la carattestica fondamentale del cognome e' l'ereditarieta'

In area toscana si usera fino a cavallo 1200 i patronimici da questo periodo un numero limitato di persone prendera' un cognome con un processo molto molto graduale che dovrebbe aver fine coi dettami del concilio di Trento ma che in alcuni piccoli paesi si protrarra' anche al settecento

il sistema patronimico comporta che :

tizio figlio di caio figlio di sempronio figlio berto figlio di bruno figlio di orso

avra' tra i suoi antenati

berto bruni orsi o anche berto bruni e meno frequentemente berto orsi

sempronio berti bruni o anche sempronio berti e meno frequentemente sempronio bruni

caio semproni berti o anche caio semproni e meno frequentemente caio berti

e lui sara identificato come tizio cai semproni o anche tizio cai e meno frequentemente tizio semproni

il sistema patronimico e' per il genealogista una spegie di sistema "analitico " cioe' costringe a risalire per vedere se quattro generazione indietro due individui erano parenti quindi e' fortemente disgregativo dal punto di vista familiare

crea grossi problemi di omonimia per il genealogista che indaga dopo secoli , ma non creava problemi d'identificazione nelle piccole citta medioevali del secolo XII e comunque risolve il problema d'identificazione degli oblighi verso lo Stato con la fotografia in un breve lasso di tempo ( attraverso ulteriori elementi come il luogo di provenienza ,come il quartiere di appartenenza , come il mestiere , come il soprannome , ecc )

Sul lungo periodo il tutto e' complicato dall'abitudine di "rifare i morti" cioe dare ai figli il nome del padre del nonno dello zio dei fratelli

E' ovviamente non immediato distinguere un cognome da un patronimico in una singola lista

Occorrono liste successive che coprano almeno una settantina di anni cioe' che coprano piu' generazioni successive e che permettano di ricostruire una piccola genealogia della famiglia permettendo di capire se vi e' il permanere di questo elemento unificante che e' il cognome

Insomma per poter dire che la famiglia ha una identificazione ereditaria debbo utilizzare la ricostruzione genealogica

l'utilizzazione di un cognome stabile ( in Toscana preceduto molto probabilmente dall'araldica ) crea un processo d'identificazione familiare molto importante per le dinamiche politiche e per la possenza di una stirpe

Non a caso a Firenze e in tanti altri luoghi nei regimi di popolo andranno in vigore le leggi antimagnatizie che distingueranno le famiglie in sociali e antisociali

E successivamente costringeranno membri di famiglie magnatizie a separarsi dal resto della famiglia mutando le insegne ed il cognome ( per sfuggire al rigore delle leggi antimagnatizie )

Occorrerebbe quindi stabilire se i testi da lei citati permettono di fare uno studio su campioni familiari per una durata come quella detta sufficiente ad una piccola ricostruzione genealogica

Sicuramente comunque l'area veneta ha il primato della nascita del cognome

E' la nascita del cognome e' probabilmente legato alla forma di governo instaurato cioe' un governo patriziale

 

 

E' difficile trovare storici che si occupino della nascita del cognome , eppure questo avvenimento e' stato il segnale di novita' politiche e sociali nei vari luoghi

Ma ad oggi non esiste di questo una percezione ( mi pare )

 

 

 

 

I COGNOMI FIORENTINI

 

 

Partiamo dalla conclusione :

A Firenze di cognomi stabili e per una percentuale ridottissima di cittadini si puo' parlare solo agli inizi del duecento

Normalmente fanno riferimento ad un patronimico che ha origine in un antenato vissuto tra il 1080 e il 1200

Nel periodo 1080 --1200 nessuno ha un vero e proprio cognome

Quindi i riferimenti del Villani , del Malespini , di Dante Alighieri a famiglie cognominate di primo cerchio non devono esser prese come vere

Ma possono solo esser presi in considerazione ( con molti distinguo ) come il ricordo del nome dell'eponimo di alcune famiglie

Eccezioni :

nepotes Pisci , nepotes Cosi , FiGiovanni , FiGuineldi, .........................

possono gia intendersi come particolari forme cognominali

 

 

Fiumi dice : pg 16 " Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina" Leo Olshki editore Firenze 1977

Il cognome trarra' origine o dal nome di un avolo resossi famoso o da un nome usato in maniera ripettiva da padre in figlio nell'ambito della stessa famiglia

 

 

Dice Enrico Fiumi :

pag. 21 Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina

<<……Nemmeno Dante resiste alla tentazione di proclamarsi di stirpe nobiliare e , dopo essersi gloriato di discendere da quei romani che colonizzarono Firenze , fa armare dall'imperatore Corrado II , vissuto nel secolo XI , cavaliere il trisavolo Cacciaguida , nato almeno una cinquantina d'anni dopo che il tedesco era sceso nella tomba .

 

Lo studio della diffusione del cognome consente di fare delle deduzioni economiche e sociali sulla societa' fiorentina, e consente di definire anche il ceto dirigente e la sua ampiezza

 

 

 

Famiglie fiorentine all'inizio della storia del Comune

 

 

Una prima visione dei quadri dirigenti fiorentini si ha solo negli anni tra il 1170 e i primi anni del 1200

E si puo' tratteggiare attraverso i "Documenti dell'antica costituzione del Comune di Firenze" di Pietro Santini e dalla Cronaca dello pseudo Brunetto Latini

Prima i documenti sono troppo scarsi

 

 

Oggi gli studi piu' importanti (di cui sono a conoscenza ) sulle origini delle famiglie fiorentine sono quelli del dr Faini dell'Universita di Firenze

 

Il dr Faini parte da un idea brillante : integrare la scarsa documentazione pubblica con la piu' vasta documentazione privata , ha cosi esaminato i documenti fiorentini dei secoli X XI XII in maniera di meglio illuminare la scena pubblica nel periodo consolare e meglio chiarire i rapporti tra i vari personaggi . Nel far questo ha incidentalmente dovuto occuparsi delle origine delle famiglie partecipanti al potere.

Enrico Faini ............." Il gruppo dirigente fiorentino dell'età consolare"

Il dr Faini e ha avuto modo di esaminare e talvolta ricostruire anche l'origine di molte famiglie fiorentine

 

Da Faini Enrico " Il gruppo dirigente fiorentino dell'età consolare " pubblicato su Internet nel portale della storia fiorentina

 

Appendice 2 : Elenco delle famiglie e degli individui studiati

Abati

Acerbi

Adimari

Albonetti

Amidei

Ardinghi (del Riccio)

Arrigucci

Astancolli

Avogadi

Barucci

Bella, della

Belloccioli

Brunelleschi

Bruno giudice

Buondelmonti

Campi, da

Caponsacchi

Castiglione, da

Cavalcanti

Chiermontesi

Cipriani

Conte Arrigo, del

Donati

Fifanti

Filippa, della

Filocaro di Ciotolo

Galigai

Gherardini

Giandonati

Gianfigliazzi

Giochi

Giudi

Giugni

Importuni

Infangati

Lamberti

Malpigli

Migliorelli

Mosciano, da

Mula, del

Nepotepisci

Nerli

Pigli

Porcelli

Rossi - Iacoppi

Sacchetti

Sciancati

Scolari

Scotta, della

Sizi

Soldanieri

Squarciasacchi

Strozzi

Tedaldini

Tornaquinci

Tosa, della

Uberti

Vecchietti

Vinciguerri

Visdomini

 

Infatti importantissimi direi irrinunciabili per un'amante della storia sono gli attuali studi del dottor Enrico Faini

 

Trovo insomma alta la capacita' del dr Faini di esaminare i manoscritti sotto molte angolature

di utilizzarne e padroneggiarne i dettagli e di farne emergere molti dettagli nascosti

di scrutarli , di compararli in modo da trarne conclusioni che vanno ben oltre il singolo documento ma aprono ad una visione d'insieme

 

Enrico Faini, Firenze

nell’età romanica (1000-1211). L’espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio,

Firenze, 2010.

 

complemento alla lettura del volume

 

Uomini e famiglie nella Firenze consolare :

http://eprints.unifi.it/archive/00001977/01/11-Faini.pdf

 

Ed ancora una serie di monografie

 

 

Enrico Faini ............." Il gruppo dirigente fiorentino dell’età consolare"

Enrico Faini ............." Firenze al tempo di Semifonte "

Enrico Faini ".........." Il ceto dirigente fiorentino in età protocomunale ( fine XI-inizio XIII secolo" )

 

 

 

Enrico Fiumi esamina le origini di alcune famiglie fiorentine allo scopo di distiguere la loro derivazione dalla nobilta' feudale

o dalla borghesia mercantile

 

 

Adimari

Albizzi

Abbati

Amieri

Ardinghi

Alberti

Acciaiuoli

Altoviti

Alfani

Aldobrandeschi

Aldobrandini

Angelotti

Barucci

Della bella

Bellincioni

Bernardini

Buondelmonti

Buonfantini

Caponsacchi

Cavalcanti

Chiarenti

Falconieri

Fifanti

Guidi

Lamberti

Pazzi

Pigli

Rinuccini

Scali

Spini

Strozzi

Uberti

Ubertini

Vespucci

 

 

 

 

 

La dottoressa Silvia Diacciati dell'Universita' di Firenze sta svolgendo studi sulle famiglie del "Primo popolo"

 

 

 

 

 

 

Acuta e' l'analisi della dottoressa Silvia Diacciati che esamina tutto il primo cinquantenio del duecento

 

 

Una serie di saggi di Silvia Diacciati

http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/9824/9118

Popolo e regimi politici a Firenze nella prima metà del Duecento

http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/9792/9110

A proposito di A History of Florence. 1200-1575 di John Najemy

http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/9852/9146

Consiglieri e consigli del Comune di Firenze nel Duecento. A proposito di alcune liste inedite

Che culminano nel libro :

Silvia Diacciati : Popolo e regimi politici a Firenze nella prima meta' del Duecento

 

 

 

 

Dice Enrico Fiumi :

pag. 21 Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina

<<……Nemmeno Dante resiste alla tentazione di proclamarsi di stirpe nobiliare e , dopo essersi gloriato di discendere da quei romani che colonizzarono Firenze , fa armare dall'imperatore Corrado II , vissuto nel secolo XI , cavaliere il trisavolo Cacciaguida , nato almeno una cinquantina d'anni dopo che il tedesco era sceso nella tomba .

 

pag. 16 Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina

<<………..Le cronache medioevali hanno valore solo per i tempi vissuti dall'autore. Quando si pensi ,ad esempio , che il Villani , che pure e' uno dei cronisti piu' avveduti , sbaglia di un buon secolo l'epoca della seconda cerchia , la cui costruzione non era stata esageratamente lontana da lui , dobbiamo veramente sorridere di coloro che , per fatti e persone del secolo XII o dei primi del duecento , affidano i loro giudizi alla narrazioni del Malispini , di Dante , dello stesso Villani  

 

 

Ecco l'identikit dei ceti dirigenti di Firenze intorno al 1050

 

da Nuova Cronica Giovanni Villani

Come Currado primo fu fatto imperadore.

