Ricerca del dottor Paolo Piccardi di Firenze

 

I PICCARDI DI PIANDISCO’

 

 

Premessa

 

Prima di iniziare il racconto dei Piccardi di Piandiscò e delle loro vicissitudini, qualche parola sullo svolgimento di questa ricerca, iniziata verso la metà del 2005, con il mero scopo di rintracciare i nomi degli antenati, dato che in famiglia non si sapeva neppure quale fosse il nome del padre di mio nonno.

A dir la verità, il progetto covava da molti anni, e ogni tanto se ne parlava con mio fratello Piero, ma le circostanze non erano mai favorevoli.

Nel 2004 apparve la ricerca che mio cugino Carlo Cammelli aveva condotto in tutta segretezza, pubblicata con il titolo "Dalle Canicce alle Pergole", nella quale venivano sapientemente narrate le vicende dei nostri antenati Cammelli e quelle del contesto nel quale vivevano. Ovviamente, visto l’esploit dei Cammelli, anche i Piccardi cominciarono a entrare in fermento.

Un ulteriore stimolo venne da un libriccino con copertina in cartapecora, che mio cugino Riccardo Piccardi di via Larga aveva recuperato quando si trasferì dalla Casa Bianca. Si tratta di un libriccino di conti, del genere usato abitualmente dai coloni per l’annotazione delle ricevute di pagamenti, che inizia nel 1796 e termina ai primi del 1900.

Speravo di trovarvi tutta una lunga serie di Piccardi, nella convinzione che la Casa Bianca fosse stata la loro abitazione per secoli. Al contrario, il libretto riporta componenti della famiglia Benedetti, dall’ inizio fino ai primi del 1900, quando finalmente compare la firma del nonno Raffaello Piccardi, preceduto dal nome di Filippiano Vermiculli, che in tempi remoti avevo saputo trattarsi di un trovatello, noto come "zio Barinco".

Decisi di partire proprio da lui, incuriosito dalla singolarità del nome e dalle ignote circostanze che lo avevano portato a far parte della famiglia.

Da qui inizia una serie di scoperte, alcune delle quali veramente emozionanti, e non so se sarò in grado di trasmettervi, anche se in minima parte, l’esultanza che si prova quando salta fuori un documento illuminante e talvolta inaspettato, che va a collocarsi nel complesso mosaico che si snoda nell’ arco di alcuni secoli. Vi assicuro che si tratta di esperienze uniche e molto gratificanti.

La prima emozione la provai all’ Istituto degli Innocenti, dove riuscii a trovare la registrazione che parla del Vermiculli, della sua accoglienza in Istituto e il successivo affidamento a balia, nonchè la spiegazione dell’ origine di tanto strambo cognome: quel giorno l’addetto attribuì al primo bambino portato all’ Istituto, chissà perché, il cognome Vermicelli. Evidentemente l’idea gli piacque, perché il secondo lo chiamò Vermicilli, il terzo Vermicolli, poi Vermicalli e, finalmente, al Filippiano toccò Vermiculli. Il bambino fu portato agli Innocenti alle 8 della sera del 26 Agosto 1844 dalla "figliola della Caterina Mazzanti, levatrice in Porta Romana" e finì, dopo un paio di balie, per essere affidato ai Benedetti, ossia alla famiglia di Piandiscò che, in epoca successiva, occuperà la Casa Bianca, dove, al momento, non abitavano i Piccardi. In seguito vedremo la storia della casa Bianca e le vicissitudini dei suoi abitanti. Un’ultima annotazione sul Filippiano Vermiculli: se ho potuto scoprire il perché di tanto strano cognome, non altrettanto ho potuto fare per il soprannome "Barinco", che non trova alcuna giustificazione. Sta di fatto che il soprannome sostituì il vero nome, tanto che il 22 Ottobre 1918, in qualità di testimone per il matrimonio di Gino Giunti con Gesuina Piccardi, si firmerà "Vermiculli Barinco"!

Chiarito il motivo dell’assenza dei Piccardi dalla Casa Bianca nei primi periodi indicati dal libretto, cresceva la voglia di scoprire qualcosa di più sui nostri antenati. C’erano tutti i presupposti per iniziare le ricerche, che, per fortuna, e su suggerimento di Silvano Sassolini, emerito ricercatore, divulgatore e storico delle vicende di Piandiscò, iniziarono dall’Archivio Vescovile di Fiesole, dove vengono ben accolti e premurosamente guidati coloro che svolgono ricerche genealogiche. L’archivio contiene le registrazioni di battesimi, cresime, matrimoni, decessi e stati delle anime, avvenuti nella Diocesi fino dalla prima metà del 1500, ossia vi si possono trovare tutti gli elementi indispensabili per questo genere di ricerche.

Per fortuna i nostri Piccardi non si sono mossi da San Miniato a Scò, salvo gli spostamenti che vedremo per singolo nucleo familiare, quindi, con mia grande sorpresa, in breve tempo fu possibile percorrere tutta la catena genealogica attraverso quattordici generazioni, fino alla più remota registrazione conservata, che mi portava ad un certo Paolo di Niccolò, vissuto nella seconda metà del 1400.

Venni così a scoprire che mio nonno Raffaello, oltre ai due fratelli che sapevo, Luigi detto Ciolli di via Larga e Santi, padre di Sergio e nonno di Paola e Gabriella, ne ebbe altri due: Francesco, che non lasciò discendenza, perchè l’unico figlio maschio, Lorenzo, morì nel 1915 sull’ Isonzo in piena guerra mondiale ed è ancora adesso ricordato sul cippo che frotneggia il comune di Piandiscò (a proposito, lo sapevate che l’edificio del comune fu progettato dall’ architetto Fabris, lo stesso della facciata del duomo di Firenze?). L’altro fratello fu Leopoldo, che ebbe un figlio maschio, Emilio, che ebbe due figlie femmine ed il ramo si estinse.

Giovacchino e i suoi figli erano nati a Cascia e solo nel 1877 tornarono a San Miniato. Il padre di Giovacchino si chiamava Niccolò ed erea nato a San Siro. Il padre di Niccolò, Francesco, era nato a Ostina, o meglio a Vaggio, nel luogo denominato "Il Podere", bellissima costruzione che si vede a sinistra appena si imbocca la Castagneta per andare a Piandiscò, immediatamente dopo il cimitero. Il Podere rimase di proprietà di un ramo dei Piccardi fino al 1960 circa. Proseguii nelle ricerche e, in pochi mesi, avevo potuto non solo ricostruire l’ albero genealogico, ma anche raccogliere informazioni sugli spostamenti dei vari nuclei familiari che si erano sviluppati nel corso dei secoli. Con il breve salto di un paio di generazioni, arriviamo ad AntonioMaria, da cui discendiamo i Piccardi odierni, ovunque si trovino. Fino a qui i dati raccolti incrociando battesimi, matrimoni e morti. Nessuna luce però aveva tolto dall’ oscurità del tempo i fatti specifici e le condizioni di vita dei nostri antenati.

