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Storia dei Carnesecchi 1532--1800 -- prima parte
Il ritorno dei Medici a Firenze questa volta segna la fine della Repubblica e l'inizio di un principato
In questi anni spiccano in modo particolare le figure
Del capitano Giovan Battista di Gherardo Carnesecchi un antimediceo alla difesa di Siena
Del protonotario Pietro di Andrea Carnesecchi segretario di Clemente VII : fautore della riforma , condannato a morte per eresia
Di Bartolomeo e Zanobi Carnesecchi del Banco Carnesecchi Strozzi e Compagni
Dei figli e nipoti di Giovanni di Andrea Carnesecchi impegnati nell'attivita' estrattiva in Versilia
Degli otto senatori ed in particolare del senatore cavaliere di Santo Stefano : Raffaello di Lionardo di Raffaello Carnesecchi
Di Bernardo Carnesecchi che disegna il primo impianto dei giardini delle Tuileries in Francia
http://digilander.libero.it/gasparo
ANNO 1530 RESA DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE ALLE ARMI SPAGNOLE
Assediata Firenze distrusse tutti i suoi splendidi giardini per impedire che gli assaltatori vi trovassero riparo, e per otto mesi ne rintuzzo gli attacchi . Oro argenteria gioielli furono spontaneamente offerti da chiese e famiglie private e fusi per farne moneta con cui procurarsi armi e munizioni . La carestia ridusse i fiorentini a nutrirsi di ghiande e fiori . Con le sue prediche in cui risuonavano accenti savonaroliani fra Benedetto da Foiano fu l'anima di questa resistenza . Michelangelo abbandono' le sue sculture nella cappella medicea per costruire forti e bastioni . Francesco Ferrucci raccolse nel contado duemila armati , attacco' temerariamente gli assedianti alle spalle , fu disfatto e finito a pugnalate dal calabrese Maramaldo mentre gia' agonizzava . Lorenzo Carnesecchi era costretto dalla mancanza di risorse ad una pace separata nella Romagna fiorentina.
Forse il coraggio e la tenacia di Firenze sarebbero stati premiati se il generale a cui essa aveva affidato il comando delle proprie milizie , Malatesta baglioni , non avesse tradito . egli volse le sue artiglierie contro la stremata citta' che da quel momento fu alla merce' del nemico.
Alessandro de Medici fu il nuovo duca di Firenze . La repressione riempi le galere . Fra Benedetto fu inviato a Roma prigioniero a Clemente VII che lo fece morir di fame in Sant'Angelo. Perfino la bella squillante campana di Palazzo vecchio che i fiorentini chiamavano "la vacca" e ai cui rintocchi veniva convocato il Parlamento fu fatta fondere da Alessandro perche' la gente non sentisse piu' il dolce suono della liberta'
Dice Montanelli nella sua storia d'Italia :
<< A questo risultato aveva condotto la politica dei Papi e la loro cupidigia di potere temporale . A saldare il conto dei loro errori era l'Italia , ridotta a colonia della Spagna . >>
Signoria Granducale medicea 1532--- 1769
Abbiamo visto come per gli intrighi di Clemente VII e la forza delle armi spagnole allora dominanti , i Medici siano designati a signoreggiare su Firenze .
Troppo forti le armi spagnole per pensare a resuscitare la Repubblica : ormai l'Italia ( disunita e con un papato costantemente intento a brigare ) e' nelle mani dello straniero .
E in definitiva alla Toscana ando' forse bene cosi che altrimenti sarebbe finita sotto il dominio diretto degli spagnoli .
Storia cronologica di Firenze
Restaurazione medicea |
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CARLO V 1530 - 1532 |
ALESSANDRO I 1530 - 1537 |
COSIMO I 1537 - 1574 |
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Alessandro de' Medici (Firenze, 22 luglio 1510 - Firenze, 6 gennaio 1537) detto il Moro, duca di Penne ed in seguito duca di Firenze (dal 1532), signore di Firenze dal 1530 al 1537, benché illegittimo, fu l'ultimo discendente del ramo principale dei Medici a governare Firenze e fu il primo duca ereditario della città.
Fu riconosciuto figlio illegittimo di Lorenzo II de' Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico, ma molti storici ritengono oggi che il suo vero padre fosse il cardinale Giulio de' Medici (che sarebbe diventato più tardi Papa Clemente VII). Non è chiaro se fosse per metà nero, nato dalla relazione tra Giulio una serva nera di casa Medici, identificata nei documenti come Simonetta da Collevecchio (Collevecchio in Sabina); altre fonti indicano come sua madre una contadina della campagna romana. Comunque grazie al colore della propria pelle si guadagnò il soprannome de il Moro.
Una volta assunto il potere a Firenze, cominciò quella trasformazione delle istituzioni repubblicane (che il trattato di resa della città imponeva di rispettare) che sarebbe stata portata a termine da Cosimo I, suo lontano cugino e successore. Avendo vissuto sempre alla corte imperiale di Carlo V ne portò a Firenze gli usi, come quello di circondarsi di una guardia di Lanzi armata di alabarde, che spaventarono e sconcertarono i fiorentini, usi a vedere anche i più autoritari Medici comportarsi con ben altra discrezione.
Cominciò a imprimere un tipico carattere principesco al proprio governo e ad eliminare i simboli, cari ai fiorentini, delle istituzioni comunali. Tra queste iniziative la più significativa fu certamente quella di incaricare Benvenuto Cellini (che ne riferisce nella sua autobiografia) di preparare monete di taglio diverso dal fiorino con la propria immagine. Inoltre Alessandro pretese (di nuovo contro i trattati) la consegna di tutte le armi possedute da privati cittadini, il che non gli impedì di morire poco dopo trafitto da un suo parente, Lorenzino de' Medici con il quale aveva un rapporto poco chiaro, che alcuni accenni (celebre la descrizione di Cellini) vorrebbero addirittura morboso.
Delle istituzione repubblicane lasciò in piedi solo un simbolico Senato, dal 1532, con quarantotto membri nominati a vita e un blando potere decisionale, più che altro consuntivo, sebbene la carica rimase un'alta onoreficenza per tutto il successivo periodo del Granducato di Toscana.
Sposò la figlia naturale (poi legittimata) dell'Imperatore Carlo V, Margherita d'Asburgo il 18 gennaio 1536, anche se la coppia non ebbe alcun figlio.
A rifare le istituzioni dello stato furono chiamati a metter mano anche due Carnesecchi che ben si adeguano al nuovo regime :
Zanobi di Francesco di Berto Andrea di Paolo di Simone |
Zanobi di Francesco fu precedentemente uno dei sette dittatori
I primi senatori ( 27 aprile 1532 )
Tra essi un Carnesecchi : Andrea di Paolo di Simone
Alessandro di Niccolo Antinori Giovanni di Albertaccio Alberti Giovanni di Filippo dell'Antella Ruberto di Donato Acciaiuoli Zanobi di Noferi Acciaiuoli Girolamo di Luca degli Albizzi Messer Giovanni di messer Bernardo Buongirolami Benedetto di messer Filippo Buondelmonti Zanobi di Bartolomeo Bartolini Salimbeni Girolamo di Niccolo' Capponi Giuliano di Piero Capponi Raffaello di Pandolfo Corbinelli Giovanni di Matteo Canigiani Alessandro di Gherardo Corsini Giovanni di Bardo Corsi Andrea di Paolo Carnesecchi |
Agostino di Francesco Dini Messer Francesco di Piero Guicciardini Messer Luigi di Piero Guicciardini Antonio di Piero Gualterotti Luigi di Francesco Gherardi Iacopo di messer Bongianni Gianfigliazzi Bernardo di carlo Gondi Taddeo di Francesco Guiducci Bartolommeo di Lanfredino Lanfredini Raffaello di Francesco Medici Ottaviano di Lorenzo Medici Filippo di Alessandro Machiavelli Lodovico di Iacopo Morelli Andrea di messer Tommaso Minerbetti Messer Matteo di messer Agnolo Niccolini Filippo di Benedetto Nerli |
Francesco Antonio di Francesco Nori Gio. Francesco di Antonio Nobili Messer Ruberto di Antonio Pucci Gio. Francesco di Ridolfo Ridolfi Luigi di Piero Ridolfi Palla di Bernardo Ruccellai Antonio di Bettino Ricasoli Baroni Federico di Ruberto Ricci Lorenzo di Iacopo Salviati Matteo di Lorenzo Strozzi Gio.Battista vocato Filippo di Filippo Strozzi Prinzivalle di messer Luigi Della Stufa Messer Simone di Filippo Tornabuoni Francesco di Piero Vettori Francesco di Niccolo' Valori Bartolommeo di Filippo Valori
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Manzo Carnesecchi un fiero repubblicano |
Manzo Carnesecchi non e’ uso a fuggire………………….
Non so come collocarlo nelle linee genealogiche dei Carnesecchi
Puo essere che Manzo fosse un soprannome
Di lui parla anche il Busini : come di un fiero popolano
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Lettere di Giambattista Busini a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze - Pagina 1
di Giovanni Battista Busini, Gaetano Milanesi - 1861 - 308 pagine
... di Bernardo Busini e di Lucrezia di Francesco della Fioraia, sua donna, nacque
in Firenze ai 22 di febbraio del. Mandato ancor giovanotto alla scuola ...
Visualizzazione completa - Informazioni su questo libro
Il patriota triestino Giuseppe Revere (1812-1889), che partecipò alle lotte risorgimentali a Milano, Venezia e Roma, fu giornalista, poeta e scrittore. Oltre alle sue opere: "Bozzetti alpini" e "Marine e paesi", eleganti descrizioni di viaggi, scrisse drammi storici, che infiammarono gli italiani di passione patriottica. Morto a Roma, è ora sepolto nel cimitero ebraico di Trieste.
http://books.google.it/books?id=KDQtAAAAMAAJ&pg=PA87&dq=manzo+carnesecchi#PPA93,M1 |
Lorenzino de' Medici: Dramma storico ... - Pagina 87
di Giuseppe Revere - 1839 - 260 pagine
Fuggi, Manzo; s'egli ti trova qui, ogni cosa va a male. MANZO , sedendo.
Manzo Carnesecchi non è uso a fuggire. LORENZINO , furibondo a Manzo. ...
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Biblioteca italiana, o sia giornale di letteratura, scienze ed arti ... - Pagina 166
1839
Ma gli si fanno incontro due popolani, Manzo Carnesecchi e Bernardino Corsini; giovine ...
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IL Politecnico: repertorio mensile di studj applicati alla prosperità e coltura sociale. - Pagina 390
1842
E nel vero, Lorenzino, Alessandro, Caterina Ginori, Fra Leonardo, Carnesecchi,
Corsini, il Guicciardini, Ser Maurizio, Lapo e Nella, hanno tutti nel drama ...
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…………..The Duke, Ser Maurizio, and he have surprised the old popolano Manzo Carnesecchi in Lorenzino's home. Manzo, although at bay, coura- geously accuses Alexander of having violated the terms of the pact of 1530 by depriving the Florentines of their freedom.