Dopo la morte d'Arrigo primo imperadore fu eletto e consegrato Currado primo per Benedetto papa ottavo negli anni di Cristo MXV. Questi fu di Soavia, e regnò nello 'mperio XX anni, e quando egli passò in Italia, non possendo avere la signoria di Melano, sì·ll'assediò infino ne' borghi; ma prendendo la corona del ferro di fuori di Melano in una chiesa, cantando la messa, sì venne uno grande tuono e saetta in quella chiesa, e alquanti ne morirono; e levato l'arcivescovo che cantava la messa dall'altare, disse a Currado imperadore che visibilemente vide santo Ambruogio che fortemente il minacciava se non si partisse dall'assedio di Melano; e egli per quella amonizione si levò da oste, e fece pace co' Melanesi. Questi fu giusto uomo, e fece molte leggi, e tenne lo 'mperio in pace lungo tempo. Bene andò in Calavra contro a' Saracini ch'erano venuti a guastare il paese, e co·lloro combattéo, e con grande spargimento di sangue de' Cristiani gli cacciò e conquise. Questo Currado si dilettò assai della stanza della città di Firenze quando era in Toscana, e molto l'avanzò, e più cittadini di Firenze si feciono cavalieri di sua mano e furono al suo servigio. E acciò che si sappia chi erano i nobili e possenti cittadini in quegli tempi nella città di Firenze, brievemente ne faremo menzione.

X De' nobili ch'erano nella città di Firenze al tempo del detto imperadore Currado: prima di quegli d'intorno al Duomo

Come adietro è fatta menzione, la prima reedificazione della picciola Firenze era divisa per quartieri, cioè per quattro porte; e acciò che noi possiamo meglio dichiarire i nobili legnaggi e case che a' detti tempi, disfatta Fiesole, erano in Firenze grandi di podere, sì gli conteremo per gli quartieri ove abitavano. E prima quegli della porta del Duomo, che fu il primo ovile e stazzo della rifatta Firenze, e dove tutti i nobili cittadini di Firenze la domenica facieno riparo e usanza di cittadinanza intorno al Duomo, e ivi si faceano tutti i matrimoni e paci, e ogni grandezza e solennità di Comune: e appresso porta San Piero, e poi porta San Brancazio, e porta Sante Marie. E porte del Duomo erano abitanti il legnaggio de' filii Giovanni, e quegli de' filii Guineldi, che furono i primi che reedificarono la città di Firenze, onde poi sono discesi molti lignaggi di nobili in Mugello e in Valdarno e in città assai, che oggi sono popolari e quasi venuti a fine: furono i Barucci che stavano da Santa Maria Maggiore, che oggi sono venuti meno; bene furono di loro legnaggio gli Scali e' Palermini. Erano ancora nel detto quartiere Arrigucci, e' Sizii, e' figliuoli della Tosa. Questi della Tosa furono uno legnaggio co' Bisdomini, e padroni e difenditori del vescovado; ma partissi uno di loro da' suoi di porta San Piero, e tolse per moglie una donna chiamata la Tosa, che n'ebbe lo retaggio, onde dirivò quello nome. Eravi quelli della Pressa che stavano tra' Chiavaiuoli, gentili uomini.

XI Delle case de' nobili del quartiere di porta San Piero.

Nel quartiere di porta San Piero erano i Bisdomini che, come di sopra è detto, e' sono padroni del vescovado, e gli Alberighi, che fu loro la chiesa di Santa Maria Alberighi da casa i Donati, e oggi non n'è nullo; i Ravignani furono molto grandi, e abitavano in sulla porta San Piero, che furono poi le case de' conti Guidi, e poi de' Cerchi, e di loro per donna nacquero tutti i conti Guidi, come adietro è fatta menzione, della figliuola del buono messere Bellincione Berti: a' nostri dì è venuto tutto meno quello legnaggio. I Galligari, e Chiarmontesi, e Ardinghi che abitano in Orto San Michele, erano molto antichi; e simile i Giuochi che oggi sono popolani, che abitavano da Santa Margherita; Elisei che simile sono oggi popolani, che stanno presso a Mercato Vecchio; e in quello luogo abitavano i Caponsacchi, che furono grandi Fiesolani; i Donati, overo Calfucci, che tutti furono uno legnaggio, ma i Calfucci vennoro meno; e quegli della Bella di San Martino anche divenuti popolani; e il legnaggio degli Adimari i quali furono stratti di casa i Cosi, che oggi abitano in Porta Rossa, e Santa Maria Nipotecosa feciono eglino; e bene che sieno oggi il maggiore legnaggio di quello sesto e di Firenze, non furono però in quelli tempi de' più antichi.

XII Di quegli del quartiere di porta San Brancazio.

Nel quartiere della porta di San Brancazio erano grandissimi e potenti la casa de' Lamberti, nati per loro antichi della Magna; gli Ughi furono antichissimi, i quali edificarono Santa Maria Ughi, e tutto il poggio di Montughi fu loro, e oggi sono spenti; i Catellini furono antichissimi, e oggi non n'è ricordo: dicesi che' figliuoli Tieri per bastardo nati fossono di loro lignaggio; i Pigli gentili uomini e grandi in quegli tempi, Soldanieri, e Vecchietti; molto antichi furono quegli dell'Arca, e oggi sono spenti; e' Migliorelli, che oggi sono niente; e' Trinciavelli da Mosciano furono assai antichi.

XIII Di quegli del grande quartiere di porta Santa Maria e di San Piero Scheraggio.

Nel quartiere della porta Sante Marie, ch'è oggi nel sesto di San Piero Scheraggio, e quello di Borgo, avea molto possenti e antichi legnaggi. I maggiori erano gli Uberti, nati e venuto il loro antico della Magna, che abitavano ov'è oggi la piazza de' priori e 'l palagio del popolo; i Fifanti, detti Bogolesi, abitavano in sul canto di porte Sante Marie, e' Galli, Cappiardi, Guidi, e Filippi che oggi sono niente allora erano grandi e possenti, abitavano in Mercato Nuovo; e simile i Greci, che fu loro tutto il borgo de' Greci, oggi sono finiti e spenti, salvo che n'ha in Bologna di loro legnaggio; Ormanni che abitavano ov'è oggi il detto palagio del popolo, e chiamansi oggi Foraboschi. E dietro a San Piero Scheraggio, ove sono oggi le case de' figliuoli Petri, furono quegli della Pera, overo Peruzza, e per loro nome la postierla che ivi era si chiamava porta Peruzza: alcuno dice che' Peruzzi che sono oggi furono stratti di quello legnaggio, ma non l'affermo. I Sacchetti che abitano nel Garbo furono molto antichi; intorno a Mercato Nuovo erano grandi i Bostichi, e quegli della Sannella, e Giandonati, e Infangati; in borgo Santo Appostolo erano grandi Gualterotti e Importuni, che oggi sono popolani; i Bondelmonti erano nobili e antichi cittadini in contado, e Montebuoni fu loro castello, e più altri in Valdigrieve; prima si puosono Oltrarno, e poi tornarono in Borgo. I Pulci, e' conti da Gangalandi, Ciuffagni, e Nerli d'Oltrarno furono ad un tempo grandi e possenti con Giandonati e con quegli della Bella insieme nomati di sopra; e dal marchese Ugo che fece la Badia di Firenze ebbono l'arme e la cavalleria, imperciò che intorno a·llui furono molto grandi.

XIV Come in quegli tempi era poco abitato Oltrarno.

Avemo nomati i nobili e possenti cittadini che a' tempi dello imperadore Currado primo erano di rinnomea e di stato in Firenze; altri più legnaggi v'avea di più piccolo affare che non se ne facea rinnomea, e oggi sono fatti grandi e possenti; e degli antichi nomati di sopra sono calati, e tali venuti meno, che a' nostri dì apena n'è ricorso se non per questa nostra cronica. Oltrarno nonn-avea in quegli tempi gente di lignaggio né di rinnomo, però che, come avemo detto addietro, e' nonn-era della città antica, ma borghi abitati di vili e minute genti. Lasceremo ora di raccontare de' fatti di Firenze infino che fia tempo e luogo, quando i Fiorentini cominciarono a mostrare loro potenzia, e diremo brievemente degl'imperadori che furono dopo Currado primo, e della contessa Mattelda, e di Ruberto Guiscardo che conquistò in quegli tempi Puglia e Cicilia, che di raccontare di tutti ci è di nicessità per le mutazioni che n'avennero in Italia e poi alla nostra città di Firenze.

 

 

Ecco come vede le cose Ricordano Malespini ( esistono ancora dubbi sul fatto che il Malespini sia una tarda imitazione del Villani )

 

