Si ringrazia la sezione
ANCR di Monte San Savino per
aver reso possibile la redazione del presente saggio
NEL
CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA
1918-2018
Storia della
sezione savinese
dell’Associazione
Nazionale Combattenti
(M. Detienne, 1968)
L’Associazione
dei reduci delle patrie battaglie
Nei primi
decenni del sec. XX l’epopea risorgimentale e garibaldina è ancora viva nelle
menti e nei cuori degli italiani e dell’associazionismo inteso alla
celebrazione delle patrie battaglie e a perpetuare la memoria dei caduti. E
così, anche in Monte San Savino, troviamo in quegli anni ancora persistente,
benché non molto vivace, un’associazione fondata nel lontano 1878 «fra coloro
che provar potevano di aver militato nelle guerre d’indipendenza e l’unità
d’Italia» sotto il corposo titolo di “Società Mandamentale fra i Comuni di
Monte S. Savino e Civitella-in-Val-di-Chiana dei Reduci dalle Patrie Battaglie
Combattute per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia” (che, nella carta intestata
del secondo decennio del secolo, appare, in forma abbreviata, come “Società de
Reduci dalle Patrie Battaglie di Monte S. Savino e Civitella”). Il fine
principale di questo sodalizio - che solennemente commemorava ogni anno la
ricorrenza del 24 Giugno (1859, battaglia di Solferino e San Martino che pose
fine alla 2ª guerra di indipendenza) - è inteso al mutuo soccorso morale e
materiale fra i soci, all’aiuto ai reduci e alle loro famiglie nonché allo
stabilimento di vincoli di fratellanza fra le società consorelle del regno. Di
questa associazione fu presidente onorario Giuseppe Garibaldi e poi il di lui
figlio Menotti.
Sotto il
portico delle Logge i Reduci dalle Patrie Battaglie posero, in occasione della
celebrazione del 24 Giugno del 1902, una lapide in ricordo del re Umberto I
nell’anno 1900 ucciso in un attentato dall’anarchico Gaetano Bresci (di quel
ricordo marmoreo – che ancor oggi si conserva benché non più in situ - il
presidente dell’associazione, Fortunato Bonichi, fece quel giorno formale
consegna al cav. Numa Carta sindaco del Monte). Questo il testo:
Nei
fasti della Patria / e nella benedizione delle genti / il nome e la memoria /
di Umberto / secondo re d’Italia / buono valoroso leale caritatevole / e sia
tra i nefasti esecrato / il giorno che tanta virtù / per brutale misfatto
settario / sacrilegamente fu spenta /I. Del Lungo/ I Reduci dalle Patrie
Battaglie/ nel XXIV GIUGNO MCMII / P.Q.M.
Spillo dei Reduci delle patrie
battaglie di Firenze (sec. XIX)
L’ANC
savinese e la costruzione del monumento ai caduti del 1923
Dopo la
conclusione della 1ª guerra mondiale, si costituì in Italia - a Roma il 4
novembre 1918 - l'Associazione Nazionale Combattenti (ANC) con lo scopo di
prestare assistenza ai reduci del conflitto appena terminato, le cui finalità
sarebbero successivamente state fatte proprie dall'Associazione Nazionale Combattenti
e Reduci (ANCR): lo statuto organico venne approvato con R.D. 10 giugno 1923,
mentre con R.D. n. 1371 del 24 giugno dello stesso anno l’Associazione veniva
eretta in ente morale.
Una sezione,
o meglio sottosezione (essendo il numero dei soci inferiore a 250), dell’ANC si
costituì a Monte San Savino l’11 settembre del 1921. Dell’assemblea di quel
giorno, formata da 26 iscritti promotori, assumeva la presidenza provvisoria
Antonio Tiezzi, mentre il delegato regionale Mario Carabini, dopo aver brevemente
illustrato le finalità dell’associazione dei combattenti, invitava i convenuti
a costituirsi in sottosezione: questi approvarono lo statuto dell’Associazione
e la sua azione politica, quindi deliberarono di costituirsi in sottosezione.
Si passò poi alle elezioni delle cariche sociali, ovvero:
1.
un Consiglio direttivo
tenuto a sua volta a eleggere nel suo seno un presidente, un vicepresidente, un
segretario e un economo. Membri del consiglio furono eletti Giuseppe Ficai,
Pietro Manini, Antonio Tiezzi, Dino Masi, Dario Dei, Augusto Magi e Quintilio
Radicchi;
2.
una commissione di
scrutinio in cui furono eletti Adolfo Tiezzi, Antonio Tiezzi, Fortunato Masini,
GiovanBattista Aguzzi e Agostino Ficai;
3.
un comitato dei sindaci:
Salvadore Salvadori, Francesco Iacomoni, Arturo Anselmi, Pasquale Zeni e Lino
Luzzi;
4.
il collegio dei
probiviri: Giuseppe Aguzzi, Pasquale Salvini, Angiolo Massai, Adelmo Nannicini
e Pasquale Gepponi.
Il verbale è firmato dal segretario dell’assemblea Pietro
Manini e dallo stesso presidente provvisorio Antonio (di Massimiliano) Tiezzi.
La neonata
associazione si occuperà di promuovere, nell’immediato, un’opera d’alto valore
civile e morale, ovvero l’erezione di quello che sarà il monumento ai caduti
cittadini della 1ª guerra mondiale che domina tuttora i giardini pubblici fuori
Porta Fiorentina. Un comitato ad hoc esisteva già, ma con deliberazione del 4
gennaio 1922 l’Associazione avocò a sé ogni relativa decisione stabilendo di
«inviare senza indugio una lettera al presidente del vecchio comitato pro
monumento ai caduti, invitandolo a dimettersi e con lui dimettersi tutti i
componenti tale comitato diffidando chiunque a spendere la parola “pro
monumento” all’infuori dei componenti la sezione Ass. Naz. Combattenti».
Intanto, il 7 marzo 1922 si delibera di fare l’inaugurazione della sezione ANC
per il giorno 19 del corrente mese «in occasione della Festa delle Piante».
Per la
costruzione del monumento vennero costituiti un comitato d’onore, una giunta
esecutiva (di cui faceva parte, tra gli altri, il sindaco Raffaello Tiezzi) e
un comitato esecutivo (presidente Antonio di Giuseppe Tiezzi) che bandì fra gli
artisti di tutta Italia due concorsi ponendo, come tema obbligatorio dei
bozzetti e dei progetti da presentare, “Il trionfo del Sacrificio” e nominando
per la scelta del progetto una commissione di esperti fra cui erano Gian
Francesco Gamurrini presidente e l’arch. Giuseppe Castellucci. A sostenere lo
sforzo economico necessario per la realizzazione dell’opera contribuirono anche
molti cittadini savinesi che, come aveva presentito la Commissione finanziaria
del Comitato, non avrebbero certamente ignorato «la bellezza, la nobiltà, la
santità dell’impresa». Dopo l’esame dei bozzetti presentati in seguito al
secondo bando di concorso, la commissione scelse quello che portava
l’appellativo “Piave”, e che in seguito si conobbe essere opera dello scultore
savinese Dante Zoi che, con squisito senso di civismo, concesse l’opera propria
a titolo gratuito. Nato a Monte San Savino nel 1889, l’artista aveva un
laboratorio in Firenze in Lungarno Soderini 23 ove produceva “modelli
originali, copie d’antichi maestri in marmo di Carrara e Castellina, ritratti e
monumenti”.