L’ archivio Diocesano di Fiesole sembrava non poter aggiungere ulteriori informazioni, quando Norberto Piccardi (col quale non è stato ancora individuato alcun vincolo di parentela) mi parlò di un resoconto di pellegrinaggio a Santiago di Campostella scritto nel 1472 da un certo Francesco di Paolo Piccardi.

Riuscii a scoprire che la trascrizione del manoscritto era stata presentata all’ Università di Perugia nel corso di un convegno del 1983 dalla dott.a Giovanna Scalia, che, molto cortesemente, me ne inviò una copia. In effetti, il poemetto termina con l’indicazione: "Finito per me Franciescho Picchardi el viaggio del Sipolchro e di Santo Jacopo di Galizia. Scritto questo di 20 di settembre 1472".

Era giunto quindi il momento di consultare i documenti conservati presso l’ Archivio di Stato, dove le cose non sono così semplici, anche se negli ultimi tempi, per venire incontro alla crescente richiesta di ricerche genealogiche, si è provveduto a digitalizzare lo Stato Civile dal periodo napoleonico in poi. Per i periodi precedenti, esistono i microfilm del Catasto del 1427 e le filze delle "denunce dei redditi" per gli altri periodi. Per le altre notizie che non siano di puro censimento, invece, occorre addentrarsi nella lettura di migliaia e migliaia di pagine di atti notarili, processuali e simili. Per dare un’idea della vastità dei documenti conservati presso l’ Archivio di Stato, basta considerare che occupano scaffalature per una lunghezza complessiva di 80 chilometri !

E’ quindi ricominciato il persorso per i rami dell’albero genealogico, non più per accertare i vincoli parentali, ma per cercare di scovare notizie sui singoli individui e sulle sorti, nel corso del tempo, dei vari rami in cui la famiglia si suddivise, attraverso le varie denunce dei redditi, che si sono susseguite nel tempo, ma anche con l’esame dei rogiti notarili (compravendite, testamenti, patti dotali ecc.).

Nelle portate ( Nota1 ) del Catasto del 1427 e successive trovai la dichiarazione autografa di Francesco di Paolo Piccardi, proprio quello che aveva scritto il "Pellegrinaggio" con indicazioni, che mi consentìrono di accertare che abitava a Campiglia di San Miniato a Sco, che all’ epoca ricadeva sotto S. Maria a Faella, e di proseguire le ricerche andando indietro di un altro secolo, fino alla scoperta dell'origine del cognome Piccardi.

Come vedremo, quella che potevamo immaginare come una lunga schiera di poveri, ma onesti e anonimi agricoltori, in realtà, nel corso dei secoli, ha visto avvicendarsi personaggi, alcuni dei quali spiccano per aver ricostituito, periodicamente, un patrimonio che altre generazioni erano state solo capaci di consumare e di disperdere, a causa del frazionamento fra le famiglie dei figli maschi e l’assenza di attività alternative all’agricoltura.

Sono più di 1600 i documenti che ho potuto rintracciare fino ad oggi e che riguardano i Piccardi. Sembrano tanti, ma potrete verificare che quella che ho potuto ricostruire rappresenta solo una prima traccia per quei volonterosi che vorranno proseguire nelle ricerche.

 

 

Le origini del cognome

 

Il cognome Piccardi non ha nessun collegamento con la Piccardia, la Francia, gli eretici piccardi, le picche dei soldati e così via, ma deriva da Piccardo, vissuto verso la fine del 1200 e appartenente alla famiglia degli Altoviti !

Fino al 1600, coloro che disponevano di un cognome erano una minoranza. Nella pratica, e nei documenti ufficiali, ogni individuo veniva identificato dal suo nome, seguito dal nome del padre e, a volte, da quello del nonno, nonché dal luogo di residenza. L’indicazione della professione, a volte, rappresentava un’ulteriore indicazione. Nonostante la crescente adozione di cognomi a partire dal 1600, anche nel censimento del 1776 i soggetti sono elencati alfabeticamente per nome.

Nella formazione del cognome, generalmente, veniva assunto il genitivo del nome del padre o del nonno, o il suo soprannome, o la sua professione o il luogo di origine e così via. Ma, almeno fino al 1600, ogni figlio che si separava dai genitori per formare una propria famiglia poteva decidere se mantenere il cognome del padre, oppure di cambiarlo. Successe così, per esempio a un ramo dei Piccardi di Bagno a Ripoli, che decise di assumere il cognome Bartoli (dal nonno Bartolo), per distinguersi dai cugini Piccardi, che si erano macchiati del reato di assassinio nel 1393. Non possiamo quindi escludere che anche i Piccardi, che appaiono a Piandiscò nel 1300, non abbiano dato vita, nelle generazioni successive, a rami con cognomi diversi.

Anche la famiglia di Altovito, alla fine del 1200, si divise in più rami, con cognomi diversi, tutti derivanti dal nome del padre o del nonno. Si ebbero così gli Altoviti da Altovito, i Pegolotti da Pegolotto, i Corbizzi da Giovanni detto Corbilizzo o Corbizzo, gli Squarcialupi e i Caccialupi rispettivamente da Scorcialupo e da Caccia (il lupo era nel loro stemma a ricordare le origini della famiglia) e così via, fino ad arrivare ai Piccardi da Piccardo, o Piccaldo.

La famiglia Altoviti si è estinta e l’archivio di famiglia è stato disperso o, comunque, neppure ai Beni Culturali sanno dove possa essere.

 

 

Su Internet, alla voce "Altoviti", troverete questa sintesi, molto ben fatta:

 Gli Altoviti erano iscritti al gonfalone Vipera del quartiere di S. Maria Novella.

Un primo interrogativo riguarda le origini dello strano stemma della famiglia, il lupo scorticato: a tal proposito esistono due ipotesi.

Alcuni storiografi suppongono che esista un collegamento con un certo Longobardo di Corbizzo che nel 1192 abitava nel Borgo SS. Apostoli e che era padre di sette figli: Davanzato, Altovita, Iscorcia, Corbizzo, Squarcialupo, Iacopo e Caccia. Il ghibellino Altovita, da cui forse ebbe nome la casata, fu armato cavaliere dall'Imperatore Federico II e non è improbabile che ad esso sia stata concessa l'impresa del lupo, simbolo di ardito capitano.

