I MARI di TOSCANA

Dalle ricerche di Stefano Mari

 

 

 

Pagina in preparazione

 

 

Una famiglia Mari e' nell'albo d'oro della nobilta' fiorentina

 

 


Casini Bruno : " i Libri d'oro della nobilta' fiorentina e fiesolana" edizioni Arnaud
Ne descrive lo stemma e la linea nobile :

 

:

 

Lo stemma che figura sul libro d'oro della nobilta' fiorentina e' uguale a quello qui sotto raffigurato :

 

D'azzurro alla torre d'argento di due palchi fondata su un mare al naturale ed accostata da due delfini rivolti d'argento, il tutto sormontato in capo da tre stelle d'oro poste in banda

 

 

Il Casini nomina :


La linea nobile del capitano Lorenzo Mari che sposa Alessandra Cini ed ha i seguenti figli:
Cosimo Filippo
Niccolo' Francesco
Maria Assunta
Nicola Baldassarre
Maria Giulia
Emilia Sofia


Emilia del colonnello Lorenzo Mari di Arezzo sposa il 25 novembre 1818 di un Bonsi Lorenzo Maria
Morta il 17 gennaio 1852

 

 

 

Non sono in grado di definire con sicurezza l'origine di questa famiglia. Infatti alla nobilta' fiorentina vennero ammesse famiglie nobili in altre citta'

Che prendevano la cittadinanza fiorentina . Quindi l’ ammissione alla nobilta’ fiorentina nulla dice dell'origine della famiglia

 

 

 

Vediamo ab antiquo :

FIRENZE

 

 

Nel catasto del 1427 dai dati ricavati dal sito http://www.stg.brown.edu/projects/catasto nessuno a Firenze dichiara di essere cognominato Mari

cioe' secondo quei dati non esisteva nel 1427 nessuno che dichiarava avere il cognome Mari .

 



Dobbiamo dire pero’

 

A i dati del catasto sul sito non sono esaustivi della popolazione fiorentina e possono esser assunti come prova della presenza e non dell’assenza

B che questo cognome a Firenze puo’ essere stato assunto posteriormente al 1427

 

 

Sta di fatto che :

 

sul sito delle tratte http://www.stg.brown.edu/projects/tratte/ di
Herlihy David per 4 volte viene citato una presunta cognomizzazione Mari

 

 

 

il primo dei quali e' :

 


Niccolo di Antonio di Tommaso Mari nel 1455

( buonuomo non eletto perche in arretrato con le tasse )

 


Tommaso di Francesco di Duccio Mari nel 1472

( console dell'arte fabbri non eletto perche in arretrato con le tasse )


Francesco di Niccolo di Mariano nel 1494

( console dell'arte.oliandoli e pizzicaglioli non eletto perche in arretrato con le tasse



Giovanni di Bartolo Mari nel 1510

(gonfaloniere di compagnia eletto )

 

 






In STEFANO ORLANDI, Necrologio di S. MARIA NOVELLA 1235-1504, Olschki editore, Firenze, 1955. troviamo nel secondo volume, appendice II, pagina 513:

 

1454, 18 maggio; e 1486, 3 luglio.- Ricordo di vendita di un pezzo dell’ orto dell’ infermeria, e della concessione della Cappella di S. Giovanni Ev. a Filippo Strozzi.- Liber novus fol.79 r. – Di mano di fr. Giovanni Cairoli.

Ricordo come a dì di 18 di maggio 1454 fu venduto in capitolo e dal capitolo di Sancta Maria Novella a Francesco di Jacopo di Monte e a Bartolo di Bartolo Mari di un pezzo dell’ orto della infermeria. Cioè dal canto della rasura a dirittura per insino al muro della via della scala per prezio di lire dugento con questi pacti e conditioni cioè..( rimane così tronca questa memoria, e poi seguita, dopo uno spazio bianco, nel rigo inferiore, la memoria della concessione fatta a Filippo Strozzi)... 