Imprima la schiatta ,overo famiglia degli Uberti ne dissi adietro che sono nobili di progenia , e di nobilta' , e puosonsi fra santo Piero Scheraggio , e la chiesa di santo Romolo, e tra detti Uberti , e san Piero Scheraggio erono gli Ormanni detti Foraboschi , e tra il detto san Piero , e santa Cecilia si puosono i Malespini miei consorti , e allandare in verso santo Michele in orto alla mano mancha si puosono i Giugialferri, e i Tebalducci , tutte e tre queste ischiatte furono istratti d'uno lignaggio di ceppo : e allato a detti Tebalducci si puosono i Combiobbesi , poi seguitando alla detta mano ad andare in verso Calimara si puosono i Chiaramontesi , e guadagnuoli , e Malpilli , e i Romaldelli , tutti questi sopradetti di progenia maschulina istratti per anticho e al volgere su per la detta piaza , e la detta mano si puosono gli Abati antichi merchatanti , e Macci ancora antichi merchatanti, e a ritornare su per la detta piaza in verso il Garbo si puosono i Galigai in sulla detta piazza , e anchora nella via dietro al detto Garbo , che al partire della detta piazza va in verso santo Martino , ancora erono i detti Galigai , e per la detta via che viene d'orto san Michele , nel detto Garbo erano le case dei Buonaguisi dirimpetto a Compiobbesi, e Tebalducci alla detta mano mancha allo partire della detta piazaetto san Michele in Orto , e alla rivolta del detto Garbo alla detta mano allato a Buonaguisi erano gli Alepri , e quegli Dellapressa, andare in verso san Martino erono i Giugni : questi sopraminati quatro famiglie tutte furono istratti di progenia maschulina di Lisghai detti Ghaligai per anthico , ed etiandio quegli Dellapressa sopradetti nella detta via , e furono consorti dei detti Galigai . e furono d'uno lato i detti Buonaguisi , e quelli dellapressa , e si divisono da Galicai imprima assai che gli altri sopranominati , e poi all'andaresu per lo Garbo alla detta mano mancha erono i Sacchetti cioe' all'andare verso santo Appolinare , e poi all'andare in sue verso dove fa il Parlagio fu per la via detta oggi Anguillaia , si puosono gli Schelmi, e poi ditro alloro nella via del Borgo de Greci si puosono i detti Greci , i quali prima stavono in Terma ; e piu oltre per la via di san Pulinari ad andare in verso Arno si puosono i Magalotti , e al voggere in verso la mano diritra all'andare inverso santo Romolo ,o' nverso le case dei detti Uberti si puosono quegli che oggi si chiamava Del Belculaccio , e dirimpetto alloro si puosono que'dell'Asino che oggi sono ispenti al tempo di me Ricordano , e furono consorti di progenia maschulina con quegli Delbelculaccio : dietro a detti Ormanni si puosono i Manieri , e quelli Della Pera , e anche sono ispenti di miei di : poi vi vennono i figliuoli Petri , i quali furono richissimi merchatanti , poi all'andare inverso santo Romeo si puosono i Guidalotti del migliaccio : piu' oltre i Bagnesi , e que d'Aquona , che vennono di contado antichi gentili huomini , e di linea maschulina furono consorti con gli da Voghogniano , e di quegli che oggi si chiamono da Chastiglionchio , e dietro a santa Cicilia tral Merchato Nuoovo , e la detta Chiesa si puosono gl'Infangati , o vero Mangiatroi , e in Vachereccia si puosono i Baroncelli , e vennono da Baroncello , e poi all'andare inverso santa Maria si puosono i Fifanti detti Bogolesi , e in porta santa Maria erano i Galli che gia aveano un poggio allatoa santo Miniato a monte , che si chiamava il poggio dei Galli , e toglievanvi per antico passaggio allato a Galli erono Capiardi , e Filippi : erono nella via di Terma gli Scholari consorti abanticho di linea maschulina de Bundelmonti , e poi vivennono i Buondelmonti , i quali vennano di contado come adietro s'e' detto , e monte Buoni era loro , e toglievanvi passaggio abantico : nella detta via erono Tiniozzi , e piu altre , e Guidi , elle loro case teneano in fino in borgo santo Apostolo, e infino a santa Maria sopra porta , in borgo sopradetto erono i Gualterotti , e Importuni , e presso a santa Trinita erono gli Schali , e i Palermini , questi , e i Barucci da santa Maria maggiore e furono consorti di linea maschulina , presso a costoro si puosono i Conti di Gangalandi , e di loro abbiamo detto adietro: allato alloro i Ciuffagni e ancora presso a santa Trinita erano i Soldanieri , e i Petriboni , e i detti Petriboni vennono di contado dalle Petrobone , in Portarossa si puosono i Cosi consorti ab antico degli Adimari di linea maschulina , e feciono fare santa Maria Nipotecosa che ancora oggi ritiene il nome e al volgere i chiassi di Portarossa ad andare in verso santo Miniato tra le torri si puosono i Pigli, e gli Erri , i quali furono consorti di linea maschulina poi ad andare p la via di Merchato vecchio a s.Pancratio si puosono i Manfredi Vecchietti , e Migliorelli e gl' Ughi stavono dietro a costoro , dove oggi e' ancora santa Maria Ughi , e p loro fu chiamata cosi , po che la feciono fare abanticho . I Benvenuti furono allato a Vecchietti . I Tornaquinci stavono in capo della via giubasso .Dei Cipriani abbian detto . Poi ad andare da s.Piero Buonconsiglio verso santa Maria in Canpidoglio erono gl'Alfieri , gl Arrigucci che vennono da Fiesole difenditori del detto Vescovado di Fiesole , e Pegolotti. Furono antichi ancora i Canigiani , e pero innanzi vi vennono i Brunelleschi , e ancora i Corbizzi vennono da Fiesole , e da santa Maria maggiore erono que Del beccato . Toschi , e Galluzzi si puosono in Merchato vecchio.Palermini e Barucci dicemo adietro . Quegli della Bella si puosono in santo Martino , e al Fraschato , e vennono poi que della Tosa consorti di linea maschulina dei Bisdomini , i quali furono padroni , e difenditori del Vescovado di Fiorenza , e per la via che viene da san Tommaso al Vescovado si posono gl' Ubaldini che acquistarono per lo cardinale Attaviano tenute e chastella assai che le compero il detto Cardinale . Allato alloro erano Agolanti :apresso alloro i Toschi , inporta del duomo erono i Figiovanni : e loro , e Firidolfi , e Fighineldi , e Chattani da Barberino di Mugello , e Ferrantini furono consorti di progenia maschulina queste cinque sopradette famiglie , e poi come adietro dicemo divisi di nomi , e d'armi si come dissi adietro d'altre famiglie i Bisdomini si puosono presso a s. Liberata , e santo Benedetto presso a porta s Piero , e presso a loro i Tedaldini , Donati , Ravignani , e da santa Margherita , e ivi allato si puosono Buonizi , e a presso a santo Martino i Razzanti venuti da Fiesole , e presso alloro gli Alberighi anche parte arota de Corbizi si puose nel detto porta san Piero, poi a ritornare verso Merchato vecchio si puosono gli Adimari , piu oltre erono i Lisei , poi al volgere verso Chalimara i Caponsacchi antichi Fiesolani , e presso a santo Andrea i Catellini detti da Castiglione di figliuoli Tieri .Questi figliuoli Tieri discesono de Catellini d'uno bastardo. Poi verso santa Maria sopra porta , e presso a santo Andrea i Lamberti , e da casa loro si chiamava il Dado de Lamberti . E dove oggi si chiama Chiasso di ferro dietro a Lisei si puosono i Tebaldi detti quelli della Vitella , e que da Filicaia furono loro consorti di linea maschulina , in Merchato nuovo si puosono i Giandonati , e Boschi , e que Della Zanella e gli Uccellini , e que Dell'Archa , e Pesci : e questi Pesci furono antichi merchatanti .Poi nella via di Porta santa Maria erono i Girolami consorti di linea maschulina del beato messer san Zanobi , il quale fu vescovo della nostra citta' di Fiorenza Piu' oltre verso santo Stefano si puosono gli Amidei , e Gherardini , e e vennono di Valdisieve , o vero di Montefavoso: e presso alloro i Pulci , questi furono ricchi ,e potentissimi chatanti , e questi erono tra santo Stefano , e santo Piero Scheraggio, e Borgo santo Appostolo . Gli Ardinghi Obriachi stavono presso gli Amidei .Gli Amieri abantico stavono da santa Maria maggiore , poi per innanzi vennano in merchato vecchio , e le case dove oggi sono furono de Nerli antichi gentili huomini .I Guicci stavono presso alla Badia di Fiorenza . Vennono di Valdisieve quelli del Forese, e Mazinghi da Campi , e Monaldi stavono tra porta rossa , ella piaza a santa Trinita , e presso a santa Maria Ughi agiugneano le loro case .E questi mazzinghi havean tributo da Pistolesi dua brachetti , e uno sparviere ogni anno per la festa di messer san Iacopo . Gli Erri consorti de Pigli nel detto si puosono in Porta rossa per certe vie strette , e piu e Pigli loro consorti di ceppo .I Pazzi di Fiorenza si puosono presso i Ravignani presso in porta san Piero , e dirimpetto da Ravignani , e p innanzi vennono da Fiesole merchatanti.Gli Agli si puosono presso agli Arrigucci .fra loro e' san Michele Berteldi . E tutte queste sopradette sei famiglie , o vero casati , i quali si puosono in questi sopra nominati luoghi furono antichissimi gentili huomini nella nostra citta di Fiorenza

 

 

 

Per cio' che abbiamo visto e' probabile che queste elencazioni , fatte le dovute eccezioni , sia del Malespini che del Villani vadano cronologicamente spostate in avanti di oltre un secolo

Cioe' che si debba ritenere che certe cognomizzazioni siano nate almeno centocinquanta anni piu' tardi dalla data riferita dal Malespini e dal Villani

 

 

FIUMI

<<……..I boni homines , che si evolveranno nei primi consoli cittadini , i giudici e gli assessori che assistono la contessa Beatrice e poi Matilde nei giudizi tenuti a Firenze , non tutti erano dei feudatari o dei cavalieri . in alcuni atti rogati tra il 1061 ed il 1100 troviamo numerosi nomi che denunziano casate che poi diventeranno illustri : Ughi , Giandonati , Lamberti , Gotizi , Visdomini ,Uberti , Sichelmi , Suavizi , Caponsacchi , Giuochi . Alcuni di essi , come i Visdomini , sono investiti di poteri giurisdizionali e sono da considerarsi nobili , ma altri e tra essi probabilmente gli Ughi , i Lamberti , Giuochi , Caponsacchi , sono i maggiori esponenti della nuova classe borghese e mercantesca che si andava inserendo nell'organismo dello stato . …….>>

 

 

 

 Quindi :

 Dai nomi che compaiono nei documenti sottoelencati si ha l'impressione che si abbia un indizio di uso dei cognomi stabili solo a partire dagli anni iniziali del 1200

 

Fiumi dice : pg 16 " Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina" Leo Olshki editore Firenze 1977

Il cognome trarra' origine o dal nome di un avolo resossi famoso o da un nome usato in maniera ripettiva da padre in figlio nell'ambito della stessa famiglia

 

 

Nomi di fiorentini tratti da documenti

Anno 1136 Lottharius filius bm Iohannis Donati

Anno 1136 Ugiciones filius Iohannis Donati

Anno 1141 Gerardi Infangati

Anno 1143 guittonis e enrici cani germanorum filiorum Ugonis filli Alberti

Anno 1102 melliorelli filii morelli

Anno 1143 melliorelli filii morelli

Anno 1443 Galligari filii Petri Ricci

Anno 1146 falconi filii Romaldelli

Anno 1146 Amedei filii pandolfini

Anno 1146 guiducci et corbolani filii meliorelli

Anno 1153 ianni et forteguerra germani filii ugicionis Iohannis _Donati

Anno 1153 melliorelli filii albertini

Anno 1153 renuccini filii titti

Anno 1153 Ubertelli e arrigoli germani filii ianni boge

Anno 1166 guido filius ianucoli nepote pisci

Anno 1166 ormannus filius ianucoli nepote pisci fratello germano di guido

Anno 1166 giovanni figlio di ormannus filius ianucoli nepote Pesci

Anno 1166 Ibriaki filii quondam Ibriaki

Anno 1166 rustiki filii ugonis baptimamme

Anno 1169 Baptimamme et Guaraguaski filii Ugoni

Anno 1173 Berlingerii et Jacoppi germani filii guitti del Russo

Anno 1174 Infangati filii Reineri da la Porta

Anno 1174 Baroncelli Soderini

Anno 1174 Rustiki del Battimamma

Anno 1174 Reginaldi Amidei

Anno 1180 Buoneguide et Ildebrandini et Iohanni germani filii Tinioczi

Anno 1180 Renoccini del Bene

Anno 1180 Filocari filii Ciotoli

Anno 1141 oderinci filii Iohannis fanti

Anno 1180 e 1185 Truffe fillii Odenrigi quondam Fantis (Truffe anche Troffitus )

Anno 1180 Iohannes et Belbellotus germani fillii Truffe fillii Oderingi quondam Fantis

Anno 1173 ugicio et ugo germani germani filii Angilotti

Anno 1198 Iacobi f Angiolelli

Anno 1198 Ugonis f. ebriaki

Anno berlingerius filius olim Iohannis Pesci

Anno 1203 cambio giungni

Anno 1203 maczo f melliorelli galigarii

Anno 1203 rugerio tebaldoli

Anno 1203 iacobo f. uguiccionis hebriaci

Anno 1203 manno f. quondam gianni maccie

Anno 1220 bernardus calcagni

Anno 1220 Guidonis Falconerii

Anno 1224 Albertus de Corsino

Anno 1224 Astuldus Iochi

Anno 1224 Astancollus Astancolli

Anno 1224 Aliottus Rodighieri

Anno 1224 Pelacane Arrighi

Anno 1224 Abbate Erbolotti

Anno 1224 Gualterottus Bardi

Anno 1224 Buonus Vernaccii

Anno 1224 Odarigus Davanzi

Anno 1224 Buonaiunta Cambiati

Anno 1224 Renerius Montancolli

Anno 1224 Silimanno Ugonis Importunii

Anno 1226 Schiatta Cavalcantis

Anno 1226 Giraldus Chiermontesi

Anno 1226 iacobus quondam cavalcantis

Anno 1226 donatus quondam frontis

Anno 1229 iacobus Odarrighi Bellondi

Anno 1229 Aldobrandus adimari

Anno 1229 Accorri de la Bella

Anno 1229 Rusticus Mellioris

 

 

