Questa e' una storia vera ma talvolta sconfina in qualcosa che sa di leggenda

 

 

UNA LEGGENDA ANARCHICA

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi.

 

 

 

 

 

 

Dante Carnesecchi

1892-1921

Anarchico individualista

 

 

Dall'Italia all'America, dall'America all'Italia

Di rivolta in rivolta

Sino ad una inevitabile tragica morte il giorno di Pasqua del 1921

 

 

Note per un libro su Dante Carnesecchi ed i suoi compagni

Queste poche righe solitarie e maldestre cercano di conservare e perpetuare quel che resta della memoria di quest'uomo che comunque lo si voglia giudicare fa parte della storia di La Spezia e che come altri partecipo' a fatti importanti a torto dimenticati

 Queste righe ricordano Dante Carnesecchi ma devono stimolare a ritrovare la memoria di tutti quelli come lui credettero e combatterono per un mondo diverso , ricostruendo la storia intensa e poco conosciuta degli anni 1919-1920

 

 

di

Dante Carnesecchi non esiste piu' ne' la tomba ne' il ricordo

 

 

 

 

 

 

La rivoluzione italiana : " da cosa nasce cosa " : una rivoluzione mancata

 

 

 

Pochi sanno che a La Spezia il 4 giugno 1920 avrebbe potuto iniziare la rivoluzione italiana .

Nel 1920 un mix esplosivo di congiure anarchiche e di connivenza delle truppe di mare , pronte ad ammutinarsi sulle navi alla fonda, era in preparazione in quella grande "Piazza d'armi " che era La spezia all'inizio del secolo XX .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PREMESSA

 

Come fare a non notare il pirandelliano gioco del destino : .....una ineffabile coincidenza .....

Cosi debbo cominciare questa storia con i bagliori di un rogo : quello di Pietro Carnesecchi : l'eretico Pietro Carnesecchi l'uomo che tento' di cambiare la Chiesa romana

 

 

Molti anni prima…………………………………………………………

 

Considerando Pio V , che siccome costui era il piu' autorevole e illustre corrispondente dei Settarj in Italia. il toglierlo di mezzo era percio' della massima importanza per estirpare da questa Provincia il seminio delle nuove opinioni. Sapeva la protezione , che avea Cosimo per il medesimo , e trattò in Congregazione del modo di obbligarlo con gli ufficj per non avere una negativa. Ecco come il Cardinale Pacecco li diciannove di Giugno prevenne il Duca di questo affare: Dalla lettera ,che N.S. scrive a Vostra Eccellenza , e dalla persona , che spedisce, potra' Ella ben giudicare di quanta premura sia il negozio , che il Padre Maestro Le dirà , nel quale Le posso assicurare che ho visto con i miei occhi cose nuovamente scoperte, che non solo non si possono dissimulare , ma sarebbe gran peccato davanti a Dio se sua Santita' non ne venisse a capo , e di Vostra Eccellenza come Principe Temporale se non desse al Papa tutto il favore , di cui ha bisogno per fare il suo uffizio come Vicario di Gesu' Cristo . Sua Santita' mi ha parlato di questo affare con gran premura e ansieta', e io l'ho assicurata di due cose , l'una che in tutta la Cristianita' non vi e' principe piu' zelante della gloria di Dio , e delle cose della Inquisizione quanto Vostra Eccellenza, e Sua Santita'conosce molto bene questa parte in Lei , e la predica. L'altra che per suo particolar contento e consolazione non vi sarebbe cosa per grave che fosse , che Ella non facesse , e mi ha detto che non poteva venir negozio in cui Vostra Eccellenza gli potesse mostrare il suo animo come questo ;e per dichiararglielo in una parola diro' che mi commesse nella Congregazione due volte che io venissi in persona a far l'uffizio, che viene a fare il P.Maestro, e se gli illustrissimi miei Colleghi non avessero disapprovato questa risoluzione non mi scaricava di tal peso ,dicendo queste parole : << Se bisognasse per la buona spedizione di questo affare che andassi io in persona lo farei volontieri , perche' questo e' il mio uffizio. >>

Non si meravigli Vostra Eccellenza che per un uomo solo si faccia questa istanza , perche' sarebbe possibile ricavare altre cose che importassero moltissimo , e forse qualcuna che fosse di suo servizio. La supplico intanto che , considerando questo negozio con la sua solita Cristianita' e prudenza , si risolva in quello come suole nelli altri maggiori , tenendo Dio davanti agli occhi , e tenendo ancora per certo che da questo caso dipendera' gran parte della buona corrispondenza , che Vostra Eccellenza deve tenere col Papa in questo Pontificato ecc.

 

 

16 agosto 1567

 

 

 

 

…..pronunciamo, sentenziamo , diffinimo et dechiariamo , che tu Pietro Carnesecchi dall'anno 1540 et seguenti sei stato eretico , credente agl' eretici , et loro fautore

 

……….per questa sentenza definitiva, che in questa scrittura proferimo, pronunciamo, sentenziamo , diffinimo et dechiariamo , che tu Pietro Carnesecchi dall'anno 1540 et seguenti sei stato eretico , credente agl' eretici , et loro fautore , et recettatore respettivamente , et percio' sei incorso nelle sentenze, censure e pene legittime et ecclesiastice, dalli sacri canoni, leggi, et constitutioni, cosi generali come particolari, a simili delinquenti imposte. Et attesi tanti inganni fatti alla Santa Chiesa ,et tanti periurii , varieta', vacillationi , et l'incostantia et instabilita' tua et la durezza nel confessare la verita', et la impenitentia da te mostrata in molte cose , per molti segni , et tra gl'altri essendo prigione nel scrivere et dare avisi in favore di heretici ,come si e' detto,et la inveterata vita nelli errori et conversatione d'heretici et l'incorrigibilita'tua,poiche' in tre altre instanze oltra di questa e' stato giudicato di te et tua causa,havendo in quelle deluso et et ingannato il Santo Offitio, né doppo le prefate due assolutioni ti sei emendato né corretto, et considerando che perciò il Santo Offitio di te non si può più fidare né haverne sigurtà che sii vera et sinceramente pentito, né può sperarne correttione alcuna; per questo similmente ti dichiaramo et giudichiamo heretico impenitente, fintamente converso et diminuto…………………

 

 

 

 

 

 

 

01 ottobre 1567

 

Pietro Carnesecchi , il segretario di Clemente VII , l'uomo che aveva trattato coi potenti della terra ,l'uomo che infine si era ribellato alla madre Chiesa rinunciando alla sua posizione nel mondo dichiarato eretico viene decapitato e arso

 

 

 

Liberatosi infine dalla paura della morte Pietro Carnesecchi sceglieva di non accettare compromessi e di morire . E quasi spavaldamente andava al supplizio

 

 

 

 

......Segui la lettura della sentenza del secondo condannato a morte. E poi i due vennero condotti in sagrestia per subire la degradazione. Carnesecchi passo' in mezzo a una folla di grandi personaggi quasi tutti da lui conosciuti che lo guardavano con interesse misto a disprezzo. anche in questa occasione volle far sfoggio di superiorita' agli eventi e a un gentiluomo di vista corta che si sporgeva per guardarlo <<Non vi affaticate tanto per vedere questo ricamo >> disse gentilmente , alludendo alla veste d'infamia con la quale era stato coperto << ecco che ve la mostro con comodita'>> e al proprio compagno di sorte fu sentito dire : <<Padre , noi andiamo vestiti a livrea come se fussi di carnevale>>

 

 

 

................. Al momento di lasciare il carcere Carnesecchi non pronuncio' parole di circostanza ,ne' lascio' ricordi personali ; soltanto quando fu sul punto di muoversi verso il luogo dell'esecuzione, scorgendo che la minaccia di pioggia era cessata per il tempo che gli restava da vivere si tolse il ferraiolo per donarlo ai confortatori. Apparve allora elegantissimo, come se si recasse a una gran festa con indosso un vestito << tutto attillato con la camicia bianca ,con un par di guanti nuovi e una pezzuola bianca in mano>> . Fra i presenti si rinnovo' l'ammirazione che al cronista dell'autodafe' della Minerva aveva fatto esclamare << pulcherrimus erat aspectu et magnum nobilitatis signum ostendebat >>

 

Il tragico corteo si mosse alle sei del mattino.......Agli scarsi spettatori Carnesecchi apparve straordinariamente sereno e sicuro di se'; sali' sul palco con atteggiamento di alto decoro e di distacco di quanto accadeva intorno a lui <<nel condursi non mostro' vilta' non per altro se non per ostentatione del mundo e perche' andasse fuori voce che lui fosse morto con molta costantia per la nuova religione.>>

 

 

............Due anni dopo Cosimo I riportava il premio del suo tradimento e riceveva il titolo ambito di Granduca e una Bolla pontificia che diceva come per suo merito, per la sua virtu'e per la prudenza la provincia della Toscana era , tra tutte le altre, la piu' libera dalla perniciosa tabe delle pestifere eresie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo celebra Pietro Gori, commemorante Galileo nel giugno 1897 , tra gli eroi del libero pensiero e in quelle parole pare nascondersi l'ombra di una tragica premonizione…………

 

 

 

Dal sito.......http://www.domusgalilaeana.it/Esposizioni/mostragiugno95/rimandi/eppur.html

 

EPPUR SI MUOVE

NUMERO UNICO PUBBLICATO A CURA DEI SOCIALISTI-ANARCHICI PISANI

 

 

EPPUR SI MUOVE

Così proruppe, come protesta della verita' torturata, dalla bocca di Galileo, la ribellione del pensiero scientifico contro la prepotenza incivile del dogma: In cotesto grido dell'anima, abiurante l'abiura che i tormenti strapparono alle labbra del martire, c'è come la sintesi della storia.
E qual sintesi, tutta di genio e d'eroismo da un lato , di ferocia e di viltà dall'altro.
(....)

RETTILI NERI
Che cosa fate?
No, no. E' inutile! E' inutile che vi adattiate maschere nuove :
Anche sotto le nuove maschere, noi, vi conosciamo.
Si, vi conosciamo. siete sempre quelli che rubavate le offerte ai numi!
(...)
Dove un raggio di luce, dove un raggio d'amore, si affaccio' per brillare sulla deserta ingannata e oppressa umanita', voi, o eterni fabricatori d'infamie correste per soffocarlo.
I secoli si accavallarono ai secoli, come le onde del mare; le vicende, seguirono alle vicende, come le nubi del cielo;voi, cambiaste come il camaleonte, pelle e colori; ma una sola fu la costra fede, una la vostra tattica: l'impostura.
Una sola, non mai mutata la vostra natura: ingordigia e perfidia.
No!
Il vento dell'oblio, non crediate abbia disperso le ceneri degli eroi del pensiero.
No!
Le ceneri di Arnaldo, del Moro, del Campanella, del Bruno, del Savonarola, del Carnesecchi e di cento altri, non sono disperse.
No, insensati, no!
Quelle ceneri si addensano, si aggirano tempestose, preparando il ciclone dell'ultima e definitiva disfatta.

(...)
La cuccagna, è quasi al tramonto.
Non per nulla Dante, ha cacciato i papi, ancora vivi, capofitti nelle bolge dei simoniaci!
Ed ora, tornate a spolverarci sul viso, le tele bizantine e tibie e teschi intermati?
Spudorati!
Il popolo, il vero popolo, il popolo veggente e volente, vi guarda indignato e grida col poeta:

O date pietre a sotterrarli, ancora, Nere macerie delle Touilleri !...

On . Comitato
per le Onoranze a Galileo -- Pisa

Alla libera voce di popolo, salutante oggi in Pisa, la gloria di Galileo, si unisce -pur da lontano- il modesto saluto d'un credente nella forza vittorioso del pensiero.
Ma le insidie alla libertà della scienza mutaron forme e strumenti di tortura; e cessando d'esser monopolio dei preti, la inquisizione al pensiero non scomparve tuttavia dalla civiltà moderna.
Ditelo questo, a gran voce, voi almeno, che vi dichiarate amici della libertà.
E lasciate che in questa apoteosi del genio, sfolgorante sulla barbarie del passato, penetri un raggio di futuro redentore.
Dite alla maestà del popolo, che la eresia sociale ha oggi i suoi torturati come ieri li ebbe quella scientifica e religiosa.
(...)
Rivendicate al pensiero la libertà - libertà vera, per tutti.
Questo è il solo monumento degno della grandezza di Galileo.

 

Milano, li 26 Giugno 1897

Vostro
PIETRO GORI

 

 

 

  

 

Ditelo questo, a gran voce, voi almeno, che vi dichiarate amici della libertà.
………………………………………………………………………………………………
Dite alla maestà del popolo , che la eresia sociale ha oggi i suoi torturati come ieri li ebbe quella scientifica e religiosa…….

 

 

...la eresia sociale ha oggi i suoi torturati :

 

 

 

 

 

 

 

Quasi in una predestinazione tragica e in un certo modo stupefacente .......circa 350 anni dopo il supplizio di Pietro , un altro Carnesecchi : Dante condivideva uno stesso destino e s'immolava sull'altare in nome di una altra eresia .

Io credo che nelle loro vene scorresse lo stesso sangue ma sicuramente Dante non conosceva la storia di Pietro Carnesecchi .

Orfano di padre a nove anni Dante aveva lasciato presto la scuola e presto aveva iniziato a lavorare non aveva certo avuto modo di studiare la storia sui libri

Ma dentro di lui covava uno spirito ugualmente ribelle .

Pietro e Dante sono stati sicuramente due uomini completamente diversi , per certi versi agli antipodi , diverso e' stato il tempo , diverso e' stato l'ambiente sociale , diverso e' stato l' ideale , ma in tutti e due l'animo e l' ideale erano cosi forti da renderli disposti ad affrontare la morte .

La scelta di una vita difficile li accomuna . E li accomuna la loro tragica fine affrontata da ambedue con una medesima coerenza . Tutti e due hanno avuto il coraggio di morire

Per oltre tre secoli il nome di Pietro Carnesecchi fu infangato dai cattolici e solo alla fine dell'ottocento lo si riconobbe infine qual'era cioe' come un eroe della liberta' di pensiero ed oggi il suo sacrificio trova spazio nei libri di storia di ogni paese .

Oggi si dice che Dante Carnesecchi sia stato un malfattore…………

 

Questa e' una pagina di storia quasi completamente dimenticata

Ancora oggi a quasi novanta anni di distanza dalla morte di Dante la sue vicende sono molto difficili da raccontare

In quei primi anni del novecento le masse erano miserabili e senza diritti

Dante , piccolo possidente , avrebbe potuto scegliere una vita tranquilla e anonima , una vita come quella di altri suoi coetanei in quel caotico inizio di secolo

Ma Dante voleva cambiare il mondo che aveva trovato , ci provo' e non ci riusci

 Uccise per questo , poi fu ucciso a sua volta ……….

 Quando e' giusto uccidere ? E' mai giusto ? ..........

Lui credeva che in quel momento fosse giusto e credeva che la strada che stava percorrendo fosse il sentiero che portava alla giustizia sociale

Voleva un mondo in cui il debole , la vedova , l'orfano non fossero preda dei forti ; un mondo dove un uomo non sfruttasse un altro uomo per fare del denaro

Alla violenza mascherata , dolciastra , ipocrita dello sfruttamento rispondeva con un uguale violenza non travestita da alcunche'

E allora chi aveva interesse lo chiamo' brigante , delinquente , terrorista.............ma Dante fu semplicemente un uomo che credeva e voleva un mondo diverso

A scandire la fine di queste vicende il pianto di povere madri sui corpi martoriati dei figli , da una parte e dall'altra , pianto che rende ancora piu' incomprensibili i tragici giochi degli uomini che si ostinano a volere sempre piu' terra e a non capire che la terra che a loro occorre e' veramente poca

 

 

 

 

………………………Noi abbiamo lasciato famiglie, ed agi di vita
per gettarci in un intrapresa che darà il segnale della rivoluzione,
e voi ci guardate freddamente, come se la causa non fosse la vostra.


Carlo Pisacane,

Proclama alla popolazione del Salernitano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA LEGGENDA DELL'ANARCHIA

 

 

Queste pagine sono dedicate alla ricostruzione della vita di Dante Carnesecchi, una vita breve ma intensissima conclusa tragicamente a 29 anni il giorno 27 marzo 1921 .

Il 27 marzo del 1921 era il giorno di Pasqua :

un giorno simbolico per un assassinio ; non ci poteva essere perdono in quei giorni

 

In questa ricostruzione :

 

 

Il tentativo di dimostrare la sua presenza a Pueblo in Colorado nel 1913 nella sanguinosa rivolta dei minatori contro la compagnia di Rockefeller

 

La sua amicizia con il poeta anarchico Renzo Novatore

 

Il comizio rivoluzionario a Santo Stefano Magra conclusosi con la morte di un carabiniere il 13 giugno 1919

 

La sua costante presenza nei moti operai del 1919 e 1920 e nell'occupazione delle fabbriche

 

L'assalto alla polveriera di Vallegrande , nel circondario di La Spezia , il 04 giugno 1920 ; assalto che ritengo fosse parte di un piu' vasto piano rivoluzionario che non pote' essere attuato

 

La sua uccisione tragica ed orribile

 

.

 

 

 

 

Fino ad oggi la memoria di Dante era affidata solo alla sintetica scheda del  "Dizionario biografico degli anarchici italiani ", Pisa, BFS ( Biblioteca Franco Serantini ) 2004,

  

 

 

CARNESECCHI, DANTE compare nel Volume primo alle pagine 326 e 327 : la voce e’ curata da (Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)

 

Nativo di Arcola (SP ) , è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte Abele Rìcieri Ferrari ("Renzo Novatore "), Tintino Persio Rasi ("Auro d'Arcola ") e Sante Pollastro. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il 4 giugno 1920, Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successìvo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "Il Libertario" di La Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo " un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi, sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero ! "

il 7 ottobre 1920 il compagno di lotta Ferrari scrive: "Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante [ ... ] . E' un anarchico veramente individualista". Rimesso in libertà, dopo sei mesi di carcere preventivo, per mancanza di qualunque indizio, Carnesecchi è vittima di un agguato ordito da sette carabinieri, ben noti per aver provocato e arrestato altri sovversivi, e viene assassinato al Termo d'Arcola la sera del 27 marzo 1921, a pochi passi da casa sua.

"Si trattava" scriverà Tintino Rasi "di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più brutali e i più sanginari dell'arma". Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere "proditoriamente e selvaggiamente assassinato" il loro compagno di ideali: il 27 marzo i carabinieri del "Limone" racconta "Il Libertario" - sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di " Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi , egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano: "Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata !"e il brigadiere ordinava: "Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!". Il 29 marzo 1921 la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatorì, puntualizzando che il 27 marzo i carabinieri hanno íngìunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: "Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [ ... ] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declínò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mìo figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpíto da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [......] "E' pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura".

Migliaia di lavoratorì partecìpano ai funerali di Carnesecchi, che rìescono "seri, imponenti, commoventi", nonostante gli espedientì della Questura locale, che ha censurato i manifesti degli anarchici e della Cd L sindacale. il carro funebre è coperto di corone, la bara avvolta da un labaro rosso, sul quale è scritto in nero: " Giù le armi". Sono presenti anarchici, comunisti, socialisti e operai iscritti alla Cd L sindacale e a quella confederale. Il saluto all'assassinato è portato da P. Binazzí, direttore de "Il Libertario" della Spezia, e da Ennìo Mattias, segretario della CdL sindacalista,

(F, Bucci- R. Bugiani - M. Lenzerini)

 

 

 

FONTI :

Arresti, "Libertario ", 30 set. 1920;

R. Novatore, (Abele Ricieri Ferrari). Dante Carnesecchi, ivì, 7 ottobre 1920;

R. Novatore, (Abele Ricieri Ferrari). Il compagno Dante Carnesecchi assassinato dai carabínierí del Limone, ìvi, 31marzo1921;

Spezia. L'assassinio del compagno Carnesecchi Dante, ivi;

Carnesecchi Lucia. Lettera della madre di Carnesecchi, ivi;

I funerali di Dante Carnesecchi, ivi, 7 apr. 192 l;

T.P, Rasi, I nostri caduti. Dante Carnesecchi, "AR", 11 maggio 1929.L'Adunata dei Refrattari (The Call of Refractaires),

 

B1BLIOGRAFIA :

Trentennío , p. 53; M. Novelli,

Cavalieri del nulla. Renzo Novatore, poeta, Sante Pollastro, bandito. Casalvelino Scalo 1998, pg 8 1-83.

 

 

 

 

 

 

 

 Carnesecchi chi era costui ? Chi era questo uomo che oggi a La Spezia , dove visse agli inizi del novecento , non ricorda piu' nessuno e che tuttavia gli amici e compagni di lotta di allora concordemente descrivono come una figura straordinaria ed eccezionale ?

 

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi. Alto, atletico , volto energico , parco di parole, rapido nel gesto , tagliente lo sguardo : una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era realmente una di quelle eccezionali individualita' che bastano a se stesse.

Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba .

Non aveva amici , non ne ricercava : non affetti , mollezze , piaceri . In seno alla stessa famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre , come verso le sorelle che lo adoravano , si comportava con la freddezza di un estraneo.

Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , coricava sul duro letto senza materasso, onde evitare di provare dell'attaccamento agli agi di casa . Un individuo simile non era fatto per essere amato. E dell'amore non conobbe ne' le estasi sublimi , ne' le dedizioni mortificanti.

Strana natura !

Perfino verso noi , tra i piu' vicini , il suo animo insofferente elevava un' ultima barriera isolatrice , come a sottrarsi ed a proteggersi dalle possibilita' d'ogni intima comunione .

Certo , egli era il piu' odiato dai nemici nostri , il piu' temuto dagl'indifferenti , il piu' ammirato dai compagni e dagli spiriti liberi : ma era anche colui che non si lasciava amare , che non fu amato.

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito .

Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ;

ottimo poliglotta ………………………………………………………………….

 

 

dalla rivista "L'adunata dei refrattari ":

I nostri caduti : Dante Carnesecchi

articolo di Tintino Persio Rasi (Auro d'Arcola ) suo amico e compagno d'ideali

 

 

 

 

 

 

 ………….con tutto cio' egli era lo spauracchio , il babau , lo spettro incubante dell'autorita' , solo perche' era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica . Un insieme di ombre , di esagerazioni iperboliche , di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorita' uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle , dopo esperita ogni altra via , alla soppressione del nostro amico .

 

articolo de Il Libertario

 

 

 

 

 

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante ……

Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano . La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre

…..Le figure come la sua sono rarissime . Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle . E' un anarchico veramente individualista .

Ecco tutto ……

 

 

Il 7 ottobre 1920 il compagno di lotta Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) sul "Libertario"

 

 

 

 

 

 

In quell'estate del 19 , ricorda Auro , << si cerco di risolvere il problema ( dei propagandisti rivoluzionari , n.d.a. ) delegandomi in motocicletta seguito da due valorosi compagni tra cui quel gigante dell'azione che fu Dante Carnesecchi , a fare quanti piu' borghi possibili , ma giunti a Santo Stefano Magra , mentre io stavo concionando la folla , sbucarono non si sa da dove un milite e un brigadiere dei carabinieri ; quest'ultimo con fare burbanzoso mi intimo' di allontanarmi . Ne nacque un violento battibecco , durante il corso del quale dalla folla che stava alle spalle dei militi eccheggiarono fulmineamente tre colpi di revolver . I due gendarmi stramazzarono al suolo , la folla si sbando' con un grido di orrore , mentre dalla parallela provinciale giungeva una lunga teoria di camions carichi di armati ………………

 

 

Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Spezia all'inizio del XX secolo

 

 

 

 

Sento dire spesso ed ingiustamente che La Spezia e' una citta' senza storia .

Ecco , ad esempio , un pezzo di storia spezzina dimenticata : una vicenda troppo poco conosciuta :

La Spezia fu vicina nel 1919-1920 ad essere il centro di un innesco rivoluzionario che poteva avere importanti conseguenze a livello nazionale

Un episodio stranamente poco studiato e aprioristicamente trascurato o considerato di poco conto

 

E’ pur vero che la storia non si costruisce con i se e i ma……………….ma se quel giorno………………..

 

 

 

 

All'inizio del secolo scorso La Spezia ospitava diversi individui non trascurabili e comunque sanguigni e di forte personalita' , questo senza far distinzione di fazione .

Uomini decisi , uomini intransigenti che fortemente amavano e fortemente odiavano , talvolta crudeli e sanguinari nella piu'estrema naturalezza e sino in fondo coerenti con le loro idee giuste o sbagliate che fossero .

 

 

 

-Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un fratello. E sulle labbra sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della vita libera. Ero solo... Ma nell'ombra sapevo che stava nascosta un'ardita falange di coerenti ed audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quell'anonima schiera... Che importa se gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle? Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società da veri ribelli, da Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale. 

 

RENZO NOVATORE

 

 

 

 

 

………………Certamente furono quelli i "tempi del ferro e del fuoco" , che posero fine alla " lunga durata" dell’Ottocento : nell’orrore di eventi bellici eccezionalmente distruttivi crollarono tutti i riferimenti politici , sociali , culturali , del vecchio ordine . Fu come se si fosse spalancato un immenso cratere in cui scomparvero imperi plurisecolari ( la Russia zarista , l’Impero ottomano , la Cina , l’Austria - Ungheria ) , forme di organizzazione politica e statale ( monarchia , autocrazia , lo stesso modello statale liberale ) , modi di vivere . In quelle convulsioni , in Russia con la rivoluzione bolscevica , nacque anche il primo regime che si accinse deliberatamente e sistematicamente a mutare questo crollo nel rovesciamento del mondo borghese . Ma da quelle rovine affioro’ anche una nuova realta’ , totalmente novecentesca , nelle sue linee essenziali destinata a durare fino ai nostri giorni . Ecco in Novatore e nei suoi coetanei c’era la nitida consapevolezza di vivere una fase "costituente" della storia che preludeva alla nascita di un mondo nuovo ; la guerra era veramente considerata la fine dell’ umanita’. Per rinascere bisognava distruggerne tutte le premesse culturali , ideologiche ,sociali , economiche . …………

 

dall’introduzione a cura di Giovanni De Luna a "Cavalieri del nulla" di Massimo Novelli

 

 

 Da una lettera del viceprefetto dopo l'assalto alla polveriera di Vallegrande

 

I fatti di Spezia appaiono ben piu' gravi per l'ispirazione rivoluzionaria e per il contenuto evidentemente politico : essi senza dubbio fanno parte di una preparazione diretta a sovvertire l'ordinamento statale sono il frutto della propaganda e di una concezione anarchica che ha in questa circoscrizione lunghe e profonde radici . Fin dai primi momenti in cui io assunsi qui le mie funzioni ebbi sentore delle mene anarchiche e del proposito in parte deliberato degli estremisti di tentare qualche colpo di mano Ben compreso della …….necessita' di sventare simili trame criminose dedicai tutta la mia attivita' a questo scopo . Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione delle truppe specialmente di mare . Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e violenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina . Il complotto non pote' avere per varie circostanze ………………………… ………….Pero' fallito il colpo non desistettero gli organizzatori nei loro progetti d'azione diretta : che anzi in diverse riunioni ripresero le fila per un momento spezzate, e rinnovavano la fede di riuscire in un nuovo attentato che a breve scadenza si sarebbe deciso di eseguire I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana , l'agitazione stessa che si diffondeva a Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi .Un ultima visita fatta qui nella settimana scorsa dal noto Errico Malatesta parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente.Il piano a quanto riferivano i confidenti ,era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi di polveriera e forti , dell'arsenale , degli stabilimenti industriali , dei punti principalidella citta' e degli edifici pubblici . Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente .Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilita' La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato……………………………Da cosa nasce cosa. Questa frase illumina le finalita' del tentativo. si faceva altresi molto affidamento nella partecipazione al movimento una volta iniziato , della massa operaia , in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale .Se pero' il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le piu' serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S.E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedi 3 corrente mese 

 

 

 

 

 

 

08 giugno 1920 al Prefetto di Genova

I disordini teste' avvenuti a Sarzana e Spezia vanno tenuti ben distinti avendo essi origine e fisionomia ben diversa : i primi ebbero un fondo prevalentemente economico con infiltrazione anarcoide e teppistica : i secondi non furono che l'esecuzione di un progetto anarchico rivoluzionario a sua volta conseguenza e continuazione di altri precedenti tentativi riusciti vani pel mancato verificarsi di circostanze indispensabili alla loro attuazione……………………. 

 

 "Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore…….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Importanza strategica della citta' di La Spezia all'inizio del XX secolo

 

 

 

 

 

 

 

La spezia all'inizio del secolo era una delle piu' importanti roccaforti militari . Caratterizzata dalla presenza dell'Arsenale militare e di alcune delle piu importanti industrie belliche italiane , era circondata da una serie di forti e polveriere che ne dominavano il golfo………………………………………

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Ideologia dell’anarchico Dante Carnesecchi

 

 

 

 

" Non ha mai scritto nulla ma ha pensato molto … " Non ha scritto nulla e quindi nulla rimane per testimoniare il suo pensiero se non le sue azioni ,

 

 

Dante era un anarchico anzi era un anarchico individualista , anarchico individualista come il suo amico Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) scrittore e poeta : l'uomo di cui si dira' che "scriveva come un angelo e combatteva come un demonio".

 

Di Dante il Novatore scrive :

Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano .

La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha

pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre …..

 

 

Di Dante Tintino Rasi dice : "

…..Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore…."  Mettendo in luce che era un carattere forte poco disponibile a lasciarsi influenzare

 

Ma e’ da ritenere comunque abbastanza ammissibile che l’amicizia tra lui ed il Novatore si basasse oltre che su un ammirazione reciproca anche su una identita’ di ideali e di pensiero pur nella diversita’ d’interpretazione , diversita’ che certamente esisteva poiche' Dante pareva fortemente pragmatico mentre Abele era "l'uomo di tutti gli eccessi"

 

Se questa identita’ di pensiero non fosse esistita difficilmente il Novatore si sarebbe spinto a dire di lui :

………………………E' un anarchico veramente individualista . Ecco tutto ……

 

 

Quindi nel presupposto che su molte cose avessero la stessa visione , mancando scritti di Dante , nel tentativo di avvicinarmi al suo pensiero ho riportato qui e la' in questa ricostruzione brani dalle opere del Novatore

 

 

 

 

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IL PENSIERO DI RENZO NOVATORE

 

 

Abele Ferrari/Renzo Novatore si definiva con due parole: anarchico ed individualista.

 

 

 

dal sito http://www.novatore.it/ dedicato alla vita di Renzo Novatore

 

VEDI ANCHE : http://www.novatore.it/Brani_scelti.htm

 

 

Se in Novatore il sentimento anarchico fu innato e precoce, per quanto riguarda le convinzioni individualiste bisogna invece analizzare, almeno sommariamente, alcuni dei suoi autori preferiti, quei "vagabondi dello spirito" che partorirono idee così potenti da spingere un giovane figlio di contadini a muovere guerra al mondo intero.
Ma bisogna anche ricordare che per quanto Novatore potesse condividere ed apprezzare i ragionamenti e le tesi di un determinato filosofo o scrittore, egli non aderì mai ad una specifica scuola di pensiero, preferendo prendersi solo i passaggi che intimamente condivideva per valorizzarli al massimo, propagandandoli ogni giorno nella palese verità dell'azione diretta.

 

L'individualismo secondo Max Stirner


Questo pensatore tedesco (vero nome: Johann Caspar Schmidt), controverso e generalmente poco conosciuto, è spesso citato con rispetto e ammirazione negli scritti di Novatore, che infatti ha un grosso debito intellettuale con Stirner e più in particolare con la sua opera più nota.
Nel 1844 Max Stirner pubblicò "L'unico e la sua proprietà" che fu definito all'epoca geniale ma eccentrico da Feuerbach, suscitando anche forti critiche da parte di Marx ed Engels. Stirner afferma ne "L'Unico" che gli uomini sono guidati dal principio definito "di egoismo", il quale li spinge inevitabilmente a perseguire causa che rispetti il loro interesse personale.
Il problema, secondo Stirner, è che la causa assunta come fine ultimo da un gran numero di persone si traduce in ultima analisi nella causa di dio, dell'umanità, della verità, della filantropia, della libertà, della giustizia. Questi elementi finiscono inevitabilmente per monopolizzare la forza vitale del singolo, mortificandone lo spirito egocentrico originario.
Il pensatore tedesco invece degrada i valori sociali sopraccitati al rango di odiosi fantasmi da scacciare, da rifiutare in nome della sola causa per la quale valga davvero la pena combattere: l'unicità di ogni persona che abbia posto il proprio "Io" come meta suprema, riservandosi il diritto di pensare a se stesso come qualcosa di compiuto, con il suo carico originale e personale di azioni, scopi, fini, potenzialità ma anche di difetti ed errori.
Ecco alcuni esempi tipici del pensiero stirneriano, tratti da "L'unico e la sua proprietà" e utili per focalizzare meglio il nucleo del pensiero individualista che, come si noterà, ha qui molti punti di contatto con l'anarchismo:
"Per lo Stato è indispensabile che nessuno abbia una sua volontà; se uno l'avesse, lo Stato dovrebbe escluderlo, chiuderlo in carcere o metterlo al bando; se tutti avessero una volontà propria, farebbero piazza pulita dello Stato".
"Dio e l'umanità hanno fondato la loro causa su nulla, su null'altro che se stessi. Allo stesso modo io fondo allora la mia causa su me stesso, io che, al pari di Dio, sono il nulla di ogni altro, che sono il mio tutto, io che sono l'unico".

Gli aristocratici dello spirito secondo Friedrich Nietzsche


Novatore rimase molto impressionato dalle teorie di Nietzsche tanto da definirlo "il barbaro che impazzisce per insegnare agli uomini di superare se stessi". I passaggi preferiti furono soprattutto quelli dove si trattava dello spirito dionisiaco e del superomismo. Queste parole fanno oggi storcere il naso a molti libertari (sì, la puzza di D'Annunzio e fascismi vari è tanta) ma appunto la storia di Novatore ci dimostra il contrario, felice dimostrazione di come l'arma sia meno pericolosa di chi la impugna.
Nietzsche affermò che, da Socrate in poi, la cosiddetta civiltà occidentale cercò in tutti i modi di cancellare o mitigare la sua parte "dionisiaca", dipingendo con questo termine l'energia primordiale dell'esistenza, l'ebbrezza di piacere e di dolore, la caotica e istintiva ma anche insensata volontà di vita. L'uomo che comprende e ascolta la sua parte dionisiaca guarda a queste antiche ed innate virtù senza timore, anzi ne fa una bandiera da sventolare in faccia ai propri simili.
La negazione della volontà di vita si consolida col platonismo e trionfa col cristianesimo, imponendo il fittizio "mondo vero" e trascendente delle idee, della verità arbitraria degli uomini e di Dio. In un simile ambiente, l'ambiente perfetto per quelli che Nietzsche definisce il numeroso gregge dei deboli, coloro che aristocraticamente esaltano la forza, la sorridente gioia e il senso estetico ed artistico puro sono inevitabilmente isolati e spesso perseguitati.
Uno speciale e violento attacco il duro filosofo tedesco lo riserva proprio al cristianesimo, visto come "sistema della diffamazione e della mutilazione della vita" che ha santificato la sofferenza e avvelenato alla radice, colpevolizzandoli, tutti gli impulsi vitali.
Nietzsche sentiva che nella sua epoca (visse nella seconda metà del XIX secolo) i valori cresciuti nel lungo cammino di formazione della civiltà occidentale, gli stessi che negavano la parte "dionisiaca" dell'uomo, erano in realtà preda di un incontrollabile nichilismo.
Questo si manifestava soprattutto nel progressivo annientamento dei millenari sistemi di significati che reggevano la nostra esistenza, in una progressiva svalorizzazione delle antiche concezioni che culminò, per Nietzsche, nella famosa dichiarazione della "morte di Dio".
Ma il nichilismo non spaventa l'uomo nuovo, aristocratico dello spirito, trasfigurato dal superamento di ogni angoscia e scrupolo per la distruzione dei valori. Questo "superuomo" non è dunque il teorico della superiorità razziale o il conquistatore militare, ma colui che lotta affinché il destino del nichilismo si compia fino in fondo: solo così gli uomini nuovi riusciranno a liberare le forze affermative della vita godendo della pienezza dell'attimo"al di là del bene e del male", senza mirare ad un'ipotetica verità futura.

Altri autori


Se Stirner e Nietzsche furono la base filosofica sulla quale Novatore costruì il suo credo individualista, altri scrittori di narrativa confortarono il ribelle di Arcola nei momenti tristi della sua prima giovinezza.
Citiamo l'irlandese Oscar Wilde, con il suo umorismo tagliente, il suo spirito dandy e ribelle, il suo piacere per il gesto anticonformista ed offensivo nei confronti della morale comune.
Parliamo ad esempio del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen e dell'idea centrale, presente in molti suoi drammi, del dovere imprescindibile che ha l'individuo verso se stesso, il dovere di realizzarsi affermando la propria natura contro le convenzioni, il voler restituire all'uomo il senso critico e creativo della vita.

In una delle opere più importanti di Ibsen, "Una casa di bambola", illustra benissimo la contraddizione tra individuo e società. Descrivendo la crisi morale del personaggio di Nora, l'autore afferma come l'individuo, prima o poi, si trovi a dover difendere la propria autenticità contro il conformismo e l'ipocrisia sociale che tentano costantemente di corromperlo.


Concezione anarchica di Novatore
Abele Ferrari, innanzi tutto, proclamava e sperimentava ogni giorno nella pratica della vita quotidiana il rifiuto di ogni autorità. È noto come negli anni il concetto di anarchia sia stato interpretato in decine di modi diversi, spesso associandolo ad altre dottrine (capitalismo, comunismo, sindacalismo ecc) col risultato di rendere sempre più oscuro il primo e più genuino significato di questa parola così evocativa e radicale. Diremo quindi che l'anarchia deve essere considerata una scelta intima e personale dell'individuo o, volendo usare le parole di Novatore, "un modo speciale di sentire la vita". L'anarchico, prima di essere militante di un qualsivoglia movimento o il teorico di un fantomatico divenire sociale, è una persona che ha posto la propria libertà fisica e spirituale oltre ogni Stato, ogni sistema di governo, ogni convenzione, ogni religione e insomma qualsiasi imposizione percepita come proveniente dall'alto di una gerarchia, di un re, di un presidente, di una camera di deputati, di un generale, di un papa o di un prete. Parliamo di un'inequivocabile negazione dell'autorità costituita da uomini per interferire nella vita di altri uomini, spesso senza nemmeno chiedere loro il permesso. Queste affermazioni sono così naturali e basilari per l'anarchico puro che egli non si preoccupa nemmeno di farvi seguire astruse considerazioni e trattati socio-economici, a lui basta sapere soltanto che l'anarchia realizzata non sarà assenza di ordine ma solo assenza di capi.
Affermava Novatore:
"Noi dobbiamo tendere il nostro sforzo a tramutare la rivoluzione che si avanza in "delitto anarchico", per spingere l'umanità al di là dello Stato, al di là del socialismo.
Verso l'Anarchia".
Purtroppo queste idee, che puntualmente suscitano sconcerto nella maggioranza della gente e compassione nei militanti delle sinistre istituzionali, fanno sì che l'anarchico rimanga l'incarnazione lampante del più perfetto Don Chisciotte, del perenne contestatore e combattente arrabbiato col mondo, incapace di godere della vittoria elettorale di qualsiasi fazione o partito politico.
Sappiamo bene quanto Novatore se la sia presa non solo con borghesi e fascisti della prima ora, ma anche con i socialisti più o meno rivoluzionari che negli anni '10 del secolo scorso monopolizzavano ampie fasce del movimento operaio e contadino in lotta. Ciò che maggiormente impediva a Novatore di sposare la causa socialista era che lo scopo di quest'ultima era sì combattere lo Stato monarchico-parlamentare, ma solo per rimpiazzarlo, e i fatti dell'ottobre 1917 in Russia lo confermarono, con un altro sistema che per quanto meno autoritario ed ingiusto avrebbe sempre conservato una sua matrice burocratica, poliziesca, accentratrice e collettivista. Soprattutto quest'ultimo termine turbava Novatore, perchè celava la terribile colpa di voler soffocare in nome di un bene comune le preziose individualità degli spiriti più vivaci, artistici e spregiudicati.
Ed infatti, leggendo la sua opera "Verso il Nulla Creatore", scopriamo che Novatore in fondo approvava, ad esempio, l'abolizione della proprietà privata ma era sicuramente contrario alla massificazione del partito unico e della dittatura del proletariato:
"Bisogna che tutto ciò che si chiama "proprietà materiale", "proprietà privata", "proprietà esteriore" diventi per gli individui ciò che è il sole, la luce, il cielo, il mare, le stelle.
E ciò avverrà!