La prima
pietra dell’erigendo monumento fu posta il 4 novembre 1922, nell’anno in cui la
ricorrenza del 4 Novembre (che celebra la data dell'armistizio che nel
1918 pose fine alle ostilità tra l'Italia e Austria-Ungheria e la
vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto) veniva introdotta nel calendario
come giorno festivo con il nome di “Festa nazionale per l’anniversario della
Vittoria”. L’anno successivo, 4 novembre 1923, fu dunque inaugurato il nuovo
monumento: questo, costituito da una stele di travertino (alta m. 11) poggiante
su un parallelepipedo di base quadrata (lato m. 6), è adorno di un leone
bronzeo accovacciato («simboleggiante la forza dell’Esercito, vigila a
tutelarne l’onore e la gloria») e di una figura virile alata («soldato
combattente ed inneggiante, che personifica il Trionfo») che «dalla lunga tuba
lancia gioiosi squilli». In cima alla stele v’è un’anfora con fiamma («in alto
sempre, al di sopra di tutto ciò che è terreno, arde in mezzo alle palme della
gloria la Fiamma viva del Sacrificio, che col sangue del Soldato al Trionfo condusse»).
Il monumento, che poggia su tre larghi gradini, presenta sul retro lo stemma
del Comune Monte San Savino, mentre, in alto, è l’iscrizione :
monte s. savino ai suoi figli
caduti per la patria.
Il
parallelepipedo di base del monumento è fasciato da quattro lastre marmoree,
tre delle quali portano incisi i nomi dei 177 caduti savinesi della 1ª Guerra
Mondiale, la quarta quelli della 2ª G. M. (quest’ultima lastra conteneva
inizialmente il testo del “Bollettino della Vittoria”). La fusione in bronzo a
cera perduta dei modelli in gesso eseguiti dallo Zoi della statua virile e del
leone fu affidata alla fonderia Alessandro Biagiotti di Firenze.
Il monumento, restaurato dal Comune nel
2016, è circondato da una pregevole cancellata in ferro battuto realizzata
dalla premiata officina di Giovanni Formelli di Arezzo. L’area ad esso
circostante, che costituiva la piazza del Prato bovino, divenuta allora piazza
della Riconoscenza, fu sistemata a giardino su disegno dell’architetto Cesarini
di Siena.
Il
presidente pro tempore della Sezione, eletto il 20 giugno 1923, era il dott.
Lauro Cantalamessa Carboni, ragguardevole personaggio, medico condotto del
paese: nato a Macerata nel 1886, aveva militato con il grado di capitano medico
di complemento (decorato con croce di guerra e medaglia d’argento al valore).
Tra i decorati al valor militare nella 1ª guerra mondiale presenti nell’Albo d’onore dei decorati al Valor Militare
di Arezzo e Provincia (Arezzo, 1977) figurano i savinesi Mario Carabini
(*1890), medaglia di bronzo (Monte Chiesa, luglio 1916), le cui decorazioni furono
donate in custodia alla Sezione (questo Carabini era cugino di Angiolo
Carabini, garibaldino); Luca Ficai (*1896), medaglia di bronzo (Monte Val
Bella, ottobre 1918); Giotto Giannoni (*1895), medaglia d’argento (Monte Resta,
giugno 1916) e futuro presidente dell’Associazione; Lino Lunetti (*1891),
medaglia di bronzo.
Sempre all’anno 1923 risalgono
l’inaugurazione della bandiera sociale (5 agosto), la decisione di
sottoscrivere un abbonamento a “L’Elmetto” periodico a stampa della Federazione
provinciale, e quella (16 dicembre) di dedicare un ricordo marmoreo (tuttora
esistente, benché spezzato in tre parti) ai caduti di Libia «da erigersi sotto
le Logge del S. Gallo entro il dicembre dell’anno venturo»: nel 1924 infatti
venne fatta una sottoscrizione fra i soci per realizzare quella lapide, posta
in situ per la ricorrenza del 4 Novembre:
Caddero
nell’impresa libica / che riaprì all’Italia / il Mare Latino / Ten.te Raspini
Agostino / Sold. Batistini Adelmo / sold. Massai Pietro / sold. Magi Eugenio /
sold. Stanghini Settimio / sold. Tiezzi Emilio / Ricorrendo l’anniversario
della Vittoria / i combattenti nella grande guerra / memori di chi segnò con il
sangue / il primo passo della ripresa italica/ fraternamente posero / IV
Novembre MCMXXIV.
Questa lapide è oggi posta nella sede dell’ANCR
savinese.
Nel 1924
pero’ si registra un inconveniente circa le lastre incise del monumento ai
Caduti che erano state fatte di una qualità di marmo detta bardiglio che – così
si esprime lo scultore Fulvio Corsini interpellato in proposito – «ha fatto la
riuscita che doveva fare perché ormai è provato che all’intemperie non regge.
Ma mi pare che in questo caso abbia fatto troppo presto. Del resto (e non sia
senno del poi) questo l’accennai allo Zoi prima di farle, ma data la
ristrettezza del tempo ricordo che non fu possibile fare altrimenti». Il
comitato venne dunque nella determinazione di cambiare le esistenti quattro
lastre commissionandone altrettante alla ditta Castellucci di Arezzo, da
realizzarsi questa volta in marmo bianco di prima qualità e con lettere
impiombate. Alle £. 57.930,70 già spese per il monumento s’aggiunse
un’ulteriore spesa di £ 4.246,00 per un totale (agosto 1925) di £. 62.176,70.
La cappella
del Crocifisso
L’anno seguente,
nel 1926, presidente dell’Associazione Giorgio Veltroni, venne costituito un
Comitato Pro Cappella Votiva ai Caduti in Guerra di Monte San Savino, che
coordinò i lavori per il riadattamento e la trasformazione della chiesa del
Crocifisso, sita in costa del Molino, in sacrario dei caduti della 1ª guerra
mondiale («a raccogliere - come recita un’epigrafe posta sulla sinistra della
facciata - preghiere e suffragi cristiani per le anime dei prodi savinesi che
perirono nella grande guerra vittime gloriose della patria trionfante») con
attiguo parco della Rimembranza. A proposito di quest’ultimo, va rilevato come
già nell’adunanza del 9 febbraio 1923 la Giunta Comunale aveva nominato i
membri di un comitato ad hoc per rispondere alle disposizioni della circolare
ministeriale n. 67 del 30 novembre 1922 per la creazione del parco o viale
della Rimembranza: tale comitato era composto di 11 persone tra cui sette
combattenti. Su terreno in parte donato e in parte acquistato furono piantati
dei cipressi, uno per ogni caduto in guerra, creando così il parco della
Rimembranza.