Anno 1233 Corsinus comes da Gangalandi dei gratia Vulterranorum potestas

Anno 1233 Baldovinettus del Cece dei gratia castri Sancti Geminiani

Anno 1235 Iacobo Nasi

Anno 1235 gianni malaspine

Anno 1235 ildebrandino guictonis

Anno 1235 rustico mellioris

Anno 1235 domino Gentili Buondelmontis potestati castri et comunis Sancti Geminiani

Anno 1236 Teglaus f.domini Ildeprandi Adimarii

Anno 1237 Gerardus Ildibrandi Adimaris Dei gratia Sancti Geminiani potestas

Anno 1237 Domini Ranerius Rustegus

Anno 1237 Cezus Girardini

Anno 1237 Lambertescus Lamberti

Anno 1237 Locteringus Iacoppi

Anno 1237 Rinaldus de Melliore

Anno 1237 Ospinellus Ysachi

Anno 1237 Aldebrandinus Baruccius

Anno 1237 Raineris Scolarii

Anno 1237 Ranucinus Ugonis Rubei iudex

Anno 1237 Iacobus Tornaquinci

Anno 1237 Ubertinus Pegolocti

Anno 1237 Opiczinus de Somaria

Anno 1237 Iacobus Rusticuccius

Anno 1237 Anricus Avocati

Anno 1237 Aldebrandinus Cappiardi

Anno 1237 Mapheus Delforte

Anno 1237 truffa de infangatis

Anno 1237 teglarius aldobrandi

Anno 1237 boncambius soldi

Anno 1237 scolarius sclacte cavalcantis

Anno 1237 Ranerio Rinucci Donosdei ( consulibus mercatorum Florentie de Callemala )

Anno 1237 Maffeo Bardi ( consulibus mercatorum Florentie de Callemala )

 

 

Da questa serie di cognomi estratti da vari documenti si puo' gia' intuire il cognome di alcune importanti famiglie e come si vede sono riferibili ad anni ben posteriori al 1050 del Villani o del Malespini

 

Fiumi dice : pg 16 " Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina" Leo Olshki editore Firenze 1977

Il cognome trarra' origine o dal nome di un avolo resossi famoso o da un nome usato in maniera ripettiva da padre in figlio nell'ambito della stessa famiglia

 

I documenti erano scritti in latino

Le persone nei documenti erano identificate e distinte a mezzo del nome ,del nome del padre e talvolta di quello del nonno

Donati significava figlio di Donato ma talvolta stava ad indicare piu' estensivamente "dei figli di Donato " con un Donato illustre per un qualche motivo che veniva a denominare la sua discendenza

La cognomizzazione dei Donati e' interessante

Pur avendo una serie di antenati importanti sara' Donato di ................. a dare il nome alla famiglia intorno al

 

 

E tra il 1100 e il 1150 che l'aumento della pressione demografica spinge a distinguere gli individui con un cognome

 

E' evidente che e' in questo periodo che il cognome diviene indispensabile e quindi la fase di cognomizzazione denota un incremento demografico e quindi la necessita di distinguere tra i molti gerardi, donati, guittoni ,teuzi, ecc..

 

L'aumento di popolazione puo' spiegarsi solo con l'aumento dei traffici e della produzione artigiana

 

Il Doren nel suo libro " Le Arti fiorentine" felice Le Monnier editore Firenze 1940 dice : ………………..gia' alla fine del secolo XI mercanti fiorentini trovavansi sui mercati di Parma e S.Donnino , che gia' nel 1120 una via appena fuori di citta' aveva preso il nome dalle balle di merci che ivi erano fatte affluire per essere condizionate per la spedizione , quando si sappia che prima del tramonto del secolo XII i mercanti fiorentini eransi gia' fatti notare sui maggiori mercati mondiali dell'Occidente europeo , quelli della Sciampagna , e che nel 1178 era stato conchiuso un trattato tra Firenze ,Siena , ed il Marchese del Monferrato , trattato che si riferiva espressamente al commercio di quelle due citta' toscane con la Francia , e quando ancora si sappia come gia' nel 1193 i Fiorentini avessero un fondaco a Messina , che vi dette il nome ad una ruga………………………

 

 

Colonna A famiglie studiate da Enrico Faini ( i cognomi sono attribuiti )

Colonna B famiglie di primo cerchio secondo il Villani Villani

Colonna C famiglie di primi cerchio secondo il Malespini

Colonna D famiglie di primo cerchio secondo Dante Alighieri

 

 

All'inizio del 1200 solo un centinaio di famiglie fiorentine avevano un cognome stabile : un nome che il piu' delle volte aveva origine da un antenato eponimo o dal nome di un feudo :

Ad esempio :

gli Adimari avevano preso il nome dall'essere i figli di un Adimaro

 i Firidolfi dall'essere figli di Ridolfo i Figiovanni...........

I Martelli prenderanno il nome dai martelli del loro stemma (erano fabbri )

I Visdomini avevano preso il nome dalla funnzione che esercitavano di vicedomino

I Giandonati da un avo che si chiamava Gianni di Donato

I Nepotecosa da Cosa di cui erano nipoti

I Nipote Pisci.....................

Da Quona ,i Gangalandi , da Volognano dal territorio di provenienza o in cui signoreggiavano

i della Bella , I della Tosa ,i della Vitella , da riferimenti

 

 Uberti, Adimari, Lamberti, Cavalcanti , Buondelmonti, Pazzi , Nerli , Fifanti , Giandonati ,Donati ,Giudi , Abati ,Firidolfi , Nepotecosa ,Foraboschi, Caponsacchi ,Squarcialupi , Bonfantini , Bonfanti, Agli, Visdomini. Pazzi, Giandonati. Donati, Alighieri ,Latini ,Foraboschi, Obbriachi , Barucci ,Lucardesi ,Compiobesi , Chiermontesi,Giuochi ,Galigari ,Buondelmonti , Infangati , Amidei ,Pulci , Guidalotti , Sacchetti , Manieri , Da Quona , Soldanieri , Cipriani , Amieri,Toschi , Della Bella ,Scali , Scolari ; Iudi , Palermini , Arrigucci , Bagnesi , Gherardini ,Ubaldini ,Tosinghi ,Lisei, Alepri ,Bostichi , Tornaquinci, Vecchietti, Da Volognano, Malispini , Pigli , Megliorelli , Sizii , Tedaldi detti della Vitella , Tedaldini , Galli , Cappiardi , Gangalandi , Mannelli , Agolanti , Brunelleschi , Rossi , Figiovanni , Firidolfi .Ridolfi

 

Acciaioli = Gugliarello, era un guelfo fuggito da Brescia per sfuggire alle faide politiche, trasferitosi verso il 1160 a Firenze, probabilmente commerciava in acciaio e per questo ebbe il soprannome di Acciaiolo, da cui il cognome della famiglia

 

Il cognome in questi tempi , piu' che un utilita' esprimeva il riconoscimento di appartenere ad un gruppo

..............dominus Ubertus condam domini Luterii de Adimaris et dominus Buonfantinus condam domini Cancellerii de Adimaris et Bonaiunta Chiandonis populi Sancti Appolinaris et Teglarus condam Donzelli et Ubertus condam Ruvinosi de Sacchettis et Lambetrtuccius condam Abbatis Boscolie de Boscolis dicti populi Sancti Appolinaris..............

 

mi sembra comunque che non ci fosse in questi pragmatici fiorentini nessun pensiero di tramandare il proprio nome ai posteri ma molto realisticamente il desiderio del potere immediato , che poteva anche essere legato all'appartenere ad una famiglia potente

 

 Talvolta gruppi familiari gia' cognominati si spezzano in nuovi tronconi ,specie quando un padre ha una prole numerosa

le famiglie più risalenti nel tempo, e che noi potremmo definire come costituenti il patriziato urbano, tendono ad aumentare sempre di più numericamente, secondo lo schema della cosiddetta famiglia allargata, sino a costituire consorzi di vaste famiglie e parentele che riconoscono sì un avo eponimo in comune, ma in realtà hanno maturato distanze biologiche e, soprattutto, interessi economici e sociali che le rendono diverse (per intendersi: il problema dei parenti poveri di ogni tempo), e perciò soggette a rompersi in tronconi, lati, rami etc. ognuno con cognomi diversificati (e spesso uniti dagli studiosi moderni a quelli originali: es. Rossi Iacopi, Adimari Cavicciuoli, Adimari Buonaccorsi etc.); e questo, badi bene, già nel corso del Duecento;

 

Quindi in tutto il XIII secolo continuano ad esser poche le famiglie fiorentine cognominate

Ricostruire un albero genealogico negli anni del XIII secolo puo' risultare un impresa difficile se non impossibile

 

 Grossomodo sino al Trecento nella documentazione medievale l'identificazione degli individui era affidata per lo più al nome di persona seguito dal patronimico, spesso in concomitanza con un complemento di origine e con eventuali titoli, che ne esplicavano il ruolo sociale e professionale. Ciò vale tanto per i documenti privati (in generale negozi privati testimoniati da atti notarili) quanto per quelli pubblici (carte prodotte da soggetti di diritto pubblico, come Imperatori, Re, Duchi, Marchesi, Conti etc., Papi, Vescovi, Abati etc., comunità libere, comuni, associazioni etc.), poiché la possibilità di confondere gli attori e i destinatari di tali documenti era ritenuta minima, se non inesistente.

 

Cosi arriviamo fino al 1300 con poche famiglie fiorentine identificate con un cognome , perche' come visto il cognome, pure esistente, non era sentito spesso come necessario.

E spesso nei documenti si continua anche per individui di famiglie cognominate a far uso solo del nome e del nome del padre, talvolta del titolo

A partire dagli anni intorno al 1270 intervengono i seguenti fenomeni ;

 

  1. Un aumento notevole della popolazione e quindi l'aumento del numero delle famiglie. La popolazione aumenta in modo progressivo almeno dalla metà del XIII secolo, sino ad arrivare in alcune città italiane alla proporzione di decine di migliaia di individui, e, in alcuni casi eccezionali (Firenze, Venezia, Milano) a sfiorare il centinaio di migliaia (Firenze ad inizio Trecento doveva contare circa 90.000 abitanti).

 

anno

Popolazione del comune di Firenze secondo Antonetti

Popolazione del comune di Firenze secondo Fiumi

Popolazione del comune di Firenze secondo Salvemini

 

 

 

 

1150

6.000

 

 

1200

10.000-----15.000

50.000

 

1260

 

75.000

 

1280

100.000

85.000

 

1300

110.000

95.000

 

1338

 

90.000

 

1340

90.000 epidemia e carestia=15.000 morti

 

 

1347

85.000 epidemia e carestia=4.000 morti

76.000

 

1348

32.000 PESTE NERA 53.000 morti

 

 

1352

42.000 (censimento )

 

 

1363

peste

 

 

1379

56.000

55.000

 

1380

54.700

 

 

1400

Peste nei due anni circa 20.000 morti

 

 

1417

peste

 

 

1427

37.144 / 9.780 focolari CATASTO

37.000

 

1459

37.369

 

 

1469

40.369

 

 

1480

41.590

 

 

1552

59.191

 

 

1745

73.517

 

 

 

 

  1. La riduzione dei nomi, a partire dal Trecento, per motivi che restano sconosciuti, si presenta il cosiddetto fenomeno del "calo onomastico", ovvero la riduzione dello stock dei nomi da quello vasto alto e basso medievale a quello molto più ridotto moderno, basato su nomi di santi, o di tradizione evangelica (più che biblica) quali Giuseppe, Matteo, Marco, Anna, Elisabetta, Maria etc. o di tradizione schiettamente medievale, quali Antonio, Francesco, Domenico, Chiara etc.
  2.  

