PAGINA di LIDIA DALMAZZO
STORIA DI BADI
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Storia dei banditi BUTTELLI di Badi
FLORIO BUTTELLI è indicato dagli storici come il capostipite di alcune generazioni di Buttelli "banditi" che agiscono tra ‘600 e ‘700 in Badi e nei paesi limitrofi, ma anche nel Granducato Toscano, e in particolare a Treppio, dove la famiglia Buttelli sembra avere origine e ha molti legami parentali.
Treppio dista circa 4 km da Badi e a metà della strada che collega i due paesi, c’è, e vi era all’epoca, il confine tra l’Emilia e la Toscana.
sposa il 9.6.1641 in Badi DOMENICA DE CARNESECCHIS figlia di JACOPO
FLORIO e DOMENICA , avevano tre figli maschi : G.Battista e Consalvo entrambi trasferitisi nel vicino paese di Bargi (Querceda) ed entrambi uomini di spada di Cornelio dei Pepoli (1682/88). Da loro origina una dinastia di banditi spesso denominati con l’appellativo di "Dominus" nei libri dell’archivio della chiesa di Badi.
Un terzo fratello, Camillo, chiamato "Dominus", anch’egli trasferito a Bargi (Baigno) e bandito, è ucciso a Bargi all’età 34 anni.
Le figlie femmine di FLORIO e DOMENICA sono Speranza e Maria, entrambe sposate a Treppio, quest’ultima, sposata ad un omonimo "Dominus" Buttelli di Treppio, ha alcuni figli, tra i quali Giuliano eletto curato a Badi e ucciso nell’anno 1700 dal "Dominus" Giovanni Camillo Buttelli, un suo cugino primo (vedi storia). L’omicida è padre di un altro "Dominus" Consalvo, fratricida che avrà molti figli i quali, a metà 1700, finalmente decidono di non perseguire la sanguinaria tradizione di famiglia e optano per lavori più tranquilli: un agrimensore, un Capitano delle milizie Napoleoniche ecc. Alcune figlie sposeranno "Dominis" di paesi del circondario.
Un legame dei FRANCHI di Treppio con i Buttelli di Badi è il matrimonio di ANNASTASIA de FRANCHIS di Treppio con il "Dominus" CAMILLO BUTTELLI figlio di Giuliano che è fratello di FLORIO, siamo agli inizi del 1700 e anche CAMILLO è un "capo banda" sfuggito, con un suo figlio, per 20 anni alla condanna a morte per omicidio.
Il matrimonio tra ANNASTASIA FRANCHI e CAMILLO e' citato in due genealogie dei Buttelli pubblicate nel libro di G. B. Comelli (1776 – 1867) "Bargi e la valle del Limentra" (l’uso era quello di sposarsi nel paese della sposa, in questo caso Treppio).
I loro figli sono tutti regolarmente iscritti nel libro dei battesimi di Badi (figli: G. Battista n. il 27/6/1683, figlio fuggiasco con condanna a morte del 1718, poi Speranza, Camilla, Domenica e Caterina,tutte nate negli anni ’80 del 1600 a Badi e poi sposate in Treppio).
Illuminato Buttelli, nato ad inizio 1800, e sepolto, alla sua morte, a muro all’interno della chiesa di Badi (1845), è l’ultimo ad essere chiamato "Dominus" nei libri dell’archivio. Lui e sua moglie hanno moltissimi figli e lei è "mammana probata" come la DOMENICA de CARNESECCHIS ed è la prima maestra della scuola di Badi.
Un nipote di FLORIO e DOMENICA, Francesco Maria (detto il Caporale) insieme a suo figlio G. Battista uccide, per quelli che oggi si chiamerebbero futili motivi, il notaio Pistorini loro vicino di casa ( vedi storia ).
La cosa ha risonanza più che i molti altri loro omicidi, per la notorietà e il rispetto che si portava ai notai e vi è un discusso processo in contumacia a Bologna, dove i colpevoli sono condannati all’impiccagione (1720) per poi essere graziati, sempre in contumacia, sei anni dopo.
Ho allegato gli originali degli editti di condanna (con premio di taglia) e quello di grazia.
I banditi Buttelli, pur macchiandosi di colpe feroci, sono raramente processati o condannati e se succede, è in contumacia, e ottengono poi velocemente la grazia. Questo grazie alla protezione di personaggi influenti per i quali lavorano come uomini di spada, nel bolognese come in Toscana.
Ho documentazione che dei Buttelli, per un certo periodo, fossero anche presso gli Estensi e che venissero raccomandati da Filippo Bentivoglio al Granduca di Toscana.