LORENZO DI ZANOBI
Emerge tra i Carnesecchi in questo periodo ancora la figura di Lorenzo di Zanobi , il commissario di Castrocaro che figurando tra gli esiliati viene designato a rappresentarli presso Carlo V presentando le ragioni di lagnanza dei fuoriusciti sulle violazioni dei patti di resa
ANNO 1533 MORTE DI CLEMENTE VII : 23 settembre
Il 23 settembre muore il secondo papa mediceo
ANNO 1537 UCCISIONE DEL DUCA ALESSANDRO
L'uccisione del duca Alessandro , assassinato dal cugino Lorenzino de Medici , atteggiatosi poi quale un Bruto , avviene per motivazioni ancora non del tutto chiare
Firenze fortunatamente perde un tiranno sicuramente pericoloso e malaccorto per trovarne un altro perlomeno piu' accorto di Alessandro
LORENZINO DEI MEDICI IL TIRANNICIDA
COSIMO I
Figlio del condottiero Giovanni dalle Bande Nere e di Maria Salviati, Cosimo salì al potere nel 1537, a soli 17 anni, dopo l'assassinio del duca di Firenze Alessandro de' Medici. Il delitto fu ordito da Lorenzino de' Medici, lontano cugino del duca Alessandro che, tuttavia, non seppe cogliere l'occasione di sostituirsi al proprio parente e finì col fuggire da Firenze. Nessuna delle famiglie più importanti sembrava essere in grado di prendere il posto dei Medici; niente pareva opporsi alla fagocitazione nell'Impero di Carlo V o, eventualmente alla restaurazione della repubblica quando Cosimo, allora pressoché sconosciuto, apparve in città, seguito da pochi servi. Egli veniva dal Mugello dove era cresciuto dopo la morte del padre e riuscì a farsi nominare duca nonostante appartenesse ad un ramo secondario della famiglia. Infatti, vista la sua giovane età ed il suo contegno modesto, molti personaggi influenti della Firenze del tempo speravano di avere a che fare con un giovane debole, svagato, attratto solamente dalla caccia e dalle donne; una persona facile da influenzare. Cosimo venne, quindi, nominato capo del governo con la clausula che il potere sarebbe stato esercitato dal consiglio dei Quarantotto. Ma Cosimo aveva interamente ereditato lo spirito battagliero ed, all'occorrenza, crudele della nonna Caterina Sforza.
Infatti, appena investito del potere e dopo aver ottenuto un decreto che escludeva il ramo di Lorenzino da qualsiasi diritto di successione, esautorò i consiglieri ed assunse l'assoluta autorità. Restaurò il potere dei Medici in modo così saldo che da quel momento governarono Firenze e la Toscana fino alla fine della dinastia, avvenuta con la morte senza eredi dell'ultimo granduca Medici, Gian Gastone, nel 1737. Ma la struttura di governo creata da Cosimo durò, ereditata dai nuovi granduchi Lorena, imparentati con gli Asburgo e perciò vicini all´Impero Austriaco, fino alla proclamazione del Regno d'Italia.
La tirannia di Cosimo fece scegliere a molti importanti cittadini l'esilio volontario. Essi radunarono le loro forze col supporto della Francia e degli stati vicini di Firenze per rovesciare il governo fiorentino. Alla fine del luglio 1537 marciarono in Toscana sotto la guida di Piero Strozzi.
Quando Cosimo seppe che si stavano avvicinando, inviò le sue migliori truppe, guidate da Alessandro Vitelli, a scontrarsi con i nemici. Lo scontro avvenne nei pressi della rocca di Montemurlo il 1 agosto 1537 e, dopo aver sconfitto l'armata degli esuli, il Vitelli assaltò il castello, dove lo Strozzi ed i suoi compari si erano rifugiati. L'assedio durò solamente poche ore e terminò con la caduta degli assediati, dando a Cosimo la sua prima vittoria militare.
In realtà, la fortuna giocò un grosso ruolo in questa vittoria: le truppe sconfitte non erano che una piccola avanguardia dell'esercito nemico, ma tutti i principali capi della rivolta ne facevano parte e furono catturati. Solamente lo Strozzi, rimasto sulle montagne con il grosso dell'esercito, si salvò. Ma non appena venne informato della disfatta, decise di battere in ritirata.
I capi della rivolta furono dapprima imprigionati e poi decapitati nel palazzo del Bargello. Filippo Strozzi, padre di Piero, che era invece riuscito a fuggire, fu trovato morto con accanto una spada sporca di sangue ed un biglietto in cui citava Virgilio: probabilmente anch'egli fu ucciso. Per tutta la vita Cosimo agì crudelmente contro chi cercava di opporsi ai suoi piani. Bisogna però ricordare che il suo dispotismo si rivolgeva in massima parte non contro il popolo, ma contro i nobili ed i ricchi borghesi fiorentini che cercavano di mettere in discussione il suo potere.
Dopo i fatti di Montemurlo, Cosimo si rivolse all'imperatore Carlo V per offrirgli i suoi servigi contro i francesi. In cambio ottenne un diploma imperiale che conferiva a lui l'autorità del duca Alessandro.
Inizialmente Cosimo cercò di sposare Margherita, figlia dell'imperatore e vedova del duca Alessandro. Ma non ottenne che un secco rifiuto e la pretesa che alla vedova fosse versata una cospicua parte del patrimonio dei Medici. Abbandondato questo progetto, sposò, nel 1539, Eleonora di Toledo (1519-1562), figlia di Don Pedro Alvarez de Toledo, marchese di Villafranca e viceré spagnolo di Napoli. Si incontrarono per la prima volta nella villa di Poggio a Caiano e si sposarono con grandi fasti nella chiesa di San Lorenzo: lui aveva 20 anni e lei 17. Grazie a questo matrimonio Cosimo entrò in possesso delle enormi ricchezze della moglie e si garantì l'amicizia politica del viceré di Napoli, uno dei più fidati luogotenenti dell'imperatore. Il Bronzino eseguì molti ritratti di Eleonora, il più famoso dei quali è conservato agli Uffizi.
Assieme a Cosimo Eleonora ebbe undici figli, assicurando così in teoria la successione e la possibilità di combinare matrimoni con altre importanti case regnanti, anche se l'unico che sopravvisse in maniera duratura fu Ferdinando I. Eleonora morì nel 1562 all'età di soli quarant'anni, assieme ai suoi figli Giovanni e Garzia. I tre furono uccisi dalla malaria, contratta durante un viaggio verso Pisa, dove volevano curarsi dalla tubercolosi, malattia dovuta all'insalubre situazione cittadina, per sfuggire al quale proprio Eleonora aveva comprato la residenza di Palazzo Pitti in Oltrarno
Già dal 1537, iniziò l'inarrestabile ascesa autoritaria di Cosimo I. A partire dal 1543, dopo avere riscattato le ultime fortezze ancora in mano all'Imperatore, Cosimo I, secondo un disegno sistematico commisurato alle particolari condizioni dello Stato Toscano esposto ai frequenti passaggi di truppe e, minacciato di dentro dal banditismo e dai fuoriusciti fiorentini, avviò una sorprendente attività edilizio-militare:
Come indica il nome, Terra del Sole doveva costituire non un semplice luogo fortificato ma addirittura un piccolo esperimento di città ideale. La breve distanza da Forlì (meno di 10 km) indica, da un lato, la forte penetrazione del potere di Firenze in Romagna (la cosiddetta "Romagna Toscana"); dall'altro, costituiva un abisso incolmabile perché il capoluogo romagnolo non cadde mai in potere dei fiorentini e segna, quindi, l'estremo limite della loro espansione.
Altra priorità di Cosimo fu la ricerca di una posizione di maggior indipendenza rispetto alle forze europee. Egli abbandonò la tradizionale posizione di Firenze, di norma alleata con i francesi, per operare dalla parte dell'imperatore Carlo V. I ripetuti aiuti finanziari che Cosimo garantì all'impero gli valsero il ritiro delle guarnigioni imperiali da Firenze e Pisa ed una sempre maggior indipendenza politica.
Il timore di nuovi attentati alla sua persona lo spinsero a crearsi una piccola legione di guardia del corpo personale, composta da svizzeri. Nel 1548 a Venezia Cosimo riuscì a far uccidere Lorenzino de' Medici per mano di Giovanni Francesco Lottini che assoldò due sicari volterrani. Per anni lo aveva fatto inseguire per tutta Europa e con la sua morte tramontava ogni possibile pretesa dinastica contro di lui sul comando della Toscana. L'anno successivo mediò uno scontro tra Siena e l'impero facendo accettare l'indipendenza della città in cambio della presenza di una guarnigione spagnola al suo interno.
Preferì non intraprendere la conquista di Lucca, fermato dal timore che i lucchesi, gelosi della loro indipendenza, si sarebbero trasferiti altrove con i loro capitali rovinando il commercio della città (come del resto era avvenuto in precedenza con la conquista di Pisa). Andarono a vuoto, invece, i suoi tentativi per ottenere Pontremoli e la Corsica che, pur di sottrarsi dal dominio genovese, avrebbe accettato l'unione con la Toscana, con la quale aveva, se non altro, vincoli culturali e linguistici più profondi.
Sapendo di non essere granché amato dai fiorentini, egli li tenne fuori dall'esercito, quindi disarmati, e arruolò quindi solo dalle altre dei suoi domìni.
Sebbene Cosimo esercitasse il potere in modo dispotico, sotto la sua ammistrazione la Toscana fu uno stato al passo coi tempi. Esautorò da ogni carica, anche formale, la maggior parte delle importanti famiglie fiorentine, non fidandosi dei loro componenti. Scelse piuttosto funzionari di umili origini. Divise giuridicamente ed amministrativamente il suo territorio tra "Stato vecchio" (Firenze ed i suoi territori) e "Stato nuovo" (Siena), quindi tenendo le due zone sapientemente separate. Rinnovò l'amministrazione della giustizia, facendo emanare un nuovo codice criminale. Rese efficienti i magistrati e la polizia. Le sue carceri erano tra le più temute d'Italia.
Spostò la sua dimora da Palazzo Medici (oggi Palazzo Medici Riccardi) a Palazzo Vecchio, in modo che ogni fiorentino avesse ben chiaro che il potere era tutto nelle sue mani. Anni più tardi si trasferì a Palazzo Pitti.
Introdusse e finanziò la fabbricazione di arazzi. Costruì strade, opere di prosciugamento, porti. Dotò molte città toscane di fortilizi. Rafforzò l'esercito, istituì nel 1561 l'Ordine marinaresco di Santo Stefano e migliorò la flotta fiorentina, partecipando alla battaglia di Lepanto. Promosse le attività economiche, sia recuperando antiche lavorazioni (come l'estrazione dei marmi a Seravezza), sia di nuove. I continui aumenti delle tasse, seppur controbilanciati da un incremento dei commerci, posero il germe di uno scontento popolare che si acuirà sempre di più con i suoi successori. Nonostante le difficoltà economiche, fu molto prodigo come mecenate.
Proseguì, inoltre, gli studi di alchimia e di scienze esoteriche, la cui passione aveva ereditato dalla nonna Caterina Sforza.
Negli ultimi dieci anni del suo regno rinunciò alla conduzione degli affari interni dello stato in favore di suo figlio Francesco.
