Giovanni Filippo Dreyer

Articolo del prof. Paolo Piccardi

 

 

 

 

Dreyer: Salmi a 4 voci per tutto l'anno dedica

 

 

Giovanni Filippo Dreyer fu un cantante e compositore del XVIII secolo, che godé di una certa fama in vita, ma del quale è possibile ricostruire la biografia e la carriera solo ricomponendo le vicende descritte in documenti conservati in archivi diversi, alcuni in Italia, altri in Russia, perché non è mai stata scritta una sua biografia completa.

Nacque a Firenze nel 1703 in una famiglia di musicisti, sembra di origini tedesche e di conseguenza venne soprannominato "Il Tedeschino". Fin da giovanissimo dimostrò di possedere una bellissima voce e i suoi, per conservargliela a lungo, decisero di farlo castrare.

Iniziò una brillante carriera da soprano che lo vide calcare i palcoscenici di molti teatri italiani. La prima documentazione rinvenuta lo vede a Viterbo nel 1721 interprete de "Costanza in cimento" di autore ignoto. La fama conquistata lo portò agli onori delle cronache quando il suo nome apparve sul Chracas, il bollettino romano: "22 Maggio 1723 Trovandosi Gio, Dreyer Musico impedito nella gola di alcune Tonsille, che l'impedivano il parlare; ed essendo arrivato in Roma Francesco Zigiotto Vicentino Cirusico, che gode la Protezione di Monsign. Cornaro, ha fatto questa difficoltosa operazione di tagliare le dette Tonsille, la quale è riuscita felicissimamente, e detto Musico è rimasto libero di tale impedimento". Dreyer si trovava a Roma per impersonare Orizia nell’opera "Ercole su’l Termodonte" di Antonio Vivaldi, in prima esecuzione assoluta.

Successivamente iniziò la sua carriera internazionale, permanendo a Breslavia fino al 1726, dove fu attivo non solo come cantante, ma anche come compositore e impresario. A Breslavia venne notato dagli agenti della corte imperiale Russa, che invitarono lui e il fratello Domenico, oboista, a raggiungere gli altri musicisti italiani presenti a Mosca alla corte della zarina Iovanovna, la cui volontà di importare artisti italiani si inserì all’interno di un disegno politico e culturale che tendeva all’imitazione dello splendore delle corti occidentali, dove la presenza dei comici dell’arte era una consuetudine ormai secolare.

Dalle "Lettere e relazioni di monsieur Le Fort dalla Mosca e Pietroburgo a monsieur Lagniaz 1730-173" apprendiamo che il suo stipendio era di 1200 rubli, mentre quello del fratello era di soli 500. I musicisti e i commedianti italiani venivano sostituiti periodicamente e in varie occasioni furono proprio i fratelli Dreyer ad essere incaricati di recarsi in Italia per ingaggiare nuovi artisti. L’ultimo di questi viaggi, documentato dalla registrazione della consegna dei passaporti, risale al 2 Ottobre 1735 e, come di consueto, i fratelli sostarono a Praga, dove accadde un fatto increscioso, del quale non si sono mai conosciuti i particolari e che lo costrinsero a rientrare precipitosamente a Firenze, per trovare rifugio presso la casa paterna.

Un manoscritto anonimo, conservato nell’archivio della cappella musicale della SS. Annunziata di Firenze riporta il racconto fatto da un frate anziano, che lo aveva conosciuto in gioventù e accenna vagamente a un contrasto con un potente locale. Lo scrittore inglese Charles Burney lo incontrò l’8 Settembre 1770, festa solenne alla SS. Annunziata, e nel suo "Viaggio musicale in Italia" scrisse che apprezzò la musica eseguita in tale occasione e, in particolar modo, un Mottetto composto appositamente dal Dreyer e da lui diretto. Al termine delle funzioni, lo avvicinò e conversò con lui amabilmente e a lungo. Dreyer gli raccontò della sua esperienza alla corte russa e del fatto di aver dovuto far ritorno in Firenze "per aver troppo goduto i favori di una persona dell’alta società". Burney lo ricorda come assai intelligente e cordiale.