Avevo rintracciato uno storico che accennava anche agli Sforza (alcuni Buttelli sono stati battezzati, per qualche secolo, con il nome di Sforzio …), ma non ho trovato nessun ulteriore riscontro in proposito.
Hanno prestato la loro opera continuativamente presso i Pepoli i quali già dal 1350 avevano perso il potere in Bologna (e venduto all’epoca, e nel senso letterale del termine, la città ai Visconti).
Da allora si erano rifugiati nel loro feudo montano di Castiglione (ora chiamato "dei Pepoli"), non troppo lontano da Badi, esercitando per secoli il potere in modo prepotente e sanguinario, spesso in contrasto con le leggi di Bologna, a volte processati e persino giustiziati.
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Allego infine brevi brani del 1681 e oltre, tratti da un cospicuo carteggio tra il Granduca di Toscana e il Padre Gesuita Paolo Segneri, famoso predicatore che informa e fa da tramite al Granduca per quanto accade nella montagna del Pistoiese dove lui svolge seguitissime missioni religiose.
L’argomento del carteggio è FLORIO BUTTELLI, al tempo ottuagenario e bandito dalla toscana, ma ancora alle redini del potere, ed i suoi due figli maschi superstiti.
CARTEGGIO (1681-1684)
DEL PADRE GESUITA PREDICATORE PAOLO SEGNERI CON IL GRANDUCA DI TOSCANA COSIMO III DEI MEDICI
Il signor Principe Rinaldo mi manda in ringraziamento 1 annesso foglio il quale spettando più a VA che a me ho però io giudicato bene il trasmetterglielo Con esso
ancora rimando a VAS la lettera del Padre Provinciale de Minori Conventuali e le attesto che il Padre nostro Generale è rimasto mortificatissimo dal vedere che quel
buon frate raccomandato impegnasse i nostri ufficii con VA senza almeno notificare gli ordini ricevuti già dal suo di partirsi
Il frate mi ha scritto di nuovo ma io non ne ho voluto più saper altro.
Si è finita la Missione di Treppio con molto frutto ho trattato con la fazion contraria ai Botelli e ne ho cavato già qualche cosa unitamente da tutti
Resta ch’or parli co’ Botelli medesimi i quali non essendo là potuti venire verranno al Bagno e di poi significherò a VAS quanto accade.
Mi rallegro frattanto con VAS della bella corte fatta al serenissimo Principe suo figliuolo.
La promozione del signor canonico Bassetti mi è riuscita novissima VAS ha provveduto a molto in un ora.
E qui per non più tediarla con profondissimo ossequio la riverisco
Dalle Missioni di Bologna il dì 16 d agosto 1681
6 Serenissimo Gran Duca
Alla pregiatissima di VA S sotto i 25 d agosto che ho ultima delle sue io nulla ho da replicare. Solo stimo bene dare all’AV qualche conto dell’operato intorno alle
discordie di Treppio.
Quei che ivi sono si sono sottoscritti all’annesso foglio ma per verità non vorrebbono che i Botelli più ripatriassero in Treppio ed io ciò non istimo affatto fuor di ragione
attese le gran diffidenze che passano tra le parti dopo tante offese scambievoli.
I Botelli faranno in sustanza quello che vorrà Florio ottogenario ma vigoroso Io gli ho parlato ed egli pure a me si rimetterà. Ma bramerebbe che i due suoi figliuoli che
gli rimangono dopo il terzo ora ucciso fussero costì e per sicurezza e per altro ammessi da VAS a qualche grado di suo servizio come di lance spezzate o di altro ed
egli con tale occasione ove VA il degnasse di nuovo della sua buona grazia si ritirerebbe a compire cristianamente i suoi giorni in Firenze.
lo sono debitore a due pregiatissime lettere di VAS capitatemi quasi a un tempo.
Quanto alla prima le dico come io già nella mia le accennava che gli altri della parte dei Botelli avrebbono fatto ciò che facesse Florio. Anzi i figliuoli di Giuliano mi
hanno fatto dir confidentemente dal Padre Cataneo con cui più volentieri han trattato che con esso me per non dare all’istesso Florio alcun ombra che quando anche questi
non si volesse aggiustare essi si aggiusteranno a parte e rimetteranno in mano a VA ogni cosa. Io l’ho tuttavia per difficile.
