapporto intensissimo deve pur significare qualcosa !!!!!!

 

Carnesecchi consoli dell'Arte dei Medici e degli Speziali

 

Mancano i dati antecedenti al 1393 e dall'agosto 1421 all'agosto 1429

 

1394

Paolo

1404

Paolo

1414

Paolo

1395

 

1404

Cristofano

1414

Zanobi ( muore tra il 16 e il 17 )

1396

Paolo

1405

Zanobi

1415

Paolo

1397

Cristofano

1406

Paolo

1415

Cristofano ( muore tra il 16 e il 17 )

1398

Paolo

1407

Cristofano

1416

Paolo

1399

 

1408

Paolo

1417

 

1400

Paolo

1409

Cristofano

1418

Paolo

1400

Cristofano

1410

Zanobi

1419

 

1401

Zanobi

1411

Cristofano

1420

Paolo

1402

Cristofano

1412

Zanobi

1421

Mancano dati

1403

Paolo

1413

Cristofano

1422

Mancano dati

 

Inoltre Paolo (Pagholo ) di Berto di Grazino e' Console per la Mercanzia negli anni :

1401,1405,1406, 1408,1409,1411,1413,1415,1416,1418,1420,1421

 

Il Brucker basa la sua analisi del periodo 1382-1433 sui partecipanti alle consulte ma forse trascura una parte del panorama politico che si esprimeva in altro modo

 

 

 

 

 

Pagholo fu anche socio di Francesco Baroncelli di Cionaccio in una societa’ che molto probabilmente operava in Ungheria immatricolata nell'arte della seta

e poi di una compagnia che comprendeva il figlio Simone e Fronte di Antonio di Piero immatricolata nella Lana

 

 

 

 

Il dr Piccardi mi segnala questo documento :

 

 

3/7/1387 Testamentum Pauli olim Berti Grazzini Duranti populi S. M. Maioris. Il compilatore annota nel margine sinistro: "Carnesecchi" atto citato nel Manoscritto 514 dell’ASFi

 Il notaio è Niccolò di Piero Mazzetti da Sesto (1370-1391). Il compilatore annota che roga molto per i Beccuti e per i Carnesecchi,

[ Paolo non si nomina come Carnesecchi ma nello stesso anno :

2/4/1387 Domina Zabaina filia emancipata Manetti Neri de’ Medici, et uxor Zenobi Berti Grazzini de’ Carnesecchi, populi Sancte Marie Maioris, donat bona quondam D.ne Altiere matri sue, et uxori Manetti Neri de’ Medici. ]

 

 

 

 Partecipa e parla spesso nei consigli , viene definito come ricco mercante , sembra rappresentare gli interessi delle Arti

 

 

Ricevo dal dr Piccardi

 

Ho dato un' occhiata a "Consulte e pratiche della Repubblica fiorentina" dell' Istituto storico italiano per il Medio Evo. 1408-1410

Nell' indice dei nomi appare sotto la voce:

Carnesecca, Carneseccha, Carnesecche, Carnesecchi, Carnesecchis, Paulus Berti Grazini de; "Carnesecchi, Pagolo";

la seguente spiegazione:

Carnesecchi, Pagolo o Paolo di Berto di Grazino. Priore nel 1400 e 1409. Gonfaloniere di Giustizia Mag.-Giu. 1404, Abitante nel Gonfalone Drago di S. Giovanni con coeffic. di importa di fiorini 4,4.

--------

C'è anche Cristofano di Berto, fratello di Paolo.

Nel testo vengono riportati molto riassuntivamente gli interventi di Paolo.

 

In realta come abbiamo visto e’ :

4 volte Priore nel 1400 , nel 1409 , nel 1415 , nel 1422

2 volte Gonfaloniere di giustizia 1404 1415

 

 

 

http://www.bibliotecaitaliana.it/archivio/morelli/ricordi/morelli_ricordi.xml

Dove è menzionato anche Paolo Carnesecchi:

Come dinanzi (dove si fece memoria delle novità furono nelli anni Domini 1393) è scritto, la balia si diè agli Ottantuno, la quale s'intese pe' più fusse per anni cinque, di poi durò per insino a questo dì: e durava sempre se non si fusse levata. Ritrovandosi gonfaloniere di giustizia Pagolo Carnesechi, dopo messere Cristofano, gli venne voglia, perché da molti cittadini ne fu consigliato, di levare la balia agli Ottantuno del porre il danaio ed eziandio del rimutare la imposta delle prestanze; e a questo fare bisognorono le quarantacinque fave nere, cioè Signori, Collegi e degli Otto; e così l'ebbe tutte. E levossi quella balia a dì venti di giugno 1404. Il populo ne fu molto lieto: uomini da guerra ne furono molto dolenti. Che Idio ci ristori!