( Segnalazione di Roberto Angelo Segnini ) 

 

 

E’ da prendere in considerazione che quel Mari possa esser considerato cognome

E quindi la presenza di individui cognominati Mari a Firenze intorno al 1450

 

 

 

 

 

 

PRATO

 

Sappiamo che il Fiumi parla dell'origine in Carmignano di una famiglia Mari



Enrico Fiumi : " Demografia movimento urbanistico e classi sociali in prato dall'eta comunale ai tempi moderni " dice a pg 420:


……..oriundi di Carmignano i Mari s'inurbarono in Prato verso la meta' del secolo XVI e vi raggiunsero un apprezzabile condizione economica e sociale .

(biblioteca Roncioniana di Prato 105 c.703 )


Sono presenti con due poste nella decima del 1621 (cap IV 4)

Mari ( Travaglio ) :

Giovanni e Mario di Lorenzo di Giovanni …………………….fiorini 2.2.3


Mari (Gualdimare ) :

Giovanni ;Vincenzo ; Lorenzo ; Domenico e Tommaso di Piero di Lorenzo………fiorini 0.12.8 totale fiorini 2.14.11



 


 

Antonio Ricci nel suo "Memorie storiche del castello e comune di Carmignano" (Prato 1895, anche nuova ed. anast. 1977 a cura della Pro Loco di Carmignano) cita più
volte, nella trattazione e in documenti tras
critti, relativi alla fine del '600, membri della famiglia Mari come protagonisti della storia del paese. 

 

 

 

In particolare poi in un documento datato 1685 relativo a una causa nella quale si doveva stabilire quali fossero "le dodici famiglie de' più vecchi
et antichi del Comune" si arriva alla comclusione che "Petracchi, Mari, Faucci, Borchi... Queste non solamente provano di godere come tali al
presente, ma ancora d'haver goduto ne' tempi trascorsi, et in tutte le riforme, state fatte da anni cento e più in qua, et si vedono imborsate come
famiglie doi Parentado, con la distinzione ordinata dagli Statuti e Riforme." (p. 386).

 

Sempre Antonio Ricci nel suo "Memorie storiche del castello e comune di Carmignano".

Riporta a pp 165

un documento con data 24 Agosto 1688 ove il Podestà di Carmignano Galilei viene sottoposto a giudizio.
Vengono nominati, nelllo stesso documento, Serv.Serv. Gio.di Donato Mari, Domenico di Matteo Martini, Sindaci della
Podesteria di Carmignano. Ossia sorveglianti Granducali della condotta del Podestà.

 

 

 

Un'altra memoria e' pero conservata a Carmignano nella rocca

Uno stemma presumibilmente dei Mari di Carmignano con un delfino;


http://www.mondimedievali.net/Castelli/Toscana/prato/carmignan38.jpg

 

 

 

 

 

Compare in questo stemma un delfino

Cioe' un elemento caratterizzante il blasone dei Mari ammessi alla nobilta' fiorentina

 

 

 

 

In uno stemma databile 1670 nella chiesa di San Lorenzo ????????????????????????????????????????????

Compare lo stemma dei Mari Petracchi

Lo stemma dei Mari- Petracchi è descritto al fascicolo 3708 della raccolta Ceramelli-Papiani. 

 

 

 

Sempre dal Fiumi sappiamo

Enrico Fiumi : " Demografia movimento urbanistico e classi sociali in prato dall'eta comunale ai tempi moderni "

 

Messer Mario Mari e' nella lista di coloro che nel 1709 pagavano la tassa sulle parrucche (ASPrato 2349 )


Intorno al 1740 messer Clemente e Pier Niccolo' figli di messer Mario Antonio dottore in legge , di messer Clemente di Giovanni , sono nel novero dei cittadini che godono l'onoranza del priorato (ASPrato 626 )

 

 


 

La scansione della carta 703 del manoscritto 105 ( G.Casotti, Spoglio di famiglie pratesi, col disegno delle rispettive armi,
anche a colori, e con alberi genealogici) databile alla metà del sec. XVIII, conservato nel fondo Roncioniano della Biblioteca Roncioniana.


