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Storia dei Carnesecchi 1494--1532
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Jean Boutier
Trois conjurations italiennes : Florence (1575), Parme (1611), Gênes (1628)A Florence, les conjurations deviennent nombreuses et décisives avec le moment médicéen. La majorité d'entre elles cherche en effet à mettre à bas la "seigneurie" des Médicis pour restaurer les anciennes institutions républicaines, qu'il s'agisse de la conjuration de Luca Pitti en 1465-1466, de celle des Pazzi en avril 1478, ou de celles qui, au XVIe siècle, marquent le maintien d'une forte opposition anti-médicéenne, comme celles de Pier Paolo Boscoli et Agostino Capponi en 1513, au lendemain de la restauration de 1512, du cardinal Soderini en 1522, ou, plus tardive, de Pandolfo Pucci en 1559. Certaines toutefois tentent d'imposer le retour des Médicis comme en août 1497, ou comme celle dite de Santo Spirito en faveur de Malatesta Baglioni, le 10 août 1530. Quelque soit leur objectif politique, toutes regroupent le plus souvent des jeunes gens des "meilleures" familles et se déroulent au sein d'un système social et politique oligarchique.
LAVORI IN CORSO
Il periodo di fra Girolamo Savonarola
Giunge nella Firenze di Lorenzo de' Medici - allora la capitale culturale della penisola o, come si esprimerà lo stesso Girolamo, il cuore d'Italia - nel maggio del 1482; nel convento di San Marco ha il compito di esporre le Scritture e di predicare dai pulpiti delle chiese fiorentine: e le sue lezioni conventuali sono esse stesse delle predicazioni.
Nella quaresima del 1484 gli è assegnato il pulpito di San Lorenzo, la parrocchia dei Medici; non ha successo, come testimoniano le cronache del tempo, per la sua pronuncia emiliana che doveva suonare barbara alle orecchie fiorentine e per il modo della sua esposizione: il Savonarola stesso scriverà poi che "io non aveva né voce, né petto, né modo di predicare, anzi era in fastidio a ogni uomo il mio predicare" e ad ascoltare venivano solo "certi uomini semplici e qualche donnicciola".
Intanto il 29 agosto Giovanni Battista Cybo viene eletto papa col nome di Innocenzo VIII dopo la morte di papa Sisto IV, il 12 agosto 1484. Forse, è in questo periodo che il Savonarola ebbe, meditando in solitudine nella chiesa di San Giorgio, quella illuminazione, di cui parlerà al termine della vita, durante il processo, apparendogli "molte ragioni per le quali si mostrava che alla Chiesa era propinquo qualche flagello".
Viene mandato a San Gimignano per le prediche quaresimali e subito, nel marzo del 1485 predica nella Collegiata che la Chiesa "aveva a esser flagellata, rinnovata e presto": è la prima volta che vengono attestate le sue predicazioni "profetiche"; il 9 marzo e poi il 23 ottobre di quell'anno riceve per lettera dalla madre a Ferrara le notizie della morte del padre e dello zio Borso.
Ancora dal pulpito della Collegiata, l'anno successivo afferma che "aspettiamo presto un flagello, o Anticristo o peste o fame. Se tu mi domandi, con Amos, se io sono profeta, con lui ti rispondo Non sum propheta" ed elenca le ragioni del prossimo flagello: le efferatezze degli uomini - omicidi, lussuria, sodomia, idolatria, credenze astrologiche, simonia - i cattivi pastori della Chiesa, la presenza di profezie - segno di prossime sventure - il disprezzo per i santi, la poca fede. Non vi sono notizie, tuttavia, che tali prediche abbiano suscitato scalpore e scandalo, come non ne suscitarono le prediche quaresimali tenute dal Savonarola nel 1487 nella chiesa fiorentina di Santa Verdiana.
Avendo terminato il suo ufficio di lettore a Firenze, quello stesso anno ottiene la prestigiosa nomina di maestro nello Studium generale di San Domenico a Bologna da dove, dopo aver insegnato per un anno, torna a Ferrara nel 1488.
A Ferrara sta due anni nel convento di Santa Maria degli Angeli, senza per questo rinunciare a frequenti spostamenti per predicare, prevedendo i prossimi castighi divini, in diverse città, come testimonia nel processo:"predicai a Brescia ed in molti altri luoghi di Lombardia qualche volta di queste cose", a Modena, a Piacenza, a Mantova; a Brescia, il 30 novembre 1489, prevede che "e' padri vedrebbono ammazzare è loro figlioli e con molte ignominie straziare per le vie" e in effetti la città fu saccheggiata dai Francesi nel 1512.
Il convento ferrarese lo manda a Genova a predicare per la quaresima; avviatosi, come sempre a piedi, a Pavia scrive il 25 gennaio 1490 alla madre, che si lamentava del suo girovagare continuo, che "se io stesse a Ferrara continuamente, crediate che non faria tanto frutto quanto faccio di fuori, sì perché gniuno religioso, o pochissimi, fanno mai frutto di santa vita nella patria propria e però la santa Scrittura sempre grida che si vada fori de la patria, si etiam perché non è data tanta fede a uno della patria, quanto a uno forestiero, ne le predicazioni e consigli; e però dice el nostro Salvatore che non è profeta accetto ne la patria sua [...]".
Già il 29 aprile 1489 Lorenzo de' Medici, quasi certamente per suggerimento di Giovanni Pico della Mirandola, scrive "al Generale dei Frati Predicatori, che mandi qui frate Hieronymo da Ferrara": e così, nuovamente in cammino, verso il giugno 1490 entrava a Firenze per la Porta di San Gallo, salutato da uno sconosciuto che lo aveva accompagnato fin quasi da Bologna, con le parole: "Fa' che tu facci quello per che tu sei mandato da Dio in Firenze".
Dall'1 agosto 1490 riprende in San Marco le lezioni - ma tutti gli ascoltatori le interpretano come vere e proprie predicazioni - sul tema dell'Apocalisse e poi anche sulla Prima lettera di Giovanni: formula la necessità immediata del rinnovamento e della flagellazione della Chiesa e non teme di accusare governanti e prelati - "niente di buono è nella Chiesa....dalla pianta del piede fino alla sommità non è sanità in quella" - ma anche filosofi e letterati, viventi ed antichi: ebbe subito il favore dei semplici, dei poveri, degli scontenti e degli oppositori de' Medici, tanto da essere chiamato dai suoi contraddittori il predicatore dei disperati; il 16 febbraio 1491 predica per la prima volta sul pulpito del Duomo di Santa Maria del Fiore. Il 6 aprile, mercoledì di Pasqua, secondo tradizione, predica a Palazzo Vecchio davanti alla Signoria, affermando che il bene e il male d'una città provengono dai suoi capi, ma essi sono superbi e corrotti, sfruttano i poveri, impongono tasse onerose, falsificano la moneta.
Lorenzo il Magnifico lo fece ammonire più volte a non tenere simili prediche, tanto che egli stesso si trovò ad essere intimamente combattuto sulla necessità di continuare in quel tenore ma, come scrive, la mattina del 27 aprile 1491, dopo aver sentito una voce dirgli Stolto, non vedi che la volontà di Dio è che tu predichi in questo modo?, salì sul pulpito e fece una terrifica praedicatio. Alle minacce di confino, come fu usato dallo stesso Lorenzo nei confronti di Bernardino da Feltre, risponderà di non curarsene, predicendo la prossima morte del Magnifico: "io sono forestiero e lui cittadino e il primo della città; io ho a stare e lui se n'ha a andare: io a stare e non lui".
Anziché bandirlo, Lorenzo pensò di utilizzare contro il Savonarola l'eloquenza di un famoso agostiniano, fra Mariano della Barba da Genazzano, vecchio predicatore, colto ed elegante, che, infatti il 12 maggio predicò di fronte a un grande concorso di pubblico, fra cui spiccavano Lorenzo, Pico e il Poliziano, sul tema, tratto dagli Atti degli Apostoli, Non est vestrum nosse tempora vel momenta, evidentemente polemico nei confronti delle profezie del Savonarola. Ma non ebbe successo, secondo il racconto dei cronisti, ed il Savonarola, predicando tre giorni dopo sul medesimo tema, lo rimprovererà mansuetamente di essergli rivoltato contro.
In luglio, Girolamo è eletto priore del convento di San Marco. Naturalmente, contrariamente alla consuetudine dei precedenti priori, non rende omaggio a Lorenzo e non si fa ammansire dai suoi doni e dalle cospicue elemosine; in quell'anno pubblicò il suo primo libro a stampa, il Trattato della vita viduale.
La notte del 5 aprile 1492 un fulmine danneggia la lanterna del Duomo e molti fiorentini interpretano l'accaduto come un cattivo augurio; tre giorni dopo Lorenzo de' Medici muore nella sua villa di Careggi, confortato dalla richiesta benedizione del Savonarola, come attesta il Poliziano, lasciando, scrive il Guicciardini, "tre figliuoli maschi".
A maggio Girolamo si reca a Venezia per partecipare al Capitolo generale della Congregazione lombarda, della quale il convento di San Marco faceva parte dal 1456, da quando la peste del 1448 aveva decimato il numero dei frati sì da rendere necessaria la sua unione con la Congregazione lombarda, fiorente di conventi e di frati. Ritorna a Firenze il 22 maggio ed in quell'anno escono quattro suoi scritti, il Trattato dell'amore di Gesù, il 17 maggio, il Trattato dell'Umiltà, il 30 giugno, il Trattato dell'Orazione il 20 ottobre e il Trattato in defensione dell'Orazione mentale, in una data imprecisabile.
Il 25 luglio di quel 1492 muore il papa Innocenzo VIII e l'11 agosto è elevato al pontificato, col nome di Alessandro VI, uno dei peggiori papi della storia, il cardinale Rodrigo Borgia. Il Savonarola commenterà poi quest'elezione, sostenendo che essa sarebbe tornata a vantaggio della Chiesa, rendendo possibile la sua riforma: "Questa è dessa, questa è la via....questo è il seme da fare questa generazione. Tu non cognosci le vie delle cose di Dio; io ti dico che se 'l venisse Santo Piero adesso in terra e volesse riformare la Chiesa, el non potria, anzi saria morto".
L'appoggio di Oliviero Carafa, il cardinale protettore dell'Ordine domenicano, fu decisivo per ottenere, il 22 maggio 1493, l’autorizzazione papale all'indipendenza del convento di San Marco. Sfilato semplicemente al dito del Borgia l’anello piscatorio, senza che questi facesse alcuna opposizione, il cardinale napoletano suggellò il Breve da lui stesso già preparato.
Il Savonarola aveva il progetto di rendere indipendenti quanti più conventi possibili in modo da poterli controllare e dar maggior forza alla riforma che aveva in mente. Il 13 agosto 1494 ottenne il distacco dalla Congregazione lombarda anche dei conventi domenicani di Fiesole, di San Gimignano, di Pisa e di Prato, creando così una Congregazione toscana, della quale lo stesso Girolamo divenne Vicario generale.
Volle che i suoi frati fossero un effettivo ordine mendicante, privo di ogni bene privato e cominciò con il vendere i possedimenti dei conventi e gli oggetti personali dei frati, distribuendo il ricavato ai poveri, e fece economie nelle vesti e nel cibo; in questo modo, del resto, aumentavano le elemosine ai conventi. Anche per l’accresciuto numero di conversi, pensò all’edificazione di un nuovo convento, più rustico e austero, che sorgesse fuori Firenze, ma mancò il tempo di realizzare il progetto. Nuove e drammatiche vicende si preparavano nei destini del frate e dell’intera penisola.
È noto come Ludovico il Moro sollecitasse Carlo VIII di Francia a venire con un esercito in Italia a rivendicare i diritti degli Angioini sul Regno di Napoli. Il 9 settembre 1494 il re francese s'incontrava ad Asti con lo Sforza e sembrava che il 21 settembre fosse a Genova. Firenze, che la politica incerta di Piero de' Medici aveva schierato in difesa degli Aragonesi di Napoli, era tradizionalmente filofrancese ed il pericolo cui si vedeva soggetta accentuò il rancore, nella maggior parte dei cittadini, contro il Medici.
Quello stesso giorno Savonarola sale sul pulpito di un Duomo affollato e qui pronuncia una delle sue più violente prediche - sul tema del Diluvio - con un grido che, come scrisse, fece rizzare i capelli a Pico della Mirandola: Ecco, io rovescerò le acque del diluvio sopra la terra!
Carlo VIII in realtà era ancora ad Asti ma si mosse con l'esercito per Milano e, per la via di Pavia, di Piacenza e di Pontremoli, entrava il 29 ottobre a Fivizzano, saccheggiandola e ponendo l'assedio alla rocca di Serzanello, richiedendo che gli fosse lasciato il passo per Firenze. Piero, mutato consiglio e all'insaputa della città, gli concede più di quanto chiedesse: le fortezze di Serzanello, di Sarzana e di Pietrasanta, le città di Pisa e di Livorno e via libera per Firenze. Ebbe appena il tempo di tornare a Firenze l'8 novembre per esservi immediatamente cacciato: la città proclamava la Repubblica.
La Repubblica è governata da un Gonfaloniere di giustizia e otto Priori, che costituiscono la nuova Signoria, mentre il Consiglio Maggiore, risultato dell’unificazione dei preesistenti Consigli del Comune, del Popolo e dei Settanta, a cui possono partecipare tutti i fiorentini che abbiano compiuto 29 anni e che paghino le imposte, elegge anche un Consiglio di ottanta membri, almeno quarantenni, che ha il compito di approvare preliminarmente le decisioni del governo prima della definitiva decisione del Consiglio Maggiore.
Si costituiscono le fazioni dei Bianchi, repubblicani e dei Bigi, favorevoli ai Medici, a imitazione delle antiche fazioni rivali dei Bianchi e dei Neri; trasversalmente a questi, si forma anche una divisione della cittadinanza in simpatizzanti del frate, perciò chiamati Frateschi e poi Piagnoni, e nei suoi nemici dichiarati, gli Arrabbiati.
Il 16 novembre 1494 Savonarola è al capezzale dell’amico Giovanni Pico della Mirandola, che riceve da lui l’abito domenicano e muore il giorno dopo. Nella predica del 23 novembre Savonarola ne fa l’elogio funebre aggiungendo di aver avuto la rivelazione che la sua anima era in Purgatorio.
Direttamente dal papa gli viene intanto ordinato con un Breve di predicare la prossima quaresima del 1495 a Lucca; non è chiaro se la richiesta fosse sollecitata al Borgia dagli Arrabbiati o dalle autorità lucchesi; tuttavia, a seguito delle proteste del governo fiorentino, Lucca rinuncia alla richiesta. Si diffondono voci, prive di fondamento, che accusano il Savonarola di nascondere molti beni nel convento e di arricchirsi con i tesori dei Medici e dei loro seguaci; gli Arrabbiati cercano anche di rivorgergli contro fra' Domenico da Ponzo, un ex-savonaroliano che, giunto da Milano, è invitato dallo stesso confaloniere di giustizia Filippo Corbizzi a disputare l'8 gennaio 1495 davanti alla Signoria con Girolamo, Tommaso da Rieti, priore domenicano di Santa Maria Novella e avversario del Savonarola ed altri ecclesiastici.
Fra' Tommaso lo accusa di occuparsi delle cose dello Stato, contro il nemo militans Deo implicat se negotis saecolaribus di San Paolo; ma il Nostro non raccoglie la provocazione e gli risponde solo due giorni dopo dal pulpito: "Tu dell'Ordine di Santo Domenico, che di' che non ci dobbiamo impacciare dello Stato, tu non hai bene letto; va', leggi le croniche dell'Ordine di San Domenico, quello che lui fece nella Lombardia ne' casi di Stati. E così di San Pietro martire, quello che fece qui in Firenze, che s'intromise per componere e quietare questo Stato [...] Santa Caterina fece fare la pace in questo Stato al tempo di Gregorio papa. Lo arcivescovo Antonino quante volte andava su in Palagio per ovviare alle leggi inique, che non si facessino!".
Il 31 marzo 1495 l'impero, la Spagna, il papa, Venezia e Ludovico il Moro concordano un'alleanza contro Carlo VIII; è necessario che vi partecipi anche Firenze, per impedire al re francese ogni via di fuga in Francia; ma Firenze e il Savonarola sono filofrancesi: occorre screditarlo e abbatterne una volta per tutte l'influenza che esercita nella città. Carlo VIII, che ha conquistato senza combattere tutto il Regno di Napoli, vi lascia a presidio metà delle sue forze armate e col resto delle truppe si affretta a ritornare in Francia: il primo giugno entra in Roma da dove Alessandro VI è fuggito a Orvieto e poi a Perugia e il re prosegue la risalita a nord, con grande delusione di Girolamo, che sperava in un rivolgimento nella città del Papato, e gran paura dei fiorentini, che hanno notizie di un accordo tra Piero de' Medici e il re.
Savonarola incontra il 17 giugno Carlo VIII a Poggibonsi, per avere assicurazioni che Firenze non subirà danni e che i Medici non saranno restaurati; il re, che pensa solo a ritornare in Francia, non ha difficoltà a tranquillizzarlo e fra' Girolamo può tornare a Firenze trionfante.
Il 7 luglio Carlo VIII forza a Fornovo il blocco dell'esercito della Lega ed ha via libera per la Francia ma la sua spedizione è stata un fallimento: con la sua assenza, il Regno di Napoli torna facilmente in possesso di Ferdinando II d'Aragona e Savonarola e la sua Repubblica sembrano ora molto indeboliti.
Il 21 luglio 1495 il papa invia al Savonarola un Breve, nel quale, dopo aver espresso apprezzamento per l'opera sua nella vigna del Signore, lo invita a Roma ut quod placitum est Deo melius per te cognoscentes peragamus, affinché egli, il papa, possa far meglio le cose, conosciute direttamente dal frate, che siano gradite a Dio. Naturalmente Savonarola rifiuta, con una lettera di risposta del 31 luglio, di recarsi a Roma, adducendo motivi di salute e promettendo un futuro incontro e per intanto l'invio di un libretto ove il papa avrebbe desunto i suoi proponimenti: è il Compendio di rivelazioni, pubblicato a Firenze il 18 agosto.
Il papa rispose l'8 settembre con un altro Breve nel quale fra' Girolamo, accusato di eresia e di false profezie, viene sospeso da ogni incarico ed il giudizio a suo carico è demandato al vicario generale della Congregazione lombarda, fra' Sebastiano Maggi. Savonarola risponde il 30 settembre respingendo tutte le accuse e rifiutando di sottomettersi al vicario della Congregazione, che considera suo avversario ed aspettandosi che sia il Papa stesso ad assolverlo da ogni accusa; l'11 ottobre accusa dal pulpito gli Arrabbiati di aver brigato col papa per distruggerlo. Alessandro VI, con un Breve del 16 ottobre, sospende i precedenti ordini e gli intima soltanto di astenersi dalle predicazioni, in attesa di future decisioni.
Savonarola obbedisce ma non resta inoperoso: il 24 ottobre pubblica l'Operetta sopra i Dieci Comandamenti e attende alla stesura del De simplicitate christianae vitae. In dicembre appare la sua Epistola a un amico nella quale respinge le accuse di eresia e difende la riforma politica introdotta a Firenze. La Signoria, intanto, preme sul papa perché questo accordi nuovamente il permesso di predicare a fra' Girolamo: il suo ascendente sulla popolazione è indispensabile per ribattere gli attacchi che gli Arrabiati portano al governo e allo stesso frate, accusati di essere responsabili della perdita di Pisa.
Sembra che il permesso sia giunto da Alessandro VI vivae vocis oraculo, oralmente al cardinale Carafa ed al delegato fiorentino Ricciardo Becchi; in ogni caso, il 16 febbraio 1496, dopo essere stato accompagnato al Duomo da una folla in corteo di 15.000 persone, Girolamo risale sul pulpito di Santa Maria del Fiore, per la prima predica del quaresimale di quell'anno.
Esordisce fingendo un dialogo con un interlocutore, che gli rimprovera di predicare malgrado sia scomunicato: "La hai tu letta questa escommunica? Chi l'ha mandata? Ma poniamo che per caso che così fussi, non ti ricordi tu che io ti dissi che ancora che la venisse, non varrebbe nulla? [...] non vi maravigliate delle persecuzioni nostre, non vi smarrite voi buoni, ché questo è il fine dei profeti: questo è il fine e il guadagno nostro in questo mondo".
Il 24 febbraio si scaglia contro la Curia romana: "Noi non diciamo se non cose vere, ma sono li vostri peccati che profetano contra di voi [...] noi conduciamo li uomini alla simplicità e le donne ad onesto vivere, voi li conducete a lussuria e a pompa e a superbia, ché avete guasto il mondo e avete corrotto li uomini nella libidine, le donne alla disonestà, li fanciulli avete condotto alle soddomie e alle spurcizie e fattoli diventare come meretrici". Tali prediche furono raccolte in volume e pubblicate con il titolo Prediche sopra Amos.
Fra i nemici esterni di Firenze e del Savonarola segnatamente non era del resto solo il papa, ma tutti gli aderenti alla Lega antifrancese, come Ludovico il Moro al quale il frate scrive l'11 aprile 1496 invitandolo "a fare penitentia de li soi peccati, perché il flagello si appropinqua [...] di questo mio dire non ho aspettato né aspetto altro che infamia et opprobrii e persecuzioni e finalmente la morte [...]"; e lo Sforza risponde scusandosi, chissà quanto sinceramente, "se pur vi avemo offeso e fatto cosa molesta [...[ e in far penitenzia e meritare con Dio non se retireremo".
In aprile predica a Prato, nella chiesa di San Domenico, ascoltato dal consueto grande concorso di folla, tra la quale sono i maggiori filosofi fiorentini del tempo, il platonico Marsilio Ficino e l'aristotelico Oliviero Arduini; alla fine di quel mese si stampa a Firenze l'ultima operetta di Girolamo, la Expositio psalmi Qui regis Israel - postume, nel 1499, appariranno le Prediche sopra Ruth e Michea, composte entro il novembre 1496 - mentre la sua proposta di proibire per legge vesti scollate ed elaborate acconciature delle donne è respinta dalla Repubblica.
In agosto Alessandro VI gli offre, tramite il domenicano Lodovico da Valenza - altri intendono che il messo fosse il figlio stesso del papa, Cesare Borgia, cardinale di Valenza - la nomina a cardinale a condizione che ritratti le passate critiche alla Chiesa e se ne astenga nel futuro; fra Girolamo promette di rispondere il giorno dopo, alla predica, che tiene nella Sala del Consiglio, alla presenza della Signoria. Dopo aver ripercorso le vicende degli anni passati, via via accalorandosi, se ne esce con un grido:"Non voglio cappelli, non voglio mitrie grandi o piccole, voglio quello che hai dato ai tuoi santi: la morte. Un cappello rosso, ma di sangue, voglio!".
Il 23 agosto 1496 Ludovico il Moro denuncia di aver intercettato due lettere del Savonarola dirette in Francia; una, indirizzata a Carlo VIII, lo sollecitava a venire in Italia mentre l'altra, diretta a un tale Niccolò, lo metteva in guardia contro l'arcivescovo di Aix, ambasciatore francese a Firenze, sostenendo la sua infedeltà al Re e l'atteggiamento ostile a Firenze. Sembra che quelle lettere siano dei falsi e che l'iniziativa del Moro tendesse a rompere l'alleanza franco-fiorentina e a screditare fra Girolamo, che negò di averle mai scritte.