Dopo un breve periodo di tempo trascorso nella casa paterna, decise di chiedere ai Servi di Maria della SS. Annunziata di accoglierlo in convento. Probabilmente la scelta cadde su quel santuario fiorentino anche grazie alla fama acquisita nei secoli dalla sua cappella musicale, vero punto di riferimento per la vita musicale fiorentina. Il primo organo documentato in Firenze venne costruito in quella chiesa nel 1299 da frate Petruccio. Nel ‘300 fra Andrea dei Servi fu uno dei protagonisti dell’Ars Nova e le sue composizioni sono contenute nel Codice Squarcialupi della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Nel 1438 i frati della SS. Annunziata ingaggiarono i madrigalisti fiamminghi giunti al seguito dei Padri Conciliari e li obbligarono ad insegnare non solo ai frati, ma anche ai laici, creando così la prima scuola di musica. Quando Dreyer arrivò a Firenze la Cappella Musicale aveva raggiunto un alto grado di perfezione ed aveva visto succedersi compositori di grande fama, fra i quali Alessandro Scarlatti, che nel 1702 diresse personalmente le sue composizioni in onore del Granduca Cosimo III e di suo figlio Ferdinando.

L’ingresso in convento è documentato da un atto notarile che venne trascritto nei registri del convento:

12 Marzo 1737

Clemente XII Sommo Pontefice e Francesco III Granduca di Toscana

Contratto

Per il presente pubblico instrumento apparisce come personalmente davanti al Rev.mo Mons. Domenico de’ Bardis Protonotario Apostolico, uno dei Canonici nella Chiesa Mtropolitana fiorentina, et in questa parte come Vicario Generale dell’ Ill.mo e Rev.mo Mons. Giuseppe Maria Martelli per la grazia di Dio e della S. Sede Apostolica Arcivescovo di Firenze, e davanti a me notaio e testimoni infrascritti: il Rev. Frate Giovanni Filippo Maria, nel secolo Sig. Giovanni Dreyer, nato e battezzato in Firenze, emancipato per quanto faccia di bisogno dal Sig. Augusto Dreyer suo genitore per instrumento pubblico del dì 25 Febbraio prossimo passato, rogato per mano di Mess. Giovan Francesco Niccola del Pace, cittadino e notaio pubblico fiorentino, e vestito per religioso non acora professo nel Noviziato del Ven. Convento dal molto Rev. Priore e Padri della SS. Annunziata di questa città di Firenze dell’ Ordine dei Servi di Maria sempre vergine santissima, quale volendo fare la sua solenne professione in detto Ven. Convento e Religione solita farsi dalli altri novizi della medesima ed essendo dentro al termine dei due mesi avanti di doversi fare detta sua professione, e volendo prima spogliato affatto dagli affetti terreni renunziare a tutti li suoi beni che presentemente si ritrovano come di sotto, osservata la forma prescritta dal Concilio di Trento nel capitolo 16 e che principia: "nulla quoque renunciatio", e cerziorato primieramente dal prelato Rev.mo Mons. Sig. Vicario e da me notaio dell’ importanza del presente instrumento, e di quanto esso possa a sé, ed alla sua religione pregiudicare, siccome di tutti li privilegi indotti dalle leggi sia civili che canoniche, e municipali a favore di quelli che fanno simili renunzie per poterle revocare, delle quali cose tutte disse esser benissimo informato, e quel nonostante essersi rilevato ed aver deliberato con piena cognizione di causa di fare l’infrascritta renunzia; perciò con licenza, autorità e decreti del prefato Rev.mo Mons. Vicario quivi presente al detto Fra’ Giovanni Filippo Maria, dicente, dante e concedente e nell’infrascritte cose consenziente e l’autorità sua interponente, confessando detto frate Giovanni Filippo Maria esser di età di anni 33 incirca.