Il giorno
stesso dell’inaugurazione (19 settembre 1926) della cappella votiva del
Crocifisso vennero scoperti anche due ricordi marmorei (tuttora in situ) per i
caduti savinesi di Curtatone e Montanara e di Calatafimi, posti sotto le Logge
sempre per iniziativa dell’Associazione.
Il primo recita:
XXIX maggio MDCCCXXXXVIII /
quando a Curtatone ed a Montanara / la Legione sacra / mostrò al mondo / che
l’antica fierezza toscana / non si era mai spenta / caddero / Benedetto
Cartocci/ Viti Angelo / sacrando con il proprio sacrificio / fin dall’inizio
della riscossa / il paese natale all’Italia / I combattenti savinesi / il XX
settembre MCMXXVI / decretavano.
Il secondo:
XV maggio MDCCCLX / per la
gloria di Calatafimi / nell’impresa disperata / di Mille uomini contro un regno
/ versò il proprio sangue / Pietro Pandolfi / Monte San Savino / sempre fedele
alla causa italica / lo ricorda qui con orgoglio / i combattenti della Grande
Guerra ponevano il XX settembre MCMXXVI.
Le spese
sostenute da quel comitato furono di non poco conto, donde il ricorso a una pubblica
fiera di beneficenza da tenersi nel palazzo comunale, confidando i membri di
quel comitato nel buon cuore dei cittadini e nel loro «valido e indispensabile
appoggio finanziario e morale nel concorrere con premi e fare a gara
nell’acquisire i numeri per il completamento del patriottico nobile scopo». Da
una fattura rimessa dalla ditta aretina Luigi Castellucci & Figli risulta
che a questa erano state commissionate varie opere, ovvero: una lastra in marmo
con epigrafe collocata nella facciata della cappella votiva ed eseguita in più
pezzi; due lapidi poste sotto le Logge; un’altra lastra in marmo con dicitura
“Piazza della Riconoscenza”; una piluzza per l’acqua santa e, infine, la
sistemazione definitiva dei tabelloni marmorei del monumento ai caduti che
comportò, tra l’altro, l’aggiunta e la cassazione di alcuni nomi. «Dopo il
riattamento della chiesa del Crocifisso che, solennemente benedetta, fu
destinata specialmente al culto dei caduti, allo scopo di esternare
tangibilmente tutta la venerazione dovuta verso i paesani che giornalmente si
ricordano nel modesto tempietto», la Giunta Comunale deliberò da par suo il 5
gennaio 1927 di ivi «apporre una corona funebre artistica e duratura ».
Il 25 maggio
1930 la sezione savinese dell’Associazione inviò una rappresentanza
all’inaugurazione della cappella votiva di Montagnano, ove ancor oggi si vede
questo sacrario ad edicola con facciata in stile neoromanico.
Medaglia commemorativa del S.S. Crocifisso venerato nella Cappella
La
nuova sede della sezione ANC savinese
Lasciato un «indecoroso sottoscala, soffocato e semisconosciuto anche dai combattenti stessi», l’Associazione poté vedere nel 1932 «la realizzazione di una trepida aspirazione»: quella di avere una nuova sede sociale che le fu concessa dall’allora podestà in un dignitoso ambiente, tuttora mantenuto dall’Associazione, posto nell’atrio d’ingresso del palazzo comunale (allora podestarile). «Finalmente appagati del loro desiderio, ed entusiasmati, quasi commossi», i soci ne ringraziavano vivamente in una lettera del 29 agosto di quell’anno il podestà: si tratta di un documento/memoria a firma del presidente dell’Associazione pro tempore, Giotto Giannoni, che definisce quella sede «il tempio sacro che costituisce il ricordo sempre più vivo del patrimonio di sacrificio e di gloria, fatto sacro dalla passione eroica di quattro anni di guerra».
Onoranze ai caduti di Monte San
Savino : presidente Giotto Giannoni (foto
Galileo Leonardi)
Giotto Giannoni (*1895 †1963), savinese, decorato con medaglia d’argento al valor militare (giugno 1916) e noto maestro di ceramica locale, fu presidente dell’Associazione almeno dal 1930 al 1936.
In quella sede – egli aggiunge nel discorso letto in
occasione dell’inaugurazione – «conserviamo religiosamente molti cimeli e
ritratti dei più grandi eroi e fattori della nostra Patria, il ritratto di S.M.
il Re Vittorio Emanuele III, di S.M. Umberto I, di S.M. Vittorio Emanuele II,
del Duce magnifico rigeneratore della Patria nostra, del grande eroe Giuseppe
Garibaldi, di Anita, dei due condottieri della Grande guerra il generale
Cadorna e generale Diaz Duca della Vittoria, di S.A.R. il Duca d’Aosta, di
Cesare Battisti, e quanto prima avremo raccolto in un unico quadro le
fotografie di tutti i nostri compagni caduti in guerra. Conserviamo pure la
bandiera dei nostri volontari garibaldini che abbiamo ereditata assieme a tanti
altri oggetti, sciabole, quadri ... Un’altra iniziativa ancora è quella del
piccolo museo di guerra ... già iniziato, e chiunque avesse qualcosa di ricordo
di guerra potrebbe portarlo, pur rimanendo sempre per il proprietario ben
conservato, perché uniamo all’oggetto il nome ed è registrato in una rubrica a
parte ... la guerra si farà materia vivente di insegnamento». Si accenna per di
più a un «comitato d’onore permanente di quelle signore o signorine che in
tempo di guerra si adoperavano per i combattenti e per le famiglie rimaste».
Nel ’32 i membri dell’Associazione avanzarono una richiesta, a firma del
presidente Giannoni, a S. E. il vescovo di Arezzo Emanuele Mignone per «essere
autorizzati, dopo la loro morte, a ricevere la benedizione esequiale»
dall’arciprete del Monte nell’oratorio votivo del paese, tanto più che «questo privilegio
– come si asseriva – ha carattere temporaneo e cesserà quando l’ultimo dei
combattenti avrà lasciato la terra»: nella sede della Sezione si conserva
l’originale di quella lettera sottoscritta dal vescovo che autorizza
l’arciprete (1° giugno 1932) a concedere quanto richiesto dagli ex commilitoni.
Del Giannoni si custodisce ancora nella Sezione savinese, alla quale ne fece
omaggio, un bel vaso di ceramica da lui stesso dipinto con episodi della guerra
del 1915-18.