Il 7 febbraio del 1497 organizza un falò delle vanità a Firenze, nel quale verranno date alle fiamme molti oggetti d'arte, dipinti, gioielli, vestiti lussuosi, ma anche semplici specchi.
Scomunicato da Papa Alessandro VI il 12 maggio del 1497, Savonarola continua la sua campagna contro i vizi della Chiesa, se possibile con ancora più violenza, creandosi numerosi nemici, ma anche nuovi estimatori, perfino fuori Firenze: proprio a questo periodo risale una breve corrispondenza epistolare con Caterina Sforza, signora di Imola e Forlì, che gli aveva chiesto consiglio spirituale.
Venutogli meno l'appoggio francese, è messo in minoranza rispetto al risorto partito dei Medici che nel 1498 lo fa arrestare, processare per eresia, torturare, impiccare e poi ardere in Piazza della Signoria insieme a due suoi fedelissimi.
da Wikipedia
TRA I CARNESECCHI FURONO SEGUACI DEL SAVONAROLA
CON PIU' O MENO INTENSITA?
Zanobi di Francesco Carnesecchi Bernardo di Francesco Carnesecchi Gio. di Simone Carnesecchi Giovan di Lionardo Carnesecchi Giovanni di Niccolo Carnesecchi |
SEGUACI DEL SAVONAROLA SECONDO LA CRONACA DI SIMONE FILIPEPI
Firmatari dell'appello a Papa Alessandro VI a favore del Savonarola
Tra essi 4 Carnesecchi
Gio. di Simone Carnesecchi Giovan di Lionardo Carnesecchi Zanobi di Francesco Carnesecchi Bernardo di Francesco Carnesecchi |
Al medesimo papa Alessandro VL
B. _'° Pater. noi, cittadini infrascripti, a eola'oboratione delle sopradette cose, a Vostra Santita' per gli detti reIigiosi
et venerandi Padri esposte et narrate, attestiamo essore la sincera et indubitata verit£ che dalla dottrina del detto P.
f. Girolamo, nolla nostra citt_ prodicata, non la destrutione ma la vera salute et pace sempre _ proceduta. Per la qual
cosa, con ogni debita humilt_, preghiamo Vostra SantiCh. Si degni il detto Padre dalle dette censure liborare, come Ii
soprascritti religiosi et venerandi Padri piamento a quella hanno supplicate. I1 che per la sua solita clemenza facendo,
siamo eertissimi, non solo la gloria ot honore di Die dovemo risultare_ ma la salute et spirituale et corporale, con la universal
pace et vera unione, di tutta la nostra et rostra citt_.
I noml de' quall cittadini, cho tal e_sa attastaaao et confermano di propria mane ¢iascuno eli lord, in presenza di
noi sottoscritti, song questi, cio_: m. Agamennone Mariscotti 1 da Calvi cavaliere et dottore, et Pot_st_. di Fiorenza; m. Domenico Bonsi ;
m. Bartholomeo Ciai; _ m. Antonio Benivieni; m. Francesco Ambroglni; s m. Francesco Gualterotti: m. Girolamo Bonagrazia: m. Enea
della Stufa; Piero dl Francesco Bettini; _ Stefano di Giovanni Parenti; I:orenzo Buondelmonte; Francesco di Bernardo
Manelli; Francesco di Filippo Rinuccini ; Thomaso di Puecio Pudci; Bcrnardo di Bcltramo Guasconi; m. Piero di Salvatore Aldobrandini;
Gasparro di Jacomo da Diacceto ; m. Bartholomeo l_dditi; m. Baldo Inghirami: m. Iacopo degli I4eredi; Francesco di Francesco Davanzati;
Piero di Lionardo Capelli; Oliviero di Simone Guadagni; Lappo di Iacopo Mazzci; Anton Francesco di Bartholomeo Scali; _Francesco Valori;
Giovanni del Nero Cambl; Tadeo Gaddi ; Bertoldo di Bartholomeo Corsini; Bernardo di Baldassar Bonsi : Neri di Filippo Rinuccini ;
Alessandro di Carlo Ruc_llai; Lorenzo di Antonio Ruceltai; Bartholomeo di Pandolfo Pandolfini; Piero di Andrea Masi; _ ser 7 Nicolb Michelozzi;
Andrea di Ant. Cambini; s Paolo di Ant. del Giocondo; Carlo di Lorenzo Strozzi; Giannozzo di Antonio Pucci; Alessandro di Bel-nardo Salviati:
Bernardo '_ di GiG. Ugolini: Francesco di Filippo del Pugliese; Carlo di Lionardo del Benino; Matheo di Nofri del Caccia; Domenico Federighi;
Mariotto di Piero Rucellai; Piero di Lhcantonio degli Albizi; Antoniodi Giovanni Giugni; GiovaDni di Gianozzo Vettori; GiG.Battista di Fran. Giovanni:
Thomaso di Paolo Morelli; Giullano di Plero Panciatichi ; INicolb di Matheo Sachetti ; Carlo di Adigieri Biliotti : Nicolb di Thadeo; Piero dl Zanobi Strozzi :
GiG. di Ant. Tornaquinci; Benedetto di Paolo Portinari ; GiG. di Jac. di Dine dim. Ghuccio; Rinieri di Franc. Tosinghl; Geri di Zanobi del Testa Girolamo;
Biagio di Bonacorse Velluti : Schiatta di Nicolo' Ridolfi; Carlo di Franc. Bisdomini; Niccolo' di Niccolo' Giunta Bindi; Lorenzo di GiG. Tornaboni;
Agnolo di Sinibaldo Buono di Dee; Filippo di Antonio
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Lorini; R_nieri di Fran. Bagnesl; Allessandro di Fran. Caccini; Matheo di Franoesco Neretti; Iac. di Lorenzo Orlandini;
Ruberto di Paguozzo Ridolphi: Fran. di Lorenzo Davanzati; Bartholomeo di Gherardo Guardl; Gio. di _kut. Minerbetti;
Bernardo di Inghilese Ridolphi; Alessandro di Gino Ginori: Gio. di Tedlci degli Albizzi; Ant. di Jacomo Berlinghieri;
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; Piero di m. l Simone Cinozzi; Benedetto di Nicolb Baonvanni; Alessandro di Fran.Nasi; Lionardo di Antonio Cambini; Giannozzo di Bernardo Salviati; Gio. Battista Ridolphi; Fran. Gio: Orlandini; Girolame
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Lionardo di Gio. da Empoli; Bernardo di ser : Gio. Martini; Piero di Beraardo " Mazzei; Nicolb di Guardo Guardi;3 Giovanni Battista di Jacomedall'Ancisa;
Gino di Lorenzo Orlandini; Fran. di Aut. de' Pucci ; Ant. di Miglioro Gaidotti; Anton Fran. Vernacci ; Bernardino Bartoli; Cesare di Giannozzo Stradl;
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Andrea di Biagio Guiducci; Piero di Daniello Dazzi; Andrea di Zanobi Guidotti; Pier Francesco di Giorgio Ridolfi; Beruardo di Nicolb Cambini;
Cante di Gio. Compagni; s Thomaso di Folco Portinari; Lorenzo di'Fran. Amadori; Giovanni Battista di Nie-_colb Bartholini; Filippo di" Lor6nzo Gualterotti; Antonio di
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2 del stg. b _o_j_attI.
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Filippo Tornabuoni; Simone di Bernardo del Nero; Piero di Anfrione Lenzi; Girolamo di Fran. Inghirami; Christofano di Giuliano Brandolini;
Guido d'Antonio Cavaleantl; Paolo di Zanobi Benintendi; Bornardo di Alamanno de'Medici; Bernardo di Franceseo Vettori;
set 1 Lorenzo di Giovacehino Guasconi;" Simone di Antonio Canigiani; Lorenzo di l_rancesco Ciai; Marehionne Dazzi; Raffaello di l_icolb Boneiani;
Giovanni di Fran. Inghirami: Francesco di Giovamli Portinarl; Giovanni di Doflb Arnoldl; Alessandro di Antonio Pucci ; Pandolfo di Berto do' Bardi ;
Antonio di Thomaso Martlni; Lorenzo di Gio. Bartoli; Girolamo di Paolo Foderighi; Paolo di Davizo Davizi; Domenico di GabHello Cioni; ser. _Ugolino Vieri;
Piero di Bernardo Adimari; Noferl 3 di Piero de' Rossi ; Bartholomeo di Bertoldo Corsini; l_icolb di Franceseo Cambini; Raffaello di Battista Strozzi;
Neri di ser *Piero Ghucci ; Raffaello di Giuliano Viviani ; Nicolb del Baono Rinuhcl; Bartholomeo di Puccio Pueci; Thadeo di Bernardo dall'Antella;
Giovanni di Lorenzo Scolari; Benedetto di l_rancesco Biancardl; Jaeomo dl Scholaro Ciacchi; Maso di Bartholomeo degli AIbizi;
Pier Francesco di Francesco Thosinghi; Battista di Berto da Filicaia; Francesco di Gio. Sapiti; Antonio di Dom. Peruzzi; Francesco di Pier Fran. Tosinghi;
Raffaollo di Alfonso Pitti: Francesco di Guido Cambi ; Bernardo di Stefano Segni; Carlo Ginori; Thomaso Martelli; Gio. Batta Boni; Antonio di Torriglano Torrigiani;
Michele di Carlo Strozzi; Francesco da Sommaia; Girolamo di Agostino Mazinghi; _ Girolamo di ser GPaolo Benivieni; Jacomo di Bartholomeo di Boccaccio;
Thomaso di Paolo Pasquini; Ubertino di Geri Risaliti; Adoardo di Simone Cortigiani; Andrea di Nicolb de'Libri; Orlandino di Bartholomeo Orlandini;
Antonio di Bartholomeo di Bertoldo Corsini; Lorenzo di 2,_nfrione Lenzi; Piero di Paolo degli Albizzi; Antonio di ser: Piero Migliorotti;
s Filippo di Luthozzo Nasi; Nicolb di Bartholomeo Valori; Benedetto di ser" Antonio Ubaldini; Costanzo di Girolamo Nieoli; Stephano di Ghino
Azzini; Guido di Nicolb Cambi; Biagio di Miehele di Monte ; Domenico di Sandro Galli; Franeeseo di Bernardo de1 Mare;
til s_g. t; tl¢l Sty.
2 tl slg. _ eiel sty.
3 .Voffo. 8 8argheroltt.
4 del stg. 9 _lel stg.
"_ Marwghi.
CRONACA DI Sn_ONE FL_PEPI 517
Bernardo di Silvestro Aldobrandlni_ Angelo di Lorenzo Ghlrardinl; Raffaello di Mazzeo; Jaeomo di Piero de' Thedalhi;
Alessandro di Nicolb Machiavelli; Benedetto di Matteo Gori; Nero hi Franeesco del Nero; Nicol6 di Giuliano Ridolphi;
Bartholomeo di Apollonio Lapi; Simone dl Fran. Guidacci;Antonio di Domenico Bartholini; Antonio. di Francesco Benci;
1Pier Francesco hi ser _ Giullano Bardini_ Guiglielmo di Francesco Tanagli; Piero di Francesco Ferranti;Andrea di Gio. Boni;
Jae. di Gio. Salviati; Jacomo di Gasparo de'Ricasoli; Piero di Gio. di Cante Compagni; Bartholomeo del Rosso Buondelmonte;
Piero dl Cosmo Bartholi ; Priore hi Saracino Puccl; Stephano di Filippo Lippi; Marco d_ Bernardo Vespucci; Ugolino dl Gio. Manzuoli;
Michele di Lionardo Pescloni; Zanobi di Francesco Carnesecchi ; Domenico hi Piero Buoninsegni; Bernardo di Filippo Manetti;
Thomaso diFrancesco del Bugliaffa; Jac. di Bernardo di Jac. de Bardi; Gio. di Lorenzo Centellini; Lorenzo di Gio.Centelini;
Bartolomeo di Sandro Tallani; Leonardo di Carlo Del Benino; Piero di Thomaso Corbinelli; Antonio di _[anno degli Albizzl; Gio. di Filippo Capelli;
Domenico di Benvenuto Benvenuti; Girolamo di Bencio Benci; Domenico di Antonio del Rosso; Matteo di Nicolao Vecchletti;
Gio. Battista di Bernardo de'Medici; Buonaccorso di Be_ed. Uguccioni; Gio. Battista di Mariotto Rucellai; Domenico di GiannozzoStradi;
Bernardo di Francesco Carnesecchi;
Marco di Gio. Strozzi; Piero hi Gio: Strozzi; Bernardo di _kntonio Sapiti; Piero di Giuliano Ridolphl;Bastiano di Lazzaro Brunacci; Filippo di Nicolb Mori; Antonio di Torino Baldesi; Bernardo di Carlo Gondi; Antonio di Amerigo da Verazzano;
Francesco hi Giuliano Morozzl ; Piero di Franceseo Fabbrini; Antonio di Jacomo Lanfredl; Gio. hi Francesco Nesi; Theghiaio di Fraucesco Buondelmonti;
Martlno di ser 4 Nicolb Fedini; mastro Girolamo di ser3 Angelo Cinozzi; Alamanno • dl Cesare Petrucci; Angelo di Pierozzo del Rosso;
Domenico di Pierozzo del Rosso; Gio. di Thomaso Corbinelli; Particino di Giuliano Particini; Simone di Filippo Tornabuoni; set Antonio di Piero ]3ettini;
mastro Giuliano di .Xfartino Gallano; Gio. di Matteo de'Rossi; Fran. di Bernardo Mazzinghi; mastro Zanobi di Daniello Carletti; Gio. Fran. di Benei
Borzoi. _ _lel _icj.
2 aet s_v. _ aet s_.
3 Faller_li.
detto Lapaccini; Domenico di Benedetto Lapaecini; Fillppo di Carlo Gondi; Benedetto di Bernardo Gondi; Piero d[ Lorenzo dl Cresei; Nieolb di .Giorgio Ugolini;
Gio. di Paudolfo Pandolfini ; Agnolo di Girolamo Bruni;l Bernardo di Jac. Del Biada; Aldighieri dl Paolo della Casa; Jac. di Giov. Bracci; Giacomo di Bernardo Vecchiettl;
Alessandro di Ant. Gondi; ser _ Paolo Amerigo .Grassi; Guido di Baldino Bandinelli; Filippo di Francesco Giuntlni; Gio. Battista di Bartolommeo Berti;
Piero di Thomasso Salvlati; Gio. di Nicolb Cambi; Antonio di m. Brandino Ubaldini; Feiiee di Dee del Beccuto; Dine di 3ac. di m. Gueeio; Girolamo di Gino Capponi;
Gio. di set '_ Monte: Piero di Franeesco Baldueci; Bartholomeo di Gio: Ricardi ; Matteo eli Bernardo Biliotti ; Giuliano di Agnolo Gaddi; Franeesco di Giorglo Aldobrandini;
Giovanni di Ludovlco Schiattesi; :Nicolb eli Alessandro Machiavelli; Pandolfo di m. Agnolo della Stufa; Temperano dim. ]_fanno Temperani; Nicolb di Giovanni Bandini;
Lanfredino di Jacope Lanfredini; Francesco di :Bartholomeo Nelli; Franeesco di Ghino Spina; Carlo di Luigi Pitti; Franceseo di Andrea Zati; Mariotto di Domenico Bati;
Gio. di Roberto da Gagliano; Filippo di Piero Gaetani; Francesco di Francesco Guasconi.
I ]3,'DlCl.
tic!
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Lettera de' cittadini.
Beatissime. Pater. Noi cittadini infrascritti a corroborazione delle soprascritte cose a V. S. per li detti religiosi e venerandi Padri esposte e narrate, attestiamo esser la vera e sincera e indubitata verità che la dottrina del detto P. fr. Jeronimo nella nostra città predetta non è la destruzione, ma la vera salute e pace. Per la qual cosa con ogni debita umiltà premessa, preghiamo V. S. si degni il detto Padre dalle dette censure liberare : come li soprascritti religiosi e venerabili Padri pietosamente a quella banno supplicato; il che per la sua solita clemenza fecendo, siamo certissimi non solo la gloria e onore di Dio e di V. S. dover resultare, ma la salute spirituale e corporale con l'universal pace, e vera unione della città nostra.
I nomi de'quali cittadini che tali cose attestano e confermano per al presente, di loro propria mano, in presenza di noi sottoscritti sono questi, cioè:
Messer Agamennone Mariscotti da Calvi Podestà di Firenze cavaliere e dottore. — Mes. Domenico Bonsi. — M. Bartolommeo Ciai. — M. Antonio Benivieni. — M. Francesco Ambrogini. — M. Francesco Gualterotti. — M. Girolamo Buonagrazia. — M Enea dalla Stufa. — Piero di Salvestro Aldobrandini — M. Baldo Inghirlani. — M. Jacopo Dellerede. - Francesco di Francesco Davanzati — Piero di Francesco Bettini. — Stefano di Gio. Parenti. — Lorenzo Buondelmonti — Francesco di Lionardo Mannelli. — Francesco di Filippo Rinuccini. — Tommaso di Puccio di Antonio Pucci. — Bernardo di Beltramo Guasconi. — Guasparri di Lapo da Diacceto. — Piero di Lionardo Cappelli — Ulivieri di Simone Guadagni. —Lapo di Giovanni Mazei. —Antonfrancesco di Toininmaso Scali. — Giovanni
te'
del Nero Cambi. — Francesco Valori. —Taddeo Gaddi. — Bertoldo di Bartolommeo Corsini. — Bernardo di Baldasse Bonsi. — Neri di Filippo Rinuccini — Alessandro di Carlo rincollai. — Bartolomeo di Pandolfo Pandolfini. — Piero di Andrea Mari. — Pagolo di Antonio del Giocondo. — Ser Niccolò Michelozzi. — Carlo di Lorenzo Strozzi — Andrea di Antonio Cambini. — Giannozzo di Antonio Puccini. — Alessandro di Bernardo Salviati. — Bernardo di Gio. Ugolini. — Francesco di Filippo del Pugliese. — Carlo di Lodovico del Benino. — Matteo di Noferi del Caccia.— Domenico Federighi —Mariotto di Piero Rucellai. — Piero di Lucantonio degli Albizi — Antonio di Gio. Giugni. — Gio. B. di Francesco di Giovanni. — Giovanni di Giannozzo Vettori. — Tommaso di Paolo Mannelli.
— Giuliano di Piero Panciatichi — Niccola di Matteo Sacchetti. — Filippo di Niccolò Sacchetti. —Niccolò di Taddeo. — Carlo d'Aldighieri Biliotti. — Piero di Zanobi Strozzi. — Gio. d'Antonio Tornaquinci. — Benedetto di Pagolo Portinari. — Gio, d'Jacopo di Dino di Cuccio. — Rinieri di Francesco Tosinghi. — Gieri del Testa Girolami — Biagio di Buonaccorso Velluti. — Stiatta di Niccolò Ridolfi. — Carlo di Francesco Bisdomini. — Niccolò di Niccolò di Giunta Bindi. — Lorenzo di Giovanni Tornabuoni. — Pagolo di Sinibaldo Dei. — Filippo di Antonio Lorini — Rinieri di Francesco Bagnesi. — Alessandro di Francesco Caccini. — Matteo di Francesco Nocetti. — Jacopo di Lorenzo Orlandino — Ruberto di Pagnozzo Ridolfi.
— Francesco di Lorenzo Davanzati. — Bartolommeo di Gherardo Guardi. — Giovanni di Antonio Minerbetti. —
— Bernardo d'Inglese Ridolfi. — Alessandro di Gino Ginori. — Giovanni di Felice degli Albizzi. — Antonio di Jacopo Berlinghieri. — Lionardo di Benedetto Strozzi. — Carlo di Niccolò Buonanni. — Bartolommeo di Giovanni Orlandini. — Otto Francesco Sapiti. — Giovanni di Simone Carnesecchi. - Piero di M. Simone Cinozzi. — Benedetto di Niccolò Buonanni. — Alessandro di Francesco Nasi — Lionardo di Antonio Cambini. — Giannozzo di Bernardo Salviati. — Giovanbatista Ridolfi. — Francesco di Giovanni Orlandini. — Girolamo di Gino Ginori. — Diofebo di Francesco della Stufa. — Giovanbatista di Tommaso Ceffi. — Jacopo di Alessandro Lapaccini. — Aldobrandino di Buinetto Aldobrandini. — Zanobi di Angelo Gaddi. — Pietro Pagolo di Romolo Bertoldi. — Tommaso di Salvestro Spini. — Bartolommeo di Pagnozzo Ridolfi. — Giovanni di Agnolo Perini. —Carlo di Francesco Bisdomini. Alesso di Francesco Baldovinetti. — Simone di Mariano Filippi.
— Marcello di Lionardo Vernacci. — Alesso di Giovanni Rondinelli. — Bernardo di Benedetto Cicciaporci. — Mazzeo di Giovanni Mazzei. — Piero di Francesco Mascalzoni.
— Francesco di Niccolò Buonanni. — Corsino di Pietro Bandini. — Giovanni di Niccolò Carnesecchi. — Lionello di Giovanni Boni. — Giovanni di Matteo Nelli.— Piero di Andrea Puccini. — Lionardo di Giovanni da Empoli. — Bernardo di Giovanni Martini. — Piero di Bernardo Maz zei. — Niccolò di Guardo Guardi. — Giovanbatista d'Jacopo del Lancia. — Ghino di Lorenzo Orlandini. — Francesco di Antonio de'Ricci. Antonio di Michele Guidetti. — Antonfrancesco Vernacci. Bernardo Bartoli. — Cesare di Giannozzo Tradì.. — Francesco di Gio. di Buonaccorso Pitti. — Giovanni di Francesco Becchi. - Giovanbatista di Lapo da Diacceto. — Giovanni di Francesco Doni. — Francesco di Torrigiano Torrigiani. — Ottaviano di Gherardo Gerardini. — Tommaso di Scolaro Ciacchi. — Andrea di Stagio Guiducci. — Valeriano di Piero di Luca.
— Raffaello di Antonio Ubaldini. — Girolamo di Luigi Soderini. — Piero di Daniello Dazzi. — Andrea di Zanobi Guidotti. — Pier Francesco di Giorgio Ridolfi. — Bernardo di Niccolò Cambini. — Cante di Giovanni Compagni. — Tommaso di Fqlco Portinari. — Lorenzo di Francesco Amadori. — Giovanbatista di Niccolò Bartolini. — Filippo di Lorenzo Gualterotti. — Antonio di Filippo Tornabuoni.
— Simone di Bernardo del Nero. — Piero di Amfione Lenzi. — Girolamo di Francesco Ingliirlani. — Cristofano di Giuliano Brandolini. —Guido di Antonio Cavalcanti. — Pagolo di Zanobi Benintendi. — Bernardo di Alessandro de'Medici. — Bernardo di Francesco Vettori. — Ser Lorenzo di Giovacchino Guasconi monaco per sè, e come procuratore del presente ambasciatore al re di Francia. —Simone di Antonio Canigiani. — Lorenzo di Francesco Ciai.