Avverà perchè noi - gli iconoclasti - la violenteremo!
Solo la ricchezza etica e spirituale è invulnerabile.
È vera proprietà dell'individuo. Il resto no!
Il resto è vulnerabile! E tutto ciò che è vulnerabile sarà vulnerato".
E ancora:
"Con Marx l'anima umana è discesa all'intestino".
Quindi, pur senza rifiutare ai socialisti la sua cooperazione attiva durante le agitazioni politiche e sindacali, il "nostro" ribelle affermò che anche un'ipotetica venuta della dittatura del proletariato in Italia lo avrebbe trovato sempre ai margini della società, pronto a negare i nuovi dogmi dei vincenti, se ritenuti ingiusti e lesivi delle sue sacre libertà personali. Niente e nessuno lo avrebbe mai convinto ad abbandonare il suo personale stile di vita che, come sappiamo, prevedeva anche l'esproprio, l'uso della forza ed il rifiuto del lavoro salariato.

 

Rispettate gli spiriti che vivono nell'Avvenire! Il nostro sguardo si fissa intensamente ai porti dell'Isola beata che si erge al di là del bene e al di là del male. E' là ove germinano i fiori verdi e sevaggi delle nostre più belle speranze!
E' là, verso quell'Isola, che volge ansiosamente la prora dorata della nostra Nave!
("Alla conquista di novelle aurore" da "Il libertario", 1917)

 

UOMO: Un sudicio impasto di schiavitù e di tirannia, di paura, di vanità e di ignoranza. La più grande offesa che si possa dare a un asino è quella di chiamarlo uomo.

 

UMANITA': Parola astratta con senso negativo, gonfia di forza e priva di vertià. Maschera oscena appiccicata sul viso turpe e laido di volgarissimi furbi per dominare il volgo grossolanamente sentimentale degli idioti e degli imbecilli.



SOLIDARIETA': E' il macabro altare sul quale i commedianti di ogni risma salgono a mettere in evidenza le loro qualità sacerdotali e a recitare abilmente la loro messa. E' qualche cosa che il beneficiario non paga mai meno del cento per cento in più della vergognosa umiliazione.

ORGANIZZAZIONE, CAMERE, SINDACATI: Chiese per impotenti. Monte di pietà per pidocchi e stracci. Molti vi sono affiliati per vivere parassitariamente alle spalle dei loro gonzi compagni tesserati. Parecchi per fare la spia. Qualcuno, i più sinceri e credenti( poveri ingeenui), per andarsene in galera ad espiare la vergognosa vigliaccheria di tutti. Il grosso della massa, per pagare, sbadigliare ed attendere.

 

SOCIALISMO: Disciplina, disciplina: Ubbidienza, ubbidienza: schiavitù ed ignoranza gravida di Autorità.

 

Io, anarchico individualista, non voglio e non posso sposare la causa del comunismo ateo, perchè non credo alla suprema elevazione delle folle e perciò nego la realizzazione dell'Anarchia intesa come forma sociale di convivenza umana.

Siate orgogliosi e fieri della vostra azione, perchè è solo dalla disobbedienza e dalla rivolta che nasce un fulgido raggio di bellezza umana. Salve a voi o anarchici del fato! Salve a voi o uomini fratelli! (da "Il Liberario)

Anarchico è colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sè stesso e si è posto, sdegnoso e superbo "sui margini della società" negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
("I fiori selvaggi" da "Cronaca Libertaria, 1917)

 

Chi accetta una causa sociale, collettiva ed umana, non è nella pura Anarchia del libero istinto vergine e originale dell'antropocentrico inammissibile e negatore.

Ogni società che voi costruirete avrà i suoi margini e sui margini di ogni Società si aggireranno i vagabondi eroici e scapigliati, dai pensieri vergini e selvaggi che solo sanno vivere preparando sempre nuovo e formidabili esplosioni ribelli! Io sarò tra quelli!

 

L'anarchia è per me un mezzo per giungere alla realizzazione dell'individuo; e non l'individuo un mezzo per la realizzazione di quella. Se così fosse anche l'anarchia sarebbe un fantasma. Se i deboli SOGNANO l'anarchia per un fine sociale; i forti PRATICANO l'anarchia come un mezzo d'individuazione. (da "I canti del meriggio")

 

L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine nè il Socialismo, nè il Comunismo, nè l'Umanità. L'individualismo ha per fine se stesso.

 

La vera libertà, un privilegio dei despoti che dominano e dei grandi ribelli che non sanno ubbidire. Ma gli uni e gli altri sono fuori dalla legge e dalla regola, sono fuori dalla mediocrità.

 

Noi lanceremo sui tetti della città addormentata la nostra pietra risvegliatrice ! Noi solitari...
Oh sì, Anche coloro che stanno placidamente avvolti nel manto di Morfeo noi risveglieremo!
Essi dovranno imparare a seguire noi che, piccolo pugno di audaci, balzammo in piedi con chiuso nel pugno il nostro grandioso destino e, sprezzanti di coloro che il letargico sonno ha già consegnato alla morte, trionfalmente marciamo verso le eccelse vette dove schiantano i fulmini della nostra spirituale tragedia e della nostra materiale epopea.

 

L'anarchico, oltre ad essere il più grande ribelle ha pure il vanto di essere un Re. Il Re di se stesso s'intende!

L'Anarchia è l'intimo mistero animatore delle incomprese unicità, forti perchè sole, nobili perchè hanno il coraggio della solitudine e dell'amore, aristocratiche perchè sprezzanti della volgarità, eroiche perchè contro tutti...

Anarchico è colui che si nega a tutte le cause per la gioia della propria vita irradiata dall'interiore intensità dello spirito. ("Al di sopra delle due anarchie" da "Vertice", 1921)

Io vivo un'anarchia emozionale che è negli spiriti liberi, nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.

 

L'Anarchia è negli spiriti liberi, nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.

 

La mia libertà e i miei diritti sono tanti quanto la mia capacità di potenza. Anche la felicità e la grandezza l'avrò solo in misura della mia forza!


Se è vero che l'anarchia è un irraggiungibile sogno di poeti, l'anarchico sarà un nobile e sublime "delinquente" per l'eternità.

 

 Io ho varcato le soglie del bene e del male per vivere intensamente la mia vita. Io vivo oggi e non posso aspettare il domani. L'attesa è dei popoli e della umanità, perciò non può essere affare mio. L'avvenire è la maschera della paura. Il coraggio e la forza non hanno avvenire per il semplice fatto che sono essi stessi l'avvenire che si rivolta sul passato e lo distrugge. ("L'espropriatore" da "Iconoclasta!", 1919)

 

Io appartengo alla razza più estrema dei vagabondi dello spirito: alla razza "maledetta" dell'inammissibile e degli insofferenti. Non amo nulla di ciò che è conosciuto, e anche gli amici sono quelli ignoti.
Mi sono liberato dalla schiavitù dell'amore per sentirmi libero nell'odio e nel disprezzo...
Io sogno! Sogno una grande e tremenda rivolta di tutti coloro che sono impalliditi nelle lunghe attese. Sogno il risveglio satanico di tutto ciò che vive incatenato... Deve essere bello accendere i roghi nella notte! Vedere i centauri della morte correre tutte le contrade del mondo cavalcati e spronati dai tragici eroi impalliditi nelle lunghe attese: Vedere gli spiriti della Rivolta e della Negazione ballare sovrani sul mondo! (da "I canti del Meriggio")

 

Io nella vita cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E non m'importa sapere se queste abbiano le loro radici perverse entro la caverna del bene o entro i vorticosi abbissi del male. (da "Vertice" 1921)

 

La mia anima è un tempio sacrilego, in cui le campane del peccato e del crimine voluttuose e perverse, risuonano di rivolta e disperazione.

 

Io sono un poeta strano e maledetto. Tutto ciò che è anormale e perverso esercita su di me un morboso fascino.
Il mio spirito, farfalla velenosa dalle sembianze divine, è attratto dei peccaminosi profumi che emanano i fiori del male. ("Una femmina" da "Il proletario", 1922)

 

Anche i rachitici intellettualoidi del tubercoloso conservatorismo liberale, come i malati di cronica sifilide democratica, fino agli eunuchi del socialismo ed agli anemici del comunismo, tutti parlano e posano ad Individualisti! Comprendo che non essendo l'Individualismo una scuola e tanto meno un partito non può essere "unico" ma è più vero ancora che gli Unici sono individualisti.. Ed io come unico balzo sul campo di battaglia, snudo la mia spada e difendo le mie intime idee di individualista estremo, di Unico indiscutibile...

Il mio non è un pensiero o una teoria, ma uno stato d'animo, un modo particolare di sentire. Quando sentirò il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri e i miei furenti stalloni, sarà intorno a me un'orgia pazza d'amore e di sangue, perchè io sono, lo sento, ciò che gli abitanti delle paludi morali della società chiamano "delinquente comune".

Io sono un uomo sbagliato. Ma sono quel che sono, non importa cosa. E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia nobile e personale saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell'umanità e del divenire sociale, qualche cosa che rimbomba al di sopra dei vostri fantasmi? Udite!, Udite! E' lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su nell'alto rimbomba!

 

 

Oggi cerco un'ora di furibonda anarchia e, per quell'ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori, tutta la mia vita.

 

Ho per principio la Vita, e per fine la Morte. Voglio vivere intensamente la mia Vita per abbracciare tragicamente la mia Morte.

 DIO: Parto di fantasie malate. Abitatore di cervelli senili e impotenti. Compagno e confortatore di spiriti rancidi nati alla schiavitù. Cocaina per isterici. Pillola per menti stitiche chiuse al sapere. Marxismo per cuori rammolliti.

PATRIA: Ergastolo intellettuale per semi-intelligenti, stalla dell'imbecillità, Circe che tramuta in cani e porci i suoi adoratori. Bagascia dei suoi padroni e ruffiana dello straniero. Mangiatrice dei suoi figli, calunniatrice dei suoi padri e schermitrice dei suoi eroi.

FAMIGLIA: Rinnegazione dell'Amore, della Vita e della Libertà.

AMICIZIA: Fortunato colui che ha potuto bere a questo calice senza sentirsi lo spirito offeso e l'anima avvelenata.
Se uno di questi uomini esistesse lo pregherei caldamente a volermi inviare la sua fotografia. Sarei quasi certo di vedermi giungere la faccia di un idiota.

AMORE: Frode della carne a danno dello spirito. Malattia dell'anima, atrofizzazione del cervello, sdilingumento del cuore, corruzione dei sensi, menzogna poetica in cui mi ubbriaco due o tre volte al giorno, ferocemente, per poter consumare più presto questa mia cara e pur così stupida vita. E poi, in fondo, preferisco essere ucciso dall'Amore. E' l'unico farabutto, dopo Giuda, che sappia uccidere ancora con dei baci.

DONNA: La più brutale di tutte le bestie schiave. La più grande vittima che striscia sulla terra. Ma la più colpevole, dopo l'uomo e il cane, meritevole di tutti i suoi guai. sarei davvero curioso di sapere cosa pensano quando le bacio...

Ti amo di un insuperabile amore. Ahimè da superare, perchè ben altro ci vuole in questo sanguinoso crespuscolo di una civiltà che ha fatto il suo tempo, suonata com'è l'ora di di insorgere e non soltanto con qualche antipatico e teorico ripugnante belato d'agnelli. (alla sua compagna Di Chiara Emma Rolla *1898 - +1980)

 

Il materiale e’ tratto dal sito http://www.novatore.it/ dedicato alla vita di Renzo Novatore

 

VEDI ANCHE : http://www.novatore.it/Brani_scelti.htm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dante sicuramente non amava l’indugio e credeva principalmente nell’ "Azione" come mezzo di lotta

 

 

…………Una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

…………quel gigante dell'azione che fu Dante Carnesecchi

…………L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima.

…………una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

 

……egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ;

 

 

sembra riferirsi anche a lui il Novatore quando dice :

Io so, noi sappiamo, che cento UOMINI - degni di questo nome - potrebbero fare quello che cinquecentomila "organizzati" incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.

 

 

 

 

 

 Biografia di Dante Carnesecchi ( bozza )

"Una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa."

 

Di Dante Carnesecchi sembra non esista alcuna busta nel Casellario Politico centrale , e sembra non esistere piu' neppure la scheda anagrafica nel Comune di Vezzano Ligure ( !? )

 

 

 

Ricostruire la vita di un anarchico non e' certo semplice come chiunque puo' capire : bisogna saper interpretare i sussuri e le mezze verita , bisogna adattare gli occhi alla penombra e cercare di vedere cose che non possono vedersi in piena luce.

Le azioni di un anarchico sono azioni destinate a rimanere nascoste , e subiscono la reticenza degli stessi compagni che ne sono a conoscenza

Spesso si puo' solo leggere tra le righe

Spesso si puo' solo cercare d'immaginare

La complessa personalita' di Dante Carnesecchi ( in particolare : la sua estrema riservatezza ) inoltre , rende le cose ancora piu' difficili

"l'orrenda quanto lividamente lirica morte del Carnesecchi" ( come la definisce incisivamente Massimo Novelli ) spinge poi a focalizzare e a limitare l'attenzione su l'ultimo atto e a trascurare le sue azioni e le sue scelte che , nel contesto dei moti operai del 1919 e 1920 a La Spezia , ebbero un notevole peso .

 

 

 

 

 

 

Per cercare di definire meglio le sue " AZIONI " e nel tentativo di decifrare la personalita' di Dante Carnesecchi mi sono servito spesso di brani estratti dall' articolo dell' 11 maggio 1929 ( che riportero' nella sua interezza solo alla fine del racconto ) a firma Auro d'Arcola ( Tintino Persio Rasi )

 11 maggio 1929. L'Adunata dei Refrattari (The Call of Refractaires) : I nostri caduti : Dante Carnesecchi

con l'intento appunto di leggere tra le righe del raro materiale documentario .

 

 

 

 

ANNO 1710

I CARNESECCHI A CRESPINA

 

Intorno al 1710 giungevano a Crespina ( PI ) , due fratelli : Antonio e Francesco Carnesecchi

Francesco ebbe 4 figli maschi Michele , Giuseppe , Lorenzo ed Innocenzio

Probabilmente avevano avuto tempi migliori ma ora erano ridotti a lavorare come mezzadri . E cosi da poveri vissero i loro figli

Lungamente , questi Carnesecchi sperimentarono la miseria .

 

 

ANNI 1850--1890

 

I CARNESECCHI A LA SPEZIA

Erano , come detto , a Lorenzana e a Collesalvetti poverissimi contadini e la ricerca di un lavoro migliore spinse molti di loro distanti dai posti dove erano nati

Intorno al 1850 Biagio Giuseppe Carnesecchi lascio' Lorenzana e non so dove se ne ando’

Si sposo’ e successivamente se ne venne a Vezzano Ligure

Piu’ tardi vennero a La Spezia i suoi cugini Malachia e Pio .

Biagio Giuseppe era figlio di Antonio di Innocenzio ; Malachia e Pio erano figli di Giovanni di Angiolo

Malachia detto Nello era mio nonno.

Biagio Giuseppe , partito povero da Lorenzana ora risulta abbastanza ben fornito di denari poiche’ compera dal Santuario di Molinello diverse case a Vezzano Ligure basso ed anche molti terreni sulla collina . Biagio si dimostra intelligente e avveduto , in una delle case ricava una trattoria che gestisce insieme alla prima moglie di nome Giuditta.Nella trattoria affluiscono operai e maestranze che lavorano per costruire la vicina galleria ferroviaria.

Biagio Giuseppe era quindi un piccolo possidente e doveva essere un abile commerciante ( oltre alla trattoria aveva anche un altro negozio )

Del matrimonio con Giuditta so molto poco se non che fu senza figli

Lavorante nella trattoria e’ Fontana Lucia una povera ragazza del luogo proveniente dall’ Appennino reggiano

Alla morte di Giuditta Biagio Giuseppe sposa la sua lavorante

Biagio Giuseppe era gia' assai avanti con gli anni ( era nato a Lorenzana il 2 febbraio 1824 ) ; Lucia Fontana molto piu' giovane di lui (era nata a Sologno il 18 aprile 1862 ) :

nel 1892 ebbe da Lucia il loro primo figlio : Dante 

 

 

 

12 marzo 1892

 

 

Nel registro degli atti di nascita di Vezzano Ligure (SP ) al num 46 dell'anno 1892 risulta :

Essere nato Carnesecchi Dante , Fortunato , Guido in data 12 marzo 1892 da Carnesecchi Biagio Giuseppe di anni 68 e da Fontana Lucia di anni 29 

 

Quindi non e' nativo di Arcola ( SP ) bensi di Vezzano Ligure ( SP)

 

Nella parrocchia di Santa Maria Assunta a Vezzano Basso si conserva il suo atto di nascita,

 

Questo atto di nascita contiene diversi errori : il cognome e' scritto in modo sbagliato 2 volte , e cosi il paese di nascita della madre . La cosa mi ha fatto pensare che il padre fosse poco conosciuto dal parroco

 

 

 

 

 

Di suo padre non ho trovato a Vezzano Ligure l'atto di nascita essendo nato a Lorenzana (PI) il 2 febbraio 1824

Esiste l'atto di morte ( atto num 81 ) in cui e' registrato che Biagio Giuseppe Carnesecchi figlio di Antonio muore a Vezzano il 14 novembre 1901 all'eta di 78 anni

Biagio Giuseppe era alle seconde nozze ( atto dei morti parrocchia di Vezzano basso ) da cui risulta anche che era nato a Lorenzana ( PI )

 

Sua madre Fontana Lucia ( colpisce la forte differenza di eta' col marito ) risulta l'esser nata il 18 aprile 1862 : Fontana Lucia di Giovanni Fontana e di Belli Maria nativa di Villanuzzo (si legge male ma dovrebbe essere invece Villa Minozzo ) (RE), risulta poi esser morta a Vezzano Ligure lo 02 luglio 1942

Nell'atto dei nati , nella parrocchia di Vezzano basso , relativo a Dante , Biagio Giuseppe che denuncia a parroco la nascita di Dante alle nove antemeridiane dichiarera' esser sua moglie nativa di Sologno che e' un paese confinante con Villa Minozzo nell'Appennino reggiano

 

 Suo padre Biagio Giuseppe figlio di Antonio di Innocenzio nato a Lorenzana (PI) il 2 febbraio 1824 , aveva 68 anni quando Dante nel 1892 nacque , la madre Fontana Lucia , originaria di Villa Minozzo nell'Appennino reggiano ne aveva 29 .

Ebbero altre due figlie Isolina ( nata il 12 dicembre 1894 ) e Livia Enrichetta ( nata il 19 maggio 1901 e morta per malattia il 30 agosto 1923 . In realta’ si chiamava Lidia : Livia e’ un errore anagrafico )

Biagio Giuseppe mori il 14 novembre 1901 , quando Dante aveva 9 anni

 

Lo zio Azeglio che comparira' nel racconto non e' un Carnesecchi infatti Biagio Giuseppe aveva un solo fratello : Natale

Probabilmente e’ un fratello della madre e doveva essere un cocchiere del conte Piceli .

I Fontana forse abitavano nel comune di Arcola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una curiosita' nel 1892 emigra in Brasile certo Dante Carnesecchi di cui non conosco altro che il nome 

 

 

 

 

 

Anni 1890 e 1893

 

Si costituisce il Partito dei Lavoratori sotto la guida di Filippo Turati, di vaga ispirazione marxista e con l'intenzione di organizzare politicamente le classi più povere e sfruttate. Contadini e operai italiani si trovano, in questo periodo, indietro di parecchie lunghezze rispetto agli standard salariali dei loro equivalenti di Francia, Inghilterra e Germania (per fare qualche esempio). All'interno del partito trovano spazio innumerevoli correnti (da quella riformista parlamentare a quella rivoluzionaria passando per quella anarchica) e nel 1893 il nome cambia ufficialmente in Partito Socialista Italiano. Il partito raccoglie da subito grandi consensi nelle masse cosiddette proletarie, impotenti di fronte alla repressione selvaggia e alle disposizioni antisindacali del governo presieduto da Francesco Crispi che, dal canto suo, cercherà di ostacolare in ogni modo il PSI e l'operato dei suoi membri.

 

 Nascono quelli che saranno suoi amici e compagni di militanza

Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) nasce il 12 maggio 1890 ad Arcola , Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola ) nasce anche lui ad Arcola il 15 settembre 1893 ,

Tutti e tre sono circa della stessa eta' e abitano nella stessa zona ( i confini di Arcola e Vezzano Ligure si toccano ) , non e' quindi da escludere fossero legati da amicizia sin dall'infanzia .

Nel 1919 come vedremo Renzo Novatore disertore e come tale ricercato si nascondera' presso Dante Carnesecchi

 

 

Abele Ricieri Ferrari (Renzo Novatore) nasce 12 maggio del 1890 ad Arcola, un piccolo comune sulla riva destra del fiume Magra, a pochi chilomentri da La Spezia.
Figlio di un contadino di mezzadria, fin da tenera età preferisce i libri alla zappa, ma la sua formazione culturale è fortemente autodidatta. I suoi autori preferiti tra gli altri sono l'irlandese Oscar Wilde, il norvegese Henrik Ibsen, oltre che a Baudelaire e Nietzche, dei quali fu lettore accanito, conservando però sempre un forte spirito critico e autonomo che ne caratterizzerà il futuro carattere di anarchico individualista. Il tempo e la cancellazione di gran parte dei suoi scritti durante il ventennio fascista, rendono la ricostruzione della sua vita tumultuosa, un'impresa complessa.

 

 

 

 

L'ambiente di Arcola pullulava, in quei primi anni del XX secolo, di anarchici , individui anticlericali, nemici giurati dello Stato e delle sue gerarchie, ostili ad essere incorporati anche in quel Partito Socialista che da un decennio si faceva portavoce delle istanze del proletariato italiano.

 

 

.

Dante Carnesecchi e' personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte Pasquale Binazzi , Abele Rìcieri Ferrari ("Renzo Novatore ") e Tintino Persio Rasi ("Auro d'Arcola ") .

.

 

 

 

Anno 1894

 

Nel tentativo si sedare la rivolta dei cavatori di marmo in Lunigiana, appoggiata dai numerosi anarchici attivi nella zona, il presidente del Consiglio Crispi dichiara lo stato d'assedio e fa emanare le cosiddette "tre leggi antianarchiche" di stampo dittatoriale, molto più severe di quelle emanate in seguito dal fascismo.

 

Dante ha due anni , il 12 dicembre nasce Isolina la prima delle sue tre sorelle

 

 

Anno 1898


A Milano, durante una grande manifestazione di protesta contro i continui rincari sul prezzo del pane, il generale Fiorenzo Bava Beccaris, che ha l'ordine di porre fine ai tumulti, ordina di fare fuoco con i cannoni sulla folla provocando ottanta morti. Il generale sarà in seguito decorato dal re per l'omicida fermezza dimostrata in quell'occasione.

 

 

 

Anno 1900


A Monza, il 29 luglio l'anarchico Gaetano Bresci uccide con tre colpi di pistola il re Umberto I, ritenuto simbolo dell'ingiustizia e massimo complice delle numerose repressioni statali a danno del popolo.

 

 

Anno 1901

 

Il 1901e' un anno molto importante nella vita di Dante : immagino che la sua vita sia molto cambiata in questo anno

ha compiuto nove anni

il 19 maggio gli nasce la seconda sorella Livia Enrichetta

il 14 novembre 1901 gli muore il padre che aveva gia' 77 anni

a nove anni si trova ad essere l'unico uomo in casa

 

Ho una copia del testamento di Giuseppe in data 27 ottobre 1901 , poco prima di morire

alcune cose

E' redatto in localita' Termo d'Arcola Comune di Vezzano Ligure nella casa di Carnesecchi Giuseppe segnata di numero comunale ottantanove

La figlia piu giovane in realta' si chiamava Lidia non Livia come da anagrafe

Non compare alcun Carnesecchi come testimone ( 4 testimoni Lucchini Baldassare di Spezia ( proprietario ), Biassoli Pietro di Arcola ( proprietario ) ,Caste' Giuseppe del Termo ( operaio ) ,Fazzi Natale di Vezzano ( muratore ) )

Dichiara di non sapere scrivere ( ???)

.......................................................................

Lascio meta' delle mie sostanze in proprieta' a mio figlio Dante.

Concorreranno a ricevere la quota legittima tanto il suddetto mio figlio Dante , quanto le mie figlie Isolina e Lidia

Lascio l'usufrutto della meta' delle mie sostanze , lasciate in proprieta' come sopra ho detto a mio figlio Dante , alla mia carissima moglie Fontana Lucia fu Giovanni , durante la di lei vita.

Questa e' la mia volonta' .

Questo testamento non viene sottoscritto dal testatore avendo dichiarato di non sapere.

.......................................................................

Il notaio e' Edoardo Magri di residenza in Arcola inscritto presso il consiglio notarile di Sarzana

 

 

Biagio Giuseppe dunque nel morire lascia la famiglia e Dante in particolare in discrete condizioni finanziarie

Dante , per quei tempi , era un piccolo possidente

 

Dira’ Auro d’Arcola : << …..Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , . . …..>>

 

Nel 1901 Dante compie nove anni . Il 1901 e' un anno determinante nella vita di Dante : il 19 maggio gli nasce la seconda sorella Lidia Enrichetta ; il 14 novembre 1901 gli muore il padre che aveva gia' 77 anni

A nove anni si trova quindi ad essere orfano di padre e unico uomo in casa

Suo padre Giuseppe fa testamento in data 27 ottobre 1901 , poco prima di morire

Il testamento e' redatto in localita' Termo d'Arcola Comune di Vezzano Ligure nella casa di Carnesecchi Giuseppe segnata di numero comunale ottantanove .

Il notaio e' Edoardo Magri di residenza in Arcola inscritto presso il consiglio notarile di Sarzana

Non compare tra i testimoni alcun altro Carnesecchi , i 4 testimoni erano Lucchini Baldassare di Spezia ( proprietario ), Biassoli Pietro di Arcola ( proprietario ) , Caste' Giuseppe del Termo ( operaio ) , Fazzi Natale di Vezzano ( muratore ) .

Giuseppe dichiara di non sapere scrivere ( ??? ma forse voleva semplicemente dire di essere impossibilitato )

La figlia piu giovane in realta' si chiamava Lidia non Livia come da anagrafe

.......................................................................

Lascio meta' delle mie sostanze in proprieta' a mio figlio Dante.

Concorreranno a ricevere la quota legittima tanto il suddetto mio figlio Dante , quanto le mie figlie Isolina e Lidia

Lascio l'usufrutto della meta' delle mie sostanze , lasciate in proprieta' come sopra ho detto a mio figlio Dante , alla mia carissima moglie Fontana Lucia fu Giovanni , durante la di lei vita.

Questa e' la mia volonta' .

Questo testamento non viene sottoscritto dal testatore avendo dichiarato di non sapere.

.......................................................................

Biagio Giuseppe dunque nel morire lascia la famiglia e Dante in particolare in discrete condizioni finanziarie .

Dante , per quei tempi , era un piccolo possidente……………...Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , . .

 

 

Anno 1903

 

Lucia ha poco dopo la morte del marito una figlia Silvia , che cresce in famiglia in realta' quindi Dante cresce con tre sorelle

 

 

Anno 1904


Il governo presieduto di Giovanni Giolitti si dichiara disposto ad elargire concessioni e a collaborare attivamente con socialisti e sindacalisti organizzati e moderati, nel tentativo di creare un clima di dialogo ed armonia fra le parti sociali.
Il 16 settembre si svolge il primo sciopero generale della storia italiana. Coordinato dalle varie Camere del Lavoro presenti sul territorio, l'agitazione è l'esasperata risposta della gente ai ripetuti eccidi di lavoratori (242 morti in tre anni) perpetrati dai regi carabinieri durante scioperi e manifestazioni. Tra gli episodi più gravi sicuramente i fatti di Buggerru, Sardegna, dove il 4 settembre le pallottole statali lasciarono sul terreno tre minatori e numerosi feriti.
Lo sciopero generale si svolge senza grossi incidenti anche per l'ordine di Giolitti di non provocare o caricare i manifestanti. Lo sciopero perde lo slancio dei primi giorni anche per la profonda disorganizzazione delle varie Camere del Lavoro, e così le agitazioni cessano il 21 settembre senza aver ottenuto nessun sostanziale risultato.

 

 

Anno 1906


29 settembre. A Milano nasce la CGdL (Confederazione Generale del Lavoro). La Confederazione riunisce tutte le Organizzazioni di Mestiere e le Camere del Lavoro preesistenti sul territorio nazionale. Lo scopo dichiarato è quello di formare un fronte compatto dei lavoratori, che agisca a livello nazionale in modo organizzato e capillare nell'interesse di tutti. L'impronta generale è comunque di stampo riformista che preferisce il dialogo tra le varie parti sociali, anche se l'ala rivoluzionaria rimane attiva e numerosa ma sostanzialmente isolata.
La CGdL, forte di un apparato direttivo accentrato e burocratico, si assume da quel momento l'organizzazione e la direzione degli scioperi e delle vertenze sindacali, stabilendo in più un rapporto speciale col PSI che, se da un lato si impegna a farsi portavoce in Parlamento delle istanze sindacali, dall'altro si riserva l'ultima parola sull'effettiva valenza politica che avranno tutti i futuri scioperi.
A livello locale, nelle Camere del Lavoro, rimanevano ugualmente elementi anarchici o comunque favorevoli all'intransigenza rivoluzionaria e ad una concezione di sciopero "alla Sorel".

 

 

 

Anno 1910

 

In un'Italia dove la percentuale di analfabeti è del 48,6% i comizi itineranti diffondono le idee politiche e sindacali, mentre le riviste anarchiche e futuriste sono il primo veicolo delle idee più sovversive in campo politico ed artistico. Tommaso Marinetti ha da poco pubblicato il suo "Manifesto Futurista" per l'esaltazione degli elementi primordiali, della bellezza della lotta audace. Tutti elementi che, sebbene trasportati in una visione libertaria e quindi opposta alle teorie di Marinetti e D'Annunzio, non mancheranno negli scritti novatoriani degli anni successivi.

 

 

15-16 maggio 1910

 

Un episodio in cui le cronache non nominano Dante 

 

Nel 1910 , la notte tra il 15 e il maggio, un incendio distruggeva la chiesa della Madonna degli Angeli ad Arcola. Il mattino seguente il cardinale Pietro Maffi di Pisa avrebbe dovuto celebrare proprio là

una importante cerimonia religiosa.
Le indagini dei carabinieri portarono presto all'identificazione di un gruppo di giovani anarchici del posto, tra i quali anche Abele Ferrari . Mentre Pasquale Binazzi, figura instancabile dell'anarchismo

italiano, denunciava sulle pagine del suo giornale Il Libertario un presunto complotto clericale volto a scatenare una repressione generalizzata, Abele era tradotto nel carcere di Sarzana

Il processo che seguì i fatti dell'incendio alla chiesa vide poi il Ricieri Ferrari scagionato per mancanza di prove .

(devo cercare se tra i giovani accusati del fatto ci fosse anche Dante : ma non credo perche' il Carnesecchi non mi pare compaia nelle cronache dei giornali )

 

LIBERTARIO 19 maggio 1910

Chiesa incendiata ad Arcola

In questo vicino paese vi e' molta irritazione causa parecchi arresti fatti di socialisti imputati di avere incendiata la chiesa chiamata degli Angeli.

Fra clericali e anticlericali vi e' da tempo un serio astio , provocato dalla intolleranza e dalla spavalderia dei clericali, i quali si permisero di spezzare una targhetta portante il nome di Francisco Ferrer

Domenica il deputato Fiamberti , anticlericale , massone , mangia preti , dono' una corona d'oro per incoronare la madonna di cartapesta che si trova nella suddetta chiesa , e tale cerimonia venne preparata con ostentata pompa e coll'intervento del del cardinale Maffi e di vari vescovi.

Nella notte di domenica persone che sono rimaste ignote tentarono d'incendiare la chiesa guardata a vista da molti agenti e carabinieri , i quali accorsero a spegnere l'incendio appena scorsero il fumo che usciva dalle finestre .

I danni causati dicono che ascendono a circa diecimila lire.

Questo fatto ha resi furibondi i clericali , i quali vorrebbero che venisssero colpiti tutti gli anticlericali piu' in vista e la questura , tanto per contentarli , ha proceduto all'arresto di vari socialisti senza avere pero' le prove

di alcuna colpabilita' nel fatto.

I veri responsabili di quanto accaduto sono precisamente i clericali i quali vogliono fare da padroni dispostici di tutto e di tutti e quando posssono esercitare delle prepotenze irritanti lo fanno con gusto matto ; e una parte di responsabilita' deve ricadere pure sul deputato massone Fiamberti , che col suo contegno da umile chierico , ha concorso ad inasprire qualche giovane sincero e buono che sul serio lo aveva creduto anticlericale .

L'importante e' che ora non si facciano delle vittime innocenti , e quindi e' dovere di tutti i liberi pensatori d'intervenire per difendere energicamente quelle liberta' che i clericali vorrebbero venissero manomesse dalla compiacente questura.

 

 

 

 

Anno 1911

 

Sotto le pressioni di nazionalisti, liberali e cattolici il governo presieduto da Giolitti decide l'intervento militare in Libia. Le pulsioni coloniali dell'Italia saranno soddisfatte al termine di una guerra (18 ottobre 1912) che come risultati principali offrirà 3430 morti, pesanti sacrifici economici per la popolazione e l'inasprimento dei rapporti con le potenze europee. L'eldorado libico tratteggiato dalla propaganda si rivelerà un miserevole "scatolone di sabbia" nel quale gli italiani non riuscirono nemmeno a trovare i redditizi giacimenti di petrolio.

 

 In settembre Abele Ferrari è arrestato per furto e rapina. Probabilmente in questo periodo conosce Chiara Emma Rolla che sarà poi la sua compagna e madre dei suoi figli.
Inizia la collaborazione sotto forma di articoli su alcuni tra i più diffusi giornali anarchici del Nord Italia, e comincia a farsi conoscere col suo pseudonimo più famoso, Renzo Novatore, che lo accompagnerà sino alla fine.

 

Non ho alcuna notizia di Dante

 

 

 

 

 

 

Anno 1912

 

Visita di leva

 

 

 Nel 1912 Dante aveva venti anni il 7 maggio viene esonerato dal servizio militare ( non so , per ora , con quale motivazione ( era anche orfano di padre ) ) .

Alla visita militare dichiara di essere CARPENTIERE : che fa presupporre lavorasse gia’ da tempo .

 

Mi e' stato cortesemente fornita dall'Archivio di Stato di Massa la copia del foglio matricolare :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATI SUL FOGLIO MATRICOLARE

 

 altezza mt 1,75

capelli castani ondulati

cicatrice sul sopraciglio sinistro

CARPENTIERE

Reduce dall’estero 24 novembre 1915 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anno 1913

 

Un episodio ad oggi sconosciuto

DANTE CARNESECCHI e' negli STATI UNITI

26 maggio 1913----novembre 1915 ( ? )

 

 

 

 

 

Final destination Pueblo Colorado

Friend Cesare Vegnuti in Pueblo Col.

…………………….. 8,

Whether a polygamist 2,

Whether a anarchist 3,

Boy elder

5 feet 8 inches

hair eyes chest nut

 

 

 

 

Cosa spinge Dante negli Stati Uniti ?

Le condizioni economiche della famiglia non giustificano questa emigrazione, come abbiamo visto , infatti la sua e’ una famiglia di piccoli possidenti con case e terreni

Sete di avventura o che altro ?

Parte con 30 dollari in tasca . (vedi dichiarazione allo sbarco )

 

 Libero dal servizio militare Dante Carnesecchi a 21 anni , nel 1913 , e' negli Stati Uniti

Ho trovato sul sito http://www.ellisisland.org/ che Dante il 26 maggio 1913 e' sbarcato a New York

Si era imbarcato a Le Havre il 17 maggio 1913 sulla nave Rochambeau

 

Sulla lista di sbarco accanto al suo nome nelle 3 colonne ( mezzi di sostentamento ? , polygamist ?, anarchist ? ) c'e' un numero 823 e l'annotazione boy elder ;

Inoltre Dante dichiara che nella sua permanenza negli USA starà presso un suo amico , Cesare Vegnuti, residente nella città di Pueblo ( contea di Colfax ) Colorado .
Quello stesso giorno, sulla stessa nave, arriva anche un certo Giovanni Lombardi figlio di Paolo , 24 anni, sempre di Vezzano.

Il Lombardi dichiara che negli USA starà presso suo cugino Cesare Vegnuti abitante a Pueblo, Colorado. ( anche il Lombardi ha la stessa annotazione 823 e boy elder )
E' evidente che i due viaggiavano insieme e avevano la stessa meta.
Cesare Vegnuti da dati internet risulta morto in Colorado il 22/10/1913, cioè 5 mesi dopo lo sbarco dei due liguri in America...

Era arrivato in USA a 24 anni da Fivizzano il 13 ottobre 1912 . in USA c'erano gia' il fratello Elia e una sorella sposata . Si era stabilito a Pueblo

 

 

 

 

 

 

Cosa fece Dante in quei due anni trascorsi negli Stati Uniti ?

Cesare Vegnuti muore non so dove ne in quali circostanze nella contea di Colfax il 22 ottobre 1913 !!!!

 

 

 

 

http://ftp.rootsweb.com/pub/usgenweb/nm/state/vitals/deaths/vasvie.txt

VEGA SUSIE 08 21 26 LINCOLN 286 VEGA TRANQUILINO 02/25/39 GRANT 46 VEGA TRANSITO 01 29 26 GRANT 496 VEGA VIRGINIA V 03/19/39 DOÑA ANA 36 VEGAS LUCAS 05 05 15 DOÑA ANA 706 VEGAS RAFAEL 11 22 18 SOCORRO 626 VEGNUTI CESARE 10 22 1913 COLFAX 006 VEIDT CHARLES 03/08/36 BERNALILLO 366 VEITCH KENNETH E 02 10 30 BERNALILLO 306 VEITCH MARY T 04 18 21 DOÑA ANA 094 VEITH CHARLES A 07 07 26 UNION 42 VEIZNA DEMETRIO 09 29 20 BERNALILLO 064 VEJADO MALE 07/14/37 SOCORRO

http://ftp.rootsweb.com/pub/usgenweb/nm/state/vitals/deaths/

NEW MEXICO DEATHS 1899-1940 ************************************************************************ USGENWEB ARCHIVES NOTICE: These electronic pages may NOT be reproduced in any format for profit or presentation by any other organization or persons. Persons or organizations desiring to use this material, must obtain the written consent of the contributor, or the legal representative of the submitter, and contact the listed USGenWeb archivist with proof of this consent. The submitter has given permission to the USGenWeb Archives to store the file permanently for free access. Contributed for use in USGenWeb Archives by: New Mexico NMDI Project Volunteers August 19, 2001 These files should only be used as guides for ordering copies of the originals from the New Mexico State Health Department. Transcription and typographical errors are possible.

 

 

 

 

 

22 ottobre 1913

DAWSON TRAGEDY

 

 

COUNTY: Colfax

LOCATION: 14 miles northeast of Cimarron

 

 

If you've heard about Dawson at all, chances are you've heard it was the site of two of the world's worst mining disasters. It was, but it was also a town of over 9,000 people, complete with schools, an opera house, a hospital, a hotel, a gymnasium, a church - even a bowling alley. It was a company town, owned and operated by Phelps Dodge, and a home for miners who had come from all over the world.

People fell in love in Dawson. Little girls cried when they skinned their knees. Someone dreamed about leaving, seeing the world and becoming famous. Dawson could have been Anytown, USA. But two terrible mining disasters, one on October 22, 1913, and another in February of 1923, ensured that Dawson would forever be remembered with sadness as well, and that may be the worst tragedy.

Over 350 white iron crosses in the Dawson Cemetery mark the graves of those who perished in the mining disasters. The cemetery is now the only part of Dawson still open to the public after Phelps Dodge shut the town down in 1950. These silent sentinels, some with individual names and some unmarked, are moving reminders of the tragic deaths of the victims. And, more importantly, their lives.

I visited the Dawson Cemetery at twilight. The air was cool and I was alone, and yet, of course, not. I walked slowly through the dried grass, thinking that the crosses would always be here, guarding the mountain.

A childish but persistent thought nagged me: Are they cold?