  3. Aumento della ricchezza della classe media . Maggior distribuzione delle ricchezze e quindi aumento delle transazioni commerciali. Compaiono negli atti moltissimi individui nuovi ,individui anche di poco conto sul piano sociale , diventa quindi sempre piu' facile il rischio di omonimie", il cognome inizia ad imporsi per necessità contingenti: il sistema nome/patronimico/origine non basta più ad identificare con sufficiente approssimazione un individuo

 

Quindi a partire dalla fine del duecento il cognome comincia a diventare una necessita' per un sempre maggiore numero di persone

 

Occorre vedere nel cognome uno strumento utile , occorre vedere nel cognome uno strumento d'individuazione , si pensi alla complicazione di un omonimia in un passaggio di proprieta', o nel caso di una condanna

All'affermarsi dell'uso del cognome i casi di omonimia si fanno piu' difficili , continuano ad esserci ma ora sono circoscritti all'interno di un gruppo parentale

 

 

 

La divisione politica delle famiglie permette di fare una fotografia delle cognomizzazioni intorno al 1260

 

 

Famiglie fiorentine Guelfe e Ghibelline

 Libri consultati o da consultare:

Fabrizio Ricciardelli " Il Libro del Chiodo, "Fonti per la Storia dell'Italia Medievale. Antiquitates, 9", Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma, 1998.

Cesare Paoli ................"Il libro di Montaperti " ristampa anastatica della Firenze Libri 2000 anno 2004

Olof Bratto ..." Liber Extimationum. Il libro degli estimi (An. MCCLIX), "Romanica Gothoburgensia, II", Goteborg, Elanders Boktrykeri Aktiebolag, 1956.

Ricordano Malispini ..." Historia antica di Ricordano Malispini dall'edificazione di Fiorenza per insino all'anno 1281

Villani Giovanni .........."Nuova Cronica " dal sito web Liberliber

Dino Compagni .......... "Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi" sito web Liberliber

Francesco Guicciardini " Storie fiorentine " sito web Liberliber

Niccolo' Machiavelli " Istorie fiorentine " sito web Liberliber

Padre Ildefonso di San Luigi Delizie degli eruditi toscani ...........24 volumi Firenze 1770-1789

Robert Davidsohn ......"Storia di Firenze :Le origini " G.C. Sansoni editore Firenze 1910

Robert Davidsohn ......"Storia di Firenze " volumi 3,4, 5,6,8 1978 SBS Sansoni editore

Robert Davidsohn ......"Storia di Firenze " volumi 7 1978 SBS Sansoni editore

Scipione Ammirato con le aggiunte di Scipione Ammirato il giovane " Istorie fiorentine" Batelli e compagni Firenze 1848

Raveggi, Tarassi, Medici, Parenti. "Ghibellini ,guelfi e popolo grasso" La Nuova Italia editrice Firenze 1978

S. Raveggi, Le famiglie di parte ghibellina nella classe dirigente fiorentina del secolo XIII, in I ceti dirigenti dell'età comunale nei secoli XII e XIII, Comitato di Studi sulla storia dei ceti dirigenti in Toscana, Atti del II Convegno: Firenze 14-15 dicembre 1979, Pisa, Pacini Editore, 1982, pp. 279-299.

M. Tarassi, Le famiglie di parte guelfa nella classe dirigente della città di Firenze durante il XIII secolo, in I ceti dirigenti dell'età comunale nei secoli XII e XIII (cfr.), pp. 301-321.

Enrico Fiumi " Fioritura e decadenza dell'economia fiorentina "

Pasquale Villari "I primi due secoli della storia di Firenze " 1883 Sansoni editore Firenze

 

 

 

XXXIX Delle case e de' nobili che divennero Guelfi e Ghibellini in Firenze.

 

Per la detta divisione questi furono i legnaggi de' nobili che a quello tempo furono e divennoro Guelfi in Firenze, contando a sesto a sesto, e simile i Ghibellini. Nel sesto d'Oltrarno furono Guelfi i Nerli gentiluomini, tutto fossero prima abitanti in Mercato vecchio, la casa de' Giacoppi detti Rossi, non però di grande progenia d'antichità, e già cominciavano a venire possenti i Frescobaldi, i Bardi, e' Mozzi, ma di piccolo cominciamento; Ghibellini nel sesto d'Oltrarno, de' nobili, i conti da Gangalandi, Obbriachi, e' Mannelli. Nel sesto di San Piero Scheraggio, i nobili che furono Guelfi, la casa de' Pulci, i Gherardini, i Foraboschi, i Bagnesi, i Guidalotti, i Sacchetti, e' Manieri, e quegli da Quona consorti di quegli da Volognano, i Lucardesi, i Chiermontesi, e' Compiobesi, i Cavalcanti; ma di poco tempo erano stratti di mercatanti. Nel detto sesto furono i Ghibellini la casa degli Uberti, che ne fu capo di parte, i Fifanti, gl'Infangati, e Amidei, e quegli da Volognano, e' Malespini, con tutto che poi per gli oltraggi degli Uberti loro vicini eglino e più altri legnaggi di San Piero Scheraggio si feciono Guelfi. Nel sesto di Borgo furono Guelfi la casa de' Bondelmonti, e furonne capo, la casa de' Giandonati, i Gianfigliazzi, la casa degli Scali, la casa de' Gualterotti, e quella degl'Importuni; i Ghibellini del detto sesto, la casa degli Scolari, che furono di ceppo consorti de' Bondelmonti, la casa de' Iudi, quella de' Galli, e' Cappiardi. Nel sesto di San Brancazio furono Guelfi i Bostichi, i Tornaquinci, i Vecchietti; i Ghibellini del detto sesto furono i Lamberti, i Soldanieri, i Cipriani, i Toschi, e gli Amieri, e Palermini, e Megliorelli, e Pigli, con tutto che poi parte di loro si fecioro Guelfi. Nel sesto di porte del Duomo furono in quegli tempi di parte guelfa i Tosinghi, gli Arrigucci, gli Agli, i Sizii; i Ghibellini del detto sesto, i Barucci, i cattani da Castiglione e da Cersino, gli Agolanti, i Brunelleschi; e poi si feciono Guelfi parte di loro. Nel sesto di porte San Piero furono de' nobili guelfi gli Adimari, i Visdomini, i Donati, i Pazzi, que' della Bella, gli Ardinghi, e' Tedaldi detti que' della Vitella; e già i Cerchi cominciavano a·ssalire in istato, tutto fossono mercatanti. I Ghibellini del detto sesto, i Caponsacchi, i Lisei, gli Abati, i Tedaldini, i Giuochi, i Galigari; e molte altre schiatte d'orrevoli cittadini e popolani tennero l'uno coll'una parte e l'altro coll'altra, e si mutaro per gli tempi d'animo e di parte, che sarebbe troppa lunga matera a raccontare. E per la detta cagione si cominciaro di prima le maladette parti in Firenze; con tutto che di prima assai occultamente, pure era parte tra' cittadini nobili, che chi amava la signoria della Chiesa e chi quella dello 'mperio, ma però inn-istato e bene del Comune tutti erano in concordia.

 

 

XXXIII Come di prima fu cacciata la parte guelfa di Firenze per gli Ghibellini e la forza di Federigo imperadore.

 