— Marchionne Dazzi.— Raffaello di Niccolò Buonciani. — Giovanni di Francesco Inghirlani — Francesco di Giovanni Portinari. —Giovanni di Holfo Arnolfi. — Alesso di Antonio Pucci. — Pandolfo di Berto de'Beridi. — Antonio dì Tommaso Martini. — Lorenzo di Giovanni Bartoli. — Girolamo di Pagolo Federigli. - - Pagolo di Avizo di Avizo. Domenico di Gabbriello Cioni. — Piero di Bernardo Adimari. — Noferi di Piero de'Rossi. — Ser Agnolino di Vieri de'Vieri Vierini. —Bartolommeo di Bertoldo Corsini.
— Niccolò di Francesco Cambini. — Raffaello di Batista Strozzi. — Neri di Piero Gucci. — Raffaello di Guglielmo Viviani. — Niccolò di Buono Rinucci. — Bartolommeo di Puccio Pucci. — Taddeo di Bernardo dell'Antella. — Giovanni di Lorenzo Scolari. — Benedetto di Giovanni Bianciardi. — Jacopo di Scoiaio Ciacchi. —Maso di Bartolommeo delli Albizzi. —Raffaello di Alfonso Pitti. — Francesco di Guido Cambi. — Pierfrancesco di Francesco Teringhi.
— Bernardo di Stefano Segni. — Carlo Ginori. —Tommaso Martelli. —Giovanbatista Boni.—Antonio di Torrigiano Torrigiani. — Michele di Carlo Strozzi.—Francesco da Sommaia.
— Girolamo di Agostino Mazinghi.—Girolamo di Ser Pagolo Benivieni. — Jacopo di Bartolommeo di Boccaccio. —Tommaso di Paolo Pasquini. —Uberto di Gieri Salviati anzi Risaliti. - Adovardo di Simone Canigiani. - Andrea di Niccolò Libri. — Orlandino di Bartolommeo Orlandini. — Antonio di Bartolommeo di Bertoldo Corsini. — Lorenzo d'Amfione Lenzi. — Domenico di Niccolò Magaldi. — Andrea di Jacopo Tebaldi. — Doffo di Marco Bartoli. — Giovanbatista di Niccolò Guasconi-. -7- Alesso di Lionardo Mannelli.
— Giuliano di Piero di Gagliano. — Raffaello di Corso delle Colombe. -— Raffaello di Lionardo Boni. — Guaiterotto di Lionardo Palescioni. — Piero di Matteo Berti. -— Giovanfrancesco di Tommaso Benci. — Niccolaio di Bernardo Cappelli. — Giovanbatista di Carlo Guasconi. — Benedetto di Antonio Tornaquinci. — Casocci di Zanobi Strozzi. — Antonio di Niccolò Gianfigliazzi. —Raffaello di Pagolo Albizzi. — Rosso di Piero di Domenico. —Simone di Antonio Gondi. — Piero di Pagolo degli Albizzi. —Antonio di Ser Piero Miglioretti. — Filippo di Lutezio Nasi.
— Niccolò di Bartolommeo Valori. — Benedetto di ser Antonio Ubalini. —Gostanzo di Girolamo Niccoli.—Stefano di Ghino Arzini. — Guido di Niccolò Cambi. — Biagio di Michele Monti. — Domenico di Sandro Gelli. — Francesco di Bernardo del Mare. —Bernardo di Salv.0 Aldobrandini.
— Agnolo di Salv.0 Gherardini — Raffaello di Marco. — Jacopo di Pietro Tedaldi. -— Alessandro di Niccolò Machiavelli. — Benedetto di Matteo Botti. — Nero di Francesco del Nero. —Niccola di Giuliano Ridolfi. — Bartolommeo di Appollonio Lapi. — Simone di Francesco Guiducci. — Antonio di Domenico Bartolini. — Antonio di Francesco Benci. — Pinrfrancesco di ser Giuliano Bartolini. — Guglielmo di Francesco Tanagli. — Piero di Francesco Ferranti. — Andrea di Giovanni Boni. — Jacopo di Giovanni Salviati. — Jacopo di Gasparre Risaliti. — Piero di Gino di Cante Guadagni. — Bartolommeo del Rosso Buondelmonti. — Piero di Cosimo Bartoli. — Piero di Saracino Pucci. — Stefano di Filippo Lippi. — Marco di Bernardo Vespucci. — Ugolino di Giovanni Manzuoli. — Michele di Lionardo Pescioni. — Zanobi di Francesco Carnesecchi. — Domenico di Piero Buoninsegni. — Bernardo di Filippo Manetti. — Bernardo di Francesco del Bugliafta. — Jacopo di Bernardo di Jacopo Bardi. — Giovanni di Lorenzo Centellini. — Bartolommeo di Sandro Talani. — Lionardo di Carlo del Benino. — Piero di Tommaso Corbinelli. — Antonio di Manno Albizzi. — Giovanni di Filippo Cappelli. — Domenico di Benvenuto Benaiuti. — Girolamo di Benci Benci. — Domenico d'Antonio di Bastiano del Rosso. — Matteo di Niccolò Vecchietti. — Giovanbattista di Niccolò de'Medici. — Buonaccorso di BenedettoUguccioni. — Giovanbatista di Mariotto Rucellai. — Domenico di Giannozzo Strada. — Bernardo di Francesco Carnesecchi. — Mareo di Giovanni Strozzi. — Bernardo di Antonio Sapiti. — Piero di Giuliano Ridolfi. — Bastiano di Lazzero Brunelli. — Filippo di Niccolò Mori. — Antonio di Torino Baldesi. — Bernardo di Carlo Gondi. —- Antonio di Amerigo da Verrazzano. — Francesco di Giuliano Morozzi. — Piero di Francesco Fabbrini. — Antonio d'Jacopo Lanfredini. — Giovanni di Francesco Neti. —Tegliaio di Francesco Buondelmonte. — Martino di Ser Niccolò Fedini. — M.° Girolamo di ser Agnolo Cinozzi. — Alamanno di Cesare Petrucci. — Agnolo di Renzo del Rosso. — Domenico di Pierozzo di Domenico del Rosso. — Giovanbatista di Lorenzo Strozzi. — Giovanni di Tommaso Corbinelli. — Partiano di Giuliano Particene — Simone di Filippo Tornabuoni. — Ser Antonio di Piero di ser Antonio Bettini. — M.° Giuliano di Martino di Giuseppe. — Giovanni di Matteo de'Rossi. — Francesco di Bernardo Mazinghi.—Mes. Zanobi di Daniello Cadetti.—- Giovanfrancesco di Benedetto Lapucci. — Filippo di Bernardo Gondi. — Benedetto di Carlo Gondi.— Piero di Lorenzo di Ciesci. — Niccolò di Giorgio Ugolini. — Giovanni di Pandolfo Pandolfmi. — Agnolo di Girolamo Bruni. Bernardo di Jacopo del Biada. —Aldigbiori di Pagolo della Casa. — .Iacopo di (ìiovanni Bracci. - -Giovanni di Bernardo Vecchiotti. - - Alessandro di Antonio Gondi. — Ser Bagolo di Amerigo Grassi. — Guido di Baldino Baldinelli. - Filippo di Francesco Ciuntini. — Cinvanhatista di Bartolonunco Verbi. — Piero di Tommaso Salviati. — Giovanni di Niccolò Cambi -— Antonio di mcsser Bernardo Ubaldini — Felice del Beccuto. — Bino di Jacopo di Dino di inesser Goccio. — Girolamo di Gino Capponi. -— Giovanni di Sormonti. — Pietro di Francesco Baldueci. — Bartolommoo di (ìio. Riccardi. - Matteo di Bernardo Itiliotti. - Giuliano di Agnolo Caddi. -- Francesco di Giorgio Aldobrandini. — Jacopo di Lodovico Stiattesi. --- Niccolò di Alessandro Machiavelli. Pandolle di messer Agnolo della Stida. -- Temperano di messer Manno Teraperaui. — Niccolò di Coro Bandini. - -- Lanfredinn ili Jacopo Laiifredini. — Francesco di Rarlolommoo Nelli. -~ Francesco di Cbino Spina. - Carlo di Luigi Pitti. Francesco di Andrea Basi. — Marinito di Domenico Boti. - Giovanni di Ruberto da Gagliano. — Filippo di Piero Gaotani e Francesco di Francesco Guasconi.
ecco anc
Giovanni di Leonardo Carnesecchi un combattivo sostenitore del Savonarola |
Jérome Savonarole, sa vie, ses prédications, ses écrits - Pagina 507
Archivio Storio Italiano - Pagina 97
La storia di Girolamo Savonarola e de'suoi tempi. Tomo 2 - Pagina ccclxxxvii
di Pasquale Villari
Dice vi era presente Giovanni Carnesecchi et Ruberto Ridolfi; ... , Giuliano da
Cagliano, in mantello et cappuccio, disarmati: Giovanni Caccini in corazza. ...
Anteprima limitata - Informazioni su questo libro
Deputazione di storia patria per la Toscana ( Dalla rivista Archivio Italiano ) Anno CLX - 2002 592 - aprile-giugnohttp://www.storia.unifi.it/asidspt/ASI/Abstracts%20-%202002/592-Zuliani.htm
Nuovi processi a sostenitori del Savonarola nell'aprile 1498 Dario Zuliani ha scoperto nell'Archivio di Stato di Firenze, dopo oltre 500 anni dalla condanna a morte del Savonarola e della sua esecuzione, i documenti di altri due processi contro dei sostenitori del Savonarola, di cui si ignorava completamente l'esistenza : |
Un Giovanni di Leonardo Carnesecchi figura sul sito
http://www.lettere.unifi.it/mdi/Archivio/Indice%20dei%20copisti/Indice%20copisti%20C.html
Come copista di non so quale libro
Ritengo possa trattarsi dello stesso implicato nel processo
ASF- Filza 625
- Rosselli Sepoltuario fiorentinoChiesa di San Marco- stemma 147
Descrizione:
Accanto al detto presso L’ Altare del Martini, chiusino tondo di marmo de Carnesecchi con loro Arme et Inscrizione.
Di Giovanni di Leonardo Carnesecchi e suorum.
Importante e' notare :
Liste specchiate rispetto alle precedenti:( ho specchiato come esempio lo stemma sopra riportato)
Le bande partono con oro, segue azzurro, oro, azzurro, oro, azzurro.
( Contributo di Roberto Angelo Segnini )
Puo' essere che semplicemente sia avvenuto un ribaltamento del lucido con conseguente ribaltamento del disegno sul manoscritto : occorrera' verificare la lapide
E' pero' durante gli anni che seguono la caduta dei Medici , che i Carnesecchi parteciperanno con piu' intensita' alla vita pubblica forti , forse , del prestigio acquistato negli anni di Cosimo e di Lorenzo . In questi anni alcuni Carnesecchi si ergono a protagonisti delle vicende della Repubblica
Sono questi i momenti fondamentali in cui si sviluppò la politica elettorale di Lorenzo: apparentemente essa fu senz'altro lineare e rispettosa (come già era stata quella di Cosimo) delle norme costituzionali e limitata a pochi avvenimenti esterni (in pratica due soli squittini, nel 1472 e nel 1484), di fatto accentrò tutti gli organi decisionali e tutti i poteri. Anche le cariche che Lorenzo ricopri furono, sì, importanti (egli non fu mai, però, Gonfaloniere di giustizia), ma ben poco direbbero da sole circa l'assoluta supremazia a Firenze, sua e della sua parte: a determinare tale supremazia, dunque, contribuì tutta la sua eccezionale avvedutezza politica. " Si messe nell'animo - scrive il Rinuccini - come quello che era superbissimo e ambiziosissimo, di trasferire in se solo tutta la degnità, potenzia e autorità pubblica, e alfine, come Iulio Cesare, insignorirsi della repubblica " `. Sicché, alla sua morte, l'8 aprile 1492, la situazione fu assai diversa da quella verificatasi alla morte di Piero di Cosimo.
Il figlio di Lorenzo, Piero, successe al padre senza difficoltà in quelle cariche che Lorenzo aveva ricoperto. Anche il problema cui doveva far fronte Piero era, come sempre, il mantenimento dell'equilibrio con i principali sostenitori del regime, dai quali dipendeva, in definitiva, la validità dei sistemi dei controlli elettorali. Così, quando, agli inizi di novembre, un gruppo dei Signori si volse contro Piero, trovando rispondenza negli altri, poco significò che quella Signoria fosse stata eletta da accoppiatori che comprendevano lo stesso Piero. Di fronte a Carlo VIII, certamente, Piero dimostrò di non saper affrontare la situazione: la sua fuga dell'8 novembre fu però una mossa imprevedibile per i suoi stessi oppositori, che pensavano ad una riduzione del suo potere piuttosto che ad una totale eliminazione. A quel punto, tuttavia, una restaurazione medicea - Filippo Nerli dice che si guardò a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, quale successore di Piero` diventava insostenibile, come affermò anche il Guicciardini"'.
E la Signoria, su proposta della Pratica, abolì l'11 novembre le classiche manifestazioni istituzionali del regime mediceo: il Consiglio dei Settanta, quello del Cento, gli Otto di pratica". Questa abolizione fu confermata da un parlamento convocato il 2 dicembre, che stabilì un nuovo squittinio, da tenersi alla fine del 1495. Intanto le elezioni della Signoria erano per un anno affidate a venti accoppiatori, eletti dalla Signoria e dai Collegi. Non vi fu, dunque, un istantaneo ritorno alle elezioni per tratta per una ragione precauzionale, in quanto le borse erano quelle dello squittinio del 1484: ciò avrebbe significato l'elezione di una Signoria favorevole ai Medici, e che quindi avrebbe sicuramente richiamato Piero a Firenze`. |
Storia di Firenze riferimenti cronologici Anni dal 1494 al 1530
1494 |
Fine del potere di Piero Medici |
1494--1498 |
repubblica Savonarola |
1499--1502 |
repubblica |
1502--1512 |
repubblica Pier Soderini |
1512--1527 |
potere di Alessandro dei Medici |
1527--1530 |
repubblica |
Documenti fiscali nel periodo
Citta' di Firenze La decima repubblicana dicembre 1494 febbraio 1494 /1495
|
gonfalonieri di giustizia nel periodo
5 |
1495 |
1 |
54 |
0 |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
1 |
51 |
0 |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
1 |
51 |
0 |
MARIOTTO |
ANTONIO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1497 |
1 |
1 |
0 |
PAOLO |
SIMONE |
BERTO |
PAOLO |
CARNESECCHI |
5 |
1500 |
1 |
1 |
0 |
PIERO |
SIMONE |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1517 |
1 |
4 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1526 |
1 |
1 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
Priori nel periodo
6 |
1495 |
8 |
54 |
0 |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1495 |
8 |
51 |
0 |
ANDREA |
LUCA |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
8 |
51 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
10 |
1496 |
8 |
54 |
0 |
PAOLO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
8 |
51 |
0 |
PAOLO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
8 |
1 |
0 |
PIERO |
SIMONE |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1499 |
8 |
1 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
BERTO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1502 |
8 |
1 |
0 |
ZANOBI |
FRANCESCO |
BERTO |
CARNESECCHI |
|
10 |
1504 |
8 |
1 |
0 |
MATTEO |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1507 |
8 |
1 |
0 |
GIOVANNI |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1509 |
8 |
1 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1511 |
8 |
1 |
0 |
GIOVANNI |
LEONARDO |
GIOVANNI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1515 |
8 |
1 |
0 |
BERNARDO |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1515 |
8 |
5 |
0 |
FRANCESCO |
GIOVANNI |
ANDREA |
CARNESECCHI |
|
5 |
1515 |
8 |
5 |
0 |
GIOVANNI |
LUCA |
ANDREA |
CARNESECCHI |
|
5 |
1517 |
8 |
5 |
0 |
ANDREA |
BERNARDO |
ANDREA |
CARNESECCHI |
|
6 |
1518 |
8 |
5 |
0 |
ALESSANDRO |
BERNARDO |
ANDREA |
CARNESECCHI |
|
5 |
1518 |
8 |
5 |
0 |
ZANOBI |
LORENZO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
5 |
1519 |
8 |
1 |
0 |
BERTO |
MATTEO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1519 |
8 |
5 |
0 |
SIMONE |
ANDREA |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1521 |
8 |
1 |
0 |
MARIOTTO |
ANTONIO |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1521 |
8 |
5 |
0 |
MICO |
ANDREA |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1521 |
8 |
5 |
0 |
PAOLO |
ANDREA |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1522 |
8 |
5 |
0 |
BASTIANO |
BERNARDO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1522 |
8 |
5 |
0 |
GIULIANO |
GHERARDO |
GIULIANO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1522 |
8 |
5 |
0 |
NICCOLO |
COSIMO |
PIERO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1524 |
8 |
5 |
0 |
BARTOLOMEO |
ZANOBI |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1525 |
8 |
43 |
0 |
ALESSANDRO |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1528 |
8 |
1 |
0 |
SIMONE |
PIERO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
10 |
1530 |
8 |
1 |
0 |
ANDREA |
PAOLO |
CARNESECCHI |
Buonuomini e Gonfalonieri di compagnia nel periodo
6 |
1495 |
16 |
51 |
0 |
ANDREA |
LUCA |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
16 |
51 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
16 |
51 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
12 |
51 |
0 |
BERTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
||
5 |
1495 |
16 |
54 |
0 |
CARLO |
CRISTOFANO |
CARNESECCHI |
||
10 |
1495 |
12 |
1 |
0 |
PAOLO |
SIMONE |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
10 |
1495 |
12 |
51 |
0 |
PAOLO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
||
10 |
1495 |
12 |
54 |
0 |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
||
10 |
1495 |
16 |
54 |
0 |
ZANOBI |
SIMONE |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
10 |
1496 |
16 |
51 |
0 |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
12 |
54 |
0 |
GIULIANO |
CARNESECCHI |
|||
5 |
1496 |
12 |
51 |
0 |
PAOLO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
||
5 |
1496 |
12 |
54 |
0 |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
10 |
1497 |
12 |
1 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
BERTO |
CARNESECCHI |
|
10 |
1498 |
12 |
1 |
0 |
ALESSANDRO |
BERNARDO |
CRISTOFANO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1501 |
16 |
1 |
0 |
ZANOBI |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1504 |
12 |
1 |
0 |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1505 |
16 |
1 |
0 |
BERTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
||
5 |
1506 |
12 |
1 |
0 |
SIMONE |
PIERO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1507 |
12 |
1 |
0 |
GHERARDO |
GIULIANO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1509 |
12 |
1 |
0 |
IACOPO |
MATTEO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1510 |
16 |
1 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
||
5 |
1513 |
16 |
1 |
0 |
BERNARDO |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1514 |
12 |
5 |
0 |
ANTONIO |
MARIOTTO |
ANTONIO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1514 |
12 |
5 |
0 |
CARLO |
MATTEO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1514 |
12 |
5 |
0 |
FRANCESCO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
5 |
1514 |
12 |
1 |
0 |
MARIOTTO |
NICCOLO |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1516 |
12 |
1 |
0 |
MANETTO |
MATTEO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1517 |
16 |
1 |
0 |
FRANCESCO |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1520 |
12 |
1 |
0 |
BERNARDO |
ANDREA |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1523 |
12 |
1 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1524 |
12 |
5 |
0 |
CARLO |
BERTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1524 |
12 |
5 |
0 |
GIANBATTIST |
ZANOBI |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1524 |
12 |
5 |
0 |
LORENZO |
BERTO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
|
5 |
1525 |
12 |
5 |
0 |
AMERIGO |
BERNARDO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1525 |
12 |
1 |
0 |
COSIMO |
PIERO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
5 |
1525 |
12 |
43 |
0 |
RAFFAELLO |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1527 |
12 |
1 |
0 |
RIDOLFO |
ANTONIO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
|
5 |
1529 |
16 |
1 |
0 |
FRANCESCO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
5 |
1531 |
12 |
1 |
0 |
ANDREA |
PAOLO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
Carnesecchi consoli delle Arti e dei sei di mercanzia nel periodo 1495--dicembre 1497
Mi mancano i dati dal 1498 al 1532 |
6 |
1495 |
26 |
43 |
0 |
ALAMANNO |
CARNESECCHI |
|||
6 |
1495 |
26 |
43 |
0 |
ALAMANNO |
CRISTOFANO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
6 |
1 |
0 |
ALESSANDRO |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
26 |
1 |
0 |
BERNARDO |
FRANCESCO |
BERTO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1495 |
26 |
5 |
0 |
FRANCESCO |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1495 |
26 |
5 |
0 |
GIANBATTISTA |
ANDREA |
CARNESECCHI |
||
6 |
1495 |
25 |
43 |
0 |
SIMONE |
AMERIGO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1496 |
26 |
5 |
0 |
AGOSTINO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
6 |
1496 |
26 |
5 |
0 |
ALESSANDRO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
6 |
1496 |
26 |
5 |
0 |
ALESSANDRO |
ZANOBI |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
6 |
1496 |
25 |
9 |
0 |
AMERIGO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
||
6 |
1496 |
25 |
5 |
0 |
FRANCESCO |
GIOVANNI |
ANDREA |
CARNESECCHI |
|
6 |
1496 |
6 |
1 |
0 |
MARIOTTO |
ANTONIO |
PAOLO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1496 |
26 |
1 |
0 |
PAOLO |
BARTOLOMEO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1496 |
26 |
5 |
0 |
PIERFRANCESCO |
ANDREA |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
26 |
43 |
0 |
ALAMANNO |
CRISTOFANO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
ALESSANDRO |
PIERANTONIO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
6 |
1497 |
24 |
5 |
0 |
ANDREA |
PAOLO |
SIMONE |
CARNESECCHI |
|
6 |
1497 |
26 |
1 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
25 |
5 |
0 |
BERNARDO |
PIERANTONIO |
FRANCESCO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
BERTO |
MATTEO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
25 |
5 |
0 |
COSIMO |
PIERO |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
FRANCESCO |
ZANOBI |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
GABBRIELLO |
MATTEO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
GIANBATTISTA |
CARNESECCHI |
|||
6 |
1497 |
26 |
5 |
0 |
PIERFRANCESCO |
ANDREA |
CARNESECCHI |
||
6 |
1497 |
23 |
5 |
0 |
PIERO |
ALESSANDRO |
BERNARDO |
CARNESECCHI |
|
6 |
1498 |
26 |
43 |
0 |
ANTONIO |
MANETTO |
CARNESECCHI |
codice |
Arte |
|
|
6 |
Mercanzia |
|
|
23 |
Cambio |
24 |
Lana |
25 |
Seta |
26 |
Arte dei medici e degli speziali |
28 |
Beccai |
L'esame dei dati mette in chiara evidenza come ci sia sempre una prevalenza di iscritti nell'arte dei medici e degli speziali
Questo ci permette di immaginare che dovremmo trovare tracce dei Carnesecchi nelle matricole di quell'arte
Carlo Carnesecchi |
And he not only offended private individuals, but contrived, at the very beginning of his reign, to so thoroughly disgust all the Italian princes, that Florence speedily lost the proud pre-eminence Lorenzo had gained for her. Even the most pressing affairs of state were entirely neglected by Piero, whose sole concern was to find opportunities for increasing his personal power, and who daily swept away some of the semblances of freedom, which the Magnificent had so shrewdly preserved, and to which the people were still so attached. Hence, there were growing murmurs among the bulk of the citizens, and a hostile party had been already formed, and was continually gaining fresh recruits from the ranks of those who, in Lorenzo’s time, had been staunch adherents of the Medici. A presentiment of coming change was already in the air, and there was a growing desire and necessity for a change of some sort, inasmuch as Piero, being forsaken by men of good repute, was obliged to lean more and more upon untried and incapable persons.
