Notarile moderno Protocolli 25439 Notaio Giovanni Cammillo di Pasquale di Piero Piombanti

 

 

 

 Ricerca del dr. Paolo Piccardi

 

 

 

 Notarile moderno Protocolli 25439 Notaio Giovanni Cammillo di Pasquale di Piero Piombanti

 

Carta 142 v e segg.

 

A margine sinistro: Traslazione dell' ossa del Galileo, e del Viviani

 

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Al nome di Dio. L' anno della salutif.a Incarnazione del Nostro Signor Gesù Christo Millesettecentotrentasei nella Indizione XIV, et il dì dodici del Mese di Marzo, Clemente XII Pont.e Massimo sedente, e Regnante in Toscana l' A.R. del Ser.mo Gio:Gastone Primo Gran Duca VII felicemente.

 

Essendosi dovute trasferire le ossa del Chiarissimo e Nobil Uomo Galileo Galilei Fiorentino Insigne e Celeberrimo Filosofo, Geometra, et Astronomo, degno d'immortale e sempre gloriosa memoria dalla Cappella detta del Noviziato del Convento dei PP. Minori Osservanti Conventuali di questa Città di Firenze, luogo ove furono provvisoriamente deposte, e finora sono state conservate, in un nuovo sepolcro da erigersi ornatamente, e principiato già a fabbricarsi per tale effetto nella Chiesa di S. Croce contigua a d.o Convento, nella parte di essa, che resta dirimpetto al Sepolcro del Chiarissimo Michel Angelo Buonarruoti altro Nobilissimo lume della detta città, il tutto a spese della Eredità del fu Nobil Uomo Vincenzio Viviani Celebre matematico ed Architetto Fior.o, e Discepolo del lodato Chiarissimo Galileo, ed a forma della grata Disposizione del med.o, contenuta nel di lui Testamento fatto per gli Atti del Notaro S. Simone Mugnai sotto il di 7 Dicembre 1689, ed essendosi altresì dovuta trasferire contemporaneamente le ossa di detto Vincenzio Viviani dal luogo del loro deposito presso all'altro del di lui Maestro ove sono state fino al presente, per collocarvi a lato di quelle nel med.o sopradetto sepolcro in esecuzione della volontà del med.o Testatore espressamente dichiarata in detto suo Testamento; e avendo desiderato coerentem.e a quanto sopra gl’ Ill.mi Sig.ri, che presiedono per S.A.R. il Ser.mo Gran Duca di Toscana alla conservazione ed augumento della Fabbrica di d.a Chiesa di S.a Croce, et Edifizj annessi col nome di Operai, e segnatamente l’ Ill.mo Sig. Andrea del q.d Bernardo Rigogli Nobil Fiorent.o, Provveditore di detta Congregazione, e specialmente incaricato per l’obbligo del suo Uffizio della costruzione, ed erezione del sopradetto Sepolcro, e trasportamento nel med.mo delle Onorevoli Ossa, di cui si è fatta menzione, che del ritrovamento di esse, e translazione fattosene, come appresso in questo sopranotato giorno autenticam.e, e pubblicam.e ne costasse per gli Atti di me Notaro appiè scritto rogato ad assistere, come personalmente feci, a detta Funzione, e ridurre il tutto in pubblica scrittura.

 