Ne' detti tempi, essendo Federigo in Lombardia, e essendo disposto del titolo dello imperio per papa Innocenzio, come detto avemo, in quanto potéo si mise a distruggere in Toscana e in Lombardia i fedeli di santa Chiesa in tutte le città ov'ebbe podere. E prima cominciò a volere stadichi di tutte le città di Toscana, e tolse de' Ghibellini e de' Guelfi, e mandogli a Sa·Miniato del Tedesco; ma ciò fatto, fece lasciare i Ghibellini e ritenere i Guelfi, i quali poi abandonati, come poveri pregioni, di limosine in Samminiato stettono lungo tempo. E imperciò che la nostra città di Firenze in quelli tempi nonn-era delle meno notabili e poderose d'Italia, sì volle in quella spandere il suo veleno e fare partorire le maladette parti guelfa e ghibellina, che più tempo dinanzi erano incominciate per la morte di messer Bondelmonte, e prima, sì come adietro facemmo menzione. Ma bene che poi fossono le dette parti tra' nobili di Firenze, e spesso si guerreggiassono tra loro di propie nimistadi, e erano in setta per le dette parti e si teneano insieme, e quegli che si chiamavano Guelfi amavano lo stato del papa e di santa Chiesa, e quegli che si chiamavano Ghibellini amavano e favoravano lo 'mperadore e suoi seguaci, ma però il popolo e Comune di Firenze si mantenea in unitade, a bene e onore e stato della repubblica. Ma il detto imperadore mandando sodducendo per suoi ambasciadori e lettere quegli della casa delli Uberti ch'erano caporali di sua parte, e loro seguaci che si chiamavano Ghibellini, ch'elli cacciassono della cittade i loro nemici che si chiamavano Guelfi, profferendo loro aiuto de' suoi cavalieri; sì fece a' detti cominciare dissensione e battaglia cittadina in Firenze, onde la città si cominciò a scominare, e a·ppartirsi i nobili e tutto il popolo, e chi tenea dall'una parte, e chi dall'altra; e in più patti della città si combattero più tempo. Intra gli altri luoghi, il principale era per gli Uberti alle loro case, ch'erano ov'è oggi il gran palagio del popolo: si raunavano co' loro seguaci, e combattiesi, co' Guelfi del sesto di San Piero Scheraggio, ond'erano capo quegli dal Bagno, detti Bagnesi, e' Pulci, e' Guidalotti, e tutti i seguaci di parte guelfa di quello sesto; e ancora gli Guelfi d'Oltrarno su per le pescaie passando, gli venieno a soccorrere quando erano combattuti dagli Uberti. L'altra puntaglia era in porte San Piero, ond'erano capo de' Ghibellini i Tedaldini, perch'aveano più forti casamenti di palagi e torri, e co·lloro teneano Caponsacchi, Lisei, Giuochi, e Abati, e Galigari, e erano le battaglie con quegli della casa de' Donati, e con Visdomini, e Pazzi, e Adimari. E l'altra puntaglia era in porte del Duomo a la torre di messer Lancia de' cattani da Castiglione, e da Cersino, ond'erano capo de' Ghibellini con Agolanti e Bruneleschi, e molti popolari di loro parte, contra i Tosinghi, Agli, e Arrigucci. E l'altra punga e battaglia era in San Brancazio, ond'erano capo per gli Ghibellini i Lamberti, e Toschi, Amieri, Cipriani, e Megliorelli, e con molto seguito di popolo, contra i Tornaquinci, e Vecchietti, e Pigli, tutto che parte de' Pigli erano Ghibellini. E' Ghibellini faceano capo in San Brancazio a la torre dello Scarafaggio de' Soldanieri; e di quella venne a messer Rustico Marignolli, ch'avea la 'nsegna de' Guelfi, cioè il campo bianco e 'l giglio vermiglio, uno quadrello nel viso, ond'egli morìo; e il dì che' Guelfi furono cacciati, e innanzi che si partissono, armati il vennono a soppellire a San Lorenzo; e partiti i Guelfi, i calonaci di San Lorenzo tramutaro il corpo, acciò che' Ghibellini nol disotterrassono e facessone strazio, però ch'era uno grande caporale di parte guelfa. E l'altra forza de' Ghibellini era in Borgo, ond'erano capo gli Scolari, e Soldanieri, e Guidi, contra i Bondelmonti, Giandonati, Bostichi, e Cavalcanti, Scali, e Gianfigliazzi. Oltrarno erano tra gli Ubbriachi e' Mannelli (e altri nobili di rinnomo non n'avea, se none di case de' popolari), incontro a' Rossi e' Nerli. Avenne che·lle dette battaglie duraro più tempo, combattendosi a' serragli, overo isbarre, da una vicinanza ad altra, e alle torri l'una a l'altra (che molte n'avea in Firenze in quegli tempi, e alte da C braccia in suso); e con manganelle, e altri difici si combatteano insieme di dì e di notte. In questo contasto e battaglie Federigo imperadore mandò a Firenze lo re Federigo suo figliuolo bastardo, con XVIc di cavalieri di sua gente tedesca. Sentendo i Ghibellini ch'egli erano presso a Firenze, presono vigore, e con più forza e ardire pugnando contra i Guelfi, i quali nonn-aveano altro aiuto, né attendeano nullo soccorso, perché la Chiesa era a Leone sopra Rodano oltremonti, e la forza di Federigo era troppo grande in tutte parti in Italia. E in questo usarono i Ghibellini una maestria di guerra, che a casa gli Uberti si raunava il più della forza de' detti Ghibellini, e cominciandosi le battaglie ne' sopradetti luoghi, sì andavano tutti insieme a contastare i Guelfi, e per questo modo gli vinsono quasi in ogni parte della città, salvo nella loro vicinanza contra il serraglio de' Guidalotti e Bagnesi, che più sostennono; e in quello luogo si ridussono i Guelfi, e tutta la forza de' Ghibellini contra loro. Alla fine veggendosi i Guelfi aspramente menare, e sentendo già la cavalleria di Federigo imperadore in Firenze, entrato già lo re Federigo con sua gente la domenica mattina, sì si tennero i Guelfi infino al mercolidì vegnente. Allora non potendo più resistere a la forza de' Ghibellini, si abandonarono la difenza, e partirsi della città la notte di santa Maria Candellara gli anni di Cristo MCCXLVIII. Cacciata la parte guelfa di Firenze, i nobili di quella parte si ridussono parte nel castello di Montevarchi in Valdarno, e parte nel castello di Capraia; e Pelago, e Ristonchio, e Magnale, infino a Cascia per gli Guelfi si tenne, e chiamossi la Lega; e in quelli faceano guerra a la cittade e al contado di Firenze. Altri popolani di quella parte si ridussono per lo contado a·lloro poderi e di loro amici. I Ghibellini che rimasono in Firenze signori colla forza e cavalleria di Federigo imperadore sì riformaro la cittade a·lloro guisa, e feciono disfare da XXXVI fortezze de' Guelfi, che palagi e grandi torri, intra le quali fu la più nobile quella de' Tosinghi in su Mercato Vecchio, chiamato il Palazzo, alto LXXXX braccia, fatto a colonnelli di marmo, e una torre con esso alta CXXX braccia. Ancora mostraro i Ghibellini maggiore empiezza, per cagione che i Guelfi faceano di loro molto capo a la chiesa di San Giovanni, e tutta la buona gente v'usava la domenica mattina, e faceansi i matrimoni. Quando vennero a disfare le torri de' Guelfi, intra l'altre una molto grande e bella ch'era in sulla piazza di San Giovanni a l'entrare del corso degli Adimari, e chiamavasi la torre del Guardamorto, però che anticamente tutta la buona gente che moria si soppelliva a San Giovanni, i Ghibellini faccendo tagliare dal piè la detta torre, sì·lla feciono puntellare per modo che, quando si mettesse il fuoco a' puntelli, cadesse in su la chiesa di Santo Giovanni; e così fu fatto. Ma come piacque a Dio, per reverenza e miracolo del beato Giovanni, la torre, ch'era alta CXX braccia, parve manifestamente, quando venne a cadere, ch'ella schifasse la santa chiesa, e rivolsesi, e cadde per lo diritto della piazza, onde tutti i Fiorentini si maravigliaro, e il popolo ne fu molto allegro. E nota che poi che·lla città di Firenze fu rifatta, non v'era disfatta casa niuna, e allora si cominciò la detta maladizione di disfarle per gli Ghibellini. E ordinaro che della gente dello 'mperadore ritennero VIIIc cavalieri tedeschi al loro soldo, onde fu capitano il conte Giordano. Avvenne che infra l'anno medesimo che' Guelfi furono cacciati di Firenze quegli ch'erano a Montevarchi furono assaliti da le masnade de' Tedeschi che stavano in guernigione nel castello di Gangareta nel mercatale del detto Montevarchi, e di poca gente fue aspra battaglia, infino nell'Arno, dagli usciti guelfi di Firenze a' detti Tedeschi; a la fine i Tedeschi furono sconfitti, e gran parte di loro furono tra morti e presi; e ciò fu dì..., gli anni di Cristo MCCXLVIII.

 

guelfi e ghibellini malespini

guelfi e ghibellini villani

I guelfi sono indicati a lettere azzurre e i ghibellini a lettere rosse

I guelfi sono indicati a lettere azzurre e i ghibellini a lettere rosse

lamberti

nerli

nerli

frescobaldi

frescobaldi

mozzi

mozzi

bardi

bardi

conti da gangalanti

conti da gangalanti

mannelli

obbriachi

obbriachi

pulci

pulci

gherardini

gherardini

ormanni detti foraboschi

foraboschi

bagnesi

bagnesi

guidalotti

sacchetti

sacchetti

manieri

manieri

achuona

da quona

da volognano

da volognano

lucardesi

chiermontesi

campiobesi

campiobesi

uberti

uberti

pazzi

cavalcanti

cavalcanti

fifanti

fifanti

infangati in parte

infangati

amidei

da volognano

da volognano

malespini

malespini

buondelmonti

buondelmonti

scali

scali

giandonati

giandonati

gianfigliazzi

importuni

importuni

gualterotti

gualterotti

scolari

scolari

iudi

galli

cappiardi

bostichi

bostichi

tornaquinci

tornaquinci

vecchietti

vecchietti

soldanieri

soldanieri

cipriani in parte

cipriani

toschi in parte

toschi

amieri

palermini

megliorelli

pigli

tosinghi

tosinghi

arrigucci

arrigucci

agli

agli

sizii

sizii

barucci

cattani da castiglione

cattani da castiglione

cattani da cersino

cattani da cersino

agolanti

agolanti

brunelleschi in parte

brunelleschi

adimari

adimari

donati

donati

visdomini

visdomini

pazzi

pazzi

della bella

della bella

ardinghi

tedaldi detti quei della vitella

tedaldi detti quei della vitella

cerchi

caponsacchi

caponsacchi

lisei

lisei

abati

abati

tedaldini

tedaldini

giuochi

giuochi

galisgai in parte

galigari

achoppi detti rossi

magalotti

buonaguisi in parte

della pressa

giugni

gugialferri in parte

tebaldini in parte

alepri in parte

figligiovanni in parte

corbizzi

 

 

 

 Libro di Montaperti

Alcuni individui citati nel libro :

Iscieltus f.Guidotti Daviczi

Ristorus f. Pieri Passere

Ymbonus f.qd Clarissimi de Medicis

Mari f. Ugolotti de Aglis

Lippus de belfradellis

Geri filius Richi Bardi

Tegrimus f. Bernardi de Maczinghis

Grossolus f. Benci Altomanni

Puccius de acciaiolis

Nero bordello de Arrigucciis

Vinta de raffacanis

Berlinguccius de Ciprianis

Aldobrandinus del Sega

Acquerellus de acquerellis

Giovencus de Buciellis

Uguccione marignolle

 

 

Corsus faber hospes de Marsiliis

Vesciosus del Garbo

Attavianus de lo Strinato

Bartholus degli Arlotti

Cambius de la Stufa

Corsus del Forese

Rusticus de Cedernellis

Dinus de Ruffolis

Spinellus f Siminetti de Ticzonis

Giardus de Burgo

Dominus Giannoczus de giandonatis

Dominus Gaglia Upiczini de Sacchettis

Dominus Albizus Rinuccii de Galigariis

 

Spina f. Iacobi de la Scala

Mannellinus de Mannellis

Dominus gianni ridolfi

Dominus ciece gherardini

Ugo spine

Cambius falconerii

Dominus Stoldus Beringhieri Iacopi

Cambiuczus f. quondam Manieri Bilicoczi

Dominus odarrigus guaitani

Dominus baldovinus arnolfi

Dominus filignus albizi Foresis

Cima f. domini Iacobi Morandi

Rogerinus Minerbetti

Gherardus f. domini tedaldini guidalotti

Ardingus quondam domini Pegolotti Ardinghi

Gonnella f. Lotherii Malegonnelle

Rogerinus Bonfantini

Rinuccius Paganelli

Tedescus f. Martini Corbinelli

Spada Petri de Bostikis

Dominus iohannes odarrighi de amideis

Guido Guidotti

Dominus Tedici Aliotti Visdomini

Dominus iacopus Gioki

Donatus f. Giamboni Orciolini

Neri f. quondam Lamberti Friscobaldi

Simone f. domini Ranerii Rustici

Rossus Marsiliotti Belfortis

Cambius de Giugnis

giugni f.Cambii giugni

Doscius f. domini Uberti de Pulcis

Lapus f. Aldobrandini Kammelli

Puccius f. Arrighi Manetti

Tingus f. Bernardi Anselmi

Dominus Marsoppinus Aczi de Tusinghis

Dominus Trincia f. domini Albizi Trinciavellis

Burnettus Bellincionis Alaghieri

Teghiuczus f.quondam domini Gherardi Aldobrandi de Adimaris

Sangallus f. domini Gianni Schichi de Cavalcantibus

Dominus Iacopus Maffei Tedaldi

Ciampi f quondam napoleonis de Tusinghis

Cante f. domini Gherardi Nerli

Bancus f. Begnammini Ghiandoni

Falcuccius f. domini Maczetti Falconierii

Puccius f. Albizi Donosdei de Lungarno

Dinus f. olim domini Tiniosi de Malaspinis

Neri Gioia f. domini Gherardi Aliotti

Masus f. Spilliati Cambii Mozi

Burnettus f, qd lotherii Mentuccii de Tornaquincis

Aldobrandinus qui vocatur Bindus f. domini Aldobrandini Mangiatroie

 

 

 

 

 LXXIX Come i Guelfi di Firenze dopo la detta sconfitta si partirono di Firenze, e andarsene a Lucca.