DIARIO FIORENTINO di Luca Landucci
Sesta parte
E a dì 17 d'Aprile 1533, venne in Firenze la Duchessa moglie del Duca Alessandro, e a dì 26 detto andò a stare a Napoli, ch' era figliuola delo Inperadore, non ligittima.
Nel 1529, si cominciò a lasciare la portatura de' capucci, e nel 1532 non se ne vedeva pure uno, che fu spenta l'usanza, e scanbio di capuccio si porta berrette e cappegli. E più, in detto tenpo, si cominciorono a mozzare e capegli, che prima ognuno gli portava lunghi insino a le spalle, e non si trovava pure un solo sanz' essi; e or cominciossi a portare la barba, che prima non si trovava persona che portassi barba ecetto che due, in Firenze, el Corbizo, e uno de' Martegli.
E più in detto tenpo si cominciò a fare le calze di duo pezzi, che prima si facevono d'un pezzo, e sanza tagli veruno, che ora si tagliano per tutto e mettevisi sotto taffettà, e fassi uscire per tutti e tagli.
E a dì 27 di maggio 1533, si cominciò a fare e fondamenti della nuova cittadella fuora della Porta a Faenza, e lavoravasi dì di festa, e dì di lavorare, e più e dì dela Pasqua.
E a dì 25 di settenbre 1533, morì Papa Cremente.
E a dì 11 d'ottobre 1533, fu fatto Papa Paulo 3.
E a dì 25 d'aprile 1535, si cominciò a stanpare monete di soldi 40 l' uno con la testa del Duca Alessandro, un lato, e dal' altro San Cosimo e Damiano.
E a dì 20 di luglio, ci fu le nuove come lo 'nperadore aveva preso Tunizi di Barberia.
E a dì 5 di dicenbre 1535, fu finito quasi afatto tutte le mura di fuori dela cittadella, e cantossi la messa e benedissesi, e messesi la guardia in detta cittadella.
E a dì 19 di dicenbre, si partì el Duca per andare a Napoli a vicitare lo 'nperadore ch' era tornato da Tunizi di Barberia.
E a dì 11 di marzo, tornò el Duca Alessandro de' Medici da Napoli.
E a dì 28 d'aprile 1536 in venerdì a 21 ora, entrò lo 'nperadore in Firenze con 5000 fanti, e 2000 cavalli e 'n prima andò in Santa Maria del Fiore, e di poi nel Palazzo de' Medici, e a dì 29 detto andò a vedere la fortezza, e di poi se n'uscì e andò lungo le mura verso San Gallo, e volse ale stalle del Duca. E a dì primo di maggio andò alla messa in Santa Maria del Fiore, e stette in uno tabernacolo fatto di ricchi drappi.
E a dì 2 di maggio, andò alla Nunziata alla messa, e scopersono la Nunziata.
E a dì 2 di maggio 1536, venne lo 'nbasciadore del Re di Tunisi a lo 'nperadore e recogli el tributo, cioè 4 cavagli e 2 camegli e 8 falconi, e lasciò al Duca e 2 sopradetti dormendari. E a dì 3 detto portò el detto tributo a palazzo alo 'nperadore che era qui in Firenze.
E a dì 4 di maggio 1536, si partì lo' nperadore di Firenze a 15 ore, e andò alogiare a Pistoia.
E a dì 6 detto, andò a Lucca.
E a dì 15 di giugno 1536, venne la Duchessa a marito al Duca Alessandro de' Medici.
E a dì 6 di genaio 1536, in sabato, a 6 ore in circa, la notte di Befanìa, fu tagliato a pezzi, e sgozzato el Duca Alessandro de' Medici, e s'è sepellito che non fu veduto da persona, se none da coloro che lo portorono.
Queste sono le parole quando faceva bandire: Lo inlustrisimo e degnissimo Signore Duca nostro Alessandro de' Medici e sua Consiglieri.
E a dì 9 di genaio 1536, fu fatto el signore Cosimo de' Medici Signore in luogo del Duca, in martedì.
E a dì 20 di genato 1536, venne tre Cardinali e uno Vescovo, cioe Salviati, Ridolfi e Gadi, e 'l Vescovo de' Soderini, per fare acordo col popolo e non si fe nulla.
E a dì primo d'agosto 1537, fu rotto el Canpo de' fuorusciti di Firenze a Montemurlo, che fu tenuta cosa miracolosa, che si rinchiusano nella gabbia da loro a loro: e fuvvi morti assai, e presono molti prigioni.
E Prigioni furono questi, a dì 3 d'agosto 1537.
El figliuolo del capitan Galeoto da Barga, fu inpiccato.
El Sacchettino, per sopranome; inpiccato.
E Vico Rucellai, tagliato el capo.
E Bacciotto del Sevaiuolo, tagliato el capo. A dì 4 d'agosto detto.
El capitano Gerardino, tagliato el capo.
E Govanbatista Giacomini, tagliato el capo.
E Lionardo Ringnadori, tagliato el capo.
El capitano Guera, tagliato el capo, e 'npicato per un piè a la citadela de la Justizia. A dì 20 d'agosto.
E a Baccio Valori, tagliato el capo.
E a Filippo suo figliuolo, tagliato el capo.
E a Filippo Valori di Niccolò tagliato el capo.
E Anton Francesco degl'Albizi, tagliato el capo.
E Alessandro Rondinegli, tagliato el capo.
E Cecchino del Tessitore, inpiccato. E a dì 18 di dicenbre 1538.
Si sgozzò Filippo Strozzi da sè con una spada, che era in prigione nella Cittadella.
E Pagol' Antonio Valori, in un fondo di torre.
E Fabaie del Benino, che s'era fuggito, fu ripreso e tagliatogli el capo.
E Bernardo Canigiani.
E Boccaccino Adimari.
E Giovan Francesco Capponi.
E Cecchino Tosinghi.
E Nigi del Tarchia.
E Gio. Francesco Giugni.
E Sandro da Filicaia.
E figliuolo di Gian Filippo Bartoli.
E Lepre de Rinieri.
E Amerigo Antinori.
E 'l capitano Betto Rinuccini.
E Vieri da Castiglione.
E Neri Rinuccini.
E molti altri, che io none scrivo.
E a dì 5 di genaio 1537, fu fatto Duca di Firenze da uno mandatario dello 'nperadore.
E a dì ... d'ottobre 1538, andò a Roma la Duchessa ch'era moglie del Duca Alessandro morto, ch' era rimaritata al nipote del Papa.
E a dì ... di novenbre 1538, ci vene la Vergine maria de la 'Npruneta, perchè era piovuto lungo tenpo. E subito fatto el partito cesò la piova e fessi bello tenpo, che fu cosa miranda.
E a dì 18 di dicenbre 1538, si sgozò o fu isgozato, Filippo Strozi ch'era prigione in cittadella, stato 16 mesi e 18 giorni, che fu cosa che merita gran considerazione.
E a dì 29 di giugno 1539, entrò la Duchessa del Duca Cosimo de' Medici in Firenze, che era venuta da Napoli a Pisa per mare.
E a dì ... di luglio 1539, di ricolta valeva el grano soldi 70 lo staio.
E a dì 15 d'ottobre, fu finito di fare el pozo nel mezo del chiostro grande di Santa Maria Novella, che prima v'era un pino ch'averà 237 anni; e ponso tutto el chiostro a melaranci, che prima era prato, e di grandissimo piacere.
E di settenbre andorno a stare gli Otto nel Palagio del Podestà, che prima stavano in Palazzo de' Signori.
E più vi tornò el Bargello, che prima stava a lato alla Dogana di verso Santa Croce.
E a dì 3 d'aprile 1540, el Duca Cosimo ebe una figliuola della Duchessa Leonora sua donna.
E a dì 15 di maggio 1540, la villa dello Spirito Santo, andò ad abitare el Duca Cosimo in Palazzo de' Singnori.
E a dì 27 di febraio 1540, fu menato dua leoni in Piazza de' Singnori, in dua gabie come dua stie e, quando gli cavorono fuori delle gabie, un toro gli andò incontro e uno lione prese uno salto e saltogli in sù la schiena e non gli fece male nessuno, e l' uno andò in là e l' altro in quà e non dissono mai più nulla l'uno a l' altro. E molti cani grossi che v'erono non gli dissono mai nulla. In modo gli rimandorono a la stanza loro per la via ch' erono venuti, che vi ritornorono sanza fatica veruna. E nel 1514 ve n' era stato menato un altro, che non fece se non che con una brancata sola amazzò un can corso, che non si mosse punto.
E a dì 25 di marzo 1541, ebe el Duca Cosimo un figliuolo maschio della Duchessa Leonora sua donna, e posegli nome. ...
E a dì primo d'agosto 1541, si batezò con gran festa e grande aparato in San Giovanni.
E a dì 24 d' agosto 1541, andò el Duca Cosimo a vicitare lo 'nperadore a Genova e tornò.
E a dì. ... d' aprile 1542, fu mandato al Duca Cosimo 2 tigri dal Vece re di Napoli suo suocero, in dua gabie, e messogli in una stanza dove stanno e lioni.
E a dì 12 di giugno 1542, venne uno tremuoto in Firenze, non mai più udito el magiore; durò tanto che si sarebbe detto uno Paternostro, e molti altri piccoli. E non fece danno nessuno in Firenze, benchè si sentissi in tutto el dominio fiorentino, eccetto che in Mugello che ruinò tutto el castello della Scarperia. E a l'intorno ruinò 1740 case e morivi 113 uomini, e più 289 feriti e percossi e guasti dalla ruina.
E a dì 6 d'agosto 1542, venne una saetta in su la cupola e non fece quasi danno.
E a dì 18 di settenbre, venne una saetta in su la cupola e non fece danno, o poco.
E più ne venne una in Palazo de' Signori dove ogi abita el Duca Cosimo.
E molte altre ne cadè per Firenze.
E a dì 14 d' ottobre 1542, venne una saetta in su la cupola, e una ne venne in Palazo e molte altre per Firenze.
E a dì 22 di dicenbre venne una saetta in su la cupola, e dètte in su la lanterna e ruinò e spezò tanti marmi che si giudicò che a raconcare si spenderebe più di 12 mila iscudi.
E più ne venne una in Palazo del Duca.
Decadenza e appiattimento delle famiglie repubblicane
Da più di quattro secoli le grandi famiglie fiorentine avevano mantenuto vive le tradizioni repubblicane e democratiche del comune , più che altro perché la forza (o la debolezza) delle singole famiglie era stata sempre più o meno uguale. Molte delle cagioni per la declinazione del potere delle singole famiglie furono piuttosto banali. Nel 1530 la Francia, l'Olanda e l'Inghilterra già tessevano la propria lana (e spesso con risultati migliori delle stoffe tradizionali fiorentine). All'inizio del secolo sedicesimo la Francia aveva una fiorente industria della seta, che pian piano esauriva i mercati fiorentini. L'industria bancaria delle singole famiglie (eccezione fatta dei Medici) non aveva più la forza d'una volta, e col potere crescente dei diversi paesi europei, quale l'Inghilterra, non c'era più bisogno delle piccole banche familiari di Firenze". Era l'epoca della prosperità nazionale in Francia, Spagna e Inghilterra, che contrastava con la prosperità comunale della tradizionale città medievale. Anche la Toscana, su scala minore, partecipava a questa prosperità nazionale, ma, naturalmente, era incapace di competere coi poteri maggiori dell'Europa. Le scoperte nel Mondo Nuovo e nell'Asia orientale portavano l'interesse delle monarchie europee in quelle sfere e fuori dell'ambito più ristretto del Mediterraneo. Infine, le tariffe imposte dall'Inghilterra e dalla Francia contro le merci provenienti dall'estero colpivano di nuovo, fra tutti gli altri mercati, anche quello fiorentino. Ecco i motivi esterni perché molte famiglie nobili perdettero il loro potere e la loro influenza.