Perciò a perpetua Memoria col presente pubblico Instrum.o si dichiara, e fa noto, qualmente il sopra notato giorno dodici del mese di Marzo millesettecentotrentasei, adunatisi mediante il precedente invito dell’ Ill.mo Sig. Andrea Rigogli Provveditore suddetto dell’ Opera della Chiesa, e Convento di S. Croce in q.sta città nella Cappella dell’ Ill.a Famiglia de’ Pazzi posta nel Chiostro di d.o Convento, assieme con alcuni degl’ Ill.mi Sig.ri Operai, i nomi dei quali saranno in fine descritti, e col M.to Rev.do P. Guardiano e altri Religiosi del Luogo, molti Nobili Fiorentini e Canonici della Metropolitana fra’ quali l’ Ill.mo Rev.mo Sig. Can.co Gio:Vincenzio Capponi dei Marchesi di Loro, come Console nell’ anno corrente della Sacra Accademia Fiorent.a e Rettor Gen.le dello Studio, e l’Ill.mo Sig. Abb.e Antonio Niccolini dei Marchesi di Ponsacco, come Presidente della Società Filosofica, e Botanica, specialmente invitati, molti dei Professori pubblici nell’ Università Fiorent.a e Pisana, e diversi letterati, siccome alcuni Professori di Scultura, e Pittura parim.e invitati assieme con me Notaro infrascritto, questi tutti condotti dal prefato Sig. Provveditore, e seguitati da moltitudine di Uomini d’ ogni condizione accorsi per essere spettatori circa le ore ventiquattro si trasferirono alla Cappella dei SS. Cosimo, e Damiano detta la cappella del Noviziato di S. Croce posta in fondo al corridoio, che è avanti alla Sagrestia grande di detta chiesa di S. Croce, nella qual cappella erano state precedentem.e disposte molte falcole (ceri, fiaccole n.d.r.) di cera bianca sopra l’Altare, ed alcune torce simili sopra sgabelloni posti in doppia fina, e circondanti un catafalco coperto di rasce nere (Pendoni che si pongono alle mura di una chiesa quando si fa mortorio delle persone illustri n.d.r.), sopra del quale potessero esporsi alla pubblica vista i cadaveri da trasferirsi.

 

In essa Cappella dunque avendo preso luogo tutte le Persone intervenute, passarono all’ avviso dato da detto Sig. Provveditore li sudd.i Ill.mi Sig.ri Operaj assieme co’ detti Ill.mi Sig.ri Console dell’ Accademia Fiorentina, e Presidente della Società Filosofica, e Botanica, ed altri cinque appiè descritti pubblici Professori nelle dette Università, pregati e rogati ad assistere a tutto quanto appresso, come Testimoni ed assieme con me Notaro, in una piccola stanza, che rimane lungo il lato, che si dice = In cornu Evangelj = della Tribuna di detta Cappella, e nella quale si entra da una Porticella, che resta a lato del Pilastro destro esteriore dell’ Arco di detta Tribuna.

 

Furono osservati in detta stanzetta due Depositi, uno alto circa due braccia (circa 120 cm. N.d.r.) murato aderentem.e alla Parete di detta stanza dal lato sinistro sopra del quale sostenuta da una mensola fissa nel muro, era una statua di gesso tinta del color del marmo rappresentante l’ effigie e Busto di Galileo; nella fronte della Mensola si leggeranno le appresso parole

 

= Galileo – Galilei – Florentino – Philosopho – et Geometra – Vere Lijnceo – Naturae Aedipo =

 

e sotto la detta Mensola in una Cartella dipinta nella Parete era delineata la seguente Inscrizione in continuazione delle parole sopra riferite

 

Mirabilium Semper Inventorum Machinatori; Qui Inconcessa Adhuc Mortalibus Gloria Coelorum Provincias Auxit Et Universo Dedit Incrementum . Non Enim Vitreos Coelorum Orbes, Fragilesque Stellas Conflavit, Sed Aeteina Mundi Corpora Mediceae Beneficentiae Dedicavìt. Cuius Inextinta Gloriae Cupiditas, Ut Oculos Nationum, Saeculorumque Omnium Videre Doceret, Proprios Impendit Oculos; Cum Iam Nil Amplius Haberet Natura, Quod Ipse Videret. Cuius Inventa Vix Intra Rerum Limites Comprehensa Firmamentum Ipsum Non Solum Continet, Sed Etiam Recipit. Qui, Relictis Tot Scientiarum Monumentis, Plura Secum Tulit, Quam Reliquit. Gravi Enim, Sed Nondum Effoeta Senectute Novis Contemplationibus Maiorem Gloriam Affectans Inexplebilem Sapientia Animam Immature Nobis Obitu Exhalavit Anno MDCXLII, Aetatis Suae LXXVIII.

 

L’altro deposito murato parimente aderentemente al muro dalla parte opposta era alto circa un braccio, e non era sopra, o intorno a esso iscrizione alcuna.

Ciò confermato dai sopradetti, e data anco comodità e posto di poter vedere quanto sopra a chiunque volle passare in detta stanza, fu frattanto deliberato da detti Ill.mi Sig.ri e Provveditore di principiare la translazione dei detti Cadaveri da quello del Viviani.

