Articolo della d.ressa Giulia Grazi
Su un ormai impalpabile piccolo drappo di seta color oro antico (cm.50x40)
impresso da Gaetano Cambiagi stampator granducale in occasione del carnevale 1786, ci resta la memoria del direttore e attore del Teatro dei Gelosi e Impazienti, Mariano Rossetti Buonsignori. Personalità dì spicco e elemento trainante nell’Accademia, ove svolse ruoli direttivi e organizzativi .
Mariano chiude onorevolmente, pur con qualche veniale dèfaillance economica, la storia di due casate empolesi di un certo rilievo.
Ripercorriamo un attimo le gesta della famiglia Buonsignori, che tanta parte ebbe nella vita economica, politica, religiosa empolese fra il XVI0 e il XVIII0 secolo, attingendo ad un estratto dell’albero genealogico in cui appaiono solo i personaggi strettamente locali .
I nostri si trovano a Empoli almeno dal 1348 , prima detti Vitali, poi Bonsi e infine Bonsignori (Vd.Figlinesi) . Il primo nucleo abitava nella zona di S.Mamante a Empoli Vecchio, ed erano contadini ; via via con l’ascesa sociale, acquistano case nel centro cittadino e nel contado .
Basta un’ occhiata agli atti e alle memorie che li riguardano, per notare come si alternino (e talvolta si sovrappongano) personaggi squallidi e violenti a individui dì risalto intellettuale e sociale ; è una famiglia, insomma, più di altre volitiva, versatile, intraprendente, ma anche litigiosa e violenta.
Le fortune finanziarie subiscono alti e bassi, legate ad attività commerciali ed a beni immobiliari localizzati a Empoli, Cerreto, Monteboro ecc.
I terreni e la villa di Monteboro ( l’attuale villa Comparini ) provengono probabilmente a Santi Buonsignori in quanto genero di Detto di Geronimo, proprietario antecedente nella seconda metà del 1500.
Alla morte nel 1619 di Mariano di Santi Buonsignori , una vera potenza economica e civica nell’Empoli del tempo, i suoi sei figli , nel bene e nel male, si evidenziano in vari campi, pur intrattenendo fra loro dei pessimi rapporti, degenerati addirittura in pugnalate e denunzie .
Il Canonico Giovanni Battista costruisce fra il 1625 e il 1655 l’Oratorio di S.Croce e S. Rocco a Monteboro ( che sarà poi il sepolcreto della sua famiglia ), attingendo il materiale edilizio dalla piccola fornace dei Bardelli li presso.
Medico-fisico, viene inviato nel 1631 dalla Sanità Fiorentina a controllare il diffondersi della peste a Empoli, dopo essere stato medico al lazzeretto di S.Miniato a Firenze . Nel 1632 è Canonico d’Empoli e poi Prete d’Avane . Personaggio dinamico e influente, come riporta il Figlinesi,il 5/4/1639 "fu fatto mettere da Prete G.B.Buonsignori sul torrione di cantonata delle mura castellane un leone di pietra con una palla di ferro..." e il 13/5/1640 "presentò per sua devozione alla Madonna Santissima di Petroio una corona d’argento massiccio...con pietre rosse e turchine e bella nappa di seta paonazza...perché lo liberò dalla peste ".
Il 18/3/1633 i Buonsignori ottengono la cittadinanza fiorentina (quartiere S.Croce, gonfalone Bue), essendo stati riconosciuti discendenti dall’ omonima antica e nobile famiglia del capoluogo, in particolare da Jacopo di Girolamo di Francesco, nobile fiorentino.
Furono Rettori di S.Jacopo a Avane dal 1482 al 1561 e dal 1632 al 1640. Fra i figli del Serg. Santi rifulge il Capitano Pier Mariano, che fu anche Gonfaloniere, spentosi senza eredi come gli altri suoi fratelli ; l’ultimo superstite, il Rev. Piero di non specchiata condotta, si trova costretto, credo suo malgrado date le vecchie ruggini familiari, a lasciare i suoi beni al "Clerico empolese" Mariano Andrea del Consigliere Lorenzo, suo cugino primo, che eredita anche la villa di Monteboro e la cura dell’Oratorio, dove fra l’altro da tempo vengono sepolti tutti i Buonsignori.
Mariano A. muore nel 1720, dopo aver destinato il suo patrimonio,con una donazione inter vivos (instrumento rogato Not. Ticciati ,1718) al nipote ex sorore Leonardo Rossetti, del plurigonfaloniere Dott.Carlo, che col figlio Mariano si fregerà spesso del doppio cognome Rossetti-Buonsignori.
E questo Mariano Rossetti (1727-1798) è proprio il nostro Accademico, dirigente e interprete nel Teatro, il cosidetto "Marchesino di Monteboro".