 

 

 

 

 

Ho dal dr Paolo Piccardi :

Manoscritto 501 ASFi

 

(4) Contratti di matrimonio e parentadi

1400 Antonio di Paolo Carnesecchi (c.59) f. 1000

1404 Parenti di Michele Serparenti e Maddalena di Paolo di Bartolommeo di Grazzino Carnesecchi f. 1000 (c.332)

1417 Berto di Zanobi Carnesecchi (c.279) f. 1200

1421 Gio. di Niccolo' di Matt.o Carnesecchi (c.102) f. 604

1426 Manetto di Zanobi Carnesecchi (c.29) f. 1100

1430 Luca di Gio. Carnesecchi (c.88) f. 350

1434 Manetto di Zanobi Carnesecchi (c.90) f. 1050

1442 Antonio di Paolo Carnesecchi (c.3) f. 900

1446 Luca di Luca Carnesecchi (c.90) f. 1000

1446 Carlo di Bernardo Carnesecchi (c.165) f. 833 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.bibliotecaitaliana.it/archivio/morelli/ricordi/morelli_ricordi.xml

 

In questi tempi, e come in parte è detto dinanzi, pello Comune di Firenze si tracciava d'avere Pisa o di poterla guerreggiare; e come che chi ha danari e vuole ispendere ha sempre ciò che vuole, o in gran parte, noi ne profferemmo tanti e a Bucicalco e al Signore di Pisa e al duca d'Oriensi, che dove contra di noi erano inacerbiti, e' si cominciarono a rendere e addolcire come il mele; e stavano a udire il suono de' molti fiorini molto volentieri, e cominciarono a dare intenzione. Ora noi che siamo sì frettolosi che mill'anni ci pare d'avventare, parve a' Signori messere Maso 5 s'abboccasse con messere Gabriello Maria; e questo fu a' gonfini del nostro e suo contado. I pisani il sentirono, presono sospetto e addieronsi del fatto. E in effetto uno cittadino di Pisa chiamato messere Rinieri Saccio (era raspante, cioè degli amici del Signore), sentito quello sempice accozzamento (il quale non giovò niente né era di bisogno, però che stava il ragionare con Bucicalco), andò al Signore e dissegli: "Noi sentiamo che voi ci volete vendere a' fiorentini: di questo ci maravigliamo, perché da questo popolo sete amato e non vi bisogna dubitare"; e che s'e' pure diliberasse non volere la signoria, che gli piacesse lasciarli liberi; e che se gli bisognassono danari, e' ne darebbono quelli volesse. Il Signore dimostrò cruccio e disse che questo né era né potrebbe mai essere, e che quelli pensieri e ragionamenti non gli piacevano e che a questo e' non pensassono né dessono fede né avessonne alcuno pensiero o ragionamento, e che s'e' ne sentisse niuna parlanza, ch'e' dimosterrebbe loro che gli dispiacesse. Messere Rinieri si partì; ed ivi ad alcuno dì, cresciuto il sospetto, e' s'accozzò coda parte nimica a lui e nimica al Signore, e disse loro: "Fratelli, i' sento che 'l Signore ci vuole vendere a' fiorentini; e pertanto, come che noi siamo istati pello passato, a questo noi dobbiamo e vogliamo essere fratelli, e riparare a questo con voi insieme, acciò che noi non vegniamo nelle mani de' vostri e nostri nimici". Queste parole piacquano a' bergolini molto, perché in questo non poteano altro che avanzare; e in effetto, d'accordo e insieme l'una parte e l'altra, di nuovo si dolfono di quello sentiano con messere Gabriello, e dissongli che in caso non riparasse a questo, riparerebbono eglino. A questo si scusò messere Gabriello e confortolli; e perché vide costoro male disposti, non volle fare loro quello arebbe voluto, per tema di peggio, ma pure gli riprese sì del sospetto e sì delle parole usavano con alcune oneste minacce. Partironsi male contenti; ed ivi a pochi dì, ciò fu a dì 27 di luglio 1405, s'armarono tutti, levarono il romore: "Viva il popolo e libertà, e muoia il tiranno!". Il Signore si tirò nella cittadella colla madre; e di poi, perduta la terra, e' se n'andò a Serezano. E la madre, madonna Agnesina, andò a Genova, e fece carta della città, contado e distretto di Pisa a Bucicalco, e dielli la tenuta, cioè la cittadella di Pisa; ed esso la rifornì di genovesi e di franciosi per modo la guardavano bene. In queste novità il ragionamento cominciò a farsi più innanzi con Bucicalco, ché 'l Signore di Pisa mai n'avea voluto udire nulla e sempre disse a chi gliene parlava: "I' voglio i Signori fiorentini per padri e maggiori, e ciascuno cittadino per fratello, e voglio che a Pisa egli usino con quella sicurtà e franchigia che mai ci ebbono, e di questo gli voglio bene sicurare (volea dire nelle castella, cioè in alcuni); ma la signoria i' voglio per me, e vivere e morire Signore di Pisa, e mai non sarò d'altra voglia per insino che io fussi coll'acqua alla bocca" (e toccavasi colla mano tra la bocca e il naso). Chiese Bucicalco dugentocinquantamila fiorini della cittadella e di Riprafatta, ché altro non dava né tenea, accetto che Livorno: noi ne profferemmo cento, ed egli vennono a dugento. Mandovvisi Gino Caponi e ser Benedetto di ser Lando Fortini e Nicolò Barbadoro, e fecionne il mercato. E messere Gabriello diè la parola, con dicendo: "I' sono contento vendere Pisa a' fiorentini, perché i' sono nell'acqua insino dove i' dissi". Il mercato istette in questa forma: ch'e' ci vendé Pisa e 'l contado con ogni ragione che v'avea messere Gabriello e messere Bucicalco, e di questo ci faceva le carte piene a nostro senno, e davaci la cittadella e Riprafatta. E noi gli diamo il terzo di dugentomila fiorini allora, e 'l terzo dal dì della tenuta a mesi sei, e l'altro terzo, infino in dugentomila fiorini, dobbiamo dare acquistata Pisa o eziandio facendo co' pisani alcuno accordo. Ed e' promisse darci l'uso di Livorno come di cosa nostra, ma non la tenuta; e di questo si feciono le carte piene quanto si seppe vedere pe' savi nostri e suoi. E a dì 24 d'agosto 1405 mandò il Comune la gente dell'arme a pigliare la tenuta della cittadella e passorono allato alle mura di Lucca. E di prima, a dì 20 d'agosto, si feciono i Dieci per sei mesi, cioè: messere Lorenzo d'Antonio di Nicolò e Nicolò da Uzano; Santa Croce: messere Filippo Magalotti e per grande Francesco de' Pulci e per artefice Antonio di Vanni Mannuci; Santa Maria Novella: messere Rinaldo di Gianozo Gianfigliazi, messere Cristofano d'Anfrione Ispini; San Giovanni: Bartolomeo Valori, Pagolo Carnesechi e per artefice Lodovico di Guccio della Badessa. E die essi piena balia a' Signori, Collegi, Capitani, Otto e Sei, e a quattro per gonfalone (i quai erano isquittinati da' Signori e Collegi) per mesi sei a potere fare ogni cosa, salvo che venderci.

