Personaggi
Zanobi di Francesco Carnesecchi
Firenze 1471 --????
Zanobi Carnesecchi nacque a Firenze nel 1471 circa, e appartenne ai Carnesecchi fiorentini. Fu una personalità della Firenze del Quattrocento, figlio del ricchissimo mercante Francesco di Berto.
Vicende e Carriera politica
Figura tra i savonaroliani che firmarono la petizione diretta al Papa in favore del frate.[1]
Priore della Repubblica nel 1502. [2]
Fu nella lista di uomini tra cui i Fiorentini scelsero il primo ed ultimo Gonfaloniere a vita Piero Soderini.
A dire del Busini era uomo assai considerato e molto amante della libertà.[3]
Nel 1527 fu tra i venti cittadini designati a correggere il Consiglio Maggiore [4]
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nel 1527 fu tra i Dieci di Liberta e pace <<la cui autorita' sulle cose della guerra era grandissima >> [5]
……….i quali furono questi: 1 Mariotto Segni, 2 Tommaso Soderini, 3 Andrea Pieri, 4 Nicolo Zati, 5 Federigo Gondi, 6 Angelo Doni, 7 Uberto Nobili, 8 Alfonso Strozzi, 9 Tommaso Tosinghi, 10 Zanobi Carnesecchi. Il primo Segretario dei quali era M. Francesco Tarugi da Montepulciano; nel cui luogo, essendo egli pochi mesi appresso morto, succedette col favore di Antonfrancesco degli Albizi, di Tommaso Soderini, di Alfonso Strozzi e del Confaloniere * medesimo, prima con cento e poi con centocinquanta fiorini d'oro netti per ciascun anno, Donato di Lionardo Giannolti; uomo di bassa condizione, ma grave pero' e modesto e costumalo molto; e non solo delle lettere greche e delle latine ma eziandio delle cose del mondo e specialmente de' governi civili intendentissimo, e sopra tutto grande amatore della libertà: talché coloro ancora i quali riprenderlo e biasimarlo voluto avrebbono, altro apporre non gli sapevano se non che egli alquanto fosse ambizioso, e troppo degli uomini o ricchi o nobili e per conseguente potenti amico e seguitatorc. Questa elezione inaspettata da molti fu (per questo che si dice e crede ancora oggi) non piccola cagione che Nicolo Machiavelli scrittore delle storie Fiorentine morisse: perciocché essendo egli di campo con M. Francesco Guicciardini tornato, ed avendo ogni opera fatto per dovere l'antico luogo del Segretario ricuperare; e veggendosi (quantunque Luigi Alamanni e Zanobi Buondclmonti suoi amicissimi grandissimamente favorito l'avessono) al Giannotto, di cui egli (ancorché piuttosto non senza lettere che letterato chiamare si potesse) molto in cotale uffizio si teneva superiore, posposto; e conoscendosi in quanto odio fosse dell'universale, s'attristò di maniera, che non dopo molto tempo s'infermò e morì. La cagione dell' odio, il quale gli era universalmente portato grandissimo, fu oltra l'essere egli licenzioso della lingua e di vita non molto onesta e al grado suo disdicevole, quell'opera ch'egli compose e intitolò il Principe, ed a Lorcnzo di Piero di Lorenzo, acciocché egli Signore assoluto di Firenze si facesse, indirizzò. Nella quale opera (empia veramente e da dover essere non solo biasimata ma spenta; come cercò di fare egli stesso dopo il rivolgimento dolio Stato, non essendo ancora stampata) pareva a ricchi ch'egli di tor la roba insognasse, e a' poveri l'onore, e agli uni e …………………
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nel 1527 rifiuta la nomina a Commissario generale nel campo della Lega [6]
Nel 1529 venne eletto tra i sette cittadini, considerati alla stregua di "quasi dittatori"[7], che si occuparono della gestione politica della Repubblica fiorentina, durante l'assedio delle truppe spagnole, iniziato il 14 ottobre 1529. Infatti, come afferma Benedetto Varchi, i fiorentini: "Elessero finalmente sette cittadini, quasi sette dittatori, l'uficio dei quali fosse vegghiare tutte le cose della città pertinenti allo stato, e a tutte quante provvedere, ed in somma aver cura che la repubblica fiorentina non patisse danno alcuno in cosa alcuna; gli eletti a tanto magistrato furono: Iacopo di Girolamo Morelli, Zanobi di Francesco Carnesecchi, Antonfrancesco di Luca degli Albizzi, Bernardo di Dante da Castiglione, Alfonso di filippo Strozzi, Agostino di Francesco Dini, Filippo Baroncini"[8].