 

 

 

 

 

 

La carta 703 del manoscritto 105 di G. Casotti ci fornisce i seguenti dati:

 

In S.Agostino in Prato, sotto l’altare dedicato a S. Niccolò venne sepolto Clemens Marius (Jac.?) filuis J.V(incentius?).D.(ominicus?) cittadino di Prato il quale venne guarito dai pani di S.Nicola da Tolentino.

Per questo motivo, il Santo venne scelto quale patrono di famiglia. La data riportata sulla sepoltura è 1654. Sulla stessa, inoltre, è presente lo stemma riportato sul documento. La sepoltura è la numero 23.

Segue una breve genealogia:

 

Viventi al 1713:

Questi erano i figli di Clemente di Giovanni;

Mario Antonio Domenico dottore in legge, nato 13 Giugno 1655 + 6 Settembre 1717

Andrea nato 26 maggio 1660

Fra Nicola monaco agostiniano + 30 Settembre 1723

Don Giuseppe monaco Celestino

 

Questi erano i figli di Mario Antonio e di Angela, figlia di Piero Stanghi;

Piero di 16 anni circa

Domenico di 10 anni circa

 

Il documento è stato certamente aggiornato in seguito dall’autore con aggiunte e cancellature.

 

 

 

 

Lo stemma dei Mari di Prato risulta essere quindi

d'azzurro alla torre d'argento di due palchi fondata su un mare al naturale accostata in capo da tre stelle d'oro male ordinate.

 

 

 

 

 

 

Nel corso del 6-700 i Mari sono presenti in Montevarchi, Fucecchio, Livorno, Pisa e Firenze


.Nel 1710 furono ascritti alla Cittadinanza di Livorno

Nel 1727 furono ascritti alla alla Cittadinanza di Pisa.

 

Infine, nel 1770 ottennero l'iscrizione alla Nobiltà di Pisa ( Nel "Priorista della citta' di Pisa" di Bruno Casini compare solo un Mari due volte Gonfaloniere , pero' solo molto tardi cioe' nel 1790 1792 : Cosimo di Pier Filippo )

Nel 1802 l'iscrizione alla Nobiltà di Firenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

I Mari sono presenti anche a Siena

I Mari senesi, come attestato da G. Gigli, Le armi delle famiglie nobili di Siena, Siena 1716, tavola X:

hanno uno stemma che niente ha a che fare con i precedenti cioe' :
d'azzurro, alla banda di rosso, caricata da tre stelle di sei raggi d'oro poste a piombo, e bordata dello stesso.

 

 

 

 I Mari Senesi

Ringrazio Fabrizio di Gubbio per il suo aiuto.

 

Nella pubblicazione: Genealogia dei conti Pecci Signori di Argiano, a cura di L.FUMI e A. LISINI, Pisa 1880 tra la lunga serie degli stemmi di alleanza c’è lo stesso stemma riportato dal Gigli (tav. IX). La didascalia indica i Mari come famiglia originaria di Gubbio ma questo non risulta. Comunque Lo stemma in questione somiglia tanto a quello dei Marioni, questa sì nobile famiglia di Gubbio.

 

Per quanto riguarda i presunti Mari di Gubbio nei documenti inseriti nel libro sulla genealogia dei Pecci c’è un riferimento preciso a p. 74:

"683. Pietra di Tommaso - Nata nel 1600 (Ivi), maritata ad Alessandro di Lodovico Mari Marioni (Gab. Contr. 1617-18 c. 100)". Quindi evidente che non di Mari "originari di Gubbio", ma di Marioni di Gubbio si debba parlare. In calce allo stemma dei Mari eugubini è scritto: "Originari di Gubbio, risieduti nel 1547..." Nella nota che precede gli stemmi gli autori specificano che: "Quando diciamo risieduto s'intende nel supremo Magistrato della Repubblica [di Siena]..." E' quindi evidente che i Marioni-Mari provenienti da Gubbio si devono essere trasferiti nel senese ben prima del 1547.