E pertanto alla presenza dei sopradetti, ed infrascritti Testimoni, e di me Notaro, rotto e disfatto dai muratori il secondo Deposito più basso, nel quale per attestazione di Persone quivi presenti stati già Testimoni oculari della Deposiz.e del cadavere di Vincenzo Viviani in detto luogo segnatamente, giusta la di lui Testamentaria Disposizione, bensì sapeva dovervi essere le di lui Ossa, e scoperta una cassa di castagno della grandezza di simili casse mortuarie ben confitta con chiodi, fu indi rimossa, e portata nella Cappella, e collocata sopra il Catafalco a ciò destinato. Quivi in presenza sempre dei detti Testimoni, e di me Notaro, ed alla vista pubblica di tutti gli altri fu sconfitto il coperchio di detta cassa, nella quale dalla parte interna si trovò confitta una lamina di piombo, in cui erano incise le seguenti parole

 

= Vincenzo Viviani, morto il di 22 7bre 1703 =

 

In detta cassa fu trovato un Cadavere molto asciutto e di color bruno con residuo di veste bianca di Panno Lino, la quale separata fu dimostrato dai Professori di Anatomia, e Medicina, che ivi si trovavano, non essere stato quel Cadavere aperto, o tagliato subito seguita la morte, essendo per tutto rimasti aderenti gl’ Integumenti induriti, e di color nereggiante alle sottoposte parti inaridite, e moltissimo diminuite; La faccia era ancora vestita di detti integumenti, mancandovi gli occhi e la cartilagine del naso.

Riconosciutosi dunque il detto Cadavere per quello del soprascritto fu Vincenzio di Jacopo Viviani Nobil Matematico, ed Architetto Fiorent.o fu la detta cassa entrovi il med. coperta di una coltre nera collocata sopra un Feretro, quale, preceduto da Religiosi del detto Convento di Santa Croce, ed associato da buon numero di persone con torce accese recitanti diversi Salmi fu per mano di alcuni Prmarij Professori di Architettura, e Scultura, che a tal effetto erano intervenuti processionalmente portato dalla detta Cappella per lo Corridoio sopradetto e per mezzo della Chiesa di Santa Croce, in cui si scende immediatamente da tale corridoio al luogo del sepolcro destinato per le Ossa dell’Insignissimo Galilei, e per il detto Cadavere presso il muro laterale della detta Chiesa destro a venir dall’ Altare fra le Cappelle delle Famiglie Da Verrazzano, e de’ Medici, verso la Porta Settentrionale, che da detta parte risguarda la Piazza di S. Croce, ed introdottasi la Processione nel Serraglio fatto in detto luogo per la Costruzione di detto Sepolcro, e quivi deposto il detto Feretro, fu benedetto il Cadavere da uno di detti Religiosi parato di Abiti Sacri dopo le consuete Preci, e poscia fu posta nella detta cassa sopra il cadavere di commissione dell’ Ill.mo Sig.r Provveditore dell’ Opera una inscrizione in cartapecora chiusa per maggior conservazione in un tubo di piombo, quale iscrizione stesa dall’ Ill.mo Sig. Bindo Simone Peruzzi Lettore di lettere Toscane in q.sto Studio Fiorentino conteneva in caratteri Romani le appresso parole =

 

VINCENTI VIVIANI GEOMETRIAE

PRECLARI OSSA

IN TEMPORARIO SEPULCRO PROPE

SACELLUM DD: COSMAE ET DAMIANO

A COSMO MEDICE PP. DICTATUM

PROXIME GALILAEO MAGISTRO CONDITA

ANN. XXXIII – HVC TRANSLATA IV. IDUS MARTIAS AN

MDCCXXXII

 

indi rimesso, e riconfitto sopra detta cassa il suo coperchio, fu la medesima riposta in uno scavo quadrato fatto in detto luogo nel pavimento accanto alla parete, e murato da ogni parte fuori che nella sommità della volta pella quale era stata lasciata apertura capace a tale effetto.