Gli iscritti
all’Associazione passano dai 56 dei primi del 1932 ai 105 del gennaio del 1933.
L’assistenza si sostanzia, fra l’altro, nello sveltire pratiche di polizze, in
buoni acquisto di macchine agricole, pratiche per avvio all’impiego, richieste
di fogli matricolari, congedi, variazioni di polizze, pratiche per le croci di
guerra, elargizioni ai bisognosi, fiere di beneficenza ecc.
Conformemente a quanto aveva preannunciato il presidente Giannoni, nel
gennaio del 1934 l’Associazione commissionò a Ovidio Grigò disegnatore ed
intagliatore di Arezzo una grande targa in scultura su legno di noce da
eseguirsi «a perfetta regola d’arte e gusto squisitamente artistico ... come da
disegno da lui presentato»: il lavoro comprendeva un’iscrizione a rilievo (a
ricordo dei caduti della Grande Guerra 1915-1918) nonché la sistemazione delle
targhette (fornite dalla ditta Picchiani & Barlacchi di Firenze) dei ritratti
dei caduti. È la “grande targa” che vediamo tuttora (benché ampliata
successivamente con i ricordi dei caduti della 2ª guerra mondiale) occupare
un’intera parete della sede dell’Associazione.
Alla carica
di presidente della Sezione savinese troviamo nel 1937 e nel 1940 Pietro Ficai
Veltroni (sostituito da Cosimo Dotto durante il periodo di sua permanenza alle
armi) e nel 1939-41 lo stesso Cosimo Dotto (*Biserta [Tunisia], 1886), che fu
per otto anni maresciallo maggiore nella stazione savinese dei RR.CC.: questi
aveva già nel 1932, il 2 giugno, fatto omaggio alla Sezione di Monte San Savino
di una preziosa reliquia consistente in un quadretto contenente un ramoscello
di pino marittimo che già sovrastava la tomba di Caprera dell’Eroe dei Due
Mondi, autenticato da Clelia Garibaldi nel 50° della morte.
Nel 1941 fu
dettata dal cav. Giorgio Veltroni, comandante interinale della Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale, la dedica da porsi su una lapide a
ricordo dei caduti nella guerra di Spagna. Posta sotto le logge l’8 settembre
di quell’anno, è oggi conservata nella sede ANCR savinese:
MCMXXXVI
– MCMXXXIX / Sotto Tenente Tiezzi Leonello / carabiniere Silvestrini Giuseppe /
Camicia Nera Padrini Rutilio / eroi del volontarismo legionario / nella guerra
di Spagna / offrirono la loro giovinezza / I combattenti della grande guerra /
ponevano l’VIII settembre MCMXLI.
Nelle feste che si tennero nei due giorni 7 e 8
settembre di quell’anno il dopolavoro comunale “Costanzo Ciano” di Monte San
Savino organizzò, tra l’altro, nei propri locali una mostra artigiana. Al
contempo si iniziavano i lavori per l’ampliamento della cappella votiva
reinaugurata il 3 maggio del 1942 allorché fu posta sulla sua facciata una
seconda lapide con la seguente iscrizione:
in un anno / di preziosi
sacrifici e di eroismi italici / per la tutela delle are e dei fochi / la
cappella del Crocifisso / che in un con la croce di Pastina / al cuore e alla
memoria dei savinesi / ricanta il cruento poema / delle guerre del nostro
riscatto / per volere e oblazioni di ex combattenti e di popolo triplicata di
mole ebbe ampiezza e il decoro dovuto.
La spesa totale sostenuta per i lavori fu di £
39.924,70 (i cittadini contribuirono con £. 6.745,70, i combattenti con £.
8.131). Nel novembre del 1942 la Sezione si occupò anche dell’alberatura
(costata £. 6000) del viale delle Vertighe «quale omaggio alla Madonna per la
protezione dei nostri valorosi soldati». Fra le attività svolte
dall’Associazione in quegli anni del secondo conflitto mondiale, vi fu l’avvio
di diverse pratiche per le ricerche di prigionieri di guerra e dispersi, per
l’assistenza nonché elargizioni fatte per gli sfollati e per i feriti di
guerra. Nel 1941/42, in relazione a un totale in forza di 168 iscritti, la
Sezione ne contava presenti solo 60 per i vari emigrati per ragioni di lavoro
(39), richiamati alle armi (37), radiati per morosità (12), trasferiti in altre
sezioni (9), mutilati ed invalidi (6) e deceduti (4), ecc.
Nel citato Albo d’onore dei decorati al Valor Militare
figurano, tra quelli dell’ultima guerra mondiale, i savinesi Arturo Cantelli
(*1920) croce di guerra per un’azione sul fronte russo (dicembre 1941); Fulvio
Cungi (*1913) croce di guerra (febbraio 1944); Alessandro Ghezzi, medaglia di
bronzo (1940-43); Livenzo Magi (*1920), croce di guerra sul fronte russo
(novembre 1941); Pier Luigi Pini (*1907), medaglia di bronzo (fronte russo,
luglio 1942); Pietro Valeri (*1919), medaglia d’argento sul campo alla memoria
(Montenegro, novembre 1943).
Particolare
enfasi ebbe la ricorrenza del 4 Novembre del ’44, anniversario della vittoria,
nella quale fu reso omaggio alle 33 vittime inglesi collocate nel piccolo
cimitero delle Vertighe per la cui costruzione, eseguita da Zenone Zanni,
furono destinate dall’allora sindaco Carlo Marzelli somme non indifferenti del
bilancio comunale.
Nel 1945 troviamo presidente della Sezione Pietro Manini (*1890) quindi, dal febbraio 1946, Pasquale Zeni (*1889). Ancora nel febbraio del 1946 Leone Zamponi, reggente della sezione di Palazzuolo, scrive in un’accorata missiva alla sezione savinese: «Ho fatto di tutto per costituire la sezione a Palazzuolo, ma non mi è riuscito. Se credete fate il nome di qualche altra persona, ma sarà inutile», e prega di informarne la Federazione aretina.
Onoranze ai caduti di Monte San
Savino : presidente Pietro Ficai Veltroni (foto Galileo Leonardi)
Unione delle
Associazioni Combattenti (ANC) e Reduci (ANR) nell’ANCR
A fine
giugno 1946 fu deliberata a Roma l’unificazione dell’ANC (Combattenti) e
dell’ANR (Reduci) e il Consiglio Nazionale deliberò di provvedere senz’altro
all’unificazione degli organismi periferici disponendo l’immediata convocazione
delle assemblee sezionali allo scopo di eleggere il nuovo Consiglio direttivo
di ciascuna sezione unificata. S’andò dunque costituendo – come riferisce la
circolare n. 15610 della Federazione provinciale di Arezzo – «oltre che un
poderoso raggruppamento di forze, un complesso di valori morali il cui peso
dovrà farsi sentire dal più lontano borgo della Provincia al centro». Quindi
anche a Monte San Savino circa un mese più tardi (28 luglio) avvenne l’unione
delle due sezioni ANC e ANR locali, prendendo contestualmente atto il nuovo
Consiglio direttivo che i combattenti regolarmente iscritti erano n. 76, e i
reduci della sezione che si scioglieva n. 69. «La raggiunta unione coronando il
comune apporto di lealtà e di comprensione vuole segnalare al paese, con unica,
indubbia voce, il dovere dell’ora dei combattenti e dei reduci, ma anche il
loro diritto».