Ebbe per moglie Gaetana Guasparri e sicuramente un figlio che sopravvisse almeno 14 anni (da uno stato di famiglia del 1781), che di certo gli premorirono, dato che non vengono rammentati nel suo testamento (Not. Righi), redatto "in casa del testatore in via degli Asini", ove lascia eredi i nipoti dott.Luca e Ten.Leonardo del fu dott. Bartolomeo Guerrazzi di Firenze e i dott. Giuseppe e Francesco fratelli e figli di A. Gozzinì di Firenze e di Lucrezia Rossetti sua sorella. Mariano riconosce, nei confronti dei suoi successori, "infinite obbligazioni per assistenza, aiuti e benefici, spìacendogli di non poter ricompensarli di più per essere il suo patrimonio gravato di debiti". E in effetti la gestione dei non pochi beni di Mariano, in pratica ultimo fruitore dei patrimoni Buonsignori e Rossetti, non deve essere stata molto illuminata : nel 1792 vende le ultime case a Empoli Vecchio, e i possedimenti di Monteboro erano da tempo gravati e impoveriti da ipoteche e debiti contratti con i confinanti Bardelli, e altri.
Mariano conclude la sua non breve esistenza nell’aprile del 1798 e, portato nella villa a Monteboro, fu sepolto con i suoi antenati, chiudendone la serie, nell’Oratorio di S.Croce e S.Rocco.
GENEALOGIA EMPOLESE
Omonimie o legami
Sarebbe interessante ritrovare il legame famigliare col famoso cartografo Stefano Bonsignori, Monaco Olivetano morto a Firenze nel 1589, nonché con Benedetto B., per il Romagnoli nato a Empoli, Abate alla Badia Fiorentina, letterato, col Bonsignori pittore in Verona e con i Bonsignori Senesi.
Ci fu anche un Michele Bonsignori d’Empoli nel 1736 Podestà del Bucine e Valdambra.
Il drappo di seta
Torniamo al drappo di seta che ha dato luogo a queste mie riflessioni sui Buonsignori :
APPLAUSO UNIVERSALE
AD UNA CONVERSAZIONE DI DILETTANTI DI COMICA
CHE IN QUESTO CARNEVALE DELL'ANNO MDCCLXXXVI
NEL TEATRO DEI SIGNORI ACCADEMICI
GELOSI IMPAZIENTI
DELLA TERRA DI EMPOLI
VANNO RAPPRESENTANDO MIRABILMENTE DIVERSE COMMEDIE, E TRAGEDIE.
SONETTI
DEDICATI AL SUBLIME MERITO, ED IMPAREGGIABILE ATTIVITA'
DELL'ECCELLENTISSIMO SIG. DOTTORE
MARIANO ROSSETTI
DIRETTORE, ED ATTORE NEL SUDDETTO TEATRO.
Empoli esulta. Ad emular, le scene Se giungesti di Grecia ; è tutto il vanto Di lui che fa con grazioso incanto Legare i cuor con dolci auree Catene. Dunque all'inclito Eroe di queste Arene Applauso faccia ognun ; Ognuno intanto Sciolga la lingua, e ad armonioso Canto Risponda il grato suon di dolci Avene . Ma d'onde, e come, e qual ben deegna lode Pari farà a tanto merto a tale Virtù, se tutte in eminenza ei gode ? Pietà, saviezza, onor, premura eguale Nel Tempio, al foro, e da per tutto s'ode Il nostro Eroe nomar, che tutto vale.
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Empoli esulta pur. Tua fama i vanni Estese sì per l'Itale frontiere, Che più non puote per il variar degli anni Alla dimenticanza soggiacere. Il figurare in scena amori, affanni, Insulti, prigionie, morti severe, Guerre, agonìe, trionfi, ostili inganni, Di tutti i saggi Attor mostra il sapere. Veder la fedeltà nel grande Arsamo La costanza in Aspasia, e in Artaserse Il pentimento in lui da cuor sovrano. Fa che Neri, Rossetti, Alessandrino, Del Bianco, Sani, sopra il Suol Toscano Portin d'Atene il vanto, e di Quirino. |
Gli Eroi già spenti a ravvivare intenta Storica penna di immortali onori Sveglia nell'Uom la brama, ond'egli tenta Giunger coll'opre a meritarsi allori. Se d'Achille per gloria Omero intenta Frondi col ver di frammischiare, e fiori, Quai d'emula Virtù sia, che non senta Nel sen Rinaldo generosi ardori ? Ma Pindo, ed ogni penna ah cede a Voi, Gelosi illustri, or che a novella vita Quà richiamate i trapassati Eroi . Quella, che presentate idea compita Dei fatti altrui più degni, alletta, e poi Questi a copiar l'umano cuore invita . |
Del D.C.D.T.
In Firenze l'anno MDCCLXXXVI per Gaetano Cambiagi Stampator Granducale . Con Licenza dei Superiori.
(*) S'allude alle Tragedie recitate nel detto Teatro, ed in specie alla Tragedia intitolata l'ASPASIA.
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