Quanto alla seconda non credo per verità che il signor auditor Capponi discorra male anzi quanto egli afferma già era venuto in mente anche a me ma avendomi egli stesso
mandato apposta un Cancellier da Pistoia a raccomandar queste differenze ho creduto che il comporle fosse desiderato non solo da VA ma ancor da lui. E trovare altro
modo di comporle che quello ch’io le ho accennato sarà molto arduo.
Ho creduto altresì che non si possa venire a conclusione di sorta alcuna infino a tanto ch io non possa abboccarmi con VAS e già sì a una parte l’ho significato sì all’altra
frattanto procurerò di tenerle in fede se si potrà. Già in due Missioni del Bolognese, cioè al Bagno e ai Boschi, si sono più uomini d’ambe le parti toccati insieme e
incontrati e non si sono data molestia quantunque mi paresse giusto di permettere loro posto che non v era ancor pace di ritener l archibugio di cui per altro fra più di dieci o
dodici mila persone VA non vedrebbe in tal occasione pur uno là dove fuor di quella si veggon sempre e spesso s adoperano Serberò le scritture per riportarle a suo tempo
meco se Dio vorrà e frattanto con profondissimo ossequio la riverisco con renderle cordialissime grazie di quanto a favor del mio prete Don Giuseppe si è compiaciuta
significarmi
Dalle Missioni di Bologna il dì 22 di settembre 1681
Il signor auditor Capponi trovo, ch’è in diffidenza d’ambe le parti e questo me lo fa riputare con ambe retto, Serenissimo Gran Duca.
Saranno tredici giorni ch’io scrissi a V.A.S. solo per darle parte come in queste prossime feste io disegnava se fusse stato così con sua buona grazia di ritornare a
Bologna affine di dare comodo preparamento alle cose omai necessarie per le future Missioni
Vero è che con una tale occasione ancora io mi feci ardito di addimandarle se V.A.S. avesse stimato bene che io mi portassi prima costì a prestarle i miei reverentissimi ossequii giacchè gran tempo sarei stato poi a rivederla
Non posso giudicare se non che per qualche disastro una mia lettera tale si sia smarrita mentre da nessuna parte ho riscontro chele sia giunta E però aveva io pregato il signor Marchese degli Albizzi a voler tornato costì prenderne alcuna luce. Ma perché scorgo che anche il ritorno di cui si va disserendo ho preso animo di replicare a V.A.S. ancora questa
con aggiugnerle che prima di andare a Bologna ho necessità di abboccarmi con monsignor Gherardi Onde quando dall’Imbrogiana sia dipoi facile il passaggio a Pistoia tanto io posso differire la mia venuta costì al secondo giorno di Pasqua ove la settimana santa non sembri a V.A. tempo opportuno e passare a Pistoia il terzo per di là poi seguire pellegrinando il mio viaggio a Bologna.
Starò pertanto attendendo se così giudica i suoi pregiatissimi cenni mentre io di qui senza più con profondissimo inchino la riverisco.
Firenze il dì 19 di marzo 1682
Serenissimo Gran Duca
Avendo io a V.A.S. pregate in questa santa notte le vere feste dal sacro altare stimo superfluo il farlo secondo l uso su questo foglio Però non le scrivo a tal fine Le scrivo
per significarle come avrei gran necessità di conseguire un udienza da VA per un affare che può tornare in qualche pro non leggiero di questo nostro Collegio e richiede la viva voce
Però se si compiacesse vorrei portarmi costì spedite che avrò le lettere di martedì sera cioè il mercoledì seguente per venire un dì e tornar l altro Che se a V.A.S. ciò non fusse opportuno indugierei ancora a venire il dì dopo la Circoncisione ma non bisogna che indugi troppo più oltre Attenderò però in tutto i suoi riveritissimi cenni per non muovermi senza d’essi e saper s’ella approva una tal venuta.
Mentre per non dare con questa all’A.V. più grave incomodo con profondissimo ossequio la riverisco
Firenze il dì 25 di decembre 1682
Questa mattina col favor divino si è stipulata la pace de Botelli innanzi al signore auditor Capponi e quei due cavalieri che sono stati per una parte e per l altra e pare
che gli avversarli si sieno insieme abbracciati e baciati con vero affetto ai piedi di un Crocifisso che io ho cavato fuori in tale occasione. Sono tutti molto obbligati a VAS
perchè s’ella daddovero non insisteva a vederne il fine ancora avrebbesi a cominciare gli interessi civili sono stati da ambo rimessi nel signor Maggi.