Meanwhile the multitude assembled in increasing numbers round the pulpit of Savonarola, who was now considered the preacher of the party opposed to the Medici. That Lorenzo, on his deathbed, should have wished to confess to him had infinitely raised him in the estimation of all those admirers of the prince, who were now alienated by the violence and uncertain policy of his son. And the lower classes, on their side, were beginning to recall how Savonarola had once predicted to several influential citizens, * in the Sacristy of St. Mark’s, the approaching death of Lorenzo, the Pope, and the Neapolitan king. One part of this prophecy had been almost immediately fulfilled; and another seemed about to come to pass.
*
These citizens were: Alessandro Acciaioli, Cosimo Rucellai, and Carlo Carnesecchi. As we have before stated, this prediction is mentioned by many writers (vide Note 2, to page 131); and Savonarola frequently alluded to it in his sermons.( Life and Times of Girolamo Savonarola by PROFESSOR PASQUALE VILLARI )
The four girls named in the visitation record were the sisters Maddalena and Ginevra di Carlo Carnesecchi…………….
Cf. G. Barbieri, Industria e Politica Mineraria nello Stato Pontificio dal ‘400 al ‘600 (Rome, 1940), especially 15–115, and M. di Carlo et al., La Società dell’Allume. Cultura Materiale, Economia e Territorio in un piccolo borgo(Venice, 1984). In 1505 Antonio Segni, together with Carlo Carnesecchi, was granted by the pope, freedom to exploit all kinds of minerals in the papal States, including alum. (AV, Arm. XXIX, 62, c. 110–111, 25 June1505). Cavalcanti’s alum trade is documented in 1514 when the confiscation of a cargo of this substance by the Duke of Suffolk led to Leo X’s repeated intercession with the king, cf. J. S. Brewer (ed.), Letters and Papers,Foreign and Domestic of the Reign of Henry VIII (Vaduz 1965), Iii, passim. In April 1519 Cardinal Giulio de’ Medici reported to Wolsey that Cavalcanti had suffered losses in the alum trade in England (LP, IIIii, 182).
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... 'L'Allume di Tolfa e il suo commercio', Archivio della Societa Romana di ..... and the patrons Amerigo Carnesecchi and Giovanni Tornabuoni.10 This was ...links.jstor.org/sici?sici=0013-0117(1962)2%3A15%3A2%3C250%3AACR1%3E2.0.CO%3B2-8 - Pagine simili |
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Pierantonio di Francesco di Berto Carnesecchi |
Di lui abbiamo gia’ parlato precedentemente :
Fiero mediceo venne probabilmente esiliato dalla citta’ alla cacciata di Piero e poi reintegrato
Lo troviamo agli inizi del 1500 impiegato dalla Repubblica in importanti incarichi
Istorie della città di Firenze di Iacopo Nardi, pub. per cura di Agenore Gelli - Pagina 320
Changing Patrons: Social Identity and the Visual Arts in Renaissance Florence - Pagina 21
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Pier Francesco Carnesecchi |
Commissario di Campiglia
Potrebbe essere figlio di Andrea di Bernardo o di Andrea di Paolo , ma nel 1505 Pierfrancesco di Andrea di Bernardo aveva circa 13 anni
Tommaso Carnesecchi |
????????????????????????????????
Luca di Andrea di Luca Carnesecchi |
Il giardino di villa Guicciardini Corsi Salviati rappresenta, nella storia dei giardini storici, un'importante testimonianza, in quanto contiene stratificazioni e trasformazioni stilistiche succedutesi in oltre trecento anni di storia a partire dal 1500. Le prime notizie sulla villa e sul giardino risalgono agli inizi del XVI secolo, quando nel 1502 Simone di Iacopo Corsi acquistò da Luca di Andrea Carnesecchi " un podere posto nel popolo di S. Martino a Sesto, con Casa da Signore e da Lavoratore". Le prime trasformazioni della villa e del giardino avvengono intorno alla metà del Seicento, quando Giovanni e Lorenzo Corsi affidarono i lavori a Gherardo Silvani e Baccio del Bianco.
La villetta che ora viene venduta e probabilmente la stessa gia' in possesso di Luca di ser Filippo alla fine del trecento dove viene ospitata Mattea Del Benino vedova Da Panzano che successivamente diverra' moglie di Luca di ser Filippo e madre di Luca Carnesecchi
Devo esaminare tutti gli atti di battesimo del Duomo |
La grossa difficolta' e' l'utilizzo di un numero limitatissimo di nomi Che rende assai difficile l'individuazione certa di un individuo in base al solo nome e al periodo temporale Talvolta continua ad esser difficile l'individuazione anche disponendo del nome del padre |
UNA CURIOSITA'
Nel 1511 viene eletto parroco di Granaglione , nell' Appennino tra Pistoia e Bologna don Franco Carnesecchi quondam Bartolomeo
I Carnesecchi di Badi discendono da Bartolomeo figlio di Franco e da Domina Margherita
Non so se questi Carnesecchi sono collegati ai Carnesecchi fiorentini o meno
Nel 1856 i Carnesecchi sono ancora presenti a Badi ma probabilmente hanno mutato il cognome in Carnesecca
Vedi la pagina sui Carnesecchi di Badi |
Frate Thimoteus de Carnesecchis , sacerdos |
nei libri google c'e un frammento :
|
Archivum Fratrum Praedicatorum - Pagina 162a cura di Istituto Storico Domenicano Sylvester, conversus, de Petriolo, illuc etiam abiit die 24 maii 1517 (post |
……………….
fr Thimoteus de Carnesechis , sacerdos , dicti fr. Iohannis Marie consobrinus…………………..
Quindi era un domenicano
Ricevo dal dr Marino Marini archeologo la seguente informazione
Timoteo Carnesecchi probabilmente fu abate alla Badia di Santa Reparata in Salto (Marradi) fra il 1520 ed il 1524
Il dottore sta studiando un piatto proveniente dalla fornace di Cafaggiolo che ha lo stemma di questo Timoteo
SETTEMBRE 1502
Con l'instabilità del nuovo regime repubblicano, venne deciso di estendere il mandato di Pier, attuale gonfaloniere di giustizia, a vita ( 1502 ) tentando un esperimento di dogato come a Venezia o a Genova. Il Soderini veniva infatti giudicato come uomo probo e imparziale che non avrebbe agito nel suo interesse (come avevano fatto i Medici ) , ma in quello collettivo.
Gonfalonierato a vita di Piero Soderini
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Manoscritto 496, opera di Francesco Patriarchi, Primo Ministro della Camera Fiscale verso il 1697. La Camera Fiscale si trovava all' ultimo piano di Orsanmichele e conservava tutti i documenti relativi a imposte, tributi, incarichi ecc. (544 pagine coperte di cartapecora e foderate con pagine di un libro a stampa del 1600/1700 in francese).
(10) Il 22 Settembre 1502 1992 Consiglieri si riunirono (Consiglio Grande) pe eleggere il Gonfaloniere. Al primo turno vengono nominati 226 Cittadini, dei quali solo 10 delle Arti Minori.
Fra i 226:
Piero di Simone Carnesecchi (pag. 302) Andrea di Bernardo Carnesecchi (pag. 303)
|
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Al turno successivo risultarono eletti: Ms. Piero Soderini
Antonio Malegonnelle e rimandato di nuovo il partito sopra questi tre, restò vinto
Piero Soderini.
Manoscritto 496, opera di Francesco Patriarchi,
|
Pier Soderini (Firenze, 1452 – Roma, 1522) fiorentino gonfaloniere a vita a Firenze dal 1502, carica che però mantenne solo fino al 1512.
Piero era membro di un'antica famiglia fiorentina che aveva dato numerosi politici alla città, fu priore nel 1481. Uomo fidato di Piero il Fatuo de' Medici, per lui svolse la delicata quanto infruttuosa ambasceria al re Carlo VIII di Francia, che, per via degli umilianti accordi dovuti accettare dai fiorentini valsa la cacciata di Piero e della sua famiglia (1494) e l'instaurazione del regime teocratico di Girolamo Savonarola.
Alcune sue riforme furono senz'altro importanti, come quella dell'erario con l'introduzione della Decima, e quella dell'ordinamento giudiziario, con la sostituzione di un tribunale della Ruota alle varie magistrature del podestà del capitano del popolo. Nel 1509 Pisa veniva riassoggettata a Firenze dopo la ribellione dell'autunno del 1494. La condotta del Soderini comunque non fu priva di incertezze ed errori, che nel tempo hanno sempre più messo in luce la sua mediocrità e mancanza di polso in una carica così critica, nonostante la collaborazione di alcuni personaggi di prim'ordine tra i quali spiccava Niccolò Machiavelli.
L'errore più grave di Pier Soderini fu comunque quello di aver acconsentito, nell'autunno del 1511, alla convocazione nel territorio della repubblica dello "scismatico" Concilio di Pisa II, voluto da Luigi XII di Francia, che dichiarò decaduto Papa Giulio II.
Il temerario papa Della Rovere si alleò allora con vari signori italiani, compresi i Medici, e inviò in Toscana un contingente spagnolo di armati guidati dal viceré di Napoli Raimondo de Cardona, che, in una prova di forza, mise a segno il Sacco di Prato nell'agosto 1512, spaventando a morte Firenze, che aprì con solerzia le sue porte trattando la resa con gli invasori. Il 31 agosto il Soderini fuggiva dalla città, mentre un mese dopo vi facevano ritorno i Medici. L'ex gonfaloniere trovò riparo a Roma, dove trovò comprensione a appoggio dall'ex-nemico papa Leone X Medici, morendo nella città pontificia poco dopo la scomparsa del suo protettore, nel 1522.
Piero di Simone di Pagholo Carnesecchi |
STORIE FIORENTINE DAL 1378 AL 1509
Francesco Guicciardini
Successe a questa signoria gonfaloniere di giustizia per gennaio e febraio Piero di Simone Carnesecchi, uomo bonario, ma di poca esperienzia e giudicio nelle cose dello stato; a tempo del quale, trovandosi la città sanza danari, sanza forze e soldati, ed el popolo in modo strano ed ostinato a non prestare fede a' suoi cittadini, che non voleva fare provisione alcuna, si trovava la città in gran disordine: da una banda el contado di Pisa in pericolo grande ed esposto a essere tutto di corso da' pisani, da altra le cose di Pistoia in modo infiammate ed infistolite, che si dubitava che una parte non si gittassi in collo al Valentino, massime quegli di drento. A' quali inconvenienti non potendo riparare la signoria, chiamò con animo grande una pratica di circa quaranta cittadini de' principali, e ragunatigli insieme, propose loro in che termini si trovassi la città, e che loro, per la affezione portavano alla patria, volevano consiglio in che modo s'avessi a riparare, disposti a seguitare tutto que[llo] fussi consigliato dalla pratica. E fu la proposta loro di natura, che si comprese che e' concorrebbono ancora, quando cosí paressi a quegli cittadini, a levare via el consiglio grande
Eppure sara’ eletto due volte Priore ed 1 volta Gonfaloniere
E sara’ proposto tra i 226 per il gonfalonierato a vita
Andrea di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino Carnesecchi |
Dovrebbe esser nato intorno al 1434 vedi tratte elettroniche
Andrea di Bernardo di cui abbiamo gia' precedentemente parlato
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Manoscritto 496, opera di Francesco Patriarchi, Primo Ministro della Camera Fiscale verso il 1697. La Canera Fiscale si trovava all' ultimo piano di Orsanmichele e conservava tutti i documenti relativi a imposte, tributi, incarichi ecc. (544 pagine coperte di cartapecora e foderate con pagine di un libro a stampa del 1600/1700 in francese).
(10) Il 22 Settembre 1502 1992 Consiglieri si riunirono (Consiglio Grande) pe eleggere il Gonfaloniere. Al primo turno vengono nominati 226 Cittadini, dei quali solo 10 delle Arti Minori. Al turno successivo risultarono eletti: Ms. Piero Soderini
Antonio malegonnelle e rimandato di nuovo il partito sopra questi tre, restò vinto Piero Soderini. Fra i 226: Piero di Simone Carnesecchi (pag. 302) Andrea di Bernardo Carnesecchi (pag. 303)
|
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Ieri ho proseguito con i notai di Castelfranco e mi sono imbattuto in Francesco Nelli di Castelfranco, ma residente a Firenze. Non ho trovato i miei, ma c'erano diversi Carnesecchi:
Notarile antecosimiano 14908
S. Francesco Nelli Castelfranco
Contiene una rubrica alfabetica
All' inzizio: Elenco degli uomini della Banda del Drago (senza data). Comprende Pierfrancesco di Andrea Carnesecchi
Sul retro dell' elenco della banda del Drago:
10/2/1503 Verbale del Consiglio Maggiore con disposizioni per la Quaresima
Pag. 113 2/12/1503 Andrea fu Bernardo Carnesecchi di S. Maria Maggiore ingaggia come mezzadro Giovanni Mattei di Renaccio.
Pag. 152 27/7/1504 Andrea fu Bernardo Carnesecchi ingaggia un mezzadro per un podere a S. Donato in collina loc. A Berardi
Pag. 155 6/9/1504 Andrea fu Bernardo Carnesecchi stipula una transazione con Francesco di Luca di Figline.
Notarile antecosimiano 14909
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 19v 7/5/1505 Andrea fu Bernardo Carnesecchi nomina il figlio Bernardo suo procuratore. Nota a margine successiva: Bernardo eredita.
Maddalena moglie di Andrea.
Andrea di Bernardo risulta quindi morto intorno al 1509
Figli di Andrea risultano essere :
Bernardo che sara' senatore Pierfrancesco che sara' senatore Cristofano Giovambattista E probabilmente altri………………………………………….. |
ANDREA di BERNARDO morto nel 1505 presumibilmente a circa 71 anni
Bernardo suo figlio era nato nel 1481 ed aveva 24 anni alla morte del padre
Pierfrancesco era nato nel 1492 ed aveva 13 anni alla morte del padre
Cristofano…………………………………………………………….
Giovanbattista………………………………………………………………………….
Puo' essere che Andrea sia stato lungamente all'estero e per questo si sia sposato molto tardi
Quindi da Andrea discende una importante linea genealogica
Questo ramo e’ ricco di tre senatori e di un Canonico del Duomo
Bernardo di Andrea Di Bernardo * |
(17 novembre1481-7 marzo 1557) |
Senatore eletto nel 1546 |
Pierfrancesco di Andrea di Bernardo** |
(10 gennaio1492-22 ottobre1576) |
Senatore eletto nel 1571 |
Nelle lettere tra Luigi e Francesco Guicciardini nell'anno 1533 si parla di tre fratelli Pierfrancesco ; Bernardo ; Cristofano : Pierfrancesco ha combinato un guaio per cui viene esiliato nella Marca Anconetana e subisce una multa assai grande 400 ducati .
Il guaio credo sia di aver speso soldi non suoi
Credo sia salvato dall'intervento del duca Cosimo
Strana la vita…………….. diverra' poi Senatore
senatore Bernardo di Andrea di Bernardo (1481 1557) |
(17 novembre1481-7 marzo 1557)
Michele Luzzati ……….Tra i suoi figli (di Andrea di Bernardo , nato nel 1442 e commissario di Cortona nel 1498 ) e non come dice il Passerini tra i figli di Andrea di Paolo di Simone di Paolo , e' da annoverare il Bernardo che fu eletto senatore nel 1547 , da cui un Pierfrancesco senatore nel 1571 e morto nel 1576 , padre del Cristoforo eletto senatore nel 1586
Discende da Andrea di Bernardo di Cristofano
Dove Andrea e’ rimasto famoso per la partecipazione ai tornei
Bernardo come importante mercante e banchiere
Priore nel 1515
Vicario di Pescia
Commissario di Pistoia
Senatore del granducato dal 1546
Conte palatino ereditario
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Notarile antecosimiano 14909
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 84r 16/3/1506 Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi nomina suoi procuratori i figli Carlo e Alamanno
Notarile antecosimiano 14909
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 132r 12/10/1506 Bernardo di Andrea Carnesecchi. Testo illeggibile: si fa riferimento alla transazione con Francesco fu Luca Guidoni di Figline. Viene menzionato anche Giuliano di Luca Carnesecchi
Notarile antecosimiano 14910
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 8v 27/4/1507 D.na margherita fu Alessandro de Carnesecchi sposa Luigi degli Asini. Atto in casa di Andrea in S. maria Maggiore.
Pag. 21v 9/6/1507 Bernardo di Andrea Carnesecchi substitutio
Pag. 25v 25/6/1507 Bernardo di Andrea Carnesecchi substitutio
Pag. 34v 27/7/1507 D.na Caterina figlia di Geronimo Morelli e vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi nomina suo procuratore Fruosino Fruosini
Pag. 36r 29/7/1507 Giuliano di Luca Carnesecchi conferma Bernardo di Andrea Carnesecchi suo procuratore
Pag. 77v 15/11/1507 Caterina vedova di Alessandro Carnesecchi riceve 60 lire
Pag. 90r 10/1/1508 Bernardo di Andrea Carnesecchi procuratore
Pag. 100r 29/3/1508 Il mezzadro di S. Donato e S. Giovanbattista di Andrea Carnesecchi stipulano un contratto per un mulo di pelo nero.
Pag. 104r 10/4/1508 Francesco fu Mariotto di Ostina e Bernardo di Andrea Carnesecchi stipulano un contratto per un paio di buoi
Pag. 126r 15/7/1508 Bernardo di Andrea Carnesecchi substitutio
Pag. 139r 19/8/1508 Giuliano di Luca Carnesecchi procuratore di D.na Sigismonda di Borgo Sansepolcro
Pag. 162r 8/11/1508 D.na Caterina Morelli vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi abitante in S. maria Maggiore, esecutrice testamentaria del marito nomina il Fruosini lanaiolo suo procuratore in favore dei figli minori
Pag. 193v 26/1/1509 Il notaio certifica che Andrea di Bernardo Carnesecchi aveva emancipato il figlio minore Giovanbattista. Fra i testi anche Giovanni di Giorgio Bartoli famulo di Lorenzo di Zanobi Carnesecchi
Papa Leone X concede a Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi il titolo di Conte Palatino ereditario
Anno 1515Papa Leone X ,quando ando' a Firenze ,con bolla del 25 dicembre 1515 insigni della contea palatina ereditaria colle relative prerogative i priori ( tra i quali Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi ) e il gonfaloniere della repubblica con facolta' di aggiungere alle loro armi gentilizie , in memoria di questo benefizio , la palla azzurra con entro i tre gigli d'oro , dell'arme medicea , posta tra le lettere L e X . e contemporaneamente dono' loro lo stocco e il berettone , com'era di costume verso i regnanti , e come tali li tratta chiamandoli nobiles viri , distinzione assiografica che, come tutti sanno , i documenti pontifici riservano ai principi e ai gran signori |
Raffaello, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Lorenzo de' Rossi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze
Cioe’ : Stemma Carnesecchi con capo di Leone X
questo stemma , dovuto alla perizia grafica di Roberto Segnini , riproduce lo stemma numero 86 contenuto nella raccolta Ceramelli Papiani Il fascicolo riguardante i Carnesecchi di Firenze e’ il numero 1243 R. Archivio di Stato di Firenze. Manoscritto n ° 471 Armi di Firenze, Città, terre e Castelli e di Famiglie Fiorentine
In tale raccolta lo stemma viene descritto :Bandato ( 6 ) d' Azzurro e d' Oro, troncato del primo al Rocco di scacchiere del secondo. Talora invece del Bandato si ha " d' Azzurro a tre Bande d' Oro". Si trova questo stemma anche col Capo di Leone X; o col Capo di S. Stefano.
Lo stemma tradizionale lo si trova al num 85 della medesima raccolta |
La palla azzurra con entro i tre gigli d'oro , dell'arme medicea , posta tra le lettere L e X |
1551 634 54
A register of taxes owed or paid by individuals residing in the gonfalone Drago of the Quartiere San Giovanni.
[…] Segue Quartiere Santo Giovannj gonfalone Drago --- Andrea dj Crjstofano Marsupjnj --- scudi 1.10 […] Bernardo d' Andrea Carnesechj --- scudi 7 […] Bartolomeo di Piero di Bartolomeo legnaiuolo ---- scudi 1 […] Simone di Gujdaccjo Pecorj --- scudi 5 […] Vincenzjo di Luca Martjnj --- scudi 10 […] [Total] scudi 509.
Bernardo di Andrea Di Bernardo * |
(17 novembre1481-7 marzo 1557) |
Senatore eletto nel 1546 |
Suoi figli dovrebbero essere
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nascita |
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CARLO |
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Pag. 84r 16/3/1506 Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi nomina suoi procuratori i figli Carlo e Alamanno |
ALAMANNO |
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Pag. 84r 16/3/1506 Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi nomina suoi procuratori i figli Carlo e Alamanno |
ALESSANDRO |
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Pag. 34v 27/7/1507 D.na Caterina figlia di Geronimo Morelli e vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi |
PIERO |
1518 |
Tratte elettroniche |
ANDREA |
1509 |
Tratte elettroniche |
ALESSANDRO |
1512 |
Tratte elettroniche |
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Pag. 162r 8/11/1508 D.na Caterina Morelli vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi abitante in S. maria Maggiore, esecutrice testamentaria del marito nomina il Fruosini lanaiolo suo procuratore in favore dei figli minori
Quindi il primo Alessandro muore lasciando dei figli
senatore Piefrancesco di Andrea di Bernardo |
Pierfrancesco di Andrea di Bernardo** |
(10 gennaio1492-22 ottobre1576) |
Senatore eletto nel 1571 |
Notarile antecosimiano 14908
Sul retro dell' elenco della banda del Drago:
10/2/1503 Verbale del Consiglio Maggiore con disposizioni per la Quaresima
Cristofano Carnesecchi del gruppo dei giardini Rucellai |
Al momento non ho le idee molto chiare su come collocare genealogicamente questo Cristoforo !!!
Amico del Machiavelli fa parte del gruppo dei giardini Rucellai (Cosimo Rucellai, Filippo Nerli, il Reverendo Salviati, Antonio Francesco degli Albizzi )
Firenze, 17 dicembre 1517
Spectabili viro Lodovico Alamanno maiori honorando.
Romae.
Honorando Lodovico mio. Io so che non bisogna che io duri molta faticha a mostrarvi quanto io ami Donato del Corno, et quanto io desideri fare cosa che li sia grata. Per questo so che non vi maraviglerete, se io v'affaticherò per suo amore, il che farò tanto più sanza rispecto quanto io credo con voi posserlo fare, et quanto anchora la causa è iusta, et quodammodo pia.
Donato detto, dopo la tornata de' signori Medici in Firenze circha un mese, mosso parte da la servitù haveva con el signore Juliano, parte da la sua buona natura, sanza essere richiesto portò al signore Iuliano cinquecento ducati d'oro, et li dixe che se ne servissi, et liene restituissi quando ne havessi commodità. Sono dipoi passati cinque anni, et, con tanta fortuna di decti signori, non ne è suto rimborsato; et trovandosi lui al presente in qualche bisogno, et intendendo anchora come ne' proximi dì simili creditori sono stati rimborsati de' loro crediti, ha preso animo di domandarli, et ne ha scripto a Domenico Boninsegni, et mandatogli la copia della cedula si truova di mano di Giuliano. Ma perché in uno huomo simile a Domenico, per la moltitudine delle occupationi, simili commissione soglono morire sanza havere da canto particulare favore, che le tenga vive, mi è parso piglare animo a scrivervene, et pregarvi non vi paia fatica di parlarne con Domenico, et insieme examinare del modo come simili danari si potessino fare vivi. Né v'increscha per mio amore mettere questa faccienda intra le altre vostre, perché, oltre allo essere pietosa et giusta, la non vi sarà inutile, et vi prego me ne rispondiate un verso.