Altri storiografi affermano invece che era consorte degli Altoviti la famiglia Squarcialupi, da cui ebbe vita Antonio Squarcialupi, elogiato come il più grande musicista del suo tempo; per lui Lorenzo de' Medici fece costruire l'organo del Duomo e del Battistero. L'arme di questa casata -gli Squarcialupi- reca il lupo, mostrato però -per così dire- in perfetta salute.

La famiglia avrebbe avuto comunque origini molto remote: alcuni, basandosi sopra una iscrizione latina trovata in alcuni scavi sul monte fiesolano nella quale si rammenta un "Furio Cammillo Altovita" nipote del gran Furio Cammillo -il dittatore che salvò Roma-, ipotizzano addirittura un'origine romana di detta famiglia.

Altri invece individuano il progenitore degli Altoviti in un certo Tebalduolo, potentissimo cattano longobardo, che ebbe vasti possessi nella Val d'Elsa e sostengono che la famiglia degli Altoviti fosse in consorteria con quella degli Squarcialupi e con quella dei Corbizzi.

L'ipotesi più probabile e documentata è quella che la famiglia Altoviti, consorte dei Corbizzi, tragga la sua origine dal Valdarno Superiore dove era padrona di immensi possessi e discenda da un certo Corbizzo di Gollo, vivente in Firenze nel 1153, il quale nel 1170 comprò una casa con torre in S. Niccolò.

La famiglia si divise col tempo in molte diramazioni:

 

 

Nel 1871 l’ ultima discendente della famiglia Altoviti incaricò il ricercatore Passerini di ricostruire l’albero genealogico e le vicende di famiglia, cosa che fu diligentemente fatta, attingendo prevalentemente alle genealogie compilate dal Cantini e, prima di lui, dal Gamurrini, che il Passerini integrò con le biografie degli Altoviti vissuti posteriormente alla pubblicazione di quei due libri.

In allegato troverete una cartella "Altoviti" con le riproduzioni dei libri del Cantini e del Gamurrini, nonchè degli spogli del manoscritto 499, conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze, nel quale Leopoldo del Migliore trascrisse le pergamene esistenti presso il palazzo in Borgo SS. Apostoli del Marchese Altoviti. Allego anche le trascrizioni di tutti i documenti che ho potuto trovare nei vari manoscritti.

La scarsità delle fonti costrinse i compilatori ad arrangiarsi nello schematizzare un albero genealogico degli Altoviti, che risulta largamente incompleto nei rami laterali. In effetti, Piccaldo o Piccardo ebbe un figlio di nome Caccia ( Nota 2 ) , il quale generò un Piccardo, da cui derivò il cognome della nostra famiglia.

Da tutte le notizie che ho potuto trovare, risulta evidente l’ampiezza dei loro possedimenti nel Valdarno Superiore, da Leccio di Incisa fino a Piandiscò e Cascia, più altre proprietà da Pontassieve fino all’Antella e oltre.

I primissimi documenti raccontano del consolidamento delle proprietà in Borgo SS. Apostoli, mentre risale al 1203 il primo documento riguardante le proprietà all’Antella:

11/8/1203 Squarcialupus filius Lungubardi concessit Davanzati fratri suo, bona posita in Plebatu de Antilla, que fuerunt Lungubardi Patri nostri. S. Burnectus not. rog. ASF Manoscritti 499 Pag. 114

Risale al 1209 quello relativo all’Incisa:

1209 Rusticus fil. Caccialambardi de Leccio vendidit Davanzato fil. olim Lungubardi unum Capponem, quod annuatis habeo, et habere debeo de Domo Bucelli, et suorum filior., et de domo Gianni del Rosso detracolle de curte dell' Ancisa et suorum filior., et de Domo Burnetti de Podio alla Croce et Filior. S. Formagius Jud. not. ASF Manoscritti 499 Pag. 115

Dato che si tratta dell’obbligo di pagare un solo cappone all’anno, probabilmente non si tratta di un affitto di terreni, ma di una servitù. Sebbene indirettamente, viene così attestata la presenza di beni appartenenti agli Altoviti all’Incisa fin dai primi del 1200.

I beni di Leccio appaiono in un atto del 1242 riguardante una controversia fra i fratelli Guido e Caccia di Longobardo a proposito proprio delle proprietà situate in quel luogo:

11/9/1242 Guido fil. olim Ardimanni ex parte una, et Caccia fil. Olim Lungubardi ex parte altera, litigano fra di loro avanti il Giudice per conto di Beni posti a Leccio. ASF Manoscritti 499 Pag. 119

La zona circostante Piandiscò era molto fertile, tanto che, quando nel 1260 vennero arruolati i soldati per la battaglia che prenderà il nome di Montaperti, i Pazzi, feudatari del luogo, ottennero l’esenzione per i propri uomini, che dovevano occuparsi della mietitura del grano:

17/4/1260 Statutum et ordinatum fuit per dominum Iacopinum Rangonis, Dei gratia honorabilem Potestatem Florentie, et duas partes et ultra Capitanuorum exercitus: quod Guido Piovanus filius quondam domini Guidi Paczi Vallis Arni, absque equo imposito pro Communi; et infrascripti, quos Ubertus Paczus frater dicti Guidi ibidem presens et hec petens suos et fratrum esse fideles asseruit, qui sunt numero quinquaginta; possint remanere ad custodiam terrarum ipsius Guidi et fratrum eius, tempore presentis exercitus, quem Commune Florentie facere disposuit versus Senas, nec ad ipsum exercitum venire cogantur.

Quorum suorum fidelium nomina sunt hec.

de populo Sancti Tomasii de Sofena:

Salimbene f. olim Burnaccii

Tedescus f. olim Bencivenni

Avedutus f. olim Floretti

Boschettus f. Orlandini

Gianni f. olim Pieri

Donatus f. olim Bellincionis

Viva f. olim Tolosani

Iacopinus f. Melliorelli

Michael f. olim Vigorosi

Octoleva f. olim Bencivenni

Volonterius notarius f. olim Bottai

Riccus f. Venuti

Arringuccius f. Bentaccorde

Manente f. olim Aghinetti

Orlandinus qui Dinus vocatur f. olim Michaelis

Guido f. olim Pieri

Cenni f. Monaldi

Iunta f. Bencivenni

de populo Sancti Gaudentii curie Sofene:

Paulus f. olim Richerii

Bonasera f. olim Iunte

Pilottus f. Benintendi

Drudolus notarius f. olim Lazerini

Benvenutus f. Gaczetti

Bernardus f. Incresciuti

Martinus et Peruczus fratres, filii Guidi

Brandus f. olim Orlandini

de populo plebis de Sco:

