Luigi Cherubini e la SS. Annunziata di Firenze
Del prof. Paolo Piccardi
Luigi Cherubini nel ritratto di Ingres
La celebrità di Luigi Cherubini è dovuta principalmente alle opere della sua età matura, mentre ben poco è stato scritto sulla sua iniziale produzione musicale. Per colmare questa lacuna ci soccorrono alcuni documenti di archivio venuti alla luce solo recentemente, che ci fanno scoprire quanto precocemente fosse sbocciato il suo genio.
Luigi Cherubini nacque a Firenze il 14 Settembre 1760, come attesta il certificato di battesimo, conservato presso gli archivi del Battistero di Firenze:
Gli vennero imposti i nomi Luigi, Carlo, Zanobi, Salvadore e Maria. Era figlio di Bartolomeo, un suonatore di clavicembalo e di Verdiana Bosi, abitanti nella parrocchia di San Pier Maggiore. Padrino fu il senatore Giovanni Perini.
Il padre, attaccatissimo alla vecchia maniera dell’arte, gli impartì fin dalla più tenera età le prime lezioni di musica e lo avviò alla pratica del clavicembalo. Luigi fece rapidi progressi e dimostrò un innato talento, tanto che Bartolomeo decise di affidarlo alla guida di musicisti più esperti. Infatti, in soli tre anni si era reso istruito a sufficienza nel solfeggio, nell’accompagnamento sul basso numerato e nel suonare il cembalo.
A quell’epoca era la Cappella Musicale della SS. Annunziata dei Servi di Maria il centro di eccellenza per la musica in ambito cittadino, vantando già secoli di attività. Già nel 1299 vi veniva costruito da fatre Petruccio un organo, il primo documentato in Firenze. Nel ‘300 un frate servita, Fra Andrea de’ Servi fu uno dei promotori dell’ "Ars Nova" e fin dai primi del ‘400 i frati serviti ingaggiarono musici fiamminghi, sia per accompagnare le liturgie, che per insegnare musica ai giovani, frati o secolari. Nei secoli successivi l’organico si ampliò fino a contare ben 200 elementi.
Quando Luigi Cherubini iniziò a frequentare la SS. Annunziata Il maestro di cappella era Giovanni Filippo Maria Dreyer, eccellente compositore, dotato di una straordinaria voce di soprano, che lo aveva fatto applaudire presso la corte di Russia, prima di entrare in convento all’età di 30 anni. Organista era Bartolomeo Felici, apprezzato anche come compositore, nonché profondo e abile contrappuntista, che si prese cura del giovane allievo. Dopo la sua morte, nel 1776, l’insegnamento fu proseguito dal figlio Alessandro Felici.
Sotto la loro guida Luigi Cherubini fece rapidi progressi, sia nella composizione che nella pratica dell’organo. La basilica della SS. Annunziata disponeva di numerosi organi, fra i quali i due monumentali, uno costruito da Domenico di Lorenzo nel 1521 e l’altro del Ravani inaugurato nel 1634, che ancora oggi si fronteggiano lungo le pareti laterali. Ma vi erano anche altri organi di minori dimensioni. Verosimilmente Cherubini si esercitò sull’organo positivo costruito da Fabbri di Faenza nel 1702, ai giorni d’oggi collocato nella Cappella dei Pittori e ancora perfettamente funzionante:
Organo Fabbri faenza 1702
I suoi maestri compresero ben presto che il loro giovane allievo era più portato alla composizione che alla semplice esecuzione musicale e lo esortarono a concentrarsi su tale attività, tanto che già all’età di 13 anni Cherubini compose una Messa, che ebbe l’onore di essere eseguita pubblicamente, cosa che si ripeté con altre Messe composte nei successivi anni 1774 e 1775.
Grazie all’appassionato lavoro dell’Associazione Internazionale Luigi Cherubini, guidata dalla Presidentessa Prof. Helen Geyer e del CEO Michael Pauser, sono tornati alla luce i manoscritti autografi di tali composizioni. Quando si trasferì a Parigi per assumere la carica di direttore del locale conservatorio, Cherubini portò con sé la raccolta delle sue composizioni e l’affidò al bibliotecario del conservatorio, il quale la arricchì negli anni seguenti con la produzione del Maestro. Durante la seconda guerra mondiale tali manoscritti vennero sottratti al conservatorio parigino e, dopo varie peripezie, approdarono alla biblioteca del conservatorio di Cracovia.
Luigi Cherubini Messa del 1773
Verso il 1770 il maestro di cappella Dreyer, ormai in età avanzata, si ammalò e non fu più in grado di dirigere la cappella musicale, salvo sporadiche apparizioni. Per le celebrazioni delle feste principali della basilica veniva chiamato a sostituirlo Bartolomeo Cherubini che, in occasione della festa principale, quella del 25 Marzo 1775, festa della SS. Annunziata appunto, inserì nel programma delle musiche che accompagnavano le cerimonie anche un brano del figlio quindicenne, un "Dixit" per soprano, coro e orchestra. La musica piacque e il memorialista del convento annotò nel Libro di Ricordanze:
"
25 Marzo 1775 Si e' solennizzata con gran pompa l'odierna solennita', benche' senza l'intervento de' reali nostri Sovrani. Vi e' stata una scelta Musica tanto questa mane che oggi, con un belliss.o Dixit Dominus, composto dal Sig.re Luigi, figlio del Sig.re Bartolommeo Cherubini, che in eta' di soli 15 anni ha fatto conoscere il suo buon gusto e perizia. Vi e' stato ancora un bel concerto di clarinetti, e corni, ed un bel Mottetto cantato dal Sig.r Veroli."(
ASFi Corporazioni religiose soppresse dal governo francese 119 57 Pag. 589).