Ora toccherà a VAS quando voglia compiacersi di graziare quei miseri fuorusciti di cui qui annesso ella riceve il catalogo Se vorrà che si porga memoriale a tal fine si
porgerà e se vorrà esserne supplicata da qualche mezzano o fare la grazia di moto proprio toccherà a VA significarmi ciò che più ama e così se vorrà indugiare qualche
poco.
Dopo avere scritto iersera a VAS mi risolvei scrivere al signor segretario Boscoli e dirgli che giacchè quello che premeva al signor Duca di Parma era ch io fossi alle
Missioni sue per la state futura si sarebbe potuto pigliare qualche altro temperamento in virtù di cui servire ancor VA cui sono tanto obbligato.
E questo era lasciare la Mission di Pistoia e sottrarmi da alcune altre poche le quali mi rimarrebbono ancora nel Bolognese e fare invece di esse queste di Pescia che in
numero di tre o quattro crederei Che tutte si spedirebbono dentro la primavera Così per la state sarei a servire U signor Duca e nella primavera poco a lui deve premere
ch io fatichi in un terreno o in un altro Proposi io al Padre Serra questo partito ed egli me lo approvò restando solo in tal caso trovare il modo di sbrigarsi dal signor cardinal Bon compagni che non è tanto difficile e posporre la Missione di Pistoia non tanto necessaria a quelle di Pescia sì che se vi sarà tempo di farla innanzi la state si faccia se no si lasci stare Ho voluto ora dar parte a VAS di tutto ciò Scusi il tedio che le avrò porto mentre senza più con profondissimo ossequio la riverisco
Firenze il dì 15 di decembre 1683
Serenissimo Gran Duca
I Botelli graziati da V A S mi presuppongono che ad istanza di lei medesima avessero già dal signor Cardinal legato di Bologna lo sfratto dalla sua Legazione benchè
sospettino ancor di qualche impostura susseguente lor fatta presso l’istesso Legato.
Vorrebbono però che come VAS gli ha onorati al presente di rimetterli nel suo Stato così si dichiarasse esser contenta per la sua parte che il signor Cardinale gli rimetta
nel suo anzi vorrebbono che per mezzo di VA medesima io facessi a lui pervenire lannessa supplica Ma questo mi par troppo.
Però VAS proceda liberamente come giudica nel Signore perchè io loro frattanto risponderò volermi prima informare se la cosa che mi richieggono è conveniente che
venga da me proposta all’AV e con ciò prenderò quel tempo che più si vuole.
Pare che il Signore abbia con modo particolare benedetta questa prima Missione tanto è stato in tutti il fervore universalissimo Ne dirò qualche particolare al signor
Bassetti per non tediare VAS e senza più con profondissimo ossequio mi raffermo
Umiliss.0 Divotiss.0 e Obblig.mo Servo
GENEALOGIE DEI CARNESECCHI DI BADI
bozze
By Lidia Dalmazzo
Due note
Florio figlio di Sforzio, il capostipite dei Butelli banditi , sposa il 9.6.1641 in Badi DOMENICA DE CARNESECCHIS figlia di JACOPO (nato nel 1562 da ACHILLE e deceduto in Badi il 13/4/1644).
Altri fratelli di DOMENICA sono :
MADDALENA (sposata a Badi il 29/10/1626 +30/8/1632 a Badi)
GIOVANNI (n.1605 + 1/8/1626 a Badi)
MARGHERITA (n. 1604 + 26/1/1639 a Badi)
MARIA (sposata il 4/7/1638 a Badi)
La data di morte del padre e delle sorelle di DOMENICA è tratta dal libro dei morti di Badi da cui si deduce anche quella di nascita (ma non il luogo della loro nascita).
Di DOMENICA si sa solo la data del matrimonio (in Badi) e della nascita dei suoi figli (in Badi), e anche che dal 1679 è nominata più volte nel libro dei Battesimi come la "ostetrica probata" che assiste ai parti e, in caso di pericolo di morte del neonato, gli impartisce il battesimo. E’ un ruolo ricoperto a Badi, fino a fine ‘800, da signore non più giovani, sposate con figli, e appartenenti alle famiglie più ragguardevoli nel paese per censo o posizione sociale.
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Treppio dista circa 4 km da Badi e a metà della strada che collega i due paesi, c’è, e vi era all’epoca, il confine tra l’Emilia e la Toscana.
A Treppio, c’è una frazione chiamata Cà de’ FRANCHI che prende nome da una casa FRANCHI ancora esistente della quale le allego una vecchia cartolina.
Potrebbe essere una traccia per qualche ricerca su quel FRANCHI eventualmente poi coniugato con una CARNESECCHI.
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