 

Nell'Archivio Vescovile di Gubbio è conservato il volume manoscritto; "Istoria dell'Origine, Discendenza, ed Antichità dell'Illustre, e Nobile Famiglia de Marioni di Gubbio

 

Raccolta da Don Alessandro Certini Castellano accademico incitato di Faenza Dedicata All'Illustrissimo Signore Cavaliere Tiberio Marioni Cavalliere di San Giacomo". Il volume è stato compilato, come detto, da don Certini di Città di Castelli e reca la data 12 gennaio 1726.

 

La prima parte del volume cita una miriade di fonti scritte, alcune delle quali difficilmente riscontrabili, e in essa si danno le solite notizie fantastiche sui primi membri della famiglia: i soliti Romani, Bizantini, Greci, Cesare e connessi vari.


Nelle pagine seguenti, invece, si entra più nel campo storico e non mancano le citazioni documentarie. Ovviamente tutto il volume è indiziario, nel senso che i documenti citati sono veramente pochi. Nella illustrazione, più o meno dettagliata, dei vari membri della famiglia Marioni l'autore giunge ad esaminare anche quella di: "Lodovico terzo figlio di Nicolò d'Agnolino primo, e fratello di Pietro fu nella Medicina Uomo celebre, e fu Medico in diverse città, e ultimamente andò per medico a Siena dove vi fondò la sua Famiglia; come dice Girolamo Hennigens = Ludovicus Sienam profectus; ibique familiam fundavit = [Lodovico partito per Siena e lì fondò la famiglia], ed anco il Sansovino, ed ebbe tre figli Nicolò, Paolo, e Matteo".

 


Nicolò (...) [citato un documento del 1465]


Paolo (...) [citato un documento del 1464]


Matteo di Lodovico restò in Patria, quale si trova in una memoria estratta nella Cancelleria del Seminario di Foligno, trovata tra le scritture di Durante Dorio in un Libro in 4°, che dice l'Anno 1492, che fu uno delli 4 della Casa Marioni, ch'estradarono nel suo primo ingresso al Vescovo di Gubbio Monsignor Francesco della Rovere, come loro antica consuetudine lì 23 Maggio in giorno di mercordì etc., come adietro si è messa a verbum la sudetta memoria. E questo Matteo ebbe tre figli, Girolamo, Antonio, e Lodovico.


Girolamo (...) [citato un documento del 1529]


Antonio (...) [citato un documento del 1558]


Lodovico 3° figlio di Matteo di Lodovico ebbe un solo figlio, chiamato Alessandro, quale morì da Giovinetto, ed in questo finì la linea di Agnolino d'Alberico detto Bico". Ora, a parte le tante considerazioni che si dovrebbere e potrebbero fare, resta il fatto che in questa ricostruzione genealogica, che resta da verificare, si parla di Alessandro di Lodovico di Matteo Marioni del ramo senese. Si tratta dello stesso Alessandro di Lodovico Mari Marioni, citano nel libro dei Pecci senesi, che attorno al 1600 sposò Pietra di Tommaso Pecci.

 

 

 

 

 

 

 

 

ALCUNE NOTE

 

 

 

 

Una curiosita' l'arma dei Cantini pistoiese che vagamente ricorda quella dei Mari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La villa " La Torre " negli anni intorno al 1650 passò alla famiglia De Petracchi De Mari discendente da Antonio di Domenico di
Antonio Petracchi De Mari. In seguito la villa e’ passata ai Bettazzi