Con
deliberazione n. 205 del 28 febbraio 1946 il Consiglio Comunale risponde positivamente
a una richiesta avanzata dalla Sezione ANCR savinese che, per destinare un
ricordo marmoreo ai combattenti dell’ultima guerra, desiderava «la cessione
della lastra di marmo che ricordava le sanzioni» ove scolpire i nomi dei caduti
e così riadattata porla sotto le Logge (dette allora) del Sangallo.
Eletto nuovo
presidente della Sezione savinese il 7 agosto 1946, Antonio Tiezzi attesta,
nella relazione finanziaria 1946, che l’Associazione ha svolto n. 7 pratiche di
pensione, n. 5 di visita medica e n. 9 per ricerca di prigionieri, ha erogato a
combattenti e reduci bisognosi £. 2000 ed ha inoltrato richiesta al Ministero
PostBellico dei fondi necessari per l’attrezzatura di un ambulatorio medico pro
combattenti e reduci, ed ha infine ottenuto visite saltuarie gratuite per gli
associati da parte dei sanitari locali. Una particolare commissione venne
costituita nel maggio del 1947 con membri della Sezione Combattenti, di quella
dei Partigiani e dell’Ass. Sportiva “Sansovino” con il compito di provvedere
alla costruzione ed organizzazione di uno chalet nel giardino delle scuole
comunali (ove oggi si trova il teatro all’aperto comunale) nel quale
organizzare un buffet e una pista da ballo per attività ricreative i cui
incassi sarebbero stati devoluti alle associazioni: ci si impegnava altresì a
che presso lo chalet - dove «ogni individuo di qualsiasi classe sociale deve
trovare svago e diletto - fossero assolutamente vietate discussioni e questioni
di sorta comprese quelle d’indole politica». L’attività dello chalet “Giardino
d’Estate” durò dall’8 giugno al 21 settembre 1947.
Da un
questionario del 10 gennaio 1948 compilato dal presidente della Sezione risulta
che quest’ultima è alloggiata in una sede concessale gratuitamente dal Comune,
che ha una bandiera, che esiste in Monte San Savino un monumento ai Caduti ma
che questo non è ancora stato aggiornato con i nomi dei caduti dell’ultima
guerra. Di esso, ben mantenuto, si occupa un cantoniere del Comune. Al Monte
esiste pure, in condizioni definite mediocri, un parco della Rimembranza del
quale ha cura un cantoniere comunale. In paese v’è inoltre costituita una
giunta d’intesa con l’Associazione Partigiani che funziona bene. “Poco” – come
si dice – funziona invece il Comitato comunale di Assistenza postbellica, né vi
è al Monte un Comitato femminile di Assistenza. Infine, a quella data non
risulta ancora nominato il rappresentante dell’A.N.C.R.
Nel
dopoguerra (mancano, al momento, precise indicazioni cronologiche) fu innalzato
ad Alberoro in loc. Poggio Fabbrelli un monumento in ricordo di caduti, oggi
assai deperito rimanendone solo la Croce in pietra e due serti d’alloro
decorativi intrecciati, in pietra pur essi, mentre manca completamente
l’iscrizione al posto della quale, evidentemente già scomparsa da tempo, si
trova una terracotta con la Madonna col Bambino. Mentre una data certa (25
settembre 1949) ha la dedica del tempietto costruito a Palazzuolo, poco
distante dalla chiesa dei Ss. Pietro e Giusto, le cui due lapidi ricordano
rispettivamente i caduti nella 1ª guerra mondiale che “insegnarono, offrendole
generosamente la vita, come si ama la patria”, e quelli della 2ª che “salvarono
morendo con la patria diletta la libertà e i diritti degli uomini tutti”.
Un
interessante inventario delle “cose ed oggetti che si trovano nella sede della
Sezione dei combattenti e Reduci di Monte S. Savino” viene redatto in data 26
febbraio 1948 in occasione del passaggio di consegne dal presidente uscente
Antonio Tiezzi al presidente ricevente Agostino Rocchi:
Monte S. Savino, li 26 febbraio 1948
Il 22 maggio
1949, rinnovandosi il consiglio, viene eletto presidente dell’Associazione
Agostino Rocchi. Questi – che sarà anche sindaco del comune sino al giugno del
1950 – eletto ancora nel marzo 50, chiede alla questura di Arezzo il 29 gennaio
1951 il permesso per organizzare una festa danzante per impiegarne gli introiti
al fine di provvedere, tra l’altro, all’«erezione di una lapide in memoria dei
caduti della guerra 1940-1945» da inaugurarsi nella festa del prossimo venturo
4 Novembre.
Onoranze ai caduti di Monte San
Savino : presidente Gen. Benedetto Angiolucci (foto Galileo Leonardi)
Dagli anni
’50 ad oggi
Negli anni
’50 troviamo presidenti dell’Associazione il magg. Arturo Marucci (l° marzo 1952)
e Pilade Secchi (eletto nel marzo ‘54 e ancora nel 1955 e 1956). Al dicembre
1953 si contavano 120 tesserati.
Si
avvertiva, in quel torno di tempo, e i Combattenti in primis apertamente se ne
rammaricavano, come da oltre dieci anni i montigiani caduti per la Patria
nell’ultima guerra non avessero avuto «un degno ricordo da parte della
cittadinanza». Si pensò dunque al restauro delle lapidi già esistenti presso il
monumento ai Caduti del ’23 (ad esse aggiungendone una nuova con i nomi di
tutti i caduti nell’ultima guerra), a un’altra lapide da collocare nella
cappella votiva, al rifacimento «della nuova cancellata attorno al monumento,
essendo stata la vecchia asportata ai tempi del fascismo» e all’ampliamento del
quadro (è la “grande targa” commissionata nel ’34) esistente nella sede della
Sezione locale. Ma ancora nel 1957 da un lettera del 29 marzo indirizzata alla
Federazione provinciale dalla Sezione savinese si evince che quest’ultima è
ancora in attesa di una promessa elargizione per pagare fra l’altro una «nuova
lapide al monumento dei caduti» con relativi nomi dei caduti dell’ultima
guerra. Finalmente, in una comunicazione del 29 ottobre di quello stesso anno
alla Federazione aretina, viene anticipato il programma dell’imminente festa
del 4 Novembre durante la quale, oltre alla consueta celebrazione della S.