Maffeus f. olim Ridolfi

Albertus f. olim Guidi

Maffeus dicti Alberti

Cinus f. Voglie de Terreno

de populo Sancti Mattei de Capreti curie Sofene

Blancus et Iunta fratres filii olim Truccii

Cavalcante f. olim Compagni

Bernardus f. olim Vigorosi

de populo Sancti Michaelis curie Sofene:

Aczone f. olim Giunte

Aldibrandinus f. olim Guidi

Guardi f. olim Ugolini

Venutus f. Morelli

Orlandus f. Vigorosi

Pierus f. Michaelis

Glandone f. olim Ricoveretti

Iacopus f. Recche

de populo Sancti Michaelis curie Puliccianis:

Bene f. olim Gorbini

Rinuccinus f. olim Griffonis

Peccius f. olim Renaldi

Iacopus f. Bonaiuti de Pogio

Aiutus f. Benassai

Cione f. olim Michaelis

ASF Manoscritti 533 pag. 12 Fiorentini dal Libro di Montaperti copiati da Franc.o Segaloni nel 1625

 

 

Come si può vedere dalla trascrizione allegata, dal 1295 gli atti riguardanti i beni posti a Leccio si fanno più frequenti, fino ad arrivare al 1330, quando troviamo un atto che ci descrive meglio i poderi situati al Leccio, fra i quali uno in località "Semenzano", che noi chiamiamo oggi Sammezzano, dove nel 780 si fermò Carlo Magno, rientrando la Roma con la moglie e il figlio, Cosimo I nel 1500 creò una bandita e, nel 1600, il Marchese Ximenes costruì il famoso castello, che tutti conosciamo:

1330 Bindus D.ni Oddonis et Piccardus D.ni Ugonis de Altovitis, et alii tutores Testam. derelicti a Palmerio fil. q.m Arnaldi sive Naldi q.m D.ni Ugonis de Altovitis Patri Arnaldi Infantis dixerunt in presentia Nicolai olim Juncte dr Castroflor. Jud. Legiste, inverisse de Bonis infrascripti Palmerii infrasc. Bona, videlicet:

Un Palazzo posto in Borgo S. Apostolo

Una casa appresso a d.o Palazzo, un' altra Casa in d.o Popolo, n° 7 altre case poste in d.o popolo con i suoi Confini, una Torre con Orto nel popolo di S. Niccolo' appresso alla chiesa. Un Podere con un Palazzo con due Torri presso il popolo di S. Lorenzo a Cappiano l. d.o Padule, una vigna, che sono 8 staiora nel popolo di S. Niccolo' a Olmeto.

Un Podere posto nel popolo di S. Lorenzo a Cappiano, e S. Niccolo' a Olmeto, con una Casa appresso alla chiesa di S. Maria Maddalena con orto attorno.

Uno Mulino e Case poste sul fiume d' Arno nel Popolo di S. Lorenzo a Cappiano. Un altro pezzo di terra posto in d.o Popolo.

Una chiesa intitolata S. Maria Mad.a con Orto.

Un Podere posto in d.o Popolo di S. Lorenzo a Cappiano l. d.o al Pero con Casa.

Un altro Podere in d.o Popolo l. d.o Segalare

Un altro Podere con Casa e Terre posto in d.o Popolo l. d.o alla Casella

Un altro Podere in d.o luogo

Un Podere posto nel Popolo di . luogo d.o alla Querciola

Un Podere posto nel Popolo di S. Salvadore di Leccio l. d.o Semenzano, con due Case, e Terre con i suoi confini, altri pezzi di terra posti nel Popolo di S. Maria di Socciana con i suoi confini.

Un Podere posto nel Popolo di S. Salvadore di Leccio con 2 Case, Luogo d.o in Tornia con i suoi confini.

Un Podere con Casa posto nel Popolo di S. Giusto a Ruota con i suoi Confini.

Quartam partem unius cultus cum Domum posit. in Castro Lecci, confina Teglia degl' Altoviti.

Un Podere l. d.o al Palazuolo con Casa. Confina Guglielmus de Altovitis posto nel Popolo di S. Niccolo' a Olmeto con i suoi confini.

La meta' d'un Podere l. d.o a Farneto posto nel Pop. di S. Quirico alle Valli.

Un altro mezzo Podere per indiviso posto nel Popolo di S. Quirico pred. con i suoi Confini.

Un altro mezzo Podere per indiviso posto nel Popolo sud.o l. d.o a Farneto con Casa, e i suoi Confini

Un Podere posto nel Popolo di S. Piero al ma con Casa Altre Terre a Leccio, che son per indiviso con i figliuoli di Ms. Oddo degli Altoviti.

Una Casa nel Borgo dell' Ancisa.

S. Stefanus fil. Casciani de Cascia rog.

ASF Manoscritti 499 Pag. 123, 124 e 125

 

Dalla metà del 1300 i documenti diventano più frequenti e i possedimenti meglio dettagliati. Scorrendo le trascrizioni, si possono notare tre notai in particolare: il primo Ser Rucco di Rondinaia, che rogherà anche diversi atti per Giotto e i suoi successori e gli altri due, ambedue di Piandiscò, che assistettero gli Altoviti nella conclusione di molti contratti, anche fuori del loro paese: Ser Santi di Giovanni Benciatti di San Miniato, che confinava con i Piccardi a Rossolino e che nel 1389 edificò a proprie spese un altare nella chiesa di San Miniato e di cui conserviamo il testamento, dal quale traspare una profonda devozione alla chiesa. L’altro è Ser Mora di Bartolo Mannozzi, di Montecarelli, che creò qualche problema a uno dei nostri Piccardi e che costruì la villa che da lui prese il nome di "Casa Mora".

Tornado agli Altoviti, dobbiamo rassegnarci al fatto che non esiste un albero genealogico completo e anche quello del Gamurrini è molto lacunoso. Di Piccardo ce ne furono almeno due, uno figlio di Ugone e l’ altro figlio di Caccia, forse l’uno nipote dell’altro.

Piccardo di Ugone di Altovito ebbe due fratelli, Palmieri e Rinaldo. Il primo assunse il cognome Altoviti e fu condannato il 27 Gennaio 1302 assieme a Dante Alighieri (Nota 3 )

Piccardo di Caccia, forse nipote di Piccardo di Ugone, decise di staccarsi dalla vita cittadina e di risiedere nel contado, e più precisamente a Leccio, da dove poteva amministrare i vasti possedimenti, che arrivavano fino alla nascente Castelfranco. Non era infrequente, in un’epoca nella quale la pratica della mercatura attraeva sempre più persone, che alcuni disdegnassero la mercatura, come scrisse anche Lapo da Castiglionchio, per "godere dei piaceri della campagnia e dell' uccellagione". Da Piccardo di Caccia prenderemo le mosse per narrare dei nostri progenitori.