 

Venuta in Firenze la novella della dolorosa sconfitta, e tornando i miseri fuggiti di quella, si levò il pianto d'uomini e di femmine in Firenze sì grande, ch'andava infino a cielo; imperciò che non avea casa niuna in Firenze, piccola o grande, che non vi rimanesse uomo morto o preso; e di Lucca e del contado ve ne rimasono gran quantità, e degli Orbitani. Per la qual cosa i caporali de' Guelfi, nobili e popolari, ch'erano tornati dalla sconfitta, e quegli ch'erano in Firenze, isbigottiti e impauriti, e temendo degli usciti che venieno da Siena colle masnade tedesche; e' Ghibellini ribelli e confinati ch'erano fuori della cittade cominciarono a tornare nella terra; per la qual cosa i Guelfi, sanz'altro commiato o cacciamento, colle loro famiglie piagnendo uscirono di Firenze, e andarsene a Lucca, giuovedì a dì XIII di settembre, gli anni di Cristo MCCLX. Queste furono le principali case guelfe ch'uscirono di Firenze: del sesto d'Oltrarno, i Rossi, e' Nerli, e parte de' Mannelli, i Bardi, e' Mozzi, e' Frescobaldi; gli popolani del detto sesto case notabili, Canigiani, Magli, e Machiavelli, Belfredelli, e Orciolini, Aglioni, Rinucci, Barbadori, e Battimammi, e Soderini, e Malduri, e Amirati. Di San Piero Scheraggio, i nobili: Gherardini, Lucardesi, Cavalcanti, Bagnesi, Pulci, Guidalotti, Malispini, Foraboschi, Manieri, quelli da Quona, Sacchetti, Compiobbesi; i popolani: Magalotti, Mancini, Bucelli, e quelli della Vitella. Del sesto di Borgo, i nobili: i Bondelmonti, Scali, Spini, Gianfigliazzi, Giandonati, Bostichi, Altoviti, i Ciampali, Baldovinetti e altri. Del sesto di San Brancazio, i nobili: Tornaquinci, Vecchietti, e' Pigli parte di loro, Minerbetti, Becchenugi, e Bordoni e altri. Di porte del Duomo: i Tosinghi, Arrigucci, Agli, Sizii, Marignolli, e ser Brunetto Latini e' suoi, e più altri. Di porte San Piero: Adimari, Pazzi, Visdomini, e parte de' Donati; dal lato delli Scolari rimasono que' della Bella, i Carri, i Ghiberti, i Guidalotti di Balla, i Mazzocchi, gli Uccellini, Boccatonde; e oltre a questi molti confinati grandi e popolani per ciascuno sesto. E della partita molto furono da riprendere i Guelfi, imperciò che·lla città di Firenze era molto forte di mura e di fossi pieni d'acqua, e da poterla bene difendere e tenere; ma il giudicio di Dio per punire le peccata conviene che faccia suo corso sanza riparo; e a cui Idio vuole male gli toglie il senno e l'accorgimento. E partiti i Guelfi il giuovidì, la domenica vegnente a dì XVI di settembre, gli usciti di Firenze ch'erano stati a la battaglia a Monte Aperti, col conte Giordano e colle sue masnade de' Tedeschi, e cogli altri soldati de' Ghibellini di Toscana, arricchiti delle prede de' Fiorentini e degli altri Guelfi di Toscana, entrarono nella città di Firenze sanza contasto neuno. E incontanente feciono podestà di Firenze per lo re Manfredi Guido Novello de' conti Guidi dal dì a calen di gennaio vegnente a due anni; e tenea ragione nel palagio vecchio del popolo da San Pulinari, ed era la scala di fuori. E poco tempo appresso fece fare la porta Ghibellina, e aprire quella via di fuori, acciò che per quella via che risponde al palagio potesse avere entrata e uscita al bisogno, per mettere in Firenze i suoi fedeli di Casentino a guardia di lui e della terra; e perché si fece al tempo de' Ghibellini, la porta e la via ebbe sopranome Ghibellina. Questo conte Guido fece giurare tutti i cittadini che rimasono in Firenze la fedeltà del re Manfredi, e per patti promessi a' Sanesi fece disfare cinque castella del contado di Firenze ch'erano alle loro frontiere; e rimase in Firenze per capitano di guerra, e vicario generale per lo re Manfredi, il detto conte Giordano colle masnade de' tedeschi al soldo de' Fiorentini, i quali molto perseguitarono i Guelfi in più parti in Toscana, come innanzi faremo menzione; e tolsono tutti i loro beni, e disfeciono molti palagi e torri de' Guelfi, e misono in comune i loro beni. Il detto conte Giordano fu gentile uomo di Piemonte in Lombardia, e parente della madre del re Manfredi; e per la sua prodezza, e perch'era molto fedele di Manfredi, e di vita e di costumi così mondano com'egli, il fece conte e li diè terra in Puglia, e di piccolo stato il mise in grande signoria.

 

 

 

 

Classe dirigente ghibellina periodo 1260-1266

dall'opera "Ghibellini , guelfi e popolo grasso"

Vedi pagine 70 71 72

 

 

 

Oltrarno

S. Pietro Scheraggio

Borgo

S. Pancrazio

Porta Duomo

Porta S.Pietro

 

 

 

 

 

 

Davanzi

Dell' Abbraccia

Ardinghelli

Acerbi

Agolanti

Abati

Del Fronte

Acquerelli

Avogadi

Aliotti

Anchioni

Bonizzi

Gottoli

Amidei

Del Bene

Amieri

Barucci

Dal Borgo

Malognani

Dell'Antella

Bombeni

Bachini

Brunelleschi

Boscoli

Manelli

Balsami

Carini

Caponsacchi

Caponsacchi

Caponsacchi

Del Migliore

Cappiardi

Cappiardi

Del Becco

Da Castiglione

Cerchi

Nerli

Beccafumi

Cosi

Cipriani

Della Pressa

Elisei

Omodei

Bogolesi-Fifanti

Erri

Ghiandoni

Strinati - Alfieri

Galigai

Pegolotti

Bonizzi

Giudi

Lamberti

Rondinelli del Bello

Giochi

Quercetani

Calcagni

Gualterotti

Malagalli

 

Macci

Razzanelli

Del Cammello

Monaldi

Migliorelli

 

Portinari

Tifi

Compiobbesi

Del Mula

Pilastri

 

Tedaldini

Ubriachi

Della Filippa

Del Pesce

Ponzetti

 

 

Del Vergato

Galli

Pigli

Pigli

 

 

 

Da Gangalandi

Del Romeo

Ristori del Barone

 

 

 

Infangati

Del Rosso

Sassetti

 

 

 

Malferrari

Scolari

Strozzi

 

 

 

Manieri-Bellicozzi

Soldanieri

Toschi

 

 

 

Marsili

Squarciasacchi

 

 

 

 

Pelagalli

Del testa

 

 

 

 

Pulci

Tinozzi

 

 

 

 

Rigaletti

 

 

 

 

 

Rimbertini

 

 

 

 

 

Sacchetti

 

 

 

 

 

Salterelli

 

 

 

 

 

Schelmi

 

 

 

 

 

Siminetti

 

 

 

 

 

Uberti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Classe dirigente guelfa 

 

 

Oltrarno

S. Pietro Scheraggio

Borgo

S. Pancrazio

Porta Duomo

Porta S.Pietro

 

 

 

 

 

 

Angiolieri-Ammirati

Dell'Abate

Acciaiuoli

Becchenugi

Agli

Abati

Barbadori

Alberti del giudice

Altoviti

Girolami

Arrighi

Adimari

Bardi

Bacherelli

Ardinghi

Mazzinghi

Arrigucci

Alighieri

Belfradelli

Bagnesi

Attiglianti

Minerbetti

Del Beccuto

Cerchi

Del bene

Baroncelli

Della Badessa

Pigli

Cerretani

Davizzi

Canigiani

Bucelli

Baldovinetti

Tornaquinci

Lei

Diodati

Davanzi

Calcagni

Bostichi

Trinciavelli

Marignolli

Donati

Frescobaldi

 

Buondelmonti

Vecchietti

Medici

Erbolotti

Machiavelli

Cavalcanti

Cavalcanti

Villanuzzi

Del mugnaio

Falconieri

Magli

Chiermontesi

Giandonati

 

Orlanduccio di orlando

Ghiberti

Manelli

Foraboschi

Gianfigliazzi

 

Rinaldi Betti

Guidalotti

Minutoli

Della Gattaia

Iacopo di ghisello

 

Rinuccini

Pazzi

Mozzi

Gherardini

Petriboni

 

Ristori martini

Ricci

Nerli

Lupicini

Scali

 

Ruffoli

Uccellini

Orciolini

Magalotti

Spini

 

Sizii

Visdomini

Pitti

Malespini

Tornabelli

 

Solosmei

 

Ridolfi

Mancini

 

 

Della tosa

 

Rossi

Manieri-bellicozzi

 

 

 

 

Sassolini

Pulci

 

 

 

 

Velluti

Raffacani

 

 

 

 

 

Sacchetti

 

 

 

 

 

Tedaldi della vitella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Benci

ferrantini

Aldobrandini

Anselmi

Baronci

Albizzi

Bonfantini

fifanti bogolesi

Angelotti

Attaviani

Bellandi

Chiermontesi

Bonfiglioli

foraboschi ormanni

Bonciani

Biliotti

Figiovanni

Corbizzi

Capponi

gherardini

Cosi

Bombeni

Firidolfi

Davanzati-Bostichi

Corbinelli

infangati mangiatroie

Compagni

Bonaccorsi

Mangoni

Della Bella

Corsini

manieri

Del Forese

Bordoni

Manovelli

Elisei

Gualducci

peruzzi

Gangalandi

Cantori

Panzani

Borghini

Guicciardini

pongi

Giraldi

Catellini

Della Pressa

Giugni

Guidetti

saltarelli

Giudi

Davizzi

Rondinelli

Giuochi

Manetti

tedaldi

Gualtierotti

Federighi

Scali

Guadagni

Ridolfi di ponte

uguccioni

Importuni

Girolami di San Zenobi

Tosinghi

Portinari

Paganelli

vernacci

Orlandini

Gondi

 

Ravignani

Serristori

 

Paradisi

di guglielmo

 

Rocchi

Soderini

 

Pulci

guidalotti

 

Salviati

Torriggiani

 

Ridolfi di Borgo

malegonelle

 

Tedaldini

 

 

Ulivieri

pilastri

 

 

 

 

 

ristori del baglione

 

 

 

 

 

rucellai

 

 

 

 

 

sassetti

 

 

 

 

 

soldanieri

 

 

 

 

 

strozzi

 

 

 

 

 

ubertini

 

 

 

 

 

ughi

 

 

 

 

 

della vigna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima la proscrizione della classe ghibellina

Poi gli ordinamenti di Giustizia

Infine le proscrizioni dei Bianchi

 

Favoriscono l'emersione della classe dirigente trecentesca

 

Secolo XIV 1338-1340

De Medicis

De Mozzis

De Albertis

De Altovitis

De Strozzis

De Iungnis

De Uccellinis

De Foraboschis

De Ardinghellis

De Ricasulis

De Bosticis

De Gianfilglazis

Del Forese

De Pazzis

De Manellis

De Spinis

De Pulcis

De Acciaiuolis

De Albizzis

De Becchanugiis

De Peruzis

De Rondinellis

De Pilglis

De Tornaquincis

De la Tosa

De Mazinghis

De Adimaribus

De Alfanis

De Bordonibus

De Bardis

De Covonibus

De Magaloctis

De Veclis

De Ricciis

De sassettis

De arrigucciis

De Infangatis

De Filicaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

De Ferrariis

De Pasqualibus

De Lotteringhis

 

 

 

De Rinucciis

De Lenzis

De Marchis

De Baroncellis

De Barberiis

De Raynaldis

De Bangnensibus

Del Bene

De Boncianis

De Siminettis

De Bastariis

De Raffacanis

 

 

 

 

 Cambio di cognome

Le potenti ed orgogliose famiglie dei primi anni del XIII secolo bollate nel 1293 dagli Ordinamenti di Giustizia............

 

 

Ciononostante la diffusione del cognome e' lenta

Al Catasto del 1427 solo il 36% dei fiorentini ha un cognome

Il processo di cognomizzazione si concludera' praticamente sono nel tardo 500 col Concilio di Trento

Il Concilio di Trento, terminato nel dicembre del 1563, rese obbligatoria la tenuta dei libri dei battesimi e dei matrimoni.

Lo scopo era di evitare il matrimonio tra consanguinei .

All'inizio del Seicento, con Bolla papale, fu resa obbligatoria anche la tenuta da parte dei parroci dei registri dei defunti.