La villa si trova sulla via Carmignanese
La Via Carmignanese conduce ai piedi della collinetta di Montalbiolo, piccolo abitato che dal XII secolo al 1843 fece parte del distretto di Prato. La chiesa di San Lorenzoconserva la muratura in arenaria del XII secolo e il campanile a torre sorge sulla zona sinistra dell'originario transetto, poi trasformato. All'interno l'altare maggiore accoglie una bella tela con una Madonna col Bambino e otto Santi del '600, attribuita a Simone Pignoni, mentre un altare laterale, mentre una altare laterale, vicino ad un imponente confessionale in pietra serena (1732), incornicia un originale tavola con San Lorenzo (1605) di Giovanni Bizzelli.
Ai piedi del colle di Montalbiolo vi sono i due complessi di Fuccioli, dal nome del pistoiese Vanni Fucci (ricordato da Dante nel Canto XXIV, 121-126 che qui abitò nel 1286-87; quello a monte conserva struttura medievale. Sul colle vi è Villa la Torre, sorta forse sull'antico "Podio"di Prato, cioè il complesso dove i lavoratori di terre date in concessione da Prato erano tenuti ad abitare.
La Via Carmignanese prosegue in lenta discesa e raggiunge sulla destra La Serra, abitato di recente sviluppo. Villa la Serra, molto trasformata ma di struttura cinquecentesca, ha una vasto salone centrale passante, sul quale si affacciano le stanze. Proseguendo in una zona dolcemente ondulata, si lascia in basso la bella casa Boschetti, con due corpi rialzati sui lati, e si segue, sulla sinistra, via Macìa fino alla villa-fattoria delle Farnete, residenza trecentesca dei Mazzinghi, molto trasformata nel Sette-Ottocento. Nella cappella oltre la strada sono collocati interessanti affreschi della bottega di Domenico Ghirlandaio, staccati da un oratorio di Campi. Contigua, dopo via di Calcinaia, vi è la villa-fattoria delle Falene, modesto possesso dei Medici, trasformato in villa nel '700 e ristrutturato nel XX secolo. Su via di Calcinaia, che separa le due ville, prospetta la piccola, proporzionata villa la Loggia, del '500; quasi difronte vi è un oratorio costruito nel 1702 sulle misure della Santa Casa di Loreto e perciò detto il Loretino. La contigua villa del Loretino, ben protetta da un parco alberato, conserva aspetto cinquecentesco, con ampia facciata arricchita da una torretta centrale e piccola loggia. Dalla villa una strada privata porta verso Comeana, toccando l'elegante villa la Sughera, caratterizzata dall'ampia loggia tuscanica che occupa l'intero piano nobile, e dal portico terreno fiancheggiato da finestre inginocchiate. Comeana, nota per la lavorazione dell'arenaria, ha avuto sviluppo abbastanza tardo, ma fu frequentata dagli Etruschi. Di fianco al cimitero e sulla via Montefortini vi sono resti di tumuli etruschi. A breve distanza, su un piccolo rilievo, troviamo la cinquecentesca villa-fattoria di Calabria (il cui nome deriva di eretici patarini fuggiti dalla Calabria). La chiesa di San Michele esiste dal XIII secolo, ha modesta facciata con coronamento curvilineo; il classicheggiante campanile a torre (1812) la separa dalla compagnia del SS Sacramento. La chiesa conserva all'interno le forme neocinquecentesche assunte coi lavori del tardo '800; nel contiguo oratorio, con veste tardo-settecentesca, vi è una tale con una articolata Ultima Cena dei primi del '600, attribuibile a Cosimo Lotti. Nell'oratorio si conservano i costumi dell'ormai secolare processione del Morto Redentore, che si svolge la sera del Giovedì Santo, sacra rappresentazione dei misteri della Passione. Sopra la strada per Artimino, in una bella zona a vigneti, superato il rio Elzana, appare villa il Vivaio, su un vasto podio bastionato; dal robusto corpo principale della villa, di aspetto tardo, emerge nettamente una torre medievale, trasformata in belvedere.

 

 

 



Fuccioli passò nel 1700 ai Petracchi di Carmignano, …………………………………….. un sacerdote, Don Antonio Petracchi fu quello che istituì un legato pio ed edificò a lato della villa una cappella dedicata a S. Giuseppe che fu uffiziata sino al 1890.



Forse nel 1560 questo fabbricato passò alla Famiglia Petracchi-De' Mari originaria di Montopoli ( ??? )





 

 

 Mariano = Mari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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