Now, many miles and many days away from my visit, I remember the miners sleeping in the cemetery at the foothills. When I reflect on my visit, I feel that just by thinking about the place I am intruding on its solitude, interrupting it mentally. I know that the crosses - larger in memory than they probably actually are - still exist, still guard, still remind. I know that the air still hangs heavy with something that should be making a sound but isn't. Can I hear it now that I'm gone? I listen harder, but nothing comes. Dawson, like a shooting star, is silent.

 

 

 

……Phelps Dodge strove to make the mines as safe as possible. They did such a good job with Stag Canyon Mine No. 2 that it attracted the eyes of coal-mining experts who, in 1913, described it as "the highest achievement in modern equipment and safety appliances that exists in the world." The New Mexico Inspector of Mines completed two days of inspection of the Dawson pits on October 20, 1913 and reported that Stag Canyon Mine No. 2 was totally "free from traces of gas, and in splendid general condition."

Yet, Dawson was doomed to suffer a series of tragedies that shadowed its history to the end. During this period of abundance and prosperity Dawson suffered its worst catastrophe on Wednesday, October 22, 1913,only two days after the mine's inspection. The morning dawned bright and clear and 284 miners reported to work at Stag Canyon Mine No.2.

Work went on as usual until a little after three p.m. when the mine was rocked by a huge explosion that sent a tongue of fire 100 feet out of the tunnel mouth shaking the homes in Dawson two miles away.

Relief and disaster crews were rushed from neighboring towns. Phelps Dodge sent a trainload of doctors, nurses and medical supplies up from El Paso, Texas and striking miners in Colorado ceased picketing and offered to form rescue teams.

Relief and disaster crews were rushed from neighboring towns. Phelps Dodge sent a trainload of doctors, nurses and medical supplies up from El Paso and striking miners in Colorado ceased picketing and offered to form rescue teams. Working around the clock, rows of bodies were brought to the surface. The distraught wives and family members clogged and impeded the operations around the mouth of the mine.

Only 23 of the 286 men working in the mine were found alive. Two of the rescuers were themselves killed by falling boulders in the shaft. Mass funerals were conducted for the victims and row upon row of graves dug, making it necessary to extend the cemetery far up the hill. The cemetery was marked by white iron crosses and the burials continued for weeks. It was the second worst mine disaster of the century.

Investigators determined that the explosion had been caused by an overcharged blast in a dusty pillar section of the mine.

Dynamite, not a permitted explosive, was being used. The Bureau of Mines allowed certain types of explosives, but blasting was to be conducted only when all miners were evacuated and water sprays were to be used to settle the coal dust. These rules had obviously been ignored.

Safety measures were heavily increased after the disastrous explosion and subsequent accidents were comparatively minor with few fatalities.

 

 

 

 

http://www.vivanewmexico.com/ghosts/dawson.html

http://www.legendsofamerica.com/HC-Dawson2.html  

 

 

 

 

Cosa fece Dante in quei due anni trascorsi negli Stati Uniti ?

 

 

Nelle miniere intorno a Pueblo proprio in quel periodo scoppiò una grande rivolta con scioperi e scontri a fuoco tra minatori (molti ispanici e italiani) e vigilantes e Guardia

Nazionale in alcune miniere controllate da Rockefeller.

Cesare Vegnuti muore proprio nell'ottobre del 1913 nella contea di Colfax !!!

E' possibile che Dante Carnesecchi sia presente e sia coinvolto nella ribellione ?

 

Per ora , pur avendo cercato , non sono riuscito ad avere alcuna risposta in merito

 

 

 

 

 

 

 

IL LIBERTARIO del 14 maggio 1914

 

Le agitazioni studentesche

In tutte le citta' d'Italia gli studenti hanno fatto dimostrazioni ostili all'Austria perche' gli Italiani di Trieste nel giorno del 1 Maggio ebbero una solenne bastonatura da parte degli slavi , consenziente

la polizia austriaca.

Vi sono stati qui e la' arresti e colluttazioni colla forza pubblica che voleva impedire ad ogni costo dei dispiaceri alla cara alleata . E che gli sbirri italiani non differiscono da quelli austriaci , lo hanno

provato quegli studenti che furono vittime delle brutalita' poliziesche e si presero pugni nelle costole e sulla zucca , bastonate ed altro come avvenne a Milano.

Ecco a noi sono simpatici tutti coloro , e specialmente i giovani , che protestano contro una brutalita' e si ribellano a qualunque sopraffazione . Ci indignano e ci disgustano profondamente i metodi brutali e selvaggi della poliziottaglia . Ma vogliamo chiedere agli studenti italiani : Perche' non divampa la vostra giovanile protesta quando i percossi , gli uccisi , i perseguitati sono i nostri fratelli di qui , scesi in lotta per un pezzo di pane , vittime d'ingiustizie e di sopraffazioni inaudite da parte dei capitalisti e dei poliziotti ? Perche' non vi agitate quando miseri lavoratori sono massacrati come cani in tutte le terre straniere ove andarono a portare il loro lavoro in cambio di quel pane che la dolce patria loro negava ? E non esageriamo . Molti sono gli episodi che potremmo citare . Anche in questi giorni al Colorado , in un eccidio commesso dai servi del capitalismo , uomini , donne e bambini italiani , rimasero vittime della piu' selvaggia sopraffazione . Ma quelli non sono degni di commiserazione ! ….

Noi siamo contro le tirannie nostrane e oltre frontiera . Ovunque vi e' una miseria da redimere , un' ingiustizia da riparare cola' e' il nostro posto . Ecco perche' siamo internazionalisti , i nemici dichiarati di tutte le patrie …ufficiali , che sono le fomentatrici di odi fra i popoli e di guerre micidiali; ma siamo ugualmente nemici degli aguzzini , degli sfruttatori , dei torturatori della povera carne umana di qualunque razza di qualunque paese.

E' questo il pensiero generoso che dovrebbe animarvi , o giovani . I vostri entusiasmi , le vostre aspirazioni dovrebbero essere rivolte a redimere l'umanita' dalla miseria , dalla schiavitu' , dall'ignoranza e dai pregiudizi . Per affrettare questa grande redenzione umana bisogna propagare e preparare la fusione di tutte le patrie , la fine delle guerre , la fine del dominio dell'uomo sull'uomo , dei popoli agguerriti sui popoli piu' deboli .

Questa e' la generosa battaglia che voi o giovani , dovete combattere e vincere in nome della liberta' della giustizia per tutti gli esseri umani.

 

 

 

 

 

 Dal sito http://sangres.com/history/coalfieldwar01.htm  

 

The Colorado Coalfield War, 1913-1914

 

Disaster stalked coal miners, especially in early Colorado where fatality rates were double what they were everywhere else in the world. The workers had many grievances against the powerful coal companies but they could not talk to the mine owners because they had no union and no bargaining power. Anyone who spoke up was immediately fired.

And as most workers lived in company housing, anyone fired also had his family immediately put on the street. The high death tolls reflected the gross negligence in regards to safety on the part of the mine owners. And most mines in this area were owned by John D. Rockefeller.

In 1913, a group of miners drew up 7 demands and presented them to the mine owners. These demands consisted of: Union recognition, a raise in wages, an eight-hour work day (which was already a state law but was generally ignored), hourly pay for dead work (work that didn't directly produce coal), a check weigh-man at all mines (to be elected without

interference from company officials), the right to trade in any store they chose, the right to select their own living places and doctors, the enforcement of Colorado mining laws and the abolition of the guard system that had run the camps for so many years.

This was a hard one for the owners. For years they had fought every attempt at union organization with blunt tactics. Union miners were fired, tarred and feathered, beaten, and threatened, or rounded up and deported across state lines to be abandoned on remote stretches of prairie. When the union movement gained enough strength to call a strike, the companies retaliated by swiftly importing laborers. They sent recruitment ads to foreign countries boasting of the United States as a "land of milk and honey where the streets are paved with gold." Desparate workers came in droves, only to find that they were replacing striking miners. By 1911, many different nationalities were represented in the coal camps of Colorado

When the 7 demands were presented to the coal mine owners, the owners decided to ignore the miners. Consequently, a general strike was called to begin on September 23, 1913. Using union funds, lands east of the coal camps were rented. Union officials then ordered tents and quietly established tent colonies on the plains for the striking miners and their families. Thousands of miners set up housekeeping in the flimsy tents, confident the strike would be over soon. At the same time, the mine owners invested heavily in more detectives, more guards and lots more rifles and ammunition. The John Rockefeller-owned Colorado Fuel & Iron (CF&I) steel mills in Pueblo built an armored car for the company. It had bulletproof sides and machine guns mounted on the back. It was nicknamed "the Death Special" by the miners because the gunmen who used the car took perverse delight in spraying bullets through the tents as they roared past the colonies on their way to and from the mine offices. It happened so often at Ludlow that the men dug holes under their tents for their families to crawl into as protection against the flying bullets.

On October 17, 1913, Baldwin-Felts detectives in the Death Special shot up the Forbes colony, killing several people. One young boy running from the gunfire had 9 bullet holes in his legs.

They discovered that one of the tents had over 85 bullet holes in it (they shipped this tent to the East Coast and put it on display to show the rest of the world what was happening in Colorado).

On October 28, 1913, Governor Ammons called out the Colorado National Guard. He issued orders that the troops be impartial in their handling of the situation and that company guards and gunmen not be enlisted. Over time, the members of the regular National Guard were replaced by coal company gunmen in uniform.

The winter of 1913-1914 was one of the worst in recorded Colorado history. Food was scarce and the tents were cold and wet. In January 1914, Mother Jones arrived in Trinidad. Even though she was over 80 years old, the coal owners had her arrested immediately and confined in a psychiatric ward at Mt. San Rafael Hospital (she must have been crazy, she opposed John D. Rockefeller).

On January 21, 1914, miners' wives and children organized a parade to protest her arrest. Adjutant General Chase, commander of the Colorado Militia, was so furious he confronted the women and, in the excitement, fell off his horse. The women laughed and humiliated him with derogatory remarks about his prowess as a horseman. Embarrassed, he gave orders to "ride down the women!"

His troops then attacked the women and children with their sabers drawn and injured quite a few.

By spring, the cost of keeping the National Guard in place was bankrupting the state. Governor Ammons withdrew all but two of the troops from the field, these two troops being composed mostly of company men, mine guards and gunmen, and both were stationed near Ludlow.

On April 20, 1914, a series of 3 signal bombs went off in the military camp. After the third one, bullets began ripping through the tents at Ludlow. Women screamed and people dodged.

Children ran for their lives and hid in the basements under each tent. That evening, soldiers raced into the colony on horseback, dipped brooms in kerosene and torched the tents. Louis Tikas, leader of the Ludlow tent colony, was captured soon after the firing of the tents and was taken to the military camp. There, a Lieutenant Linderfeldt bashed his head in with a rifle, and as Tikas turned and staggered away, shot him 3 times in the back. Accounts say that his body and those of two others killed in the same fashion lay on the ground where they fell for a long time. Many

of the families were marched by the bodies as the militia gathered people up and transported them to Trinidad. At the camp itself, the death toll included 4 men, 2 women and 11 children. All the women and children were found suffocated in the dugout beneath one of the burned tents. The bodies of the victims were taken to a mortuary in Trinidad where a mysterious fire broke out. The bodies had to be hauled into the street to keep them from being burned a second time and destroyed as evidence of the massacre.

During the days that followed, the miners retaliated by attacking the coal mines in the valleys west of the tent colonies. They set fire to dozens of mine installations and dynamited thousands of dollars worth of mine buildings and workings. The atrocity at Ludlow was protested in cities all over the world and Federal troops were called in, arriving in early May, 1914. The United States Commission of Industrial Relations, a body appointed by President Woodrow Wilson made an investigation of the massacre and concluded "the State of Colorado through its military arm was

rendered helpless to maintain law and order because that military arm acted, not as an agent of the commonwealth, but as an agent of the coal operators against the striking miners."

In reality, the miners lost the strike. The fighting went on for a while but after attending the funerals in Trinidad, most of the miners went back to work in the mines. Their working situation didn't change for years. In 1917, just three years later, a few miles north of the massacre site, the Hastings Mine blew up. It was the worst mine explosion in Colorado history with 121 men dying in the notoriously gassy mine.

 

Dal sito http://sangres.com/history/coalfieldwar01.htm  

 

 

 

 

Sull'argomento vedi anche il sito  http://www.du.edu/anthro/ludlow/

 

 

 The following was excerpted from Howard Zinn's A PEOPLE'S

HISTORY OF THE UNITED STATES (pgs 346-349).

 

"a telephone linesman going through the ruins of the Ludlow tent colony ... found the charred, twisted bodies of eleven children and two women. This became known as the Ludlow Massacre."

 

The Ludlow Massacre

 

"... shortly after Woodrow Wilson took office there began in Colorado one of the most bitter and violent struggles between workers and corporate capital in the history of the country.

 

"This was the Colorado coal strike that began in September 1913 and culminated in the 'Ludlow Massacre' of April 1914. Eleven thousand miners in southern Colorado ... worked for the Colorado Fuel & Iron Corporation, which was owned by the Rockefeller family. Aroused by the murder of one of their organizers, they went on strike against low pay, dangerous conditions, and feudal domination of their lives in towns completely controlled by the mining companies. ...

 "When the strike began, the miners were immediately evicted from their shacks in the mining towns. Aided by the United Mine Workers Union, they set up tents in the nearby hills and carried on the strike, the picketing, from these tent colonies.

The gunmen hired by the Rockefeller interests -- the Baldwin-Felts Detective Agency -- using Gatling guns and rifles, raided the tent colonies. The death list of miners grew, but they hung on, drove back an armored train in a gun battle, fought to keep out strikebreakers. With the miners resisting, refusing to give in, the mines not able to operate, the Colorado governor (referred to by a Rockefeller mine manager as 'our little cowboy governor') called out the National Guard, with the Rockefellers supplying the Guard's wages.

"The miners at first thought the Guard was sent to protect them, and greeted its arrival with flags and cheers. They soon found out the Guard was there to destroy the strike. The Guard

brought strikebreakers in under cover of night, not telling them there was a strike. Guardsmen beat miners, arrested them by the hundreds, rode down with their horses parades of women int he streets of Trinidad, the central town in the area. And still the miners refused to give in. When they lasted through the cold winter of 1913-1914, it became clear that extraordinary measures would be needed to break the strike.

"In April 1914, two National Guard companies were stationed in the hills overlooking the largest tent colony of strikers, the one at Ludlow, housing a thousand men, women, children. On the morning of April 20, a machine gun attack began on the tents.

The miners fired back. Their leader, ..., was lured up into the hills to discuss a truce, then shot to death by a company of National Guardsmen. The women and children dug pits beneath the tents to escape the gunfire. At dusk, the Guard moved down from the hills with torches, set fire to the tents, and the families fled into the hills; thirteen people were killed by gunfire.

"The following day, a telephone linesman going through the ruins of the Ludlow tent colony lifted an iron cot covering a pit in one of the tents and found the charred, twisted bodies of eleven children and two women. This became known as the Ludlow Massacre.

 "The news spread quickly over the country. In Denver, the United Mine Workers issued a 'Call to Arms' -- 'Gather together for defensive purposes all arms and ammunition legally available.' Three hundred armed strikers marched from other tent colonies into the Ludlow area, cut telephone and telegraph wires, and prepared for battle. Railroad workers refused to take soldiers from Trinidad to Ludlow. At Colorado Springs, three hundred union miners walked off their jobs and headed for the Trinidad district, carrying revolvers, rifles, shotguns.

"In Trinidad itself, miners attended a funeral service for the twenty-six dead at Ludlow, then walked from the funeral to a nearby building, where arms were stacked for them. They picked up rifles and moved into the hills, destroying mines, killing mine guards, exploding mine shafts. The press reported that 'the hills in every direction seem suddenly to be alive with men.'

"In Denver, eighty-two soldiers in a company on a troop train headed for Trinidad refused to go. The press reported: 'The men declared they would not engage in the shooting of women and children. They hissed the 350 men who did start and shouted imprecations at them.

"Five thousand people demonstrated in the rain on the lawn in front of the state capital at Denver asking that the National Guard officers at Ludlow be tried for murder, denouncing the governor as an accessory. The Denver Cigar Makers Union voted to send five hundred armed men to Ludlow and Trinidad. Women in the United Garment Workers Union in Denver announced four hundred of their members had volunteered as nurses to help the strikers.

"All over the country there were meetings, demonstrations.

Pickets marched in front of the Rockefeller office at 26 Broadway, New York City. A minister protested in front of the church where Rockefeller sometimes gave sermons, and was clubbed by the police.

"The New York Times carried an editorial on the events in Colorado, which were not attracting international attention. The Times emphasis was not on the atrocity that had occurred, but on the mistake in tactics that had been made. Its editorial on the Ludlow Massacre began: 'Somebody blundered ...

' Two days later, with the miners armed and in the hills of the mine district, the Times wrote: 'With the deadliest weapons of civilization in the hands of savage-mined men, there can be no telling to what lengths the war in Colorado will go unless it is quelled by force ... The President should turn his attention from Mexico long enough to take stern measures in Colorado.'

"The governor of Colorado ask for federal troops to restore order, and Woodrow Wilson complied. This accomplished, the strike petered out. Congressional committees came in and took thousands of pages of testimony. The union had not won recognition. Sixty-six men, women, and children had been killed. Not one militiaman or mine guard had been indicted for crime.

 [...]

 

"The Times had referred to Mexico. On the morning that the bodies were discovered in the tent pit at Ludlow, American warships were attacking Vera Cruz, a city on the coast of Mexico--bombarding it, occupying it, leaving a hundred Mexicans dead--because Mexico had arrested American sailors and refused to apologize to the United States with a twenty-one gun salute.

Could patriotic fervor and the military spirit cover up class struggle? Unemployment, hard times, were growing in 1914. Could guns divert attention and create some national consensus against an external enemy? It surely was a coincidence—the bombardment of Vera Cruz, the attack on the Ludlow colony. Or perhaps it was, as someone once described human history, 'the natural selection of accidents.' Perhaps the affair in Mexico was an instinctual response of the system for its own survival, to create a unity of fighting purpose among a people torn by internal conflict.

 "The bombardment of Vera Cruz was a small incident. But in four months the First World War would begin in Europe.

--oOo--

 

 

 

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Di questi 2 anni americani non parla alcuna cronaca , nemmeno il piu' piccolo cenno.

Certamente lo si deve alla sua estrema riservatezza .

Comunque e' una cosa assai curiosa.

Gli unici documenti che ho trovato e che stanno a testimoniare l'avventura americana sono la lista di sbarco a New York e il foglio matricolare

 

Rientrava dagli Stati Uniti o da qualche altro paese : il foglio matricolare parla genericamente di "reduce dall'estero " ?

 

 

Da esaminare la possibilita' che Dante possa essersi allontanato dagli Usa ed essersi rifugiato in qualche nazione vicina e di li sia rientrato in Italia ) 

 

…Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ; ottimo poliglotta ………………………………………………………………….

 

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Rientrando in Italia dall’estero Dante si portera’ dietro un fucile automatico ultimo modello , ( superando i controlli alle frontiere ) e la chitarra che avra’ con se la sera in cui sara’ ucciso

( una chitarra che il nipote dice si faceva notare per una disposizione delle corde molto particolare )

 

 

 

 

 

Nel frattempo in Italia ed in Europa :

 

ANNO 1914

 

"Settimana Rossa".
Durante una provocatoria manifestazione antimilitarista promossa il 7 giugno da anarchici e repubblicani un reparto di carabinieri apre il fuoco sulla folla in subbuglio ad Ancona, uccidendo tre manifestanti. Di conseguenza il 9 giugno è dichiarato lo sciopero generale senza nemmeno attendere l'effettiva delibera di CGdL e PSI. Alla chiusura di numerose attività e alla diserzione delle fabbriche si accompagnano manifestazioni che in molte città sfociano in tumulto e scontri con le forze dell'ordine. Nonostante gli ardori profusi dal socialista rivoluzionario Benito Mussolini, dal repubblicano Pietro Nenni e dall'anarchico Errico Malatesta nell'intento di conventire lo sciopero in rivoluzione contro il governo e la monarchia, le agitazioni cessano quasi ovunque tra il 12 e il 13 giugno. Più che per repressione governativa lo scioperò si esaurisce da solo per la disorganizzazione e la scarsa maturità delle capacità rivoluzionarie dei leaders estremisti, i quali non riescono a radicare nella maggioranza degli scioperanti la volontà di "andare fino in fondo". A tutto si somma la prevalente indifferenza di Confederazione sindacale e Partito Socialista.
Il 28 giugno, con l'assassinio a Sarajevo di Francesco Ferdinando d'Austria, comincia il valzer delle dichiarazioni di guerra che in pochi mesi porterà ad un immane scontro tra Germania, Impero Austro-Ungarico e Turchia da una parte e Inghilterra, Francia e Russia dall'altra. L'Italia, al momento legata agli Imperi Centrali da un trattato, decide inizialmente di non intervenire. Prendono il via nel frattempo trattative segrete con l'Inghilterra.
L'opinione pubblica, il mondo politico e gli ambienti intellettuali sono divisi da accese dispute tra interventisti e neutralisti.

 

 

 

La guerra in Europa scoppia il 28 luglio 1914 .

 

 

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20 Maggio 1915 R.D. numero 795 il circondario di La Spezia viene dichiarato Piazza di guerra di conseguenza il potere militare si sovrappone al potere civile e s'instaura la censura sui giornali e sulla stampa .

Il primo a farne le spese e' il Libertario , che il 24 maggio usciva quasi totalmente censurato con gli spazi bianchi ed era costretto a sospendere le pubblicazioni sino alla fine di Luglio.

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 "…Ed allora , siatene pur certi che gli Herve' e i Bissolati non mancheranno e noi tutti verremo travolti in questa macabra orgia di sangue. Compagni ! Tutto il proletariato italiano subisce le piu' vergognose umiliazioni ,

migliaia e migliaia di disoccupati e migliaia e migliaia di emigranti subiscono le piu' dolorose vie crucis . In nome dell'umanitarismo si sono organizzate delle associazioni di soccorso che non sono altro , praticamente , che

delle vere e proprie congregazioni di carita'

. Le Camere del Lavoro sudano le proverbiali sette camicie per la costituzione di pentole comuniste con le quali non si fa altro che umiliare il proletariato , facendo opera infame contro la Rivoluzione Sociale. Questo invadente e

morboso morboso  sentimentalismo ( cristiano ) mi fa francamente schifo ! Uccide la virilita' e castra l'uomo . Queste trovate da isteriche da marciapiede ributtano la santa causa proletaria che attende i suoi degni soldati ….

Il momento e' propizio : non guerra ma Rivoluzione! Si cominci con l'espropriazione e proclamiamo la Societa' dei Liberi e degli Uguali …..Viva la Rivoluzione Sociale!

 

RENZO NOVATORE articolo su IL LIBERTARIO

 

 

 

 

L'individuo deve negare a se stesso la guerra dei padroni, disertando l'inutile tragedia che interessa solo costoro.


RENZO NOVATORE

 

 


-Compagni! Il sangue scorre a torrenti ai confini di questo lembo di terra chiamato Italia. La politica di chi ci governa è ferocemente e spudoratamente cinica, poichè in una bella notte quando tutti saranno ubriacati dal veleno di tutti i falsi "sovversivi" interventisti (e... patriotticamente guerrafondai) e i torrenti di sangue andranno maggiormente sgorgando ai nostri confini, il Governo italico ci tufferà dentro il tricolore e all'alba ci dirà che è necessario difendersi (dichiarando guerra al "nemico d'oltre frontiera"). (da "Il libertario",1914)

RENZO NOVATORE

 


- Oh, se vi considerassi ancora degni del nostro disprezzo! Se potessimo ancora onorarvi della nostra sferza! Ma la mota con la quale avete sostituito il vostro cervello ed il vostro cuore, l'avete raccolta in paludi troppo pestifere per potervi ancora degnare di tutto ciò! (accusa contro gli ex libertari divenuti interventisti)

RENZO NOVATORE

 

 

L'Italia entra in guerra il 24 maggio 1915

 

 

 

E le rane partirono... Partirono verso il regno della suprema viltà umana. Partirono verso il fango di tutte le trincee. Partirono.... E la morte venne! Venne ebbra di sangue e danzò macabramente sul mondo.
Danzò con piedi di folgore... Danzò e rise... Rise e danzò... Per cinque lunghi anni.
Ah, Come è volgare la morte che danza senza avere sul dorso le ali di un'idea...
Che cosa idiota morire senza sapere il perchè... (dal poema "Verso il nulla creatore")

RENZO NOVATORE

 

 

Ah! plebe! plebe! Non hai dunque tu ancora compreso il suo linguaggio? Povera plebe! E pensare che anche i ciechi dovrebbero accorgersi ormai che chi non sa accettare l'eterna guerra per la propria affermazione ed il trionfo, deve accettare l'eterna schiavitù per il trionfo dei favolosi fantasmi, nemici dichiarati dell' IO. Sì, o plebe, io mi sono deciso ad essere, una volta tanto, sincero fino in fondo con te. Ed ecco che cosa ti dice la mia sincerità: Oggi tu ti sacrifichi sulle insanguinate trincee per una causa non tua, domani potrai forse sacrificarti nelle contrade insanguinate della Rivoluzione, per permettere poi che un nuovo verme parassitario e corroditore sorga sui mari di sangue uscito a caldi e fumanti fiotti dalle tue vene bronzee per ergersi a nuovo idolo a sedersi sopra di te proprio al pari dell'antico Dio...
Tu vuoi continuare ancora a vivere inginocchiata. Ma io ho compreso la vita. E chi ha compreso la vita non può vivere inginocchiato.

RENZO NOVATORE

 

 

 

Vi sono dei momenti nella vita, dei momenti angosciosi e strazianti, nei quali il pianto è solo dei forti, degli audaci, di coloro che nuotano disperatamente contro il torrente...
Oh, essi caddero i "pochi"! Caddero nel fango insanguinato delle trincee, con il cuore orribilmente squarciato dalla polvere e dal ferro omicida... Eppure entro quei cuori generosi e buoni vi stava chiuso tutto un superbo e grandioso sogno d'amore...

RENZO NOVATORE


- Tacito fu implacabilmente inesorabile contro tutti i responsabili delle guerre atroci che devastarono tutta l'umanità dei tempi suoi. Ma tacito visse in una di quelle infelici(?) epoche in cui le guerre venivano chiamate "barbarie" anche dai grandi storici come Egli stesso era. Mentre invece al secolo nostro e di Benedetto Croce, la guerra chiamasi "civiltà"! Quando si dice i tempi!...

RENZO NOVATORE



- Lucrezio, il quale visse in un'epoca satura di orrori guerreschi, cantava i suoi carmi alla Venere, dea dell'Amore, supplicandola di placare le ire feroci di Marte.
Gabriele D'Annunzio, improvvisatosi a novello Omero(?), pizzica la sua lira facendone scaturire l'osanna al bestiale dio della guerra acciocchè possa diventare ancor più bestiale e crudele. Anche questa potrebbe essere una questione dei tempi, ma io credo che sia piuttosto una questione di vanità e di... quattrini!

 

 RENZO NOVATORE

 

 

 

 

 

Novembre 1915

 

RIENTRO IN ITALIA DI DANTE CARNESECCHI

 

 

In piena guerra Dante rientra in Italia nel novembre 1915 e viene immediatamente inviato al fronte

 

 

 

 

 

GIUNTO AL DISTRETTO REDUCE DALL’ ESTERO

 

Perche' Dante ritorna in Italia proprio pochi mesi dopo lo scoppio della guerra ?

Non posso pensare fosse sua intenzione di partecipare alla guerra

Forse negli USA aveva vissuto un esperienza di rivolta nelle miniere di Pueblo

Forse era costretto ad abbandonare gli stati Uniti

Forse tornava preoccupato di lasciar sole le sue tre donne durante la guerra ? ( ma se fosse stato inviato al fronte le avrebbe lasciate sole comunque ……………… )

Forse qualche malattia in famiglia

Forse era preoccupato perche’ se fosse stato dichiarato disertore non avrebbe piu’ potuto rientrare in Italia e la sua intenzione era invece quella di rientrare

Forse……………………………

 

 

 

 

Il 22 aprile 1915 viene richiamato

Il 1 giugno 1915 ………………………………..

Il 24 novembre 1915 si presenta al distretto REDUCE DALL’ ESTERO

Il 27 novembre 1915 e' gia in zona di guerra col 289 mo reggimento di fanteria

 

 

 

 

APRILE 1916

 

 

Nell'aprile del 1916 viene definitivamente riformato per epilessia ( simulata ) con determinazione dell'Ospedale militare di Ravenna

Il 29 aprile viene congedato in seguito alla suddetta rassegna . Concessa dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedelta' ed onore.

 

 

 

Non sembrano esserci nel comportamento manifesti segnali anarchici . Ma bisogna tener conto che Dante si dimostrera' molto astuto nelle sue azioni.

Quindi non si puo' trascurare la sua capacita' a dissimulare .

 

 

 

Dopo l'esonero posso presumere , solo presumere , che Dante entrasse a lavorare nella Vickers Terni dove lo ritroveremo operaio nel giugno 1919 (vd istruttoria per i fatti di Santo Stefano )

 

Fece non so in quale periodo anche il noleggiatore di biciclette 

 

 

 

Antonio Bianchi :

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 ……………… Nelle fabbriche i ritmi aumentavano e la produzione bellica veniva sfornata in modo sempre piú vertiginoso: dalla Ternì cannoni e mitragliere; in arsenale proiettili; al cantiere Fiat S. Giorgio di Muggiano sommergibili e navi da guerra. Si rendeva drammatico il problema degli approvvigionamenti e degli alloggi; la popolazione infatti dai 79.000 abitanti del 1914 passerà a 96.000 nel 1916 e a 103.000 alla fine del conflitto. Le autorità militari e civili, impegnate nel pieno controllo delle popolazioni, vigilavano con particolare cura la classe operaia: " Le maestranze della Terni sono formate in gran parte da elementi sovversivi e rappresentano una forza organizzatrice di tutto il movimento operaio in questa città e sono guidate da anarchici e sindacalisti pericolosi " . La conclusione era di richiamare i sovversivi al fronte o di trasferirli, mentre si provvedeva a stendere una lista di 30 nomi scelti tra i piú " pericolosi ".

 

Malgrado lo stato di guerra ponesse tutta una serie eli limitazioni alle fondamentali libertà civili, dall'estate del 1916 alla primavera del 1917 si ebbero una serie di agitazioni operaie per il carovita. Nel luglio 1916 gli operai della Terni ponevano una serie di rivendicazioni chiedendo aumenti dal 10% al 30% sui salari, che oscillavano dalle 4 alle 6 lire al giorno, e aumenti sino al 100% per il lavoro notturno effettuato oltre 14 ore lavorative (si lavorava senza sosta per fabbricare cannoni di grosso calibro). Si chiedeva infine il riconoscimento della commissione interna'. Lo stesso accadeva alla Cerpelli e all'arsenale, dove gli operai, a ritmi pesantissimi, sfornavano materiale bellico per alimentare il fronte. Nel novembre, dopo quattro mesi di trattative, la vertenza della Terni si chiudeva con un parziale accoglimento delle rivendicazionì.

Intanto le indagini sugli " operai sovversivi " della Terni erano andate avanti e nel marzo 1917 una apposita commissione del Comitato di mobilitazione industriale aveva provveduto a revocare gli esoneri di leva a 20 operai dello stabilimento, che impiegava in quel momento ben 3.500 unità. Immediata però era la risposta operaia e il 12 marzo 7 i rappresentanti degli operai della Terni, nella sede del sindacato metallurgico, minacciavano lo sciopero di protesta, se si fosse proceduto nella revoca degli esoneri denunciando la commissione stessa come strumento di ricatto, in quanto, dietro la questione degli esoneri, si mostrava il movente politico mirante a stroncare l'organizzazione sindacale dei lavoratori nella fabbrica e a colpire gli elementi politicamente piú preparati con la deportazione al fronte. Tale situazione era anche dovuta alla nomina a comandante in capo della piazza marittima, nel febbraio 1917, dell'ammiraglio Cagni, autoritario e nazionalista, disposto ad usare i mezzi estremi per arginare le rivendicazioni operaie. Questi, alla data del suo insediamento, aveva rivolto un severo richiamo agli operai dell'arsenale, minacciando di spedire al fronte i meno solerti. Anche stavolta però e l'esigenza di non fermare la produzione bellica e la pressione esercitata dall'unità operaia riuscivano ad evitare le deportazioni politiche.

Che le masse lavoratrici avessero tutti i motivi di agitarsi, soprattutto per il carovita, lo dìcevano i prezzi: nel 1917 il pane era salito a 46 cent. al kg., lo zucchero a 1,94 lire al kg., il vino 0,68 lire al litro, il caffè 3,90, ecc.

Stretti dal forte aumento del costo della vita, nel luglio erano i dípendentí delle tranvie elettriche ad avviare una nuova agitazione e, dopo una serie di trattative, ottenevano una indennità di caroviverì in ragione di 35 cent. al giorno e un orario di servizio massimo di 10 ore. Restava in piedi, tra le tante assurdità, la tassa di esonero che ogni quindicina gli operai pagavano allo Stato, come ringraziamento per non venir spedití al fronte.

Le autorità militari, capeggiate dal Cagni e sostenute dalle autorità civili interventiste, come il dr. Piola, nuovo sindaco della città, e il gruppo dei repubblicani facente capo a Ciro Corradetti, si rendevano sempre piú conto dell'azione organizzativa ed ideale compiuta dal Libertario e dall'Avanti! che orientavano ostinatamente la classe operaia e il piccolo.gruppo di intellettuali pacifisti, contribuendo, ogni giorno che la guerra procedeva, ad isolare quei dirigenti della classe operaia che erano finiti tra gli interventisti. Soprattutto Il Libertario era divenuto la bandiera anche di tutti i socialisti fedeli alla direzione del partito e riuscí persino ad informare, come fece l'Avanti!, dei risultati delle conferenze di Zimmerwald e di Kienthal, sfuggendo alla censura.

La coraggiosa azione dei due giornali, le lotte rivendicatíve mai cessate in piena guerra e l'isolamento dei dirigenti interventisti della CdL preoccupavano di certo le autorità militari, decise a sostenere la produzione di guerra e a mantenere la disciplina. Di conseguenza, nel settembre 1917, il Cagni dava un primo giro di vite esautorando l'amministrazione comunale con un decreto luogotenenziale che ínstaurava il commissario del governo.

Era il primo passo per la costituzione di una dittatura militare in tutto il circondario.

 

Da Antonio Bianchi :

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 

 

 

( estratto )

Le autorità militari e civili, impegnate nel pieno controllo delle popolazioni, vigilavano con particolare cura la classe operaia: " Le maestranze della Terni sono formate in gran parte da elementi sovversivi e

rappresentano una forza organizzatrice di tutto il movimento operaio in questa città e sono guidate da anarchici e sindacalisti pericolosi " .

 

 

 

 

 

 

 

Gli USA dichiararono la guerra alla Germania il 7 aprile 1917

 

 

 

 

Rivoluzione russa febbraio ---------25 ottobre 1917 tanto per mettere una data

Caporetto 24 ottobre 1917

 

 

 

 

 

 

 

 

Anno 1918

 

La sorella Isolina si sposa il primo luglio 1918 con Guido Danieli

 

 

 

Alla fine del 1918 termina la guerra ( 4 novembre 1918 ultimo "Bollettino di guerra" con la Vittoria )

 

 

 

 

 

 

 

ANNO 1919

 

 

Errico Malatesta (14/12/1853 - 22/7/1932)………………In Italia, nel 1914, fu tra i principali promotori della settimana rossa, dopo la sua conclusione negativa fu costretto ad un nuovo esilio in Inghilterra.

Nel 1919, tornò clandestinamente in Italia, e a Genova fu accolto da una folla oceanica, che lo invocò come il Lenin d’Italia.

Tra il 1919 ed il 1920 partecipò al biennio rosso, e

Nel 1920 fondò e diresse il quotidiano anarchico "Umanità Nova" (50mila copie di tiratura). Nello stesso anno promosse l’organizzazione dell’Unione Anarchica Italiana (UAI) con più di trentamila iscritti……………………………………………………………………

 

 

 

 

Da ANTONIO BIANCHI :

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

Nei centri della Lunigiana e della Versilia , come in mote altre citta' d'Italia , si erano diffuse , prima ancora della fine del conflitto le prime notizie frammentarie che annunciavano la presa di potere da parte di Lenin e dei bolscevichi. Entusiasmo e grandi speranze accendevano ora gli animi degli strati popolari che guardavano alla prima rivoluzione socialista della storia , il cui destino era ancora in forse , ma che tuttavia andava a rischiarare l'orizzonte del proletariato urbano.

La repubblica "soviettista " era un punto di riferimento preciso ; era finita l'utopia , era riscattata la Comune di Parigi , cresceva incontrollata la spinta massimalista all'interno della sinistra italiana ed europea , aumentava in Italia la schiera di coloro che volevano << fare come la Russia >>

Alla notizia della rivoluzione d'ottobre in Russia - racconta Tommaso Lupi, allora operaio ai cantieri Ansaldo - malgrado la censura vi fu in città un grande entusiasmo tra gli operai e il nome magico di Lenin circolava su tutte le bocche; era inoltre trapelata la notizia che al fronte il generale Cappello, dopo Caporetto, applicava le decimazioni tra le truppe e di questo si parlava con sdegno; il compagno Bacigalupi, socialista, che aveva organizzato agitazioni nel cantiere in piena guerra per la riduzione dell'orario di lavoro a 8 ore (se ne facevano allora 12, dalle 7 alle 19) era stato spedito al fronte a combattere; ogni manifestazione o assembramento di piú di tre persone era proibito. La classe operaia di La Spezia, che era uscita dalla tragica esperienza della guerra, vedeva nella repubblica sovietica un punto di riferimento ora concreto, che era finalmente uscito dall'utopia, e nel partito socialista crescevano le spinte " massimaliste ", di coloro che volevano " fare come in Russia "

Ai primi del 1919 il clima politico andava rapidamente mutando. Le fabbriche, che avevano lavorato a pieno ritmo per la guerra, richiamando in città migliaia di lavoratori, cominciavano ora a smobilitare.

La Vickers Terni riduceva il personale a 900 operai, dei 3.500 del periodo bellico, e il costo della vita raggiungeva una delle punte piú alte. Malgrado la conquista delle otto ore di lavoro dei metallurgici, avvenuta in febbraio, gli aumenti salariali, dovuti ai duri scoperi , bastavano appena a tener testa all'aumento implacabile dei prezzi e alla svalutazione della lira, che oscillava liberamente, dopo che gli alleati avevano tolto il sistema del cambio fisso. Inoltre fra marzo e novembre di quell'anno undici classi, comprese dal 1886 al 1896, erano poste in congedo, andando ad aumentare la numerosa schiera dei disoccupatí, in un clima esasperato di inflazione galoppante.

Venuto meno il controllo sui cambi concordato con le potenze dell'Intesa , nel luglio del 1920 la lira ridurra' al 21,4 % il suo valore in oro rispetto all'anteguerra ( G.Amendola Storia del Partito Comunista italiano 1921-1943 Roma Editori Riuniti 1978 pg.28 )

A La Spezia era ripresa l'attivita' sindacale . La Camera Confederale del Lavoro , che era la piu' importante per iscritti e per prestigio , veniva diretta dal massimalista Federico Cassiano giunto a La Spezia da Vigevano nel giugno 1918 , e da un altro socialista Lombardo Lombardelli . A questa aderiva la federazione mettalurgica con le leghe dell'Ansaldo San Giorgio , la lega Wickers Terni , quella dei cantieri Orlando , la lega Cerpelli e la Federazione lavoratori dello stato con la sezione guerra ( S.Bartolomeo ) e la sezione marina ( Arsenale ) .

Infine aderivano altre 22 leghe fra le quali la sezione del sindacato ferrovieri italiani .

La vecchia Camera del Lavoro i cui dirigenti avevano aderito alla Lega di Leeds sulle posizioni interventiste , organizzava ancora una ventina di leghe con particolare influenza sul porto e veniva diretta dai dirigenti interventisti dell'anteguerra , Corradetti , Rafuzzi e Ravizzini

Vi era inoltre la Camera Sindacale aderente all'U.S.I. , seconda per importanza dopo la C.C.d.L. , che organizzava circa un quarto dei lavoratori specie nel settore metallurgico ed alla quale aderivano in

prevalenza socialisti e anarchici .