Il 20 agosto 1530 fu di nuovo imposto a Firenze, ridotta ormai in extremis dal punto di vista militare e politico, il dominio mediceo. Ecco il prezzo che Carlo V doveva pagare per accontentare il Papa mediceo, Clemente VII. Papa Clemente, figlio bastardo di Giuliano de' Medici, aveva scelto, quale suo rappresentante a Firenze, Alessandro, figlio di Lorenzo, duca d'Urbino. Già dopo il trattato di Barcelona del 1529 Carlo aveva impegnato consorte futura di Alessandro la figlia Margherita, e quando nel luglio del 1531 Alessandro arrivò a Firenze, portava il documento, sigillato dall'Imperatore, che proclamava lui e i suoi eredi legittimi governatori di Firenze. Nel 1532 , il potere mediceo fu accresciuto nella città quando la vecchia costituzione repubblicana (di Priori e di Gonfaloniere) fu abolita e rimpiazzata dal Duca ereditario, aiutato da un consiglio di duecento, un senato di quarantotto e un gabinetto di quattro. In effetti, dopo il 4 aprile 1532 la Repubblica aveva ceduto il posto al Ducato, e da questo punto in poi la posizione politica della nobiltà fiorentina diventava sempre più debole.
Quando poi fu assassinato Alessandro dall'erede potenziale, Lorenzino, pochi furono i Fiorentini che vi badarono, esempio classico dell'alienazione di un principe dai suoi sudditi che Niccolò Machiavelli aveva sconsigliata. A Lorenzino mancava l'influenza o la forza di riprendere in mano il governo della città, e così Cosimo de' Medici, figlio del condottiero Giovanni dalle Bande Nere succedette al ducato. Questi sono fatti già ben noti; ma la sconfitta del 1532, l'imposizione del nuovo regime mediceo, l'assassinio di Alessandro (senza l'intervento di un forte partito aristocratico), e la successione al trono dell'au tocratico figlio di un condottíero fortissimo - tutti questi fattori contribuirono alla decadenza della nobiltà fiorentina, e così dello spirito di rivalità senza cui era forse inevitabile l'ultima decadenza del rinascimento fiorentino. Altro preannuncio dell'avveníre delle famiglie nobili fu la facilità con cui il diciottenne Cosimo succedette al ducato senza la diretta opposizione dei repubblicani rimasti a Firenze, benché, fuori della città, gli esuli continuassero a lavorare contro la restaurazione medicea. Cosimo nel mentre teneva a distanza i suoi inferiori, seguendo sempre una politica autocratica, sia dentro che fuori Firenze. Era un'epoca in cui la monarchia assoluta era di regola nell'Europa, e Cosimo, entro i limiti più stretti della Toscana, fu un esempio tipico di monarca assoluto. Questi dunque i motivi interni, per così dire, della decadenza e dell'immobilità della nobiltà fiorentina dopo il 1530.
E fu Cosimo ad introdurre quei titoli nobiliari che in Firenze mancavano affatto ,creando un rapporto di dipendenza dal duca e l'implicito riconoscimento dell'autorita' ducale (la superiorita' di chi da su colui che riceve , il valore del titolo e' legato al valore di chi lo concede )
Anche l'istituzione dei Cavalieri di santo Stefano in un certo modo va in questo senso
Fiumi pag 272-273 "
Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'eta' comunale ai tempi moderni, Firenze, Olschki, 1968. "La mancata rigenerazione della borghesia capitalistica e il "progressivo disinteresse della classe dominante per le manifatture e per i traffici determinarono la graduale riconversione dell'economia da mercantile ad agraria. A partire dal secolo XV l'organizzazione sociale si va adeguando a questo nuovo ordine di cose. Prende consistenza un neofeudalesimo che ha per vertice il principe. Superata, infatti, con l'affermazione della dinastia medicea, ogni lotta di famig1ie e di gruppi per il predominio politico, il potere si accentra nelle mani del principe, intorno al quale prospera un'aristocrazia terriera, che beneficia dei favori di corte. Le famiglie, che avevano allargato e consolidato i loro possessi rurali impiegandovi, per trarne sicurezza, i capitali guadagnati nel commercio internaziona1e, compongono ora i quadri della nobiltà del granducato, nobiltà che il principe investe di lucrosi benefizi, di commende, di rendite di ordini laici e religiosi`. Di fronte a questa casta privilegiata, la quale, vigendo i vincoli fidecommissari, prende quello che la terra dà e trascura migliorie e bonifiche, sta la plebe cittadina e campagnuola, che vive in condizioni di grave disagio. I mercanti di recente origine, il ceto artigianale e bottegaio, i piccoli proprietari terrieri, ristretti tra nobiltà e proletariato, solo nei casi più fortunati e attraverso qualche generazione possono aspirare alla promozione sociale.
Non pero' senza qualche sussulto : merita una citazione particolare
La congiura di Francesco Burlamacchi,
Francesco Burlamacchi nel concepire la sua congiura, era invece animato dal proposito di fare rivivere le antiche repubbliche della Toscana o per lo meno di rendere libere Pisa, Pistoia, Firenze, Arezzo e, se fosse stato possibile, Perugia e Bologna, congiungendo queste città ed altre ancora alle superstiti repubbliche di Lucca e di Siena. Lui era stato gonfaloniere e nel tempo in cui sperava di tradurre in atto il suo disegno copriva la carica di commissario dell'ordinanza, cioè della milizia del territorio lucchese, carica che doveva rendere facile l'esecuzione del suo piano. Questo era abbastanza semplice. Il Burlamacchi, con il permesso della Signoria, doveva radunare fuori di porta S. Donato i millequattrocento uomini di Borgo a Mozzano e i duecento di Ponte di Moriano con il pretesto di passarli in rassegna. A tarda ora, dopo la chiusura delle porte della città, come se avesse voluto condurre le truppe ad una sua villa di S. Maria in Colle, doveva invece, insieme con quelle dei Colli, di Ponte S. Pietro e di Camaiore guidarle verso Pisa. Egli era sicuro che i Pisani, al suo avvicinarsi si sarebbero levati in arme e che il comandante della fortezza, Vincenzo di Poggio, profugo lucchese non avrebbe opposto resistenza. Occupata Pisa e ingrossato l'esercito, il Burlamacchi avrebbe rapidamente liberate Pistoia, Pescia e Firenze e, abbattuto il giogo di Cosimo de' Medici, ottenuta anche la liberazione di Arezzo e delle altre città toscane. Aveva messo a conoscenza delle sue intenzione Leone Strozzi, il quale, bramoso di vendicarsi di Cosimo, aveva promesso, col fratello Piero, di collaborare all'impresa e il 26 aprile del 1546 aveva avuto a Venezia col Burlamacchi un convegno, dove era stato discusso il piano. Il Burlamacchi voleva che l'impresa si facesse nel giugno, ma lo Strozzi, che allora non disponeva dei trentamila scudi promessi e aspettava il ritorno del fratello assente, lo persuase a rimandare l'esecuzione a settembre. Questo indugio fu fatale perché un Andrea Pessina, che i congiurati avevano messo a conoscenza della trama, tradì; costui andò a Firenze e svelò ogni cosa a Cosimo de' Medici, che ne informò la Signoria lucchese. Il Burlamacchi la notte dal 26 al 27 agosto fu arrestato e sottoposto alla tortura; ma seppe tacere i nomi dei complici; ammise solo di avere avuto dei rapporti con lo Strozzi. Desiderando Cosimo avere nelle sue mani il Burlamacchi per "esaminarlo" - come lui diceva - la Signoria lucchese si rifiutò e si rivolse all'imperatore, il quale ordinò che l'esame fosse fatto a Lucca alla presenza di un commissario imperiale scelto da Ferdinando Gonzaga, il quale mandò Girolamo Bottoni di Casal Monferrato. Più tardi il Burlamacchi fu mandato a Milano e chiuso nel castello dove il 14 febbraio del 1548 venne messo a morte. II Burlamacchi - scrive Ernesto Masi è senza, dubbio un memorabile esempio quanto può fare il sentimento patriottico e l'amore della libertà. Egli si eleva con la mente e col cuore sui pensieri e sulle passioni del suo tempo, di un tempo che separava la morale dal diritto, giustificava i mezzi col fine e idolatrava la potenza e la fortuna a qualunque prezzo acquistate; di un tempo, in cui il libro del "Principe" del Machiavelli era la più alta espressione del patriottismo e del genio politico...". |
Jean Boutier
Trois conjurations italiennes : Florence (1575), Parme (1611), Gênes (1628)A Florence, les conjurations deviennent nombreuses et décisives avec le moment médicéen. La majorité d'entre elles cherche en effet à mettre à bas la "seigneurie" des Médicis pour restaurer les anciennes institutions républicaines, qu'il s'agisse de la conjuration de Luca Pitti en 1465-1466, de celle des Pazzi en avril 1478, ou de celles qui, au XVIe siècle, marquent le maintien d'une forte opposition anti-médicéenne, comme celles de Pier Paolo Boscoli et Agostino Capponi en 1513, au lendemain de la restauration de 1512, du cardinal Soderini en 1522, ou, plus tardive, de Pandolfo Pucci en 1559. Certaines toutefois tentent d'imposer le retour des Médicis comme en août 1497, ou comme celle dite de Santo Spirito en faveur de Malatesta Baglioni, le 10 août 1530. Quelque soit leur objectif politique, toutes regroupent le plus souvent des jeunes gens des "meilleures" familles et se déroulent au sein d'un système social et politique oligarchique.