Dei rapporti fra i Piccardi e gli altri Altoviti non possiamo sapere niente, perché niente i documenti dicono. Si evidenzia solo che Piccardo si trasferì da Leccio a Campiglia, che all’epoca ricadeva sotto S. Maria a Faella e che proprio a Faella gli Altoviti avevano case e terreni, che mantennero per molto tempo, alcuni dei quali confinanti proprio con i Piccardi.

Dei discendenti di Piccardo, che ci riguardano direttamente, ci occuperemo in seguito, dopo aver affrontato il problema dell’ identificazione dello stemma del nostro casato.

 

 

 

Lo stemma dei Piccardi

 

 

Esistono alcune riproduzioni di stemmi attribuiti ai Piccardi, alcuni dei quali con improbabili disdascalie genealogiche. La riproduzione più frequente è questa:

 

 

 

 

Purtroppo questo stemma non è dei Piccardi, ma solo il frutto di un colossale equivoco.

Nel 1657 Stefano Rosselli del Turco compilò un ponderoso "Sepoltuario fiorentino ovvero descrizione delle chiese cappelle e sepolture loro armi et iscrizioni della città di Firenze e suoi contorni.", dove elencò i sepolcri esistenti nelle chiese di Firenze con la riproduzione degli stemmi delle varie famiglie.

Alla voce "Piccardi" disegnò lo stemma sopra riprodotto e, a fianco, scrisse: "Vicino al d° appresso al pilastro chiusino quadro di pietra senza alcun segno, e nel pilastro sulla faccia che guarda verso l' Altare grande è quest'Arme, che forse attiene a questa sepoltura con l' appié iscrizione. Al lib. del 1440 dice "di Giovanni di Jacopo merciaio". Dipoi vi è scritto Jacopo di Giovanni Piccardi." ( Nota 4 )

Questa attribuzione fu ripresa dai genealogisti successivi e si trova anche nella raccolta dello studio genealogico Ceramelli-Papiani, il cui archivio è oggi conservato presso l’ Archivio di Stato di Firenze.

Il Rosselli, scrivendo "forse", si era reso conto che l’attribuzione non era certa. Si era infatti basato sui dati contenuti in un libriccino del 1440, oggi conservato all' Archivio di Stato di Firenze sotto il numero 618 con l' elenco di tutte le cappelle e sepolture di Santa Croce.

In effetti, sul secondo pilastro della chiesa di Santa Croce si vede ancora lo stemma in pietra disegnato dal Rosselli, ma, essendo posto in alto, è difficilmente leggibile. Solo l' ingrandimento fotografico consente di decifrare l' esatta iscrizione, che recita: S(epolcro) di Michele di Francesco Bec(c)hi e suo(ru)m.

 

 

Lo stemma sul secondo pilastro in Santa Croce (foto Piero Piccardi)

 

 

Una circostanza fortuita ci aiuta a capire come sia potuto nascere l'equivoco: nel 1440 fu necessario provvedere al rifacimento delle scalee di Santa Croce e, a copertura della spesa, si decise di utilizzare la tassa sulle sepolture istituita dal Comune. Il Camarlingo dell’ OPA, Carlo del Rosso, scrisse su di un apposito libriccino le sepolture che si succedevano via via, con l’annotazione della tassa, fino a quando la spesa non risultò completamente coperta. Le registrazioni, che iniziano il 26 Novembre 1440 e terminano il 6 Settembre 1442, riportano, l’una immediatamente dopo l’altra, le sepolture sia del Becchi che del Piccardi in prossimità della seconda colonna. Questo libriccino esiste ancora ed è conservato presso l’ Archivio di Stato di Firenze ( Nota 5 ) Per la cronaca, la spesa totale fu di lire 478, soldi 15 e 8 danari, ma il Camarlingo riuscì a riscuoterne più di 960.

La scarsa leggibilità dell' iscrizione, che si trova in alto e nell’ oscurità, ha portato all' equivoco. A onor del vero, comunque, il Piccardi che morì e fu sepolto in S. Croce subito dopo il Becchi, non è dei nostri, ma è un Piccardi di Remole (Bagno a Ripoli), commerciante di carni, che si inurbò prendendo casa in via Ghibellina. In appendice troverete quello che sono riuscito a ricostruire sulle vicende dei Piccardi di Bagno a Ripoli.

In conclusione, lo stemma in S. Croce non è nostro. Nessuno sa se il Piccardo che si staccò dagli Altoviti si preoccupò o meno di crearsi un proprio stemma. La chiesa di S. Maria a Faella è stata completamente ristrutturata nel 1700 e se qualche pietra riportava gli stemmi delle famiglie più importanti della zona non lo sapremo mai.

 

 

I primi Piccardi

 

Il fatto che Piccardo di Caccia Altoviti preferisse rifuggire dalla vita di città e dalle cariche che i cittadini prominenti dovevano ricoprire, porta la conseguenza che le notizie che lo riguardano sono scarsissime.

Ai primi del 1300 Firenze viveva un periodo tumultuoso, i mercanti e i banchieri vedevano accrescere a dismisura le loro ricchezze e si edificava la nuova cattedrale, Orsanmichele e altri monumenti, mentre la vita politica vedeva gli ultimi scontri fra Guelfi e Ghibellini, la cacciata del Duca di Atene, le alterne sorti del popolo, fino alle carestie e al generale impoverimento, che portò anche ai fallimenti dei banchieri più potenti. La peste nera del 1348 fu il colpo di grazia, che dimezzò la popolazione dell’ intera Europa, senza risparmiare neppure i luoghi che interessano la nostra storia. Per avere un’idea di quanto il territorio del Valdarno Superiore sia stato scenario di scorrerie, scontri, razzie e prepotenze, consiglio la lettura della storia di Figline e del Valdarno Superiore scritta da Alberto Bossini.

Non possiamo sapere quanto questi avvenimenti influirono sulle scelte di vita di Piccardo di Caccia. Dall’ unico documento che lo riguarda, finora rintracciato, appare solo che abbandonò la città per ritirarsi nei suoi possedimenti in campagna. Dalla sua residenza a Leccio, tuttavia, Piccardo continuò a commerciare. D’altra parte, il contado fiorentino non fu mai considerato una parte estranea alla vita della città, bensì la sua naturale continuazione.