Infine l'Unione popolare sviluppava l'attivita' nel settore assistenziale , collegata a 82 gruppi parrocchiali che contavano 1414 iscritti ( Il Popolo 18 maggio 1918 )

Anche l'attivita' politica era in rapida ripresa : nella sinistra andavano crescendo le aspirazioni rivoluzionarie specialmente tra gli operai della Wickers Terni 4 dei cantieri navali Ansaldo

Anche la sezione socialista era in ripresa: il 4 febbraio 1919 la prefettura revocava il divieto di circolazione dell'Avanti! che riappariva nelle edicole mentre nelle sezioni socialiste le aspirazioni rivoluzionarie erano sempre piú precisate dai massimalisti.

Il partito Socialista stava rafforzandosi

Il 20 febbraio anche Il Libertario poteva riprendere le pubblicazioni, con redattore ancora Binazzí, ritornato dal confino assieme alla moghe Zélmira; anche la Camera sindacale aderente all'USI veniva ricostituita.

Vi era infine una lega proletaria tra mutilati ed invalicli di guerra. La vecchia CdL, diretta dal Corradetti e dagli interventisti Lazzaro Rafuzzi e Ravizzìni, organizzava ancora una ventina di leghe, anche se non poteva piú contare sui grandi stabilimenti. Anche il movimento cattolico si sforzava di penetrare tra gli strati popolari, pubblicando sul Popolo articoli con richieste di rivendicazioni sociali, ma sviluppando anche una serrata polemica antisocialista. 1 liberali costituzionali e i gruppi legati alle imprese capitalistiche apparivano invece disorientati per l'atteggiamento del movimento operaio, sempre piú incline ad isolare le frange riformiste disposte alla collaborazione di tipo turatiano.

La domenica 23 febbraio al Teatro civico i metallurgici ' con un comizio organizzato dalla CCdL, chiedevano la smobilitazione e il ritiro delle truppe dell'Intesa dalla " Russia soviettista ", e il ripristino in Italia delle libertà fondamentali. Nel marzo in tutta la Liguria gli operai erano in lotta per imporre il sabato " inglese ", mentre gli arsenalotti manifestavano per le 48 ore settimanali, con un comizio al quale partecipavano 5.000 persone; era la prima grossa manifestazione del dopoguerra . Tutti i dipendenti delle fabbriche erano in movimento; gli impiegati dell'Ansaldo, Terni e cantieri Orlando chiedevano il riconoscimento delle commissioni interne; i bancari erano in agitazione; gli aspetti economici e sociali delle lotte si andavano ad intrecciare con lo scontro sul terreno politico e con le aspirazioni rivoluzionarie delle masse organizzate del paese.

Il 23 marzo ad un comizio " pro vittime della guerra e della reazione " si presentavano uniti la sezione socialista, gli anarchici, la federazione metallurgici e gli arsenalotti; esattamente un mese dopo, il 23 aprile si teneva un'altra grande manifestazione di protesta per l'incendio dell'Avanti! avvenuto a Milano. Era insomma una fase di ripresa del movimento, che si apriva con la prospettiva e la speranza rivoluzionaria di fare " come la Russia "; e tale volontà era rinsaldata il l' maggio da una manifestazione unitaria attorno all'oratore ufficiale, Ottavio Pastore del PSI, che parlava ad una folla di socialistí, anarchici e democratici.

Intanto anche i nazionalisti si erano organizzati, dopo gli sporadici tentativi avvenuti negli anni precedenti. Al termine della guerra il nazionalista Ettore Andrea Mori, nel dicembre 1918, aveva costituito l'Associazione fra reduci della guerra italo-tedesca, che avrà però breve vita, come pure l'Associazione spezzina combattenti, sorta per opera dell'ex maggiore Emilio Toracca ".

Dopo la fondazione dei fasci di combattimento, avvenuta a Milano il 23 marzo, ad opera di Mussolini, a La Spezia, un mese dopo, il 21 aprile, nella sala Mazzini dell'Unione fraterna ` veniva costituito il fascio spezzino, ad iniziativa di Emilio Toracca e del fratello Enzo, di Ludovico Barattini, Luigi Fanelli, Luigi Cardinale, Antonio Camilli, Ciro Corradetti e Franco Antonelli: questo gruppo tuttavia non riusciva a dar vita ad un movimento collegato e sarebbe caduto nel dimenticatoio sino al marzo 1920. Il gruppo fascista appoggiato dai nazionalisti potrà invece presentarsi alle elezioni del novembre, in occasione delle quali avrà l'appoggio del foglio fascista L'Assalto, affiancato alla Battaglia del Corradetti: sarà questo nucleo ad inviare i propri delegati al congresso di Firenze nell'ottobre ".

Intanto, subito dopo la fondazione, il fascio spezzino aveva abbozzato un primo programma, dichiarandosi " risoluto a scendere in campo contro la piaga del bolscevismo nella nostra città " e in un o.d.g. precisava di delegare " alla locale società dei combattenti l'iniziativa di radunare tutte le forze sane della città per opporle al dilagare di questa piaga sociale ... pronti a riprendere l'opera ... contro il nuovo nemico della civiltà e della patria che vorrebbe disperdere il frutto della vittoria " `. Non erano che parole, ma ben presto vedremo come andranno i fatti con lo scatenamento delle rappresaglie squadriste.

Alla fine di giugno, caduto il ministero Orlando, Francesco Saverio Nitti si apprestava a formare il nuovo governo in un clima di agitazioni sempre piú serrate, mentre i prezzi salivano incessantemente, soprattutto per i generi di prima necessità, con gravi difficoltà di rifornimento dei mercati. Per parecchi giorni, in varie parti d'Italia, le folle esasperate davano l'assalto ai negozi, saccheggiandoli in uno dei momenti piú alti della situazione rivoluzionaria del dopoguerra. Da Forlí alle Romagne, da Ancona a Firenze e a Bologna, da Torino a Milano, i moti del carovita scoppiarono spontanei.

A La Spezia la CCdL, la sezione socialista e l'USI indicevano per l'8 giugno un comizio di protesta: si formava una commissione, che'otteneva dall'ufficio approvvigionamenti, diretto dal Giachino, un calmiere, con riduzioni dei prezzi dei beni di prima necessità, particolarmente per i generi ortofrutticoli. I grossisti rispondevano con una serrata, bloccando i rifornimenti alla città. Il mercoledí 11 le masse operaie davano il via ad uno sciopero generale; gli operai dei cantieri navali Ansaldo, della Terni, della Cerpelli e dell'arsenale si riversavano dalla zona industriale verso il centro della città. Una lunga colonna di lavoratori tumultuantí, guidati dagli operai dell'Ansaldo e della Terni, si avviava per via Chiodo e corso Cavour sin sotto al Municipio, dove confluivano circa 15.000 persone: un comitato composto da anarchici dell'USI e dal socialista Federico Cassiano, nuovo segretario della CCdL, tentava un inutile incontro con i pochi consiglieri presenti in Comune. Alcuni esponenti parlavano alla folla dal balcone del palazzo civico e si arrivava alla decisione assembleare che lo sciopero si sarebbe continuato finché le autorità non avessero preso provvedimenti per bloccare gli speculatori e diminuire i prezzi.

Mentre la riunione volgeva al termine, da una finestra, che molti dissero fosse una degli uffici Maggiani e Cappelli, veniva sparato un colpo di rivoltella, senza che in seguito si potesse mai identificare l'autore.

Nella situazione di confusione che ne seguí la folla esasperata si mise a saccheggiare i negozi circostanti: la Salumeria lombarda, che fu tra le prime ad essere assalita, fu completamente svuotata. La situazione andava precipitando: gli ufficiali ordinavano alla truppa, nel frattempo fatta affluire sul luogo, di sparare, ma i soldati rifiutavano; i carabinieri aprivano allora il fuoco e sul terreno restavano due morti e numerosi feriti, mentre la folla si sbandava e i negozi venivano piantonati da agenti e soldati. Nel tardo pomeriggio molti commercianti si recavano alla CdL, consegnando le chiavi dei negozi e pregando i sindacalisti di garantire la loro proprietà

Il 12 pomeriggio, durante un comizio, si decise il proseguimento dello sciopero. La città fu intanto stretta in stato d'assedio, con squadre di cavalleria che percorrevano le strade, mentre il comitato d'agitazione e le commissioni di negozianti si tenevano in contatto col sottoprefetto per evitare provocazioni che giustificassero l'intervento della truppa. Il 14 giugno, incaricato dalla direzione del PSI, giungeva l'on. Marangoni che teneva un comizio. Giungeva anche il leader anarchico Borghi; mentre il comitato chiedeva il rilascio degli arrestati, si avevano dal circondario notizie di nuovi arresti. Gli anarchici e l'USI ponevano come pregiudiziále per la fine dello sciopero il rilascio degli arrestati, i socialisti e la CCdL chiedevano invece che tale data fosse fissata per il lunedí 16. Intanto la sezione socialista emetteva un o.d.g. in cui, pur riconfermando la fiducia nel partito, polemizzava con " il pensiero troppo riformista del gruppo parlamentare " e auspicava un movimento generale delle masse, come la direzione stessa del PSI lasciava intendere per bocca del segretario, Lazzari. La spinta massimalista della base anche da La Spezia premeva sulla direzione del partito, il quale, invece di guidare gli avvenimenti e le masse, palleggiava la rivoluzione e le responsabilità con la CGL.

A La Spezia lo sciopero continuò sino al 17 e per circa un mese i negozi restarono chiusi. Ma già sul Libertario del 24 luglio si denunciava come assieme alla polizia fossero apparsi nelle perquisizioni alcuni " poliziotti volontari " non bene identificati e che costituivano un pericoloso precedente ad iniziativa probabilmente dei gruppi nazionalisti. Vennero mantenuti intanto i fermi di polizia e ristabilita la censura.

Gli operai erano perplessi:

Gran parte degli iscritti al partito socialista - ricorda Bebel Volta nella testimonianza rilasciata all'A. nel 1971 - si domandavano come mai il partito non prendesse posizione per orientare le masse; gli operai citavano la settimana rossa di Berlino, la rivoluzione ungherese e pensavano che anche in Italia fosse venuto il momento di fare la rivoluzione, tanto piú che a Spezia i soldati facevano causa comune col popolo, ed erano consci che altrimenti non sarebbe tardata la reazione borghese. Piú tardi vedemmo che con la strage di via Torino i fatti andavano in questo senso.

In realtà, malgrado la situazione insurrezionale in molte città del Nord, il clima non era maturo per una rivoluzione; i riformisti del PSI si adopravano per calmare le acque, mentre la vigilanza governativa si manteneva molto stretta. Il 6 giugno da Genova era arrivata una allarmata comunicazione, proveniente da Savona, nella quale si dava per certo che il PSI e Turati stavano preparando un piano " per l'istituzione in Italia di una repubblica di tipo ungherese " attraverso un vasto collasso dell'economia italiana con scioperi programmati e finanziati dall"estero, per poi giungere al potere, evitando gli scontri con la polizia, " fino al momento in cui si renderà facile e sicuro vibrare il colpo finale " "

sui tavoli dei prefetti, da La Spezia il giorno 9 si dava una risposta sulla situazione:

Non si può confermare quanto si dice a Savona, però in questi ultimi tempi si è notato un insolito movimento di sovversivi da e per Milano e Torino, che una larga attiva propaganda con tendenza comunista è svolta dai partiti socialista ufficiale ed anarchico, che locale CCdL sta svolgendo un'azione intesa per tenere unite e compatte le masse operaie [..La CCdL è ora diretta con fermezza ed energia da tale Cassiano Federico da Senigallia, qui giunto nel giugno dello scorso anno, proveniente da Vigevano, individuo intefligente, dotato di parola facile e persuasiva, audace, con precedenti politici ……. ha qui comperato una villa ed alcuni boschi, tiene una automobile [ è largo di mezzi nella propaganda, dà sussidi agli scioperanti, mostra di avere iniziative audaci e dispendiose, come quella che ora sta traducendosi in atto, dell'impianto di un restaurant cooperativo e di una casa del popolo a Follo. Si ritiene che i soldi arrivino dalla direzione del partito socialista di origine straniera .

Mentre i telegrammi delle prefetture erano pieni di supposti propositi insurrezionali, il 20 e il 21 luglio la CGL e la direzione socialista proclamavano uno sciopero di solidarietà per i soviet di Russia ed Ungheria.

Il 28 a La Spezia si fermavano i metallurgici, mentre all'Ansaldo S. Giorgio la direzione, per tutta risposta, proclamava la serrata, facendo occupare- lo stabilimento militarmente e invitando le varie cooperative metallurgiche del circondario a sostituire gli scioperanti con il miraggio di un lavoro fisso. Il tentativo di dividere la classe operaia non riusciva grazie all'azione unitaria della CCdL, dell'USI e della FOM, cattolica, da poco sorta. In questa occasione emergeva l'azione di Angelo Bacigalupi, operaio dell'Ansaldo, che si affermerà ben presto come dirigente operaio e membro del dírettivo della sezione socialista .

Lo sciopero terminava il 29 settembre, dopo due mesi di agitazioni, con un concordato stipulato nazionalmente.

Ci si avviava intanto verso le elezioni del novembre ' le prime del dopoguerra, in una fase di risveglio e di forte ripresa del movimento operaio, le cui avanguardie premevano per partecipare al potere. Anche il nuovo partito, comparso sulla scena politica, il Partito popolare italiano, sorto sin dal gennaio ad opera di don Luigi Sturzo, compren deva nel suo programma molti postulati democratici che andavano incontro, entro certi limiti, alle richieste dei lavoratori e specie dei contadini delle regioni centro-settentrionali, dove il sindacalismo cattolico stava conducendo le sue piú vive battaglie. Ma sulle questioni di natura economico-sociale il PPI rivelava il suo carattere sostanzialmente conservatore, teso con il suo interclassismo a comporre anche gli interessi di gruppi conservatori e persino reazionari.

Il PSI, cui guardava la stragrande maggioranza della classe operaia, che spingeva per la presa del potere, stava vivendo uno dei suoi maggiori momenti di ascesa. Il numero degli iscritti era infatti passato dai 57.900 del 1914 -agli 83.500 del 1919, che diverranno 210.000 nel 1920. Ma il partito era travagliato da una profonda crisi interna, che lo rendeva sempre più incapace di comprendere gli avvenimenti e di indicare alle masse una sicura linea d'azione: i riformisti speravano ancora in una graduale evoluzione sociale; i massimalisti, ostili alla collaborazione con le forze borghesi, erano tuttavia incapaci di una decisa azione rivoluzionaria, che essi attendevano fatalisticamente.I dirigenti massimalisti della sezione socialista di La Spezia, influenzati dalla larga adesione popolare raccolta dalle loro posizioni al congresso nazíonale di Bologna, davano per scontato l'inizio del periodo rivoluzionario, che avrebbe portato all'abbattimento violento dello Stato borghese. Alle elezioni decidevano di presentare candidato per . La Spezia Angelo Bacigalupi, distintosi nelle lotte del cantiere Ansaldo, che godeva l'appoggio anche del dirigente socialista provinciale, avv. Agostino Bronzi. Per il Partito del lavoro, di tendenza ultrariformista (detto anche movimento dei tre anelli dal simbolo elettorale del partito) e che era diretto dall'avv. Giuseppe Canepa direttore del Lavoro di Genova, a La Spezia si presentavano l'avvocato Ubaldo Formentini, Mario Bettinotti ed altri..

Il gruppo Ansaldo intanto interveniva pesantemente nella vita politica della città, con la pubblicazione, nel novembre 1919, del quotidiano Il Tirreno, attorno al quale si volevano coalizzare le forze piú reazionarie del circondario, riprendendo il controllo del settore della informazione, dopo il periodo di sbandamento del dopoguerra.

 

ANTONIO BIANCHI :

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell'atea luce dell'anima nostra, scriviamo, scriviamo....
Scriviamo così, rapidamente, senza vane ricerche letterarie, senza ripugnanti ideologie teoriche, senza bigotte e sentimentali sdolcinature da isterici e politicanti, avvolti solo nel manto della nostra furibonda passione! Scriviamo soltanto parole di sangue, di fuoco e di luce! Scricchiola, striscia o mia ruvida penna di fuoco e di energia sul bianco candore di questo foglio, come striscia una lingua di vipera sulla tenera gola di un bambino innocente per dargli, col veleno, la morte. ("Verso L'uragano" da Il Libertario, 1919)

RENZO NOVATORE

 

 

Che il poeta tramuti in pugnale la sua lira! Che il filosofo tramuti in bomba la sua sonda! Che il pescatore tramuti il suo remo in formidabile scure.
E il nostro odio ride... Ride rosso. Avanti! Avanti per l'integrale conquista dell'Individualità e della Vita!
(parole conclusive del poema "Verso il nulla creatore")

 

RENZO NOVATORE

 

 

 

 

 

 

Non sono ancora riuscito a rintracciare con sicurezza alcuna notizia precedente al 1919 di un eventuale attivita' anarchica di Dante

 

 

La maggior fonte di informazioni su anarchici e sovversivi nel periodo precedente il fascismo e' il Casellario Politico Centrale, cioè una sorta di "database" cartaceo depositato presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma che aveva il compito di raccogliere le informazioni sugli elementi pericolosi nelle loro zone e renderli disponibili alle varie questure d'Italia.

 

Non esiste nessuna scheda a suo nome

 

 

Sui fatti e sul contesto locale dovrebbero servirmi le relazioni periodiche (settimanali e mensili) di prefettura, che dovrebbero essere in copia all'Archivio di Stato di La Spezia o di Genova

 

Qualcuno mi suggerisce esiste un archivio della OTO MELARA nel caso fosse gia' operaio della VICKERS TERNI

( la Vickers-Terni prendera' successivamente il nome di OTO MELARA )

 

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Carnesecchi e il Novatore

 

 

Verso la fine del conflitto i vertici militari cercarono di rimpinguare le divisioni del regio esercito , schierando anche i giovanissimi (i famosi nati nell'anno 1899) e chi aveva ormai passato l'età di leva o era stato precedentemente congedato. In quest'ultima categoria figurava Novatore, che nel 1912 era già stato giudicato non idoneo a prestare servizio militare.
In quegli oscuri giorni di morte però si vide recapitare la cartolina di precetto. Il 26 aprile 1918 Abele Ferrari, 28 anni, si allontanava senza permesso dal suo reggimento in partenza per il fronte per non farvi più ritorno.

 

Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) il 26 aprile 1918 disertatava dal reggimento in partenza per il fronte, e veniva condannato a morte in contumacia e ricercato come come disertore

 

Passo' la sua prima fase di latitanza nell'Appenino emiliano , ritornato successivamente ad Arcola era sicuramente rifugiato presso il Carnesecchi .

Secondo Tintino Rasi , che ne scrivera' , questo avveniva nella prima meta' del 1919

 

 

Questo vuol dire che il Carnesecchi era per il Novatore persona di cui potersi fidare ciecamente,

Una persona vicina alle sue idee

Da questo e' fortemente presumibile una militanza anarchica del Carnesecchi negli anni precedenti .

 

 

Da analizzare anche se c'e' qualche legame tra la latitanza di Renzo Novatore nell'Appennino emiliano e l'esser questa la terra di origine della madre del Carnesecchi 

 

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 Da una lettera di Renzo Novatore dopo la condanna a morte per Auro d'Arcola (allora confinato a Cagliari )



-Fratello, la mia esistenza ha in questi giorni acquistato la sua gioiosa e suprema ragion d'essere. La società che odio mi ha sentenziato la condanna a morte. Finalmente vivo con la bramante intensità, tutti i minuti, tutti gli attimi della mia vita; e il grido prepotente mi scoppia nel petto insidiato: voglio vivere, debbo vivere, vivrò, ora che son dannato. L'aspetto a piè fermo la jena insanguinata; sarò un mostro di ferocia...

 

Condannato a morte! ma come?! Ma se tutto il giorno vi fu nel cielo una frenetica danza di sole e di luce... Ma se tutto il giorno vi fu sulla terra una magica festa di profumo e di fiori, di musica e di poesia...

 

La notizia giunse fredda, cinica, inesorabile… Condannato a morte! Ma come?! Condannato a morte! Ma per cosa? Per ordine di chi? Chi ha il diritto di uccidermi? Lo Stato? La Società? L'Umanità? Guardai gli uomini proprio giù dentro l'anima. Volli vederne l'intima verità. Molti plaudirono, altri furono indifferenti. Pochi, pochissimi, piansero. Ma coloro che piansero, non piansero per solidarietà, per amicizia, per umanità. No: piansero per un'altra cosa. Ero solo. Solo colla morte! E pure era bella la vita. Bella, bella!.

 

 

 

 

 

 

Quali azioni ?

 

 

 

Dai ricordi di Tintino Persio Rasi e da quanto diremo dei fatti di Santo Stefano Magra e' possibile comunque dedurre come Dante gia'nel maggio del 1919 fosse da considerarsi un elemento di spicco nel movimento anarchico spezzino :

 

 

 

In quell'estate del 19 , ricorda Auro , << si cerco di risolvere il problema ( dei propagandisti rivoluzionari , n.d.a. ) delegandomi in motocicletta seguito da due valorosi compagni tra cui quel gigante dell'azione che fu Dante Carnesecchi , a fare quanti piu' borghi possibili ,ma giunti a Santo Stefano Magra ,……………..

 

 

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……. UN GIGANTE DELL'AZIONE ?

 

 

Quali azioni sono accreditabili a Dante Carnesecchi ?

Buona parte di queste non riusciremo a conoscerle , chi poteva testimoniarle e' oramai morto

 

Sono comunque azioni tali da spingere l'amico Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola ) a definirlo un gigante dell'azione .

 

Sono comunque azioni capaci di accendere la fantasia di Renzo Novatore , non certo di facile palato

 

E' evidente che queste non possono limitarsi ai soli fatti di Santo Stefano e dell'assalto alla polveriera

 

 

 

 

 

 

A me devono accostarsi soltanto coloro che gioiscono contemplando ardenti vulcani che lanciano verso le stelle le lave sinistre.... (...)
Ora tra il rogo ardente delle mie idee anch'io son diventato fiamma; e scotto, brucio, corrodo...
Io mi dichiaro in guerra aperta, palese e nascosta contro la Società: contro ogni Società! (da "Iconoclasta!)

RENZO NOVATORE 

 

-Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un fratello. E sulle labbra sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della vita libera. Ero solo... Ma nell'ombra sapevo che stava nascosta un'ardita falange di coerenti ed audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quell'anonima schiera... Che importa se gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle? Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società da veri ribelli, da Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale.

RENZO NOVATORE 



Solo il luccicar delle stelle, lo scorrere dei fiumi, il mormorio della foresta, dicono qualche cosa di ciò che vive in me. Chi non comprende le strane sinfonie della natura non può comprendere le strofe sonore delle mie maliarde canzoni. ("Al di sopra delle due anarchie", da "Vertice", 1921)

RENZO NOVATORE 



Che importa s'io devo vivere fra immense ondate di tenebra? Non sono forse io fatto di luce e di fiamma?
Io non ho mai veduto una cosa più bella dell'Anima della Notte! O Notte! O tenebra in cui scroscia e rimbomba il sarcastico riso della mia grande Vittoria sul Passato... (da il "Libertario, 1920)

 

RENZO NOVATORE 

 

 

 

 

 

 

 

( Estratto da L'Adunata dei Refrattari (The Call of Refractaires) I nostri caduti : Dante Carnesecchi )

 

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Durante il periodo dell'immediato dopoguerra , il territorio del circondario di Spezia fu particolare teatro d'una serie incessante di attentati anarchici contro le proprieta' , le polveriere , le caserme , le autorita' , le reti ferroviarie e telegrafiche. Ingenti patrimoni appartenenti allo stato ed ai privati andarono distrutti ; numerosi carabinieri ed

agenti della forza pubblica perirono sotto la folgore della rivolta; il prestigio dell'autorita' affogava nel ridicolo; i rivoltosi rimanevano ignoti , malgrado i numerosi arresti a casaccio . Il sospetto dell'autorita' cadeva sul gruppo d'audaci che scuoteva le basi dell'ordine e della sicurezza borghese . E piu' del sospetto avevano la certezza che il

Carnesecchi fosse tra questi , se non l'anima certamente il piu' temibile . Ma egli era un giovane senza precedenti giudiziari : Un incensurato che non lasciava traccia delle sue colpe. Si tento' , tuttavia , piu' volte d'incolparlo . Invano . La polizia si accaniva ad arrestarlo . La magistratura mancava d'ogni prova perfino indiziaria per procedere .

E non tardava a rilasciarlo in liberta'. ……………………..

 

 

………………..Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba ……………………..

 

 

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza ad effetto , fidando solo sulle sue forze. Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una

piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile. Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi

liberamente lo spirito . Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ;…………………………………………….

 

Auro d'Arcola 

 

 

Sembra emergere dalle parole di Auro d'Arcola la figura di un Dante Carnesecchi ribelle solitario , solitario dinamitardo , solitario attentatore e assaltatore

L’analisi e’ complessa

Sembra di capire dagli avvenimenti successivi che pur prediligendo l'azione individuale , sapeva talvolta adeguarsi all'azione coordinata condotta insieme ad altri .

Quello che e' probabile e' che non fosse il tipo che amava indugiare ed aspettare che gli altri si decidessero.

Nel contesto "democratico" odierno molto probabilmente ci sarebbe apparso come un pericoloso e temibile terrorista e cosi doveva apparire alla borghesia spezzina del primo novecento

In questa visione del pericoloso terrorista si spiegano gli aggettivi di "famoso" e di "terribile pregiudicato" che vedremo usare nei suoi confronti dalla stampa borghese e la sua fama quasi di mitico brigante

Noi che leggiamo , circa un secolo dopo , possiamo e dobbiamo avere una visione storica dei fatti :

Dobbiamo giudicare le sue azioni nel contesto di allora , nel clima di aspettativa del rivolgimento sociale che era invocato e sembrava a portata di mano della classe operaia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell'estate del 1919 scoppiarono in tutta Italia tumulti contro il carovita, la mancanza di lavoro, la fame. I sindacati erano i fermento ed in prima linea c'erano sempre gli anarchici; allo sfruttamento si rispondeva con lo sciopero, alla serrata padronale dello stabilimento si rispondeva con l'istituzione dei consigli operai di fabbrica e l'autogestione, alla violenza si rispondeva con la violenza. Su molte bocche, nelle piazze, serpeggiava la parola d'ordine "fare come in Russia" con evidente riferimento alla rivoluzione attuata dai bolscevichi di Lenin due anni prima. Nel maggio 1919 La Spezia cadeva nelle mani di un Comitato Rivoluzionario che riusciva a tenere testa ai militari ed a una spaventata borghesia L'illusione durò sino a metà giugno, quando un massiccio e determinato intervento di truppe stroncò ogni ulteriore tentativo di rivolta.

 

 

 

.

Insieme Dante Carnesecchi , Abele Ferrari Ricieri , Tintino Rasi accomunati nella stessa visione della lotta sociale, parteciparono ai primi tumulti operai che a suon di scioperi ed occupazioni squassarono in quel periodo buona parte del Nord Italia.

 

Il ruolo di primo piano avuto dal Carnesecchi nei tumulti di La Spezia emerge dalla parole che gli vedremo pronunciare a Santo Stefano Magra :……..ma chi e' lei ? un prefetto , un sottoprefetto ? lei non e' nulla e poi autorita' non ve ne sono piu' .Vada via , che qui comandiamo noi ; vogliamo fare come a Spezia

 

 

.

 

 

 

 

Nei giorni 11 e 12 giugno Spezia era stato teatro di grandi tumulti in cui Dante e i suoi compagni hanno un ruolo di primo piano .

 

Dante Carnesecchi , Renzo Novatore , insieme all'amico comune Auro D'Arcola, erano impegnati come oratori itineranti della causa rivoluzionaria nelle varie cittadine che circondano la grande città portuale ligure.

 

 

13 giugno 1919

 

UN TRAGICO COMIZIO A SANTO STEFANO MAGRA

 

 

Mentre il Carnesecchi avanzatosi verso il Blanc minacciosamente gesticolando gli gridava : Ma chi e' Lei un prefetto , un viceprefetto ? Lei e' nulla , vada via . Autorita' piu' non ve ne sono , comandiamo noi .Vogliamo fare quello che abbiamo fatto a Spezia trovasi al fianco sinistro del vicebrigadiere il Picchioni ed a fianco del carabiniere Vannini il Bellotti , echeggiarono quasi contemporaneamente quattro colpi di rivoltella ed i due militi caddero mortalmente feriti.

 

 

 

 

 

Scrive : Massimo Novelli "Cavalieri del nulla : Renzo Novatore poeta Sante Pollastro bandito" . Galzerano editore

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In quell'estate del 19 , ricorda Auro , << si cerco di risolvere il problema ( dei propagandisti rivoluzionari , n.d.a. ) delegandomi in motocicletta seguito da due valorosi compagni tra cui quel gigante dell'azione che fu Dante Carnesecchi , a fare quanti piu' borghi possibili ,ma giunti a Santo Stefano Magra , mentre io stavo concionando la folla , sbucarono non si sa da dove un milite e un brigadiere dei carabinieri ;quest'ultimo con fare burbanzoso mi intimo' di allontanarmi . Ne nacque un violento battibecco , durante il corso del quale dalla folla che stava alle spalle dei militi echeggiarono fulmineamente tre colpi di revolver . I due gendarmi stramazzarono al suolo , la folla si sbando' con un grido di orrore , mentre dalla parallela provinciale giungeva una lunga teoria di camions carichi di armati >>

Chi sparo' dalla folla ? il Novatore ammesso ( e non lo sapremo mai ) che fosse presente ? o il Carnesecchi , il che spiegherebbe in parte la furia omicida dei carabinieri di due anni dopo ? Non abbiamo risposte

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Renzo Novatore in realta' non era presente mentre erano presenti sia Dante che Tintino Rasi

 

 

In realta' il processo istruttorio , ben condotto , chiarisce abbastanza bene i fatti : chiarisce chi era presente , individua gli esecutori materiali ma non chiarisce chi diede l'ordine di sparare

I carabinieri , nonostante l'assoluzione successiva , continuarono a ritenere che l'omicidio fosse stato preordinato e che fosse stato il Carnesecchi a dare il segnale del fuoco agli esecutori materiali , ritenendo essere il Carnesecchi a capo del gruppo dei quattro anarchici forestieri

 

Del processo istruttorio in cui Dante Carnesecchi non e' presente perche' latitante , mi ha colpito la frase di un testimone : << parlava sempre col " noi " sembrava che per lui l'io non esistesse >> : cioe' sembrava parlasse a nome di tutti , cioe' sembrava il capo di quel gruppo di 4 persone venute da Spezia

 

 

 

Durante uno di quei comizi improvvisati, in località Santo Stefano Magra, il 13 giugno 1919 due carabinieri, sopraggiunti improvvisamente per sgomberare l'assembramento, vennero colpiti

da quattro colpi di pistola .

Uno dei carabinieri Vannini Vincenzo mori mentre il brigadiere Blanc Antonio sopravvisse

Ho rintracciato presso l'Archivio di stato della Spezia la fase istruttoria del processo : Fondo Tribunale busta 355 fascicolo I

Al fatto partecipano 4 "forestieri" come vengono definiti , e 6 individui del posto " tutti iscritti a partiti sovversivi " tra essi spicca Lombardi Alfredo

I 4 forestieri sono : Rasi Tintino Persio , Carnesecchi Dante , Picchioni luigi , Bellotti Pasquale

E' un pezzo di un certo valore storico : Dopo i disordini della spezia alcuni "iscritti a partiti sovversivi " di Santo stefano invitano 4 duri da La Spezia ( "siccome quelli del luogo non avevano il coraggio di iniziare l'opera criminosa si attendevano individui che a tal uopo dovevano giungere da La Spezia e da Arcola " ) per tenere un comizio a Santo stefano Magra , comizio che avrebbe dovuto essere il motivo d'innesco dei disordini nella cittadina.

Rasi Tintino che era salito su un muretto di piazza Vittorio Emanuele aveva iniziato il comizio viene invitato dal brigadiere a scendere (" Mi ritiene forse un bambino ? l'ho gia' detto che non posso permettere che si tenga un pubblico comizio perche' cio' e' proibito .Si cerchi una sala e allora lo potra' tenere in privato.); mentre il Rasi ubbidisce interviene il Carnesecchi , avendo di fianco Lombardi Alfredo ,che affronta di faccia il brigadiere "mentre il Carnesecchi avanzava verso il Blanc , minacciosamente gesticolando , gli gridava Ma chi e' lei ? un prefetto , un sottoprefetto ? Lei non e' nulla e poi autorita' non ve ne sono piu' . Vada via che qui comandiamo noi , vogliamo fare quello che abbiamo fatto a Spezia " ( intendendo : fare un comizio come abbiamo fatto a Spezia nei giorni precedenti , senza che nessuno ce lo impedisca ) .

Quindi davanti ai due carabinieri si trovano Tintino Rasi ,Carnesecchi, e Lombardi Alfredo. Dietro di fianco ai due carabinieri ci sono Picchioni Luigi e Bellotti Pasquale

Mentre il Carnesecchi minaccia il brigadiere , il Lombardi avrebbe secondo l'accusa dato un segnale

Partono 4 colpi di rivoltella , entrambi i carabinieri cadono colpiti alla testa ed uno muore . " Nello stesso tempo si udirono , quasi contemporaneamente quattro colpi di rivoltella ,ed i due militari dell'Arma colpiti al capo nella parte posteriore, cadevano al suolo."

In realta’ ritengo che piu' del Lombardi poteva essere accusato piu’ facilmente il Carnesecchi

 

-- Era latitante (a proposito i carabinieri specificano di non essere in possesso di alcuna fotografia di Tintino Rasi : " Non si e' mancato tuttavia di diramare le loro ricerche a tutti i Comuni dipendenti e limitrofi , nonche' a quello superiore di divisione , inviando le fotografie del Bellotti e del Carnesecchi . Del Rasi nessuna se ne e' potuta trovare.)

-- Alcuni testimoni accusavano il Carnesecchi di aver sparato .

"Qualche testimone accenna che il Blanc sarebbe stato colpito dal forestiere (Carnesecchi ) che intervenne vivacemente quando il brigadiere ingiunse al Rasi di smettere dallo arringare la folla : e' un mero errore di logica che, data la distanza dell'osservatore , deriva dall'aver associato i movimenti del braccio eseguiti indubbiamente dal Carnesecchi , ai colpi che si udirono quasi contemporaneamente ; ma l'errore viene perentoriamente eliminato non solo in base a quanto sopra e' detto ma ancora tenendo presente che il Carnesecchi distante piu' di tre metri dal brigadiere e quasi di fronte a costui , mentre i colpi furono sparati pel lato sinistro ed a brucciapelo (v.perizia medica ed ispezione di localita' )

 

Sembrava parlasse a nome di tutti , cioe' sembrava il capo di quel gruppo di 4 persone venute da Spezia << parlava sempre col " noi " sembrava che per lui l'io non esistesse >>

Il Procuratore del Re ipotizza che avanti il comizio il Lombardi e le altre persone del luogo avessero concordato con i forestieri , cosa doversi fare in caso d'intervento dei carabinieri ( inquadra in tale intesa il gesto del Lombardi che avrebbe dato il via alla sparatoria )

 

Invece viene accusato il Lombardi , di conseguenza viene scagionato il Carnesecchi e mandato assolto da ogni accusa e cosi pure Tintino Rasi .

Verrano infatti accusati dell'omicidio del Vannini Picchioni Luigi di Adolfo e Lavazzi Teresa , nato a Chiavari il 21 Aprile 1893 e domiciliato in frazione Termo d'Arcola operaio

Del ferimento con intenzione omicide del brigadiere Blanc viene accusato Bellotti Pasquale fu Pietro ,e di Gazzani Giuditta nato ad Arcola il 27 aprile 1890 e domiciliato in frazione Bottagna del comune di Vezzano Ligure, carpentiere e noleggiatore di biciclette

Di correita' per avere ordinato gli spari Lombardi Alfredo fu Angelo e di Farina Irene nato a Caprigliola il 28 dicembre 1886 ed ivi domiciliato , bracciante (" Allora il Carnesecchi , che era accanto al Rasi , intervenne vivacemente, gesticolando con le braccia e dicendo che li comandavano loro e nessun altra autorita'. Si vide allora il Lombardi che trovandosi vicino e sulla destra del Carnesecchi fare un un segnale col braccio : al quale segnale sussegui immediatamente lo sparo…." )

 

" considerato che le armi adoperate contro il vicebrigadiere Blanc e il carabiniere Vannini l'esplosione dei colpi a brevissima distanza dalle loro persone , e quasi a bruciapelo , le parti vitalissime prese di mira ,dimostrano in modo non dubbio che quelli che spararono agirono con precisa intenzione omicida ; che la premeditazione e' stabilita col fatto della contemporanea azione delli Picchioni e Bellotti ;susseguita immediatamente al segnale del Lombardi ; il che dimostra che erasi tra i tre preordinato il delitto e il modo di compierlo.

 

 

 

Tintino Rasi ( Auro d'Arcola ) parlera’ come presenti di lui e 2 valorosi compagni ( in realta' erano come abbiamo visto erano in quattro )

Probabilmente parlera’ cosi per proteggere , evitando ammissioni , chi era in quel momento ancora in carcere

 

 

 

 

 

PROCESSO ISTRUTTORIO SUI FATTI DI SANTO STEFANO MAGRA

 

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Legione territoriale dei carabinieri reali

 

La Spezia 26 giugno 1919

 

Oggetto Omicidio in persona del carabiniere a cavallo Vannini Vincenzo e mancato omicidio in persona del Brigadiere a cavallo Blanc Antonio

 

In seguito ai noti fatti avvenuti in Spezia il giorno 11 e 12 giugno u.s. anche nel paese di S.Stefano Magra ,ad opera specialmente dei sottonotati individui,

come risulta dalle indagini in seguito esperite .incominciarono a circolare voci di probabili saccheggi dei negozi nonche'delle case delle persone piu' facoltose del luogo."

  1. Ferrarini Ferdinando detto Rondo………………….bracciante
  2. Arzela' Antonio detto Maiu………………………..bracciante
  3. Pasquinelli Federico detto Bluco……………………bracciante.
  4. Rossi Dante……………………………………..bracciante
  5. Ferrarini Luigi detto Negro………………….bracciante
  6. Lombardi Alfredo fu Angelo e di Farina Irene nato a Caprigliola il 28 dicembre 1886 ed ivi domiciliato, bracciante

Tutti iscritti a partiti sovversivi . Si diceva tra l'altro che era gia' pronta la nota dei locali da devastare , ma siccome quelli del luogo non avevano il coraggio d'iniziare l'opera criminosa , si attendevano uomini che a tal uopo dovevano giungere da Spezia e da Arcola.

La popolazione di S.Stefano magra si allarmo' e pertanto nel pomeriggio del giorno 12 , si recavano in luogo per le opportune indagini e per tranquillizzare gli abitanti , il Maresciallo

Maggiore Ghisoni Giuseppe Comandante della stazione dei C.C.R.R. di Sarzana , ed interinalmente anche della Tenenza , unitamente al Brigadiere a cavallo Blanc Antonio ,al Carabiniere

a cavallo Vannini Vincenzo ed al Carabiniere ausiliario Canepa Lorenzo, nonche' a 20 militari del Distaccamento del 21 Reggimento Fanteria dislocato a Sarzana.

La giornata pero' trascorse tranquillamente e pertanto alle ore 23 , tanto piu' che a Sarzana correvano voci di imminenti movimenti popolari , il Maresciallo Ghisoni ed il carabiniere

Canepa facevano rientro alla loro stazione , con buona parte dei soldati , lasciando in luogo , per il mantenimento dell'ordine pubblico ,il brigadiere Blanc , con il Carabiniere Vannini

e 6 soldati al comando del sergente Tartarelli Giovanni.

Anche la mattinata del 13 trascorse tranquillamente , ma alle ore 16 giungevanno a S.Stefano Magra , i primi due su di una stessa motocicletta, guidata dal Picchioni ,e gli altri su

biciclette , i seguenti individui , che solo in seguito a non facili indagini , poterono essere identificati:

  1. Picchioni Luigi di Adolfo e di Lavazzi Teresa nato a Chiavari il 21 Aprile 1893 e domiciliato a Termo d'Arcola ( frazione Arcola ) operaio
  2. Rasi Tantino Persio di Mario e Maissi Maria , nato ad Arcola il 15 settembre 1893 ed ivi domiciliato , fattorino telegrafico
  3. Carnesecchi Dante fu Giuseppe e di Fontana Luigia , nato a Vezzano Ligure il 12 marzo 1892 e domiciliato in frazione di Termo d'Arcola ( Comune di Arcola ) ,operaio della Vickers Terni ( e' cancellato noleggiatore di biciclette )
  4. Bellotti Pasquale fu Pietro e di Gazzani Giuditta nato ad Arcola il 27 Aprile 1890 e domiciliato in frazione Bottagna del comune di Vezzano Ligure , carpentiere e noleggiatore di biciclette.