Congiura di Luca Pitti en 1465-1466
Congiura dei Pazzi en avril 1478
Congiura di Pier Paolo Boscoli et Agostino Capponi en 1513
Congiura di Pandolfo Pucci en 1559
DUE CENSIMENTI
Nel periodo di Cosimo si tengono due censimenti uno nel 1552 l'altro nel 1562
Il primo esiste in due redazioni : uno in Archivio di Stato ed una in Biblioteca Nazionale , ed e' stato oggetto dello studio di P. Battara " La popolazione di Firenze alla meta' del 500 "Firenze 1935
Il secondo del 1562 esiste nella redazione dell'Archivio di Stato (ASF Miscellanea Medicea 224 )
Per Firenze descrive i fuochi e per ciascun fuoco da il nome del capofamiglia mentre da solamente il numero dei maschi e delle femmine presenti nel fuoco
Per gli altri luoghi del Granducato , purtroppo , da solamente il numero dei fuochi
E' stato pubblicato per la citta' di Firenze dall'editore Alberto Bruschi di Firenze col titolo " I Fiorentini nel 1562"
|
fuochi |
bocche |
maschi |
femmine |
|
|
|
|
|
Quartiere di Santo Spirito |
2303 |
|
6337 |
8051 |
Quartiere di Santa Croce |
1345 |
|
4061 |
4790 |
Quartiere di Santa Maria Novella |
1664 |
|
4890 |
5926 |
Quartiere di San Giovanni |
3414 |
|
11150 |
13995 |
|
|
|
|
|
TOTALI per la citta' di Firenze |
8726 |
|
26446 |
32770 |
|
|
|
|
|
|
|
|
59216 |
|
fuochi |
bocche |
|
|
|
|
|
Podesteria di San Giovanni |
793 |
4350 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Castelfranco |
693 |
3260 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Terranuova |
896 |
4445 |
Vicariato di San Giovanni |
Terzo di Loro |
310 |
1368 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Montevarchi |
838 |
4292 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Laterina |
331 |
1574 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria del Bucine |
897 |
3890 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Figghine |
620 |
3223 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Greve |
932 |
5017 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Pontassieve |
1793 |
9652 |
Vicariato di San Giovanni |
Podesteria di Cascia |
1145 |
6191 |
Vicariato di San Giovanni |
|
|
|
|
Podesteria di Scarperia |
526 |
2759 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Lega di Tagliaferro |
424 |
2589 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria del Borgo a san Lorenzo |
1158 |
5766 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Barberino |
795 |
4271 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Vicebio |
909 |
4314 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Dicomano |
898 |
3732 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Carmignano |
570 |
2959 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Campi |
1425 |
8727 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Fiesole |
1454 |
7766 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
Podesteria di Sesto |
1298 |
6783 |
Vicariato del Mugello o Scarperia |
|
|
|
|
Podesteria di Empoli |
892 |
4842 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Montelupo |
442 |
2282 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria della Lastra |
465 |
2407 |
Vicariato di Certaldo |
Lega della Lastra |
843 |
4512 |
Vicariato di Certaldo |
Lega di Galluzzo |
1476 |
7804 |
Vicariato di Certaldo |
Lega del Bagno a Ripoli |
1187 |
6561 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di San Casciano |
903 |
4970 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Montespertoli |
700 |
4296 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Certaldo |
509 |
2701 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Pozzibonzi |
531 |
2614 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Barberino |
779 |
4338 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Radda o Terzo di Radda |
335 |
1538 |
Vicariato di Certaldo |
Terzo della Castellina |
510 |
2505 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Gambassi |
313 |
1768 |
Vicariato di Certaldo |
Podesteria di Castelfiorentino |
406 |
2121 |
Vicariato di Certaldo |
|
|
|
|
Vicariato di san Miniato al tedesco |
821 |
5464 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
Podesteria di Vinci del contado libero |
642 |
3650 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
Podesteria di Montayone del contado libero |
780 |
4231 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
Podesteria di Fucecchio del distretto |
573 |
2964 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
Podesteria di Santa Maria in monte del distretto |
745 |
3761 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
Colle Patti ( Podesteria di Castelfiorentino in questo Vicariato ) |
53 |
218 |
Vicariato di san Miniato al tedesco |
|
|
|
|
Prato la terra sola |
1043 |
508 |
Podesteria di Prato |
Sobborghi di Prato |
156 |
914 |
Podesteria di Prato |
Contado di Prato |
1384 |
7097 |
Podesteria di Prato |
|
|
|
|
Terziere di san Martino |
694 |
3094 |
Citta' e sobborghi di Pisa |
Terziere di Santa Maria |
581 |
2286 |
Citta' e sobborghi di Pisa |
Terziere di San Francesco |
606 |
2924 |
Citta' e sobborghi di Pisa |
Sobborghi di Pisa |
344 |
1765 |
Citta' e sobborghi di Pisa |
|
|
|
|
Podesteria di Lari |
974 |
4354 |
Vicariato di Lari |
Podesteria di Palaia |
863 |
4099 |
Vicariato di Lari |
Podesteria di Peccioli |
1577 |
7097 |
Vicariato di Lari |
Podesteria di Rossignano |
184 |
818 |
Vicariato di Lari |
Podesteria di Pontedera (in questo Vicariato : Ponte di Sacco e Monte Castello ) |
184 |
882 |
Vicariato di Lari |
|
|
|
|
Podesteria di Vico |
721 |
3785 |
Vicariato di Vico Pisano |
Podesteria di Cascina e Pontedera |
1118 |
6772 |
Vicariato di Vico Pisano |
Podesteria di Librafacta |
1038 |
5120 |
Vicariato di Vico Pisano |
|
|
|
|
Capitanato di Pietrasanta |
|
9934 |
Capitanato di Pietrasanta |
|
|
|
|
Podesteria di Bargha |
882 |
3798 |
Podesteria di Bargha |
|
|
|
|
Capitanato di Bagnione e Castiglione del terziere |
663 |
3425 |
Capitanato di Bagnione e Castiglione del terziere |
|
|
|
|
Podesteria di Codiponte |
1100 |
5545 |
Podesteria di Codiponte |
|
|
|
|
Capitanato di Fivizzano |
918 |
4734 |
Capitanato di Fivizzano |
|
|
|
|
Vicariato di Pescia |
3397 |
15771 |
Vicariato di Pescia |
|
|
|
|
Quartiere di Porta al Borgo |
347 |
1418 |
Citta' di Pistoia e contado |
Quartiere di Porta a San Marco |
306 |
1339 |
Citta' di Pistoia e contado |
Quartiere di Porta Callatica |
307 |
1193 |
Citta' di Pistoia e contado |
Fortezza in detto quartiere |
17 |
26 |
Citta' di Pistoia e contado |
Quartiere di Porta Lucchese |
420 |
1869 |
Citta' di Pistoia e contado |
Contado di Pistoia |
2464 |
12873 |
Citta' di Pistoia e contado |
|
|
|
|
Podesteria di Larciano |
1314 |
6043 |
Citta' di Pistoia e contado |
|
|
|
|
Podesteria di Tizzana |
540 |
3111 |
Citta' di Pistoia e contado |
|
|
|
|
Podesteria del Montale |
1004 |
5090 |
Citta' di Pistoia e contado |
|
|
|
|
Montagna di Pistoia |
2121 |
8997 |
Citta' di Pistoia e contado |
|
|
|
|
|
|
|
|
Vicariato di Firenzuola |
1319 |
5268 |
Vicariato di Firenzuola |
|
|
|
|
Capitanato di Palazzuolo |
638 |
3144 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Tredosio |
463 |
2169 |
Romagna fiorentina |
Capitanato di Marradi |
1115 |
5554 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Modigliana |
861 |
4273 |
Romagna fiorentina |
Capitanato di Castrocaro |
500 |
2331 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Dovadola |
284 |
1365 |
Romagna fiorentina |
Podesteria della Rocca san Casciano |
385 |
2001 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Porsico |
416 |
1822 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Galeata |
1031 |
4807 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Primalquore |
525 |
2521 |
Romagna fiorentina |
Podesteria di Montalto |
246 |
1054 |
Romagna fiorentina |
Capitanato di Val di Bagnio |
1469 |
6796 |
Romagna fiorentina |
|
|
|
|
Podesteria di Poppi |
861 |
3729 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di Pratovecchio |
900 |
3845 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di Romena |
1345 |
5880 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di San Lorino |
351 |
1578 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di castel San Niccolo |
908 |
3885 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di Monte Migniaio |
484 |
1995 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di Ortigniano |
336 |
1426 |
Vicariato di Casentino |
Podesteria di Bibbiena |
777 |
3387 |
Vicariato di Casentino |
|
|
|
|
Pieve Sancto Stefano…………………………………………. |
1099 |
4138 |
Vicariato della Pieve Sancto Stefano |
Vicariato della Badia |
690 |
2408 |
Vicariato della Pieve Sancto Stefano |
Podesteria di Verghereto |
842 |
3693 |
Vicariato della Pieve Sancto Stefano |
|
|
|
|
Anghiari e ……………….. |
900 |
3169 |
Vicariato di Anghiari |
Podesteria di Caprese |
424 |
1454 |
Vicariato di Anghiari |
Podesteria di Chiusi |
534 |
1886 |
Vicariato di Anghiari |
Podesteria di Castel focogniano |
842 |
3447 |
Vicariato di Anghiari |
Podesteria di Subbiano |
686 |
2908 |
Vicariato di Anghiari |
Vicariato di Monterchi |
454 |
1486 |
Vicariato di Anghiari |
|
|
|
|
Podesteria di Sestino |
681 |
2888 |
Podesteria di Sestino |
|
|
|
|
Citta' e Capitanato di Borgo san Sepolcro |
|
8163 |
Citta' e Capitanato di Borgo san Sepolcro |
|
|
|
|
Quartiere della Chiassa |
340 |
1371 |
Capitanato d'Arezzo e suo corfine |
Quartiere di Quarata |
530 |
2066 |
Capitanato d'Arezzo e suo corfine |
Quartiere del Bagnioro |
756 |
2766 |
Capitanato d'Arezzo e suo corfine |
Quartiere della Casta |
636 |
3207 |
Capitanato d'Arezzo e suo corfine |
|
|
|
|
Podesteria di Civitella |
802 |
3596 |
Capitanato d'Arezzo e suo corfine |
|
|
|
|
Podesteria di Castiglion fiorentino |
2241 |
5361 |
Podesteria di Castiglion fiorentino |
|
|
|
|
Castel di Foiano e sua Podesteria |
815 |
3375 |
Castel di Foiano e sua Podesteria |
|
|
|
|
Castello di Lucignano e sua Podesteria |
|
2104 |
Castello di Lucignano e sua Podesteria |
|
|
|
|
Citta' e Ville e Comuni di Cortona |
2681 |
12124 |
Citta' e Ville e Comuni di Cortona |
Montagna di Cortona |
451 |
1857 |
Montagna di Cortona |
Valle di Pierle' |
374 |
1402 |
Valle di Pierle' |
|
|
|
|
Terra e Ville e Comuni di Montepulciano |
1706 |
7275 |
Terra e Ville e Comuni di Montepulciano |
|
|
|
|
Citta' di Volterra ………………….. |
1454 |
7195 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria di Castel nuovo |
240 |
976 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria di Ripomarancie |
299 |
1363 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria di Monte Castelli |
243 |
1025 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria del Sasso |
174 |
651 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria di Monte verdi |
102 |
363 |
Capitanato di Volterra |
Podesteria di Querceto |
301 |
1219 |
Capitanato di Volterra |
|
|
|
|
Podesteria di Campiglia |
391 |
1567 |
Capitanato di Campiglia |
Podesteria di Bibbona |
406 |
1571 |
Capitanato di Campiglia |
|
|
|
|
Podesteria di Colle |
876 |
4205 |
Podesteria di Colle |
|
|
|
|
Podesteria di san Gemignano |
987 |
4989 |
Podesteria di san Gemignano |
|
|
|
|
Capitanato di Livorno |
194 |
749 |
Capitanato di Livorno |
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Nel censimento del 1562 compaiono i seguenti capofamiglia dei Carnesecchi nella citta' di Firenze
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fuochi |
maschi |
femmine |
Quartiere |
Popolo |
Raffaello |
1 |
0 |
0 |
Santo Spirito |
San Felice in Piazza |
Raffaello |
1 |
3 |
2 |
Santo Spirito |
San Felice in Piazza |
Camilla di Bartolomeo Carnesecchi |
1 |
3 |
3 |
Santo Spirito |
San Felice in Piazza |
Giovanni di Giovanni |
1 |
4 |
3 |
Santa Maria Novella |
San Paolo |
Giovanni di Luca |
1 |
3 |
4 |
Santa Maria Novella |
San Paolo |
Bartolomeo di Zanobi |
1 |
4 |
5 |
Santa Maria Novella |
Santa Maria Maggiore |
Pierfrancesco di Andrea |
1 |
0 |
0 |
San Giovanni |
San Lorenzo |
Pierfrancesco di Andrea |
1 |
4 |
4 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Francesco di Ridolfo |
1 |
1 |
3 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Piero di Bernardo |
1 |
3 |
6 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Lorenzo di Lorenzo |
1 |
2 |
4 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Niccolo' di Cosimo |
1 |
1 |
1 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Piero di Bartolomeo |
1 |
2 |
4 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Leonardo di Raffaello |
1 |
7 |
7 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Amerigo di Bernardo |
1 |
2 |
2 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Bernardo di Francesco |
1 |
2 |
3 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Pagolo di Antonio |
1 |
2 |
2 |
San Giovanni |
Santa Maria Maggiore |
Marietta di Girolamo |
1 |
1 |
3 |
San Giovanni |
San Lorenzo |
Marietta gia' di Giovanni Carnesecchi |
1 |
4 |
1 |
San Giovanni |
San lorenzo |
Piero ; Antonio ; Pagolo di Andrea |
1 |
0 |
0 |
San Giovanni |
Santa Maria del fiore |
Piero ; Antonio ; Pagolo di Andrea |
1 |
5 |
5 |
San Giovanni |
Santa Maria del fiore |
Camilla gia' di Giuliano Carnesecchi |
1 |
2 |
3 |
San Giovanni |
San Piero Maggiore |
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Sono molto pochi rispetto a quanto dovrebbero essere
Molto probabilmente altri Carnesecchi erano gia' residenti fuori della citta'
Un modo di dire da sfatare . I libri di genealogia nobiliare dicono i Carnesecchi di Firenze si sono estinti . Questo puo’ essere accettato solo nei termini " i Carnesecchi ammessi al patriziato fiorentino si estinsero " i Carnesecchi fortunatamente per loro non si estinsero infatti sopravvissero altri rami che pur avendo i medesimi antecessori non facevano parte del patriziato mediceo . |
di Giuliano de' Ricci, Giuliana Sapori - 1972 - 671 pagine
La famiglia de' Carnesecchi nella nostra città è nobile ma numerosa, di huomini
ve ne ha de' poveri et de' ricchi et de' pazzi et de' savii; et fra essi un ...