Io ho letto ad questi dì Orlando Furioso dello Ariosto, et veramente el poema è bello tucto, et in di molti luoghi è mirabile. Se si truova costì, raccomandatemi ad lui, et ditegli che io mi dolgo solo che, havendo ricordato tanti poeti, che m'habbi lasciato indreto come un cazo, et ch'egli ha facto ad me quello in sul suo Orlando, che io non farò a lui in sul mio Asino.
So che vi trovate costì tucto el giorno insieme con Rev.mo de' Salviati, Philippo Nerli, Cosimo Rucellai, Christofano Carnesechi, et qualche volta Antonio Francesco delli Albizi, et adtendete ad fare buona cera, et vi ricordate poco di noi qui, poveri sgratiati, morti di gielo et di sonno. Pur, per parere vivi ci troviano qualche volta, Zanobi Buondelmonti, Amerigo Morelli, Batista della Palla et io, et ragioniano di quella gita di Fiandra con tanta efficacia, che ci pare essere in cammino, in modo che de' piaceri vi habbiano ad havere, li habbiano già consumati mezi; et per posserla fare più ordinatamente, disegnàno di farne un model piccolo, et andare in questo berlingaccio infino ad Vinegia, ma stiano in dubio se noi anticipiano et giriano di costi, o se pure vi aspettiano ad la tornata, et andianne poi per la ritta. Vorrei pertanto vi restringessi con Cosimo, et ci scrivessi che fussi meglio fare. Sono a' piaceri vostri. Christo vi guardi.
Raccomandatemi ad messer Piero Ardinghegli, che m'ero sdimenticato dirvelo. Iterum valete omnes.
Die 17 Decembris 1517.
E. V. amicitiae humanitatisque.
Servitor Niccolò Machiavelli
184. He also began meeting: Niccolò's first explicit reference to meeting with this group occurs in a letter written in 1517 to a friend in Rome who was seeing a number of those from the group in the Rucellai Gardens (including "Reverend de' Salviati, Filippo Nerli, Cosimo Ruccelai, Cristofano Carnesecchi, and Antonio Francesco degli Albizzi"): Niccolò Machiavelli to Ludovico Alamanni, 17 December 1517, in Atkinson & Sices, Machiavelli and His Friends, #254, p. 318. Reverend Giovanni Salviati, later Cardinal, was the son of Jacopo Salviati and Lucrezia di Lorenzo de' Medici; in 1521, he was the first person in Rome to receive a copy of Machiavelli's Art of War (see below, note --).
Il Machiavelli meditò le sue Istorie Fiorentine nel piano di Cascia ai Merenzi ospite dei Carnesecchi
da II territorio di San Giovenale ed il Trittico di Masaccio Ricerche ed ipotesi Ivo Becattini
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Négociations diplomatiques de la France avec la Toscane. Tome II / documents recueillis par Giuseppe Canestrini ; publ. par Abel Desjardins
Ho qui un Cristofano Carnesecchi segretario del Legato pontificio in Lombardia il Cardinale Salviati
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Non so se si tratta dello stesso individuo : http://biblioteche2.comune.parma.it/lasagni/daa-daz.htm nell'articolo su :
DARDANI BERNARDINO
Parma 1472 c.-Parma 26 febbraio 1535
Figlio dell’avvocato Delaito, fu educato alle lettere dal bresciano Francesco Bernardi. Il padre avrebbe voluto si fosse dedicato allo studio delle leggi, ma il Dardani, che ancora giovanissimo fu ammesso alle dotte conversazioni del Grapaldo e dell’Ugoleto, preferì la poesia e la letteratura. Dopo una breve esperienza al servizio di Jacopo Rossi, capitano dei Veneziani in Verona, tornò in patria (fu costretto ad abbandonare frettolosamente Verona, non si sa per quale motivo). Ma dopo poco tempo, partì una seconda volta recandosi a Casale Monferrato, dove, sembra, si stabilì presso Giorgio Natta, chiamato dal Dardani suo protettore. Nei tre anni che rimase a Casale presso il Natta contrasse amicizia col conte Benvenuto Sangiorgio, autore della Cronaca di Monferrato, con Filippo Vagnone, poeta piemontese, e con Ubertino Clerici da Crescentino, ai quali tutti scrisse diverse elegie ed epigrammi. Giunto all’età di vent’anni sofferse una gravissima infermità, dalla quale si salvò a stento. Morto il Natta, che il Dardani onorò con un epitaffio, non lasciò Casale. Vi era nell’anno 1493, quando cessò di vivere Bonifacio, marchese di Monferrato, cui compose un bell’elogio, quando nell’anno 1494 vi passò Carlo VIII, re di Francia, e ancora l’anno successivo. Si stabilì poi presso la Corte di Lodovico II marchese di Saluzzo, come precettore dei figli e correttore delle scritture del marchese (1499). Per la moglie di Lodovico di Saluzzo, Margherita de Fois, tradusse in versi volgari l’Uffizio della Beata Vergine. Recatosi nell’autunno dell’anno 1501 a Frassineto, ebbe da Lodovico di Saluzzo licenza di portarsi a Casale per visitare gli amici. Avendo trovato presso il conte Benvenuto Sangiorgio varie opere di Galeotto dal Carretto, poeta allora assai reputato, il Dardani le ricopiò di sua mano. Nel 1501 fu richiesto dall’Università di Pavia quale insegnante di oratoria, ma il Dardani rifiutò sia per riguardo ai signori di Saluzzo sia per paura della peste che in quel tempo faceva strage nel Pavese. Nel 1502, assieme all’amico Vivaldo, fu in Francia. Tornato a Saluzzo, aggiunse alcune sue cose in prosa e in versi alle Opere dello stesso Vivaldo (Saluzzo, 1503). Dopo la morte del marchese Lodovico di Saluzzo (1504), fu al servizio di Margherita de Fois, presso la quale era nel 1507, quando furono ristampate le Opere del Vivaldo, e nel 1510, allorché il Dardani servì da testimonio per un contratto tra la Marchesa e la città di Saluzzo. A Milano, per breve tempo, trovò protezione in Giovanni Olivier, abate di Soissons. Fu a Roma dopo il 1513. Nel 1521 fu a Milano. Mentre risiedeva a Milano, aggiunse suoi epigrammi agli Opuscoli di Francesco Negri e al Panegirico di Sant’Antonino di Francesco Bernardino Cipelli di Busseto, allora impressi. Francesco Arsilli da Senigallia, autore del poemetto De Poetis Urbanis (1524) riferisce che, avendo cantato il Dardani le lodi dell’imperatore Carlo V, ottenne da lui la laurea poetica e l’onore di Cavaliere Palatino. Nel 1524 e nel 1525 il Dardani fu quasi sicuramente a Roma e vi rimase forse fino al tempo del sacco della città. Prima del 1529 ottenne una cattedra di lettere in Parma. Il 14 aprile 1532 fu inviato a Piacenza dall’Anzianato, in compagnia di Sebastiano d’Ancona affinché ottenesse dal commissario Cristoforo Carnesecchi la diminuzione degli aggravi imposti col nuovo compartito. Niccolò Manlio scrisse un endecasillabo per la sua morte e così fecero molti altri poeti (G. Anselmi, Andrea Bajardi, Francesco Carpesano, Pomponio Torelli). Fu seppellito nella chiesa di San Giovanni Evangelista di Parma, con questo epitaffio: M. Bernardini Dardani parmensis cvivs ingenivm lavrea caeteras virtvtes praeclara atqve maximorvm principvm alia mvnera honestarvnt. Rimangono di lui i seguenti lavori: L’opera del buon governo dello stato (di Lodovico di Saluzzo, ma corretta dal Dardani; de Sigherre, Saluzzo, 1499), Epigrammata ad Dominicum Saulum Gremensem, in L. Pittorio, Sacra et satyrica epigrammata (Frobenio, Basilea, 1518), Bernardino Dardani Adolescentiae suae libri II (Biblioteca Palatina di Parma, ms. 346) e alcune poesie in Flores epigrammatum (Quercu, Parigi, 1535).
FONTI E BIBL.: I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, 1791, III, 239-249; F. Rizzi, in Aurea Parma 3 1958, 181-182; Letteratura italiana, I, 1990, 659.
a cura di Giulio Bertoni - 1931
R.*" et Nobilis vir D. Christophorus Carnisicca Clericus et civis florentinus,
Commissarius et procurator generalis R."". ...
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- Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca - Ulteriori edizioni
di Deputazione di storia patria per le Marche - 1936
Christianas Carnisicca de- ricus et ...
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R.dus et Nobilis vir Dominicus Christophorus Carnisicca civis florentinus commissarius et procurator generalis rever.mi in Christo patris et domini domini Iohannis tituli SS Cosmae et Damiani diaconi cardinalis de Salviatis et episcopatus Ferrarie legitimi et perpetui administratoris
BANCO CARNESECCHI a Lione nel 1515 |
the archives from the town of Lyon (I live in a town next to Lyon). It is a kind of inventory of what does the people have in their house in Lyon.
Jean de SALUSTRES seems to work for the Carnesecchi bank campagny in Lyon at 1515
Su Internet trovo sul sito
http://www.archives-lyon.fr/fonds/cc/004.htm questa cosa curiosa :anni 1515 - 1516
Nommées ou dénombrement des biens meubles et immeubles possédés par les habitants de Lyon (1515 - 1516)
Nommées, du côté du Royaume ou de Fourvières.
- Requête des Lyonnais au roi François ler, portant que " pour avoir remède et provision, ainsi que de raison et équité estoit requis et nécessaire, parce que en esgallant les deniers qui estoient mis sus en la dicte ville et faulxbourgs de Lyon, combien que en esgallant iceulx deniers équalité y deust estre gardée et observée et la cotisation d'iceulx faicte, le fort portant le foible ; toutes foys, au moyen de ce que de longtemps (1493) n'avoit esté faicte visitation de la valeur et facultez des dictz " manans et habitans, ains estoient les dictz cotisations et papiers faictz de plus de vingt ans ; depuis le quel temps les ungs sont parvenuz à grans biens, meubles, terres et "possessions, les autres ou leurs enfans et héritiers sont diminuez. Aussi la dicte ville et faulxbourgs d'icelle, lieux et villaiges se sont peuplez et autrement tellement, que les dictz anciens livres, terriers, papiers et chartreaux, contenans les dictz habitans et leurs héritiers, biens et possessions, ne soient de présent à la réalle vérité. Ains, au moyen d'iceulx, avec plusieurs faultes et abbuz qui se y pourroient commectre en délaissant plusieurs des dictz héritiers à mectre et asseoir ès dictes cotisations, estoyent les aucuns, riches et puyssans, soullaigez, et les autres foullez et oppressez, " etc._ Lettres patentes de Louise, duchesse d'Angoulême, etc., régente de France pendant l'absence du Roi, son fils, alors en Italie, portant nomination de commissaires chargés de la réfection ou renouvellement des Nommées de la ville de Lyon, et conférant à ces agents le pouvoir de " reffaire les dictz papiers ; registres et chartreaux, déclaration et spécification des biens, tant meubles que héritaiges ruraulx, marchandises, practiques, possessions et facultez des dictz manans, es dictz ville et faulxbourgs de Lyon, en quelque lieu qu'ilz soient possédez par les dictz manans et habitans, tant en la dicte ville que aux pays de Lyonnois, à ce que désormais les dictes cotisations, tant des dictz octrois que autres, qui seront besoing, requis et nécessaire mectre en la dicte ville, soient mys et assis justement et esgalement, en esgard aus dictz biens, facultez et possessions, ainsi que faire se doit, " etc. _ Les commissaires désignés par la Régenté étaient : Pierre Chauvet, docteur en droit canon
et civil, juge ordinaire de Lyon ; Clément Mulat, aussi docteur ; Jacques de Baileux ; , receveur des Aides ; Cathelin ou Catherin Thuard, Jean Bardin, Claude Regnaud, Jean de Villars, Philibert Muret, Louis Giraud et Jean Riboud. (Ces nouveaux documents étant en quelque sorte les mêmes que ceux qui précèdent, puisqu'ils ont servi à les établir, on n'a point insisté longuement sur leur contenu, dont on a déjà cherché à dégager, par l'analyse, les parties les plus saillantes, à divers points de vue.) _ Le ténement de la recluserie de Saint-Epipoy " contient une chapelle, maison haulte et basse, tenement à tenir boys et autres aysances et jardin. Inquilin : messire Jacques Brachet, recluz ; " _ Laurent Esparyn, florentin, courtier ; la veuve et les héritiers de Jean Guigo, épinglier, " tenans train d'espinglerie. Et pour ce et pour leurs meubles et pratique 12 livres ; " (Le quartier de Bourgneuf était le centre de cette industrie, qui avait atteint un grand développement, à Lyon ) _ Jean Grivel, " faiseur d'aulnes. " Meubles et pratique 12 livres ; _ Guillaume Furgeron, armurier ; _ maître Léonard Pomard, médecin. Meubles et pratique 15 livres ; _ maître Philippe Ardoyn, chirurgien. Meubles et pratique 30 livres ; _ Geoffroy Nesmo, " faiseur de bonnetz de velours. " Meubles et pratique 24 livres ; _ Gabriel de Russy, armurier, " tient la boutique où se fait l'armeurerie, estant sous les degrez " de la maison des frères Ravier, en la rue de Bourgneuf. Le futur armurier des rois François Ier et Henri II logeait alors, de sa personne, dans une maison de la grande rue Saint-+loi, appartenant à Jean et à Antoine Grolier. Ses meubles et pratique sont estimés 100 livres ; _ Claude et Jean Vignon, gaîniers. Les meubles de l'un sont prisés 24 livres, ceux de l'autre valent 36 livres ; _ Lazare Janson, armurier ; _ Pierre Paul, lapidaire, habite l'hôtellerie de l'Aide-d'Argent ou de la Verpe, en la rue de la Triperie-Saint-Paul ; _ Zanobis Bertholin (Bertolini ?) et ses associés, florentins. Meubles et pratique 1,000 livres ; _ François Serviati (Salviati ?) et Nardini, banquiers, et leurs associés. " Heu regard à leur train, extimé leur meuble et pratique 2,000 livres tournois ; " _ Jean de Salustres, " pour la compaignie de Calnessegui " (Carnesecchi?). Meubles et pratique 500 livres ; _ Urbain Parenchi, " pour la compagnie de Bonvize (Bonvisi). Heu regard à leur grand train de meubles et pratique, 2,500 livres tournois ; " _ Pierre de La Tour, " homme d'armes, " tient, en la cour de l'Angèle, rue de ce nom, une maison haute et basse, estimée 15 livres par an, qu'il habite seul ; _ Jean de Tours, marchand bonnetier, " faisant le train de Milan. " Meubles 200 livres, etc.
Ricevo da
Cyril Royer
H de CHARPIN_FEUGEROLLES LES FLORENTINS A LYON 1894 pagina 71
Nello schema genealogico manca Giovan Battista di Andrea
Ricevo da dr Paolo Piccardi
Notarile antecosimiano 14910
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 100r 29/3/1508 Il mezzadro di S. Donato e S. Giovanbattista di Andrea Carnesecchi stipulano un contratto per un mulo di pelo nero.
Notarile antecosimiano 14910
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 193v 26/1/1509 Il notaio certifica che Andrea di Bernardo Carnesecchi aveva emancipato il figlio minore Giovanbattista. Fra i testi anche Giovanni di Giorgio Bartoli famulo di Lorenzo di Zanobi Carnesecchi
Ho raccolto notizie su Giovan Battista Carnesecchi banchiere a Lione
Ricevo da dr Paolo Piccardi
Archivio comunale e della comunità etrusca di Cortona .
pergamena datata 7 Settembre 1534
Giovanni Battista Carnesecchi
protesta in Lione una cambiale di Mazzingo Mazzinghi non accettata da Francesco e Carlo Marrucelli e soci.Firma F. Dortui
La "biblioteca comunale e dell' accademia etrusca di Cortona" non ha un numero di catalogo per le pergamene, che vengono identificate dalla loro data.
di Anna Foa, Aa.vv. - 2000 - 215 pagine
... e Juam Battista Carneseca e Companhia de Liam [=Lione] a soma de sesenta e
qua- tro mil e centocinquanta e dous escudos e ...
Anteprima limitata -
contiene un documento del 1548 riferito alla banca di Lione
Eu Xpovam Manuel portuges confesso aver recebido de vos senor Batholomeu Panciatiqui e Juam Battista Carneseca e Compagnia de Liam a soma de sesenta e quatro mil e centocinquanta e dous escudos e dizasete soldos…………………………………..
CARNESECCHI IN FRANCIA
dossier CARNASEQUI n 2 e 3 repertorio manoscritto di E. PICOT conservato alla Biblioteca Nazionale di Francia
Si parla dei Carnesecchi anche se in modo molto marginale in
Picot Emile Ordine Nuccio
Les Italiens en France au XVIème siècle
Roma: Vecchiarelli editore, 1995, 144 p., In-8°, ISBN 88-85316-61-1, Rist. anas. dell'ed. Bordeaux, 1918. Index.,
si parla anche :
Acciaiuoli; Acquaviva; Alamanni; Alberi; Alberti; Albizzi; Altoviti; Anselme; Anthinory; Antinori; di Antonio; de Aragon; Ariosto; d'Aumale; d'Auton; Azallo; Badalocchi; Baglioni; Balbani; Bandini; Bartoli; Bartolommei; Baschet; Bassompierre; Baudrier; Bellarmato; de Bellievre; Bembo; Benci; Bernardini; Bettoni; Bini; da Birago; Boneto; Bongi; Bonsi; Brancaccio; Brantome; Brucioli; Brunet; Buonaccorsi; Buondelmonte; Buonvisi; Burlamacchi; Caccianemici; Cambi Importuni; Cambi; Camillo; Canossa; Cantelmo; Caorsins; Capillupi; Cappelli; Cappello; Capponi; Caraccioli; Caracciolo; Caraffa; Carli; Carnesecchi; Carpi; Castiglione; Castiglioni; Cattani; Cavalcanti; Cavriani; Cei; Cellini; Cenami; Centurione; da Ceri; Charles IX; Charles Quint; Charles VII; Charles X; Charles d'Anjou; Charpin Feugerolles; Cherriere; Cimber; Cionacci; Clement VII; Cocconato; Colonna; Concini; Condé; Contarini; Conti; Corbinelli; Cornaro; Corsini; Corte; Cossa; Craviani; da Cremona; Cristo; Crotto; Cusano; Danjou; Dei; del Barbigia; del Bene; del Benino; del Carretto; dell'Abate; dell'Anguillara; della Casa; della Mirandola; della Palla; della Robbia; della Rovere; della Scarperia; des Jardins; Dorico; du Bellay; Ducci; d'Este; Fantuzzi; Farnese; Fieschi; Fontanella; Foscari; François I; François II; Frangipani; Fregoso; Frescobaldi; Fugger; Gadagne; Gaddi; Gallina; Gambino; Gazzetta; Giacomini; Ginori; Giolito; Giovio; Giraldi; Girolami; Giusti; Giustiniani; Gondi; Gonzaga; Guadagni; Guidi; de Guise; Henri II; Henri III; Henri IV; Imperatori; l'Estoile; de Laborde; Lamagna; Litta; Louis XII; Maggi; Mannelli; Marini; Martelli; Martini; Massei; Mazzucchelli; Mecatti; de Medici; Mei; Mellin; Mellini; Mercoliano; Micceri; da Milano; Mini; Minuti; de Monluc; da Montemerlo; Montmorency; Moreri; Moreto; Morosini; di Morra; Muzio; Nardini; Nasi; Negri; Negroli; Niccolucci; Nobili; Noceto; Orlandini; Ornano; Orsini; Paganino; Pallavicini; Pancheti; Panciatichi; Pantaleoni; Passerini; Pazzi; Penni; Perrot; Petitot; Petrucci; Pico; Pierrevive; Pinard; Piovene; Pitti; Primataccio; Pucci; Raimondi; Ramelli; Rangone; Renieri; Richardot; Ridolfi; Rinieri; Rinuccini; Rippe; Rondinelli; Rossi; Ruccellai; Ruggieri; Rustici; Saettone; Sali; Salvatori; Salviati; San Severino; San Vitale; Sandonini; Sansovino; Santa Croce; Saracini; Sardini; Saroldo; Scarlattini; de Selve; Serlio; Serristori; Sertini; Sforza; Simeoni; de Simiane; Solario; Solerti; Sormani; Spina; Spinelli; Strozzi; Susio; Tasso; Tavel; Tedaldi; Tiraboschi; Tosinghi; Tremezzi; Trissino; Trivulzi; Trivulzio; Turchet; Turchetto; Uguccioni; Gouchonni; Urbino; Valois; Vasari; Venturi; Verazzano; Vimercati; Visconti; Vitelli; Zametti; Zamet
Mots-clés Biographies; Emigration et Immigration; 16è siècle; Métiers Banquier; Banquiers; Métiers Diplomate; Diplomates; Militaires; Métiers typographe; Typographes; Métiers traducteur; Traducteurs; Métiers artiste; Artistes; Espions
Un libro molto complesso che prende in esame l’influenza italiana sulla cultura francese
Dubost Jean Francois Roche Daniel
(Préf.) [1935-....] - La France italienne XVIè-XVIIè siècle
[Paris]: Aubier, 1997, 524 p., cartes, listes, 22 cm(Aubier Histoires), ISBN 2-7007-2276-0, En appendice, choix de documents. Bibliogr. p. 464-465, FRE
Sommaire 1ère partie L'IMMIGRATION
Chap.1-Les immigrés 1.Immigration 2.De François 1er à Louis XIV: évolution d'un flux migratoire 3.De Palerme à Turin: les origines géographiques 4.De la robe cardinalice au manteau d'historien: les statuts sociaux. Une immigration de luxe. Vers une immigration plus populaire
Chap.2-Idéologie et politique 1.Figures de l'immigration politique "Fuorusciti". Le refuge religieux. Fidélité aux lys. Immigration militaire. Immigration artistique 2.France et Italie: un malentendu historique? Renoncer au roi aux trois couronnes. Le renversement d'un rapport intellectuel.
Chap.3-Economie et savoir-faire 1.Immigration et capitalisme commercial 2.Immigration et capitalisme financier 3.Immigration et savoir-faire. Architectes et ingénieurs. Manufacturiers de la soie. Verriers. Le spectacle italien. Maîtres d'armes et voltigeurs. Médecine et modes italiennes
2ème partie CONSTITUTION DE LA FRANCE ITALIENNE
Chap.4-Partir et s'installer 1.Les liens con servés avec l'Italie. Liens politiques et familiaux. La langue. Lettres et cadeaux 2.Le départ. Le voyage. Les candidats au départ. Traditions d'émigration 3.L'installation. Chapelles et sépultures. Les auberges. Hôtels aristocratiques et résidences marchandes. Des quartiers italiens? l'exemple parisien 4.Bourgeoisies et naturalité françaises. La naturalisation. Les droits de bourgeoisie
Chap.5-Les colonies italiennes 1.Caractéristiques générales de l'implantation 2.Implantation suivant les axes et pôles commerciaux La Provence et Marseille Lyon Autres pôles d'implantation 3.Les colonies du clientélisme. Dans le Sud, autour des évêques. Le pays Nantais. Nevers
Chap.6-Solidarités italiennes 1.Existe-t-il une solidarité italienne? 2.Solidarités familiales et népotisme. Familles
3ème partie QUO NON ASCENDANT?