 

 

 

 

Ritroveremo Paolo alla pagina 15 , quale fondatore della Cappella Carnesecchi in santa Maria Maggiore

 

 

Il patronato del secondo altare della navata sinistra di Santa Maria Maggiore, secondo l'attestazione delle fonti, apparteneva ai Carnesecchi, famiglia magnatizia del popolo di Santa Maria Maggiore: il nostro trittico fu con ogni probabilità commissionato da Paolo di Berto di Grazino dei Carnesecchi, patrono della cappella dal 1406 al 1427, anno della sua morte.

Queste considerazioni circa la committenza, rendono verosimile che l'esecuzione della cappella Carnesecchi trovi nel 1423 un terminus post quem, in relazione, appunto, alla possibilità di aver precedentemente conosciuto Masaccio, Masolino e Paolo Uccello nei loro esiti pittorici. Grazie alle chiarificazioni di Ugo Procacci abbiamo oggi la possibilità di riconoscere nel 1428 un preciso terminus ante quem: infatti in un atto notarile del 29 gennaio di quell'anno, si dichiara che Paolo di Berto di Garzino de' Carnesecchi in suoi codicilli testamentari risalenti ad un anno prima (e cioè al gennaio 1426/27) aveva indicato i nomi delle persone cui sarebbe spettata la decisione circa l'elezione del cappellano "cappellae per eum ornatae et factae in dicta ecclesia Sanctae Mariae Maioris sub vocabulo Sanctae Catharinae et sui altaris, et alia plura ut latius et plenius constat per dictos codicillos". Si tratta evidentemente di disposizioni date dal testatore poco prima della morte, che infatti avvenne di lì a poco, il 6 febbraio 1426/27. Le persone deputate, tra cui la vedova del defunto, monna Simona, e i tre figli maschi del testatore adempivano ora all'incarico avuto e pochi giorni dopo l'ecclesiastico su cui era caduta la scelta (già identificato nell'atto precedente) ricevé la nomina ufficiale. In questa seconda parte del documento si hanno quelle specificazioni in più circa la cappella che permettono di circoscriverne la datazione: la si definisce infatti "cappellae et altaris Sanctae Catharinae erectae et factae per dictum olim Paulum patrem ipsorum in ecclesia Sancta Mariae Maioris de Florentia, fulcitae tabulae, paramentis et aliis ad dictam cappellam, necessariis pietrae et armis dicti Pauli designatae". Dall'atto notarile si può quindi dedurre che nel gennaio 1427 la tavola dell'altare era già stata fatta, ma non si può dire da quanto tempo. C'è comunque la possibilità di trovare altri elementi utili alla datazione del Trittico Carnesecchi, grazie all'esame della documentazione biografica nota circa Masolino e Paolo Uccello: il primo, infatti, parte il 1° settembre 1425 per l'Ungheria, al servizio di Pippo Spano e rientrerà a Firenze solo dopo il dicembre 1426, alla morte dello Scolari. Quanto a Paolo Uccello, dal 1425 risulta assente da Firenze, per un lungo soggiorno veneziano, pressoché continuativo, fino al 1431. Sembra perciò possibile restringere il periodo in cui poté avvenire la decorazione della cappella Carnesecchi tra il 1423 e il 1425.

 

Il documento di fondazione della Cappella dei Carnesecchi in Santa Maria Maggiore figura tra le carte dell'archivio Niccolini di Camugliano

(fondo: Antico , Segnatura : 6 Inserto 1,h vecchia segnatura C 1 4 1, h )

vedi sito http://www.archivistorici.com/archivi/ns.asp?wci=home&lng=1040&cur=3057

 

 

 

 

 

 

Paolo del fu Uberto Carnesecchi da Firenze, Capitano di Balìa a Pisa nel 1408.

