Le CERAMICHE ARETINI del MUSEO NAZIONALE D'ARTE MEDIEVALE E MODERNA di AREZZO

Articolo di Angelo Gravano Bardelli

 

 

 

Il Museo di Arezzo conserva diverse terracotte classificate genericamente come bottega savinese ma attribuibili attraverso il confronto con opere similari sia ad Ulisse Aretini (1828-77) che al figlio Federigo (1852-1923) che si caratterizzano e differenziano nettamente tra loro per fattura e per colori.

I manufatti ceramici provengono dall'acquisizione della collezione di Vincenzo Funghini (1828-96), ingegnere architetto originario di Castiglion Fiorentino, collezione formatasi nei decenni 1870 e 1880, donata dall'erede la moglie Felice Laschi, morta nel 1933, al Comune di Arezzo ed alla Fraternita dei Laici.

 

Sono quattro piatti in terracotta, i primi due attribuibili ad Ulisse (attivo 1850-77) raffiguranti il primo il profilo della testa del re Vittorio Emanuele II a destra, il secondo il profilo di Dante Alighieri a destra, gli altri due attribuibili al figlio Federigo (attivo1878-1923) raffiguranti stemmi nobiliari con decoro graffito.

 

Il primo piatto conservato nel MUSEO NAZIONALE D'ARTE MEDIEVALE E MODERNA di AREZZO

 

Foto 1 – Ulisse Aretini, piatto con ritratto di re Vittorio Emanuele II

 

Il primo piatto di diametro cm. 32,8 (foto 1) ha un decoro tipico di Ulisse per altre opere coeve con applicazioni a riporto in rilievo e dipinte in bruno, verde e ocra ed invetriato. Questo è databile a dopo il 1859 per la data riportata nel gesso del medaglione di diametro cm. 11 (foto 2), realizzato poi in “bois durci”, utilizzato per il ritratto riportato nel piatto.

Foto 2 – Gesso di medaglione francese con Vittorio Emanuele II datato 1859

 

Il “bois durci”, era un nuovo materiale plastico naturale (composto da segatura di legno ebano o palissandro ed albume sanguigno stampato a compressione sotto pressione e calore a vapore) detto appunto in italiano “legno indurito” inventato e brevettato nel 1855 da Francois Charles Lepage (1803-68) venne utilizzato dal 1859 per produrre e commercializzare dalla società francese dell'imprenditore industriale Alfred Latry oggettistica per la casa ed oggetti decorativi lussuosi (pettini, canne di pipe, set da scrivania, targhe, spille, cofanetti, cornici, collane) tra cui numerosi medaglioni con ritratti di sovrani, statisti, militari, poeti, musicisti, scrittori, filosofi. Le modanature vennero esposte alle mostre internazionali di Londra nel 1862 e di Parigi nel 1867.

 

Tra questi medaglioni troviamo utilizzati dagli Aretini il profilo a sinistra del poeta Torquato Tasso (foto 3) derivato da una medaglia seicentesca del pittore bolognese Domenico Ambrogi detto Menghino del Brizio già da me precedentemente studiato

Torquato Tasso

Foto 3 – Medaglione francese in “bois durci”

 

ed il ritratto del re Vittorio Emanuele II (foto 4) ed il profilo di Dante Alighieri (foto 5).

 

 

Vittorio Emanuele II

Foto 4 – Medaglione francese in “bois durci”

 

 

 

 

Dante Alighieri

Foto 5 – Medaglione francese in “bois durci”

 

Il secondo piatto conservato nel MUSEO NAZIONALE D'ARTE MEDIEVALE E MODERNA di AREZZO

 

Il secondo piatto di diametro cm. 24,2 (foto 6) ha un decoro più essenziale con ritratto e scritta in cartiglio del nome e cognome del sommo poeta in rilievo negli stessi caratteri del detto medaglione dipinto in ocra su fondo bruno e tesa lavorata a giorno con ovali disposti a raggiera ocra ed invetriato.

 

"Foto 6 – Ulisse Aretini, piatto con ritratto di Dante Alighieri

 

Tale piatto sembra figurare in una foto di fine '800 del laboratorio Aretini con il figlio Federigo al tornio pertanto potrebbe essere anche una delle prime sue opere sulle orme del padre (foto 7).

 

"Foto 7 – Federigo Aretini

 

Ben diversi perchè realizzati ad ingobbio e graffito dipinti ed invetriati ad imitazione di antichi piatti graffiti di Toscana ed Emilia del '400/'500 sono gli altri due piatti con stemmi pertanto da ascrivere a Federigo Aretini anche nel confronto con altri suoi piatti simili nel decoro di fine 800-inizi 900 in giallo ocra su marrone con vetrina giallina, vedi piatto con stemma Mediceo cm. 30,5 (foto 7 bis) - ispirato da un simile piatto del Museo Civico di Modena cm. 29,4 (foto 7 ter) - piatto con stemma non identificato forse di fantasia cm. 30 (foto 7 quater) e piatto con uccellino su ramo (foto 8). Uno riporta lo stemma Pandolfini di diametro cm. 36,8 (foto 9) mentre l'altro ha l'aquila imperiale bicipite con corona granducale di diametro cm. 33,2 (foto 10).

 

“Foto 7 bis - Federigo Aretini, piatto con stemma Mediceo"

 

 

 

“Foto 7 ter - piatto del '500 con stemma Mediceo del Museo Civico di Modena"

 

 

 

“Foto 7 quater - Federigo Aretini, piatto graffito con stemma non identificato forse di fantasia"

 

 

 

Foto 8 – Federigo Aretini, piatto con uccellino su ramo

 

 

 

"Il terzo piatto conservato nel MUSEO NAZIONALE D'ARTE MEDIEVALE E MODERNA di AREZZO

 

Foto 9 – Federigo Aretini, piatto con stemma Pandolfini

 

 

 

"Il quarto piatto conservato nel MUSEO NAZIONALE D'ARTE MEDIEVALE E MODERNA di AREZZO

 

Foto 10 -Federigo Aretini, piatto con stemma aquila imperiale coronata

 

 

 

Segnalo che sul mercato antiquario è apparso di recente un altro di questi piatti da attribuire a Federigo con stemma della casa ducale di Baviera ed identica decorazione graffita di diametro cm. 31 (foto 11).

 

Foto 11 – Federigo Aretini, piatto con stemma Baviera con corona ducale.

 

 

La tipicità della nuova produzione ad ingobbio e graffito di Federigo rispetto a quella tradizionale con decorazioni applicate a riporto del padre Ulisse è attestata anche da una pubblicità tarda del 1918/19 dove la produzione della ditta “Aretini Federigo e figlio Ulisse” è classificata in “Specialità terra cotta imitazione antica”.

Per quanto suddetto le mie attribuzioni sono da ritenere attendibili e comprovate anche per esclusione perchè in loco all'epoca non esistevano altre personalità di tale spiccato livello artistico nel campo della ceramica di cui rimangono prodotti, ma solo fabbricanti di comuni utensili da cucina.

 

 

 

Foto 12 - Particolare di medaglione francese con ritratto di Vittorio Emanuele II in “bois durci” (1859)

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

AA.VV., Nell'armadio del collezionista: il fondo Funghini nel Museo di Arezzo, catalogo delle mostre di Arezzo Museo d'Arte Medievale e Moderna e Firenze Museo di casa Siviero, 2008-09

Albo dei produttori italiani in ogni ramo industriale. Industrie della Ceramica, Anno II 1918-19, pag. 164 – Monte San Savino (AR)

 

 

 

 

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