In virtù di questo presente pubblico instrumento, non per forza ma spontaneamente e di sua certa scienza e deliberata volontà e non per errore alcuno di ragione, o di fatto, ma perché così piacquegli, e piace di fare, messo, et indotto dalla corrispondenza d’affetto che sempre avuto, ed ha verso l’ infrascritto suo Sig. fratello e da altre cause, l’anima sua giusta e degnamente morienti per mezzo di suo giuramento per detto renunziante a delazione di me notaio espressamente renunziò e renunzia, cedè e cede, donò e dona liberamente et irrevocabilmente e per titolo e causa di pura, mera, libera e semplice e irrevocabile donazione che si dice intra vivi, in maniera che mai in tempo alcuno non possa questa per qualsivoglia causa o pretesto etiam d’ingratitudine o d’altra qualunque fosse benchè maggiore revocare ed annullare con gl’infrascritti patti e non altrimenti né in altro modo.

Il Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer suo fratello carnale presente e per sé e suoi eredi e successori di qualunque sorte assieme con me notaio stipulante ed accettante.

Tutti, e qualsivoglia beni ed effetti mobili ed immobili o semoventi, crediti, luoghi di qualsiasi voglino monti, nomi ragioni ed azioni al detto renunziante in qualsivoglia modo spettanti e appartenenti finora non giammai tutti potessero spettare ed appartenere e pervenire in qualsivoglia modo e maniera in futuro e per li tempi a venire da oggi ed in specie non derogando con la specialità alle generalità ecc. ecc.

La sua villa con podere e beni, casa da lavoratore e con tutti li suoi annessi, mobili e pertinenze e con tutt’altro ai medesimi spettante e appartenente e coerente situati nel popolo di San Felice a Ema, potesteria del Galluzzo, luogo detto A Baroncelli, ed ancora:

Ducati 1500 consegnati nelle mani di detto Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer donatario, dal medesimo denunziante come fu asserito constare per scritta privata del dì 24 Dicembre 1734 alla quale presente detto Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer, e per sé, e suoi eredi, e successori come sopra assieme con me notaio stipulante ed accettante nel modo però infrascritto.

………….

Item il suddetto Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer, donatario, nel caso che il medesimo Rev. Fra’ Giovanni Filippo Maria facesse la sua solenne professione nel detto Convento dei detti Rev. Padri della SS. Annunziata, dal dì che questa sarà fatta, si obbliga di dare, e pagare al detto Rev. Giovanni Filippo Maria, presente stipulante ed accettante e fino a che il medesimo naturalmente viverà, né altrimenti né in altro modo ducati 72 l’anno moneta fiorentina di lire 7 per ducato ogni tre mesi la rata, con la condizione, che passato il trimestre, e non avendo soddisfatto, sia tenuto il suddetto Sig. Carlo donatario, e suoi, pagare al detto renunziante il doppio, e di più ancora sia tenuto ed obbligato a consegnargli o fargli consegnare un barile di verdea l’anno da ricogliersi nel podere della predetta villa, o altrove, e cessando detto Fra’ Giovanni Filippo Maria di vivere, deve terminare ancora detto Sig. Carlo Giovacchino Maria, eredi e successori del medesimo, l’obbligo di pagare detti ducati 72 annui e di dare detto barile di verdea; ed in caso che non venisse fatto come sopra, detto Fra’ Giovanni Filippo Maria il pagamento di detti ducati 72 ciascun anno, oppure il medesimo restasse creditore di tanta somma che costituisse l’importare di un’annata intiera in detta somma di ducati 72, allora, ed in tal caso, detto Fra’ Giovanni Filippo Maria intende, e vuole che ipso fatto che sarà creato detto suo credito e senza alcun decreto, sentenza di giudice, ricada liberamente in perpetuo con li suddetti infrascritti obblighi carichi e pesi al detto Convnto della SS. Annunziata, non solo la suddetta villa di Baroncelli con il podere e tutte le sue adiacenze e pertinenze, ma ancora i predetti scudi 1500 che il predetto Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer ritenne nelle mani.