A Cosimo I succedono :
FRANCESCO I |
1574 - 1587 |
FERDINANDO I |
1587 - 1609 |
Figlio di Cosimo I de' Medici ed Eleonora di Toledo, fin dal 1564 fu reggente del granducato al posto del padre.
Il 18 dicembre 1565, sposò Giovanna d'Austria (1548 - 1578), figlia di Ferdinando I d'Asburgo. Dopo la morte della prima moglie, Francesco si risposò con Bianca Cappello nel 1579. I due ebbero un figlio Antonio (29 agosto 1576 - 2 maggio 1621), o secondo altre fonti fu adottato dalla coppia. In ogni caso questo singolare individuo fu osteggiato dai suoi familiari e venne escluso dalla successione. La Cappello fu sempre invisa alla corte ed al fratello di Francesco, il cardinale Ferdinando, tanto che l'improvvisa morte della coppia, a distanza di un solo giorno l'uno dall'altra, fece pensare a lungo tempo ad un avvelenamento ordinato dal cardinale stesso, mentre le cronache parlarono di cause legate a una malattia fulminante: solo nel 2006 è stato provato l'effettivo avvelenamento per arsenico.
Francesco, come il padre, era incline al dispotismo ma, al contrario di questi, non seppe mantenere l'indipendenza di Firenze ed agì quasi come un semplice vassallo di suo suocero, l'imperatore del Sacro Romano Impero. Egli inoltre non si interessò molto di politica e preferì lasciare le sorti del Granducato nelle mani dei numerosi funzionari dei quali si fidava ciecamente. Continuò a tassare pesantemente i propri sudditi al fine di versare un gran numero di tributi all'Impero.
Fondò varie attività artigianali di porcellane e terracotte, ma queste non si svilupparono che dopo la sua morte. Come i propri avi, fu un importante mecenate, favorendo molti artisti e dando incarico al Buontalenti di costruire una villa a Pratolino, dove egli stesso aveva acquistato una tenuta nel 1568. La villa, oggi perduta, fu costruita tra il 1569 ed il 1581 ed è ricordata come la più sfarzosa tra le ville medicee, edificata con l'intento di creare un ambiente fiabesco per la seconda moglie di Francesco. Fondò l'Accademia della Crusca, istituzione destinata a durare fino ai giorni nostri. Era, inoltre, appassionato di chimica, e spendeva molte ore nel proprio laboratorio. Famoso è lo Studiolo che si fece realizzare da Giorgio Vasari in Palazzo Vecchio, dove si dedicava allo studio e alla ricerca alchemica e di altre dottrine a metà strada tra lo scientifico e l'occulto.
A Francesco succedette il fratello Ferdinando.
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LE MAPPE DEI CAPITANI DI PARTE GUELFA
Le Mappe furono elaborate fra il 1580 e il 1595 per conto dei Capitani di Parte Guelfa, visto lo stato disastroso delle strade e l' indolenza dei responsabili della manutenzione. Sono alcune centinaia.
Sono state stampate in anastatica dall' Archivio di Stato di Firenze.
L'opera e' corredata da
"Guida all'identificazione del territorio attraverso la cartografia moderna " a cura di Matteo Barbaruto
Carte da 1 a 82 Potesteria del Galluzzo e Lega della Casellina Carte da 83 a 120 Lega del Bagnio Carte da 121 a 163 Potesteria del Greve Carte da 164 a 189 Potesteria di Barberino di Val d'Elsa Carte da 190 a 210 Potesteria di san Casciano Carte da 211 a 251 Vicariato di San Giovanni Carte da 252 a 267 Potesteria di Castelfranco di sopra Carte da 268 a 323 Chianti Carte da 324 a 355 Potesteria di Poggibonsi Carte da 356 a 368 Potesteria di Gambassi e Mont'Aione Carte da 369 a 396 Potesteria di Sesto |
Carte da 397 a 406 Lega di Brozzi Carte da 407 a 419 Lega di Campi Carte da 420 a 430 Lega di Signa Carte da 431 a 460 Lega di Callenzano Carte da 461 a 519 Potesteria di Prato Carte da 520 a 544 Lega di Montemurlo Carte da 545 a 562 Potesteria di Carmignano Carte da 563 a 578 Potesteria di Cerreto , Santa Croce e Fucecchio Carte da 579 a 600 Potesteria di Vinci Carte da 601 a 649 Potesteria di Mugello Carte da 650 a 694 Vicariato di San Miniato |
Ricevo dal dr Paolo Piccardi
Allego l'elenco delle carte nei quali sono compresi i beni dei Carnesecchi.
Sesto fiorentino Pianta num 375 Popolo Santo Michele a Castello Pianta num 376 Popolo Santa Maria a Quarto |
Lega di Signa Pianta num 425 Popolo di Santa Maria in Castello |
Fucecchio Pianta num 577 Popolo di San Salvatore a FucecchioPianta num 578 Popolo di Santa Croce a Fucecchio |
Lega di Brozzi Pianta num 403 Popolo di San Martino a Brozzi |
Lega di Montemurlo Pianta num 529 Popolo di Villa di PalarcianoPianta num 530 Popolo di Villa di Pantano Pianta num 531 Popolo di Villa di val d’Agnia |
Mugello Pianta num 644 Popolo di San Iacopo a Villa Nova e Santa Maria a Colle Barucce |
Lega di Campi Pianta num 411 Popolo di Santa Maria a Campi Pianta num 412 Popolo di San Lorenzo |
Podesteria di Carmignano Pianta num 551 Popolo di Santa Crestina in Pilli |
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Ovviamente coprendo le carte solo una parte limitata del territorio e' evidente come queste non possono dare un rapporto esaustivo dei beni dei Carnesecchi
DURANTI Beni 472 , 474 , 577 , 578 Edifici 474 Tragetto strada 474
GRAZINI Beni 375 , 376 , 399 |
Pianta num 472 Popolo di San Piero a Figline Pianta num 474 Popolo di San Michele a Cerreto Pianta num 577 Popolo di San Salvatore a FucecchioPianta num 578 Popolo di Santa Croce a Fucecchio
Pianta num 375 Popolo Santo Michele a Castello Pianta num 376 Popolo Santa Maria a Quarto Pianta num 399 Popolo di santa Maria a Peretola |
Le mappe dei capitani paiono pero' essere abbastanza approssimative prova di presenza non di assenza
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Storia cronologica di Firenze : Signoria della Famiglia de' Medici |
COSIMO II |
1609 - 1621 |
FERDINANDO II |
1621 - 1670 |
Storia cronologica di Firenze : Signoria della Famiglia dei Medici |
COSIMO III |
1670 - 1723 |
GIAN GASTONE |
1723 - 1737 |
VICENDE DEI CARNESECCHI DURANTE IL PRINCIPATO
Nel tempo del Granducato Mediceo 8 individui di casa Carnesecchi saranno senatori
Il Senato dei Quarantotto nacque ufficialmente il 27 aprile 1532, con la creazione del Ducato di Firenze e la nomina di Alessandro de' Medici a duca di Firenze, nella fase di transizione tra la Repubblica fiorentina e il futuro Granducato di Toscana, che vide riformate le più importanti istituzioni repubblicane e comunali.
Durante l'epoca medicea, i membri del senato, incarico che durava a vita, dovevano possedere la cittadinanza fiorentina, non avere meno di quarant'anni ed essere già membri del Consiglio dei Dugento.
Il 9 gennaio 1537 il Senato dei Quarantotto elesse Cosimo I de' Medici, figlio di Giovanni delle Bande Nere, capo et primario della città di Firenze, su suggerimento, tra gli altri, del senatore Francesco Guicciardini [1]. Con questa nomina furono gettate le basi per la nascita del Granducato di Toscana che avvenne qualche decennio più tardi, ma i rapporti tra il senato e Cosimo non furono sempre idilliaci, a causa delle mire accentratrici del nuovo duca di Firenze.
Con l'arrivo degli Asburgo-Lorena (1737) il senato fiorentino perse progressivamente d'importanza. Tuttavia, tra il 1761 e il 1764, in coincidenza con la fine della reggenza, furono nominati nuovi senatori, con lo scopo principalmente di favorire una riconciliazione tra la casa regnante austriaca e la classe dirigente toscana. L'abolizione del Senato dei Quarantotto avvenne il 9 marzo 1808 per opera del governo francese.