Chap.7-La finance
Chap.8-La noblesse
Chap.9-L'église et l'Etat
Chap.10-L'argent
4ème partie LA FRANCE ET SES ITALIENS
Chap.11-La haine
Chap.12 -Echec à l'insertion?
Chap.13-Les Italiens français 1. Mariages. Mariages italiens et mariages mixtes
ANNEXES 1. Généalogies: Este, Birague, Bonsi, Corbinelli, Dadiacetto, Acquaviva, Doni, Gondi (de France), D'Elbène, Sardini, Particelli
2.Cristallisations sociales
3.Les Italiens dans les maisons royales: Ecclésiastiques, Gentilshommes, Dames et Demoiselles, Conseil, secrétaires, Valets de chambres, Portemanteaux, Femmes de chambre, Pensionnaires, Artistes et gens de metiers, médecins, Autres
4.Evêques d'origine italienne
Sources et bibliographie
Résumé Ses recherches portent sur l'histoire politique et culturelle des XVIè et XVIIè siècles ainsi que sur les relations entre l'Etat et les étrangers à l'époque moderne (XVIè-XVIIIè siècle) (l'éditeur).
A noter quelques noms de familles francisés:
Belgiojoso en Beaujoyeux,
Benedicti en Benedetti,
Berthier en Bertier,
Bioule en Bieules,
Buonvisi en Bonvisi,
Capponi en Chapponay,
Ducci en Desducs,
Falconi en Faucon,
Fanucci en Fanuche,
Fregoso en Fregose,
Galeassi en Galeasse,
Guicciardini en Guichardin,
Pellotti en Pellot,
Ricci en Rize,
Rugieri en Rogieri,
Sertini en Sertin,
Turicella en Touriselle.
Patronymes
ALTRI COLLEGAMENTI FAMILIARI NEL RAMO DI ANDREA DI BERNARDO
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Notarile antecosimiano 14909
Pag. 132r 12/10/1506 Bernardo di Andrea Carnesecchi. Testo illeggibile: si fa riferimento alla transazione con Francesco fu Luca Guidoni di Figline. Viene menzionato anche Giuliano di Luca Carnesecchi
Notarile antecosimiano 14910
S. Francesco Nelli Castelfranco
Pag. 8v 27/4/1507 D.na margherita fu Alessandro de Carnesecchi sposa Luigi degli Asini. Atto in casa di Andrea in S. maria Maggiore.
Pag. 34v 27/7/1507 D.na Caterina figlia di Geronimo Morelli e vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi nomina suo procuratore Fruosino Fruosini
Pag. 36r 29/7/1507 Giuliano di Luca Carnesecchi conferma Bernardo di Andrea Carnesecchi suo procuratore
Pag. 77v 15/11/1507 Caterina vedova di Alessandro Carnesecchi riceve 60 lire
Pag. 90r 10/1/1508 Bernardo di Andrea Carnesecchi procuratore
Pag. 100r 29/3/1508 Il mezzadro di S. Donato e S. Giovanbattista di Andrea Carnesecchi stipulano un contratto per un mulo di pelo nero.
Pag. 104r 10/4/1508 Francesco fu Mariotto di Ostina e Bernardo di Andrea Carnesecchi stipulano un contratto per un paio di buoi
Pag. 139r 19/8/1508 Giuliano di Luca Carnesecchi procuratore di D.na Sigismonda di Borgo Sansepolcro
Pag. 162r 8/11/1508 D.na Caterina Morelli vedova di Alessandro di Bernardo Carnesecchi abitante in S. maria Maggiore, esecutrice testamentaria del marito nomina il Fruosini lanaiolo suo procuratore in favore dei figli minori
Pag. 193v 26/1/1509 Il notaio certifica che Andrea di Bernardo Carnesecchi aveva emancipato il figlio minore Giovanbattista. Fra i testi anche Giovanni di Giorgio Bartoli famulo di Lorenzo di Zanobi Carnesecchi
Da Cristofano di Bernardo Di Cristofano
BERNARDO nato nel 1452
CARLO nato nel 1464
ALAMANNO nato nel 1472
altri
Da PIERO DI BERNARDO DI CRISTOFANO
LORENZO nato nel 1471
altri
Da ALESSANDRO di BERNARDO DI CRISTOFANO
GIROLAMO nato nel 1492
PIERO
MARGHERITA ????
Da FRANCESCO DI BERNARDO DI CRISTOFANO
ALESSANDRO
Da NICCOLO DI BERNARDO DI CRISTOFANO
Francesco
Di nessuno di loro ho informazioni
L' elenco e' sicuramente non esaustivo e da ampliare una volta che avro' visionato i battesimi in San Giovanni
ANDANDO OLTRE
Benedetto di Giovanni Carnesecchi |
Secondo il Monaldi
……………………………………di loro fu Benedetto di Giovanni fatto Cavaliere da Papa Leone Xmo, il quale donò la Palla con i gigli d’oro
ELEZIONE DI CLEMENTE VII
Al conclave del 1523 la lotta per l'elezione del nuovo Papa fu assai aspra e duro' quasi due mesi . Ma tutti furono sin dapprincipio d'accordo che la tiara dovesse tornare appannaggio di un cardinale italiano della vecchia scuola rinascimentale cioe' esente da puntigli moralistici e , incline al mecenatismo , disponibile ad ogni compromesso e soprattutto sollecito dello Stato, cioe' della potenza temporale , dei soldi , della politica.
Alla fine la spunto' Giulio dei Medici
Era figlio illegittimo di Giuliano fratello di Lorenzo e vittima della congiura detta dei Pazzi .
Lorenzo il magnifico suo zio lo aveva allevato insieme ai suoi figli tra cui era il futuro Leone X
Leone X se lo era portato a Roma e fatto cardinale.
Fu incoronato col nome di Clemente VII
Ripresero possesso del vaticano i pittori gli scultori i poeti i cortigiani i parassiti ed anche le vecchie abitudini dell'intrallazzo e delle bustarelle che Adriano aveva cercato di liquidare .
Egli compenso' i suoi elettori con una larga distribuzione di benefici che comportavano rendite fino ai sessantamila ducati annui , appago' con feste e liberalita' l'inesausta smania di gozzoviglia dei romani , e accantono' ogni proposito di riforma della Chiesa per consacrarsi unicamente al gioco che piu' lo interessava e per il quale si sentiva meglio attrezzato : quello politico.
Da quando i Papi avevano dimenticato di essere al servizio di Dio e si consideravano solo al servizio dei loro Stati , il pericolo che piu' avevano sempre paventato era quello di restare nella morsa di una potenza che li chiudesse territorialmente da nord a sud . Era questo che ora stava accadendo con Carlo padrone del nord e del sud Italia essendo padrone di Milano e Napoli
Francesco I mal consigliato nell'estate del 1524 mise l'assedio a Pavia che gli resisteva . Ma sotto le mura fu attaccato di sorpresa dalle forze coalizzate del Borbone , del vicere di Napoli Lannoy e del marchese di Pescara .Come a Marignano combatte' da prode sempre nel folto della mischia .Ma il suo difetto era proprio questo : che per fare il soldato , egli spesso si dimenticava di fare il generale . L'avversario lo supero' sul piano tattico ed infine lo sopraffece
Prigioniero Francesco I fu condotto in Spagna e rinchiuso in una fortezza a Madrid
Carlo mando' alla madre di Francesco , Luisa , che aveva assunto la reggenza del regno , una proposta di pace che prevedeva fra l'altro , la rinunzia della Francia a ogni pretesa sull'Italia e sulla Borgogna che doveva diventare provincia dell'impero , alla Provenza e al Delfinato che avrebbero formato stati indipendenti , alla Normandia , Angio' e Guascogna che sarebbero tornate all'Inghilterra . Dopodiche' Francia ed Impero avrebbero coalizzato le loro forze per una crociata contro i Turchi.
Luisa rispose che la Francia non avrebbe ceduto un palmo del suo territorio
Segretamente invio un messaggio al sultano Solimano per indurlo ad attaccare i Balcani e intrigo attraverso i suoi ambasciatori a Roma e a Londra per convincere il Papa ed Enrico VIII che la potenza di Carlo V era una minaccia per tutti.
………………………………………………………………….continua………………………………………..
DURANTE IL SACCO DI ROMA
…………….fra le quali donne erano Frasia Bandini ,madonna Onesta Venturi , e madonna Porzia Agazzari , e oggi intendo quasi per bella successione quel luogo essere frequentato ed onorato da madonna Berenice Bardi , da madonna ginevra Ballati e da madonna Matilde Tolomei , valorose gentildonne e degne figlie di madri tali ; dove l'Arsiccio e il Bertino , contando ciascuno una sua novella , ma per verissime da loro affermate , di quattro preminenze contesero fra di loro con tanta leggiadria e vivezza d'ingegno che stupiti ne restarono quei che l'udirono . Contava il Bertino come nel sacco di Roma , amando egli una Lucrezia Carnesecchi fiorentina famosissima allora per la bellezza , si pose a difendere con la spada e con la cappa la porta della casa di lei , dove una compagnia di spagnuoli attaccava fuoco , onde ella si salvo' e in compagnia di altre donne seguitolla ferito e a piedi a Ostia e per mare a Civitavecchia e di li a Fiorenza .Avendo egli , per cio' fare , lasciata ogni sua cosa in preda dei soldati , ne' mai per la strada fra tante commodita' volle domandarle il premio del suo servire ; il quale pero' ella arrivata che fosse in patria salva , gli promise , ma non vi fu prima giunta che si mori , donando nel suo spirare un anello al Bertino in memoria dell'obligo che egli teneva ; e qui contando minutamente tutti gli accidenti , e del sacco e del viaggio , gli dipigneva tanto pietosi che a pianger seco invitava ciascuno che l'udiva………………..
GIROLAMO BARGAGLI
... Scrive l'Orsi - La nuova repubblica Fiorentina, inauguratasi sulle rive dell'Arno nel 1527, era sorta specialmente per opera degli antichi fautori del SAVORANOLA, cioè dei Piagnoni ai quali parve di vedere nel sacco di Roma la conferma delle profezie del frate; si comprende quindi come in mezzo alle calamità che afflissero allora Firenze, fra gli orrori della pestilenza, che infierì in modo terribile, e le preoccupazioni e paure sulla marcia delle ciurme barbare imperiali che avevano saccheggiato Roma, molta parte della popolazione non vedesse altra salvezza che nelle pratiche religiose, per modo che la, capitale del Rinascimento italiano riapparve in quei giorni immersa nel più completo misticismo; anzi il 9 febbraio del 1528 il gran consiglio deliberò di acclamare Cristo a re perpetuo del popolo fiorentino, decreto che, ad eterna memoria, si volle ricordarlo in una iscrizione sulla porta del palazzo della Signoria.………..
I Piagnoni che governavano Firenze, pur essendo sinceramente repubblicani, erano divisi in due partiti: quello degli ottimati e quello dei popolani. Questi ultimi, animati da fierissima avversione alla famiglia de' Medici, erano capeggiati da BALDASSARRE CARDUCCI; gli altri erano guidati dal gonfaloniere NICCOLÒ CAPPONI, il quale, favorito dai Palleschi (così si chiamavano i filo-medicei) non voleva scendere ad aperta lotta contro il Papa e, animato da propositi pacifici, desiderava salvaguardare la libertà della repubblica accordandosi con l'imperatore e con Clemente VII.
………………………………………………………………………….
FINE DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE
Storia di Firenze riferimenti cronologici
20 agosto 1530 |
Fine della Repubblica fiorentina |
Ai tempi dell'assedio di Firenze
Dipinto da Wikipedia : L'assedio di Firenze
Personaggi che non sono riuscito a inserire nel filo genealogico :
Francesco di Gasparo Carnesecchi
Anno 1519 e nel 1530 Gonfaloniere di San Sepolcro
di Gian Pietro Vieusseux ... si trovava duoi prigioni fiorentini, l'uno figliuol di Bastia" Carnesecchi, et lo altro di Niccolo Machiavelli ... pigliare a Cipriano di Francesco da ... Visualizzazione frammento - Informazioni su questo libro Figlio di Bastiano Carnesecchi catturato dai nemici viene casualmente dagli uomini di Ferruccio Ferrucci liberato insieme a un figlio di Niccolo’ Machiavelli |
Bernardo di Francesco di Berto Carnesecchi |
Penso sia lo stesso di queste lettere :
Archivio mediceo avanti il principato
http://www.archiviodistato.firenze.it/Map/
http://www.archiviodistato.firenze.it/rMap/Sommario.htmlBernardo de Carnesecchis lettere a Piero di Lorenzo
Da Napoli, 1493 gen. 24,n.85
Da Napoli, 1493 ott.19,n.148
A Firenze.
Sara' poi attratto dal fascino del Savonarola
Zanobi di Francesco di Berto Carnesecchi
il mercante ai vertici dello Stato ,
il Busini ( il fiero repubblicano ) afferma essere stato fra i cittadini piu zelanti del bene pubblico !!!!! |
Priore nel 1502
Firenze, 3 novembre 1502
Nicolao Malclavello suo plurimum honorando. etc.
Niccolò. Io vi scripsi per Carlo cavallaio brevemente, non havendo tempo, et per quella vi detti adviso come per il mezo del S.re Niccolò Valori et mia sollicitudine cavamo dal camarlingo delle prestanza ducati 30, li quali io ho nelle mani ad vostra instantia, ma non li mandai per Carlo, non sapendo come si venissimo sicuri. Per questa vi dico il medesimo, che io non li manderò, se non ho da voi expressa commissione: però me ne rispondete chiaro, etc.
Il velluto lo rihebbi et mandalo ad casa vostra.
Il Gonfaloniere vi scrive la alligata: vedete sia servito et di fare honore alle commissioni sua, et ingegnatevi di tornare.
Nec plura. Raccomandomi a voi. Florentie, die iii Novembris 1502.
Frater Blasius
Signori: Antonio Canigiani, Niccolò Capponi, Zanobi Carnesechi, Ugo della Stufa, Piero di Brunetto, Antonio Benozi, Thomaso Guardi, Tinoro Bellacci, Piero Soderini gonfaloniere.
Fu nel 1527 tra i "Venti "cittadini eletti per correggere il Consiglio Grande
Nel 1527 venne eletto tra i Dieci di Liberta' e di Pace
Nel 1527 rifiuta la nomina a "commessario generale nel campo della lega"
Nel 1529 fu eletto tra i sette "Dittatori "cioe' sette cittadini eletti alla cura della Repubblica
In contrapposizione alla grande figura di Lorenzo : Zanobi l'uomo che pur ai vertici dello stato non dimentica mai il proprio interesse; e' uomo importante arrivato ai vertici dello stato , ma non propenso a quelli che giudica inutili eroismi ed inutili sacrifici
Zanobi Carnesecchi era molto inclinevole alla liberta' e alla forma repubblicana; ma da mercante positivo ed esperto , non approvava certi scoppi di entusiasmo disutili e inopportuni . e sconsigliava il prolungamento di una difesa che sebbene rivelasse un eroismo degno di una Roma antica, non portava ad altro che a uno sciupio di vite e di denaro. I discorsi che ei teneva nei consigli e nelle pratiche, non erano dice il Varchi, alla grossa , con frivole ragioni, come sogliono i piu' dei mercanti , ma con argomenti sottili e filosofici. Si puo' dire che si industriasse non di subordinare gli interessi della comunita' al proprio tornaconto, ma di mandar gli uni e gli altri in un accordo perfetto
Dice il Varchi nella sua "Storia fiorentina " :
Elessero finalmente sette cittadini ,quasi sette dittatori ,l'ufficio dei quali fosse, vegghiare tutte le cose della citta' pertinenti allo stato, e a tutte quante provvedere , ed insomma aver cura che la Repubblica fiorentina non patisse danno alcuno in cosa nessuna ; gli eletti a tanto magistrato furono :Iacopo di Girolamo Morelli,
Zanobi di Francesco Carnesecchi ,Antonfrancesco di Luca degli Albizzi , Bernardo di Dante da Castiglione , Alfonso di Filippo Strozzi , Agostino di Francesco Dini e Filippo Baroncini.il Varchi esprime un giudizio fortemente negativo sulla loro azione
Questi sette cittadini , nei quali doveva consistere in grandissima parte la salute di Firenze , furono di pocchissimo ,anzi di nessun frutto; perciocche' , oltracche' la maggior parte di loro non eran capaci di cosi alto ed importante ufizio ,egli erano tanto diversi l'uno dall'altro , e tanto per lo piu'timidi e respettivi, per non dir cavosi e irresoluti, che mai non si sarebbero accordati a por mano , come bisognava , a un impresa rilevata e straordinaria ,ed insomma si impedivano l'un l'altro : perche'
Zanobi Carnesecchi, verbigrazia, o Agostino Dini , il quale non aveva altro obietto che la sua arte di seta, ne' era stato piu' oltra dei suoi poderi, mai non arebbono consentito,verbigrazia, ad Antonfrancesco degli Albizzi o a Bernardo da Castiglione, di fare una resoluzione onorata ,dove si fusse portato come nelle azioni grandi ,alcun rischio o pericolo.Ne' si dubita dagli uomini prudenti ,che s'avessono eletto uno solo senza guardare ad altro che alla sufficienza ,come esempigrazia il Ferruccio o Lorenzo Carnesecchi , o alcun altro ancora di minore virtu' ,e fattolo dittatore da dovero ,le cose sarebbero state per avventura governate altramente che elle non furono , e per conseguenza avuto altro fine che esse non ebbero.Zanobi
propone di accettare la resaFuggironsi ancora di Firenze Roberto Acciaiuoli, Alessandro Corsini, Alessandre de'Pazzi e molti altri Palleschi, con sommo pìacere di Clemente, il quale per mezzo di messer Giovanfrancesco da Mantova aveva, che eglino si partissono, procurato, volendo mostrare non esser falsoquello ch'egli a Orange affermativamente predetto aveva, cioè che tutti i cittadini di conto, tosto ch'egli s'accostasse a' confini coll'esercito, abbandonerebbono la città, parte per l'affezione che gli portavano, e parte per la paura che non fossero arse e guaste le case e possessioni loro.
Ragunata dunque la pratica, si lessero da prima le lettere degli oratori, le quali dicevano, come il papa voleva in lui si facesse la rimission libera, e di poi mostrerebbe il suo buon animo verso la patria. Lette le lettere, favellò il gonfaloniere, dicendo:
Che consigliassero liberamente senza o amore o odio di persona alcuna, perciocche' egli, per quanto a lui s'aspettava, tutto quello che da loro determinato fosse, era non solamente per approvare come utile, ed eseguire come onorevole, ma eziandio commendare come onesto; che se a loro paresse, a lui bastava la vista di difendere la libertà di Firenze, ricordando loro, e strettissimamente pregandoli che ricordar si volessono della promission fatta dal consiglio grande in nome di tutto il popolo fiorentino a Gesù Cristo figlíuolo di Dio, di mai non volere altro re accettare che lui solo, il quale pareva bene, che della promessa loro e della pietà sua si ricordasse, poiché per divertire lo ímperadore dalle cose d'Italia, impiegato ancora e impegnato nelle guerre di Lombardia, aveva cotanto re quant'era Solimano signor de' Turchi, con trecento migliaia d'uomini e con infinita cavalleria, la casa sua propria a combattere mandato: le forze de'Fíorentini esser di quello che si stimava maggiori assai, e quelle del papa e dell'imperadore molto minori, siccome eglino stessi da Raffaello Girolami prestantissímo cittadino, il quale testimoniava di veduta, avevano udito poco innanzi; le mura della città di Firenze esser tali, che per se medesime guardare si potrebbono., e quando bene non avessono mura tanto forti e gagliarde, avevano tanti e tali soldati, che senza esse sarebbono bastanti a difenderglí. E quando non avessono anco soldati forestieri, avevano la loro milizia propria di tal virtu', e la terra di tante artiglierie di tutte le sorte fornita, che potevano, purchè fusson d'accordo a volersi difendere, stare sicurissimi di non potere esser da niuno, quantunque fortissimo e numerosíssimo esercito forzati; vettovaglie non esser per mancare loro, avendone dì già tante ragunale, e tante ogni giorno ragunandone; e molto meno danari per poter dare le lor paghe ne'debiti tempi a' lor soldati, essendo la città ricca, e i cittadini, per salvar l'onore e la roba e la libertà loro e della loro dilettissima patria, avere siccome per lo passato a contribuire eziandio per l'innanzi tutto quello che potevano volentieri.
Tacquesi dette queste parole il Carduccio, onde i cittadini essendosi insieme ristretti, ed avendo tra loro lungamente consultato, è gran cosa a dire che di sedici gonfaloni quindici furono dí tanta generosità ed altezza d'animo, che si risolvettero di voler perdere piuttosto la roba e la vita combattendo, che l'onore e la libertà cedendo; solo il gonfallone del drago verde per San Giovanni, per lo quale riferì messer Bono Boni dottor di leggi, buona veramente piuttosto che valente persona, consigliò che si dovesse, anzichè aspettar l'esercito, rimettersi nella potestà e volontà del papa liberamente, e pigliare in qualunque modo l'accordo, e ciò non tanto da lui procedette, quanto da Zanobi di Francesco Carnesecchi, il quale era in opinione non pure di leale e diritto mercatante, ma di pratico e prudente cittadino. Costui non cotale alla grossa con frivole ragioni, come sogliono il piu' de' mercatanti, ma con argomenti sottili e filosofici disse così: Gli uomini prudenti pigliano del bene piuttosto il certo, eziandìo che sia minore, che l'incerto che sia maggiore, e del male piuttosto l'incerto, eziandio che sia maggiore, che il certo, eziandio che sia minore; l' accordo è un ben certo, salvandosi la roba e la vita e forse anco la libertà; la guerra è un bene incerto., stando in potestà della fortuna così il perdere, come il vincere, ed è un mal certo, perdendosi chiaramente le possessioni, e' bestiami e forse, nonche la libertà, l'onore e la vita; oltrachè accordando, si smarrisce, diceva egli, e non si perde la libertà, dove non accordando ed essendo vinti, non si smarriva a tempo, ma si perdeva per sempre.
Nella quale opinione egli persistette, non ostante che Lionardo Bartolini, il quale uno era de'sedici collegi, con mal piglio e con meno che convenevoli parole, questo non essere un compromesso della Mercanzia, per isbeffarlo gli disse e a uno degli Zati, che ingiuriosamente, quasi minacciandolo, lo riprendeva, rispose con formo viso: che se la pratica era libera, ognuno poteva dire tutto quello che più gli pareva.
Il medesimo Lionardo, il quale se pure amava la libertà., come egli diceva ed io voglio credere, non l'amava modestamente ed in quel modo che si deve, disse in presenza di Giovambatista Busini e di Domenico Simoni amatori anch'essi ma con piu' modestia, della libertà, a lacopo Morelli chiamato il Diavoletto, quando usciva della pratica, Se voi tentate di fare accordo co' Medici, o voi taglierete a pezzi noi, o noi taglieremo voi;
Infine dopo la resa e' eletto nella Balia Grande Medicea , forse il compenso per aver impedito un inutile resistenza !!!