 

Quindi il cognome non e' stato una facile conquista

 

 Pure c'e' da dire anche questo :

Nel Catasto del 1427, soltanto il 36% dei capi-famiglia riportati era elencato con il cognome, ma nelle registrazioni dell'archivio-dati delle Tratte ben l'84% degli uomini tratti ai Tre Maggiori possedevano un cognome, a fronte di un 64% di uomini tratti agli uffici delle Arti (gli eletti alle Arti minori avevano minori probabilità di avere un cognome rispetto a quelli estratti alle Maggiori). Tutti gli individui erano comunque indicati con patronimici (talvolta con tre gradi di ascendenza paterna: padre, nonno, bisnonno), ma qualcuno fra loro non era dotato di cognome. Persone con lo stesso cognome generalmente possedevano un legame di sangue, seppur distante, ed erano tutti per lo più scrutinati nello stesso quartiere e gonfalone ( nonostante che qualche individuo, o un ramo familiare, potesse anche cambiare il proprio quartiere ed il gonfalone).

 

 

da Paolo Piccardi ………………

 

Senza aver fatto studi specifici sull'argomento, io ho potuto notare questo:

- I cognomi vennero "istituzionalizzati" con il concilio di Trento, con il principale scopo di evitare matrimoni fra consanguinei

- già da prima, però, quando veniva usato il latino, specialmente nelle registrazioni dei matrimoni sui registri delle chiese e negli atti notarili, il nome del padre e del nonno venivano, ovviamente, declinati al genitivo.<

- ho visto diversi nomi di persona diventare cognomi. Ad esempio: i figli del Biondo abitanti a Casa Biondo dettero origine alla famiglia Biondi (Biondijs), i discendenti di Papo divennero Papi, i figli di un certo Pace divennero Paci (sto citando tutti cognomi tuttora esistenti nel luogo in cui ebbero origine).

- Certamente nel '400 erano più le persone senza cognome che quelle che ne erano provviste. Non so se si può affermare che il cognome denotava ad un ceto culturalmente ed economicamente più elevato. Per contraddire questa ipotesi, posso affermare di aver trovato persone letterate, quali alcuni estensori delle portate del catasto, per conto di contribuenti analfabeti, senza cognome. Senza cognome ho trovato anche un bottaio di Firenze, molto abbiente e dotato della più bella calligrafia "manu propria".

 

 

 

 

 

 

Sistemi di ricostruzione di legami genealogici : Individuazione a posteriori

L'investigazione storica successiva , porta a tentare di attribuire ad un individuo un cognome che lui in vita non portava ma che porteranno solo i suoi discendenti piu' o meno vicini

Cosi Durante e' un Carnesecchi perche' e' un progenitore dei Carnesecchi , ma al tempo in cui Durante era vivo questo cognome non esisteva

 

 

I cognomi derivavano spesso da patronimici (Alberti da Alberto, Capponi da Cappone, Ridolfi da Ridolfo), benché questo procedimento non fosse sempre così automatico. I Capponi, per esempio, che ebbero accesso per la prima volta al Priorato nel 1287, adottarono un cognome stabile soltanto verso la metà del quattordicesimo secolo. Tuttavia in questo caso particolare (dal momento che il rapporto genealogico tra i membri della famiglia era chiaro e che i primi prioristi [Rastrelli] li avevano chiamati senza distinzione Capponi)

Nella codificazione dei dati era spesso difficile distinguere fra patronimici e cognomi stabilizzati, non tanto per le grandi casate che compaiono frequentemente (Strozzi, Medici, Albizzi e similari), quanto tra le famiglie meno importanti; perciò bisogna fare attenzione a non trasformare, nei casi non chiari, patronimici in cognomi.

 

Riconoscere i figli di un Grazino da quelli di un altro Grazino non e' per niente agevole , di fronte a possibilita' di omonimia

 

 

 

 

Sistemi di ricostruzione di legami genealogici : Analisi patrimoniale

 

Dice Tiziana Lazzari nel suo intervento in "Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo" atti del 2 congresso

 

................Le ricostruzioni genealogiche che uniscono attraverso i secoli rami di famiglie diverse attribuendo loro un unico capostipite vengono spesso accusate di fare " quadrare i conti " con fantasiose integrazioní. Tuttavia, l'ampia erudizione di storici come il Repetti rende degne di attenzione anche certe ricostruzioni a prima vista immaginose: seppure non rigorosamente documentate esse dimostrano comunque una forte verosimiglianza. E', opportuno infatti, nella ricostruzione moderna delle genealogie, prestare attenzione agli ambiti d'azione politica e patrimoniale dei personaggi di cui ci si occupa: se, infatti, i nessi parentali possono sfuggire a causa di una documentazione scarsa e discontinua, più facile è inserire le persone all'interno di reti di relazioni politiche e patrimoniali; la ricostruzione di queste reti è in realtà il fine della ricerca genealogicofamiliare ".

La derivazione dei conti Alberti dalla misteriosa famiglia cornitale bolognese rientra fra questa serie di ipotesi, che un'attenta verifica, se non riesce ad accertare in modo univoco, non riesce neppure a confutare in quanto è supportata da molteplici prove indiziarie.

 

Dice Maria Luisa Ceccarelli Lemut negli atti dello stesso convegno

Ma questa ricostruzione per quanto brillante e seducente ,genera non poche perplessita' . Innanzitutto si presenta il problema della professione di legge , dal momento che i conti di Bologna erano di legge ripuaria , mentre i conti Alberti seguivano quella longobarda . In secondo luogo il radicamento degli Alberti a Prato e nel territorio circostante si realizzo anteriormente al conseguimento dell'ufficio di marchese di Tuscia da parte di Bonifacio e non pote' quindi dipendere da quello . Se tale nomina non pote' verosimilmente avvenire prima della discesa di Enrico II in Italia per cingervi la corona regia nella primavera del 1004 , i conti Alberti invece gia' dal 1002 avevano possessi nel territorio pratese riuniti intorno ad una Curtis a Prato ,attestata nel 1027, presso la quale essi avevano promosso la nascita di un castello . In terzo luogo gli Alberti non mostrarono una continuita' patrimoniale rispetto al marchese Bonifacio ne' a differenza dei discendenti dei "conti di Bologna", mantennero rapporti con il monastero pistoiese di San Salvatore di Fontana Taona , che probabilmente proprio a quel marchese dovette la sua origine

 

 

 

I cognomi e le tratte

 

L'uso dei cognomi era caratteristico del costume dei Fiorentini, ed era in parte da mettere in relazione con la prassi degli scrutini periodici e dell'estrazione dei candidati agli uffici pubblici.

Gli individui, la cui parentela di più stretta ascendenza paterna era stata in precedenza tratta agli uffici, potevano essere ammessi agli scrutini come "benefiziati", mentre invece gli ultimi arrivati venivano votati separatamente.

Le famiglie (casate) stabilizzate nel gruppo degli incaricati agli uffici avevano generalmente un cognome, benché ci volesse qualche generazione per maturare un cognome stabile.

Nel Catasto del 1427, soltanto il 36% dei capi-famiglia riportati era elencato con il cognome, ma nelle registrazioni dell'archivio-dati delle Tratte ben l'84% degli uomini tratti ai Tre Maggiori possedevano un cognome, a fronte di un 64% di uomini tratti agli uffici delle Arti (gli eletti alle Arti minori avevano minori probabilità di avere un cognome rispetto a quelli estratti alle Maggiori). Tutti gli individui erano comunque indicati con patronimici (talvolta con tre gradi di ascendenza paterna: padre, nonno, bisnonno), ma qualcuno fra loro non era dotato di cognome. Persone con lo stesso cognome generalmente possedevano un legame di sangue, seppur distante, ed erano tutti per lo più scrutinati nello stesso quartiere e gonfalone (nonostante che qualche individuo, o un ramo familiare, potesse anche cambiare il proprio quartiere ed il gonfalone).

 

 

I divieti legati alla parentela ??

Due fratelli a che distanza di tempo dovevano esser eletti ,

potevano esser eletti insieme

padre e figlio

zio e nipote

necessita' di segnare i dati che mettessero in rilievo eventuali posizioni soggette a divieto : tizio figlio di sempronio

 

 Nel 1346 la Parte Guelfa promuove la cosidetta legge contro ai forestieri

Per queste cose nel 1346 , tre anni dopo la cacciata dei grandi si fece decreto che << niun forestiero fatto cittadino ,s'egli ed il padre e l'avolo suo non fossero nati in Firenze o nel contado , sotto grave pena non potesse avere ufficio , nonostante che fosse eletto o insaccato >>

La conseguenza e' che nelle tratte si nomina con ancora piu' cura il padre e l'avolo a comprovare l'adempimento della legge

Cosi il nome dell'avolo tende a divenire cognome ed allora non piu' Berti come figli di Berto , ma Grazini come nipoti di Grazino

 

 

 

La tesi che le famiglie fiorentine si distinguessero piu' con lo stemma che con il cognome si scontra con queste interessanti considerazioni

 

 

Le istituzioni araldiche traggono origine , come sappiamo bene , nel mondo feudale. E poiche’ si disputa  se il loro centro d’irradiazione debba considerarsi l’Inghilterra degli ultimi re normanni oppure la Francia degli stessi anni ( tra i numerosi contributi che affrontano questi problemi , ci limitiamo a rinviare ai piu’ notevoli apporti recenti : R. Viel , Les origines symboliques du blason , Parigi , 1972 ; G.J. Brault , Early Blason Oxford 1972 ;H.  Pinoteau , Origine et diffusione de l’eraldique capetienne in corso di stampa negli atti del Colloque de l’Accademie  internazionale d’heraldique  5-9 ottobre 1981 ; M.Pastoureau, Histoire des theories ayant tente’ d’espliquer l’origine des armoiries (xii-xx siecle ) ibidem ) ,questo implica che la Toscana , e l’Italia in genere , restino in posizione periferica e in ogni caso passiva.

Da  cio’ deriva che ogni attribuzione di armi a personaggi vissuti in epoche precedenti alla prima meta’del xii secolo appartiene all’araldica fantastica , come e’ il caso notissimo  della <<bell’insegna del gran barone >>, l’arma << addogata bianca e rossa >> di Ugo il Grande di Tuscia , dalla quale si fanno discendere le armi di alcune casate fiorentine. Per quanto legittimata  dall’autorita’ di Dante, essa deve ritenersi immaginaria.

L’indiscussa preminenza anglo-normanna e francese che in Toscana fa del sistema araldico un prodotto d’importazione , esclude dunque che si possano collocare qui i problemi delle origini. Si tratta invece di determinare perche’ le istituzioni feudali come le araldiche si siano trapiantate in un contesto diverso e possano essere state recepite dalle strutture comunali……..

 

Da Istituzioni araldiche e paraldiche nella vita toscana del duecento

Di Hannelore Zug Tucci

Nobilta’ e ceti dirigenti in Toscana nei secoli xi-xiii :  strutture e concetti  -- Convegno Firenze 12 dicembre 1981

 

 

 

  

 

 

 

 Chiese dal numero delle chiese indizi sulla popolazione

 

Esempio : 1086 gennaio 12, Firenze

Iohannes detto Cosa figlio del fu Hamizonis, Paganus suo figlio ed Hermellina moglie di Pagano e figlia di Raineri (interrogata da Iohannes giudice detto Bellundo) per rimedio delle loro anime e per rimedio dell'anima di Benzo che fu suocero del detto Giovanni donano all'ospedale posto presso S. Pier Maggiore un pezzo di terra e vigna

 

 

 

 

 

 

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  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003