 

Il documento che lo riguarda è il seguente:

8/11/1335 Actum in foro Lecci. Testi Silvestro di S. Gufo di Cascia e Moschino Cinti di Leccio. Bonaiutus olim Neri et Piccardinus olim Caccie pp.li S. Salvatoris de Leccio papalit. per mandato di Nardo Vanni di Leccio e Piero Gianni pp.li S. Firenze vendono a Pietro Bonaccorsi pp.li San Firenze 9 staia di grano. S. Gufo di Tomo da Cascia rog.

ASF Notarile antecosimiano 10806 Pag. 73v

Da quale appare evidente che Piccardo apparteneva al popolo di San Salvatore a Leccio e che commerciava granaglie con Firenze.

Non sappiamo quale fosse esattamente la residenza di Piccardo, ma da un documento del 1340 apprendiamo che ebbe un figlio, che chiamò Palese, il quale viveva a Faella, presumibilmente a Campiglia, nella residenza che verrà occupata dai Piccardi per generazioni.

 

28 Ottobre 1340 Atto in S. Maria Ughi Fi. Palese olim Picchardi pop. S. Maria a Faella c. Castrifranchi, in rappresentanza del sindacato degli abitanti di Faella, restituisce a Rossello di Ubertino Strozzi 40 fiorini oro, ricevuti in prestito il 3/12/1337, come da atto rogato da S. Silvestro di Giunta di Campi.

ASF Notarile antecosimiano 182 S. Alberto di Rucco Pag. 58v

 

 

 

Questo documento ci dimostra che Palese godeva di un discreto prestigio, se nel 1337 gli abitanti di Faella, per coprire spese per la comunità, lo incaricarono di negoziare un prestito con il banco degli Strozzi di Firenze.

La presenza di Palese Piccardi a Campiglia è documentata in diversi atti, il primo dei quali è la ricognizione dei beni della Della Foresta, alcuni confinanti con Palese di Piccardo:

 

 

5/6/1341 … item unum podere cum resedio et tenimento et domo et columba ria, furno et curia et vinea, fichubus et pergolis et arboribus domesticis et cum terris campus et cum terris laboratis et pratis et unum se tenente cum costa et plano, positum Ultrarnum, in comuni Castri Franchi, loco dicto allOntaneto quibus omnibus aj summitas podii, hospitalis de Fighino et domine Chasine pinzochere et Palesis … de Plano de Scho, aij heredum domini Decchi iudicis de Fighino et Vannis Marchi, aiij heredum Colti et Gabbrielli Pangni et Passerini Passere, Michi Dee, Iacobi Palmieri, fovea mediante, aiiij Niccholay Iohannis; que bona dicuntur esse in totum staiora ducenta.

Item unum petium terre laboratorie positum in populo de Favilla, loco dicto al Piano, cui aj Niccholay Iohannis, aij Martini Aiuti, aiij Palesis Piccardi, aiiij filiorum magistri Guidonis; que esse dicitur staiora duo

Itam unum casolare positum in villa de Favilla cui aj via, aij Palesis Piccardi, aiij ecclesie de Favilla, aiiij Berardi Cionis

ASF Notarile antecosimiano 18339

 

 

Altri tre documenti di epoca posteriore ci confermano la presenza di Palese Piccardi a Campiglia:

 

28 Aprile 1347 Atto in Firenze nel popolo di S. Stefano Abate.

Palese Piccardi di S. Maria a Faella e Matteo Ugolini testi.

Ratifica del compromesso raggiunto fra Manetto Spigliati da Filicaia e Tommaso di Simone Spigliati.

ASF Notarile antecosimiano 10917 S. Guido di Rucco da Leccio

1349 Palese Piccardi a Campiglia confinante di un terreno venduto da Messer Jacopo di Ser Tedaldo pop. di S. Jacopo di Montecarelli a Macje di Giovanni di S. Miniato.

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 12

1350 Palese Piccardi confinante

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 15r

 

 

Un documento del 1351 porta alla luce un ulteriore elemento:

31 Ottobre 1351 Palese olim Picchardi pop. S. Maria a Faella com. Castro Franchi vende a Jacopo di Messer Tedaldo di Monte Carelli una casa con chiostro palco partibus tetto et lapidis posta ub Castelfranco. 1,2, 3 e 4 via pubblica a 5. Messer Riccardo notaio.

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 38r.

 

 

Quindi, Palese viveva a Campiglia, ma possedeva anche una casa nella piazza di Castelfranco, una delle "terre nuove", che i fiorentini avevano deciso di edificare e di dotare di statuti speciali, al fine di contrastare lo strapotere dei signorotti di campagna. Così narra Giovanni Villani: "il popolo per meglio fortificarsi in contado, e scemare la forza de' nobili e de' potenti del contado, e spezialmente quella de' Pazzi di Valdarno e degli Ubertini ch'erano Ghibellini, si ordinò che nel nostro Valdarno di sopra si facessono due grandi terre e castella. e francarono tutti gli abitanti de' detti castelli per X anni d'ogni fazzione e spese di Comune, onde molti fedeli de' Pazzi e Ubertini, e di quegli da Ricasoli, e de' Conti, e d'altri nobili, per esser franchi si feciono terrazzani de' detti castelli; per la qual cosa in poco tempo crebbono e multiplicaro assai, e fecionsi buone e grosse terre.

In quella che si chiamerà Castelfranco dominavano i Pazzi, che riuscirono a impedire una celere costruzione del paese, contrariamente a quanto avvenne per le altre "terre nuove". Scarseggiano quindi le notizie dei primi anni di Castelfranco, la cui costruzione fu deliberata nel 1296, ma non sappiamo per quanto tempo rimase solo un acquartieramento delle truppe fiorentine e quando iniziarono le costruzioni vere e proprie.

Non sappiamo neppure se fu Piccardo di Caccia o suo figlio Palese ad acquistare la casa in Castelfranco, probabilmente per investimento e per godere dell’esenzione fiscale decennale garantita ai suoi abitanti. Il fatto che la casa confinasse per un solo lato con il notaio che rogò l’atto, sembra far capire che fu una delle prime ad essere costruite.

 

 

Gli atti successivi ci confermano la residenza di Palese di Piccardo a Campiglia:

 

1351 Palese Piccardi confinante a Campiglia

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 43r

8 Marzo 1352 Piccardi Palese teste a Faella

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 49v

4 Marzo 1353 Palese Piccardi confinante a Campiglia

ASF Notarile Antecosimiano 17839 S. Riccardo da Castelfranco Pag. 51r

 

 

 

Si interrompono le registrazioni che riguardano Palese ed iniziano quelle relative ai due figli maschi. Per il primogenito, Palese decise di ripetere il nome di suo padre, Piccardo, mentre il secondo verrà battezzato con il nome di Antonio.