 

Ritornati poscia alla detta Cappella detta del Noviziato indi nello stanzino contiguo sopra descritto, fu di commissione del med.o Sig. Provveditore alla presenza dei detti, ed appié scritti Testimoni, e di me Notaro coll’ intervento dei detti Sig.ri Operai incominciato a rompersi e disfarsi il Deposito maggiore sotto l'Inscrizione riferita di sopra nella parte opposta a quella ove era l'altro di detto Vincenzio Viviani. Era ancora questo formato di mattoni, siccome l’altro precedente, sicchè scopertasi subito una cassa d’ albero molto sollevata dal piano del pavimento, tosto che fu l’apertura capace fu indi estratta, e nell’ estrarla fu veduto, che sotto ad essa immediatamente vi era un’altra cassa, pure di legno dell’ istesssa forma, e grandezza della prima, cioè capace di un corpo umano; Frattanto osservata la prima, e trovatosene il coperchio sfondato, fu levato del tutto, e poi con somma diligenza furono rimosse dalla detta cassa molti calcinacci, che per quanto parve da gran tempo erano caduti nella medesima, separati i quali e resosi osservabile un cadavere Umano esistente in detta cassa, fu questa portata in mezzo alla Cappella, e collocata alla pubblica vista sopra il catafalco a ciò destinato. Si osservò in essa da tutti i suddetti, e da ogni altra Persona un Cadavere di un uomo molto vecchio, con residui di doppia veste di lino, quali residui rimossi alquanto, apparve essere stato una volta tagliato, ed aperto, come dai Sig.ri Professori Anatomici quivi presenti fu dimostrato. Gl’ Integumenti erano aderenti alle parti sottoposte divenute aride e scarne, e la compagine degli Ossi in molti luoghi era disciolta, o facilmente solubile. La fronte era spogliata della Pelle, nella Mandibula superiore mancavano tutti i denti, fuori dei due ultimi molari, ed erano per la vecchiezza totalmente aboliti gli alveoli di essi; La Mandibula inferiore era separata, ed allontanata alquanto dal resto del cranio, ed in essa mancavano parim.e tutti i denti fuori che i quattro incisori, e i due ultimi molari, essendo parimente degli altri aboliti gli alveoli. Il Dito indice della mano destra, quale era tutta meglio conservata delle altri parti era rigido, e steso quasi perpendicolarmente alla mano riposante sul petto; Misuratosi la lunghezza di detto Cadavere fu trovata essere di braccia due Fiorent.e e soldi diciassette. Fu cercato diligentemente, ed alla vista di tutti in detta cassa, e fra i residui delle vesti di d.o Cadavere, nelle parti di detta cassa interiori, ed esteriori, e fra i calcinacci indi estratti, ed a tal fine appartati, e non fu trovato vestigio alcuno di lettere, o caratteri, né altro ricordo veruno in qualunque forma.

Fu pertanto stimato bene prima d’ogni altra cosa di osservare ciò che fosse nella terza cassa, e perciò la medesima estrattasi, e portatasi dove sopra, ed ivi apertasi fu trovata contenere un altro Cadavere, quale riguardato diligentemente dai Sig.ri professori di Anatomia, e Medicina, e Naturalisti, e Professori di Scultura fu per vari contrassegni indicati, e dimostrati tutti ad uno ad uno dai med.i giudicato esser Cadavere di una Donna non stato aperto, o tagliato dopo la morte di essa; Era questo meglio conservato degli altri due asciuttissimo, e perfettamente coerente nelle sue parti, anzi rigido, sicchè poté alzarsi, e rimuoversi tutto in un pezzo; Il color della Cute era bianchissimo, e nel petto apparivano molte e grandi rughe per la mancanza di ciò, che una volta era sotto gl’Integumenti di esso, siccome nelle cosce, e nell’ Addome, quale era molto ampio, benché le parti contenute di esso affatto fossero svanite; gli ossi dell’ ilii erano notabilmente aperti e distanti fra loro più di quello, che sogliono essere nei maschi, e nella pube, la quale tuttavia si conservava coperta de suoi Integumenti, ed intera apparve non oscuro indizio del sesso, le mani, e i piedi, e la simmetria di tutte le altre parti parve ancora agli scultori quivi presenti esser di Femmina, alle quali cose aggiungendo, che dalla Testa si vide pendere una molto lunga Treccia di Capegli (o veri fossero, o finti) avvolta ad un residuo di velo, e intorno ai Polsi, e al Collo si vedevano le vesti increspate, e ornate di trinie, fu convenientemente, come sopra giudicato non doversi revocare in dubbio, che questo cadavere fosse di Femmina, la quale dai Denti, che le maggior parti rimanevano pareva non aver oltrepassato l’età vergente. La lunghezza di detto cadavere fu trovata di Br. due Fiorent.e, e quattro quinti.