Deposte le macchine contro il muro esterno dell'osteria Camaiora , sita nella piazza principale del paese , i suddetti individui si unirono a quelli in principio citati e poco dopo mentre tutti

gli altri si trattenevano nell'osteria del Camaiore a bere della birra , il Lombardi Alfredo e il Rossi Dante si avvicinavano al Brigadiere Blanc che unitamente al dipendente , si trovava in servizio

di pattuglia sulla piazza , chiedendogli il permesso di tenere un pubblico comizio. Il sottufficiale rispose negativamente , in quanto cio' era proibito, soggiungendo pero' che nulla aveva in contrario

che il comizio fosse tenuto in locale privato, ed i due si allontanarono senza ribattere.

Dopo pochi minuti giunse sulla piazza in automobile il sig. Petriccioli di Aulla con un Carabiniere di quella stazione dell'Arma , chiedendo rinforzi in quanto dei malviventi saccheggiavano

cola' i negozi , ma il Blanc rispose non potersi allontanare ed il sig. Petriccioli riparti'.

Fu nel lasciare l'automobile che il sottufficiale si accorse che il Rasi Tantino salito su un muricciolo esistente nella piazza incominciava a parlare pubblicamente , benche in luogo non vi fossero

che una cinquantina di persone in tutto , che ivi si trattenevano separatamente , ed egli allora unitamente al Carabiniere Vannini si avvicino' senz'altro al Rasi dicendogli ( Mi ritiene forse

un bambino ? l'ho gia' detto che non posso permettere che si tenga un pubblico comizio perche' cio' e' proibito .Si cerchi una sala e allora lo potra' tenere in privato.)invitandolo nel contempo a scendere

dal muricciolo.

Il Rasi ubbidi , ma contemporaneamente davanti al Brigadiere , senza pero' salire sul muro si pose il Carnesecchi Dante , il quale avendo a se' vicino il Lombardi Alfredo , con le mani alzate e

minacciosamente , disse al brigadiere ( ma chi e' lei ? un prefetto , un sottoprefetto ? lei non e' nulla e poi autorita' non ve ne sono piu' .Vada via , che qui comandiamo noi )

Nello stesso tempo si udirono , quasi contemporaneamente , quattro colpi di rivoltella ed i due militari dell'arma colpiti al capo nella parte posteriore , cadevano al suolo.

Segui un fuggi fuggi ed il Rasi e compagni poterono indisturbati rimontare sulle loro macchine e partire verso Ponzano Magra

Date le poche persone che si trovavano nella piazza e che fino a quel momento nessun serio indizio di turbamento dell'ordine pubblico si era manifestato , il Brigadiere Blanc non aveva creduto

necessario fossero presenti anche i militari del Reggio Esercito , posti a sua disposizione , e , li aveva pertanto lasciati nel loro accantonamento , sito nei locali del teatrino del luogo, con l'ordine

pero' di tenersi pronti ad accorrere nel caso li avesse fatti chiamare ed a tal uopo aveva condotto seco il soldato Montani Paris

Questi allorche' il sottufficiale Blanc confabulava col sig. Petriccioli era rimasto indietro di una ventina di metri ad attendere ,ne' il Sottufficiale penso' a chiamarlo di nuovo presso di se' allorche

si porto' dal Rasi per invitarlo a smettere di parlare .

Il soldato pertanto uditi gli spari e veduto i due militari dell'Arma stesi a terra , senza aver nulla compreso del come il tragico avvenimento si fosse svolto , trovandosi solo non seppe far altro che

correre a chiamare il sergente, il quale giunse subito in luogo con i soldati , ma i malviventi erano gia' partiti . Ed egli allora aiuto' i piu' pietosi e coraggiosi a raccogliere i due feriti ed a trasportarli

nella vicina casa del medico Boeri , il quale riscontro' subito che il Vannini era in agonia avendogli un proiettile trapassato il collo ed altro il cranio e che il Brigadiere Blanc era in serio pericolo di

vita , siccome colpito da un proiettile al collo e da altro al capo , quest'ultimo senza fuoriuscita.

Informato , a mezzo telegrafo e telefono , il Comandante la Stazione di Sarzana del luttuoso avvenimento , egli accorreva subito in luogo in automobile ed a mezzo di lettighe provvedeva a che i due militari venissero trasportati all'Ospedale Civile di Sarzana , ove la sera stessa alle ore 22,30 il Carabiniere Vannini cessava di vivere in seguito alle ferite riportate

Contemporaneamente all'avviso telefonico e telegrafico giungeva a Sarzana in motocicletta il Picchioni Luigi , che presentatosi a quel Delegato di P.S. ed a quel Commissario Regio racconto' che trovandosi a passare per S.Stefano Magra , era venuto a conoscenza che due Carabinieri erano stati ivi feriti.

Siccome fino a quel momento nulla dava a sospettare che il Picchioni avesse preso parte al fatto , egli non venne trattenuto.

La sera stessa con opportuni rinforzi si recava sul posto lo scrivente che in base alle indagini subito praticate come pure da quelle in seguito esperite e dalle recenti dichiarazioni fatte dal brigadiere

Blanc , che trovasi in via di guarigione , ha potuto stabilire che autore dell'omicidio del Carabiniere Vannini fu il Bellotti Pasquale ed autore del mancato omicidio del Brigadiere Blanc fu il Picchioni Luigi , i quali alla sinistra dei due militari , simultaneamente spararono ciascuno due colpi di rivoltella.

Assodato infatti che gli autori del brutale assassinio dovevano unicamente ricercarsi tra coloro venuti da fuori ed escludendo il Brigadiere Blanc che sia il Rasi che il Carnesecchi abbiano potuto sparare , in quanto essi si trovavano dinnanzi a lui a due metri circa di distanza , non rimangono che il Bellotti e il Picchioni. Non e' ancora stato possibile fare il confronto tra quest'ultimo e il Blanc , ma il brigadiere afferma che l'individuo che aveva alla sua sinistra , indossava pantaloni bianchi e giacca scura ed in tal modo vestiva appunto il Picchioni.Il Blanc soggiunge che mentre il Carnesecchi parlava udi dietro a se un colpo di rivoltella ,che sarebbe il primo sparato contro il Carabiniere Vannini; voltata di scatto la testa vide una canna di rivoltella puntata contro il suo orecchio sinistro ed immediatamente colpito stramazzo' al suolo.

Da piu' testimonianze avute e' risultato altresi che il Picchioni porto' dopo il fatto , sulla propria motocicletta e fino a Ponzano Magra il Rasi , il quale scese a detto paese , dirigendosi a piedi verso Arcola , attraverso il fiume Magra.

La sera stessa venne proceduto all'arresto del Ferrarini Ferdinando , dell'Argela' Antonio, del Pasquinelli Federico , del Rossi Dante e del Lombardi Alfredo quali complici dell'assassinio e cio' sia perche' essi erano insieme agli autori del reato , sia perche' le voci da loro in precedenza sparse in Santo Stefano Magra dimostrano all?evidenza , come fossero d'accordo con i quattro venuti da fuori di provocare disordini anche in detto paese.

Il giorno 15 successivo in Termo d'Arcola fu proceduto all'arresto del Picchioni Luigi ed il 16 successivo si costituiva ai Carabinieri di Sarzana il Ferrarini Dante , prevedendo di non poter sfuggire alle ricerche dell'Arma . Rimangono tuttora latitanti il Bellotti,il Carnesecchi ed il Rasi , ma i servizi per la loro cattura a cui sono adbite cinque squadriglie di militari dell'Arma , continuano e si spera diano risultati favorevoli

Non si e' mancato tuttavia di diramere le loro ricerche a tutti i Comandi dipendenti e limitrofi , nonche' a quello Superiore di Divisione , inviando anche ai Comandi maggiormente interessati le fotografie del Bellotti e del Carnesecchi .Del Rasi nessuna se ne e' potuta trovare.

Il Capitano Comandante La Compagnia

Ugo Barattini

 

 

 

 

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Sarzana 19 settembre 1919

 

A tenore dell'articolo 265 C.P.P. nel trasmettere alla S.V.gli uniti atti mi onoro riferire quanto segue . Appena verificatisi nel giugno u.s. i sanguinosi fatti di Spezia , non pochi elementi tra i piu' torbidi e violenti ,

tentarono con ogni mezzo di estendere i disordini nei comuni circonvicini.

E' certo che il giorno 13 giugno nelle ore pomeridane arrivarono in Santo Stefano Magra quattro forestieri identificati poi per Picchioni Luigi , Rasi Tintino ,Carnesecchi Dante e Bellotti Pasquale , i quali accolti dagli altri imputati e dopo breve sosta nell'osteria di Camaiore Annibale ( v.fg 50), si portarono sulla Piazza Vittorio Emanuele di quella borgata.

Il Lombardi Alfredo -essi presenti-chiedeva al Brigadiere dei Reali Carabinieri Blanc Antonio il permesso di tenere un pubblico comizio ; ma ne ebbe risposta negativa (foglio 61). In quel mentre giungeva in quei pressi un automobile con entro due militari , i quali domandarono allo stesso Blanc se poteva mandare rinforzi ad Aulla , dove erano avvenuti gravi disordini e subito ripartirono.Intanto era accaduto che , mentre il Blanc scambiava poche parole per rispondere ai due militari, il Rasi, salito su di un muricciuolo aveva cominciato ad arringare la folla.

Il Brigadiere ritornato sui suoi passi, ingiungeva al Rasi di smettere :questi alla fine discese restando per altro dietro il muricciuolo.

Allora il Carnesecchi, che era accanto a lui, intervenne vivacemente , gesticolando con le braccia e dicendo che li comandavano loro e nessun altra autorita'.Si vide allora il Lombardi , che trovavasi vicino e sulla destra del Carnesecchi , fare un segnale col braccio :al quale segnale sussegui immediatamente lo sparo( fg. 69). Fu il tragico momento in cui tanto il Blanc quanto il Carabiniere Vincenzo Vannini ( che di poco era dietro di lui ) caddero mortalmente feriti.

Chi tiro' contro di loro ? …………………….che il Picchioni fu precisamente colui il quale ebbe a tirare due colpi di rivoltella contro il Blanc : infatti egli soltanto trovavasi sulla sinistra del Brigadiere ed a distanza di appena un metro e cinque centimetri (v. dep. Blanc f.76- verbale d'ispezione localita'-rilievo topografico annesso, nonche' verbale di riconoscimento a f 77 )

Nessuno vide chi ebbe a tirare contro il povero Carabiniere Vannini , di poi morto per le ferite ricevute ; per via d'esclusione si giunge senz'altro al Bellotti . Ma , se pur non ricorresse un cosi grave indizio , stanno contro di lui altre schiaccianti circostanze , quali la fulminea fuga dal luogo del delitto in compagnia del Picchioni , del Carnesecchi e del Rasi , l'essersi dato insieme a questi ultimi due immediatamente alla latitanza , che perdura ancora.

Qualche testimone accenna che il Blanc sarebbe stato colpito dal forestiere (Carnesecchi ) che intervenne vivacemente quando il brigadiere ingiunse al Rasi di smettere dallo arringare la folla : ma

e' forse un mero errore di logica che, data la distanza dell'osservatore , deriva dall'aver associato i movimenti del braccio eseguiti indubbiamente dal Carnesecchi , ai colpi che si udirono quasi

contemporaneamente ; ma l'errore viene perentoriamente eliminato non solo in base a quanto sopra e' detto ma ancora tenendo presente che il Carnesecchi distante piu' di tre metri dal brigadiere

e quasi di fronte a costui , mentre i colpi furono sparati pel lato sinistro ed a brucciapelo (v.perizia medica ed ispezione di localita' )

Con ossequio

Il Procuratore del Re

 

 

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Sarzana 25 settembre 1919

A tenore dell'articolo 265 C.P.P. nel trasmettere alla S.V.gli uniti atti mi onoro riferire quanto segue.

Nel giugno u.s. in S.Stefano Magra , come in tutti i centri rurali ed urbani della regione , ferveva una intensa agitazione popolare , a fine prevalentemente economico ambiguamente esacerbata da taluni elementi anche a fine politico. Fino a quel giorno a S.Stefano la predetta agitazione si era mostrata latente e in potenza e cio' per il prevalere della popolazione rurale restia per una naturale inclinazione a iniziative sovvertitrici dell'ordine. Per cio'gli elementi piu' facinorosi attendevano e procacciavano la scintilla provocatrice venisse dal di fuori. Cosi i membri della locale sezione dell'Unione Sindacale Italiana di cui e' presidente il Lombardi Alfredo , si erano abboccati con agitatori dei dintorni ,i quali all'uopo si erano recati a S.Stefano , ove le autorita' locali tentavano frattanto di prendere provvedimenti che valessero a tutela dell'ordine pubblico , ma a soddisfare anche nel limite del possibile i desiderata economici della popolazione .Da tali adunanze delle autorita' erano pero' stati esclusi gli elementi leghisti e tesserati.

Nel pomeriggio del 13 giugno ……………………………………………………………………………………segue

 

 

 

 

 

 

LATITANZA DEL CARNESECCHI PER I FATTI DI SANTO STEFANO MAGRA

13 giugno 1919---15 gennaio 1920

 

 

La latitanza del Carnesecchi e la sua ricerca comporta come conseguenza che anche Renzo Novatore da lui ospitato non e' piu' al sicuro

<< in seguito a questo fatto - ci dice Auro - Renzo che coabitava col Carnesecchi dovette precipitosamente "spostarsi " Portatosi in una capanna nel Sarzanese , per la delazione di un contadino confinante , veniva accerchiato da una cinquantina di carabinieri ed arrestato in condizioni drammaticissime>> Questo il 30 giugno 1919 ( Rimarra' in prigione fino al 2 settembre 1919 )

 

 

 

 

 

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ASSOLUZIONE DEL CARNESECCHI PER I FATTI DI SANTO STEFANO MAGRA

15 gennaio 1920

 

 

 

In nome di Sua Maesta' Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e volonta' della nazione Re d'Italia , l'anno 1920 il giorno 15 del mese di gennaio in Genova

La Sezione d'accusa presso la Corte d'appello di Genova composta dai signori :

1) Cav.Galletti Alfredo presidente

  1. Cav.Lavagna Giuseppe Consigliere
  2. Cav. Caielli Giuseppe Consigliere

 

Riunta in Camera di Consiglio ha pronunciato la seguente sentenza nel procedimento penale contro

  1. Picchioni Luigi……………………………………………………….operaio meccanico detenuto dal 15 giugno 1919
  2. Rasi Tintino Persio di Marino e di Menicci Maria nato il 15 settembre 1983 in Arcola ivi residente fattorino telegrafico latitante
  3. Carnesecchi Dante Fortunato guido fu Biagio Giuseppe e di Fontana Lucia nato il 12 marzo 1892 in Vezzano Ligure a Termo d'Arcola operaio-LATITANTE
  4. Bellotti Pasquale ……………………………………………………………….carpentiere e noleggiatore di biciclette - latitante
  5. Lombardi Alfredo……………………………………………………………….elettricista -detenuto dal 13 giugno 1919
  6. Pasquinelli Federico…………………………………………………………..negoziante-gia' detenuto dal 13 giugno al 23 agosto 1919
  7. Azzela' Giacomo Antonio……………………………………………………..operaio-gia' detenuto dal 13 giugno al 23 agosto 1919
  8. Ferrarini Ferdinando GianBattista Arturo di Alfonso……………………………operaio meccanico -gia' detenuto dal 13 giugno al 23 agosto 1919
  9. Ferrarini Luigi di Felice…………………………………………………………operaio-gia' detenuto dal 16 giugno al 23 agosto 1919
  10. Rossi Dante Felice Serafini Giovanni………………………………………….operaio-gia' detenuto dal 13 giugno al 23 agosto 1919

imputati

i primi cinque :

a) del delitto previsto dall'articolo

 

 

gli altri cinque di complicita' nei suddetti delitti ai sensi dell'art. 64 del codice penale per avere nel 13 giugno1919 in Santo stefano Magra eccitata la risoluzione degli autori materiali a commetterli , dando loro istruzioni facilitandone la esecuzione , e prestando assistenza ed aiuto prima e durante i fatti .

La istruttoria ha stabilito in fatto che nel giugno scorso quando avvennero i noti disordini , anche nel piccolo paese di Santo Stefano Magra si manifestarono propositi sovversivi .

Corsero voci di probabili saccheggi , e si diceva che erano gia' designati i negozi e le abitazioni dei piu' facoltosi del luogo da devastarsi.

Si accerto' che tali idee erano espresse da iscritti alla locale Sezione dell'Unione Sindacale Italiana di cui presidente era il Lombardi Alfredo imputato, e soci erano i coimputati Pasquinelli Federico , Arzela' Giovanni Antonio , Ferrarini Ferdinando , Ferrarini Luigi e Rossi Dante . Si diceva anche che per iniziare l'opera criminale si sarebbero attesi dal di fuori uomini piu' evoluti perche' quelli del paese aderenti a tale progettata progettata azione non ne avevano il coraggio.Ed infatti nulla avvenne sino al pomeriggio del 13 giugno in cui giunsero verso le ore 16 in paese il Picchioni Luigi , il Rasi Tintino , il Carnesecchi Dante ed il Bellotti Pasquale , i primi due su di un'unica motocicletta , e gli altri due su biciclette , accolti dal Lombardi , e dagli altri suindicati .

In quel giorno attendevano in paese al servizio di pubblica sicurezza il Vice brigadiere dei Reali Carabinieri Antonio Blanc col carabiniere Vannini Vincenzo , oltre a sei soldati con un sergente , ma solo i primi due si trovavano di pattuglia sulla piazza del paese quando giunsero i quattro forestieri , essendo i militari di truppa accantonati in altra localita'

Appena giunti i quattro suindicati , dopo aver deposto le macchine che montavano fuori dell'osteria di certo Camaiore annibale , entrarono nell'osteria stessa col Lombardi e compagni, ma il Lombardi con il Rossi Dante ne uscirono poco dopo , per avvicinarsi al vice brigadiere Blanc e chiedergli il permesso di tenere sulla piazza un comizio pubblico .Dovette il vicebrigadiere Blanc rispondergli che non lo poteva , essendo in quei giorni vietati i comizzi pubblici , ma spiegandogli che avrebbero potuto tenere il comizio in locale privato.

Non insistettero piu' oltre il Lombardi ed il Rossi i quali allontanatisi dal vice brigadiere Blanc si riunirono ai quattro forestieri e compagni usciti nel frattempo dall'osteria del Camaiore .

Ma nonostante il divieto , il Rasi Tintino , approfittando di un momento in cui il vice brigadiere col carabiniere Vannini furono distratti da altre cure di servizio , sali su di un muricciolo limitante la piazza , cominciando di la' a parlare al pubblico intorno a lui radunatosi.

Ma accorse subito il vice brigadiere Blanc col carabiniere Vannini , ed impose con buoni modi al Rasi di desistere e di scendere dal muricciuolo , ed il Rasi ubbidi . Da questo momento si sciolse in modo rapidissimo la tragica scena .

Mentre il Carnesecchi avanzatosi verso il Blanc minacciosamente gesticolando gli gridava : Ma chi e' Lei un prefetto , un viceprefetto ? Lei e' nulla , vada via .Autorita' piu' non ve ne sono ,comandiamo noi .Vogliamo fare quello che abbiamo fatto a Spezia trovasi al fianco sinistro del vicebrigadiere il Picchioni ed a fianco del carabiniere Vannini il Bellotti , echeggiarono quasi contemporaneamente quattro colpi di rivoltella ed i due militi caddero mortalmente feriti.

Alla vista dell'efferato delitto subito la piazza si sfollo'sicche' il Picchiotti ed il Rasi rimontando sulla motocicletta , il Carnesecchi ed il Bellotti sulle loro biciclette con cui erano venuti , poterono darsi a rapida fuga .

Il Picchioni poi lasciato a Ponzano Magra il Rasi il quale per viottoli di campagna si avvio ad arcola , giunto che fu a Sarzana , all'evidente scopo di allontanare i sospetti , ebbe l'audacia di recarsi dal Delegato di P.S. per avvisarlo che passando per l'abitato di S.Stefano Magra aveva visto ferire due carabinieri.

Le lesioni riportate dai due militi furono per il Blanc una ferita all'orecchio sinistro ed una alla regione della nuca ; per il Vannini una ferita al terzo superiore del padiglione dell'orecchio sinistro ed un'altra alla regione occipitale sinistra , i due feriti ricoverati dapprima nell'abitazione del medic del luogo Dottor Valerio Boeri, furono poi trasportati all'ospedale Civile di Sarzana.

Il Vannini vi moriva in quella stessa sera alle ore 22,30 esclusivamente a causa delle lesioni mortali riportate, come si accerto' dopo la morte, con perizia medico legale .Invece il vicebrigadiere Blanc , dopo eser stato in pericolo di vita , guari fortunatamente in giorni quaranta .

Vennero nello stesso giorno arrestati Lombardi , Pasquinelli , arzala' , il Ferdinando Ferrarini ed il Rossi nel 15 giugno il Picchioni e nel 16 il Luigi Ferrarini.

Rimasero latitanti il Rasi ,il Carnesecchi ,ed il Bellotti , contro i quali per spiccato mandato di cattura , procedendosi contro di loro per i delitti rispettivamente addebitati in capo d'imputazione.

Durante l'istruttoria furono scarcerati per insufficienza d'indizi il Pasquinelli , l'Arzela' , il Rossi ed i due Ferrarini-

Considerato riguardo alla prova della responsabilita' degli imputati , che il vicebrigadiere Blanc ,udito il primo colpo che fu sparato contro il carabiniere Vannini , si volto' urto' con la guancia sinistra contro una canna di rivoltella , che in quell'istante gli fu sparata quasi a bruciapelo nel cadere a terra dopo questo primo colpo , fu colpito da un secondo proiettile

Risulta che chi sparo' contro di lui fu il Picchioni ,per la dichiarazione dello stesso Blanc e per il giudiziale suo riconoscimento (pag. 62,76 e 77 vol.I ) e da quanto hanno deposto i testimoni Ravini Pietro e Chiappini Vittorio (19 e 20 vol. I )

Il Picchioni come gia' si e' esposto fatto il colpo fuggi col Rasi con la motocicletta , ed il teste Ravini appunto depone che l'individuo che guidava la motocicletta era quello che aveva sparato contro il vice brigadiere , mentre quello che aveva voluto arringare la folla stava dietro di lui sulla stessa macchina.

Il teste Chiappini a sua volta noto'che chi sparo' contro il vicebrigadiere portava in capo la paglietta , e che questi portasse fu dallo stesso Picchioni ammesso , e pure dichiarato dal Blanc nel mentre che afferma che il Picchioni era l'unico individuo che si trovasse alla sua sinistra alla distanza di circa un metro

Inoltre la stessa posizione del Picchioni che si trovava un poco all'indietro a sinistra delBlanc, che e' appunto quello che , a giudizio del perito dottor Rolando , doveva avere il feritore nel momento dello sparo, conferma vieppiu' la prova di colpevolezza del Picchioni.

Riguardo al Bellotti e' anzitutto da notarsi che i suoi precedenti lo designano come individuo capacissimo del delitto che gli e' addebitato ,ed in secondo luogo che piu' chiara non potrebbe risultare la prova della sua colpevolezza , cioe' di aver ucciso il carabinieri Vannini,

E' certo che uno dei quattro venuti dal di fuori fu l'uccisore , perche' essi furono che si avvicinarono al vicebrigadiere e al Vannini , quando il primo ebbe ad imporre al Rasi di desistere dal concionare in pubblico .

Ma il Rasi ed il Carnesecchi nel momento del fatto vennero a trovarsi di fronte al vicebrigadiere , e la direzione della ferita riportata dal povero carabiniere Vannini esclude che da essi siano stati esplosi i colpi , e poiche'il Picchioni stava a fianco del Vannini non poteva essere non poteva essere che il Bellotti

Costui appena fuggito dopo il fatto ,si rese in seguito irreperibile.

Risulta a carico del Lombardi che ad un suo segnale , che fece alzando un braccio mentre v'era contestazioni tra il Carnesecchi ed il vicebrigadiere partivano immediatamente i colpi di rivoltella .

Si puo' rilevare d'altra parte da tutte le deposizioni testimoniali che i forestieri giunti a S.Stefano dovettero agire d'accordo col Lombardi ce per primo li accolse al loro arrivo , col quale ebbero abboccamenti , che si adopero' per ottenere al Rasi il permesso di arringare in pubblico , e che nonostante il divieto a lui stesso dichiarato fu presso al Rasi quando costui sali sul muricciolo per parlare al pubblico.

Questo contegno suo prima del fatto, e la circostanza che ad un suo cenno esplosero i colpi dimostrano in modo non dubbio la cooperazione sua al mancato omicidio del vicebrigadiere Blanc e all'omicidio compiuto del carabiniere Vannini .

Attesoche' in confronto degli altri imputati la prova difetta , poiche' se si potrebbero quasi con certezza ritenere che essi al pari del Lombardi del Picchioni e del Bellotti avessero determinato di concorrere ai saccheggi e devastazioni che si fossero potute compiere in S.Stefano Magra , non concorrono elementi di prova sufficienti per sostenere che essi o come cooperatori immediati o come complici abbiano partecipato all'omicidio e mancato omicidio , non potendosi escludere il dubbio che a loro insaputa il Il Picchioni il Bellotti ed il Lombardi abbiano premeditata l'azione delittuosa e senza adesione loro l'abbiano compiuta .

Per l'Arzela Giacomo Antonio si deve anzi riconoscere , per quanto deposero i testi Bandinelli Giuseppe e Maresciallio Ghisoni (f.33 95 vol.I ) che neppure fu presente al fatto.

Considerando che le armi adoperate contro il vicebrigadiere Blanc ed il carabiniere Vannini l'eslosione dei colpi a brevissima distanza dalle loro persone , e quasi a bruciapelo , le parti vitalissime prese di mira , dimostrano in modo non dubbio , che quelli che spararono i colpi agirono con precisa intenzione omicida , che la premeditazione e' stabilita dal fatto della contemporanea azione del Picchioni e Bellotti susseguita immediatamente al segnale del Lombardi , il che dimostra che erasi tra i tre preordinato il delitto ,il tempo ed il modo di compierlo e

Che trattasi di delitto di competenza della Corte di Assise ( art.14 n.1 del cod. Proc.Pen. )

 

PER QUESTI MOTIVI

Visti gli articoli 271 274 318 330 Cod. Proc. Penale

Su le conformi conclusioni del P.M.

Dichiara non doversi procedere contro Rasi Tintino ,Carnesecchi Dante , Pasquinelli Federico , Ferrarini Ferdinando ,Ferrarini Luigi ,e Rossi Dante per insufficienza di prove , e contro Arzela' Giacomo Antonio per non aver commesso il fatto.

Revoca di conseguenza il mandato di cattura rilasciato dal giudice istruttore di Sarzana il 18 giugno 1919 contro il Rasi ed il Carnesecchi.

Ordina il rinvio di Picchioni Luigi, Bellotti Pasquale e Lombardi Alfredo , ferma la detenzione preventiva del primo e del terzo ed il mandato di cattura suindicato rilasciato anche contro il Bellotti al giudizio della corte d'Assise di Sarzana per esservi giudicati come responsabili dei delitti di cui nei capi d'imputazione A e B , in cui va sostituita alla frase gli altri quattro ,quella di gli altri due

 

Firmato

Gallotti

Lavagna

Cajelli

Balestra

 

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ANNO 1920

 

 

l'anno 1920…………………..pg 92-93-94-95

 

 

da una lettera della prefettura ( A.S. SP. Busta 6 lettera della Prefettura del 19 Agosto 1920 ) …… I circa 20.000 operai del circondario di La Spezia erano cosi divisi 15.000

metallurgici : 8.000 nell'Arsenale militare , 3.000 nell'Ansaldo S. Giorgio Muggiano dei fratelli Perrone, 1.200 alla Vickers - Terni ( dai 3.500 effettivi del 1917 ) , 600 nelle officine

Cerpelli , 800 al Cantiere Miglietta , 300 nell'officina Bibolini , 120 nei cantieri Orlando , 120 all'officina Cecchetti e Bartolini

 

 

disastrose condizioni della classe operaia 

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Nel 1920 gli anarchici in Italia erano una forza rivoluzionaria con cui si dovevano fare i conti, una forza con cui dovevano fare i conti padroni, governo e fascisti.

Essi avevano un quotidiano, Umanità Nova, che tirava cinquantamila copie e numerosi periodici. L'U.S.I., il sindacato rivoluzionario influenzato dagli anarchici

(segretario ne era l'anarchico Armando Borghi), contava centinaia di migliaia di iscritti.
Dopo il fallimento dell'occupazione delle fabbriche, gli anarchici riconoscendo nel fascismo la "contro-rivoluzione preventiva" (come la definì bene Luigi Fabbri)

con cui i padroni avrebbero cercato di impedire il ripetersi di una situazione pre-rivoluzionaria, gettarono tutte le loro energie nella mischia contro il giovane ma

già robusto figlio bastardo del capitalismo. La volontà ed il coraggio degli anarchici non potevano però bastare di fronte allo squadrismo, potentemente dotato di

mezzi e di armi e spalleggiato dagli organi repressivi dello stato. Tanto più che anarchici ed anarcosindacalisti erano presenti in modo determinante solo in alcune

località ed in alcuni settori produttivi. Soltanto una analoga scelta di scontro frontale da parte del Partito Socialista e della Confederazione Generale del Lavoro

avrebbe potuto fermare il fascismo.

 http://www.socialismolibertario.it/afascismo3.htm 

 

 

 

Nell'aprile del 1920 un primo tentativo insurrezionale

 

Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione

delle truppe specialmente di mare .Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e

volenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina . Il complotto non pote' avere per varie circostanze …………………………………… 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASSALTO ALLA POLVERIERA DI VALLEGRANDE

04 giugno 1920

 

………..Come mi assicura anche il maresciallo di Fossa mastra , si dice che che tra i facinorosi d'ieri che partirono dal Termo per dare l'assalto alla polveriera ci fossero anche alcuni di Migliarina in bicicletta, ma nessuna indicazione mi fu dato di avere. Il predetto maresciallo di Fossamastra , che assicura la banda essere in maggioranza composta di abitanti del Limone e del Termo capitanata dal Carnesecchi e dal Ferrari Abele,……………

 

 "Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore……. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Ho rintracciato all'Archivio di Stato della Spezia Fondo Prefettura Busta 4 Fascicolo 7 alcuni scarni atti riguardanti l'assalto alla polveriera

 

 

02 giugno 1920

notizie confidenziali di diversa fonte pienamente concordanti pervenutemi in questi ultimi giorni ed oggi confermatemi in qualche particolare , danno per probabile ed imminente

movimento anarchico questa citta' diretto ad impossessarsi contemporaneamente arsenale ,alcuni forti ,caserma marina Pagliari e San Bartolomeo contandosi pieno appoggio ……truppe.

Movimento dovrebbe comprendere anche citta' vicina Lunigiana e Toscana.

Stesse notizie sono pervenute egualmente a persona autorevole che me ne ha ,in via riservatissima , reso partecipe. Quantunque confidenze provengono da fonti dimostratesi in altre occasioni attendibili

Le accolgo con riserva ma non posso omettere comunicarle ……

Pertanto con mezzi oggi disponibili ………………prego vivamente pormi in grado fronteggiare maggiore sicurezza ogni evenienza accogliendo con urgenza mie precedenti richieste per invio……..

 

Compare tra le altre carte questo strano appunto che potrebbe essere una delazione

03 giugno 1920

Pronti per domani Venerdi

I marinai di Valdilocchi sarebbero pronti .In caso si produrebbero incendi

Gli equipaggi delle navi in arsenale pronti a ribellarsi

L'altra sera in una riunione segreta al Limone erano 2 marinai

Primo obiettivo impadronirsi garage Cerpelli

Marzocchi (Lenin) e' da certo …………….a Carrara , dovrebbe ritornare stamane

Questa sera in una riunione segreta a Migliarina , si prenderanno accordi decisivi sul giorno ed ora della rivolta

 

Il 4 giugno 1920 il Carnesecchi e' in un gruppo di una sessanta-settanta persone che assaltano la polveriera di Vallegrande a La Spezia  

 

 

 

 

Sul un sito dell'Arma dei Carabinieri

 

Il 4 giugno 1920 un gruppo di 60 facinorosi tenta un colpo di mano contro i forti e l'arsenale di La Spezia. La grande quantità di armi custodita rende la zona un bersaglio interessante per chiunque voglia fomentare i disordini. In silenzio e con la precisione di un buon reparto paramilitare, i 60 piombano sul corpo di guardia N della polveriera di Vallegrande. Le armi delle nove guardie passano di mano. Poco dopo viene neutralizzato il corpo di guardia G e la via è libera verso il recinto dei depositi con le sue tonnellate di armi e munizioni. Un giovane carabiniere emiliano, Leone Carmana, riesce invece a non perdere la testa. Fa sbarrare la porta d'accesso e si apposta con il suo fedele moschetto. Non c'è tempo per i consueti rituali ("Alto là, chi va là, fermo o sparo"): Carmana spiana con calma l'arma come se fosse al poligono ed infila una cartuccia dietro l'altra. A nulla vale il rabbioso fuoco degli assalitori, nemmeno una ferita al piede arresta il milite finché i rinforzi non chiudono la partita.

http://www.storiapatriasavona.it/anc_10.htm

 

 

 

Carabiniere Leone Carmana, medaglia d'oro al valor militare la cui motivazione è così sintetizzata:
"In servizio presso la Marina Militare, piantone all'ingresso di una polveriera, scorto l'avvicinarsi di una settantina di rivoltosi che già si erano impossessati dei fucili di due corpi di guardia ed intendevano impadronirsi della polveriera stessa, ordinava la chiusura della porta dietro di sé, pur sapendo di precludersi così ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto da solo e dando tempo al sopraggiungere dei rinforzi con i quali concorse poi a fugare i facinorosi, sventando in tal modo il criminoso tentativo. Esempio mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di altissimo sentimento del dovere."

*La Spezia 4 giugno 1920*

http://www.storiapatriasavona.it/anc_10.htm 

 

 

 

………verso le ore 13 una settantina di sovversivi sbucando dal bosco retrostante al corpo di guardia -batteria N -della polveriera Vallegrande si impossesso' di cinque fucili mentre la guardia stava mangiando senza che la sentinella benche' li avesse scorti gridasse l'allarme. Dopo scendevano nella valle e si impossessavano di altri dieci fucili del corpo di guardia (sezione G ) I marinai non fecero fuoco - Solo sparo' un carabiniere che rimase leggermente ferito al piede

I sovversivi dopo si diedero alla fuga .Essi erano armati di pistole e fucili da caccia

 

ultime notizie

tre rivoltosi ………asserragliati in una villa a Termo d'Arcola .Prese disposizioni per catturare ribelli

ho chiesto pure ……………………. ( Archivio di Stato La Spezia )

 

 

Seguiamo lo svolgersi degli avvenimenti leggendo il rapporto fatto dal viceprefetto al prefetto di Genova in cui ben chiaro appare l'intento rivoluzionario dei ribelli :

 

I fatti di Spezia appaiono ben piu' gravi per l'ispirazione rivoluzionaria e per il contenuto evidentemente politico : essi senza dubbio fanno parte di una preparazione diretta a sovvertire l'ordinamento statale sono il frutto della propaganda e di una concezione anarchica che ha in questa circoscrizione lunghe e profonde radici . Fin dai primi momenti in cui io assunsi qui le mie funzioni ebbi sentore delle mene anarchiche e del proposito in parte deliberato degli estremisti di tentare qualche colpo di mano Ben compreso della …….necessita' di sventare simili trame criminose dedicai tutta la mia attivita' a questo scopo . Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione delle truppe specialmente di mare .Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e volenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina . Il complotto non pote' avere per varie circostanze …………………………………….Pero' fallito il colpo non desistettero gli organizzatori nei loro progetti d'azione diretta : che anzi in diverse riunioni ripresero le fila per un momento spezzate, e rinnovavano la fede di riuscire in un nuovo attentato che a breve scadenza si sarebbe deciso di eseguire I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana , l'agitazione stessa che si diffondeva a Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi .Un ultima visita fatta qui nella settimana scorsa dal noto Errico Malatesta parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente.Il piano a quanto riferivano i confidenti ,era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi di polveriera e forti , dell'arsenale , degli stabilimenti industriali , dei punti principalidella citta' e degli edifici pubblici .Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente .Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilita'.

La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato……………………………Da cosa nasce cosa. Questa frase illumina le finalita' del tentativo.si faceva altresi molto affidamento nella partecipazione al movimento una volta iniziato , della massa operaia , in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale .Se pero' il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le piu' serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S.E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedi 3 corrente mese.

Il 4 mattina per ulteriori notizie pervenutemi durante la notte ero in grado di prevenire la ………Eccellenza che il colpo si sarebbe tentato sul mezzogiorno. Il tutto cosi avvenne poiche' l'attentato alla polveriera si verifico' verso le ore 13 ossia le 12 solari .

Da gli elementi sinora raccolti si puo' ricostruire cosi': una settantina di persone , in parte armate ,sbucate da un piccolo bosco antistante la polveriera di Vallegrande lontana pochi kilometri dalla citta' di Spezia,per quanto scorte dalle sentinelle che site in torrette elevate hanno………….., senza colpo ferire penetrarono in un primo corpo di guardia ove asportarono alcuni fucili e pacchetti di munizioni. Poi sempresotto l'occhio delle sentinelle passarono nel secondo corpo di guardia e s'impadronirono di altri fucili-in tutto 15- e di altre munizioni .

In questo momento il carabiniere Leone Carmana che era in servizio in quella zona , avvertito a quanto pare da una delle sentinelle , si porto' vicino al corpo di guardia e fulmineamente compreso di cio' che stava avvenendo non pose tempo in mezzo per ripararsi all'angolo del muro del corpo di guardia e di li comincio' a sparare sugli assalitori

Questi a loro volta adagiatisi nel terreno vicino scaricarono su di lui ben quaranta colpi di fuciledi cui uno lo colpi non gravemente ad un piede

A questo punto il Comandante la………..avendo udito gli spari accorreva sul posto con un plotone di marinai : ma invece di ordinare loro il fuoco si limitava a far suonare degli squilli mentre gli assalitori intimoriti ,pensarono bene di fuggire per il bosco vicino.

A bordo pagina  : i rivoltosi gridavano ai marinai : fate fuoco sui vostri ufficiali

In questa azione e' chiarissima una connivenza dei marinai , connivenza che pero' non si spinge ad appoggiare l'azione rivoluzionaria

e' posto in rilievo come i marinai di sentinella pur avvistando i ribelli niente fecero per dare l'allarme e come i marinai componenti i corpi di guardia non opponessero resistenza degna di rilievo

 

E' bene qui chiarire due circostanze : una versione del fatto attribuisce la mancata resistenza dei marinai di guardia alla sorpresa avuta mentre stavano fuori mangiando il rancio: un'altra sostiene che i marinai furono costretti dagli assalitori a consegnarer le armi con minacce alla persona.

Quale delle due sia la vera io di certo non posso affermare . Una constatazione e' sicura : che nessuno reagi' , che le sentinelle osservarono passive lo svolgersi della scena ed una anzi consegno' al primo invito le armi . L'ufficiale dei Carabinieri , che prima si porto' sul luogo afferma che pur dopo la sottrazione delle armi da parte degli assalitori , erano rimasti ai marinai di guardia quattro fucili con cui avrebbero potuto imitare l'esempio del valoroso carabiniere.

Una seconda circostanza e' positiva : che due dei marinai di guardia dopo il fatto sono scomparsi.

Il contegno dell'ufficiale….…………colla sorpresa da lui provata nell'avere notato che cogli assalitori eravi qualche marinaio . Erano questi volontariamente e previo accordo passato ai ribelli come ne farebbe supporre la scomparsa posteriore ovvero come si afferma dal Commando , furono detti marinai catturati e condotti per forza insieme alla banda degli aggressori ?

Comunque sia e' certo che che dovere precipuo del detto ufficiale era di comandare subito il fuoco e disperdere i ribelli con una esemplare punizione si sarebbe per molto tempo sventato qualsivoglia consimile audacia e l'effetto morale sarebbe stato enorme

 

 

E' evidente che il colpo sarebbe riuscito , con conseguenze importanti, se la resistenza attuata dal carabiniere Carmana non avesse fatto desistere gli assalitori

 

 

 "Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore…….