Messa presso la cappella votiva del SS. Crocifisso e alla deposizione di una
corona d’alloro sul monumento ai Caduti, sono previsti anche «lo scoprimento e
benedizione, presso la Sezione, del quadro nominativo fotografico dei caduti
dell’ultima guerra, e la benedizione della nuova bandiera dell’Associazione
Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra». Le onerose spese sostenute in
quell’occasione (circa £ 230.000) avevano fatto risolvere l’Associazione a
rivolgersi anche ai cittadini - affinché contribuissero «validamente con senso
di comprensione e di riconoscenza verso i figli migliori che tutto dettero per
la nostra Italia» - e a vari benefattori: fra questi ultimi figurò anche la marchesa
Marianna De Giudici in Roma.
Nel 1958 è
presidente della Sezione il generale dott. Benedetto Angiolucci che il 4
novembre 1962 rappresenterà i combattenti alla cerimonia per lo scoprimento e
la benedizione presso la chiesa del SS. Crocifisso di una lapide recante incisi
i nominativi dei 42 caduti savinesi nella guerra 1940-45. Vibrata protesta, in
quello stesso anno, per la costruzione di gabinetti pubblici «che, per quanto
possano essere sotterranei, data la breve distanza dal monumento [dei Caduti],
30 metri, rappresentano una vera e propria profanazione che ha suscitato una
viva spontanea reazione fra i vecchi combattenti, i mutilati, le famiglie dei
caduti e la popolazione intera». Il 5 giugno 1964 si registra il rientro al
Monte della salma del sold. Lorenzo Marsili morto in Albania nel 1941 i cui
solenni funerali vengono celebrati due giorni più tardi. Nella ricorrenza della
festa del IV Novembre fu nel 1968 posto un cippo nel parco della Rimembranza
con una piccola lapide con la seguente iscrizione:
i savinesi / ai loro caduti / nel /
cinquantenario / della vittoria / 4.11.1918 – 4.11.1968.
L’Angiolucci
ricevette nel giugno del 1970 dal presidente della repubblica l’onorificenza di
Cavaliere Ordine Merito Repubblica Italiana, mentre con comunicato del dicembre
di quell’anno Luigi Forzoni, presidente della Federazione provinciale,
informava la sezione di Monte San Savino che con deliberazione del 5 dicembre
1970 era stato decretato lo scioglimento della sezione di Verniana «per
dimostrata incapacità di funzionare».
La sezione
ANCR di Monte San Savino fece parte nel 1974 del Comitato Unitario per le
Celebrazioni del Trentennale della Resistenza che in quell’anno, il 30 giugno,
vide a Monte San Savino l’inaugurazione del parco-monumento dedicato ai caduti
per la lotta di liberazione e realizzato da P. Fei su progetto degli Studi
Associati di Arezzo.
Così si
esprime, in una lettera del 20 ottobre 1975, il presidente Angiolucci ormai
costretto a lasciare la carica per motivi di salute e d’età: «Ho tenuto la
carica per ben 17 anni (1958-1975) e, credo, con dignità ed onore; ho
organizzato, partecipandovi, annuali gite estive combattentistiche, tutte
ispirate a solidarietà sociale e fraterna compagnia; ho celebrato ogni anno la
festività del 4 Novembre e in chiesa e presso il monumento ai caduti da cui ho
parlato alla popolazione ... ricordandole i nostri eroi di tutte le guerre e
incitandola ad amare sempre la grande patria. Ho accompagnato all’ultima dimora
i nostri cari soci defunti della sezione, cui ho spesso dedicato l’elogio
funebre senza discriminazione alcuna fra operai, coloni o cittadini».
All’Angiolucci subentra nell’ottobre 1975 nella carica di presidente
della Sezione il cav. Goffredo Bardelli (*1899 †1986), riconfermato negli anni
successivi. Nel 1975 la Federazione provinciale consegna al commilitone
combattente Marco Rivolta cavaliere di Vittorio Veneto, molto attivo in
Sezione, un diploma di benemerenza. Dello zelo del Rivolta (*Roma 1896 †Monte
San Savino 1979) è peraltro testimonianza quanto afferma in una lettera alla
Federazione lo stesso Bardelli: «Nessuno può immaginare quanto sia difficile
fare il tesseramento. Il socio Marco Rivolta si interessa del tesseramento e
direi di tutto. Le lire 300 della tessera di cui 200 vanno alla Federazione ce
le chiede cinque, sei, sette, dieci volte e molte volte non riesce ad ottenere
niente. I vecchi muoiono, i giovani non si iscrivono perché non vedono nessuna
convenienza. I cavalieri di Vittorio Veneto che per merito dell’Associazione
percepiscono lire 5000 al mese se ne fregano. Molte tessere pur pagandole alla
Federazione si danno gratuitamente ai bisognosi. Queste sono le ragioni che
ogni anno siamo sempre meno. Vogliatevi rendere conto della nostra situazione e
se ci dovesse mancare il sig. Marco Rivolta l’associazione dei Combattenti di
Monte San Savino sarebbe finita. Mi fa molto dispiacere esprimermi in questo
modo, ma purtroppo è la dura realtà». Nel luglio del 1976 risultano iscritti
alla Sezione 32 cavalieri di Vittorio Veneto. Nel 1977, il 17 aprile, viene
concesso dal Consiglio centrale di Roma dell’ANCR alla Sezione di Monte San
Savino un diploma di benemerenza per essere questa «ben organizzata con sede
dignitosa e ben curata, particolarmente attiva nel tesseramento».
Dal 1986 fu
presidente dell’Associazione il sig. Lorenzo Ficai che si adoperò nel corso del
suo mandato, coadiuvato soprattutto dal sig. Angiolo Del Pasqua, a mantenere
attiva e all’altezza dei suoi trascorsi fasti l’ANCR savinese. La Sezione
collaborò nel 2002 con il Comune, la Provincia di Arezzo e l’Unione Nazionale
Italiana Reduci di Russia alla cerimonia (9 marzo) per l’inumazione nel
cimitero della Misericordia delle spoglie mortali (già rientrate a Redipuglia
dalla Russia) del bersagliere savinese Oliviero Lapisti (*1922) morto
combattendo valorosamente sul fronte russo nella seconda battaglia difensiva
del Don nel febbraio 1943. Un diploma di fedeltà l’Associazione ricevette nel
2005 dal presidente nazionale dell’ANCR on. Gustavo De Meo in occasione del 60°
anniversario della Liberazione. Due anni più tardi, in occasione del 23°
Congresso provinciale ANCR, la Federazione di Arezzo consegnò agli associati
della nostra Sezione un attestato «quale segno di riconoscenza e gratitudine
per il loro encomiabile impegno nella difesa dei valori patriottici e per
l’instancabile attività svolta a favore dei Combattenti e Reduci ed in memoria
dei fratelli caduti» (19 maggio 2007).