Rivista storica degli archivi toscani - Pagina 60
di Roberto Ridolfi, Umberto Dorini, conte G L Passerini - 1933
Zanobi Carnesecchi. Vittorio Landi KE alli 28 si ...
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Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici - Pagina 538
di Paolo Emiliani-Giudici - 1866
Zanobi di Francesco Carnesecchi. ... Bernardo di Francesco Carnesecchi. — Marco
di Giovanni Strozzi. ... Zanobi di Daniello Carletti. ...
Visualizzazione frammento - Informazioni su questo libro
Da Zanobi di Francesco discende un ramo genealogico molto importante
Lorenzo di Zanobi di Simone Carnesecchi. |
Sono i tempi dell'assedio di Firenze . Sono i tempi dell’agonia della Repubblica di Firenze .
In quei tempi i Carnesecchi , come avviene in molte altre famiglie fiorentine , sono profondamente divisi in Medicei ed Antimedicei ( Repubblicani )
Quest'uomo nelle congiunture della guerra divenne un eroe come Francesco Ferrucci …. ( Benedetto Varchi : Storie fiorentine ) |
Un eroe della difesa della Repubblica : il "gran soldato" il "secondo Ferruccio"
L'uomo che pose una taglia su papa Clemente VII E perché messer Giorgio Ridolfi priore di Capua, uomo sopra ogni credere cirìmonioso, l'aveva posta a lui, se alcuno l'ammazzasse o desse prigione, egli ebbe ardimento, non so se per beffe o per da dovero, di porre la taglia per bando pubblico a papa Clemente a chi lo facesse prigione o ammazzasse, cosa che io sappia o creda, non udita mai più. |
il Varchi nelle Storie
Il papa, o non si fidando dei vicerè, o dubitando della fine della guerra, o piuttosto per intertenere i Fiorentini, sappiendo quanto sospettavano di Malatesta, e che avevano stabilito dì venire al cimento delle forze fece per mezzo de' loro ambasciadori muovere pratiche d' accordo, si dal re di Francia e sì dal doge di Vinegia, dando nome che manderebbe a Firenze il vescovo di Pistoia per fermare le condizioni. Aveva il papa mortale sdegno e immortale odio contra quasi tutti i cittadini di Firenze, parendogli che gli amici della casa l' avessono perfidiosamente abbandonato, e i nimici ingiuríosamente oltraggiato; e con tutto che fosse grandissimo simulatore, non poteva tenersi ch'alcuna volta non isputasse alcun bottone, e trall'altre cose usava dire: Io non sono così' cattivo e crudele uomo. come mi tengono i Fiorentini; io mostrerò un dì a chi nol crede,che anch'io amo la patria mia.
Nè si potrebbe dire quanto i felici successi del Ferruccío l'affliggevano continuamente, nè meno quegli di
Lorenzo di Zanobi Carnesecchi.
Costui, essendo commessario generale della Romagna fiorentina, fece quello in questa guerra, il che non pareva che fare si potesse; perciocchè egli con poca gente e meno danari da pagarla, ma bene con molta industria e maggiore animosità, venne più volte alle manì colle genti del signor Leonello da Carpi presidente della Romagna ecclesiastica, e sempre diè loro delle busse; |
e quando Marradi si ribellò, egli vi corse colle sue genti, e non solamente, fatto impìccare alcuni de'capi principali che gli diedero nelle mani, levò l'assedio dalla rocca di Castiglione, la quale si teneva pe' Fiorentini , ma nel tornarsene, lasciatovi Filippo Parenti, il quale travagliò molto e molto diversamente in tutto l'assedìo, affrontò messer Balasso di Naldo ed il capitano Cesare da Gravina, i quali andavano per soccorrerla, e gli misse in fuga con tutta la loro fanteria, e richiesto dal presidente che si dovesse tra loro far pace, rispose che, stante la guerra pubblica, non dovevano pacificarsi i privati.
E perché messer Giorgio Ridolfi priore di Capua, uomo sopra ogni credere cirìmonioso, l'aveva posta a lui, se alcuno l'ammazzasse o desse prigione, egli ebbe ardimento, non so se per beffe o per da dovero, di porre la taglia per bando pubblico a papa Clemente a chi lo facesse prigione o ammazzasse, cosa che io sappia o creda, non udita mai più. |
Per le quali cose il presidente, avuto dal campo Cesare da Napoli col suo colonnello, e da Roma i propri cavalli della guardia del papa, messe insieme dalle quattro alle cinquemila persone , e con sei pezzi d'artiglieria s'accampò dintorno a Castracaro, e gli diede la batteria e la battaglia piu' volte; ma Lorenzo co' suoi soldati, e con parte de' terrazzani, si difese sempre coraggiosamente, cacciandoli d'in su le mura, dove erano saliti, e all'ultimo usciti della terra gli fugò con grand'uccisione, insino a i fini della Chiesa, ì quali teneva di continuo tanto infestati, che il presidente lo mandò un'altra volta a ricercare per Giampagolo Romei da Castiglione Aretino suo segretario, se non di pace, almeno di tregua, tantochè si vedesse quello che la guerra principale partoriva; ed egli non avendo più danari né modo da farne, alla fine con onestissime condizioni per la città e per se gliele concedette.
Costui, per dir quello ch'io avrei volentieri taciuto, mandò il capitano Piero Borghini all'ambasciadore Gualterotto, scrivendogli che se a lui ha stava l'animo di persuadere i mercatantì e gli altri Fiorentini di Vinegia, a provvederlo di mille, o almeno di secento ducati, a se dava il cuore di fare in quel tempo un rilevantissimo servizio a beneficio della patria comune , e per assicurargli avrebbe loro, oltra la città, obbligato tutti i suoi beni, e di più quegli di Giorgio Ugolini giovane amorevole della patria e di buone facultà, il quale si trovava con esso lui in Castracaro. Il Gualterotto, avendo sotto diversi colori tentato quanti' uno e quand' un altro, gli rimandò Piero indietro, e rispose che bisognava avere il mandato valido e autentico a potere obbligare la città; perche' il commessario, il quale nel vero si ritrovava a strettissimo partito, dopo alquanti giorni gli mandò a posta Giovanni de'Rossi con una sua lettera e una de'signori dieci, e un'altra ne mandò messer Galeotto Giugni in nome suo e della comunità, le quali tutte pregavano caldissimamente e con incredibile sommessione, che fussino contenti di sovvenire, coll'esempio de' mercatanti di Lione, d'Inghilterra e di Fiandra, in qualche parte la patria loro, la quale in tante e tali calarnità, quali e quante essi sapevano, si ritrovava, e massimamente essendo essi fatti cauti e sicuri sì dal pubblico e sì dal privato, obbligandosi tutti insieme e ciascuno di per se, che non perderebbono. Messer Bartolommeo avendo cotali lettere e così fatta commessione ricevuto, ragunò un giorno in casa sua tutti i Fiorentini d'alcuna qualità che si trovavano allora in Vinegia, i capi de'quali furono: Matteo Strozzi, Luigí Gherardi, Lodovico de'Nobili Filippo del Bene , Giovanni Borgherini e, Tommaso di Giunta, e lette loro tutte tre le lettere, e ricordando loro la necessità e la carità della patria, gli pregò strettissimamente che essendo essi tanti e tali, e la sovvenzione così piccola, non dovessono mancare di quello di che con tante preghiere e cauzioni, erano da'loro signori in benefizio, anzi a salute della loro patria ricercatì. lo mi vergogno a scrivere che dopo un lungo ragionamento, avendo Matteo Strozzi detto che, se tutti gli altri s' accordassono di pagare la rata loro, esso non mancherebbe di sborsare la porzione sua, non si conchìuse cosa nessuna, perchè ciascuno degli altri pigliato animo da quelle parole rispose nel medesimo modo, e a Castracaro non si mandarono altri danari che i cento ducati i quali Piero Soderini, ricercatone da messer Galeotto Giùgni, mandò cortesemente e senza farsi pregare da Vicenza: a tali strettezze estremità si conducono alcuna volta le repubbliche, ancorachè ricchissime; e tanto stimano gli uomini più un particolare bene, quantunque minimo, che un comune, ancorachè grandissimo; benchè io (sappiendo quant'era qualunque di loro danaroso, e che il Borgherino solo, oltre l'essere amator delle lettere, e persona molto gentile e cortese, se ne giocava le centinaia e le migliaia per volta) vo pensando che fussino ritenuti non tanto dall'avarizia, quanto dalla tema di non dispiacere al papa, il quale aveva severissimamente proibito che nessuno il quale o avesse beni di chiesa, o ufizi di Roma, potesse in modo alcuno soccorrere di cosa nessuna i Fiorentini, sotto pena di dovergli perdere, issofatto e senz'alcuna redenzione.
Nè voglio non dire che l'ambascìadore fu da molti di poco giudizio riputato, dicendo ch'egli non doveva chiamare in cotal ristretto nè Matteo, il quale oltre l'esser di natura, se non avaro, certo miserissimo , aveva dimostrato di tener maggior conto de' comodi privati che de' pubblici, nè Tommaso di Giunta, il quale non avendo che fare de' fatti della repubblica, so ne stava, non meno avaro che ricco, quasi sempre a Vinegia, occupato ne' grossi guadagni della sua, piuttosto utile che onorevole stamperia, senza curarsi, benchè per altro fosse uomo di belle maniere e di buon giudicio, come la città di Firenze o libera o serva si vivesse.
Dalla " Storia Fiorentina " di Benedetto Varchi
I suoi avversari
http://www.condottieridiventura.it/condottieri/c/0392%20%20%20%20%20%20LEONELLO%20DA%20CARPI.htm LEONELLO DA CARPI (Leonello Santi) Combatte i fiorentini in Romagna. Con Cesare da Napoli assedia vanamente in Castrocaro Terme il commissario Lorenzo Carnesecchi.
http://www.condottieridiventura.it/condottieri/n/1223%20%20%20%20%20%20CESARE%20DA%20NAPOLI.htm CESARE DA NAPOLI (Cesare Masi, Cesare Maggi) Di Napoli.. Conte di Annone. Signore di Moncrivello. Raduna 4/5000 uomini; si presenta davanti a Monte Poggiolo e taglieggia Modigliana. Con Leonello da Carpi, assedia Castrocaro Terme con 6 pezzi di artiglieria e ne è respinto dal commissario Lorenzo Carnesecchi. Ingenti sono le perdite fra le sue truppe : i fiorentini cercano di subornarlo, gli promettono terre, onori, denari ma egli rifiuta ogni proposta. I pontifici gli consegnano 1395 ducati per il suo servizioIl principe d’ Orange lo invia in Ungheria con 2000 fanti per contrastarvi i turchi: non lascia viceversa il territorio, assale Marradi e si sposta nel Mugello, ove cattura uomini ed impone taglie a castelli e borghi. Passa in Valdarno; con la caduta nelle mani degli imperiali della cittadella di Arezzo, punta su Borgo San Sepolcro (SanSepolcro). Gli aretini gli consegnano 3000 scudi; molti abitanti del contado si uniscono con i suoi uomini e con costoro prosegue verso il Casentino, che viene messo a sacco sino a Rassina. E’ a Barberino di Mugello ed impone una taglia al borgo di Mangona: vi invia 4 suoi emissari per quantificare la somma richiesta. Costoro vengono uccisi dai contadini assieme ad alcuni dei suoi fanti: accorre prontamente e presto è trovato un accordo Con la resa della repubblica, scende dalla Valdarno e si presenta all' improvviso davanti alla porta di San Gallo di Firenze: tenta di entrare nella città, ma ne è respinto. In lite con il Maramaldo, si volge allora su Piacenza dove sta il di Leyva; a fine mese, è a Montevarchi; domanda ancora agli aretini 2000 fiorini per le necessità dei suoi uomini: gli sono fornite solo vettovaglie. A Mantova sfida a duello il Maramaldo; il marchese Federico Gonzaga si oppone alla sua effettuazione ed impedisce che sia consegnato al rivale il cartello di sfida.
http://www.condottieridiventura.it/condottieri/c/0443%20%20%20%20%20%20CESARE%20DA%20CAVINA.htm CESARE DA CAVINA (Cesare Naldi) Nipote di Vincenzo Naldi. Si congiunge con Balasso Naldi e cala in Mugello per combattervi i fiorentini dalla parte di Ronta con 2000 fanti: saccheggia Ronta, Pulicciano, Borgo San Lorenzo, Gattaia e Vicchio; pone il campo a Borgo San Lorenzo, disturbato da 300 fanti nemici che sono di stanza a Vicchio agli ordini di Albizzo da Fortuna. Si muove per assediare la rocca di Castiglione: è sconfitto e messo in fuga con Balasso Naldi dal commissario Lorenzo Carnesecchi.
Marzo 1530 BALASSO NALDI Di Brisighella. E’ sconfitto e messo in fuga dal commissario fiorentino Lorenzo Carnesecchi mentre si accinge ad assediare la rocca di Castiglione .
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Dalle" Storie Fiorentine" del Varchi raccontate da Agostini Antonio nel suo "Pietro Carnesecchi e il movimento valdesiano"
Quest'uomo nelle congiunture della guerra divenne un eroe come Francesco Ferrucci
. Ei fu mandato dalla Signoria Commissario nelle Romagne quando gia' Firenze aveva perduto quasi tutto il suo dominio, e i nuovi Lanzi si erano posti e fortificati in San Donato, in Polverosa e all'intorno .
....Tenevasi ancora Castrocaro dov'era commessario , quasi un altro Ferruccio, Lorenzo Carnesecchi (Varchi libro decimo pg 257)
Lorenzo Carnesecchi batte' piu' volte le genti di Leonello da Carpi, presidente della Romagna ecclesiastica; diede parecchie sconfitte a messer Balano di Naldo ed al capitano Cesare Gravina ; e richiesto finalmente della pace , rispose che non stava bene quando la Patria era in pericolo ,si dovessero pacificare i privati .
Tutti gli uomini piu' sennati si accordavano nel dire che , se invece di di aver messo lo stato in balia di sette cittadini <<quasi sette dittatori >> avessino eletto uno solo senza guardare ad altro che alla sufficienza , come esempi grazia il Ferruccio o Lorenzo Carnesecchi .....,le cose , sarebbero state per avventura governate altrimenti che elle non furono, e per conseguenza avuto altro fine che elle non ebbero. |
Messer Giorgio Ridolfi ,uomo cerimonioso , gli pose addosso una taglia , ed egli senza punto scomporsi, rivolge quella taglia sopra papa Clemente e bandisce un premio a chi lo voglia uccidere, oppure dare prigione .
Egli cede soltanto quando non ha piu' denari e neanche modi di farne , e quando la Signoria gli manda l'ordine di arrendersi.
Gino Capponi nella sua " Storia della Repubblica di Firenze"
Fin dal gennaio aveva la Repubblica di Venezia fatto pace con l'Imperatore; ma tuttavia Carlo Capello rimase in Firenze come oratore,malgrado che il Papa facesse ogni sforzo perche' fosse richiamato. Nei suoi dispacci apparisce sempre grande amico ai fiorentini, che da lui sono lodati a cielo; ne' alla sua Repubblica dispiaceva mostrarsi, com'era sempre, di animo italiano ; a lui pero' nulla rispondeva per non s'impegnare con parole scritte delle quali altri pigliasse offesa. Riebbe la Chiesa per quella pace Ravenna e Cervia; il che lasciava Firenze scoperta dal lato delle Romagne, alle quali era a guardia la presenza delle armi veneziane. Ma basto' quello che fece Lorenzo Carnesecchi, commissario generale della Romagna fiorentina; il quale con poca gente e meno denari, ma pel valore che era in lui molto, gastigo' prima la ribellione di Marradi, fugo' in piu' scontri le genti nemiche, teneva infestati i confini della Chiesa, e resiste' a un grande assalto che alle mura di Castrocaro diede ripetutamente Leonello da Carpi, presidente della Romagna ecclesiastica, rinforzato allora da Cesare da Napoli che venne dal campo, e dai propri cavalli della guardia del Papa mandati da Roma : tantoche' poi si fece tra le due parti una molto onorevole tregua, per cui rimasero da quel lato frenate le armi
Giuseppe Maria Mecatti nella sua : " Storia cronologica"
Lorenzo Carnesecchi commissario generale della repubblica in Romagna gran soldato
............In questo mentre Lorenzo Carnesecchi si portava nella Romagna fiorentina, dove era commissario generale della Repubblica , non meno valoroso ,che il Ferruccio. Imperciocche' essendo venuto piu' volte alle mani con gli Ecclesiastici ,sempre n' erano andati al di sotto; ed avendo i medesimi assaltato Castrocaro , non solo il Carnesecchi lo difese , ma mise in fuga i nemici con grande uccisione di loro
scrive il dr Cristiano Verna
".... Con l’elevazione al pontificato del cardinale Giulio de’Medici col nome di Clemente VII, avvenuta nel 1523, di nuovo la Chiesa tornò ad essere una potenza ostile a Firenze. In cambio del sostegno ecclesiastico alla politica imperiale, il nuovo papa chiese a Carlo V la restituzione di Cervia e Ravenna, cadute in mano ai Veneziani e soprattutto la restaurazione dei Medici. Così, le frontiere tra Firenze e lo stato della Chiesa tornarono a chiudersi come al tempo del Valentino, proprio quando la grave situazione economica in cui versava la città, a causa dell’epidemia di peste che aveva decimato la popolazione, avrebbe invece richiesto che tutte le maggiori vie commerciali con la Romagna fossero rimaste aperte per garantire gli approvvigionamenti.
All’epoca era commissario a Castrocaro Lorenzo di Zanobi Carnesecchi, un personaggio che le cronache ci descrivono come piuttosto singolare. Per consentire l’afflusso di derrate verso i territori fiorentini, il Carnesecchi aveva ingaggiato una lotta senza quartiere contro il presidente di Romagna Lionello Pio da Carpi, il quale, servendosi di truppe regolari pontificie appoggiate dalle consorterie locali di parte ghibellina, assaliva i convogli di rifornimenti spingendosi fino in Mugello ed arrivando non di rado fin sotto le mura di Firenze. Inoltre Lionello Pio era stato incaricato di assumere il controllo delle terre fiorentine in Romagna e per questo motivo si era presentato più volte sotto le mura di Castrocaro per ottenerne il possesso, ma era stato sempre respinto. L’animosità e la tenacia del Carnesecchi, che riuscì anche a stroncare una pericolosa ribellione scoppiata a Marradi, gli valse una taglia posta sul suo capo dai fuorusciti fiorentini di parte medicea alla quale rispose a sua volta, "caso non udito mai più", mettendone un’altra sul capo del Pontefice. La situazione di persistente guerriglia che si era andata creando, certamente sfavorevole ad un esercito numeroso ed organizzato, indusse il presidente di Romagna a cercare lo scontro risolutivo. Nel marzo del 1530 l’esercito pontificio, composto di quattro o cinquemila uomini con sei pezzi d’artiglieria, posero il campo attorno al castello di Castrocaro bombardandolo ed attaccandolo più volte, ma gli uomini del Carnesecchi si difesero valorosamente anche se pochi di numero e, con l’aiuto di parte della popolazione, riuscirono a ricacciare i nemici da sopra le mura dove erano saliti. Infine con una audace sortita in campo aperto le truppe di Lionello Pio da Carpi furono sbaragliate ed inseguite fino ai confini dello stato. Ciò nonostante, esaurita ogni risorsa finanziaria, senza poter contare su aiuti da Firenze e sotto la continua pressione degli imperiali, il Carnesecchi dovette accondiscendere alle proposte del Presidente di Romagna ed in data 2 aprile 1530 sottoscrisse una tregua "con condizione et patto di non offendere li stati l’uno dell’altro", in attesa di una favorevole evoluzione delle prioritarie operazioni militari in Toscana. Alla tregua erano interessati i castelli di Castrocaro, Marradi, Modigliana e Montepoggiolo. Purtroppo gli eventi determinarono la caduta della Repubblica di Firenze così che il Carnesecchi dovette lasciare Castrocaro mentre il suo incarico fu ricoperto da un membro della famiglia medicea dei Ridolfi nominato da papa Clemente VII".
Sara' esiliato prima a Sinigaglia e poi a Cervia, e diverra' uno dei capi dei fuoriusciti fiorentini
Da :
Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio racconto storico di Agostino Ademollo seconda edizione con correzioni e aggiunte per cura di Luigi Passerini Stabilimento Chiari Firenze 1845
pagina 1768……………………….Note del Passerini : nota 17
Zanobi di Francesco fu pieno di zelo per la causa della Repubblica, ma non seppe adattarsi ai tempi ed ebbe anco mano a riformare il Governo.
Non cosi Lorenzo suo figlio (SIC: era figlio di Zanobi ) , il quale, mandato alla difesa di Castrocaro , vi si diporto' con tale valore da
costringere gli imperiali a levare l'assedio da Castiglione e da Marradi . Assediato sua volta in Castrocaro da Lionello da Carpi , vi si difese con accanimento , ma dove'
cedere alle preponderanti forze del suo nemico ( sic : non ando' cosi' ) . Dopo l'assedio fu confinato , e gettatosi tra i fuoriusciti fu dichiarato ribelle . Figuro' molto tra questi esuli infelici , e fu uno di coloro nei quali piu' confidavano.
1532
………….Era in questo tempo venuto Clemente a Bologna , dov’era entrato a’ quindici di dicembre , essendosi partito da Roma a’ diciotto di novembre nel medesimo , per aspettare , siccome eran prima convenuti di dover fare , Cesare in quella citta’, il quale venendo d’Alemagna , dove s’era in poco tempo finita la guerra tra lui e Solimano principe de’ Turchi , era a’ sei giorni arrivato a Mantova .
Quando l’imperadore s’appressava , i fuoriusciti fiorentini , ch’erano sparsi in Pesero, Modana , Vinegia e di Ferrara , cominciarono tra loro a pensare se per mezzo di Cesare si fosse potuto , quando ei giugneva a Mantova , travagliare in qualche modo lo stato di Firenze; e cosi ragionaron tra loro , che quando egli fosse arrivato a Mantova , di mandargli ambasciadori messer Galeotto Giugni e Francesco Corsini , o Lorenzo Carnesecchi , i quali per mezzo di don Ferrante Gonzaga richiedessero a Cesare che facesse osservare a i Fiorentini quei capitoli dell’accordo , che s’eran fatti con don Ferrante di sopra detto l’anno 1530, quando egli era luogotenente dell’imperadore nell’esercito cesareo , molti de’ quali non erano loro stati osservati. Promessero i detti fuoriusciti d’andare tutti e tre , o due di loro almeno a Mantova in nome di tutti gli altri fuoriusciti, e di richiedere all’imperadore l’osservanza dei capitoli di sopra detti, ……………………Benedetto Varchi Storia Fiorentina
1534
…………Le lunghe pratiche che noi dicemmo di sopra che i fuorusciti e gli altri nimici del duca Alessandro continuamente facevano in Roma , furono cagione che deliberarono finalmente , che si facessero sei procuratori , o deputati che noi gli vogliam chiamare , i quali attendessero alle cose de’ fuorusciti , e questi furono : messer Galeotto Giugni , messer Salvestro Aldobrandini , ambedue dottori di leggi , Iacopo Nardi , Paolantonio Soderini , Lorenzo Carnesecchi e Luigi Alamanni ; ma perche’ Luigi era in Francia ,fu fatto da i procuratori , o deputati de’ fuorusciti in suo scambio Dante da Castiglione , e dopo non molti giorni in luogo di messer Galeotto Filippo Parenti. Costoro si ragunavano in casa Filippo Strozzi, e quivi deliberavano tra loro quel che pareva loro che fosse a proposito di fare…………….... Benedetto Varchi Storia Fiorentina
Morte di Lorenzo Carnesecchi
…………continua……………..