 Dell'assalto cosi ……………………..stabilimento della Vickers Terni , che si trova in quelle vicinanze e subitamente ne veniva edotto il Comando in Capo ( il quale ancora non era stato avvertito dai suoi dipendenti )……

……………………….l'invio sul postodi un forte reparto di carabinieri al comando del tenente sig. Demichelis

Per quanto la……..con tutta celerita' fosse arrivata …………..il tempo decorso aveva permesso alla banda di allontanarsi senza veruna molestia da parte del presidio della polveriera disperdendosi per le colline circostanti, tutte a coltura boschiva dove e' facile il nascondersi. La forza non manco di darsi all'inseguimento, di fare le piu' minute ricerche ma inutilmente. Vennero perquisite subito le case di quelli che si presumevano i capi della impresa e vennero anche sequestrate armi di diversa natura. Le indagini attivissime , le perlustrazioni notturne continuano e continueranno col massimo impegno Parecchie persone indiziate e trovate in possesso di armi sono state arrestate: ben tredici sono stati denunciati.

Il giorno dopo, e cioe' il 5 c.m. ………………………..la cattura di ben quattordici dei rivoltosi. Essi erano stati visti nei pressi del forte Parodi in un osteria a bere ma l'ufficiale comandante il forte anziche' subito ne dette l'avviso soltanto cinque ore dopo. Finanzieri e Carabinieri recatisi sul posto nulla rinvenivano (vedi pagina 7 )

Dalle premesse e' facile arguire le conseguenze. L'azione preventiva di questo ufficio non ha bisogno di altre parole per essere posta in luce. Basti pensare che per ben due volte valse a stornare due attentati gravissimi : il 9 aprile ed il 4 c.m.

Anche quando io ed il …….. di P.S. cav Bruschi che mi e' sempre di grande e valido ausilio potevamo essere accusati di allarmisti mai interrompemmo la vigilanza e fummo sereni sempre al nostro posto, paghi del dovere compiuto. L'azione nostra non avra' remore e proseguira' piu' attiva ancora e piu' intensa perche' e' mia ………….convinzione che in tempo assai prossimo il partito anarchico……………..

 

Da ora a costo di riuscire importuno mi permetto insistere perche' mi sienno concessi tutti i mezzi onde respingere ogni attentato , anche se piu' grave conformemente alle proposte avanzate.

Il Comando locale dell'Arma dei Carabinieri mi e' stato e mi e' prodigo di una sicura , fedele e preziosa cooperazione: nella contingenza attuale ha rinnovato le dimostrazioni di prontezza e di sacrificio

Il Comando in Capo sulla piazza e personalmente S.E. l'ammiraglio Solari - per quanto ho potuto constatare nei contatti frequentissimi con lui avuti ha sempre dato la massima importanza alle mie comunicazioni e ritengo. Compreso com'era del pericolo che abbia………..tutti i mezzi per …….e preservare le opere militari soggette alla sua giurisdizione

Da quel che e' accaduto sorge invece spontanea la convinzione che i suoi ordini non siano stati eseguiti come dovevasi o che i subalterni non abbiano attribuito ad essi il doveroso ascolto

 Se il personale della polveriera avesse compiuto il suo dovere , se l'ufficiale di giornata non si fosse attardato a far suonare degli squilli di tromba invece di agire risolutamente , il delitto compiuto da un pugno di esaltati sarebbe stato come volevasi punito e l'opera previggente dell'autorita'di P.S. avrebbe raggiunto il suo pieno coronamento.

Sebbene non mi competa e' mio debito riportare che giusto le voci piu' accreditate fra i militari di marina in servizio sedentario esista un vivo malcontento : come essi si lagnino e le loro lagnanze non si peritano di esternare a chicchessia …. di non avere il trattamento desiderato.

…….inoltre che detto personale in maggioranza e' composto di elementi regionali che a lungo andare acquistano relazioni, amicizie non buone : che sono resi piu' facili alla penetrazione sovversiva .Sarebbe da farsi ………indispensabile una larga sostituzione con nuovo e piu' fidato personale

Cosi e' bene avvertire come deficentissima si appalesi la guardia nei forti circostanti la citta' : ogni forte ha di …….tre o quattro uomini di guardia mentre ….contengono quantita' rilevanti di munizioni e di esplosivi.

Frequenti sono i furti taluni dei quali…………………….venne proprio scoperto e denunciato da questo ufficio.

Il pericolo e' forte ed urge vi sia posto riparo

 

Un ultimo episodio va ricordato : alcuni dei rivoltosi dopo l'aggressione alla polveriera si recarono allo stabilimento Vickers Terni inneggiando alla rivoluzione ed invitando con minacce gli operai ad uscire .

Il che avvenne ma senza grande entusiasmo delle maestranze.

La Camera Confederale del lavoro pero' , manifestando una strana solidarieta' cogli autori di un delitto, nella speranza di allargare il movimento e di assumerne la direzione , proclamo' subito dopo lo

sciopero generale che per buona ventura ebbe scarso successo e quel che ebbe fu dovuto in gran parte all'astensione del lavoro del personale delle tramvie urbane che impedi' a molti operai di recarsi nei

propri stabilimenti

 

Siamo di fronte alla lettera di un uomo che dice : visto che avevo ragione visto che non ero un allarmista visto che dovevate darmi retta e fornirmi degli strumenti repressivi che avevo piu' volte richiesto

di un uomo che tende quindi forse ad ingigantire tutto il contesto , forte dell'aver avuto ragione puo permettersi d'ingigantire il tutto

di un uomo che difende il suo operato e accusa a sua volta

Il prefetto , penso debba aver bestemmiato per lungo tempo dopo aver letto una lettera che in definitiva lo accusava di aver sottovalutato la situazione dell'ordine pubblico spezzino.

La lettera di un impiegato che forse da vittima sacrificale designata , ribaltava il tutto e si ergeva ora a spietato accusatore

Oltre che di un pezzo di storia questa lettera e' rivelatrice di un episodio di vita burocratica e di un intelligente tentativo di salvare le penne.

 

L'assalto alla polveriera di Vallegrande , e possibile fosse parte di un piu’ vasto tentativo rivoluzionario , che avrebbe dovuto prendere slancio attraverso questa azione eclatante e la conseguente disponibilita' di armi da guerra ed esplosivi

Vasto piano rivoluzionario , come dice il viceprefetto nel motto : da cosa nasce cosa

concepito da poche persone che speravano di costringere con la loro audacia al coinvolgimento una vasta fetta della classe operaia

La connivenza di molti si traduceva pero’ solo in appoggio ma non in partecipazione

Voleva dire che si era riusciti a creare un clima di consenso ma non di piu' , altrimenti con una classe operaia delle dimensioni di quella spezzina sarebbe bastata una scintilla anche piu' piccola

La situazione sembra doversi sintetizzare cosi : i rivoluzionari erano consapevoli che quello poteva essere il momento giusto ma erano consapevoli anche della timidezza ed indeterminazione della piu' larga parte della classe operaia . Speravano di creare l'innesco ma non ne avevano la certezza dei risultati della loro azione sulle masse popolari e questo ne frenava l'azione

Credo che questo spieghi come l'atto rivoluzionario decada in semplice atto di ribellione

Ecco l'azione della polveriera concepita come si poteva , cioe' con molta velleita' e che comunque non comporta il coinvolgimento delle grandi masse operaie o la rivolta degli equipaggi delle navi

 

 

 Sempre dall'Archivio di Stato della Spezia Fondo Prefettura Busta 4 Fascicolo 7

 

Fonogramma spedito ore 21 4 giugno 1920 al Prefetto di Genova ricevuto Ghilardi

Banda rivoltosi che si era dopo criminoso tentativo polveriera Vallegrande asseragliata in una casa presso Termo d'Arcola al sopraggiungere forza pubblica ……………

 

 

Migliarina rapporto ore 5 del 5 giugno1920

Egregio cav. Bruschi

Assieme al maresciallo Bruno abbiamo girato in lungo ed in largo in camion la zona spingendoci anche oltre il Termo d'Arcola ed i Pagliari, ma nulla di anormale in quanto a movimento di persone abbiamo notato ,

Silenzio perfetto ovunque.

Perquisizioni ed arresti non ho fatto, perche' i capi piu' noti di Migliarina furono qui visti durante la giornata, come Barsotti , Capagli , Pravagli (?) Scattina ed altri. Come mi assicura anche il maresciallo di Fossa mastra , si dice che che tra i facinorosi d'ieri che partirono dal termo per dare l'assalto alla polveriera ci fossero anche alcuni di Migliarina in bicicletta, ma nessuna indicazione mi fu dato di avere.

Il predetto maresciallo di Fossamastra , che assicura la banda essere in maggioranza composta di abitanti del Limone e del Termo capitanata dal Carnesecchi e dal Ferrari Abele,

che il detto graduato vide e non arresto', e' stato incaricato di appurare nella mattinata i mancanti al lavoro alla Vickers -Terni ed all'Ansaldo, e cosi dallo spoglio di essi avere qualche indizio per procedere , non potendo andare a casaccio .

Il Ferrari Abele e' operaio all'Arsenale , non so in quale cooperativa, bisognerebbe accertarlo e vedere se nella mattina lavorava .

Il maresciallo di Fossa mastra ha nella serata arrestato un individuo sospetto anarchico con indosso una rivoltella .

Per misura precauzionale lo ha gia' fatto trasportare a Spezia alla caserma principale dei C.C. per essere di buon mattino tradotto in carcere

Vado a riposare qualche ora e torno poi costa'

 

 

5 giugno 1920 fonogramma al prefetto di Genova

Notte trascorsa senza incidenti Sciopero attuatosi sinora parzialmente e dovuto in massima parte a completa sospensione servizio tramviario Operai Arsenale si recarono tutti lavoro

Ma gruppo di essi , appena entrato ,tento' con la violenza imporre sciopero bianco , riuscendo fermare macchine in una officina ( e' cancellato :nell'interno regio Arsenale fra gli operai recatisi al lavoro sono sorti gravi disservizi ) - Immediato interventodirigenti ed arma Reali Carabinieri con arresto due agitatori fece cessare ogni movimento e lavoro continua ora normale. Notizie finora pervenutemi assicurano identificazione due capi attentato di ieri , resisi latitanti ed attivamente ricercati . Un altro fu arrestato stanotte e trovato in possesso pistola. Perlustrazioni e perquisizioni sinora compiute riuscite infruttuose . Indagini e ricerche proseguono con ogni impegno ………………………………………

 

08 giugno 1920 al Prefetto di Genova

I disordini teste' avvenuti a Sarzana e Spezia vanno tenuti ben distinti avendo essi origine e fisionomia ben diversa : i primi ebbero un fondo prevalentemente economico con infiltrazione anarcoide e teppistica : i secondi non furono che l'esecuzione di un progetto anarchico rivoluzionario a sua volta conseguenza e continuazione di altri precedenti tentativi riusciti vani pel mancato verificarsi di circostanze indispensabili alla loro attuazione…………………….

……………………………………

LIBERTARIO

L'assalto alla Polveriera

 

Si e' gia tanto scritto sui giornali quotidiani di questo episodio clamoroso , che noi arriviamo assai tardi per parlarne ai nostri lettori Ci duole non poter

dare di non poter dare altri particolari all'infuori di quelli gia' largamenti noti a mezzo dei quotidiani. Venerdi 4 C. verso le ore 13 un gruppo di cittadini

armati , ha dato l'assalto alla Polveriera di Val Grande ed e' riuscita a penetrarvi . Vennero sparati colpi d'arma da fuoco da ambe le parti e quindi gli

assalitori si ritirarono asportando armi e munizioni Gli operai della Wickers Terni che udirono gli spari , abbandonarono il lavoro e cosi feccero gli operai

degli altri stabilimenti. Vi era in tutti una febbrile ansia di sapere -In citta' profonda impressione. Carabinieri e truppa furono spediti sul luogo . Per un

tratto intorno alla Polveriera fu esteso un cordone oltre il quale non era possibile penetrare .

Il piccolo stato d'assedio ( divieto di assembramento e divieto di circolazione per gli autoveicoli ) fu proclamato e le organizzazioni operaie , per protesta

proclamarono lo sciopero generale che si protrasse fino alla mezzanotte di sabato .

Gia dicemmo del malcontento serpeggiante fra la massa lavoratrice e del profondo disagio materiale e morale dei cittadini tutti e delle provocazioni

poliziesche verso i cittadini . Senza dubbio l'assalto alla polveriera fu un gesto di disperata protesta scaturito da animi esulcerati.

La stampa forcaiola ha ricamato ipotesi su ipotesi intorno all'episodio . Secondo quanto scrive l'Epoca ( ed altri giornali ) il manipolo di audaci che si accinse alla perigliosa impresa , benche' circondato dalla forza armata con abile mossa strategica , ha potuto sfuggire all'accerchiamento e scomparire . Ed i commenti non mancano, come non mancano gli allarmi che si ripetono ogni notte nei pressi di Valgrande , quasi che certi atti , fossero a ripetizione perpetua !

L'anniversario

Venerdi 11 c. ricorre l'anniversario dell'insurrezione spezzina contro il carovita . Pare che se ne siano ricordato anche i commercianti in tessuti i quali

annunziano un ribasso del 25% su tutti i generi. Siamo sicuri che ad ogni modo non rimetteranno del loro !

 

 

Dai documenti che abbiamo visto Antonio Bianchi trae le seguenti considerazioni : ( non so quanto condivisibili ! )

 

 

Antonio Bianchi

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

Nel circondario , dopo questi fatti , la situazione dell'ordine pubblico si era fatta di nuovo pesante , e il prefetto di Genova , allarmatissimo dava per certo un piano insurrezionale anarchico , con possibile occupazione dell'arsenale e degli stabilimenti militari e sollevazione delle truppe dei forti , in collegamento con la Lunigiana toscana ( aSSP b.6 telegramma del 2 giugno 1920 ) .

Anche se i timori erano esagerati , effettivamente qualcosa doveva esser giunto in mano alle autorita' , se per il 3 giugno si parlava di una riunione di anarchici a Migliarina , allo scopo di mettere a punto un piano rivoluzionario assieme ai marinai del deposito di Valdilocchi ( ASSP b.6 lettera del 3 giugno 1920 )

Il giorno dopo verso le 13 , durante l'ora dei pasti una quindicina di anarchici assaltavano la polveriera di Vallegrande ; le sentinelle , favorendo gli insorti , non spararono e solo un carabiniere , che aveva reagito , veniva ferito ad un piede da un colpo d'arma da fuoco . I rivoltosi dopo aver prelevato fucili e munizioni , si recavano poi armati davanti ai vicini stabilimenti della Terni , inneggiando alla rivoluzione ed invitando gli operai ad uscire , ma l'invito cadeva nel vuoto . Le guardie regie si mettevano all'inseguimento del gruppo , che riparava al Termo Alto e poi si sbandava per i boschi di Arcola , evitando le pattuglie

In un rapporto del giorno 8 , le autorita' attribuiscono la causa dei disordini a motivi economici , come la cattiva qualita' del pane , la carenza dell'olio d'oliva , le speculazioni dei commercianti e la convinzione , che si era fatta strada tra i ceti popolari che grosse quantita' di derrate fossero nascoste nei magazzini .

Ma sotto queste motivazioni esse celavano il grosso imbarazzo di dover coprire lo scandalo dei marinai di guardia alla polveriera , che avevano solidarizzato con i rivoltosi , fornendo loro praticamente le armi ( Per questo un mese dopo , appariranno davanti al tribunale militare 21 marinai di Vallegrande LIBERTARIO 29 luglio 1920 ) Quindi mentre si faceva ascendere il numero dei rivoltosi a 70 , correva anche la falsa voce che il leader anarchico Errico Malatesta fosse stato visto a La Spezia nei giorni del tentativo insurrezionale alla polveriera ( ASSP b.6 rapporto dell'8 giugno 1920 )

 

L'iniziativa avventuristica degli anarchici , se da un lato , era destinata al fallimento , d'altro canto aveva messo in moto una nuova ondata repressiva contro tutto il movimento operaio ; moltissimi dirigenti sindacali e politici erano arrestati e alla CCdL non restava che proclamare lo sciopero generale di protesta : miglior servizio di quello reso alle autorita'gli anarchici non potevano di certo compiere. Il 5 giugno lo sciopero in citta' anche per mancanza dei dirigenti falliva ; mentre sul monte Parodi dominante la citta' , era avvistato un misterioso gruppo di una quindicina di armati che pero' le guardie non riuscivano ad intercettare .

Le autorita' riprendevano in mano la situazione e l'ammiraglio Solari , comandante in capo , dava disposizioni per far proseguire il lavoro nell'arsenale ,mentre alcuni operai che avevano tentato di aderire allo sciopero , fermando le macchine nei reparti , venivano subito arrestati ( ASSP b.6 rapporto del 5 giugno 1920 ).

L'assalto anarchico alla polveriera aveva inoltre scatenato la stampa borghese e reazionaria che aveva buon gioco nell'insistere nella tesi del colpo di stato militare contro il << tentativo terroristico operato dai gruppi arditi della falce e martello o della fiaccola e scure >> (Il Popolo : 12 giugno 1920 )

Il Tirreno , compiacendosi del fallimento dello sciopero generale , in una serie di articoli presentava la classe operaia come un' accozzaglia di terroristi da isolare e da combattere.

 

 ANTONIO BIANCHI Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FATTI SUCCESSIVI

 

Il 5 giugno lo sciopero in citta' anche per mancanza dei dirigenti falliva ; mentre sul monte Parodi dominante la citta' ,

era avvistato un misterioso gruppo di una quindicina di armati che pero' le guardie non riuscivano ad intercettare .

 

ANTONIO BIANCHI Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 

 

BINAZZI

Mentre è impegnato nella propaganda tra gli operai nelle fabbriche della Spezia, il 27 luglio 1920 è nuovamente tratto in arresto dalla polizia con l'accusa

di avere, il mese precedente, preso parte all'assalto di una polveriera situata nella periferia della città assieme ad altri 70 compagni. Prosciolto per "non

aver commesso il fatto" esce di prigione solo il 9 marzo 1921 convinto che di essere rimasto vittima di una "montatura poliziesca" tesa a "toglierlo di mezzo"

in un frangente caldo della storia italiana.

 

 

 

 Un posto nella storia ?

 

Sono passati ottanta anni da quei giorni .

Credo che la vicenda dell’assalto alla polveriera dovrebbe essere argomento di un esame storico che non mi sembra esserci mai stato

 

 Fin qui la storia di Dante Carnesecchi e’ straordinaria in quanto e’ straordinaria la sua figura di uomo

Ma che importanza ha la vita di Dante dal punto di vista storico ?

E’ sicuramente un militante anarchico e’ sicuramente un militante rivoluzionario .

Pur essendo la sua vita totalmente caratterizzata da azioni volte a sovvertire e le sue azioni tutte inquadrabili nel contesto di favorire una rivoluzione che in quel momento sembrava un evento inevitabile ,

nessuna di queste azioni ha un peso tale da dare una svolta decisiva alla storia sono cioe’ azioni che non si differenziano fondamentalmente da quelle di altri militanti.

Penso che a differenziare la sua vita sia l’assalto alla polveriera

E’ stato anche detto che fu un gesto sconsiderato e prematuro

L’idea che mi sono fatto e che non ci sia sulla vicenda la catalogazione di un numero sufficiente di documenti e che questo abbia fatto si che la vicenda sia sfuggita ad un analisi fatta con la giusta attenzione

La probabile connivenza di parte dei marinai conferma che l’assalto alla polveriera era parte di un piano

Quale era il disegno complessivo di questo piano?

A chi era affidata la sua esecuzione ? Quali erano i compiti ? Che cosa non funziono’ ?

Non credo che la mancata occupazione della polveriera sia stata la causa del fallimento dell’intero piano .

Non ci fu forse l’attesa partecipazione della classe operaia

Probabilmente a boicottare il piano anarchico concorsero proprio le altre forze politiche della sinistra per calcoli diversi e per i contrasti che esistevano tra loro……………………………

………………………………………………………………………………………. E’ molto probabile che l’oramai accertata incerta e disorientata azione dei partiti della sinistra ……

 

L’assalto alla polveriera avviene il 4 giugno 1920

Tre mesi dopo , il 31 agosto , inizia l’occupazione delle fabbriche da parte delle maestranze in lotta.

Tre mesi dopo sulla caserma Duca degli Abruzzi i marinai fanno sventolare la bandiera dei Soviet

La conclusione inevitabile e’ pensare che anche tre mesi prima esistessero le condizioni per una forte azione di sovvertimento e che forse gli anarchici intendessero dare la spallata decisiva ad iniziare un moto rivoluzionario

 

Credo per finire che dal punto di vista storico il valore o meno dell’assalto alla polveriera sia nella consapevolezza che aveva o non aveva quel gruppetto di persone di compiere un vero e proprio atto di sovversione e nella consapevolezza che aveva o meno delle conseguenze che ne potevano scaturire.

 

 

 

Sull'assalto alla polveriera di Vallegrande ritengo che molto materiale debba trovarsi presso l'Archivio di Stato di Genova

Genova , era sede di prefettura ,era infatti li che finivano i rapporti dalla viceprefettura di La Spezia

 

Ritengo

che il coinvolgimento dei marinai , stia ad indicare un piano piu' vasto fallito per cincostanze che debbono essere ancora indagate. Che non si debba liquidare troppo frettolosamente la cosa . Che molto lavoro vada fatto .

Che esistessero effettivamente delle premesse rivoluzionarie

Che vadano investigate i motivi per cui il piano complessivo non ebbe effetto

Che vadano investigati i motivi della scarsa adesione della classe operaia : forse il vero motivo del fallimento

Che vadano investigate le divisioni politiche che ostacolarono il piano anarchico

 

Non ritengo sia giusto liquidare la vicenda guardandola solo come un tentativo velleitario

 

Il fallimento del piano anarchico forse fu l'ultima occasione che ebbe la classe operaia di " Fare come in Russia "  visto come anche come andarono a finire le vicende successive

 

 

 

 

 

OCCUPAZIONE delle FABBRICHE

 

13 agosto 1920 , Milano : La delegazione degli industriali rompe le trattative con i sindacati metallurgici

 

21 Agosto 1920 , Milano : la FIOM organizza l'ostruzionismo nelle fabbriche

 

24 Agosto 1920 La Spezia : l'ostruzionismo viene praticato alla Vickers Terni e all'Ansaldo

 

26 Agosto 1920 La Spezia : Unione fraterna : Comizio degli arsenalotti s'incita alla resistenza e alla lotta : intervengono Alceo Bertone , Lamberti , Chiti , Danesi , Casabona

vedi LIBERTARIO 2 settembre 1920

 

27 Agosto 1920 La Spezia : Al teatro Politeama : Comizio di fronte a 4000 intervenuti ,in cui s'incita alla resistenza ed alla lotta : intervengono

Lombardelli (CCdL ) Giovannetti (USI ) On. Bacigalupi (PSI ) Agostino Bronzi (PSI) On. Lucio Serrati

vedi LIBERTARIO 2 settembre 1920

 

30 Agosto 1920 , Milano : Serrata della Romeo che viene presidiata dalle truppe

 

la risposta degli operai milanesi alla serrata e' l'occupazione di circa trecento stabilimenti

 

La Confindustria proclama la serrata su scala nazionale

 

 

31 Agosto 1920 gli operai dell'Ansaldo , alle prime notizie della decisione della serrata da parte degli industriali ,nella notte occupano il cantiere e gli scali

senza incontrare resistenza

 

 

2 Settembre 1920

Il Cantiere Ansaldo viene dichiarato <<proprieta' del proletariato >> , viene inalberata la bandiera rossa con la scritta <<Cantiere dei Soviet>> . Nella serata

vengono occupate La Cerpelli , la Vickers Terni , i cantieri Miglietta , i cantieri di Pertusola

A Caniparola venne occupata la miniera di lignita e la Societa' mineraria di Luni.

In tutte le fabbriche vennero issate le bandiere rosse e fatto straordinario ed imprevedibile , anche i marinai - trasportati dagli avvenimenti -issarono la bandiera

rossa sulla grande caserma Duca degli Abruzzi

Nelle fabbriche piu' importanti subito dopo l'occupazione gli operai avevano eletto i commissari di reparto ed avevano costituito i Consigli di fabbrica i quali dichiararono

gli stabilimenti << proprieta' delle maestranze >>

Si formarono anche nuclei di <<guardie rosse >> munite di bracciale e ,ove possibile anche di fucili e moschetti racimolati ovunque . Compito delle guardie rosse fu ,

nella prima fase dell'occupazione scortare i camion e i vaporetti imbandierati , che solcavano il golfo e provvedevano ai rifornimenti utili agli occupanti dei vari cantieri

Ovunque fu possibile la produzione continuo'

Grazie alla iniziativa degli operai delle officine elettriche S.I.E.L. fu assicurata alle fabriche in lotta l'energia elettrica

Le maestranze altamente specializzate poterono continuare a lavorare intorno agli scafi in via di allestimento sulla base dei disegni abbandonati negli uffici dai tecnici

 

 

 

sull'Avanti : Antonio Gramsci

 

…………….Le gerarchie sociali sono spezzate , i valori storici sono invertiti ; le classi esecutive , le classi strumentali sono diventate classi dirigenti , si sono

poste a capo di se stesse , hanno trovato in se stesse gli uomini rappresentativi , gli uomini da investire del potere di governo , gli uomini che si assumono

tutte le funzioni che di un aggregato elementare e meccanico fanno una compagine organica, una creatura vivente…………………………

 

 

 

 

4-5 settembre 1920 Milano : il direttivo della CGL , la direzione del PSI ,i rappresentanti di alcune CdL proclamano : l'obiettivo del controllo sulle aziende per arrivare

alla gestione collettiva , e alla socializzazione di ogni forma di produzione

 

10 settembre il fronte spezzino comincia a sfaldarsi : il fronte di lotta viene indebolito da un accordo siglato dalla C.C.d.l. con la Direzione del Cantiere Miglietta .

Accordo in pura chiave rivendicativa ( Il Tirreno 11 settembre 1920 )

 

 

19 settembre 1920 a Roma Buozzi per la Confederazione generale del Lavoro , firmava l'accordo raggiunto con gli industriali

 

 

21 Settembre l'ultimo disperato sussulto , forse influenzato dagli elementi dell'U.S.I. , porta all'occupazione delle Fornaci italiane e dello jutificio

Montecatini , e ad una nuova occupazione del cantiere Miglietta

 

Tra il 27 e il 29 settembre ebbe inizio lo sgombero degli stabilimenti spezzini , vennero tolte le bandiere rosse e si intavolarono le trattative per la

ripresa del lavoro con le varie direzioni , attraverso accordi che prevedevano il pagamento delle giornate arretrate prima dell'occupazione . Anche

la parte piu' intransigente tra gli operai , quella della Vickers Terni , lascera la fabbrica il 3 ottobre 1920

 

Il movimento di occupazione era finito !

 

 

Antonio Bianchi

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 ………………………………………………………………..

La Spezia il 31 Agosto da pagina 99 a pagina 103

 ……………………………………………………………

ANTONIO BIANCHI Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

 

 

 

 

 

Nel settembre 1920 il malcontento e la miseria, strascichi della Grande Guerra, erano all'apice. Questo sentimento di sfiducia reciproca tra proletariato e ceti medi era

inoltre acuito dall'indifferenza e dal malgoverno della classe dirigente italiana. Grande irrequietezza regnava tra i lavoratori industriali che vedevano sempre più sminuito

il loro ruolo sociale. I loro diritti, anziché aumentare, rimanevano cristallizzati in una situazione svantaggiata rispetto ai loro colleghi europei. I reduci di guerra erano

avviliti dal pugno di mosche col quale il loro grande sforzo era stato ricompensato dal governo. La sinistra riformista e parlamentare temporeggiava invocando leggi e decreti,

le parole di rivendicazione riecheggiavano e morivano nell'aria stagnante dell'aula parlamentare.
Il capitalismo in Italia non era riuscito a svilupparsi in un modo forte e intelligente (dal punto di vista padronale, ovviamente) come era stato per Inghilterra e Stati Uniti.

Gli industriali e i banchieri statunitensi, in particolare, avevano tratto enormi guadagni dalla guerra riuscendo a sfruttare al meglio la situazione di crisi per lucrare ed azzerare

le conquiste sindacali che gli industrial workers avevano guadagnato col sangue negli anni precedenti.
Tra gli imprenditori italiani, invece, prevaleva un atteggiamento egoista e bottegaio, avido di concessioni governative ma sempre pronto a frignare contro le sottane dello

Stato alla minima scintilla proletaria.
Davanti all'occupazione di molte fabbriche del Nord Italia, all'istituzione di consigli operai autogestiti, alla formazione di "guardie rosse" armate per il presidio degli scioperi e

per combattere la violenza sbirresca, imprenditori ed agrari decisero di trincerarsi dietro un muro di bastoni, coltelli e baionette. La strada verso il fascismo cominciava a spianarsi.

 

 

 

 

ARRESTO DEL CARNESECCHI :

28 settembre 1920

 

 

Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande del 4 giugno 1920, Carnesecchi viene tratto in arresto il 28 settembre successìvo,

finita l'occupazione delle fabbriche.

 

-

 

il Carnesecchi probabilmente era latitante dal giorno del fallito assalto alla polveriera

 

Mentre Binazzi viene arrestato nel luglio 1920 il Carnesecchi viene arrestato solo alla fine di settembre ed ha quindi modo di partecipare attivamente all’occupazione delle fabbriche

 

Dai primi rapporti dei carabinieri sembra che accusati dell'assalto siano in maniera particolare il Carnesecchi e il Ferrari ( Novatore) . In realta' il Novatore non sembra pero' esser mai stato arrestato per il fatto .

 

.

 

 

 

 

 

La cattura :

 

 

IL SECOLO XIX nell'edizione di mercoledi 29 settembre 1920

 

IL FAMOSO " CARNESECCA"

 

Il pregiudicato Dante Carnesecchi , colpito di ben quattro mandati di cattura per omicidio nella persona di un carabiniere , per attentato alla polveriera di Vallegrande , per reati contro la proprieta' ,e'

stato assicurato alla giustizia in una brillante operazione dei reali Carabinieri al Termo d'Arcola .

Al momento dell'arresto s'era nascosto in un armadio ed aveva accanto una rivoltella carica.

La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica.

 

UNA RETATA

Di giovinastri hanno fatto i nostri carabinieri al Limone , arrestandovi il muratore Emilio Genesi di 22 anni da Spezia , Ruello Ciccotti da Cascina , ventenne aggiustatore al cantiere Miglietta , ed Egisto Ratti ,

trapanista allo stesso cantiere , con i fratelli Rinaldo e Galiano congegnatori

Hanno pure arrestato Alfredo Badiali di anni 31 e Domenico Bacchini da Arcola , aggiustatore il primo e manovratore il secondo alla Wikers Terni

Tutti erano armati di rivoltelle e qualcuno di bombe a mano e di fucile e sembra intendessero dedicarsi allo sport interessantissimo delle rapine su strada .

 

 

 

 

 

 

Non ho ancora reperito gli articoli de Il Tirreno e de Il Popolo

 

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Li disser ladri usciti dalle tane: ma non portaron via nemmeno un pane………….

 

La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica.

 

 

 

 

 

 

 

Il 7 ottobre 1920 , durante la prigionia di Dante a Sarzana , il compagno di lotta Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) scrive sul "Libertario":

 

………………..Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia , per ordine di Giolitti , Olivetti , e D'Aragona , e' stato

arrestato anche lui . << In una brillante operazione >> fatta da cento e piu' carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso

la sua casa e lo hanno catturato . La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica , liberale e monarchica , ne ha dato

l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella

carogna di Carolina Invernizio , buon' anima , sapeva scrivere . Naturalmente tutto cio' che si e' scritto su di lui e' falso come e' falsa

e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verita' dobbiamo dire ( a costo di disonorarlo )

che non e' pur vero che sia pregiudicato .

E' giovane . Ama intensamente la liberta' e la vita . Lo vogliamo fuori !

Anarchici individualisti a noi !

Renzo Novatore

 

 

 

 

 

Il Libertario edizione del 30 settembre 1920

 

Arresti

………………………………… La stampa suddetta fa poi un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi , sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arrestopasseggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero ! "

Veniamo a conoscenza che una vera razzia fu fatta martedi sera dai carabinieri i quali in numero di oltre 150 percorsero il Limone , il Termo d'Arcola e adiacenze , arrestando quanti trovavano , perquisendo , mettendo sottosopra le case e gettando lo scompiglio e la desolazione in numerose famiglie. Bravi , bravi ! Cosi si serve L'ordine e la patria ….    

 

 

 

 

 

 

 

 

 Il sentimento della solitudine è il più elevato fra tutti i sentimenti umani. Appartiene allo stesso tempo alla forza e alla bellezza.

Inoltre i solitari sono gli uomini che più benefici hanno sparso sopra l'umanità. Ed è per ciò che l'Umanità "riconoscente" li disprezza.
In sintesi: il solitario sceglie pochi amici, perchè ripugna l'iposcrisia e la menzogna.

RENZO NOVATORE

 

 

CHI ERA L’UOMO DANTE CARNESECCHI ?

 

Li disser ladri usciti dalle tane: ma non portaron via nemmeno un pane………….

 

 

 

…….Si aggiunge a cio' un' immediata , e pur priva d'ogni fondamento fama di delinquente che peraltro a smentirla basta il solo fatto , ch' egli era un incensurato.

Pochi davvero in questi tempi possono vantarsi di menare un tenore di vita cosi regolare e temperato come menava il Carnesecchi . Ma con tutto cio' egli era lo

spauracchio , il babau , lo spettro incubante dell'autorita' , solo perche' era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica . Un insieme di ombre , di

esagerazioni iperboliche , di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorita' uno stato d'animo tenebrosamente odioso ………………………………………

 

 

 

 

Dante era famoso nei dintorni per una forza smisurata

Questa forza ed un carattere estremamente risoluto erano valsi a creargli intorno un alone quasi leggendandario di temibilita’

Era pervaso da uno spiccato senso della giustizia e di difesa dei deboli che manifesto’ in varie occasioni

 

Aneddoto : La famiglia produceva vino dai terreni che possedeva sulla collina di Vezzano ; per portare il vino a Spezia occorreva pagare il dazio alla porta .

Dante si caricava di due damigiane piene , in equilibrio su una stanga che portava sulle spalle e cosi senza far mostra di fatica simulando fossero vuote passava il dazio

 

Aneddoto : Senza licenza e senza porto d'armi andava a caccia col fucile automatico ( che si era portato chissa’ come nel suo ritorno dagli Stati Uniti ) ; i carabinieri fingevano di non vedere e lui anziche' evitarli li sbeffeggiava parlando loro amichevolmente e mostrando loro le prede loro la selvaggina catturata senza che questi osassero far domande .

 

Aneddoto : Una gruppo di marinai marciava sulla strada . Un militare sfinito si accascio’ per terra . Con alte urla il sottufficiale cerco’ di fargli riprendere la marcia.

Dante intervenne facendo notare che il milite non era in grado di continuare . Il sottufficiale rivolse la sua ira contro Dante intimandogli con male parole di non intromettersi

Dante immediatamente picchio’ selvaggiamente il sottufficiale e i quattro militari che erano intervenuti ad aiutarlo .

 

 

 

 

IL FAMOSO " CARNESECCA"

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La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica.

 

 

Il terribile pregiudicato Carnesecchi,

 

 

 

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era una di quelle eccezionali

individualita' che bastano a se stesse.

 

 

 

…….. La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito ………….

 

 

……Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano ………….. E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre …

 

 

Aveva sicuramente lasciato presto le scuole , ma continuava a leggere e a studiare per proprio conto in un educazione da autodidatta

 

 

Ama intensamente la liberta' e la vita

 

 

 

L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima

 

 

  

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

 

 

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

 

 

una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

 

 

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e

a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi.

Alto, atletico , volto energico , parco di parole, rapido nel gesto , tagliente lo sguardo : una giovinezza creata per l'azione , e

nell'azione interamente spesa.

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era una di quelle eccezionali

individualita' che bastano a se stesse.

Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba .

Non aveva amici , non ne ricercava : non affetti , mollezze , piaceri . In seno alla stessa famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre ,

come verso le sorelle che lo adoravano , si comportava con la freddezza di un estraneo.

Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , coricava sul duro letto senza materasso, onde evitare di provare dell'attaccamento agli agi

di casa . Un individuo simile non era fatto per essere amato. E dell'amore non conobbe ne' le estasi sublimi , ne' le dedizioni mortificanti.

Strana natura !

Perfino verso noi , tra i piu' vicini , il suo animo insofferente elevava un' ultima barriera isolatrice , come a sottrarsi ed a

proteggersi dalle possibilita' d'ogni intima comunione .

Certo , egli era il piu' odiato dai nemici nostri , il piu' temuto dagl'indifferenti , il piu' ammirato dai compagni e dagli spiriti

liberi: ma era anche colui che non si lasciava amare , che non fu amato.

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue

azioni , che mandava in piena consapevolezza ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza ,

una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella

temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime

sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito .

Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore

di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ; ottimo poliglotta .

…………………………………………….

Auro d'Arcola ( Tintino Persio Rasi )

 

 

 

 

Il 7 ottobre 1920 , durante la prigionia di Dante a Sarzana , il compagno di lotta Abele Ricieri Ferrari ( Renzo Novatore ) scrive sul "Libertario":

 

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti

e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un

solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano

impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante ……Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano .

La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha

pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre …..Le figure come la sua

sono rarissime . Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle . E' un anarchico veramente individualista . Ecco tutto ……

Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia , per ordine di Giolitti ,Olivetti , e D'Aragona , e' stato

arrestato anche lui . << In una brillante operazione >> fatta da cento e piu' carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso

la sua casa e lo hanno catturato . La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica , liberale e monarchica , ne ha dato

l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella

carogna di Carolina Invernizio , buon' anima , sapeva scrivere . Naturalmente tutto cio' che si e' scritto su di lui e' falso come e' falsa

e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verita' dobbiamo dire ( a costo di disonorarlo )

che non e' pur vero che sia pregiudicato .

E' giovane . Ama intensamente la liberta' e la vita . Lo vogliamo fuori !

Anarchici individualisti a noi !

Renzo Novatore

 

 

 

 

 

 E stupiscono queste parole dette da RENZO Novatore sempre cosi parco nelle lodi

 

 

  

 

Alcune considerazioni

 

Auro d'Arcola descrive con tono quasi severo il carattere di Dante

 

 La madre pero' dichiarera'

Egli prosciolto da ogni accusa dedicava tutto il suo affetto e la squisita gentilezza dell'animo suo a me e a tutta la famiglia , che inconsolabile ne piange oggi la perdita e invoca dalla Giustizia la punizione dei suoi assassini.

 

Dante aveva , come detto , due sorelle Isolina di due anni piu' giovane di lui ( nata 1894, sposatasi nel 1918 ) e Livia Enrichetta (nata 1901)

 

Renzo Novatore che meglio lo conosceva ( avendo con lui coabitato al tempo della latitanza per diserzione ) :

…………….E' un solitario ed ha pochissimi amici. ………….

 

Cioe' : " ha pochissimi amici " e non "non ha amici "

la notte dell'agguato e' insieme allo zio Azeglio e all'amico Franceschini

 

Forse era un uomo che nella sua breve vita aveva imparato a non fidarsi di tutti

 

L’estrema sua riservatezza e’ provata dai due anni americani le cui vicende sono ad oggi completamente sconosciute

 

 

Dante appare quasi uno stoico praticante , che a nulla di terreno vuole affezionarsi , quasi presago del destino che lo attende

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul Carnesecchi l' 8 dicembre 1920 ancora una citazione di Renzo Novatore

Uno scritto in cui il nome di Dante Carnesecchi e' appaiato a quelli prestigiosi di Malatesta e di Pasquale Binazzi , che dimostra l'ammirazione e la stima

che Renzo Novatore aveva per il compagno

 

 

"La folla è strame che il socialismo ha messo a marcire nella stalla della borghesia. Errico Malatesta, Pasquale Binazzi, Dante Carnesecchi e le

altre migliaia di oscuri che marciscono in quelle bolgie miasmatiche e micidiali che sono le carceri della monarchia dei Savoia e che i medagliettati del P.S.I.

(Partito Socialista Italiano) hanno domandato al porcile di Montecitorio il mezzo per costruirne ancora delle più vaste, dovrebbero essere per noi tanti spettrali

rimorsi, camminanti sotto forme paurose, fra i meandri incerti della dubbiosa anima nostra; dovrebbero essere tante calde vampate di sangue che ci fugge dal

cuore per salirci vertiginosamente sopra le linee del volto e coprircelo di fosca vergogna.