Dopo la
morte del sig. Lorenzo Ficai (2015) ha assunto la carica di presidente dell’Associazione
il dott. Bruno Milaneschi che ha prestato nuova cura nella valorizzazione del
gran numero di cimeli e della documentazione presente nella sede,
segnalandosi tra l’altro il parziale riordino dell’archivio e la realizzazione
di un video di cartoline spedite verso il paese dai soldati in trincea e dalle
zone di guerra durante il primo conflitto mondiale nel quale Monte San Savino
pagò un grave tributo di vite umane. Quelle cartoline furono a suo tempo
raccolte in un album dalla maestra savinese, madrina di guerra, Maria Pomaranzi
che successivamente lo donò all’Associazione.
Appendice I
Nella sede ANCR di Monte San Savino si trova, inquadrata, una stampa (ed. Angelico Bolcioni, Tip. Bimbi di Cortona, 1871) con i nomi dei volontari montigiani nelle guerre risorgimentali: dedicata all’onorevole signore Carlo Brandini, essa riproduce anche i seguenti versi del Manzoni (dall’ode Marzo 1821):
Oh giornate del nostro riscatto! |
addita
alla madre italia
i
volontari accorsi a difesa della patria
1848 Brandini Francesco Filippi Uberto Morfini Oreste 1849 Bacconi Filippo Coradeschi Norberto Dini Antonio Filippi Uberto Gigli Cammillo Saccocci Giuseppe 1859 Bianchi Pietro Bianchi Luigi Bonichi Luigi Coradeschi Norberto Cateni Santi Finamori Giuseppe Guelfi Iacopo Leonardi Tommaso Leonardi Giuseppe Laschi Simone Moschi Benedetto Massini Giuseppe Paci Carlo Petrazzini Raffaello Roncucci Antonio Sorsoloni Antonio Salvadori Pasquale Vardi Lodovico 1860-1861 Bianchi Pietro Bianchi Luigi Coradeschi Giuseppe Cetica Ulderigo Cetica Felice Cetica Girolamo Finamori Giuseppe Gigli Settimio Guelfi Giacomo Linari Giuseppe Linari Giulio Lunghi Achille Massini Giuseppe Moschi Benedetto Mustioli Carlo Petrazzini Costantino Petrazzini Raffaele Pandolfi Pietro Rossi Vincenzo Roncucci Antonio Salvadori Pasquale Sorsoloni Amato Sorsoloni Antonio Vardi Lodovico |
1866 Bianchi Pietro Bianchi David Bianchini Oreste Bonichi Luigi Coradeschi Norberto Carabini Angelo Cheli Francesco Cetica Felice Della Scala Antonio Guelfi Aurelio Guelfi Iacopo Gigli Settimio Linari Giuseppe Linari Giulio Leonardi Giuseppe Leonardi Agostino Nassi Giuseppe Nuti Giuseppe Paci Ermando Roncucci Antonio Rossi Giuseppe Rossi Raffaele Salvadori Pasquale Sorsoloni Francesco 1867 Aretini Giocondo Bianchi Pietro Bianchi David Cheli Francesco Guelfi Aurelio Nassi Luigi Nassi Belisario Rossi Giuseppe Rigutini Settimio Roncucci Antonio Salvadori Pasquale Gloriosa spedizione comandata da Giuseppe
Garibaldi nel 1860 Sbarco a Marsala Due dei Mille Iacomoni Lorenzo Pandolfi Pietro il magnanimo
esempio dei nostri prodi spenti nelle pugne
sanguinose e nei patiboli per la gloria e l’indipendenza sia altare di
concordia ai posteri |
(da una pubblicazione
del 1923 che elenca i nomi riportati sul monumento ai caduti opera dello
scultore Dante Zoi):
Magg. ANGELONI Eugenio Cap.no GAMURRINI Giovanni Ten. BRICOLO Alfredo “ MAGINI Mario “ RASPINI Agostino “ VALDAMBRINI Fulvio Asp. Uff. LEGNANI Bramante Serg. FALINI Angiolo “ GIANNINI Francesco “ TIEZZI Giuseppe “ VELTRONI Guido Cap. Magg. BATISTINI Francesco “ CETICA Giosuè “ MONNANNI Pasquale “ SORINI Mauro “ TOZZI Guido Cap. AMAZZONI Nello “ BARDELLI Scolastico “ BRASINI Natale “ BUTALI Guido “ CALUSSI Angiolo “ CASINI Settimio “ FRANCIOLI Settimio “ GALLI Giuseppe “ GIORGI Giuseppe “ MARCIANESI Eugenio “ MARIANELLI Iacopo “ MEZZETTI Giov. Battista “ SALVADORI Paolo “ STAGGINI Luigi “ VALENTI Angiolo “ VELTRONI Angiolo Guglielmo Sold. ACCIAI Giuseppe “ ACQUISTI Francesco “ ALIMONI Girolamo “ ALIMONI Valentino “ ALPINI Venanzio “ ANELLI Mario “ ANSELMI Antonio “ ANSELMI Silvio “ ARRIGUCCI Attilio “ BACCONI Quintilio di Giuseppe “ BACCONI Quintilio di Santi “ BANI Vincenzo “ BARBAGLI Narciso “ BARBAGLI Paolo “ BARTOLI Eugenio “ BARTOLI Santi “ BASSI Giuseppe “ BELIGNI Angiolo “ BETTI Tommaso “ BOLDI Angiolo “ BORGOGNI Vittorio “ BOTARELLI Agostino “ BRACCIALI Gino “ BRACCIALI Settimio “ BRANDINI Teorindo “ BRUSCHI Carlo “ BURACCHI Emilio “ BURACCHI Giovanni “ BURRONI Giuseppe “ BUTTERI Dante “ CALBINI Marco “ CALDARI Mario “ CANESCHI David “ CANESCHI Nello “ CANTELLI Giuseppe “ CARBONI Attilio “ CARBONI Giovanni “ CARDINI Santi “ CARTOCCI Angiolo “ CASINI Giuseppe “ CASINI Settimio “ CASUCCI Adamo “ CIVITELLI Felice “ CIVITELLI Luigi “ CIVITELLI Silvio “ CORTI Emilio “ DELL’ARTINO Agostino “ DELL’ARTINO Luigi “ DEL PASQUA Iacopo “ DI CRESCENZIO Antonio “ DI CRESCENZIO Egino “ DINI Girolamo “ DONNINI Nello “ DONNINI Olinto “ DONNINI Rosado “ DRAGONI Giuseppe |
