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LE AVVENTURE DI ZANOBI MARIA PICCARDI

 

( dalle ricerche del dr . Paolo Piccardi )

 

 

 

 

 

OTTO DI GUARDIA E BALIA DEL PRINCIPATO

FILZA 2076

INSERTO 692

Il Magistrato degli Otto ha terminato la seguente causa contro

  1. Zanobi di Lorenzo Piccardi abitante in via dello Sprone Speziale a San Pietro e
  2. Benedetta Sagrestani abitante all’ Annunziatina (*)

 

 

Perché la sera del dì 31 Gennaio 1702 verso le due ore di notte, il predetto fusse catturato mentre faceva all’ amore con la suddetta Inquisita, che era ad una finestra bassa di sua casa con lui.

L’est.re Barbieri ha detto:

Confessano questi Inquisiti d’esser stati trovati insieme a fare all’ amore, ma la ragazza dice, che era alla sua finestra al primo piano alta da terra piu’ di quattro braccia, (**) ed il giovane nella strada, il che non sanno negare anco i medesimi sbirri, e la conferma di piu’ un testimone fiscale, che era in compagnia del medesimo Inquisito quando fu preso, di modo che siamo fuori dei termini della legge, la quale intanto proibisce gli amori, quanto, che fra gli huomini, e la donna possa seguire degl’Atti inonesti, il che non s’adatta punto al caso nostro, mentre la ragazza era alla finestra, e l’huomini nella strada, perciò gli assolverei, e condannerei il querelante nelle spese.

Il Magistrato approva

Di V. A. R.

Sta bene

Francesco Panciatichi 15 Agosto 1702

 

 

 

* in via della Chiesa 17 a Firenze

** Circa 2 metri e 40 cm

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo il tempo è galantuomo e chiarirà la verita, per il momento legga questo, che dimostra come lo speziale fosse un po’ birichino, e comunque avesse le spalle protette da qualcuno:

 

 

OTTO DI GUARDIA E BALIA DEL PRINCIPATO

FILZA 2081

INSERTO 1297 c. 4

Atto contro

Zanobi Maria del q. Lorenzo Piccardi inquisito e condannato in contumacia assieme con altri, quale sendosi constituito dentro il termine, mandatosi il processo per nuova spedizione all’ Assessore Barbieri.

In questa parte l’assolverei, revocando la sentenza di contumacia, nel resto non fa difesa alcuna, solo dice che messe mano all’armi per dividere e non con fine di offendere.

Onde confermerei la sentenza in questa parte.

Il Magistrato approva

Di V. A. R.

 

 

Sta bene

Francesco Panciatichi 1703

 

 

 

 

 

 

OTTO DI GUARDIA E BALIA DEL PRINCIPATO

FILZA 2085

INSERTO 2920

Ser.mo Granduca

Il Magistrato degli Otto a’ servatis servandis terminato le seguenti cause

Contro

Antonio di Pasquale Pucci da Vitiano Commissariato di Arezzo e Zanobi Maria di Lorenzo Piccardi abitante a Castiglion Fiorentino catturato il primo et ambedue querelati da Domenico Paladini e Francesco Calderoni caporali del Bargello di Cortona, pero’ che la sera del 7 Febbraio 1705 ab Incarnatione fossero trovati in casa di Girolamo Mori di Castiglione Fiorentino, dove si faceva la veglia, il primo armato di coltello alla Genovese (***), con il suo fodero di lunghezza detto coltello soldi cinque, e la manica soldi tre e due quattrini, con lama da una parte con le costole e dall’altra con il taglio fino alla meta’ e nel restante quadrellata a guisa di punta stilettata, et il secondo armato di spada ambidue senza faculta’.

Il Giudice di Castiglion Fiorentino ha detto l’ Inquisitore resta provata per la querela e presentazione di detto coltello, e per il deposito di detti testimoni Fiscali nel termine delle difese assegnateli non ha presentato cos’ alcuna.

Per quello che resulta contro la persona di Zanobi di Lorenzo Piccardi di questa citta’ di Firenze abitante in quella Terra di Castiglione Fiorentino dalla medesima querela ha a causa della pretesa delazione della spada come si prova e giustifica da medesimi Testimoni e per la sua confessione, et avendo sopra di cio’ allegato il privilegio della Cittadinanza fiorentina li fu assegnato il termine a concludentemente provarlo e stante non averlo giustificato fu citato a rispondere a detta querela in luogo d’ Inquisizione e nel termine delle difese presento’ fede della X.ma di S. A. R. per mezzo della quale pare si verifichi detta cittadinanza.

Il parere sarebbe rispetto a detto Pucci Inquisito di condennarlo in anni cinque di galera et in scudi cinquanta d’oro e perdita di detta Arme, con riserva d’ un mese a poter supplicare S. A. R. per la moderazione di detta pena. Per quanto al Piccardi stante detta fede che pare che sia giustificato abbastanza secondo depone il Capitolo 38 della legge vegliante dell’ armi d’assolversi liberamente e restituirli lo spadino.

 

Sta bene.

 

** Il coltello a lama mobile fu sempre arma popolare Un tipico esempio fu il coltello "alla genovese" che ebbe larga diffusione nell'Italia del XVII secolo e che in pratica riprendeva la spada "alla frantopino" bandita in numerosi Paesi d'Europa per l'insidiosità. Il coltello aveva un'impugnatura in legno o corno e una lama larga al tallone, che si assottigliava decisamente nel debole a formare uno stiletto a quattro facce con punta acutissima. (www.coltellionline.it)

 

 

 

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