Io so, noi sappiamo, che cento UOMINI - degni di questo nome - potrebbero fare quello che cinquecentomila "organizzati" incoscienti non sono e non

saranno mai capaci di fare.


Non vedete voi, o amici, l'ombra di Bruno Filippi che sogghigna e ci guarda?"

 

RENZO NOVATORE

 "Il temperamento anarchico nel vortice della storia"

(apparso su Il Libertario, La Spezia, a.XVIII, n.793, 8 dicembre 1920)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANNO 1921

 

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RILASCIO di DANTE CARNESECCHI PER I FATTI RELATIVI ALL'ASSALTO ALLA POLVERIERA

non so in quale giorno : comunque intorno ai primi giorni di marzo 1921

 

 

Pasquale Binazzi e' scarcerato il giorno 9 marzo 1921 e quindi e' presumibile che anche Dante sia stato scarcerato in quei giorni , comunque prima del 19 marzo

 

 

 Estratto da : I nostri caduti : Dante Carnesecchi

 Durante il periodo dell'immediato dopoguerra , il territorio del circondario di Spezia fu particolare teatro d'una serie incessante di attentati

anarchici contro le proprieta' ,le polveriere , le caserme le autorita' , le reti ferroviarie e telegrafiche. Ingenti patrimoni appartenenti allo stato

ed ai privati andarono distrutti ;numerosi carabinieri ed agenti della forza pubblica perirono sotto la folgore della rivolta; il prestigio

dell'autorita' affogava nel ridicolo; i rivoltosi rimanevano ignoti , malgrado i numerosi arresti a casaccio . Il sospetto dell'autorita' cadeva

sul gruppo d'audaci che scuoteva le basi dell'ordine e della sicurezza borghese . E piu' del sospetto avevano la certezza che il Carnesecchi

fosse tra questi , se non l'anima certamente il piu' temibile . Ma egli era un giovane senza precedenti giudiziari : Un incensurato che non

lasciava traccia delle sue colpe. Si tento' , tuttavia , piu' volte d'incolparlo . Invano . La polizia si accaniva ad arrestarlo . La magistratura

mancava d'ogni prova perfino indiziaria per procedere .E non tardava a rilasciarlo in liberta'. Non rimaneva che sopprimerlo . ………………………..

Auro d'Arcola

 

 

 

 ………….con tutto cio' egli era lo spauracchio , il babau , lo spettro incubante dell'autorita' , solo perche' era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica . Un insieme di ombre , di esagerazioni iperboliche , di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorita' uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle , dopo esperita ogni altra via , alla soppressione del nostro amico .

da IL LIBERTARIO 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

23 marzo 1921 Milano : Strage del DIANA

 La strage del Diana

a cura di Massimo Ortalli


Il
23 marzo 1921 un gruppo di anarchici milanesi, convinto sulla base di informazioni volutamente false, di poter colpire Gasti, il questore di Milano, fa esplodere un potentissimo ordigno all'esterno del teatro Diana. L'esplosione causa ventuno morti e più di centocinquanta feriti, ma ad essa scampa l'obiettivo principale. Gli autori del gesto, da tempo esasperati per la ingiusta detenzione dei redattori del quotidianoUmanità Nova, Borghi, Malatesta e Quaglino, vogliono richiamare l'attenzione sulle condizioni di salute dei tre detenuti. Costoro, infatti, nonostante l'avanzata età di Errico Malatesta, hanno appena iniziato uno sciopero della fame ad oltranza, per protestare contro le pretestuose lungaggini dei tempi processuali. Naturalmente, invece di far nascere un qualsiasi moto di solidarietà nei confronti del vecchio anarchico e dei suoi compagni di galera, il sanguinoso attentato genera un profondo moto di orrore, che si riverbera in nuove accuse e rinnovati, durissimi, attacchi a tutto il movimento anarchico.
Nessuno degli scopi che gli attentatori si sono prefissi viene raggiunto: la borghesia non si fa intimidire, ma diventa ancora più determinata nel combattere "la canaglia rossa
"; i fascisti ne approfittano per compiere nuove e più selvagge azioni, quali la distruzione delle sedi di Umanità Nova e L'Avanti!; Malatesta e compagni restano in prigione, oppressi oltretutto da quanto avvenuto in loro nome; centinaia di persone assolutamente innocenti ci rimettono la pelle o l'integrità fisica; Gasti si fa ancora più infame e potente; il movimento anarchico viene isolato e sottoposto a feroci repressioni; l'ideale solidario ed emancipatore dell'anarchismo risulta offuscato, per l'ennesima volta, dalla sanguinosità di un atroce delitto commesso in suo nome. E un gruppo di bravi e generosi compagni disperde le proprie energie e la propria vita nelle patrie galere. Degli esecutori materiali, Giuseppe Mariani e Giuseppe Boldrini sono condannati all'ergastolo, mentre Ettore Aguggini e’ condannato a 30 anni di galera. Numerosi altri anarchici, pur estranei all'attentato, subiscono pesanti condanne che vanno dai 5 ai 18 anni

 

 

 

 

 

 

In localita' del << Limone >> e' stata da oltre un mese istituita una Caserma dei RR. Carabinieri Comandata da un brigadiere dell'arma stessa . Per detta caserma si sono reclutati i militi , speciali e volontari nella capacita' di provocare , terrorizzare la popolazione di quei sobborghi

 

…………..usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perche'….

 

A questo scopo fu espressamente istituita una nuova stazione di carabinieri nella frazione abitata dal Carnesecchi . Si trattava di una casema speciale, fuori classe , a cui erano stati chiamati ,mediante concorso volontario , una dozzina di militi scelti tra i piu' brutali e sanguinari dell'arma

 

 

 

 

 

 

 

GIORNO DI PASQUA DEL 1921

ASSASSINIO DI DANTE CARNESECCHI

domenica 27 marzo 1921

 

 

.......do atto che a ore una, e minuti cinque del giorno ventotto corrente mese nella casa posta in S. Cipriano n.21 e' morto Carnesecchi Dante anni 29

nato a Vezzano Ligure figlio di fu Giuseppe e di Fontana Lucia - celibe - operaio

 

 

 

 

 

 ANTONIO BIANCHI

Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia (1919-1930). Anno 1981. Olschki editore 

 

 A La Spezia , dopo che il Tirreno aveva riportata la notizia provocatoria del tentativo di assalto effettuato da ignoti alla polveriera dell'Acquasanta , il 23 gennaio erano

avvenuti tafferugli tra operai ed ex legionari fiumani . La sera del 22 febbraio , poi , si ripeterono nuovi e piu' duri scontri tra operai e fascisti , mobilitatisi per impedire

un comizio dell'onorevole Misiano , di cui si era sparsa la voce in citta' Infine la domenica 27 febbraio , squadre fasciste , dopo essersi date appuntamento ai giardini pubblici ,

partirono all'assalto della Camera Confederale del Lavoro e della sede del Partito Socialista , nel frattempo presidiate da operai socialisti , comunisti ed anarchici . Seguirono

violenti scontri , durante i quali resto' accidentalmente uccisa una delle guardie regie accorse a dar man forte ai fascisti ,mentre , usando il moschetto come clava , stava battendo

contro il portone sbarrato dei locali del sindacato ; allo stesso modo vennero danneggiati i locali dell'U.S.I., mentre la guardia regia piazzava mitragliatrici davanti alle sedi sindacali ,

temporaneamente occupate

Il giorno successivo , lunedi 28 febbraio , fu' proclamato lo sciopero generale di protesta : nel pomeriggio la guardia regia , aprendo il fuoco uccideva l'operaio anarchico

Adolfo Olivieri ; i funerali della vittima , il giorno dopo si trasformarono in una seconda manifestazione operaia , mentre , dopo altri scontri , la citta' veniva posta in stato d'assedio .

Seguirono altri giorni di tensione per l'uccisione di un noto anarchico individualista , Dante Carnesecchi , che , disarmato , aveva tentato di sfuggire ai carabinieri.

 ANTONIO BIANCHI

 

 

 

 

Rimesso in libertà, dopo cinque mesi di carcere preventivo, per mancanza di qualunque indizio , Carnesecchi è vittima di un agguato ordito da sette o piu' carabinieri,

ben noti per aver provocato e arrestato altri sovversivi, e viene assassinato al Termo d'Arcola la sera del 27 marzo 1921, ( il giorno di Pasqua ) a pochi passi da casa sua.

Sette o piu' carabinieri avvicinano e circondano il Carnesecchi che esce di casa con suo zio Azeglio e con un amico . Nel giorno di festa Dante porta con se una chitarra ,

strumento che amava suonare-

Lo perquisiscono poi improvvisamente lo pigliano a scudisciate in faccia, Dante cerca di proteggersi con la chitarra che si spezza: in pochi istanti ha la faccia spaccata e

gronda sangue. A quel punto tenta una disperata fuga ma è abbattuto da una raffica di fucile. Già a terra, Dante è colpito con molte pugnalate e col calcio del fucile alla testa

"Si trattava" scriverà Tintino Rasi "di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più

brutali e i più sanguinari dell'arma".

 

 

 

 

Questa la versione dei giornali di regime :

 

 

 

IL SECOLO XIX edizione del 30 marzo 1921……………………. tra una grave contusione e due morsicature di cani…………………….Conflitto mortale con i carabinieri

 

 

 Conflitto mortale con i carabinieri

Dante Carnesecchi di anni 29 noto anarchico, era da tempo ricercato dai carabinieri , quale sospetto colpevole della uccisione di un milite dell'arma.

La notte scorsa i carabinieri lo trovarono al Termo d'Arcola insieme a due suoi compagni e lo fermarono.

Il Carnesecchi estratto rapidamente il pugnale tento' di colpire e liberarsi : al suo tentativo rispose un colpo di rivoltella che lo feri' a morte .

I suoi due compagni si dileguarono rapidamente nella oscurita' inseguiti da altri colpi di rivoltella che pare abbiano raggiunto il segno e colpito uno dei fuggenti ,

perche' sono state trovate sulla direzione della loro fuga , larghe tracce di sangue .

Dal luogo del conflitto venne chiamata telefonicamente la P.A. che accorse rapida , come e' consuetudine sua , e raccolse il Carnesecchi agonizzante.

Infatti costui mentre la lettiga giunse all'ospedale spiro' .

 

 

 

 

Devo ancora reperire gli articoli del Tirreno del Popolo e del Lavoro di Genova

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 AVANTI num. 76 del 29 marzo 1921

 L'articolo dell' Avanti e'un pasticcio di disinformazione ( di esatto non c'e' neanche la data )

Anarchico ucciso a Spezia

Spezia , 28

In localita' Limone , distante da Spezia , una sessantina di chilometri (sic ! mio commento ) ,una pattuglia di carabinieri si scontrava con un gruppo di operai . Ne nacque

un vivace diverbio dal quale i militi traevano argomento per sparare alcuni colpi di moschetto che ferirono a morte certo Cainisecchi Dante (sic ) di Termo d'Arcola ,

trentacinquenne ( sic ) , noto appartenente al gruppo anarchico . Il Carnisecchi ( sic) era da poco uscito dalle carceri per una condanna ( sic ) subita in seguito all'attentato

contro la polveriera di Valle Lunga (sic) .

 

Debbo questo articolo alla meravigliosa gentilezza del sig. Fausto Bucci

 

 

 

Da questi articoli una considerazione che possiamo trarre e' l'evidente notorieta' del Carnesecchi in ambito locale :

( noto anarchico , noto appartenente al gruppo anarchico ) .

 

 

 

 

 

 

 

Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere "proditoriamente e selvaggiamente assassinato" il loro compagno di ideali:

 

 

Da Il Libertario : edizione del 31 marzo 1921

 

Il compagno Dante Carnesecchi assassinato dai carabinieri del Limone

Domenica 27 marzo , circa alle ore 22,30 il compagno Dante Carnesecchi mentre usciva dalla propria abitazione sita al Termo d'Arcola , in compagnia di un suo zio ed un comune amico veniva proditoriamente e selvaggiamente assassinato da un nucleo di circa 7 carabinieri in abito borghese

Una caserma di belve umane

In localita' del << Limone >> e' stata da oltre un mese istituita una Caserma dei RR. Carabinieri Comandata da un brigadiere dell'arma stessa . Per detta caserma si sono reclutati i militi , speciali e volontari nella capacita' di provocare , terrorizzare la popolazione di quei sobborghi Difatti dacche' essa e' istituita i militi ogni sera si prendevano lo spasso di muovere in vera e propria scorribanda armata dal Limone al Termo d'Arcola , col deliberato proposito di provocare tutti i cittadini e le comitive giovanili dedite a divertirsi , in cui si incontravano. Cominciavano con le arroganti vessazioni delle perquisizioni intercalate da minacce verbalmente criminali , giungendo perfino a somministrare sfuriate di colpi di nerbo e revolverate all'impazzata senza nessunissimo motivo ma semplicemente , come si e' detto , per seminare il panico ,il terrore fra quelle popolazioni. Questa buona gente dell'ordine , non e' detto che s'accontentasse di vessare , provocare , percuotere , revolverare . Non le bastava . Necessitava loro far anche seralmente prede onde sfogare a bell'agio la belluina ferocia che li distingue . Ed arrestavano a casaccio ogni malcapitato che rimaneva loro fra le mani sottoponendolo a violenze e maltrattamenti corporali inauditi fra le segrete della caserma , ch'io definisco << covo di belve umane >>. Codesti << militi dell'ordine >> cosi amanti del disordine ed impastati di odio e criminalita' si vantavano pubblicamente delle loro prodezze brutali , tanto che le popolazioni di quei luoghi non si sentivano piu' tranquille e vivevano sotto un'inquietante incubo presago di nefasti avvenimenti.

La premeditazione del delitto

L'assassinio di Dante Carnesecchi risulta inconfutabilmente premeditato anche da parecchie circostanze precedenti al barbaro misfatto. Uscito dal carcere da poche settimane ove da oltre sei mesi era rinchiuso coimputato con Pasquale Binazzi ed altri per i fatti di Vallegrande : a distanza di pochi giorni seppe subito che il brigadiere della trista Caserma si era recato alla sua abitazione per rintracciarlo adducendo che voleva conoscerlo di persona . Fra l'altro , ben sapendo che il Carnesecchi era un appassionato ciclista , un bel giorno i militi si presero il detestabile diletto di fermare col moschetto a << punt'arm >> tutti i ciclisti che transitavano per la strada provinciale , che mena da Sarzana a Spezia e viceversa , chiedendo loro il nome e manifestando che aspettavano al varco il Carnesecchi . E se cio' non bastasse , non piu' tardi del giorno di S . Giuseppe il Carnesecchi ci narrava che alcune sere prima un giovane del Termo d'Arcola arrestato nelle consuete scorribande accennate , lo aveva avvertito che il brigadiere aveva chiaramente manifestato che non appena s'incontrava col Carnesecchi gli avrebbe sparato senza preavviso - Il nostro compagno ne rise credendo una fola cio' che si premeditava freddamente per la sua selvaggia uccisione

La stampa e la verita'

Non troviamo sufficienti parole di deplorazione verso tutta la stampa quotidiana che ha riportato il raccapricciante fattaccio cosi falsato e travisato da far emergere chiaramente che il giornalismo non sappia piu' fare la cronaca al di fuori degli uffici di questura . Ci duole constatare che il piu' poliziesco fra questi - e con cio' vogliamo dire il piu' falso - sia stato il "Lavoro " di Genova . Noi non vogliamo alcun favoreggiamento dalla stampa di qualsiasi colore essa s'imbelletti . Quello che vogliamo e' la verita' dei fatti senza la quale la stampa diventa il piu' basso strumento al servizio della menzogna ufficiale e si dimostra addirittura incompresa della sua missione che dev'esssere improntata ad alto , sereno , imparziale civismo . Mancando a questo suo preciso dovere il giornalismo nostrano che per nulla si e' mosso alla raccolta dei particolari sul luogo , preciseremo noi , per quanto sommariamente , la ricostruzione del brigantesco assassinio.

Il delitto

Soprattutto smentiamo subito recisamente l'affermazione stampaiola - questurinesca che dava il Carnesecchi colpito da mandato di cattura - Contro il Carnesecchi non esisteva alcun mandato di cattura ma esisteva bensi un decreto di morte tramato dalle belve monturate . Egli non poteva sfuggire alla tremenda vendetta che da tempo covava nel loro animo ebbro di odio ingiusto ed ingiustificabile. Malgrado che la magistratura avesse assolto il nostro compagno dall'accusa di omicidio avvenuto nella persona di un carabiniere nei moti del giugno del 1919 , si era pur tuttavia , propagata e radicata , fra i militi dell'arma , la voce e la convinzione artata ch'egli ne fosse stato l'autore o per lo meno l'istigatore . Si aggiunga a cio' un' immediata , e pur priva d'ogni fondamento fama di delinquente che peraltro a smentirla basta il solo fatto , ch' egli era un incensurato. Pochi davvero in questi tempi possono vantarsi di menare un tenore di vita cosi regolare e temperato come menava il Carnesecchi . Ma con tutto cio' egli era lo spauracchio , il babau , lo spettro incubante dell'autorita' , solo perche' era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica . Un insieme di ombre , di esagerazioni iperboliche , di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorita' uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle , dopo esperita ogni altra via , alla soppressione del nostro amico . I cervelli dei dipendenti , degli esecutori materiali , erano stati da lungo tempo ben montati con opportune concioni e domenica sera , giorno di Pasqua , in omaggio al rito di pace cristiana , i cannibali ebbri ed armati uscirono dalla caserma in abito borghese comandati dal nefasto brigadiere ( novello Livraghi ) portandosi al canto provocatore di << Bandiera rossa >> ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'arcola. Cola' giunti si soffermarono per le bettole schiamazzando e libando , insidiando e provocando. Indi , calcolata l'opportunita' dell'ora , cominciarono a far rincasare la gente , che incontravano lungo il tragitto che porta alla casa del Carnesecchi , a colpi di nerbo. Giunti a pochi passi piu' innanzi dal fabbricato della societa' Aurora s'imbattevano nel Carnesecchi , il quale usciva di casa in compagnia del proprio zio Azeglio e dell'amico Franceschini diretto ad accompagnare questi ultimi alle rispettive abitazioni site in quei pressi . Egli recava con se una chitarra senza pero' suonarla . I carabinieri intimarono il fermo alla comitiva e cominciarono a colpire col nerbo l'Azeglio brutalmente mentre il Franceschini spaventato fuggiva per la campagna fatto segno a due colpi di rivoltella che pero' non lo colpirono. Dopo averlo battuto , cosi tremendamente l'Azeglio , lo sospinsero fuori dal circuito intimandogli di recarsi a casa. Quindi si disposero intorno al Carnesecchi intimandogli il <<Mani in alto >> il brigadiere lo perquisi minutamente e quando fu certo che nessuin arma aveva seco gli chiese le generalita' . Il Carnesecchi declino' il suo nome .

Allora il brigadiere gli disse :- Io sono il brigadiere della Caserma del Limone . Al che il Carnesecchi rispose :- Ed io la rispetto ! Il brigadiere rispose allora con un violento schiaffo mentre i militi chiesero al superiore : - Possiamo venire , brigadiere ? Ed egli : -Venite ! ordino'. Ed una briaca , tempestosa sfuriata di nervate colpiva il compagno nostro , il quale mal tentava di proteggersi con la chitarra . Sotto l'azionebrutale ed incessante dei colpi di nerbo il Carnesecchi urlando dal terribile dolore raccolse le proprie forze in un disperato tentativo di fuga liberatrice . E vi riusci . Senonche' alla distanza di pochi passi lo raggiungeva un colpo di fucile alla schiena che lo atterrava sanguinante . Allora le folli belve umane si lanciarono all'assalto del povero corpo esanime facendone orrendo scempio in questa frenesia sanguinaria i mostruosi bruti intercalavano ingiuriose apostrofi a dileggi contro il moribondo , Tantoche' fin quando egli non dava piu' segni di vita i bravacci sitibondi continuavano ad apostrofarlo :- Vigliacco ! voglio spezzarti il cuore con una revolverata ! Ed il brigadiere incoraggiando , aggiungeva :- Prendi il pugnale , spaccagli il cuore ! Ed altre consimili frasacce truci che non trascriviamo per l'errore che ne proviamo e per il rispetto che ancora sentiamo verso chi ha sentimenti umani. Cosi il barbaro , raccapricciante , mostruoso delitto senza precedenti si compiva ; mentre gli assassini aggiungevano a conclusione dell'orrendo quadro che altri dovranno subire prima o poi la stessa sorte - Noi non commentiamo. Pensiamo che il piu' terribile terrorismo bianco sfrenato e folle si sta instaurando nel nostro paese Chi ha cuore e cervello non puo' non sentirsi pervaso da un' ondata di vindice raccapriccio di fronte a si culminante misfatto che e' il principio , l'inizio di un periodo reazionariamente brigantesco            

 

 

 

 

 

 

"Sono episodi della vita...non è niente...datemi dell'acqua...sto morendo".

 

sembra siano state le sue ultime parole rivolte ai presenti accorsi per soccorrerlo

 

 

 

 

 

 

Da IL LIBERTARIO edizione del 31 marzo 1921

 

Il 29 marzo 1921 la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatorì,  

Lettera della madre di Carnesecchi

Avendo il Tirreno e tutti i giornali quotidiani dato sul fatto una versione falsa , la madre ha indirizzato ai suddetti la seguente lettera :

Termo d'Arcola 29-3-21

Egreg. Sig. Direttore del giornale << Il Tirreno>>

Ad aumentare il grande strazio che provo con la barbara uccisione del mio caro figlio Dante Carnesecchi , si aggiunge la versione falsa che viene data dai giornali , compreso quello da lei diretto , versione certo ispirata dai responsabili dell'eccidio . Ecco come si e' svolto il fatto secondo testimonianze di persone serie degne in tutto e per tutto di fede I carabinieri della stazione del Limone con alla testa il brigadiere vestiti in borghese e che gia' si erano fermati in vari luoghi tenendo ovunque un contegno provocante , incontrarono verso le 23,30 del giorno di Pasqua mio figlio ,suo zio ed un altro onesto cittadino in vicinanza della mia abitazione , dove mio figlio era uscito per accompagnare lo zio verso casa. I carabinieri intimarono loro di fermarsi e di alzare le braccia: "Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declínò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mìo figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpíto da vari colpi di rivoltella e dì fucile. Non aggiungo altri particolari di questo assassinio feroce perche mi serviranno per la mia costituzione di parte civile . E' pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura . Egli prosciolto da ogni accusa dedicava tutto il suo affetto e la squisita gentilezza dell'animo suo a me e a tutta la famiglia , che inconsolabile ne piange oggi la perdita e invoca dalla Giustizia la punizione dei suoi assassini- Grazie anticipate della pubblicazione .

Lucia Carnesecchi  

 

La madre si costituisce parte civile

La inconsolabile madre di Carnesecchi assistita dall'egregio amico , avvocato Arturo Uccelli , ha presentato denuncia contro gli assassini del di lei caro figlio , costituendosi parte civile. Vedremo di fronte a tanta enormita' come sapra' comportarsi la magistratura  

 

 

 

Da IL LIBERTARIO edizione del 31 marzo 1921

 

L'assassinio del compagno Carnesecchi Dante

Appena in citta' e nel circondario si sparse la voce della fulminea morte del caro compagno ………enorme . Il dolore della …. veniva aumentato dal pensiero …era

stato assassinato dai carabinieri della caserma del Limone. L'esasperazione degli animi fra i compagni ed i lavoratori e' grande ; tutti imprecano contro il sistematico

impunito assassinio di inermi cittadini La desolata madre di fronte alla falsa versione del fatto data alla stampa dagli assassini del suo figlio , ha indirizzato una lettera

di rettifica al giornale locale << Il Tirreno >> e ai corrispondenti di tutti gli altri giornali compreso <<L'Avanti >> Il Tirreno ha pubblicato la rettifica speriamo che

lo stesso facciano gli altri giornali . Sarebbe infame rendersi complici ed occultare e traviare la verita', in questo truce delitto voluttuosamente e barbaramente

consumato. Gli operai come atto di protesta volevano martedi mattina scioperare ; prevalse l'idea di sospendere mercoledi il lavoro un po' prima dell'orario ,

per poter intervenire ai funerali della compianta vittima. Il delitto abbiamo ragione di ritenere che fosse premeditato , soltanto si attendeva l'occasione di poter

incontrare il Carnesecchi. Del resto non e' un segreto che nelle caserme dei carabinieri e delle guardie regie si fa una propaganda d'odio , si manifestano liberamente

propositi di assassinare le persone piu' in vista . Questo e' un giuoco molto pericoloso , perche' eì ben lungi di poter portare la pace negli animi che tutti invocano , ma

soltanto a parole Il caso di Carnesecchi non e' isolato ; non soltanto lui era stato preavvisato che volevano ammazzarlo , ma anche ad sono state rivolte minacce . Gia'

che siamo in tema vogliamo rendere pubblico che un sergente delle guardie regie non si e' peritato , in occasione dell'ultimo conflitto avvenuto a Spezia alla Camera

Confederale , di dire a parecchi arrestati che lui non l'aveva con loro , ma che l'aveva col nostro compagno Binazzi Pasquale e che alla prima occasione l'avrebbe

ammazzato lui. Bisogna notare che questo avveniva mentre Binazzi era ancora detenuto nelle carceri di Sarzana. Chi sono dunque gli istigatori all'odio ? Chi sono coloro

che scagliano i proletari in divisa contro i lavoratori ? Che cosa s'illudono di ottenere da questa seminagione d'odio ? E' un opera infame e folle Intanto noi in questo

momento triste inviamo le nostre condoglianze alla desolata famiglia che piange l'irreparabile perdita del caro congiunto e sulla tomba del povero assassinato gettiamo

i fiori rossi della fede e della memore promessa . I funerali hanno luogo mentre andiamo in macchina      

 

 

 

 

 

 

Da : Massimo Novelli : Cavalieri del Nulla  - Galzerano editore

 

… E dell'orrenda quanto lividamente lirica morte del Carnesecchi scrisse con rabbioso dolore il giornale " Gli scamiciati ". Narro' appunto che

<< la sera del 27 marzo , alla stazione di Termo d'Arcola , una squadra di carabinieri vestiti in borghese , usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perche'…..,partirono in

numero di dieci , bene armati di fucili americani e di pugnali , e bene innaffiati di vino , al canto di "Bandiera rossa "s'avviarono in cerca della vittima predestinata : Dante Carnesecchi , l'anarchico spauracchio , uscito da pochi giorni dalle carceri di Sarzana ove era stato parecchi mesi in attesa del processo che poi non venne …>>

…………..Stava il Carnesecchi , a ogni modo , << in quell'ora , in casa sua , suonando la chitarra in compagnia di uno zio violoncellista . Accostatisi a casa sua i dieci manigoldi vi s'appiattarono e al momento opportuno , cioe' quando il buon Dante uscito da casa sua s'accingeva ad accompagnare lo zio all'abitazione di lui , sbucarono fuori con i fucili spianati e perquisirono quelle loro due prede . Vistele disarmate incominciarono " la funzione " >>

Stava per morire Dante Carnesecchi , come in una poesia di Garcia Lorca : la chitarra e il violoncello ( ma che aria ,che melodia avevano accennato lo zio e il nipote ? Una romanza toscana di lancinante esilio , come quel <<Gia' allo sguardo…>> d'accenti alla Pietro Gori , o un << Mio caro ideal >> ? Oppure che altro ? ) poi l'interno domestico affogato in ruscelli d'ombre e a quel punto i regi militi , che , alla funzione quietamente familiare dai pittorici toni piu' casoratiani che iconoclasti o futuristi oppongono la loro : che e' funzione nell'urlare ubriaco , non nella musica , per eseguire vendetta classista e d'incoltura , d'incivilta' e di sangue.

<< Terribili colpi di nervo colpirono il nostro compagno alla faccia ; egli si difese come pote' colla chitarra che teneva in mano , ma questa ben presto ando' in frantumi ed egli con un gesto disperato ( aveva la faccia letteralmente spaccata dai nervi ferrati ) riusci a divincolarsi e a fuggire . Non aveva fatto ancora dieci passi che una raffica di colpi l'atterro' . Appena a terra gli furono sopra e gli vibrarono trenta pugnalate . Poi col calcio dei fucili gli spaccarono la testa.

L'assassinio fu' compiuto con tanta malvagita' e tanta brutalita' impossibili a concepirsi . Lo derubarono di tutto e poscia minacciarono di morte ( vigliacchi , ormai egli era gia' in agonia ! ) anche i militi della Pubblica Assistenza che andarono per portarlo via . Un milite piangente nel caricarlo sulla barella gli disse :" Coraggio Dante". Ed egli , col filo di voce che ancora gli rimaneva : " Sono episodi della vita …Non e' niente … Datemi dell'acqua …Muoio ". Il brigadiere sempre col pugnale in mano urlo' infuriato : Ah vigliacco ! Vivi sempre . Sei piu' duro d'un bue". E gli sputo' ancora addosso……>>

 

 

 

 

 

ASSASSINI !

Di Dante Carnesecchi vorremmo parlare a lungo ma ne siamo impossibilitati . Ancor troppo aperta e' la ferita del nostro cuore lacerato perche' freddamente vi possiamo tuffare le mani e trarne fuori tutto il furore che ci corrode per iscagliarlo contro gli assassini che ci han massacrato uno dei migliori amici nostri. Il sangue ci refluisce al cervello , le mani ci tremano ne' possiamo vergare parole adeguate allo scempio cui fu fatto segno il Carnesecchi. Siamo certi pero' che , egli assassinato , vive tutt'ora in ognuno di noi e che i fucili americani e i pugnali di cui erano armati gli armigeri reali non avranno lavorato invano

Ad ogni modo , per i compagni lontani che ancora non sapranno il bel gesto assassino di una squadra di belve in sembianze umane , compiuto su uno dei piu' energici , intelligenti , buoni e coraggiosi compagni d'Arcola , narriamo in poche righe il " fattaccio" lasciando ai lettori il trarne le conclusioni che verranno loro spontanee.

La sera del 27 marzo , alla stazione di Termo d'Arcola , una squadra di carabinieri vestiti in borghese , usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perche'…..,partirono in numero di dieci , bene armati di fucili americani e di pugnali , e bene innaffiati di vino , al canto di "Bandiera rossa "s'avviarono in cerca della vittima da tempo predestinata : Dante Carnesecchi , l'anarchico spauracchio , uscito da pochi giorni dalle carceri di Sarzana ove era stato parecchi mesi in attesa del processo che poi non venne …Egli stava in quell'ora , in casa sua , suonando la chitarra in compagnia di uno zio violoncellista .

Accostatisi a casa sua i dieci manigoldi vi s'appiattarono e al momento opportuno , cioe' quando il buon Dante uscito da casa sua s'accingeva ad accompagnare lo zio all'abitazione di lui , sbucarono fuori con i fucili spianati e perquisirono quelle loro due prede . Vistele disarmate incominciarono " la funzione " . Terribili colpi di nervo colpirono il nostro compagno alla faccia ; egli si difese come pote' colla chitarra che teneva in mano , ma questa ben presto ando' in frantumi ed egli con un gesto disperato ( aveva la faccia letteralmente spaccata dai nervi ferrati ) riusci a divincolarsi e a fuggire . Non aveva fatto ancora dieci passi che una raffica di colpi l'atterro' . Appena a terra gli furono sopra e gli vibrarono trenta pugnalate . Poi col calcio dei fucili gli spaccarono la testa. L'assassinio fu' compiuto con tanta malvagita' e tanta brutalita' impossibili a concepirsi .

Lo derubarono di tutto e poscia minacciarono di morte ( vigliacchi , ormai egli era gia' in agonia ! ) anche i militi della Pubblica Assistenza che andarono per portarlo via . Un milite piangente nel caricarlo sulla barella gli disse :" Coraggio Dante". Ed egli , col filo di voce che ancora gli rimaneva : " Sono episodi della vita …Non e' niente … Datemi dell'acqua …Muoio ". Il brigadiere sempre col pugnale in mano urlo' infuriato : Ah vigliacco ! Vivi sempre . Sei piu' duro d'un bue". E gli sputo' ancora addosso……

Inutili i commenti. Ogni parola suonerebbe ironia……

 

<< Gli Scamiciati >>

l'articolo "Assassini!" da "Gli Scamiciati", Pegli, 9 aprile 1921, serie II, num.12, pag. 2.

( debbo questo articolo all'immensa cortesia della signora Fiamma Chessa-- Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa di Reggio Emilia )  

 

 

 

 

 

 

 

 

11 maggio 1929. L'Adunata dei Refrattari (The Call of Refractaires) I nostri caduti : Dante Carnesecchi

Auro d'Arcola descrive Dante uscire col solo zio.

La versione piu' attendibile e' ovviamente quella della madre che parla di Dante insieme allo zio e all'amico Franceschini ;

 

 

 

……………………………………………………….Non rimaneva che sopprimerlo. Fu questo il compito che si assunse di portare ad esecuzione

il Comando di Legione della benemerita.

A questo scopo fu espressamente istituita una nuova stazione di carabinieri nella frazione abitata dal Carnesecchi .Si trattava di una casema speciale, fuori classe ,

a cui erano stati chiamati ,mediante concorso volontario , una dozzina di militi scelti tra i piu' brutali e sanguinari dell'arma . La consegna che avevano codesti

energumeni era esplicita : tutelare l'ordine … con ogni sorta di vessazioni , d'arbitrii e di violenze : Non passava notte che non flagellassero a colpi di nerbo di bue

quanti popolani incontravano sul loro cammino . Solamente gli anarchici potevano circolare dopo le 9 di sera . I teppisti della benemerita avevano cura di non provocarli

e di non affrontarli in quel modo . Fingevano di non vederli . Essi sapevano troppo bene che contro gli anarchici non era prudente agire che in un solo modo : assassinarli

isolatamente e proditoriamente , o fingere d'ignorarli.

Fu seguendo questa tattica che giunsero a preparare l'agguato in cui Dante Carnesecchi doveva cadere orribilmente martoriato, come

mai niuno cadde.

 

Era la sera di Pasqua del 1921.

I clienti delle varie osterie situate lungo la strada provinciale del Termo d'Arcola notarono una comitiva d'individui avvinazzati che continuavano a trangugiare gotti

di vino al canto dell'Inno dei lavoratori , di Bandiera Rossa , dell'Internazionale e d'altri inni sovversivi. Due di essi avevano la doppietta da caccia sulla spalla , e

qualcosa di non meno sinistro s'indovinava che contenessero le tasche troppo gonfie degli altri . La presenza di codesti omaccioni dal volto infiammato e dalle pupille

rese sanguigne da un'ebbrezza che non sembrava di solo alcool , turbo' la schietta allegria dei pacifici consumatori . Una strana inquietudine scese come un'ombra

sugli animi . Ed in breve ogni pubblico ritrovo rimase deserto.

La comitiva usci dall'ultima bettola sulla strada buia . si dispose in cerchio , e dopo alcuni minuti di sommessi bisbigli s'inoltro' cautamente verso una casa isolata.

Giunta alla distanza di una cinquantina di metri sosto'' , ed ogni componente si scelse sul terreno un nascondiglio ove attendere e guatare .

 

Dall'alto del campanile di Vezzano Ligure scendeva al piano , lenta e triste come quella d'un 'agonia , l'eco di undici rintocchi , quando due uomini uscirono dall'uscio

della casa accerchiata . L'uno gia' attempato e leggermente curvo , precedeva sul viottolo breve che mena sulla strada provinciale ; l'altro , giovane e agile , seguiva

recando tra le mani una chitarra. Dante Carnesecchi aveva ricevuto la visita d?uno zio , ed a quell'ora tarda usciva per riaccompagnarlo a casa. Quando i due uomini

imboccata la strada maestra , l'ebbero tranquillamente percorsa per circa una trentina di metri , furono bruscamente arrestati da un'ordine imperioso.

--Fermi la' , e mani in alto !

Dante Carnesecchi riconobbe subito nell'uomo che gli stava di fronte , dimenando nella mano nervosa lo scudiscio , il maresciallo comandante la stazione dei militi speciali .

Attorno , vide i visi sinistri dei militi disposti in cerchio come un tormo di bracchi impazienti che attendono l'ordine per lanciarsi sulla preda .

--Cosa fate voi , in giro a quest'ora ?

interpello' il graduato rivolgendosi al vecchio.

Il poveretto non ebbe tempo di rispondere che una tempesta di nerbate gli schiaffeggio' brutalmente il viso.

Dominandosi quanto piu' pote' , il nipote intervenne ad osservare che non era ne' umano ne' eroico percuotere in tal modo un vecchio padre di famiglia.

Le belve regie non aspettavano altro . Abbandonarono lo zio , e serrarono il cerchio intorno al Carnesecchi.

Egli impugno la chitarra per proteggersi il viso dai furiosi colpi di scudiscio. Ma ben presto quel debole scudo ando' in mille frantumi , ed il compagno nostro senti

che solo un tentativo disperato poteva ancora aprirgli una via di salvezza . Raccolse tutte le sue forze e urto' in un impeto formidabile contro il cerchio dei suoi flagellatori.

Tre sicari caddero rovesciati a terra , ed il compagno nostro ratto come un fulmine , a cinquanta metri da essi , aveva gia' saltato il fosso che separa i campi dalla strada , quando

raggiunto da un colpo di moschetto si abbatte' sul ciglio. La ciurma dei sanguinari gli fu presto addosso . Viveva ancora . Lo rotolarono a pedate nel fango del fosso.

E mentre un gruppo di tre militi portatisi sul trivio arrestava tutti i passanti col moschetto imbracciato , affinche' nessuno potesse correre ad avvertire i compagni della vittima ;

gli altri s'accinsero a consumare ogni sorta d'orribili sevizie sul corpo spasimante del ribelle.

Egli supplicava lo finissero con un colpo al cuore . Ma il macabro sadismo degli aguzzini era ben lungi da sentirsi appagato -Lo calpestarono di calci , lo dissetarono …sputandogli

ed orinandogli in bocca , gli tormentarono il corpo con una pugnalata in ogni poro , gli attanagliarono i testicoli , gli perforarono i timpani degli orecchi , lo macerarono

nel sangue e nel fango del fosso tra sghignazzate oscene e ingiurie atroci.

--Uccidetemi !……Non vi chiedo che di uccidermi ! --rantolava la vittima con la lingua ingrossata e le labbra inturgidite dall'arsura e dagli spasimi.

--Schianta, miserabile !……..Non ti finiremo che per ricominciare sugli altri compagni tuoi .

Alle quattro del mattino le iene del re si accanivano ancora a dilaniare le martoriate carni dell'agonizzante . E solo il sorgere imminente dell'alba le indusse a nascondere

al raccapriccio del giorno l'orrendo spettacolo della loro scelleratezza.

All'ospedale dopo sei ore di terrificante supplizio , il medico di guardia , affondava il colpo di grazia nel cuore di Dante Carnesecchi

 

Quando sulle prime ore del mattino nell'apprendere la tragica notizia , accorremmo sul luogo del misfatto , trovammo una donna ancora impalata sulla soglia di casa da

dove aveva assistito allo svolgersi della scena spaventosa . col corpo in sussulto e le pupille dilatate dall'orrore , essa lanciava grida di uno strazio extraumano ,

strappandosi disperatamente i capelli come una furia .

Invano si tento' d'interrogarla. Non sapeva piu emettere che urla terribili .Aveva perduto la favella.

Invano si cerco' di condurla nell'interno della propria dimora .Rimase la' sull'uscio , come se vi fosse stata radicata , cogli occhi terribili , fissi verso il luogo della scena tremenda .

La poveretta era impazzita . irremediabilmente impazzita di spavento e d'orrore .

Sul macabro marmo della camera mortuaria , rigido e sospeso dalla tensione dei tormenti , il corpo armonioso di Dante Carnesecchi non presentava uno spazio dove

il pugnale non si fosse affondato . Il viso era stato ridotto da una tempesta di nerbate , ad una maschera spaventosamente tumefatta. Mentre lo contemplavamo

angosciati in silenzio , entro' col respiro affannoso e il passo concitato , una donna bassa e massiccia .

Ella , si chino' trepida sul cadavere , lo bacio', lo abbraccio' , e con voce che tradiva la commozione lo chiamo' per l'ultima volta :

--Dante !…..

Era la madre . In quel momento , impallidirono i nostri volti silenziosi , ed un groppo ci serro' la gola .