 

Toltasi coll’osservazione di questo terzo cadavere ogni dubbiezza e venuti in chiaro gl’ Ill.mi Sig. Operaj e Testimoni sudd.i assieme con tutti gli Astanti della Identità del Cadavere di Galileo, quale attesta la certezza dell’ essere esso stato depositato in detto luogo ove fu trovato, come appariva dai Libri di detto Convento e Sagrestia di Santa Croce originali, e la evidenza del non essere in detto luogo altri Cadaveri, che i sudd.i, attese la Fede della Iscriz.e apposta sopra il Deposito da Persona, che probabilmente poteva esser stato Testimone Oculare del med.o, la conferma che ne dava il vicino Deposito di Vincenzio Viviani, quale aveva nel suo Testamento ordinato, che il proprio Cadavere fosse a lato di quello del suo Maestro sud.o deposto per star così finchè l’altro vi stesse, ed attesi parim.e i sopra espressi Contrassegni reali non poteva revocarsi in dubbio, esser quello contenuto nella Cassa Superiore del maggior Deposito precedentemente estratto, e sopra descritto, fu perciò d’ordine dell’ Ill.mo Sig. provedditore dell’ Opera posto in luogo a parte l’altro sud.o Cadavere Femminile per collocarsi a suo tempo ove fosse paruto più proprio, e quello di d.o Galileo del fu Vincenzio Galilei, dopo essere stato esposto alquanto, perché gli spettatori potessero soddisfarsi colla vista delle Ossa onorate di sì grand’Uomo, fu posto in un Feretro assieme colla Cassa, che lo conteneva coperta di una nera coltre e indi preceduto dai Religiosi del Convento, e Sig.ri Operai suddetti, e seguitati da tutto il grandissimo numero degli Astanti alternanti Salmi, e Preci fu portato fino al luogo del nuovo Sepolcro da erìgersi in di lui onore per la medesima strada, per cui precedentemente il Cadavere del Viviani era stato portato.

Portarono il Feretro di commissione degl'Illustrissimi Signori Operai, e Provveditore suddetto dalla Cappella del Noviziato, onde partì la Processione fino al mezzo della Chiesa di S. Croce, gl'Illustrissimi e Reverendissimi Signori Gio. Vincenzio del fu March. Vincenzio Capponi Canonico della Metropolitana e Console della Sacra Accademia Fiorentina, e Salvino del già Andrea Salvini Canonico suddetto, e pubblico Professore di Filosofia Morale e li Signori Dottori Niccolò del fu Lorenzo Gualtieri uno de' Medici del Collegio Fiorentino, Archiatro di S. A. R. il Serenissimo Gran Duca di Toscana, Professore pubblico di Medicina, e Dottore Antonio del fu Jacinto Cocchi Medico del suddetto Collegio, e Professore pubblico di Filosofia Naturale, e Anatomia. E dal mezzo della Chiesa di Santa Croce fino al luogo del nuovo Sepolcro gì' Illustrissimi Signori Abate Antonio dell' Ilustriss. Sig. Marchese Cav. Filippo Niccolini Presidente della Società Filosofica e Botanica, e Bindo Simone del fu Bindo Peruzzi pubblico Professore di Toscane Lettere, e i Signori Dottore Ant. Francesco del fu Giovanni Gori Professore pubblico di Storia antica e Dottore Gio. Antonio del Sig. Dottore Benedetto Targioni pubblico Professore di Botanica, e Ostensore di detta facoltà nella Società predetta.

 

Condotto che fu nel luogo della Tomba preparata, come sopra, fu ivi posto a basso, e scoperto il detto Feretro, e da alcuni dei padri suddetti a tal effetto vestiti degli Abiti Sacri, dopo le consuete Preci Rituali asperso il Cadavere di acqua benedetta, indi d’ordine, e commissione di detto Sig. Provveditore dell’ Opera restò collocata appresso le Ossa suddette nell’ istessa Cassa, che contenevale, accomodata con tutte le cautele più opportune per la di lei preservazione in un Cannone di piombo la seguente iscrizione in Cartapecora stata stesa a perpetua memoria dal sopranominato Sig. Bindo Simone Peruzzi

 

GALILAEI GALILEI

PHILOSOPHIAE PRINCIPIS

CINERES ANNIS XCIV CONDITI

IN TEMPORARIO TUMULO

PARTE DEXTERIORE PROPE SACELLUM

DD- COSMAE ET DAMIANO A MEDICEA GENTE DICATUM

HONORIS CAUSA IN HUNC ANNO MDCCXXXVI

 