Da Breve Vetus seu Chronica Antianorum Civitatis Pisanorum, ab anno Dominicae Incarnationis MCCLXXXIX ad annum MCCCCIX, in Istorie Pisane e Cronache Varie Pisane, a cura

di F. Bonaini, tomo II, parte seconda, Bologna, Forni Editore, 1984 (prima ed. Firenze, 1845), p. 790.

( Notizia segnalata dal dr Vieri Mazzoni )

 

 

 

Archivio di Stato di Prato, Datini, 340, Lettere Firenze-Prato Francesco di Lapo Federighi a F.D., arr. 27.7.1409

Francesco Datini si lamenta per gravezze impostegli. Francesco Federighi interviene con gli sgravatori: Giovanni Orlandini, Pagholo Charnesecchi

devo questo documento alla cortesia della dottoressa Simonetta Cavaciocchi

 

  

 

(dai " Ricordi di Bonaccorso Pitti ")

Nel detto anno 1413 adì 8 di giugno, essendosi fuggito da Roma papa Giovanni XXIII, per la presa che lo re Lanzelao avea fatta di Roma, giunse a Santo Antonio del Vescovo, e quivi andarono i signori Priori a vicitarlo e fargli la debita reverenzia. E quivi stette insino adì [...]... di novembre; e qui in Firenze furono alloggiati i suoi cardinali e' suoi cortigiani; e nel tempo che ci stette, compilò e conchiuse la lega con questo Comune. Andonne a Bologna.

Nel detto anno del mese di novembre trovandosi de' Capitani di Parte Guelfa

Giovanni di Gianozo Vettori , Niccolò di Nino Orlandi , Inghilese di Simone Baroncielli , Iacopo di Piero Gherardini , Piero di Giovanni Anselmi , Luca di Giovanni di Luca Pezaio , Giraldo di Lorenzo Giraldi , Dingo di Guerriante Marignolli e Andrea di Guiglielmino de' Pazzi, provvidono con maturi consigli di grande nomero di Guelfi richiesti, che per lo Consiglio ordinario di Cento e poi per quello de' Sessanta, e' presono balia insieme co' loro Collegi e con 96 arroti guelfi di riformare gl' uffici di quella Casa con nuovo squittino, e d' annullare e ardere tutti gli squittini per adrieto fatti: e così feciono. E ciò si mossono a fare perché quella Casa era molto vilipenduta del suo usato onore e reputazione; e tanto era mancata, che a grande pena trovavano i capitani cittadini che facessono loro compagnia per andare all' offerte ordinate per quella Casa. E ciò intervenia per isdegno che i buoni e veri Guelfi aveano di vedere molti Ghibellini e nuove genti e di vile condizioni entrati negl'uffici di quella Guelfa e loro Casa. E i Collegi e arroti, che furono a fare la detta riformazione e squittino, furono questi, ciò è: Messer Lorenzo Ridolfi , Bartolomeo di Tomaso Corbinelli , Barduccio di Franciesco Canigiani ,Stefano di Corsino de' Corsini , Agnolo di Giovanni da Uzano , Giovanni di Franciesco Bucielli , Rinieri di Bardo Bagnesi , Gherardo d' Ormanno Foraboschi , Iacopo di Lutozzo Nasi , Biagio d' Agnolo bicchieraio , Chirico di Pero Tornaquinci , Antonio di messer Luca da Panzano , Fabbiano d' Antonio Martini , Spinello di Giovannello Cavicciuli , Simone di Niccolò Salviati , Salvestro di Lodovico Cieffini , Bernardo di Vanni Vecchietti , Giovanni di Giovanni Aldobrandini , Betto di Giovanni Busini , Giacoppo di Vanozzo de' Bardi , Giovanni di ser Dato maliscalco , Niccolaio di Pepo degl' Albizi Salvestro di Tomaso Popoleschi , Lorenzo di messer Gherardo Bondelmonti , Bernardo di messer Biagio Guasconi , Benedetto di Caroccio degli Strozi Giramonte di Guido Frescobaldi e Andrea di Guccio rigattiere Bartolo di Giovanni Canacci , Lodovico di Iacopo Giandonati , Matteo di Nuccio Solosmei Questi scritti di sopra furono Priori della Parte Guelfa;

e quelli scriverò nell' altro colonnello furono i segretari della detta Parte Guelfa.

Piero di Bernardo della Rena , Piero di Giovanni di Neri dal Palagio , Pierozo di Franciesco degl' Agli e Puccino di ser Andrea armaiuolo.