 

 

Facciamo una parentesi: nel 1364, come prescritto dalle autorità fiorentine, gli abitanti della podesteria di Castelfranco elessero un gruppo di persone, incaricate di assegnare a ciascun capofamiglia il valore della sua capacità contributiva. Si trattò di compilare la "libra" di Castelfranco, ossia l’elenco dei capifamiglia, suddivisi per parrocchia, con l’attribuzione della tassa dovuta da ciascuna famiglia. La "libra" non rappresentava un valore assoluto, ma un parametro che veniva applicato per distribuire fra i vari contribuenti la cifra totale che, di volta in volta, doveva essere riscossa:

ASFEstimo 227 - Anno 1364

Pag. 65r Pieve di Sco 13 allibrati totale L. 1150

Bartalus e Cinus Giorni 100

Ugolino e Magio Naldi 200

Matteo Agnoli 60

D.a Lippa ved. Tommaso Cioni 100

Stagio Ghiddi 100

Nuto e Fante Landi 150

Cecco Pieri 170

Nello Salvi 10

Brando di Agnolo Lippi 50

Simone S. Bandecchi 200

Romolo Casini 20

Giorgio Chiari 25

Giovanni Nuti Bardi 25

 

Pag. 65v Montecarelli 12 allibrati totale L. 970

Foracava Nuti 100

Jacopo Lachi 125

Cecco Migliori 50

Niccolo’ Mozzanti 25

Mannino Picchi Mannini 10

Gino Giuntini o Santini 150

Benedetto Bianchi 50

Salves pupillo di S. Riccardo 50

Nofri Pieri Fucci 40

Bartalus Mannozzi Gratie 200

Taddea pupilla di Jacopo di S. Tedaldo 60

Cecco Mannini 60

Pag. 70v S. Maria a Faella 18 allibrati totale L. 1474

Paolino di Giovanni 50

Jacopo Lippi 60

Nerio Franceschini 190

Magio Cioni 150

Piero Nuti 70

Berto pup. Stefani Bertalli 50

Paolo di Niccolo’ 5

Daddo Azzolini 80

Giovanni Chiarini 150

Jacopo Puccini 100

Maffeo e Laco Cianti 150

Piccardus Palesis Piccardi 300

Migliore Brizi 50

Andrea pup. Jacopi Giuntarini 90

Cecco Dolfi 40

Guido Martini 50

Bartalus Magi Cennis 60

Michele Pucciarelli 10

 

Pag. 71r S. Miniato a Sco 20 allibrati totale L. 1854

Piero Magi 60

Mentinus Ciapini 50

Bencio Buonagi 180

Vita Simonis 200

Bartalus Maffei 100

D.a Chiarissima Gratie 70

Minus Gratie 90

Giovanni Biagi 110

Miniato pup. Giovanni Cenni 50

Stefano Dini 110

Piero Vannis 80

Giovanni Benciatti Cini 300

Giovanni Nuti Bini 15

Nuto Gratie 80

Giorgio Bandecchi 15

Duccio Vannis 50

Agnolo Batoli 15

Cocco Bartolacci 100

Duccio Poverini 60

Jacopo di Giovanni 10

S. Tome’ e S. Salvatore (Castelfranco) 38 allibrati totale L. 3074

 

 

E’ il primo documento che ho trovato con l’elenco completo delle famiglie del comprensorio di Castelfranco e ci illumina su diversi aspetti: innanzitutto che Castelfranco, in pochi decenni, aveva raccolto il maggior numero di famiglie e il maggior potere contributivo, inoltre che la zona circostante la Badia di S. Maria a Sco non era la più popolata. Anzi, in diversi documenti troveremo che il termine "Piano di Sco" serviva ad individuare una località appartente alla comunità di S. Miniato. ( Nota 6 )

 

 

 

Per quanto riguarda i singoli individui, vediamo che nel 1364 Palese era già morto, dato che suo figlio Piccardo figura come capofamiglia, con un coefficiente di tassazione il più elevato di tutta la zona, alla pari con Giovanni Benciatti ( padre del notaio Santi ) .

Antonio di Palese, che vive ancora con il fratello, solo successivamente si sposerà con Antonia di Ser Cecco e si separerà da Piccardo, con la conseguente divisione dei beni lasciati da Palese.

I caratteri dei due fratelli erano quanto mai dissimili: ponderato e stimato Antonio, più farfallone Piccardo, benchè fratello maggiore. Ci occuperemo prima di Antonio, anche se notevolmente più giovane, perché il suo ramo si estinguerà presto e il solo Piccardo genererà la discendenza che ci riguarda direttamente.

 

 

 

Antonio appare per la prima volta in un atto del 1375, come confinante, insieme al fratello. Questa distinzione ci fa capire che fra i due era già interevenuta la divisione dei beni ereditati. 

 

 

4 Dicembre 1375 Atto in Firenze pop. San Felice in piazza. Piccardo Palesis teste. Pierus q. Mattei pop. S. Felice vende a Martino Peri di Faella un terreno in Campiglia, confinante a 1. via 2. Antonio Palesis 3. e 4. Piccardi Palesis

Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 44r

Passano otto anni e l’atto successivo lo vede accrescere i suoi possedimenti con l’acquisto di due terreni:

26 Settembre 1383 D.na Margherita vedova Querceti di San Miniato vende a Antonio di Palese un terreno a San Pietro a Treggiano loc. La Fonte confinante con S. Bonfrutto piu' altro terreno loc. Carpineto.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 219v

 

 

Trascrivo adesso tutti i documenti che ho trovato riguardanti Antonio : scorrendoli si ha l’ impressione che sia stata una persona perbene e stimata. Viene infatti nominato esecutore testamentario, si prodiga per la liberazione di un carcerato, viene convocato come testimone alla nomina del nuovo Rettore di S. Donato a Menzano, presta garanzia per l’acquisto di un mulino da parte di Francesca Filippi, la quale gli chiederà anche di rappresentarlo in una controversia, viene nominato arbitro per dirimere dispute e per decidere la divisione di beni. Infine, dopo tutto questo elenco di buone azioni, possiamo rilevare che non ha dissipato i beni ereditati ma, anzi, li ha anche moderatamente accresciuti:

 

 

 

26 Settembre 1383 Testamento di D.na Margherita di S. Miniato. Lascia alla chiesa di S. Miniato f. 5 oro. Lascia anche alle chiese di S. Maria a Sco, Simonti, Faella, Montecarelli. Nomina esecutore testamentario Antonio Palesis.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 220r

11 Febbraio 1385 Atto nella chiesa di S. Pier Scheraggio. teste Antonio Palesis cittadino fiorentino. Pace fra due di Viesca che promettono di non offendersi piu'.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 273