Con obbligo ancora del detto Sig. Carlo Giovacchino Maria Dreyer e suoi di dover ogni anno in perpetuo il giorno di Tutti i Santi mandare a tutte sue spese al Sig. Priore di S. Cecilia di questa città due quadroni di libbre tre per ciascheduno di cera veneziana quali devono ardere in detta chiesa da ambi i canti dell’altar maggiore in terra dal vespro fin tutta la mattina dei Morti in suffragio dell’ anima del Sig. Domenico Dreyer e di più deva dare del proprio per le Messe da celebrarsi dal detto Sig. Priore di S. Cecilia in sua chiesa la mattina suddetta dei Morti ed altra messa parimenti il dì 3 Dicembre lire 4 soldi 13 danari 4 alla ragione di lire 2 per ciasccheduna messa delle suddette due, e soldi 6, e denari 8 per ciascheduna delle medesime al chierico che le servirà.

Di più detto Fra’ Giovanni Filippo Maria si riservò e riserva l’autorità per sua vita naturale durante di poter andare a villeggiare in quei tempi che gli parrà e piacerà nella predetta villa di Baroncelli dalla quale non possino mai per tempo alcuno esser rimossi né levati i mobili, masserizie, letti, attrezzi di cucina e tutt’altro che di presente vi si trova ad effetto che nelli tempi della sua villeggiatura vi possa sempre avere tutto il suo comodo.

Tutti li predetti effetti, con villa, podere e beni di sopra descritti, e tutti gli altri beni ed effetti dove sarà stata rinvestita detta somma di ducati 1500, si aspetti, ed appartenga interamente e liberamente al predetto Convento e molto Rev. Padri della SS. Annunziata di questa città di Firenze con gl’infrascritti pesi, obblighi e carichi che appresso cioè:

1°: Il detto Convento e Rev. Padri della SS: Annunziata siano tenuti e devin celebrare o far celebrare in perpetuo una volta la settimana una messa piana all’ altare della SS. Annunziata in suffragio dell’anime di casa Dreyer.

2° Che nel giorno da destinarsi ad arbitrio del Molto Rev. Priore pro-tempore, si troverà da detti Rev. Padri fare un anniversario con messa cantata sull’ organo a voce sola, catafalco in mezzo alla chiesa con lumi, sgabelloni come suol farsi per Domenico Baccerelli detto Il Cialdonaio e si devono in detta mattina celebrare numero 20 messe piane per l’anime come sopra

3° Che nella suddetta mattina dell’ anniversario siano alla porta del detto Convento dispensate ai poveri per elemosina 200 fila di pane con che essi poveri devino pregare in chiesa per l’anima dei benefattori

4° Che detto Convento e Padri dal mattino dell’ anniversario siano tenuti ad invitare a celebrare la Santa Messa nella loro chiesa il Sig. Priore pro-tempore di Santa Cecilia di questa città di Firenze con dargli per elemosina per la messa lire 7 moneta fiorentina.

5° Che il suddetto giorno dopo la mensa devino imborsarsi tutti i molto reverendi Padri Discreti di detto Convento, il primo dei quali sortirà per estrazione, abbia facoltà di dare una dote di scudi 10 a povera, ed onesta fanciulla secondo il suo piacimento, e sia tenuto il detto Convento a sborsare il detto denaro.

6° Che detto Convento, e Padri, ogni anno in perpetuo il giorno di Tutti i Santi devino mandare al priore di Santa Cecilia di questa città due quadroni di libbre tre, peso ciascheduno, di cera veneziana, i quali devono ardere in detta chiesa da ambi i canti dell’ altar maggiore in terra dal vespro fino a tutta la mattina dei Morti in suffragio dell’ anima del Sig. Domenico Dreyer e di più devino dare per le messe da celebrarsi da detto Sig. Priore di S. Cecilia in sua chiesa la mattina suddetta dei Morti ed il dì 3 Dicembre lire 4, soldi 13 e denari 4, alla ragione di lire 2 per ciascheduna messa e soldi 6, e denari 8 per ciascun chierico che le servirà.