Quartiere di San Spirito. Arroti

Scala: Bernardo di Castello Quaratesi , Niccolò di Benozo Grasso , Astore di Niccolò di Gherardino Gianni , Giovanni di Lodovico di Banco , Firenze del PanciaNicchio:Paolo di Franciesco Biliotti , Piero di [Bernardo Magli] , Niccolò di messer Donato Barbadoro , Bartolo di Noffo Ridolfi , Ricciardo di Niccolò di NomeFerza:Davizino di Chele Amirati ,Bonacorso di Neri Pitti , Piero di messer Zanobi da Mezola , Bartolo di Piero Strada , Giovanni di Michelozo coreggiaio

Drago: Vannozo di Giovanni Serragli , Piero di [Francesco] del Soldato , Giovanni di Niccolò Soderini , Filicie di [Michele] Brancacci , Piero Lapini legnaiuolo

Carro: Giovanni di Nofri Arnolfi , Matteo di Michele Castellani , Andrea di [Sandro] Ragugi , Antonio di Piero di Fronte ,Antonio di Vanni Mannucci

Bue: Forese d' Antonio Sacchetti , Paolo di Bardo Mancini ,Gieri di Iacopo Risaliti ,Maso di Taddeo Borghini , Lorenzo di Giovanni coreggiaio

Lion nero: Andrea di [Francesco] Peruzi vocato Siepe , Giovanni di Francieschino Pepi , Manetto di Tuccio Scambrilla , Giannozo di [Zanobi] Cafferelli
Corsetto di Iacopo Arighetti

Ruote: Andrea di Niccolò Giugni , Antonio di messer Niccolò da Rabatta ,Lapo di Giovanni Niccolini , Franciesco di Biagio Lioni , Iacopo di Dino coreggiaio

Vipera: Adovardo di Lodovico Acciaiuoli , Bartolomeo di Bardo Altoviti , Lionardo di Marco di Giotto Fantoni , Pera del Pera Baldovinetti , Carlo di ser Tomaso Redditi

Unicorno Messer Rinaldo di Gianozo Gianfigliazi , Messer Cristofano d' Anfrione Spini , Tommaso di Neri Ardinghelli , Bartolomeo di Lionardo Bartolini
, Betto di Giovanni Rustichi

Lion rosso: Ugolino di messer Albizo Ruciellai , Tommaso d' Andrea Minerbetti , Mariotto di Piero della Morotta , Arigo di [Giovanni] Mazinghi , Manno di Bonuccio banderaio

Lion bianco: Antonio di Cipriano Mangioni , Paolo di [Bernardo] Bordoni , Niccolò di Tommaso Malegonelle , Gieri del Testa Girolami , Iacopo di Monte di Pugio

Lion d' oro: Giovanni di Bicci de' Medici , Rinaldo di [Filippo] Rondinelli , Ugo d' Andrea da la Stufa , Nerone di Nigi di Nerone , Lorenzo d' Andrea beccaio

Drago San Giovanni: Paolo di Berto Carnesecchi , Niccolò di Bernardo Sassi della Tosa , Tommaso di Iacopo Pecori , Filippo di [Arrigo] Arigucci
Tommaso Guidotti legnaiuolo

Chiavi: Bartolomeo di Niccolò di Taldo Valori , Luca di Manetto da Filicaia , Bernardo di Vieri Guadagni , Fillppo di Salvi di Fllippo , Paolo di Franciesco Gherucci

Vaio: Nofri di Giovanni Bischeri , Bartolo di Ruberto Cortigiani , Bartolomeo di Iacopo Gherardini , Bartolo di Giovanozo di Bartolo Bonafede , Lionardo di Salvestro brigliaio

GrandiGrandi Giovanni di Guerrieri de' Rossi , Gherardo di Gherardo Bondelmonti , Ciesare di Giramonte de' Bardi , Piero d' Aghinolfo de' Bardi
Amerigo di Giovanni Frescobaldi , Testa di Giovanni Tornaquinci , Tieri di Franciesco Tornaquinci , Bernardo di Bernardo Cavalcanti , Baldassarre di Bartolomeo Foraboschi , Cipolla d' Messandro degli Agli , Attaviano di Cacciatino Gherardini ,
Amerigo di Niccolò Cavicciuli , Franciesco di Giecie de' Pulci , Piero d' Adovardo degli Agli , Apardo d' Apardo Donati , Bindo di Franciesco degli Agli

 

 

 

( da "Ricordi di Bonaccorso Pitti ")

Adì primo di luglio l' anno 1422 entrai gonfaloniere di giustizia. I Priori miei compagni furono Bonaccorso di Paolo Corsellini ottonaio, Baldo di Nofri di Baldo correggiaio, Bernardo di Bartolomeo Gherardi, Simone di Lapo di Francesco Corsi, Domenico di Bartolo Ottavanti, Manno di Giovanni di Temperano Manni, Paolo di Berto Carnesecchi, Antonio di Tomaso di Guccio Martini. E ricordo che al nostro tempo mandammo ambasciadore a Roma. Togliemmo per raccomandato messer Tomaso da Campo Fregoso signore di Sanrezana. Soldammo il signor Braccio dal Montone signor di Perugia ecc. con lance mille, e fanti trecento in aspetto. Facemmo lega col Signore di Lucca per 5 anni. Mandammo ambasciadori al duca di Melano. Facemmo lezione d' ambasciadore al duca di Savoia, e facemmo molte altre cose utili per la nostra Replubbica, e mandammo ambasciadore a Vinegia. Fu nostro notaio ser Antonio di ser Michele da Ricavo; e mandammo le grosse galee.