Il Senato dei Quarantotto
Ducato di Firenze, per il periodo: 1532 - 1569
Granducato di Toscana, principato mediceo, per il periodo: 1569 - 1737
Granducato di Toscana, principato lorenese, per il periodo: 1737 - 1801
Il Senato dei Quarantotto fu istituito il 27 aprile 1532, nel quadro della riforma costituzionale che decretò il passaggio dalla Repubblica fiorentina al principato mediceo.
I suoi membri, che rimanevano in carica a vita, dovevano essere cittadini fiorentini scelti tra gli appartenenti al Consiglio dei Dugento e dovevano avere un'età non inferiore ai quarant'anni. I primi Quarantotto furono nominati dagli stessi Dodici Riformatori che avevano redatto il testo delle "Ordinazioni", mentre le loro successive sostituzioni furono riservate al duca e ai suoi consiglieri.
L'articolo 4 delle "Ordinazioni" assegnava a questo organo consiliare l'autorità di approvare le leggi di carattere generale riguardanti il principato e nominare alcuni importanti ufficiali e magistrati, ossia "li XII procuratori, li Otto di praticha, li Otto di guardia, Conservatori di legge et il Magistrato dei capitani e proveditori delle forteze, officiali del Monte, Consoli del mare, Capitani di Pisa, di Arezzo, di Pistoja, di Volterra et di Cortona, potestà di Prato, Capitano di Castrocaro et di Fivizano" [PANSINI, 1991, p. 777]. Come il Consiglio dei Dugento, il Senato si riuniva soltanto alla presenza del principe o di un suo delegato e del Magistrato Supremo.
La carica di senatore garantiva un notevole prestigio, nonché la possibilità di accedere a magistrature importanti, poiché tra i membri dell'assemblea venivano scelti, almeno in parte, gli Otto di guardia e balia, i Conservatori di leggi, i Dodici buoni uomini. Proprio come il Consiglio dei Dugento, tuttavia, ben presto anche il Senato subì una perdita di potere, arrivando già all'epoca di Cosimo I semplicemente a dare veste pubblica alle decisioni del principe. In questo modo, quello che nelle intenzioni dei Dodici Riformatori doveva essere il massimo organo legislativo, mantenne solo un'autorità formale. Nonostante ciò, l'appartenenza al Senato fu un elemento di riconoscimento fondamentale per l'oligarchia fiorentina, che se ne servì per mantenere le distanze dagli uomini nuovi, spesso provinciali, che, grazie al loro rapporto diretto con il principe, riuscivano ad acquisire posizioni di potere. Salvo rari casi - tra questi si ricordano Lelio Torelli all'epoca di Cosimo I, Paolo e Belisario Vinta all'epoca di Ferdinando I, Curzio Picchena all'epoca di Cosimo II, Bastiano Cellesi e Andrea Cioli all'epoca di Ferdinando II, Andrea Poltri, Aurelio Sozzifanti, Francesco Panciatichi e Coriolano Montemagni all'epoca di Cosimo III - l'accesso alla carica senatoriale rimase appannaggio delle famiglie della nobiltà cittadina.
Con l'estinzione della famiglia Medici (1737), il peso politico del Senato si ridusse ulteriormente. Un ultimo richiamo alla sua antica centralità costituzionale si ebbe quando il granduca Cosimo III, in cerca di legittimazione per la candidatura alla successione della propria figlia Anna Maria, fece approvare dall'assemblea il motuproprio con cui il 27 novembre 1713 destinava l'Elettrice palatina al governo della Toscana. Sostenendo gli ultimi Medici prima e proponendo soluzioni dinastiche alternative che comunque salvaguardassero la "libertà" fiorentina poi, il ceto dirigente toscano interveniva compatto nel dibattito internazionale sui destini politici del Granducato in difesa di quel sistema istituzionale che risaliva ai diplomi di Carlo V e alle "Ordinazioni" e che aveva come asse portante proprio il Senato. Quando, però, il Granducato fu definitivamente assegnato a Francesco Stefano di Lorena, il Senato medesimo non poté che prenderne atto e riconoscere il nuovo principe, la cui investitura fu celebrata il 24 gennaio 1737. Con la dinastia lorenese al potere e la riorganizzazione dei sistemi di governo e amministrativi da questa promossa, il Senato dei Quarantotto perse ogni rilevanza. Dal 1738, per oltre vent'anni, non furono più nominati senatori, cosicché i membri dell'assemblea si ridussero progressivamente da 43 nel 1737 a 15 nel 1757. Quando, tra il 1761 e il 1764, furono nominati 20 nuovi senatori, fu soprattutto in funzione del disegno di riconciliazione tra la casa regnante e la classe dirigente toscana, avviato dopo la sostituzione del conte di Richecourt con il maresciallo Botta Adorno, quale governatore e rappresentante del granduca a Firenze (1757). Emblematicamente con il 1739 si interrompe la serie documentaria delle Provvisioni approvate da questo organo consiliare, al quale non fu più riservato nemmeno il riconoscimento formale di pubblicare le leggi. L'abolizione ufficiale del Senato dei Quarantotto fu decretata dal governo francese, il 9 marzo 1808.
Tratto da :
http://www.archiviodistato.firenze.it/siasfi/index.html
Senatori del granducato mediceo 1532--- 1769
Dati ricavati da Manni : "Serie dei senatori fiorentini "
Nome |
Nascita e morte |
data di elezione |
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Andrea di Paolo di Simone Carnesecchi |
(1 luglio 1468 -29 giugno1542) |
eletto 27 aprile 1532 |
Bernardo di Andrea Di Bernardo Carnesecchi |
(17 novembre1481-7 marzo 1557) |
eletto 17 dicembre 1546 |
Bartolomeo di Zanobi di Francesco Carnesecchi |
(3 ottobre1501-23 maggio 1569) |
eletto 31 marzo 1559 |
Pier Francesco di Andrea di Bernardo Carnesecchi |
(10 gennaio1492-22 ottobre1576) |
eletto 14 agosto 1571 |
Cristofano di sen Pierfrancesco di Andrea Carnesecchi |
(10 giugno1531-3 giugno 1599) |
eletto 19 novembre 1586 |
Raffaello di Lionardo di Raffaello Carnesecchi |
(9 luglio1547-31agosto 1621) |
eletto 20 agosto 1615 |
Antonio di Paolo di Antonio Carnesecchi |
(28 ottobre1570 -16 dicembre1648) |
eletto 30 gennaio 1622 |
Francesco di Giovanbattista di Zanobi Carnesecchi |
(17 settembre1617-12 gennaio 1691) |
eletto 14 luglio 1663 |
Dal Priorista del Ricci
Appresso si farà nota di tutti li Senatori della città di Firenze e prima di quelli fatti dalla Balia de 12 Riformatori confermati da Papa Clemente VII e poi seguiteranno quelli che sono stati eletti di mano in mano da G. Duchi pro tempore, con il Quartiere per il quale passano, tempo della nascita, elezione, e morte di ciascheduno di Loro, e con la nota del tempo dell’ elezione di quelli che di tali Senatori sono stati, e saranno fatti depositari.
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Quartieri per i quali passano |
Depositari con il tempo dell'elezione |
Nascita |
Giorno elezione |
Morte |
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S. Giovanni |
Andrea di Paolo di Simone Carnesecchi |
01-lug-1468 |
27-apr-1532 |
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Balia |
S. Giovanni |
Bernardo d'Andrea di Bernardo Carnesecchi |
17-nov-1481 |
Dicembre-1546 |
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S. Giovanni |
Bartolomeo di Zanobi di Francesco Carnesecchi |
03-ott-1501 |
Marzo 1559 |
23-mag 1569 |
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S. Giovanni |
Pierfrancesco d'Andrea di Bernardo Carnesecchi |
10-gen-1492 |
14-ago-1571 |
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|
S. Giovanni |
Cristofano di Pierfrancesco d'Andrea Carnesecchi |
10-giu-1531 |
19-nov-1586 |
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S. Giovanni |
Can.ro Raffaello di Lionardo di Raffaello Carnesecchi |
09-lug-1547 |
20-ago-1615 |
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S. Giovanni |
Antonio di Paolo d'Antonio Carnesecchi |
28-ott-1570 |
30-gen-1622 |
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S. Giovanni |
Francesco di Gio.B:a di Zanobi Carnesecchi |
17-set-1617 |
14-lug-1663 |
12-gen-1692 |
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Anni in cui e' presente un senatore Carnesecchi |
Anni in cui manca |
Granduca in carica e note |
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1532----1542 |
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1542----1546 |
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1546---1557 |
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1557---1559 |
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1559---1569 |
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1569---1571 |
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1571---1576 |
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1576---1586 |
Francesco I 1574---1587 e' da notare l'assenza di un sen. Carnesecchi praticamente per tutto il periodo di signoria di Francesco I |
1586---1599 |
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1599---1615 |
Ferdinando I 1587---1609 |
1615---1621 |
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Cosimo II 1609---1621 |
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1621---1622 |
Ferdinando II 1621---1670 |
1622---1648 |
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1648---1663 |
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1663-1691 |
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Cosimo III 1670---1723 |
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1691--- |
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Numero di senatori-----Confronto con le altre famiglie fiorentine
Da Manni "Serie dei Senatori fiorentini"
cognomi |
Numero senatori |
cognomi |
Numero senatori |
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Capponi |
28 |
Corsini |
9 |
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Ricasoli baroni |
13 |
Gianfigliazzi |
9 |
|
Ricasoli |
13 |
Pucci |
9 |
|
Strozzi |
20 |
Ricci |
9 |
|
Medici |
18 |
Martelli |
9 |
|
Antinori |
13 |
Pitti Gaddi |
9 |
|
Guicciardini |
12 |
Alamanni |
9 |
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Acciaiuoli |
11 |
Carnesecchi |
8 |
|
Gondi |
11 |
Albizzi |
8 |
|
Nicolini |
11 |
Buondelmonti |
8 |
|
Ridolfi |
11 |
Della stufa |
8 |
|
Altoviti |
11 |
Nobili |
8 |
|
Nerli |
10 |
Pandolfini |
8 |
|
Salviati |
10 |
Ginori |
8 |
I CARNESECCHI
NEL
Consiglio dei DUGENTO
ANNO 1532 Andrea di Paolo Zanobi di Francesco Bernardo d’ Andrea
ANNO 1540 Bart.lo di Zanobi
ANNO 1546 Simone d’Andrea di Pagolo Pierfranco d’ Andrea di Bernardo
ANNO 1572 Bernardo di Francesco di Zanobi
ANNO 1583 Niccolo di Cosimo Cristofano di Pierfrancesco
ANNO 1590 Zanobi di Bart.o
ANNO 1598 Can.re Raffaello di Lionardo Giovanfranco di Gio: Giovanni di Giovanni
ANNO 1615 Pierfrancesco di Cristofano
ANNO 1621 Giovanba.a di Zanobi del Suo.re Bart.lo Antonio di Paolo
ANNO 1626 Luca di Giovanfrancesco di Gio:
ANNO 1631 Franc.co di Gio: di Gio:
ANNO 1641 Ferdinando di Gio:ta di Zanobi
ANNO 1660 Francesco di Gio:ta di Zanobi
ANNO 1666 Gio: Buonaventura di Francesco di Gio:
I Carnesecchi sono per il Quartiere di San Giovanni . |
Cavalieri di San Stefano
nella sua " storia genealogica della nobilta' e cittadinanza di Firenze " ( Napoli 1754 ) a pagina 40-41
Carnesecchi
Sono molto antichi , e si dissero gia' dei Duranti .Hanno avuto 49 Priori , 11 Gonfalonieri , ed 8 senatori ; oltre ad un Cavaliere di Malta , ed alcuni Cavalieri di San Stefano . Per loro chiamasi il Canto de' Carnesecchi dal Centauro , ove era la casa di Francesco Maria , il quale non e' molto ch'e' passato all'altra vita senza successione .