Ebbe pero' una politica talvolta indecisa perche' in lui si dibattevano diverse anime : poneva nella liberta' di Firenze il bene supremo ,nello stesso tempo non era ostile ai Medici per tradizione familiare ( il padre Francesco aveva avuto diversi affari in comune con Giuliano e con Lorenzo dei Medici ) ed ancora essendo un mercante teneva in gran conto i disastri che questa guerra stava procurando alle industrie ed ai commerci fiorentini .
Animato da propositi pacifici, avrebbe desiderato salvaguardare la libertà della repubblica con un accordo dignitoso con l'imperatore e con Clemente VII. In questo suo atteggiamento esprimeva l'indecisione di tanti fra i Fiorentini.è[9]
Il Varchi lamenta come di fatto questi sette s'impedissero l'azione l'un l'altro. Accusa Zanobi e Agostino Dini di troppa prudenza.
<<Tutti gli uomini più sennati si accordavano nel dire che, se invece di di aver messo lo stato in balia di sette cittadini quasi sette dittatori si fosse eletto uno solo senza guardare ad altro che alla sufficienza, come esempi grazia il Ferruccio o Lorenzo Carnesecchi,o alcun altro ancora di minor virtu', e fattolo dittatore da dovero, le cose sarebbero state per avventura governate altrimenti che elle non furono, e per conseguenza avuto altro fine che elle non ebbero.>> [10]
In realta' Zanobi mirava ad un accordo onorevole coi Medici lo si vede in consiglio votando se proseguire la guerra o meno ( dei 16 gonfaloni 15 votarono per continuare la guerra solo il gonfalone Drago di San Giovanni sotto l'influsso del Carnesecchi voto' per l'accordo )cercando di salvare il salvabile ed ha di conseguenza un duro scontro verbale con Lionardo Bartolini ( Questo non essere un compromesso della Mercanzia )( se voi tentate di fare accordo coi Medici ,o voi taglierete a pezzi noi o noi taglieremo a pezzi voi ) e con lo Zati. [11]
Alla caduta della Repubblica fu tra gli uomini meno invisi ai Medici [12] ed al contrario di altri non subi nessuna persecuzione ma anzi fu tra gli uomini chiamati alla riforma dello Stato ( arroto alla balia ).[13]
Discendenza
Tra i suoi figli si distinse in modo particolare Bartolomeo (Baccio) Carnesecchi, autore di una storia di Firenze ,banchiere con gli Strozzi di una delle piu' grandi banche fiorentine del suo tempo , poi senatore del Granducato di Toscana.[14] [15]
Note
1. ^ Pasquale Villari, La storia di Girolamo Savonarola e dei suoi tempi, 1882 : il testo e l'elenco dei firmatari e' reperibile in rete.
2. ^ Vedi sito della Brown University progetto tratte della repubblica fiorentina.
3. ^ Giovanbattista Busini, Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze. Pisa, 1822 . Il testo e' reperibile in rete
4. ^ Varchi Storia fiorentina TomoI 175
5. ^ Varchi Storia fiorentina TomoI 241
6. ^ Varchi Storia fiorentina TomoI 328
7. ^ Vedi nota seguente.
8. ^ Cfr. B. Varchi, Storia Fiorentina, a cura di G. Milanesi, vol. II, Le Monnier, Firenze 1858, pp. 22-23
9. ^ La nuova repubblica Fiorentina, iniziata nel 1527, era sorta specialmente per opera degli antichi fautori del Savonarola, cioè dei Piagnoni ai quali parve di vedere nel sacco di Roma la conferma delle profezie del frate . I Piagnoni che governavano Firenze, pur essendo sinceramente repubblicani, erano divisi in due partiti: quello degli Ottimati e quello dei Popolani. I popolani guidati da Baldassarre Carducci era intransigenti nell'odio contro i Medici indisponibili a qualunque trattativa , gli Ottimati che facevano capo al Gonfaloniere Niccolo Capponi invece ritenevano di poter ancora accordarsi salvaguardando dignita' e liberta'
10. ^ Varchi Storia fiorentina Tomo II 31
11. ^ Varchi Storia fiorentina Tomo II 163 164
12. ^ abbastanza naturale.
13. ^ Varchi Storia fiorentina Tomo II 538
14. ^ Manni Il senato Fiorentino
15. ^ The Medici Archive Project : Documentary Sources for the Arts and Humanities in the Medici Granducal Archive: 1537-1743
Bibliografia
Pasquale Villari, La storia di Girolamo Savonarola e dei suoi tempi, 1882
Benedetto Varchi, Storia fiorentina, 1841
Baccio Carnesecchi, Storia di Firenze dal 1526 al 1529. Ed. Urini, Rivista storica degli archivi toscani III, 1931
Giovanbattista Busini, Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze. Pisa, 1822
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