7° Che nella mattina del soprannominato anniversario deva detto Convento pagare ai Padri e Sagrestani lire 2 per ciascheduno per gli incomodi e assistenza al detto funerale

8° Che non volendo detto Convento e Padri accettare la prefata eredità con i suddetti pesi obblighi e carichi si intenda devoluta la medesima eredità alla detta chiesa e Sig. Priore pro-tempore di santa Cecilia in Firenze con gli stessi pesi obblighi e carciche come sopra dichiarati ed espressi e non altrimenti né altro modo.

Fatto in Firenze nella Curia Arcivescovile nelle stanze di solita udienza del prefato Rev. Mons. Vicario Generale presenti il Sig. Giuseppe di Pierfrancesco Ceni fiorentino uno degli aiuti della cancelleria Arcivescovile e Bartolomeo di Andrea Romagnoli, uno dei sevitori di Sua Signoria Rev.ma

Giovanni Filippo Dreyer entrò immediatamente a far parte della Cappella Musicale di quella basilica e ne divenne il Maestro nel 1738, alla morte del suo predecessore, P. Giovan Battista Biscardi. Numerose sono le "memorie" contenute nei Libri di Ricordanze del convento che riportano sia le sue esecuzioni che le sue composizioni:

25 Marzo 1738

Si celebro' in questo giorno la Festivita' dell'Annunziazione di M.V. conforme il consueto de gl'anni passati, con scelta musica sopra i due organi, e la mattina canto' il Mottetto dopo l'Epistola il nostro Novizio F. Gio:Filippo Dreier, con applauso univerale di numeroso popolo, che alla nostra chiesa era concorso.

24 Febbraio 1739

Essendo cessato per grazia divina il male epidemico nelle bestie vaccine, l'Arcivescovo Martelli esorto' i fedeli tutti alla comunione generale e intimo' una Processione.

Descrizione della processione.

Viene intonato Sancta Maria succurre miseris, quale fu proseguita da preti di Duomo, che erano tutti in coro, e appresso detta l'Orazione Concede, intono' il Te Deum, seguitato da due cori di scelta Musica sopra i due organi, sotto la direzione del P. G. F. Dreyer, nostro Maestro di Cappella.

25 Marzo 1739

Festa della SS. Annunziata. Senza preavviso, comparve il Ser.mo Granduca con suo Fratello. Entrò immediatamente in coro per assistere alle Sacre Funzioni, che però, per non tenere a tedio l'A.S.re si cantò Terza Andante e appresso si die' principio alla Messa solenne, che fu cantata dal R.mo M. Paolo Magnali, Mestro dei Novizi.

Si cantò a cappella doppia in coro l'Introito, Kyrie, il Graduale dopo la Profezia; il Tratto dopo l'Epistola; al Passio la parte della Turba; l'Offertorio; il Sanctus; il Mottetto all'Elevazione, e Agnus Dei. Appresso s'attaccò il Vespro della Feria IV; che parimente fu cantato tutto a Cappella; e tanto alla Messa, che al Vespro si sonò l'organino di coro, violone, e violoncello, senza sonarsi l'organo di chiesa. L'Antifone di Vespro furono cantate in canto fermo, accennandosi avanti, e ripetendosi dopo ciascun Salmo. In occasione di questa solennità il nostro P. Re M.ro di Cappella Gio:Fil.o Dreyer compose l’ Introito in Nomine Iesu, il Graduale Ne Avertas; il Tratto Domine exaudi, l'Offertorio Domine exaudi; il Mottetto O Sacrum Convivium per l’ Elevazione; tutti i Salmi di Vespro della Feria IV. (a Riserva de' Beati Omnes , e Magnificat), come pure l' Inno Vexilla concertato, e tutto riescì armonioso, e d'universale sodisfazione.