 

Poscia ricoperta e riconfitta la cassa con nuovo coperchio, che era stato fatto approntare in fretta in luogo del vecchio rotto, e cattivo fu portata per l’apertura lasciata nella parte superiore della volta dentro l’incavo fatto nel pavimento, e quivi posata nel mezzo del vuoto più vicina all’ Altar Maggiore della Chiesa dell’ altra cassa ivi precedentemente posta, che rimaneva dalla parte della Porta, fu posto mano dai muratori a chiudere la volta, sopra la quale deve erigersi in onore, ed immortale conservaz.e della memoria del Chiarissimo e Celeberrimo Galileo di Vinc. Galilei l’onoraria urna marmorea, con doversi situare sopra di essa la statua del med.o, che avea fatta già scolpire con tale intenzione il grato, ed illustre Discepolo Vinc.o Viviani dal fu Gio:Batta Foggini Insigne Scultore Fiorent.o, ed all’intorno di essa altre due statue scolpite di Commissione del Sig. Provveditore all’ Opera, una del Sig. Vinc.o del fu Gio:Batta Foggini, e l’altra del Sig. Girolamo del fu M. Pompilio Ticciati Primarij Professori di Scultura in questa città rappresentanti dette statue le due Scienze, delle quali l’ insigne Galileo fu in supremo grado Posseditore e Maestro.

 

Tutto il narrato di sopra fu fatto di commissione dell’ Ill.mo Sig. Andrea del q. Bernardo Rigogli Provv.re suddetto e dell’ Ill.mi Sig.ri March. Vincenzio del fu Sen. M.se Andrea Alamanni, Cav. Andrea del fu Sen. Filippo Da Verrazzano, e Giuseppe del fu Sen. Agostino Dini Nobili Patrizi Fiorentini, e tre dei Sigg. Operai per S.A.R. del Convento e chiesa di Santa Croce di questa città di Firenze roganti me Notaio infr. che tutte le cose sud.e riducessi in un Pubblico Instrumento, come o fatto nella presente forma.

 

Furono Testimoni a tutto il contenuto nel presente Instrumento

 

L’ Ill.mo e Rev.mo Sig.r Gio:Vincenzio del q. March. Vinc.o Capponi Canonico della Metropolitana e Console nel corr. Anno della Sacra Accad.a Fior.a e Rettore dello Studio di questa città di Firenze nobil Patrizio fior.

 

L’ Ill.mo Abb.e Ant.o dell’Ill.mo Sig. Marchese di Ponsacco Cav. Filippo Niccolini Nobil Patrizio Fior. Presidente della Società Botanica, e Filosofica di questa città sudd.a

 

Il M.to Rev.o Sig. Dott. Anton Fran.co del q. Gio. Gori sacerdote Fior., Pubbl. professore di istoria Antica nell’ università fior.

 

L’Ill.mo Sig. Simone del fu Bindo Peruzzi Nobil Patrizio Fiorent., professore di Lett.e Toscane in detta Università, e

 

Gli eccellentissimi Sig.ri Dott. Niccolò del fu Lorenzo Gualtieri del Collegio Medico Fior., Archiatro di S.A.R. il Ser.mo Gran Duca di Toscana e Pubbl.o professore di Medicina nell’ Università Pisana.

 

Dott. Antonio del fu Jacinto Cocchi del Collegio sud. Pubblico professore di Filosofia naturale nell’ Univ. Fior. E di Anatomia e

 

Dott. Giovanni del q. Benedetto Lami Pubbl. professore di Storia ecclesiastica, e Bibliotecario degl’ Ill.i Sig.ri Marchesi Riccardi.

 

Tutti da detti Ill.mi SS.i Operai, e Provv.re sud. a tal effetto chiamati, e rogati.

 

 

 

 

Il seguente periodo è tratto da altro manoscritto:

 

Io Cammillo del q. Pasquale Piombanti Dottore dell’ una, e dell’ altra Legge, cancelliere dell’ Accademia, ed Università Fiorentina in fede della verità delle cose contenute nel presente Instrumento, della formazione del quale come pubblico Notaio Fiorentino rogato fui, ho sottoscritto di proprio pugno.

 

 

 

 

 

 

Paolo Piccardi

 

 

 

 

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