 

 

 

 da Pagolo di Matteo Petriboni Priorista (1407-1459 )

 

A di xj d'aprile 1426 , per Consigli et solennita' che dicie la riformagione , fecciono gli Acoppiatori dello squittinio del prioraticho , e quali son questi :

Niccholo' d'Andrea del Benino , quartier Santo Spirito (Niccholo'….Benino bracketed with Pagholo Carnesecchi )

Niccholo' di Franco Sacchetti ,quartier Santa Croce

Misser Palla di Nofri degli Strozzi , quartier Santa Maria Novella (misser …Strozzi bracketed with Baldassarre….fabro )

Baldassarre d'Arigho di Simone artoli fabro

Pagholo di Berto di Grazino Carnesecchi

Achoppiatori dello schuttino

 

 Secondo Pagolo di Matteo Petriboni : Pagholo Carnesecchi era vivo l'11 aprile 1426 di conseguenza la sua morte dovrebbe fissarsi nel febbraio del 1427 a conferma di quanto sopra

 

 

 

La tomba dove vengono raccolte le ossa dei suoi fratelli Cristofano e Zanobi datata 1430 ( Ricordo che morirono tra il 1416 e il 1417 ) che quindi sicuramente ivi furono traslati

Fu opera di qualcuno di diverso da Pagholo

 

" In S. M.a Magg.re più Capp.le e sepolture con iscriz.ne Zenobij, et Cristofori Berti de Carnesechis 1430. ( Benvenuti : Stemmario fiorentino )

 

 

 

 

 

 

 

Paolo di Berto di Grazino Carnesecchi

 

 

Era fratello di Zanobi e di Cristofano, ambedue mercanti e politicamente rilevanti.

Fu uno dei più ricchi mercanti fiorentini nel periodo di fine XIV secolo.[1] Due volte fu Gonfaloniere della Repubblica fiorentina

Compare, tra l'altro, nel libro del De Roover Il Banco dei Medici per un episodio del 1386. Un ordine di trasferimento scritto su una cambiale che secondo il De Roover pare essere il primo esempio di girata documentato[senza fonte]: si tratta di una cambiale spiccata l'11 aprile 1386 a Firenze da Iacopo Ardinghelli e C. su Antonio di messer Luca in Zara. Poiché il datore, la ditta Guido Fagni e C., non aveva corrispondenti a Zara, si richiese al trattario di pagare a Nannino Pellacane di Venezia <<o a chui vi scrivesse>>.[senza fonte] In conseguenza il 4 giugno 1386 Nannino Pellacane scrisse una nota separata ordinando al trattario di pagare a Paolo di Berto Grazzini, allegandola alla cambiale. Il 28 giugno 1386 la cambiale fu protestata perché il beneficiario insisté per essere pagato in fiorini ungheresi correnti a Zara e non volle accettare i fiorini fiorentini col giglio, offerti in pagamento dal trattario. [2]

Nell'ultima parte della sua vita partecipò considerevolmente alla vita politica fiorentina.Fortemente appoggiato dal mondo delle Arti fu molto attivo nei consigli dove spesso si schierò contro il partito della guerra. [3] [4] [5]

<<Come dinanzi (dove si fece memoria delle novità furono nelli anni Domini 1393) è scritto, la balia si diè agli Ottantuno, la quale s'intese pe' più fusse per anni cinque, di poi durò per insino a questo dì: e durava sempre se non si fusse levata. Ritrovandosi gonfaloniere di giustizia Pagolo Carnesechi, dopo messere Cristofano, gli venne voglia, perché da molti cittadini ne fu consigliato, di levare la balia agli Ottantuno del porre il danaio ed eziandio del rimutare la imposta delle prestanze; e a questo fare bisognorono le quarantacinque fave nere, cioè Signori, Collegi e degli Otto; e così l'ebbe tutte. E levossi quella balia a dì venti di giugno 1404. Il populo ne fu molto lieto: uomini da guerra ne furono molto dolenti. Che Idio ci ristori!>> [6] [7]

Personaggio politico di primo piano svolse la sua azione su tutto il territorio fiorentino lo vediamo per esempio presente per conto della Repubblica fiorentina alla revisione dello Statuto del comune di Montale:

…..Item super trigesimoprimo capitulo dictarum additionum et capitulorum scripte manu ser Ugucci de Ortignano quod incipit Item considerati l'ultimo capitolo de' < vechi > statuti il quale dispone del palio che si dee offerire et cetera imprimis capitulum et ordinamentum cassaverunt et anullaverunt in totum et prò casso et anullato haberi voluerunt et ordinaverunt. Item prefati statutari providerunt et ordinaverunt quod omnia statuta, provisiones et ordinamenta facta de mense decembris et ianuarii anni 14** per dominos et collegia <nec non> per dictum Tomasium de S<chit>tis, Paulum de Carnesechis et alios socios tunc paciarios Comunis Florentie in civitate et comitatu Pistorii observ < vatione > et executione mandatione in omnibus et per omnia prout et sicut in ipsis contentum et scriptum est. Eo etiam addito quod statuta predicta et presens approbatio non duret nisi tribus annis proxime futuris et quod post dictum trienium nisi de uovo approbaverint nec valeant nec teneant.. [8]

 

La sua carriera politica è cosi sintetizzabile:

4 volte Priore nel 1400, nel 1409, nel 1415, nel 1422.