Nel 1740 Dreyer compose un’antologia di Salmi brevi e di facile esecuzione, destinati all’insegnamento dei giovani cantanti. All’inizio del manoscritto appare una sua dedica autografa, che fa ritenere fosse sua intenzione dare alle stampe questi Salmi, ma la Cappella Musicale era disciplinata da un regolamento severissimo, che proibiva la diffusione delle composizioni al di fuori della chiesa, unico luogo nel quale potevano essere eseguite ed i Salmi non vennero mai pubblicati.

Proseguono le memorie che riportano l’esecuzione delle sue musiche:

16 Aprile 1743

Le funzioni della Settimana Santa sono state regolate conforme gli anni scorsi; solo v’è stato di nuovo che le Lamentazioni per tutti i tre giorni sono state cantate in musica a voce sola; le prime in Soprano, le seconde in Contralto, e le terze in Tenore, accompagnate con cimbalo, tiorba, violone e violoncello. Sono state queste nuovamente composte dal P. Gio:Filippo Dreyer nostro Maestro di Cappella. Tutto questo è stato fatto a spese d’un religioso nostro.

20 Settembre 1745

Giunge a Firenze la notizia che il Gran Duca di Toscana è stato eletto Imperatore di Germania col nome di Francesco I. Festeggiamenti solenni, illuminazione. Fu intonato il Vespro a nove parati quale fu seguitato con sceltissima musica, e da numerosi istrumenti, e da arco, e da fiato, ed al Magnificat fu illuminata tutta la chiesa. Viene scoperta la Sacra Immagine e viene intonato l'Inno Ave Maris Stella, doppo che fu ricoperta a vista di un infinito popolo che vi era concorso, doppo tutto questo fu intonato il solenne Te Deum che fu proseguito da una sceltissima musica, e da varietà di strumenti diretta da P. Gio:Filippo Dreyer nostro Maestro di Cappella e con l'Orazione Pro Imperatore fu terminata con applauso comune la sacra funzione alla quale assisterono 70 granatieri.

Come abbiamo appreso dall’atto di renunzia, Dreyer aveva affidato alla gestione del fratello sia i beni ereditati che quelli guadagnati con la sua attività artistica. A questi fondi attinse costantemente per remunerare i musicisti professionisti che veniva aggiunti alla Cappella Musicale. Provvedeva inoltre ad effettuare donazioni, come appare da questa memoria:

1 Luglio 1749

Altro donativo di due cassapanche grandi di noce con cornice attorno di intaglio è stato fatto dall'Onor. P.re Gio.Filippo Dreyer nostro maestro di Cappella per ornato del vestibolo di questa Biblioteca, e perciò sono state in esso collocate con modo che pongono in mezzo la porta maestosa che dà l’ingresso nella Libreria.

Come vedremo anche in seguito, oltre che in questa memoria, Dreyer talvolta disponeva eccessivamente della sua generosità, provocando scompiglio nella quiete del convento:

15 Dicembre 1749

Avendo il M. R. Priore proposto al Discretorio il dispendio, ed inconvenienti che nascevano dalla cena solita farsi a’ Musici della Cappella la sera della vigilia del S. Natale e che sarebbe tornato assai bene il levarla, fu cio' determinato a pieni voti, compensandola coll'assegnare al P. M.ro di Cappella pro-tempore scudi 6 annui di più del solito da distribuirsi dal medesimo a’ Musici che operano nella notte di detta solennità.

25 Marzo 1766

Festa della SS. Nunziata …

L'ora di Terza fu cantata come nei di' Festivi, e appresso fu dato principio alla corrente Messa cantata in coro a cappella doppia siccome il Vespro corrente della Feria Terza, eccetto che l'Antifona furono cantate da PP. secondo il rito ordinario. Nella suddetta funzione, siccome alla Compieta di questo giorno cantata come sopra altri strumenti non furono suonati, che il piccolo organo di coro, un violone, ed un violoncello. Il nostro P. Gio:Filippo Dreyer M.ro di Cappella compose in tal congiuntura l’ Introito della Messa, il Tratto dopo l'Epistola, il Graduale ed alcuni Salmi del Vespro della Feria Terza, che incontrarono la universale sodisfazione.