Raramente i memorialisti si soffermavano a descrivere le musiche eseguite, quindi l’impressione che la musica del giovane Cherubini suscitò dovette essere grande se fu annotata fra le ricordanze dell’anno. Il manoscritto autografo di questa composizione è stato rintracciato a Cracovia. Successivamente Il Prof. Michael Pauser fu il primo a trascriverlo
Luigi Cherubini Dixit del 1775
Lo stesso Prof. Pauser ne ha poi anche curato la prima esecuzione mondiale in epoca moderna a Weimar nel Giugno 2014 ed esattamente un anno dopo questo Dixit è risuonato anche nella basilica dove vide la luce, a cura del Coro di San Giovanni presieduto da Giovanni Caligo e sotto la direzione del maestro Umberto Cerini. Soprano solista Francesca Bizzarri.
Ai frati della SS. Annunziata piacque talmente la musica di Cherubini, che gli commissionarono una grande messa da eseguirsi in occasione del giorno dedicato alla celebrazione della ricorrenza della canonizzazione del frate servita San Filippo Benizi il 23 Agosto 1775. Anche questo manoscritto si trova a Cracovia fra quelli rinvenuti dal Prof. Pauser.
Per le funzioni del 10 Dicembre successivo Cherubini compose un "Tantum ergo". Di questa esecuzione musicale non c’è traccia nei Libri di Ricordanze del convento. Per fortuna ci soccorre una gazzetta dell’epoca, che, per lodare la bravura degli esecutori, non mancò di menzionare l’autore della musica:
Anche questo manoscritto autografo, del quale la catalogazione ufficiale non riporta traccia, è stato scoperto solo recentemente, questa volta nell’archivio della cappella musicale della SS. Annunziata. Questo archivio, che conserva oltre 5.000 manoscritti di musiche composte per le funzioni della basilica, venne pesantemente danneggiato da due metri di acqua durante l’alluvione del Novembre 1966. Abbandonato per oltre 40 anni, solo recentemente sono iniziati i lavori di recupero e riordinamento e stanno lentamente tornando alla luce composizioni di autori più o meno celebri, totalmente sconosciute alla catalogazione ufficiale.
Nel corso di queste operazioni di riordino è stato scoperto anche un altro autografo di Cherubini. un Miserere a 6 voci, del quale fino ad ora si ignorava l’esistenza. L’autenticità è dimostrata dall’annotazione nell’ultima pagina: "= Finis Laus Deo = J:M:J:d:C:".
Le sigle finali significano "Jesus, Maria, Joseph devotus Cherubini" e si ritrovano identiche anche nell’ultima pagina nella Messa del 1773 conservata a Cracovia:
La favorevole accoglienza delle musiche di Cherubini presso i frati della SS. Annunziata è attestata ulteriormente nei Libri di Ricordanze, che riportano come negli anni successivi gli vennero commissionati anche gli intermezzi musicali che accompagnavano gli oratori e le commedie che venivano periodicamente rappresentati nel convento:
19 Febbnraio 1778 Domenica sera principiò in questo nostro Teatro del Convento la recita della Tragedia, detta Il Manassi del P. Ringhieri Gesuita, e questa sera quella del Maometto, detto l’Impostore, del Voltaire, ambedue con intermezzi buffi in musica, composti a bella posta dal Sig.re Luigi figlio del Sig.re Bartolommeo Cherubini, il tutto con piacere, ed applauso di molti che sono venuti ad ascoltare, ai quali sono stati a tal effetto distribuiti i biglietti stampati, per evitar le confusioni, e dispensati ai Religiosi con metodo, e cautela, e da essi poi ai Secolari
(ASFICorporazioni religiose soppresse dal governo francese 119 57 Pag. 621)
25 Gennaio 1782 Fino dal dì 11 stante son principiate in questo nostro Teatro le Commedie, che una Latina di Terenzio, intitolata Gli Adelfi, ed altra volgare del Maffei, detta La Merope, ambedue con Intermezzi in Musica, che furono composti, anni sono, dal Sig.re Luigi Cherubini, e recitati in questo istesso Teatro, a riserva di alcune piccole aggiunte, e variaz.ni, che son accadute in questi ultimi. Mons.r Vescovo di Fiesole si è degnato di intervenire una misera volta, e tanto il nostro Mons.re Arciv.o che Mons.r Nunzio, ci hanno significato, che non sono in grado d’intervenirci. Con tal occasione è stata rimurata la Porticina, che restava in faccia al pozzo e aperta pochi passi più in qua, per comodo, dei Comici, che dal Palco Scenico voglion portarsi in Platea, e viceversa, con altri piccoli risarcimenti.
(ASFICorporazioni religiose soppresse dal governo francese 119 57 Pag. 727)
Purtroppo i manoscritti di queste composizioni non sono ancora venuti alla luce.
Nell’ultima metà del ‘700 la musica stava vivendo un momento di profonda trasformazione, con tentativi di affrancarsi dai rigidi schemi della musica barocca. Giunto alla maggiore età, Cherubini comprese che doveva affidarsi a maestri maggiormente consapevoli di questa esigenza e si allontanò da Firenze e dalla cappella musicale della SS. Annunziata avviandosi a diventare uno dei promotori del nuovo stile "classico".
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