“ FABENI Antonio “ FALCHI Giuseppe “ FEI Settimio “ FICAI Antonio “ FICAI Luigi “ FILIPPI Ernesto “ FINACCI Agostino “ FOCARDI Gio Battista “ GALLI Angiolo “ GALLI Giuseppe “ GALLORINI Nello “ GALLORINI Pasquale “ GALLUZZI Gino “ GAMBELLI Emilio “ GIALLI Pietro “ GIRELLI Edoardo “ GORI Marco “ IACOMONI Angiolo “ IACOMONI Cesare “ LOMBARDI Gio Battista “ LISI Umberto “ LUCIOLI Ezio “ MAGI Angiolo “ MAGI Giuseppe “ MAGI Natale “ MAGI Santi “ MANCINI Savino “ MASSAI Domenico “ MASSAI Ezio “ MERELLI David “ MICHI Giuseppe “ MILANI Gio Batta “ MONNANNI Gio Batta “ MORETTI Dante “ MORETTI Quintilio “ MORETTI Luigi “ MORI Alfredo “ MUCINI Antonio “ NANNI Agostino “ NANNI Savino “ NOFRI Alessandro “ NUTI Angiolo “ OSSETTI Omero “ PACI Angiolo “ PAFFETTI Giuseppe “ PAPINI Quintilio “ PAPINI Paolo “ PECCHI Francesco “ RADICCHI Bartolommeo “ RADICCHI Giotto “ RANDELLINI Sabatino “ RASPANTI Celestino “ RENZONI Arturo “ RENZONI Giuseppe “ RONCUCCI Santi “ ROSSI Adelmo “ ROSSI Arturo “ ROSSI Luigi “ SALVADORI Pietro “ SAMPIERI Luigi “ SAMPIERI Pietro “ SARTORI Giovanni “ SCAPECCHI Antonio “ SCARPELLI Eugenio “ SCARPELLI Quinto “ SCARTONI Guido “ SENNATI Amedeo “ SORINI Angiolo “ STAGGINI Giovanni “ STANGHINI Agostino “ STANGHINI Gino “ STANGHINI Ulisse “ STARNAZZI Francesco “ TEDESCHI Silvio “ TERRAZZI Eugenio “ TERZIANI Giuseppe “ TIEZZI Brunetto “ TONIACCINI Nello “ TONIONI Ignazio “ VALENTI Quintilio “ VALERI Nello “ VASARRI Massimo “ VASARRI Savino “ VELTRONI Giuseppe “ VELTRONI Primo “ VERDELLI Pasquale “ VESTRI Pasquale “ VICHI Angiolo “ VICHI Federigo |
Appendice
III
Caduti savinesi della 2ª
Guerra Mondiale
(da una pubblicazione
del 1974)
“Il popolo
savinese celebra il trentennale della Resistenza e della Liberazione”
Vittime per rappresaglie tedesche: CARLETTI Luigi DEL BELLINO Lorenzo DELL’INNOCENTI Elvino GUDINI Mosè MILANESCHI Bruno MILLACCI Domenico PAPINI Angiolo SESTINI Gesuina TIEZZI Giuseppe VALERI Gina VALLI Angiolo Elenco dei morti nella guerra 1940-1945: BRACCIALI Giuseppe BRACONI Bruno CORSINI Ugo FARALLI Luigi FARZETTI Giulio FRANCINI Carlo FUCINI Dante MACCARI Bruno MAGI Donato MENCHETTI Giuseppe MORETTI Ferdinando POLTRI Donato POLVANESI Ferdinando RAVAGNI Mario ROGGI Aldo SALVADORI Pilade SCANO Giovanni Maria TONIONI Serafino TOSCANINI Giorgio VALERI Pietro VALLI Primo VELTRONI Ferrer VICHI Andrea |
Elenco dei dispersi in guerra 1940-1945: BARBAGLI Luigi BASAGNI Renato BOLDI Oreste CANESCHI Alessandro CECCARDELLI Luigi FICAI Pasquale FOCARDI Nello FOCARDI Savino FRANCIOLI Giuseppe GALLI Pasqualino GALOPPI Giuseppe GIORGI Gino GIORGI Quintilio MAGI Bruno MALENTACCHI Bruno MAURINI Duilio PAPINI Bruno STANGHINI Nello TERZIANI Felice VALENTI Quintilio ZELANTI Mario ZOI Ermenegildo Elenco di persone decedute per cause belliche: BASAGNI Leopoldo BASAGNI Umberto BIANCONI Rosa nei BASAGNI BRACCIALI Olinto FALCHI Fortunato GIORGI Rosa Pia in MEIONI MAFFEI Graziella MALENTACCHI Pietro MARAGHINI Alfredo MASINI Agostino MASSAI Olinda MAZZOLINI Massimiliano MENCHETTI Carlo MENCHETTI Francesco PIRRI Lina in MAFFEI |
PREGHIERA DEI COMBATTENTI E REDUCI
Eterno Iddio, cui danno
gloria i cieli, magnificenza la terra,
obbediscono i
venti e i mari, benedici noi, soldati di terra, di mare e di cielo:
combattenti e
reduci di tutte le Armi e di tutte le guerre.
Sorretti dalla Tua
fortezza, abbiamo servito la Patria in armi,
nelle ore cruente
della sua storia;
donaci la virtù di
servirla con onestà, libertà e concordia,
nelle opere
feconde della Pace.
Accresci nei
nostri cuori l’amore alla religione, alla famiglia, alla Patria.
Fa’ che la nostra
bandiera sventoli sempre,
simbolo di
civiltà, garanzia di giustizia, segno di vittoria.
Accogli nella Tua
gloria, in compagnia dei Tuoi Santi, i nostri Caduti
e rendi la nostra
vita degna del loro sacrificio.
E tu, o Maria,
Vergine Bella, Madre di Gesù e Madre nostra,
Castellana
d’Italia, veglia maternamente su di noi,
sulle nostre
famiglie, sulla nostra Patria.
Così sia.
Archivio fotografico Galileo Leonardi di
Monte San Savino
Collezione privata di cartoline savinesi del
dr. Angelo Gravano Bardelli
Monte San Savino IV novembre MCMXXIII. Il
monumento ai caduti, s. l., s. n., Monte San Savino, 1923
Albo d’onore dei decorati al Valor Militare
di Arezzo e Provincia a cura della Federazione Provinciale dell’Istituto Nastro Azzurro di
Arezzo, Arezzo, 1977
L.
Cungi, F. Paturzo, P. Zanni, Monte San Savino immagini di storia e di
costume, Monte San Savino, Associazione Pro Loco, 1997
L.
Armandi, Nel nome di Garibaldi. Storia del Risorgimento nell'aretino,
Arezzo, Letizia Editore, 2007
In victoria vita. Monumenti ai caduti della Grande Guerra nell'aretino, a cura
di D. C. Fuchs, R. Gottschalk, Firenze,
Edifir, 2010
Monte San Savino. Viaggio nella memoria attraverso le fotografie di Galileo Leonardi, a cura di L. Cungi, R. Giulietti, Quaderni Savinesi V, Monte San Savino, 2010