All’età di 66 anni Dreyer iniziò ad ammalarsi e venne saltuariamente sostituito da Bartolomeo Cherubini, pianista e padre del celebre Luigi, che aveva dimostrato un precoce talento per la musica e all’età di 10 anni, dopo che il padre gli aveva insegnato quanto era nelle sue possibilità, venne affidato all’insegnamento di Bartolomeo Felici, organista della SS. Annunziata e considerato il miglior insegnante di musica ed insuperabile maestro di contrappunto di Firenze. Probabilmente Dreyer aggiunse all’austero insegnamento del Felici la brillantezza della sua musica, che risentiva delle passate esperienze teatrali e di corte. Già a 13 anni Luigi Cherubini compose la sua prima messa e negli anni successivi le sue composizioni si moltiplicarono e vennero eseguite alla SS. Annunziata.

25 Dicembre 1769

Come negli anni scorsi si e' fatta la Novena del S. Natale, e fu solennizzato questo giorno, che per l’indisposizione del P. R.re Dreyer Maestro di Cappella diresse la musica il Sig.re Cherubini, quale fu fatta con l'istessa magnificenza di strumenti, e di voci.

25 Marzo 1770

Fu solennizzata con la solita pompa la Festa della SS. Nunziata aggiungendosi alla consueta illuminazione del cornicione, i lampadari di cristallo a tutte le Cappelle, e all'arco grande del Presbitero fu posto il padiglione di setini rossi come per i Dolori. La Musica fu diretta come per Natale dal Sig:re Cherubini

25 Marzo 1770

Fu solennizzata con la solita pompa la Festa della SS. Nunziata

aggiungendosi alla consueta illuminazione del cornicione, i lampadari di cristallo a tutte le Cappelle, e all'arco grande del Presbitero fu posto il padiglione di setini rossi come per i Dolori. La Musica fu diretta come per Natale dal Sig:re Cherubini persistendo nella sua indisposizione il P. R.re M.tro di Cappella.

23 Agosto 1770

Ricorrendo la Festa del nostro glorioso San Filippo Benizi fu solennizzato secondo il consueto, e la Musica e' stata fatta con l'istesso numero di voci, e strumenti, fu diretta dal Sig.re Bartolommeo Cherubini, che continua a supplire alle veci del nostra celebre P.re Dreyer M.tro di Cappella, che sebbene un poco rimesso dalla malattia sofferta non per altro si trova in stato di potersi esporre a fatiche.

Dalla seguente memoria si ha conferma del generoso contributo del Dreyer nel sostentamento delle spese occorrenti per gli stipendi dei musicisti:

25 Dicembre 1771

Con la solita magnificenza fu celebrato il ricorrente giorno del S. Natale, e persistendo nelle sue indisposizioni il P.re Dreyer M.tro di Cappella, fu come negli anni scorsi diretta la Musica dal Sig.re Bartolommeo Cherubini fatta con la med.a consueta copia di strumenti, e voci, avendo il Convento con l'approvazione del Discretorio supplito alla spesa della Musica che negli anni scorsi soleva fare col proprio deposito il P.re Dreyer.