In quella stessa ora , in una sala del Comando di Tenenza , mandanti e mandatarii , banchettavano gioiosamente , brindando all'eroismo dei sicari .

Quando ella si rialzo', il suo ciglio era asciutto . Ci riconobbe . Ci mosse incontro' . E con uno sguardo senza lacrime in cui un intenso dolore commisto ad un intenso odio

lampeggiavano implacabili , ci disse :

--Non resta che vendicarlo !

Mai , durante la mia vita , conobbi madre piu' di questa degna dello stoico eroismo del proprio figlio .

E non l'abbiamo ancora vendicata ……

 

Auro d'Arcola

 

 

 

 

 

Comune della Spezia :

Al numero 110 degli atti di morte del Comune della Spezia in data 29 marzo 1921

Nel registro degli atti di morte risulta al numero 110 che il Presidente dell'Ospedale ha dato comunicazione al Comune il giorno 29, della morte di Dante Carnesecchi di anni 29 avvenuta il 28 marzo 1921 alle ore 1 e cinque minuti ( il che vuol dire che raccolto agonizzante era morto durante la notte )

.......do atto che a ore una, e minuti cinque del giorno ventotto corrente mese nella casa posta in S.Cipriano n.21 e' morto Carnesecchi Dante anni 29 nato a Vezzano Ligure figlio di fu Giuseppe e di Fontana Lucia - celibe - operaio

 

 

 

Dal certificato necroscopico risultano come causa della morte "ferite multiple da arma da fuoco".

 

 

 

Alle quattro del mattino le iene del re si accanivano ancora a dilaniare le martoriate carni dell'agonizzante . E solo il sorgere imminente dell'alba le indusse a nascondere al

raccapriccio del giorno l'orrendo spettacolo della loro scelleratezza.

 

il corpo armonioso di Dante Carnesecchi non presentava uno spazio dove il pugnale non si fosse affondato . Il viso era stato ridotto da una tempesta di nerbate , ad una

maschera spaventosamente tumefatta.

 

 

 

La dichiarazione del direttore dell'ospedale che dichiara Dante essere morto alle ore 01,05 del 28 marzo piu di tutti contrasta col racconto di Auro d'Arcola che lo da morto verso le 4 della mattina

 

Non si puo' escludere che la versione del direttore dell'ospedale sia stata concordata coi carabinieri

 

Invero anche l'esame necroscopico lascia adito a qualche dubbio

Dal certificato necroscopico risultano come causa della morte "ferite multiple da arma da fuoco".

Mentre emerge da tutte le testimonianze che il corpo oltre alle ferite da arma da fuoco doveva presentare gravi ferite da nerbo al volto e ferite di pugnale in tutto il corpo ( e queste potevano esser state causa di morte e forse dovevano esser citate )

 

 

 

La narrazione della morte di Dante Carnesecchi fatta da Auro d'Arcola a tinte cosi fosche , con la donna impazzita dall'orrore , lascia adito a qualche dubbio .

Fu comunque una morte atroce tale era l’odio con cui si accanirono contro di lui

 

 

 

 

 

 

 

I funerali si svolgono mercoledi 30 marzo 1921

 

 

 Migliaia di lavoratorì partecìpano ai funerali di Carnesecchi, che rìescono "seri, imponenti, commoventi", nonostante gli espedientì della Questura locale, che ha censurato i manifesti degli

anarchici e della C.d.L. sindacale. Sono presenti anarchici, comunisti, socialisti e operai iscritti alla C.d.L. sindacale e a quella confederale.

 

 

 

Da Il Libertario 7 aprile 1921

 

I funerali di Dante Carnesecchi

Mercoledi quando il giornale andava in macchina ebbero luogo i funerali del caro indimenticabile compagno nostro Dante Carnesecchi

assassinato dai carabinieri della stazione del Limone. La questura fece del suo meglio per applicare l'ostruzionismo e la censura ai

manifesti degli anarchici e della camera del Lavoro Sindacale . Soltanto alle ore 14,30 poterono essere affissi vale a dire soltanto due ore

e mezzo prima dei funerali… Malgrado questi miserevoli espedienti migliaia di compagni e di lavoratori intervennero ai funerali che riuscirono

seri, imponenti , commoventi  Il carro era coperto di corone e la bara era avvolta da un labaro rosso, su cui era scritto in nero: " Giù le armi".

Vi erano i vessilli degli anarchici , dei comunisti , dei socialisti e delle organizzazioni aderenti alla Camera Sindacale e a quella Confederale .

Senza che nessuno l'avesse chiesto spontaneamente nell'ora dei funerali lungo il percorso del corteo , dall'Ospedale Civile per via Provinciale

al Cimitero dei Boschetti , tutti i negozi in segno di lutto erano chiusi e tutti salutavano commossi la salma del compagno nostro . Quando il

corteo giunse sullo spiazzale della camera mortuaria del Cimitero vi si erano gia' riversati tutti gli abitanti del Limone , Termo d'Arcola e paesi

vicini , accorsi tutti ad attestare la stima e l'affetto al povero assassinato e la protesta contro i suoi assassini. Dissero commoventi ed inspirate

parole per gli anarchici il compagno Binazzi ed Ennio Mattias per la Camera Sindacale

Non essendovi nessun agente tutto procedette nel massimo ordine  .

 

 

 

  

 

 

 

 

 

A distanza di pochi mesi il fascismo trionfante stendera' una cappa di silenzio sulla vicenda umana di Dante Carnesecchi

Il tempo poi fara' il resto

E sara' come se Dante non fosse mai vissuto . Solo due madri non smetteranno di ricordare : la madre di Dante e la madre del carabiniere Vannini 

.

 

           

 

di

Dante Carnesecchi a La Spezia non esiste piu' ne' la tomba ne' il ricordo

 

.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ditelo questo, a gran voce, voi almeno, che vi dichiarate amici della libertà.
…………………………………………………………………………………………………………………………
Dite alla maestà del popolo , che la eresia sociale ha oggi i suoi torturati - come ieri li ebbe quella scientifica e religiosa…….

 

- Vostro
PIETRO GORI

 

 

 

 

 

 

MORTE DI ABELE FERRARI ( RENZO NOVATORE )

 

Abele partecipa attivamente all'occupazione delle fabbriche, slegato da ogni compagine politica ma sempre pronto a collaborare a qualsiasi insurrezione.
Terminate le agitazioni si ritira momentaneamente dall'azione (1921) per fondare la rivista "Vertice", uscita in un solo numero, e per comporre il poemetto a carattere politico "Verso il nulla creatore".
Di fronte alla possibilità di aggregarsi al nascente movimento fascista Abele decide di proseguire la sua strada di individualista profondamente libertario.

Renzo Novatore morira' in un conflitto a fuoco coi carabinieri il 29 novembre 1922

http://www.novatore.it/index.htm

Nella notte del 5 giugno del 1922 alcuni camions carichi di fascisti arrancarono sino a Fresonara, la frazione di Arcola nella quale abitava Novatore. Certe cronache parlano di fascisti riunitisi all'ordine di qualche capoccia locale, altre invece ci riferiscono di regi poliziotti ben organizzati.
Il gruppo scese dagli automezzi con pessime intenzioni e cominciò a schiamazzare. Impugnavano bastoni, spranghe, forse qualche fucile. Cominciarono a picchiare alla porta, la porta della casa di Abele Ricieri Ferrari. L'intenzione (o l'ordine) era quella di confiscare i pochi beni e le carte sovversive in possesso dell'anarchico ma soprattutto spaventarlo, spaventare la sua famiglia, fargli capire che nell'ordine futuro non ci sarebbe stato posto per quelli come lui.
Ad un tratto la risposta di Novatore, ma non una voce umana: qualche colpo di rivoltella dall'alto. Gli aggressori si misero in allarme, aumentarono la foga nel tentativo di abbattere la porta. Non sappiamo bene cosa successe ma è sicuro che alla fine almeno una bomba a mano modello S.I.P.E. volò giù dalla finestra, esplodendo e creando un ottimo diversivo per Novatore che scappò in fretta perdendosi nelle campagne circostanti.
Fu l'ultima volta che la famiglia lo vide, come il figlio Renzo Ferrari ricorderà dopo la guerra.
Novatore, fuggiasco e braccato, incompreso ed incattivito, comprese che la società lo aveva definitivamente rinnegato come lui, del resto, aveva da tempo rinnegato la società. In caso di cattura ormai non se la sarebbe più potuta cavare con una condanna blanda e con la condizionale.
Nessuna causa comune o rivoluzionaria lo avrebbe più attirato ed infatti non si aggregò alle eterogenee formazioni di Arditi del Popolo che fronteggiarono i fascisti e, come a Parma nell'agosto 1922, riuscirono anche a respingerne gli attacchi e le angherie.
Nel giugno di quell'anno Novatore, vagabondo tra Appennino e basso Piemonte, si aggregò con modalità ancora misteriose alla banda di Sante Pollastro, classe 1899, famoso rapinatore di Novi Ligure di ispirazione anarchica e già allora ricercato dalla polizia.
Da quel momento le notizie si fanno scarsissime. Nessuna segnalazione della polizia, nessun contatto con la famiglia, nessun articolo inviato a qualche rivista.
Una ricostruzione fatta con brandelli di testimonianze scritte ed orali ha permesso di fare un po' di luce su quegli avvenimenti e tracciare una breve linea per seguire i movimenti di Novatore in quelli che erano ormai gli ultimi mesi della sua vita.
Il 14 luglio del 1922 (cioè trentanove giorni dopo l'assalto poliziesco-fascista alla sua casa) Renzo Novatore, Sante Pollastro ed altri due componenti della banda tendono un agguato nei pressi di Tortona al ragionier Achille Casalegno, cassiere della locale Banca Agricola Italiana, che stava percorrendo la strada con una borsa piena di denaro. Durante la colluttazione che seguì al tentativo di rapina, Novatore sparò un colpo con la sua arma uccidendo il ragionier Casalegno. Gli assalitori riuscirono poi a dileguarsi col bottino.
Questa versione dei fatti va accettata col beneficio del dubbio perché resa dal Pollastro stesso nel 1931 in sede di processo e non è da escludere che il bandito piemontese, davanti ai giudici, avesse attribuito l'omicidio al già defunto Novatore soltanto per difendere un complice che invece si trovava ancora in vita.
Tornando al 1922, invece, scopriamo che agli inizi di ottobre Novatore passò qualche giorno in una località ignota (presumibilmente tra Liguria e Piemonte) in compagnia dell'amico anarchico Erinne Vivani.
Sappiamo inoltre che, nel periodo che va da giugno a novembre, Novatore compose una poesia intitolata "Ballata crepuscolare – preludio sinfonico di DINAMITE". Si tratta di un componimento estremamente triste, dal sapore amaro e carico di oscuri presagi. L'instancabile istinto ribelle appare frustrato, non c'è più traccia di quel famoso sorriso beffardo da portare sempre sulle labbra. Novatore concluse quella lirica struggente e pesante con un riferimento alla necessità, da parte sua, di colpire (senza specificare come) e con queste parole sinistramente esplicite: " Io sono un astro che volge verso un tramonto tragico ". Tutta questa drammaticità aleggiante ci fa collocare, in mancanza di date sicure, questo componimento negli ultimi giorni di vita di Novatore.
Poi ancora buio, buio pesto sino al 29 novembre.
Il triste epilogo si svolse a Teglia, una frazione alle porte di Genova. Tra mezzogiorno e l'una il maresciallo Lupano (da tempo sulle tracce del bandito Pollastro), assieme ai carabinieri Corbella e Marchetti, entrarono in abiti civili nell'Osteria della Salute, piena di avventori. Ad un tavolo sedevano il pregiudicato ventitreenne Sante Pollastro, ricercato per rapina, ed un individuo sconosciuto. Mentre i carabinieri fingevano di prendere posto, preparandosi in realtà all'arresto, Pollastro si accorse dei loro gesti sospetti ed impugnò una pistola, come fece anche il suo compagno. Probabilmente quest'ultimo aprì improvvisamente il fuoco sul maresciallo che cadde a terra, colpito gravemente. Lupano sparò a sua volta e morì, mentre gli altri due carabinieri si buttavano sui banditi: nell'osteria risuonarono altri terribili colpi. Sul pavimento rimasero il cadavere dell'amico di Pollastro e il corpo ferito del milite Corbella. Nella confusione Sante Pollastro riuscì ad infrangere una vetrata a rivoltellate e buttarsi con estrema agilità in strada, e su questa si dileguò in pochi attimi.
Si stilò subito un bilancio dello scontro, durato pochi attimi.
Maresciallo Lupano: morto.
Carabiniere Corbella: gravemente ferito.
Carabiniere Marchetti: illeso.
Compagno ignoto di Pollastro: morto.
Bandito Sante Pollastro: illeso e fuggitivo.
A parte il cordoglio ufficiale per i militari morti e l'imponente quanto inutile caccia all'uomo organizzata nei paraggi per stanare Pollastro, un'altra questione attirò l'attenzione degli inquirenti e dei cronisti di nera interessati al caso. L'identità del misterioso bandito ucciso. Nelle sue tasche erano state ritrovati, oltre a dei documenti intestati ad un certo Giovanni Governato, una pistola Browning, due caricatori di riserva, una bomba a mano ed un anello con spazio nascosto contenete una dose letale di cianuro.
Chi era questo tizio, così equipaggiato per uccidere ed uccidersi?
Mentre gli inquirenti indagavano per fornire un'identità al morto, nell'ambiente ormai clandestino degli anarchici circolavano già bigliettini che annunciavano di casolare in casolare, di tugurio in tugurio, la morte in circostanze violente di un certo compagno, uno dei più cari per gli amanti dell'azione diretta contro il sistema.
Le indagini scagionarono Giovanni Governato (sì, proprio il pittore futurista co-fondatore della rivista Vertice) e solo dopo pochi giorni si ebbe un nome per quel cadavere fornito di documenti falsi e sforacchiato dai proiettili dello Stato: Abele Ricieri Ferrari, militante anarchico individualista, già titolare di un corposo fascicolo presso le autorità, resosi irreperibile e ricercato dal giugno precedente.
Comunque, nell'ambiente ormai clandestino degli anarchici, la triste notizia era già diffusa: il grande compagno Renzo Novatore, il più ribelle, il più irriducibile era caduto con le armi in pugno dopo una breve lotta con alcuni servitori del regime di stato.
Chiarito il dubbio svaniva anche l'attenzione per Novatore da parte di giornalisti e Carabinieri, mentre su alcuni fogli libertari, tra cui L'Avvenire Anarchico e Il proletario , diversi anarchici e libertari resero commossi ed appassionati saluti ed elogi ad Abele Ferrari, a tutti noto come Renzo Novatore: polemista, scrittore, rivoluzionario, ribelle e bandito. Novatore era morto sul pavimento di un'osteria anonima, lontano dai clamori della battaglia, lontano dagli amici di lotta, lontano dalla donna in un qualche modo amata e dai figli.
Alla fine di quel disperato novembre 1922 si formava a Roma un Governo prevalentemente fascista, con il cavalier Benito Mussolini nelle provvisorie vesti di Presidente del Consiglio: era l'inizio della dittatura.
Di Novatore tutto andrà perso, tutto andrà distrutto negli anni del regime fascista. I compagni che, sparsi per il mondo o costretti nell'ombra in Italia, avrebbero potuto e voluto mantenerne vivo il ricordo ma non riuscirono appieno nell'impresa di riunire tutti gli scritti e le bozze del ribelle d'Arcola e tramandarne la breve e violenta vicenda umana.

 

 

 

 

 

EPILOGO

 

 

"Biennio Rosso", nascita e affermazione del fascismo.


Nell'estate 1919 scoppiano in tutta Italia tumulti per protestare contro la disastrosa situazione socio-economica nella quale versa il paese dalla fine della guerra. I primi a farne le spese sono principalmente contadini ed operai. Proprio questi ultimi, più organizzati ed inquadrati politicamente, si pongono alla guida della protesta dichiarando l'occupazione delle fabbriche e, organizzati in comitati autogestiti sul modello dei soviet russi, assumono il controllo di officine e cantieri. Si formano addirittura reparti di cosiddette "guardie rosse", col compito di presidiare gli stabilimenti e respingere eventuali attacchi delle autorità o delle bande al soldo dei padroni.
Dalla frangia posta all'estrema sinistra del PSI si forma la prima cellula del Partito Comunista nella quale si distingue Antonio Gramsci che teorizza l'occupazione delle fabbriche come punto di partenza per la rivoluzione che finalmente farà piazza pulita dell'odiato Parlamento borghese e della monarchia Savoia.
Intanto tra gli imprenditori, gli agrari e tutta quella che si definisce classe media circola preoccupazione per la pessima piega che stanno prendendo gli eventi, anche perchè sembra che stavolta il proletariato faccia sul serio. L'esempio russo incombe e non si può aspettare che, come sempre, tutto si esaurisca per autocombustione interna.
Nel frattempo l'incallito militante Benito Mussolini, già passato nelle file interventiste durante la guerra, taglia definitivamente i ponti con la militanza socialista di estrema sinistra avendo perso fiducia nel mito della rivoluzione, dell'internazionalismo e del modello marxista. Arroccandosi sempre più nel nazionalismo, Mussolini matura la convinzione che per stare al passo coi tempi e cambiare lo status quo in Italia deve porre fine alla sua aperta ostilità con borghesia, imprenditori ed agrari e sviluppare una serie di valori tradizionali, forti e comuni (Patria, disciplina, orgoglio, militarismo, obbedienza verso determinate figure simbolo) che sappiano cementare il disgregato tessuto sociale post-bellico. Grazie a queste idee che ispirano finalmente ordine, decisioni vantaggiose per la borghesia e una spiccata funzione antisocialista, Mussolini riesce a cavalcare il malcontento di una popolazione esasperata da una crisi profonda e, al contempo, guadagnarsi anche l'appoggio di agrari ed industriali che vedono finalmente nel futuro Duce un possibile fautore del cambiamento sociale a loro favore.
Tra i primi impieghi dei Fasci di Combattimento mussoliniani ci sono senza dubbio servizi di bastonatura e pestaggi ai danni di militanti di estrema sinistra e sindacalisti, così come la distruzione di numerose Camere del Lavoro, soprattutto al Nord.
Nella solita disorganizzazione, nella solita marea di esitazioni e polemiche interne, nella solita sottrazione di forze causata dagli attendisti, si andava concludendo agli inizi del 1921 l'occupazione delle fabbriche.
Svaniva nel nulla l'ultima grande offensiva "rossa" della storia italiana.
In un clima di crescente intimidazione e spacconeria le squadre fasciste si strutturano nel Partito Nazionale Fascista. Dopo essere entrato in Parlamento grazie all'accordo con i liberali, nel 1922 Mussolini ordinò ai suoi seguaci di attuare in forma paramilitare la famosa "marcia su Roma", a seguito della quale il Re Vittorio Emanuele III, attuando uno stravolgimento delle norme costituzionali vigenti, lo incaricò di formare il nuovo governo, che fu di coalizione con i popolari ed i liberali moderati, a cui si opposero le sinistre ed alcuni liberaldemocratici.
Nel 1924 alcuni fascisti (che Mussolini stesso chiamò "teste calde") uccisero l'onorevole socialista Giacomo Matteotti che aveva denunciato i brogli commessi dagli uomini del Duce (così si faceva già chiamare Mussolini) nelle precedenti consultazioni elettorali. Questo provocò la crisi del governo di coalizione e l'uscita di molti partiti dal Parlamento (ritirata sull'Aventino); a quel punto Mussolini sciolse l'opposizioni ed attuò provvedimenti eccezionali che stroncarono ogni dissenso facendo delle vittime illustri tra le quali si ricordano Gramsci, don Minzoni, Gobetti e Amendola.
Era nato il regime.

 

 

 

 

 

 

 

APPENDICE

 

 

LUOGO DELLA MORTE

DOCUMENTI ANAGRAFICI

RINGRAZIAMENTI

BIBLIOGRAFIA

Testo completo dell' articolo di Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola )

 

 

 

 

 

…….Giunti a pochi passi piu' innanzi dal fabbricato della societa' Aurora s'imbattevano nel Carnesecchi , il quale usciva di casa…………………………….. 

 

 

Nella cartina e’ segnato : 

Luogo dove abitava e dove mori Dante Carnesecchi

Segno 1 Casa dove abitava Dante al numero ottantanove - Vezzano Ligure …………….oggi via Brigola

Segno 2 Luogo dove Dante fu ucciso

 

 

E’ possibile che i carabinieri fossero accompagnati da alcuni fascisti della zona

La cosa piu’ probabile e’ che i carabinieri sapessero che era sua abitudine accompagnare lo zio per la strada che anche quella sera stavano facendo , e li si fossero appostati in attesa

 

 

La famiglia racconta che anche quella volta Dante sarebbe riuscito a salvarsi , infatti in un supremo anelito di vita riusci a gettare a terra chi lo teneva e a fuggire

Svolto’ l’angolo di una casa vicina , li c’era un cancello che normalmente era sempre aperto come ben sapeva Dante , quella sera lo trovo’ chiuso , e fu la sua fine gli spararono alle spalle

Poi lo trucidarono

 

 

 

 

 Dall'alto del campanile di Vezzano Ligure scendeva al piano , lenta e triste come quella d'un 'agonia , l'eco di undici rintocchi , quando due uomini uscirono dall'uscio

della casa accerchiata . L'uno gia' attempato e leggermente curvo , precedeva sul viottolo breve che mena sulla strada provinciale ; l'altro , giovane e agile , seguiva

recando tra le mani una chitarra. Dante Carnesecchi aveva ricevuto la visita d?uno zio , ed a quell'ora tarda usciva per riaccompagnarlo a casa. Quando i due uomini

imboccata la strada maestra , l'ebbero tranquillamente percorsa per circa una trentina di metri , furono bruscamente arrestati da un'ordine imperioso.

--Fermi la' , e mani in alto !

Dante Carnesecchi riconobbe subito nell'uomo che gli stava di fronte , dimenando nella mano nervosa lo scudiscio , il maresciallo comandante la stazione dei militi speciali .

Attorno , vide i visi sinistri dei militi disposti in cerchio come un tormo di bracchi impazienti che attendono l'ordine per lanciarsi sulla preda .

--Cosa fate voi , in giro a quest'ora ?

interpello' il graduato rivolgendosi al vecchio.

Il poveretto non ebbe tempo di rispondere che una tempesta di nerbate gli schiaffeggio' brutalmente il viso.

Dominandosi quanto piu' pote' , il nipote intervenne ad osservare che non era ne' umano ne' eroico percuotere in tal modo un vecchio padre di famiglia.

Le belve regie non aspettavano altro . Abbandonarono lo zio , e serrarono il cerchio intorno al Carnesecchi.

Egli impugno la chitarra per proteggersi il viso dai furiosi colpi di scudiscio. Ma ben presto quel debole scudo ando' in mille frantumi , ed il compagno nostro senti

che solo un tentativo disperato poteva ancora aprirgli una via di salvezza . Raccolse tutte le sue forze e urto' in un impeto formidabile contro il cerchiop dei suoi flagellatori.

Tre sicari caddero rovesciati a terra , ed il compagno nostro ratto come un fulmine , a cinquanta metri da essi , aveva gia' saltato il fosso che separa i campi dalla strada , quando

raggiunto da un colpo di moschetto si abbatte' sul ciglio.

 

 

 

 

 

 

Documenti anagrafici

 

All'anagrafe del Comune di Vezzano Ligure (SP ) nel registro degli atti di nascita al num 46 dell'anno 1892 risulta :

Essere nato Carnesecchi Dante , Fortunato , Guido in data 12 marzo 1892 da Carnesecchi Biagio Giuseppe di anni 68 e da Fontana Lucia di anni 29

 

Di suo padre non ho trovato a Vezzano Ligure l'atto di nascita essendo nato a Lorenzana (PI) il 2 febbraio 1824

Esiste l'atto di morte ( atto num 81 ) in cui e' registrato che Biagio Giuseppe Carnesecchi figlio di Antonio muore a Vezzano il 14 novembre 1901 all'eta di 78 anni

Biagio Giuseppe era alle seconde nozze ( atto dei morti parrocchia di Vezzano basso ) da cui risulta anche che era nato a Lorenzana ( PI )

 

Sua madre Fontana Lucia ( colpisce la forte differenza di eta' col marito ) risulta l'esser nata il 18 aprile 1862 : Fontana Lucia di Giovanni Fontana e di Belli Maria nativa di Villanuzzo (si legge male ma dovrebbe essere invece Villa Minozzo ) (RE), risulta poi esser morta a Vezzano Ligure lo 02 luglio 1942

Nell'atto dei nati , nella parrocchia di Vezzano basso , relativo a Dante , Biagio Giuseppe che denuncia a parroco la nascita di Dante alle nove antemeridiane dichiarera' esser sua moglie nativa di Sologno che e' un paese confinante con Villa Minozzo nell'Appennino reggiano 

 

Quindi suo padre Biagio Giuseppe figlio di Antonio di Innocenzio nato a Lorenzana (PI) il 2 febbraio 1824 , aveva 68 anni quando Dante nel 1892 nacque , la madre Fontana Lucia , originaria di Villa Minozzo nell'Appennino reggiano ne aveva 29 .

Ebbero altre due figlie Isolina ( nata il 12 dicembre 1894 ) e Livia Enrichetta ( nata il 19 maggio 1901 ) . In realta’ si chiamava Lidia : Livia e’ un errore anagrafico )

Biagio Giuseppe mori il 14 novembre 1901 , quando Dante aveva 9 anni

 

( Debbo i seguenti dati alla cortesia del sindaco di Vezzano dr Giannarelli e alla dr Francesca Mariani del Comune di Vezzano Ligure )

FONTANA LUCIA figlia di Giovanni e di Belli Maria
nata il 18/4/1864 a Villaminizzo (Reggio Emilia)
vedova di Carnesecchi Giuseppe il 14/11/1901
iscritta nel registro l'11/6/1911
morta il 2/7/1942 per miocardite

CARNESECCHI ISOLINA figlia di Giuseppe e di Fontana Lucia
nata il 12/12/1894 a Vezzano Ligure
coniugata l'1/7/1918 con Danieli Guido
emigrata alla Spezia l'1/10/1951

CARNESECCHI LIVIA ENRICHETTA figlia di Giuseppe e di Fontana Lucia
nata il 19/5/1901 a Vezzano Ligure
morta il 30/8/1923 per malattia

In realta’ Livia e’ un errore anagrafico : il nome vero era Lidia

 

Comune della Spezia :

Al numero 110 degli atti di morte del Comune della Spezia in data 29 marzo 1921

Nel registro degli atti di morte risulta al numero 110 che il Presidente dell'Ospedale ha dato comunicazione al Comune il giorno 29, della morte di Dante Carnesecchi di anni 29 avvenuta il 28 marzo 1921 alle ore 1 e cinque minuti ( il che vuol dire che raccolto agonizzante era morto durante la notte )

.......do atto che a ore una, e minuti cinque del giorno ventotto corrente mese nella casa posta in S.Cipriano n.21 e' morto Carnesecchi Dante anni 29 nato a Vezzano Ligure figlio di fu Giuseppe e di Fontana Lucia - celibe - operaio

Dal certificato necroscopico effettivamente risultano come causa della morte "ferite multiple da arma da fuoco".

 

LA FORMULA " NELLA CASA POSTA IN S. CIPRIANO N. 21" ERA LA FORMULA IN USO PER INDICARE L'OSPEDALE CIVILE DI LA SPEZIA

 

 

 

Al cimitero di La spezia la sua tomba , era stato sepolto nella terra , non esiste piu' e le sue ossa non sono piu' rintracciabili

 

 

Non sono ancora riuscito a trovare notizie anagrafiche precise su suo zio Azeglio

Fontana Lucia sua madre aveva sicuramente un fratello

Fontana Giuseppe

 

Di Isolina Carnesecchi sono ancora viventi due figli

.

 

  

 

 

 

 

 

 

Ringraziamenti :

 

Il mio ringraziamento piu' sentito per la collaborazione offertami :

a Giuseppe Danieli

al direttore dell'Archivio di Stato della Spezia ( dr Antonino Faro ) e ai suoi validissimi collaboratori

alla Biblioteca Franco Serantini di Pisa

al personale dell'Archivio di Stato di Massa Carrara

all'Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa di Reggio Emilia

alla signora Fiamma Chessa

al gentilissimo sig . Fausto Bucci

al dr. Mario Renosio

a Jules

al dr. Michel Antony

 al personale della biblioteca Ubaldo Mazzini di La Spezia

al personale dell'ufficio anagrafe del Comune di La Spezia

al personale dell'ufficio anagrafe del Comune di Vezzano Ligure

Al Sindaco di Vezzano Ligure Paola Giannarelli

Alla dottoressa Francesca Mariani del Comune di Vezzano Ligure

Alla societa’ INCIPIT di Prato

 

 

Bibliografia

 

Due libri di Antonio Bianchi sono fondamentali per la narrazione dei fatti che fanno da cornice alle vicende del Carnesecchi

Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana Editori riuniti 1975

Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia (1919-1930). Anno 1981. Olschki editore

 

ricordiamo anche :

"Dizionario biografico degli anarchici italiani ", Pisa, Biblioteca Franco Serantini , 2004,

 

il sito http://www.novatore.it/

 

M. Novelli, Trentennío , p. 53;

M. Novelli Cavalieri del nulla. Renzo Novatore, poeta, Sante Pollastro, bandito. Casalvelino Scalo 1998, Galzerano editore pg 8 1-83.

M. Novelli L'eccezionale imputato De Ferrari editore

Antonino Faro ( direttore Archivio di Stato della Spezia ) L'impresa fiumana e l'avvento del fascismo (1918-1922) : La Spezia nelle vicende del primo dopoguerra

 

 

 

.

 

 

 

 

 

Questo che segue e'il testo completo dell' articolo di Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola )

L' articolo del 1929 , che ci ha fatto da guida in questo racconto

 

 

 

11 maggio 1929. L'Adunata dei Refrattari (The Call of Refractaires)

 

I nostri caduti : Dante Carnesecchi

di Tintino Persio Rasi ( Auro d'Arcola )

 

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano

il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi.

Alto, atletico , volto energico , parco di parole, rapido nel gesto , tagliente lo sguardo : una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era una di quelle eccezionali individualita' che bastano a se stesse.

Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba .

Non aveva amici , non ne ricercava : non affetti , mollezze , piaceri . In seno alla stessa famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre , come verso le sorelle che lo adoravano ,

si comportava con la freddezza di un estraneo.

Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , coricava sul duro letto senza materasso, onde evitare di provare dell'attaccamento agli agi di casa . Un individuo simile non era fatto

per essere amato. E dell'amore non conobbe ne' le estasi sublimi , ne' le dedizioni mortificanti.

Strana natura !

Perfino verso noi , tra i piu' vicini , il suo animo insofferente elevava un' ultima barriera isolatrice , come a sottrarsi ed a proteggersi dalle possibilita' d'ogni intima comunione .

Certo , egli era il piu' odiato dai nemici nostri , il piu' temuto dagl'indifferenti , il piu' ammirato dai compagni e dagli spiriti liberi: ma era anche colui che non si lasciava amare ,

che non fu amato.

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza

ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza

tacita quanto irreducibile.

Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza

del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito .

Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ;

ottimo poliglotta .

 

Durante il periodo dell'immediato dopoguerra , il territorio del circondario di Spezia fu particolare teatro d'una serie incessante di attentati anarchici contro le proprieta' ,

le polveriere , le caserme le autorita' , le reti ferroviarie e telegrafiche.

Ingenti patrimoni appartenenti allo stato ed ai privati andarono distrutti ;numerosi carabinieri ed agenti della forza pubblica perirono sotto la folgore della rivolta; il prestigio

dell'autorita' affogava nel ridicolo; i rivoltosi rimanevano ignoti , malgrado i numerosi arresti a casaccio .

Il sospetto dell'autorita' cadeva sul gruppo d'audaci che scuoteva le basi dell'ordine e della sicurezza borghese . E piu' del sospetto avevano la certezza che il Carnesecchi

fosse tra questi , se non l'anima certamente il piu' temibile .

Ma egli era un giovane senza precedenti giudiziari : Un incensurato che non lasciava traccia delle sue colpe. Si tento' , tuttavia , piu' volte d'incolparlo . Invano . La polizia

si accaniva ad arrestarlo . La magistratura mancava d'ogni prova perfino indiziaria per procedere .E non tardava a rilasciarlo in liberta'. Non rimaneva che sopprimerlo. Fu questo

il compito che si assunse di portare ad esecuzione il Comando di Legione della benemerita.

A questo scopo fu espressamente istituita una nuova stazione di carabinieri nella frazione abitata dal Carnesecchi .Si trattava di una casema speciale, fuori classe , a cui erano

stati chiamati ,mediante concorso volontario , una dozzina di militi scelti tra i piu' brutali e sanguinari dell'arma . La consegna che avevano codesti energumeni era esplicita : tutelare

l'ordine … con ogni sorta di vessazioni , d'arbitrii e di violenze : Non passava notte che non flagellassero a colpi di nerbo di bue quanti popolani incontravano sul loro cammino .

Solamente gli anarchici potevano circolare dopo le 9 di sera . I teppisti della benemerita avevano cura di non provocarli e di non affrontarli in quel modo . Fingevano di non vederli .

Essi sapevano troppo bene che contro gli anarchici non era prudente agire che in un solo modo : assassinarli isolatamente e proditoriamente , o fingere d'ignorarli.

Fu seguendo questa tattica che giunsero a preparare l'agguato in cui Dante Carnesecchi doveva cadere orribilmente martoriato, come mai niuno cadde.

 

Era la sera di Pasqua del 1921.

I clienti delle varie osterie situate lungo la strada provinciale del Termo d'Arcola notarono una comitiva d'individui avvinazzati che continuavano a trangugiare gotti di

vino al canto dell'Inno dei lavoratori , di Bandiera Rossa , dell'Internazionale e d'altri inni sovversivi. Due di essi avevano la doppietta da caccia sulla spalla , e qualcosa

di non meno sinistro s'indovinava che contenessero le tasche troppo gonfie degli altri . La presenza di codesti omaccioni dal volto infiammato e dalle pupille rese sanguigne

da un'ebbrezza che non sembrava di solo alcool , turbo' la schietta allegria dei pacifici consumatori . Una strana inquietudine scese come un'ombra sugli animi . Ed in

breve ogni pubblico ritrovo rimase deserto.

La comitiva usci dall'ultima bettola sulla strada buia . si dispose in cerchio , e dopo alcuni minuti di sommessi bisbigli s'inoltro' cautamente verso una casa isolata. Giunta

alla distanza di una cinquantina di metri sosto'' , ed ogni componente si scelse sul terreno un nascondiglio ove attendere e guatare .

 

Dall'alto del campanile di Vezzano Ligure scendeva al piano , lenta e triste come quella d'un 'agonia , l'eco di undici rintocchi , quando due uomini uscirono dall'uscio della

casa accerchiata . L'uno gia' attempato e leggermente curvo , precedeva sul viottolo breve che mena sulla strada provinciale ; l'altro , giovane e agile , seguiva recando

tra le mani una chitarra. Dante Carnesecchi aveva ricevuto la visita d?uno zio , ed a quell'ora tarda usciva per riaccompagnarlo a casa. Quando i due uomini imboccata

la strada maestra , l'ebbero tranquillamente percorsa per circa una trentina di metri , furono bruscamente arrestati da un'ordine imperioso.

--Fermi la' , e mani in alto !

Dante Carnesecchi riconobbe subito nell'uomo che gli stava di fronte , dimenando nella mano nervosa lo scudiscio , il maresciallo comandante la stazione dei militi speciali .

Attorno , vide i visi sinistri dei militi disposti in cerchio come un tormo di bracchi impazienti che attendono l'ordine per lanciarsi sulla preda .

--Cosa fate voi , in giro a quest'ora ?

interpello' il graduato rivolgendosi al vecchio.

Il poveretto non ebbe tempo di rispondere che una tempesta di nerbate gli schiaffeggio' brutalmente il viso.

Dominandosi quanto piu' pote' , il nipote intervenne ad osservare che non era ne' umano ne' eroico percuotere in tal modo un vecchio padre di famiglia.

Le belve regie non aspettavano altro . Abbandonarono lo zio , e serrarono il cerchio intorno al Carnesecchi.

Egli impugno la chitarra per proteggersi il viso dai furiosi colpi di scudiscio. Ma ben presto quel debole scudo ando' in mille frantumi , ed il compagno nostro senti che solo

un tentativo disperato poteva ancora aprirgli una via di salvezza . Raccolse tutte le sue forze e urto' in un impeto formidabile contro il cerchiop dei suoi flagellatori. Tre

sicari caddero rovesciati a terra , ed il compagno nostro ratto come un fulmine , a cinquanta metri da essi , aveva gia' saltato il fosso che separa i campi dalla strada , quando

raggiunto da un colpo di moschetto si abbatte' sul ciglio. La ciurma dei sanguinari gli fu presto addosso . Viveva ancora . Lo rotolarono a pedate nel fango del fosso.

E mentre un gruppo di tre militi portatisi sul trivio arrestava tutti i passanti col moschetto imbracciato , affinche' nessuno potesse correre ad avvertire i compagni della vittima ;

gli altri s'accinsero a consumare ogni sorta d'orribili sevizie sul corpo spasimante del ribelle.

Egli supplicava lo finissero con un colpo al cuore . Ma il macabro sadismo degli aguzzini era ben lungi da sentirsi appagato -Lo calpestarono di calci , lo dissetarono …sputandogli

ed orinandogli in bocca , gli tormentarono il corpo con una pugnalata in ogni poro , gli attanagliarono i testicoli , gli perforarono i timpani degli orecchi , lo macerarono nel sangue

e nel fango del fosso tra sghignazzate oscene e ingiurie atroci.

--Uccidetemi !……Non vi chiedo che di uccidermi ! --rantolava la vittima con la lingua ingrossata e le labbra inturgidite dall'arsura e dagli spasimi.

--Schianta, miserabile !……..Non ti finiremo che per ricominciare sugli altri compagni tuoi .

Alle quattro del mattino le iene del re si accanivano ancora a dilaniare le martoriate carni dell'agonizzante . E solo il sorgere imminente dell'alba le indusse a nascondere al

raccapriccio del giorno l'orrendo spettacolo della loro scelleratezza.

All'ospedale dopo sei ore di terrificante supplizio , il medico di guardia , affondava il colpo di grazia nel cuore di Dante Carnesecchi

 

Quando sulle prime ore del mattino nell'apprendere la tragica notizia , accorremmo sul luogo del misfatto , trovammo una donna ancora impalata sulla soglia di casa da dove

aveva assistito allo svolgersi della scena spaventosa . col corpo in sussulto e le pupille dilatate dall'orrore , essa lanciava grida di uno strazio extraumano , strappandosi

disperatamente i capelli come una furia .

Invano si tento' d'interrogarla. Non sapeva piu emettere che urla terribili .Aveva perduto la favella.

Invano si cerco' di condurla nell'interno della propria dimora .Rimase la' sull'uscio , come se vi fosse stata radicata , cogli occhi terribili , fissi verso il luogo della scena tremenda .

La poveretta era impazzita . irremediabilmente impazzita di spavento e d'orrore .

Sul macabro marmo della camera mortuaria , rigido e sospeso dalla tensione dei tormenti , il corpo armonioso di dante Carnesecchi non presentava uno spazio dove il pugnale

non si fosse affondato . Il viso era stato ridotto da una tempesta di nerbate , ad una maschera spaventosamente tumefatta. Mentre lo contemplavamo angosciati in silenzio ,

entro' col respiro affannoso e il passo concitato , una donna bassa e massiccia .

Ella , si chino' trepida sul cadavere , lo bacio', lo abbraccio' , e con voce che tradiva la commozione lo chiamo' per l'ultima volta :

--Dante !…..

Era la madre . In quel momento , impallidirono i nostri volti silenziosi , ed un groppo ci serro' la gola .

In quella stessa ora , in una sala del Comando di Tenenza , mandanti e mandatarii , banchettavano gioiosamente , brindando all'eroismo dei sicari .

Quando ella si rialzo', il suo ciglio era asciutto . Ci riconobbe . Ci mosse incontro' . E con uno sguardo senza lacrime in cui un intenso dolore commisto ad un intenso odio

lampeggiavano implacabili , ci disse :

--Non resta che vendicarlo !

Mai , durante la mia vita , conobbi madre piu' di questa degna dello stoico eroismo del proprio figlio .

E non l'abbiamo ancora vendicata ……

 

Auro d'Arcola

 

( debbo questo articolo all'immensa cortesia della signora Fiamma Chessa-- Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa di Reggio Emilia )