2 volte Gonfaloniere di giustizia 1404 e 1415.

Buonuomo nel 1395, nel 1421, nel 1425.

Gonfaloniere di compagnia nel 1393.

Console delle arti per i medici e gli speziali 13 volte e per la mercanzia 11 volte.

Nei dieci di Balia nel 1405, quando si trattò di ricevere la città di Pisa in dedizione e di impadronirsi anche delle altre fortezze pisane.

Nel 1407 fu commissario di Pisa.

Nel 1417 fu ambasciatore a Bologna. [9] [10] [11]

 

Storia dell'arte

Dell'imponente carriera politica di Paolo Carnesecchi restano le tracce negli atti della Repubblica fiorentina. La sua fama è però oggi particolarmente legata ai suoi rapporti con Masaccio, Masolino e Paolo Uccello.

Iscritto all'Arte dei medici e degli speziali insieme coi fratelli Zanobi e Cristofano ne fu console in modo quasi continuo tra il 1400 ed il 1426. [12] era per lui facile conoscere i pittori che proprio all'Arte dei medici e degli speziali erano immatricolati secondo le leggi del regime corporativo.[13] Per la sua cappella in Santa Maria Maggiore Paolo commissiono' a Paolo Uccello un affresco a parete e a Masolino e a Masaccio un trittico (oggi ricordato come Trittico Carnesecchi ) con le storie di Santa Caterina e San Giuliano.

Masolino aveva gia' lavorato per i Carnesecchi nel 1423 quando aveva dipinto per un loro matrimonio la Madonna Boni-Carnesecchi o Madonna di Brema (l'opera è datata e porta lo stemma dei Carnesecchi e lo stemma dei Boni). Masaccio aveva già dipinto il Trittico di San Giovenale per l'omonima chiesa posta nel Reggello luogo in cui i Carnesecchi avevano grandi proprieta'. Cosi nella cappella di Paolo Carnesecchi lavorarono insieme per la prima volta Masaccio e Masolino iniziando quella collaborazione che sarebbe continuata poi anche nella più famosa Cappella Brancacci

…….."Dipinse ancora in Santa Maria Maggiore accanto alla porta del fianco, la quale va a San Giovanni, nella tavola d'una cappella una Nostra Donna, Santa Caterina, e San Giuliano, e nella predella fece alcune figure piccole della vita di Santa Caterina e San Giuliano che ammazza il padre e la madre; e nel mezzo fece la Natività di Gesù Cristo, con quella semplicità e vivezza che era sua propria nel lavorare". [14]

Nella cappella di Paolo Carnesecchi lavorò anche Paolo Uccello. Paolo Uccello era figlio di una Del Beccuto famiglia con cui i Carnesecchi avevano importanti rapporti di vicinato, di parentela e politici (anche Deo Del Beccuto era stato più volte console dell'Arte dei medici e degli speziali) [15] [16]

"Lavorò ancora in Santa Maria Maggiore in una cappella allato alla porta del fianco che va a San Giovanni, dove è la tavola e predella di Masaccio, una Nunziata in fresco, nella quale fece un casamento degno di considerazione e cosa nuova e difficile in quei tempi, per essere stata la prima che mostrasse con bella maniera agli artefici, e con grazia e proporzione mostrando il modo di fare sfuggire le linee, e fare che in un piano lo spazio che è poco e piccolo acquisti tanto, che paia assai lontano e largo; e coloro che con giudizio sanno a questo con grazia aggiungere l'ombre a' suoi luoghi ed i lumi con colori, fanno senza dubbio che l'occhio s'inganna, che pare che la pittura sia viva e di rilievo. E non gli bastando questo, volle anco mostrare maggiore difficultà in alcune colonne che scortano per via di prospettiva; le quali ripiegandosi rompono il canto vivo della volta dove sono i quattro evangelisti, la qual cosa fu tenuta bella e difficile; ed in vero Paolo in quella professione fu ingegnoso e valente". [17]

Ebbero quindi modo di lavorare insieme nella Cappella di Paolo Carnesecchi due padri della prospettiva come Paolo Uccello e Masaccio;[18] che fa dire al dr Hugh Hudson << The taste for avant-garde perspective in art seems to have run in the Carnesecchi family.>> [19]

Grazie alle chiarificazioni di Ugo Procacci abbiamo oggi la possibilità di riconoscere nel 1428 un preciso terminus ante quem: infatti in un atto notarile del 29 gennaio di quell'anno, si dichiara che Paolo di Berto di Grazzino de' Carnesecchi in suoi codicilli testamentari risalenti ad un anno prima (e cioè al gennaio 1426/27 [20]) aveva indicato i nomi delle persone cui sarebbe spettata la decisione circa l'elezione del cappellano "cappellae per eum ornatae et factae in dicta ecclesia Sanctae Mariae Maioris sub vocabulo Sanctae Catharinae et sui altaris, et alia plura ut latius et plenius constat per dictos codicillos". Si tratta evidentemente di disposizioni date dal testatore poco prima della morte, che infatti avvenne di lì a poco, il 6 febbraio 1426/27. Le persone deputate, tra cui la vedova del defunto, monna Simona, e i tre figli maschi del testatore adempivano ora all'incarico avuto e pochi giorni dopo l'ecclesiastico su cui era caduta la scelta (già identificato nell'atto precedente) ricevé la nomina ufficiale. In questa seconda parte del documento si hanno quelle specificazioni in più circa la cappella che permettono di circoscriverne la datazione: la si definisce infatti "cappellae et altaris Sanctae Catharinae erectae et factae per dictum olim Paulum patrem ipsorum in ecclesia Sancta Mariae Maioris de Florentia, fulcitae tabulae, paramentis et aliis ad dictam cappellam, necessariis pietrae et armis dicti Pauli designatae". Dall'atto notarile si può quindi dedurre che nel gennaio 1427 la tavola dell'altare era già stata fatta, ma non si può dire da quanto tempo.[21]