Alla morte di Giovanni Filippo Dreyer, il memorialista tramandò il suo necrologio nel Libro di Ricordanze

13 Aprile 1772

Piacque al Sig:re chiamare a se in questo giorno circa le ore 2 pomeridiane il n.ro celebre P.re Gio:Filippo Dreyer M.tro di Cappella. Questi dopo aver nella sua Gioventù cantato con applauso in alcune delle principali Corti d'Europa; nell’eta' di 33 Anni ritornato in questa sua Patria vestì il n.ro Abito Religioso, e fu volontieri accettato atteso la sua abilità per dirigere la nostra Cappella, e le Musiche; il quale impiego assunse pochi mesi dopo la sua Professione, atteso la morte del suo Antecessore P.re M.tro Biscardi. L'incarico sudd.o lo ha sostenuto per 30 e più anni con inesplicabil decoro, sì per le molte composizioni fatte da lui med.o che per il brio di guidare le Musiche, e le Cappelle, come ancora per aver ridotte le Funzioni Solenni, e specialm. quella del S. Natale, a spese del proprio Deposito ad una magnificenza assai più grande di quello erasi costumato in addietro. Oltre l'abilità della sua professione, era arricchito di moltissime doti manuali, e di molti segreti, operando il tutto con molta pulizia, e proprietà, alle quali doti unito aveva un Cuore assai generoso pronto a compiacere chiunque avesse a lui fatto ricorso per lo che si è resa assai sensibile la di lui perdita non meno a suoi Correligiosi, che a tutti i suoi Conoscenti. Si degni il Misericordiosissimo Iddio rimunerare con Gloria Celeste chi ha usato ogni impegno per promuovere il di lui culto qui in Terra con la magnificenza delle Sacre Funzioni.

Il necrologio conferma quanto già sappiamo sulla sua vita, ma un particolare necessita di essere chiarito: i "segreti" erano speciali serrature che consentivano di poterle aprire solo a chi ne conosceva il trucco. Può apparire strano che un musicista possedesse simile abilità, ma la spiegazione ce la forniscono, come al solito, i Libri di Ricordanze. Viveva in convento, nello stesso periodo, Fra Giovanni Poggi, talmente esperto nell’inventare e realizzare tali congegni che il Granduca di Toscana frequentava abitualmente il suo laboratorio e gli commissionava le sue opere. Un frutto della sua abilità è esposto presso Casa Martelli, museo fiorentino.

Dopo la morte del Dreyer viene soppressa un’usanza da lui introdotta e della quale non avevamo traccia nei registri del convento, ma che serve a scoprire un ulteriore lato della sua personalità, che amava intrattenersi allegramente con i musicisti ed aveva la capacità di imporre anche le sue stravaganze:

4 Agosto 1776

In tal giorno era solito stile, introdotto dal P. Dreyer, e continuato dopo di collettare dai Religiosi varie pietanze per i Musici, che dopo il Vespro andavano a mangiare nella stanza, ove si tengono le tavole, per distendervi i morti, che coprivano di pampani di vite, e vi collocavano poscia d.a roba, e se la mangiavano. Il nuovo adunque Priore Ricciardi per svellere d.o abuso, ha vietato la pred.a colletta, ed in vece di commestibili da' mezzo Paolo per uno a tutti i Musici, che intervengono ai Vespri del S.o e lo cava dalle crescimonie della Cappella, a cui presiede, fatte da sé.

Il 4 Novembre 1966 l’alluvione inondò con due metri di acqua sporca di fango e di gasolio l’archivio della Cappella Musicale della SS. Annunziata danneggiandolo pesantemente e solo da pochi anni gli oltre 5.000 manoscritti archiviati sono stati riordinati (non restaurati per mancanza di fondi), come è apparso nel documentario trasmesso dalla TV svizzera nel 50° anniversario dell’alluvione:

http://www.rsi.ch/news/mondo/Firenze-e-la-musica-affogata-8217442.html

Del Dreyer si sono salvate 64 composizioni, 3 delle quali sono state pazientemente trascritte dalla musicologa e clavicembalista Francesca Romana Conti e dirette dal maestro Giovanni Tanzini, che con la sua direzione ha saputo ricreare tutto il vissuto del compositore, ossia il teatro, la corte russa e la quiete del convento immersi nel tipico splendore barocco:

https://www.youtube.com/watch?v=oBCHb8TW-IY

 

 

 

 

 

 

 

 

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   La Spezia anno 2016