Bibliografia militare-italiana antica e moderna - Pagina 420
di Mariano d'. Ayala - 1854
Carnesecchi Lorenzo - p. VI - s. xvi - Firenze. ... Case (Delle) Bartolomeo,
ovvero Lascases - p. VI Casoni Filippo - p. IV e VI - s. ...
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Del Savonarola: ovvero Dialogo tra Francesco Zati e Pieradovardo Giachinotti il giorno dopo la... - Pagina 19
di Luigi di Piero Guicciardini - 1959 - 168 pagine
... , perché egli non seppe, se non tener Pisa, almeno salvar se, come aveva fatto
Lorenzo Carnesecchi nel consegnare Castrocaro per lettere della signoria ...
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L'assedio di Firenze - Pagina 217
di Francesco Domenico] [Guerrazzi - 1837
... allorché giunse mandato da Lorenzo Carnesecchi nostro ...
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I diarii di Marino Sanuto: (MCCCCXCVI-MDXXXIII) dall' autografo Marciano ital. cl. VII codd.... - Pagina 721
di Marino Sanuto - 1898
Cardona Francesco, arcivescovo di Monreale, cardinale prête del titolo di s.
Marcello, 588, 593. ... Carnesecchi Lorenzo, commissario dei Fiorentini in ...
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Su di lui conosco solo questa monografia ( che non ho potuto ancora consultare ) :
[Monografia]
Lorenzo Carnesecchi, o il secondo Ferruccio / Carlotta Borgia Lotti .Firenze : soc. tip. fiorentina, 1912.
Bibl. Nazionale Centrale di Firenze Collocazione: 10339.6 Inventario: CF990474078 1 v.
Biblioteca dell'Istituto italiano per gli studi storici Benedetto Croce - Napoli -
(IT\ICCU\NAP\0240212)
Lorenzo di Zanobi di Francesco Carnesecchi. |
Statuto della Lega del Chianti
Pubblicato su internet da Universita' degli studi di Siena
Item atteso decti statutarii le dette negationi che si fanno per diversi debitori in decta corte del podestà che per insino alla somma di soldi 20 si habbi a stare al giuramento del debitore o del creditore a quello che le parte si accordono, el qual giuramento habbi a servire per iustificatione della detta somma di soldi xx.
Ego Ioannes Baptista olim Bartoli de Arena certaldensis notarius publicus et ad presens officialis Radde de predictis rogatus feci.
In Dei nomine, amen Anno Domini nostri Yhesus Christi ab eius salutifera incarnatione MDXXVIII, indictione 2.a, die vero xvii mensis octobris spetiales viri Laurentius Zenobii de Carnesechis, Guido Francisci de Magalottis, Blasius Antonii della Rocha, cives honorabiles Florentie extracti et secundum ordinamenta communis Florentie deputati in officiales et aprobatores dicti communis ad aprobandum // (c. 72v) vel improbandum statuta vetera alias aprobata ac etiam supradicta statuta nova communis et hominum Chiantis et ad omnia alia faciendum que in predictis et circa predicta noverint utilia, visis igitur et examinatis dictis statutis veteribus ac etiam novis supradictis servatis servandis vigore eorum auctoritatis, potestatis et balie et omni modo etc., aprobaverunt et confirmaverunt predicta statuta vetera et nova pro tempore ac termino trium annorum proxime futurorum initiandorum die xviii augusti proxime preteriti et finiendorum ut sequitur cum limitationibus tamen et correctionibus ordinariis et secundum ordinamenta requisitis.
Acta fuerunt predicta omnia in palatio Dominorum persentibus ser Emiliano de Deis et Laurentio Dominici de Nipozano testibus etc.
Ego Franciscus Nescius coadiutor cancellerii reformationum de predictis rogatus in fidem feci.
Berto di Matteo Carnesecchi |
Priore nel 1519
Scritta inediti di Niccolò Machiavelli risguardanti la storia e la milizia (1499-1512) - Pagina 188
di Niccolò Machiavelli - 1857 - 398 pagine
A BERTO CARNESECCHI a ...
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Toutes les lettres, officielles et familières, celles de ses Seigneurs, de ses amis et des siens - Pagina 588
…………..Berto fu uno dei commissari delle milizie e dopo la capitolazione fu mandato a confine.
Berto di Matteo Carnesecchi fu poi inviato a Pisa quale Commissario dei fossi
Fu esiliato quando i Medici tornarono al potere
Storia fiorentina - Pagina 407
di Benedetto Varchi - 1858
... Bernardo di Pierandrea da Verrazzano in Cicilia ; Bernardo d' Aldobrando
Aldobrandini fuor del dominio trenta miglia; Berto di Matteo Carnesecchi a ...
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Egli allora chiese ed ottenne la cittadinanza pisana
.Compare nel cittadinario un : Alberto Carnesecchi , di Firenze , Commissario dei fossi in Pisa , ammesso alla cittadinanza con il dono dell’Arme , 8 giugno 1529 (c 200 )
Si tratta quindi di quel Berto Carnesecchi fiorentino esiliato che nel 1529 chiede ed ottiene la cittadinanza pisana
. |
Antonio Carnesecchi |
Non so inserirlo genealogicamente
.....Che il Papa avendo interdetta la citta' con tutti i sobborghi , il Gonfaloniere aveva obbligato d'altro canto alcune Religioni mendicanti ad aprire le chiese ,e celebrare ; e appellando dell'interdetto al Concilio Universale aveva costretto gli Ecclesiastici a pagare una grandissima somma di denari : affinche' se fosse venuta voglia al pontefice di muover guerra a Firenze , con i denari degli ecclesiastici si fosse potuto riparare.
E furono fatte varie provvisioni d'armati, e furono mutati i Commissari nelle citta' vicine, qualora ve ne fosse stato alcuno sospetto ; e furono eletti otto cittadini per esigere le imposizioni dai preti e dai frati ,quattro dei quali rinunziarono o spaventati dalle censure ecclesiastiche o poco amici del Gonfaloniere. I cittadini finalmente furono questi Baldassare Carducci, dottore di legge, Antonio Carnesecchi , Niccolo del Vivaio , Zanobi Borghini , Giovanni Popoleschi , Guglielmo Angiolini , e Bartolomeo Benintendi
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Andrea di Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi (1465 - 1542) |
1 volta priore nel 1530
senatore del ducato di Toscana dal 1532 al 1542 anno della sua morte
Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice )
Su Andrea Carnesecchi vedi la voce di Michele Luzzati in DBI : Dizionario Biografico degli Italiani volume XX pagine 455-456 |
Andrea era nato a Firenze il 01 luglio 1465 (Registro dei battezzati di San Giovanni ). Vedi Oddone Ortolani
Il manni , invece ,nel suo senato fiorentino da queste date :
(1 luglio 1468 -29 giugno1542)Svolse gran parte della sua attivita' al servizio del Duca Francesco Sforza di Milano
Andrea ,aveva numerosi affari non solo in Italia, ma anche in Spagna. Si conserva una lettera commendatizia in favore di lui , scritta da Giulio de Medici , che poi fu papa col nome di Clemente VII , e diretta alla Sacra Serenissima Maesta di CarloV. In questa lettera si dice che Andrea Carnesecchi , summafide et singulari modestis vir, aveva degli affari di commercio <<vasti abbastanza e , a quello che intendo, abbastanza giusti >> con un tale Girolamo Sernisio fiorentino , che mercanteggiava nella Spagna
Questa lettera si trova nella biblioteca Magliabechiana nel volume intitolato :Variarum epistolae et opuscola varia pleraque autografa , collegit Antonius Sangallo; Classe VIII ,51, carta 9
<< Fu ben ricco e onorato , avanti che fallisse ,>> scrive il Busini (Lettere di Giovanbattista Busini a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze ,corrette ed accresciute di alcune altre inedite per cura di Gaetano Milanesi Firenze 1860 pg 92 ) Il suo carattere allegro, spiritoso, galante lo spingeva a cercare la compagnia di quegli uomini che si mostravano splendidi e tenevano corte. Egli apparisce subito in intima relazione con i Medici . Si diceva anzi che avesse avuto delle brighe amorose con Piero de Medici e che un bel giorno questi gli desse una ferita. Quel fiero repubblicano di giovanbattista Busini non gli sa perdonare questa mania di frequentare le corti , e dice : << Ne' mai fecce cosa onorevole , ne' lui ne' i suoi figliuoli , da messer Pierino in poi >>
Era considerato dai contemporanei << ricco, onorato ….buon compagno , ben parlante ed allegro ..>>
Dice Michele Luzzati ……..Dedito alla mercatura sembra fosse fallito e , secondo il Busini , pote' riprendersi solo grazie alla protezione di Nicola Schomberg , arcivescovo di Capua , poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio 1531
Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice ) E' da notare che siamo in un periodo in cui Firenze non e' governata dai Medici
Dice Michele Luzzati …Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore dell'elezione del Carnesecchi a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte Guelfa nel maggio del 1500 : indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.
Dopo l'elezione , avvenuta il 19 settembre 1492 di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli , non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'impero Ottomano . E' certo che nel giugno 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli , tant'e' vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni , procuratori della nazione nella capitale turca , che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore .L'invio di un oratore , nella persona di Geri Risaliti , non avvenne che nel successivo 1499 e , in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore , il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni , "Vicemino " della nazione , che i capitani di Parte Guelfa avevano eletto il Carnesecchi " nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica egregie gestis gratissima est nobis " in "eminus nationis nostrae , qui iustitia administraturus sit , acturusque pro mercatus civium nostrorum"
Trasferitosi a Costantinopoli , dove era gia' nel novembre del 1500 , il Carnesecchi vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli ; annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo << con quello honore che si conviene >>e di informarlo << delle cose successe al tempo suo , dandognene particulare instructione >> ..<< et li consegnerai scripture et cio' che altro appartenessi allo officio suo…….ne' mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costi tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi >> Istruzioni di questo genere dimostrano che i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre piu' le funzioni degli ambasciatori residenti.
E' ad esempio caratteristico un duplice messaggio inviato al Carnesecchi sotto la data del 26 gennaio 1503 dalla Signoria di Firenze . In una lettera riservata al console a proposito della condanna inflitta dal Carnesecchi ad Antonio Sostegni << per certa inobedienza usata verso di te >>gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perche' i Turchi vedendo le liti tra i fiorentini non avessero a credere che si trattasse di << cosa di maggiore importantia >> e tale da prenderne <<ombra>>. Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console , avvertendo che i << mali portamenti >> dei mercanti << in uno luogo come e' cotesto tanto discosto dall'Italia >> potevano causare << perdita grande , et in comune alla citta' , et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno >>
Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al Carnesecchi nel gennaio del 1503 da un sedicente Duca di Catanzaro e marchese di Cotrone ( un Centelles ? un Ruffo visto che si dice << fratello cugino >> di Antonello Ruffo ? ) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino
Among those who had been imprisoned: On August 23, 1512, Filippo Ridolfi and Zenobi Giovanni de Bracci were arrested; three days later Giovanni Burci, Barghino de Cocchi and Francesco del Giocondo were given the fines. On the 28th, two groups were listed in a broader set of arrests. On the first list were Piero Guicciardini, Bernardo de Segni, Giovanni de Bracci, Michele, Danieli, and Frederigo de Strozzi, Antonio de Gugnis, Bartolo de Tedaldi, Neri de Venturi, Sasso de Sassi, Francisco de Girolami, Francesco del Giocondo, Bartolomeo Buondelmonti, Tommaso del Bene, Niccolo Pugliese, Piero Pancatici, Giovanni Guasconi, and Giulio Menghi. On the second were Borgino de Cocci, Bonifatio de Ruspoli, Andrea Carnesecchi, Corsi de Adimari, Ser Bartolomeo de Leoni, Antonio de Castellani, Ser Jacopo Martini, Angelo de Boni, Giovanni de Micceri, Cosimo de Sasseti, Benedicto de Tornaquinci, Giovanni Domini Luce, Bartolomeo Ritaglitore, Piero Minerbitti, Matteo Borganni, Ser Dominico Boccanti, Danieli de Strozzi, Bernardo de Sengi (both listed a second time), Raphaello des Sale, Roberto Ricci, Piero Alamanni, Bernardo Uguccioni, Clementi del Grasso, Heredi Piero de Adimari, Carlo de Libri, Paolo del Giocondo, Niccolò Cachagni, Francesco Carducci, Bernardo Bontempi, Giovanni de Ginanni, Giovan Marco della Palla, and Donato del Corno. For the text, see Tommasini, La Vita de Machiavelli, I, 745-747. Of these, several were (or became) close friends of the Second Chancellor. Tommaso del Bene was a close friend, described by Niccolò as one of "the gang": see Atkinson and Sices, Machiavelli and His Friends, #144, 206, 210, 224, 297; pp. 158, 223, 227, 263, 366. On Donato del Corne, see Niccolò Machiavelli to Francesco Vettori, 19 December 1513, ibid., #225, p. 265, Filippo Strozzi to Niccolò Machiavelli, 31 March 1526, ibid., #306, pp. 383-385 as well as the citation from Filippo's letter to his brother Lorenzo, encouraging Machiavelli's employment by the Medici (ibid., p. 322). Niccolò's correspondence and friendship with Francesco Guicciardini has been the focus of extensive comment: Gilbert, Machiavelli and Guicciardini, esp. pp. 240-243; less noted is the close friendship with Luigi Guicciardini, reflected in the letter of 8 December 1509 (ibid., #178, pp. 191-192) recounting Niccolò's encounter with the disgusting prostitute; see above, p. 165. Niccolò and his brother Totto had extensive dealings with Marco della Palla: # 93, pp. 104-106, #140, p. 151.
Nel 1521 ricopre la carica di Ambasciatore in Portogallo
Fedele ai Medici , egli venne arrestato al tempo dell'assedio e , caduta la Repubblica fu subito Gonfaloniere di Giustizia ( ?????? M. Luzzati )
…. processato , fu messo in prigione per tutta la durata dell'assedio del 1530. Capitolata la Repubblica , venne liberato ,eletto nella balia di cittadini incaricata di riformare lo stato e insignito della dignita senatoria nel 1532. (Roberto Ciabani le famiglie di Firenze Bonechi )
- All'inizio del 1531 fu inviato a Poppi come commissario del Casentino
- Fece parte della Balia incaricata della riforma dello stato mediceo
- Dal 27 aprile 1532 fino alla sua morte fu senatore fiorentino
Sposato in prime nozze con Caterina di Mico di Uguccione Capponi , da cui ebbe vari figli, ed essendo rimasto vedovo in eta' ancora giovanile , si uni di nuovo in matrimonio con Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani , gia' direttore della filiale di Bruges del banco Medici , la quale aveva sposato in prime nozze Giovanbattista Dovizzi, fratello del celebre cardinale Bernardo Dovizzi (il cardinale Bibbiena )
Ginevra era gia' madre di Antonio e di Angiolo, futuro monsignore . Da Ginevra ,Andrea Carnesecchi ebbe Pietro il futuro segretario di Clemente VII
Muore il 29 giugno 1542 ( vedi Manni : Il senato fiorentino )
Bibliografia
DBI
Manni Il senato fiorentino
Firenze Biblioteca Nazionale poligrafo Gargani scheda numero 504
Firenze Biblioteca nazionale codice Magliabechiano cl.XXVI , 25,cc. 26, 29 s.
Firenze Biblioteca Riccardiana codice 1859 , cc.11v-13v
ASF Carte Strozziane , f. XCVIII c.129 lettera al Carnesecchi di Francesco Bonsi
ASF Carte Strozziane , f. CCCLI , cc. 82,84 lettere al Carnesecchi del "Duca di Catanzaro"
Busini G.B. Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze , a cura di G. Milanesi Firenze 1860 pp-92 ,169,
machiavelli Nicolo' Legazioni e commissarie a cura di S. Bertelli Milano 1964 p.991 et ad Indicem
De Ricci G. Cronaca (1532-1606 ) a cura di G. Sapori Milano Napoli 1972 pp 6 s. , 37 , 418
Ademollo A. Marietta dei Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio a cura di L. Passerini V Firenze 1845 pp 1768 ss
Muller G. Documenti sulle relazioni delle citta' toscane con l'oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531 Firenze 1879 , pp 241 ss. , pp. 247 ss. , 250 ss. , 253 ss.
Rubinstein N. Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494 ) Firenze 1971 p.373
Martines L. Lawyers and statecraft in Renaissance Florence Princeton N.J. 1968 p.278
Libri Google
La seta fiorentina nel Cinquecento - Pagina 69
di Roberta Morelli - 1976 - 95 pagine
... comprata in diverse partite da Francesco Rucellai, Bartolomeo e Vincenzo
Ugolini, Rede d'Antonio ... , Andrea Carnesecchi, Antonio e Girolamo ...
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La linea genealogica discendente da Andrea avra’ grande fortuna come vedremo piu’ avanti
SIMONE DI PIERO CARNESECCHI |
ricevo da Paolo Piccardi anno 1529
Stamani nell' archivio del comune di castelfranco ho trovato un Simone di Piero Carnesecchi nel 1529
Si tratta dell' approvazione da parte delle autorità fiorentine dello statuto della podesteria di Castelfranco.
Ogni tanto venivano apportate delle modifiche.
Franciscus Ioannis de Carnesechis |
Non so inserirlo genealogicamente
(2) Contract for Pontormo's purchase of the two lots on which he subsequently built his house an Via Laura (the modern Via della Colanna) from the Spedale degli Innocenti, May 19, 1529 ASF, NA 5418 (Lorenzo Cioli, 1529), fols. 152-152v: (47) [In margin] Venditio.
Yhesus Maria. In Dei nomine amen. Anno Damini nostri Iesu Christi ab eius salutifera incarnatiaoe MDXXVIIII, indictione II et die XVIIII mensis Maii. Actum in cancelleria hospitalis [deleted: Sancte Marie] Innocentium, presentibus etc. Raphaelle Chiari de Casavechia et Zenobio Betti de Rusticis de Florentia, testibus etc. Cunctis pateat evidenter qualiter Reverendus dominus Petrus Giachinus, modernus Prior hospitalis Sancte Marie Nove de Innocentibus [sic], et spectabiles viri Hieronimus Antonii de Gondis et Franciscus Ioannis de Carnesechis , duo ex Operariis hospitalis Sancte Marie predicte, visa ante potestate et balia eisdem concessa per dominos Consules Artis Porte Sancte Marie et Consilium del XXXVI dicte Artis, in sufficienti numero congregati in sala seu audientia magna dicte Artis una cum dicto Reverendo domino Priore et Operariis sub die XV mensis Martii proxime preteriti MDXXVIII manu mei notarii infrascripti, ad infrascripta peragendum, ad que omnia etc. et contenta in ea dicti dominus Prior et Ope rarii se retulerunt et referunt, sequentes et sequi volentes formam et modum eisdem datum per dictos dominos Consules et Consilium del 36, facientes omnia et singula infrascripta cum protestatione quod dictos dominum Priorem et Operarios, apposita premissa semper et intellecta et reperta in principio, media et fine presentis contractus et instrumenti, quod ipsi non intendunt per predicta vel infrascripta seipsos neque eorum heredes et bona obligare per aliquod verbum appositum vel quomodolibet insertum in predictis vel infrascriptis vel aliquo predictorum et infrascriptorum, sed solum bona dicti hospitalis Sancte Marie Innocentium. Et volentes procedere ad predictam venditionem vigore di[c]te eorum au[c]toritatis et pro implemento eiusdem, servatis servandis et omnibus et singulis aliis solepnitatibus substantiatis et requisitis secundum ordinamenta dicte Artis et dicti eorum officii, et ad cautelam predicta et infrascripta omnia et singula viva voce confirmando et approbando, et omni meliori modo etc., iure proprio et in perpetuum etc., dederunt et vendiderunt etc. Iacobo Bartolomei Iacopi, pictori de Puntormo, presenti, pro se et eius heredibus et successoribus recipienti et ementi, duo casalaria, seu duo siti [that is: situs] destinati ad faciendum domos, sine aliqua coperta, quilibet ipsorum per longitudinem brachiorum LXV vel circa, et brachiorum X per largitudinem, vanum cuiuslibet ipsorum, cum omnibus et singulis eius [that is: eorum] pertinentiis etc., siti in populo Sancti Michaelis Vice-dominorum de Florentia et in via detta Via Laura, quibus a I dicta via, a II[degrees] bona Capituli Cathedralis ecclesie florentine, a III murus Orbatelli, a IIII[degrees] bona dicti hospitalis, infra predictos confines etc., cum omnibus et singulis etc., ad habendum etc., et construendum domum quando accipiendum etc., et cesserunt iura etc., et constitutum procuratorem etc. Et in effectu promiserunt defensionem generalem dictorum bonorum et de evictione in forma plenissima etc. Et predictam venditionem et iurium cession em et omnia et singula suprascripta fecerunt et vendiderunt pro pretio et nomine veri et iusti pretii florenorum centum largorum de auro in aurum nitidorum ab [that is: ad] omnes expensas ghabelle Artis Porte Sancte Marie pro habenda licentiam [that is: licentia]. Quad quidem pretium dicti dominus Prior et Operarii prefati fuerunt confessi habuisse et recepisse a dicta Iacobo de Puntormo, vocantes se bene pagati etc., renumptiantes exceptioni non numerate pecunie etc. Que omnia promiserunt attendere etc. et contra etc., sub pena dupli dicti pretii, que etc., qua etc., pro quibus obligaverunt etc., renumptiantes guarantigie etc. Rogantes etc.
....E perche' era mente del papa di vendicarsi di coloro i quali si erano mostrati troppo nemici della sua famiglia e troppo amanti della liberta', ....., si perseguitarono, e si condannarono all'esilio e alla morte
Da Mecatti "Storia cronologica della citta' di Firenze"
ESILIO
Alla caduta della Repubblica
Alcuni dei Carnesecchi pagheranno l'aver avversato i Medici
tra questi : Berto di Matteo Carnesecchi confinato prima a Troia poi a Torino ( Berto di Matteo di Manetto Carnesecchi )Lorenzo di Zanobi Carnesecchi confinato a prima a Sinigaglia e poi a Cervia
Contemporaneamente altri avranno grossi vantaggi dall' essersi dimostrati amici dei Medici sono infatti presenti nella Balia grande :
Andrea di Paolo di SimoneCarnesecchi Bernardo di Andrea di BernardoCarnesecchi Zanobi di Francesco Carnesecchi |
ESODO
Occorre notare che e' probabile che molti Carnesecchi rifuggano da Firenze Infatti i Carnesecchi sembrano avanti l'assedio aver una certa consistenza numerica : almeno un centinaio di maschi ( a voler stare su un numero basso ) Al censimento del 1562 a Firenze risultano esser rimaste solo una decina di famiglie |
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ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003