 

Discendenza

Paolo mori nel 1427 lasciando tre figli maschi: Simone,[22] Antonio, Giovanni tutti politicamente importanti.[23]

 

 

Note

^ Sito della Brown University progetto catasto fiorentino 1427.

^ Raymond De Roover :Il Banco Medici dalle origini al declino (1397-1494) La Nuova Italia.

^ Gene Brucker :Dal comune alla Signoria Il Mulino.

^ Le Consulte e Pratiche della repubblica fiorentina (1404) a cura Renzo Ninci Istituto storico italiano per il medioevo.

^ Le Consulte e Pratiche della repubblica fiorentina (1405-1406) a cura Laura De Angelis Renzo Ninci Paolo Pirillo Istituto storico italiano per il medioevo.

^ Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli da Mercanti scrittori Ricordi nella Firenze tra medioevo e rinascimento A cura di Vittore Branca Rusconi editore .

^ I ricordi Di Giovanni di Pagolo Morelli sono disponibili in rete.

^ Lo statuto del comune di Montale : http://www.comune.montale.pt.it/storia/statuto1403/testo.htm

^ Prioristi vari

^ Scipione Ammirato Storie fiorentine

^ Sito della Brown University progetto sulle tratte Fiorentine

^ Sito della Brown University progetto sulle tratte Fiorentine

^ I pittori erano iscritti all'Arte dei medici e speziali vedi p.e Raffaele Ciasca L'arte dei medici e speziali nella storia e nel commercio fiorentino Olschki editore.

^ Vasari : Le vite : Vita di Masaccio

^ Hugh Hudson :Paolo Uccello: Artist of the Florentine Renaissance Republic 2008 .

^ Per i rapporti di vicinanza vedi pianta del centro storico di Firenze del Carocci costruita secondo i dati del catasto fiorentino del 1427 e vedi anche Wikipedia

^ Vasari : Le vite : Vita di Paolo Uccello

^ Tra gli studi più significativi sul trittico Carnesecchi quelli della dottoressa Cecilia Frosinini dell'Opificio delle pietre dure di Firenze e per Paolo Uccello gli studi del dr Hugh Hudson

^ Hugh Hudson :Paolo Uccello: Artist of the Florentine Renaissance Republic.

^ notazione italiana e notazione fiorentina

^ Articolo della dottoressa Cecilia Frosinini

^ anche Simone fu due volte Gonfaloniere della Repubblica fiorentina (1436 e 1450)

^ 1427 notazione italiana, 1426 notazione fiorentina.

Bibliografia [modifica]

Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli da Mercanti scrittori Ricordi nella Firenze tra medioevo e rinascimento. A cura di Vittore Branca Rusconi editore.

Raymond de Roover, Il banco Medici dalle origini al declino.

Jacques Mesnil, Masaccio et les debuts de la renaissance.

Cecilia Frosinini, Masaccio.

Hugh Hudson, Paolo Uccello: Artist of the Florentine Renaissance Republic.

Cecilia Frosinini e Roberto Bellucci, Il trittico Carnesecchi in Santa Maria Maggiore a Firenze.

Carl Brandon Strehlke, Cecilia Frosinini, Roberto Bellucci, The panel paintings of Masolino and Masaccio: the role of technique, 5 Continents, 2002

Scipione Ammirato, Storie fiorentine.

 

 

 

 

 

Santa Maria Novella   …………Tracce dei Carnesecchi

Santa Maria Maggiore   Santa Maria Maggiore descritta da Giuseppe Richa : Notizie istoriche delle chiese fiorentine

Santa Maria Maggiore   Le Cappelle Carnesecchi in Santa Maria Maggiore

Santa Maria Maggiore   La Cappella di Pagolo Carnesecchi : Masaccio , Masolino , Paolo Uccello ;e con alcune considerazioni dei dottori Frosinini e Bellucci

Santa Maria Maggiore   Uno studio del dr Hugh Hudson sulla Cappella Carnesecchi e Paolo Uccello

Masaccio  ……………………………..Il trittico di San Giovenale di Masaccio

 

 

 

Masaccio , Masolino : Trittico della capella di Paolo Carnesecchi----ricostruzione della dr.essa Frosinini OPD-Firenze : La Madonna con bambino e' stata rubata negli anni 20

 

 

 

 

 

 

 

 

Scegli la pagina   …………………VAI ALL'INDICE GENERALE

 

 

 

 

 

ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003