Parlando di Tommaso Fedra Inghirami in Figure minori dell'Ordine Stefaniano : Note biografiche su Tommaso Fedra Inghirami Lodovico Inghirami Quaderni Stefaniano – Anno Quarto Giornata di studio dell'Accademia di Marina del S.M.O. di S. Stefano P.M. Prato, 18 maggio 1985 Si dice :
……….Il Guarnieri, certamente il maggior storico dell'Ordine, include un Carnesecchi ( che per ora non ho individuato ) tra i comandanti di galere che più si distinsero e lo pone accanto a Barbolani di Montauto, Capponi, Inghirami , Barbavara, Bava, Roncioni, Sozzifanti. ………………………….
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Quindi un Carnesecchi si distinse particolarmente al comando delle galere dell’ordine
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Carnesecchi cavalieri dell'Ordine militare marittimo di Santo Stefano : CAVALIERI PER GIUSTIZIA
Dal 1561, anno della fondazione, al 1809, Firenze dette all'Ordine dei Cavalieri di S. Stefano 1342 Cavalieri, Siena 509 Cavalieri, Pisa 377 Cavalieri, Volterra 150.
Nello stesso periodo, 98 furono le famiglie che militarono nell'Ordine con più di 10 componenti;
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Raffaello di Leonardo di Raffaello |
1547-1621 |
Vergilio di Ridolfo di Giovanni |
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Vincenzio di Francesco di Ridolfo |
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Secondo il Monaldi furono cavalieri di Santo Stefano :
……………………….in oltre Vergilio e Raffaello ambedue Cavalieri di Santo Stefano, …..
Vincenzio di Francesco di Ridolfo viene eletto successivamente al lavoro del Monaldi
Elenco dello equipaggio della galera Santa Maria Magdalena per il viaggio
( per la cortesia del conte Massimo Angelo Cavalloni )
Carnesecchi cavalieri dell'Ordine militare marittimo di Santo Stefano : CAVALIERI NON PER GIUSTIZIA
Non so quali Carnesecchi possano qui essere annoverati
Patrizio di Firenze: Ridolfo di Francesco Carnesecchi, cavaliere dell'Ordine Stefaniano ma non per giustizia.
Pag. 44 1610 Ms. Piero di Ms. Luigi Mozzi citt. fior.o
Ginevera del Cav. Ms. Zanobi Carnesecchi citt. fiorent.o s. 8500
Zanobi Carnesecchi ??????
Carnesecchi cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta
Egregio Sig. Carnesecchi,
in risposta alla sua e-mail del 19 ottobre, La informo che sono riuscita
a reperire la seguente informazione:
Elenco dei cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme ricevuti nella Veneranda Lingua d'Italia dalla fondazione dell'Ordine ai nostri giorni compilato da Francesco Bonazzi, Napoli 1897-1907, vol. I
p. 71 : "CARNESECHI o CARNESECCHI di Firenze - Paolo Francesco - 8 maggio 1641".
Cordiali saluti,
Dott.ssa Valeria Maria Leonardi Bibliotecaria
Consigli dal sig. Grimaldi moderatore del Forum IAGI e dal sig Bedini forumista dello stesso :
Converrebbe recarsi a Roma presso la Bibblioteca dell'ordine .. o comunque rivolgersi ad essa anche on line
Mi vengono cosigliati dal sig. Giovanni Grimaldi moderatore del Forum IAGI i seguenti libri :
- Del Pozzo, Bartolomeo - Ruolo generale de' cavalieri gerosolimitani ricevuti nella veneranda lingu a d'Italia, per sin' all'anno 1689. In Torino: Mairesse Giovanni Francesco & Radix, Giovanni, 1715
- Bonazzi, Francesco - Ruolo generale dei cavalieri del S. M. Ordine Gerosolimitano : ricevuti per giustizia nella veneranda lingua d'Italia dall'anno 1738 all'anno 1882 - Napoli - 1883
CANONICI DELLA CHIESA METROPOLITANA FIORENTINA
Ho dal Dr. Lorenzo Fabbri Archivista
Opera di S. Maria del Fiore Via della Canonica, 1 50122 Firenze
Nel "Catalogo cronologico dei Canonici della chiesa Metropolitana fiorentina " opera di Salvino Salvini del 1751 compaiono 4 canonici di questa famiglia :
Piero del senatore Andrea di Paolo Carnesecchi dal 1533 morto 1 ottobre 1567 Andrea di Pierfrancesco senatore Andrea Carnesecchi dal 1558 morto 3 dicembre 1591 Piero di Francesco di Ridolfo Carnesecchi dal 1605 morto 1634 Giovanni di Pierfrancesco del senatore Cristofano Carnesecchi dal 1643 morto 25 ottobre 1648
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Onorificenze
Una linea dei Carnesecchi ha goduto del titolo di :
Conte palatino a nomina ereditaria
Papa Leone X , quando ando' a Firenze ,con bolla del 25 dicembre 1515 insigni della contea palatina ereditaria colle relative prerogative i priori ( tra i quali Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi ) e il gonfaloniere della repubblica con facolta' di aggiungere alle loro armi gentilizie , in memoria di questo benefizio , la palla azzurra con entro i tre gigli d'oro , dell'arme medicea , posta tra le lettere L e X . e contemporaneamente dono' loro lo stocco e il berettone , com'era di costume verso i regnanti , e come tali li tratta chiamandoli nobiles viri , distinzione assiografica che, come tutti sanno , i documenti pontifici riservano ai principi e ai gran signori
Forse anche la linea discesa da Bernardo di Cristofano di Berto gode sempre se non estinta , del titolo di conte palatino ????
Ebbe infatti Bernardo l'onore di accogliere come capo della signoria gli ambasciatori di Costantino Paleologo , imperatore bizantino , che in viaggio verso Roma, si fermarono a Firenze per chiedere aiuti contro la potenza dei Turchi.
Inoltre :
Antonio di Paolo di Antonio |
1570 1648) |
eletto senatore nel 1622 . Riceve il titolo di barone di Grottarossa acquistato da suo fratello Giovanni |
LE VICENDE DEI CARNESECCHI DURANTE IL PRINCIPATO MEDICEO
E' ora molto difficile seguire le vicende di tutti i Carnesecchi fiorentini
Sono diventati tanti , ora i Carnesecchi maschi saranno qualche centinaio quelli che ovviamente e' piu' facile seguire sono le vicende delle linee genealogiche piu' vicine ai Medici
Anche qui continuo a far notare la grossa difficolta' a distinguere gli individui a causa dell'uso ripetuto di un numero ristrettissimo di nomi per cui ci troviamo di fronte a quattro cinque ad esempio Giovanbattista ed e' difficile distinguerli gli uni dagli altri
Le lineee patrizie si distingueranno a partire dal 1500 per una sorta di limitazione delle nascite
Per evitare la dispersione del patrimonio continueranno a figliare a piu' non posso ma delegheranno a continuare la dinastia solo il primogenito riservando gli altri al celibato o alla carriera religiosa
Col principato Mediceo inizia la sorte diversa dei Carnesecchi che riserva ancora fortuna ricchezza cariche ed onori per i rami che avevano appoggiato il partito Mediceo ed avviano verso l’anonimato chi aveva fatto la scelta contraria
I rami medicei , accettato e piegatisi ad un padrone , continueranno ad occupare cariche ed ad ottenere prebende gli altri spariranno nel nulla .
Con la caduta della repubblica nella storia fiorentina c’e’ spazio solo per una famiglia : I Medici Chi delle altre famiglie fiorentine continuera’ a brillare brillera’ solo di luce riflessa
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Durante la signoria di Cosimo I si fanno ricordare diversi Carnesecchi
Il protonotario Pietro di Andrea Carnesecchi segretario di Clemente VII : fautore della riforma , condannato a morte per eresia
Il senatore Bartolomeo Carnesecchi del Banco Carnesecchi Strozzi e Compagni
I figli e nipoti di Giovanni di Andrea Carnesecchi impegnati nell'attivita' estrattiva in Versilia
Il senatore cavaliere di Santo Stefano : Raffaello di Lionardo di Raffaello Carnesecchi
Il capitano Giovan Battista di Gherardo Carnesecchi prima alla difesa di Siena ed infine in Francia contro gli Ugonotti
Un Bernardo Carnesecchi che disegna il primo impianto dei
giardini delle Tuileries in Francia per Caterina de Medici…………………………………………………..
Alcuni individui graditi ai Medici partecipano alla vita di corte e questo nuovo patriziato creato da Cosimo per fargli da corona e per legittimare il proprio potere partecipa al potere economico ed occupa un ruolo di ceto dirigente della societa’ fiorentina e toscana .
A questi onori e ricchezze
Del patriziato fanno parte i figli di :
Andrea di Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi
Zanobi di Francesco di Berto di Zanobi Carnesecchi
Ridolfo di Giovanni di ? Carnesecchi
Bernardo di Andrea di Bernardo di Cristofano Carnesecchi
Raffaello di Leonardo di Giovanni di Paolo Carnesecchi
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Ecco i Carnesecchi dividersi in Nobili patrizi e in cittadini a volonta’ dei Medici
Seguire le genealogie e le vicende dei Carnesecchi patrizi e’ ovviamente piu’ facile che seguire le vicende degli altri rami
Iniziero’ col parlare di questi rami nobili e poi tentero’ attraverso i registri dei battezzati del Duomo di ricostruire genealogie e vicende degli altri rami
L’impresa e’ tutt’altro che facile per l’uso ripetitivo dei nomi , per i forti tassi di natalita ‘ , per la forte mortalita’ infantile che tende a confondere un individuo con un’altro
Un modo di dire da sfatare . I libri di genealogia nobiliare dicono i Carnesecchi di Firenze si sono estinti . Questo puo’ essere accettato solo nei termini " i Carnesecchi ammessi al patriziato fiorentino si estinsero " i Carnesecchi fortunatamente per loro non si estinsero infatti sopravvissero altri rami che pur avendo i medesimi antecessori non facevano parte del patriziato mediceo . |
Esaminiamo le genealogie e le vicende dei rami nobili
Debbo un grazie particolarissimo al dr. Paolo Piccardi che esaminando il fondo Manoscritti in ASFirenze mi ha fornito molti dati anagrafici che sono stati indispensabili nella compilazione degli alberi e ad un individuazione piu’ sicura delle persone
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ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003