30 Gennaio 1386 Atto in San Miniato. Cocco Bartolacci di San Miniato, Antonio olim Palesis di Faella e Giovanni Neri si impegnano in solido affinche' venga liberato dalle Stinche Bartolo Giorgi vocato Ticcio di Castelfranco.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 304r

24 Ottobre 1387 Testamento Maffeo Cianti di Faella.

Vuole essere sepolto in San Miniato. Lascia beni a San Miniato, a S. Maria a Faella e a San Michele di Favilla. Lascia alla chiesa di San Miniato un terreno castagnato in Capacciano con l'obbligo di dire messe. Lascia alla figlia Piera un terreno in Campiglia confinante con Piccardo di Palese. Un terreno in loc. Le Vignoli confinante con Piccardo Palesis. Un terreno Al Cerignuolo confinante con Piccardo Palesis. Una casa con forno e orto in Campiglia loc. Canneto confinante con Piccardo Palesis e con il Resco. Un mulino macinantis in gualcheria in San Miniato loc. Piano di Sco. Un terreno loc. Al Canardo confinante con Antonio di Palese. Un terreno loc. In Capacciano confinante con Antonio di Palese.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 363r

17 Febbraio 1389 Atto in Faella. Antonio di Palese fra i testi.

Piccardus olim Palesis cittadino fiorentino restituisce a Antonio di Biagio Angeli di Faella 8 staia di grano.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 415v

24 Giugno 1389 Antonio Palesis teste

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Agosto 1389 Atto in San Miniato. Antonio di Palese di S Maria a Faella compra da jacopo di Giovanni Cenni di San Miniato un terreno in loc. Le Lacciaie sive Rossolino per F. 10

Notarile antecosimiano 18664 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 191r

29 Giugno 1390 Antonio Palesis e Giovanni Donati rettore di S. Stefano a Simonti testi.

Luca Niccolai diventa rettore di San Donato a Menzano col consenso di Nerio Cacciaguerra, pievano di S. Maria a Sco, nelle cui mani presta giuramento.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

09 12 Settembre 1390 Atto in Faella. Antonio di Palese teste.

Paolo, figlio emancipato di Piccardo di Palese, risolve alcune pendenze con Simone Bartoli Vite di San Miniato.

Notarile antecosimiano 18664 pag. 228v e18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

12 Dicembre 1390 Vendita di un terreno a Rossolino confinante con Antonio Palesis e di un terreno al Saccheto confinante con Stoldo Altoviti.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

12 Marzo 1391 Locazione di un mulino e gualchiera in San Miniato loc. detta Nel Piano di Scho.

Antonio di Palese garante e procuratore per d.na Francesca Filippi locataria.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Marzo 1391 Antonio Palesis rappresenta d.a Francesca Filippi in una controversia.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

28 Luglio 1392 Antonio Palesis fra gli arbitri di un compromesso fra Simone Ciantis e Feo Angeli di Ostina.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

11 Agosto 1392 Divisione beni fra gli eredi Ciantis. Terreno in loc. La Favilla confinante con Antonio Palesis e un terreno loc. Le Torri conf. Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Febbraio 1393 Atto in San Simone Firenze. Lodo arbitrale in una lite fra Nanni Ciantis e Jacopo Ciantis detto Laco. Arbitri sapienti viri Niccolo' di Giovanni de' Medici, Antonio Palesis e Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

30 Maggio 1395 Atto in Menzano. Antonio Palesis teste per l' elezione del Rettore di San Donato a Menzano. Nomi dei capifamiglia.

Notarile antecosimiano 18667 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 37r

6 Aprile 1396 Atto in Menzano, Antonio Palesis teste a un matrimonio.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

10 Agosto 1396 Arbitrato di Antonio Palesis per la divisione dei beni fra gli eredi di Laco di Campiglia confinanti con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18665 e 18667 pag. 77r S. Santi di Giovanni di Castelfranco

4 Gennaio 1400 Atto in Castelfranco. Antonio Palesis teste in un atto di pace dopo offese e ingiurie.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

 

 

Fra la fine del 1400 e i primi mesi del 1401 Antonio muore, lasciando la vedova Antonia e un figlio, chiamato Palese, come il nonno. Gli atti successivi, infatti vedono la dizione "erede di Antonio di Palese". A quei tempi, "erede" non identificava una specifica persona, ma tutti i partecipanti all’asse ereditario:

 

11 Aprile 1401 Atto in San Miniato. vendita di un terreno in Campiglia confinante con Paolo Piccardi e di un terreno loc. Alla Favilla conf. erede di Antonio Palesis.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

9 Gennaio 1405 Giovanni Lamberti magister lapidium in San Miniato compra un terreno a Rossolino confinante con erede di Antonio Palesis

Notarile antecosimiano 18666 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

24 Marzo 1415 Divisione fra gli eredi Lachi a Campiglia, confinanti con Paolo Piccardi e erede di Antonio Palesis.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 313r

09 Giugno 1415 D.na Antonia, vedova di Antonio di Palese, nomina suo procuratore il figlio Palese per la vendita a Biagio Masi di Ostina di un terreno a Ostina loc. Alavoglio per fiorini 30 oro.

Notarile antecosimiano 18669 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 9v

Da quest’ultima registrazione, apprendiamo che i Piccardi avevano almeno un terreno anche a Ostina, di grande estensione, data l’ entità della somma pagata.

 

 

Abbandoniamo gli eredi di Antonio per tornare ad occuparci del fratello Piccardo di Palese, uomo fatto di tutt’altra pasta.

I seguenti documenti ci narrano che nel 1368 Piccardo si è già sposato con Lisa, figlia di Mone da Viesca. Quasi tutti gli atti riguardano la vendita di terreni, compresi quelli che rappresentavano, almeno in parte, la dote della moglie e appare chiaro che Piccardo non seppe costruirsi fonti di reddito alternative all’agricoltura, inadeguata evidentemente al suo tenore di vita.

 

20 Marzo 1368 Atto in Montecarelli. Piccardo olim Palesis teste.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 15r

24 4 1368 D.na Fina, figlia del fu Niccolo' di Campiglia e moglie di Romeo Cecchi di Faella nomina un procuratore per la vendita a Martino Peri di Faella di un pezzo di terra a Campiglia, confinanti per 3 lati con Piccardi che Fina asserisce essere una eredita' paterna.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 29v

12 Settembre 1368 Atto in Figline. Piccardus olim Palesis di Faella teste.Bartolo Giorgi di S. Maria a Sco vende a Piero Neri di Viesca un terreno loc. La FAVILLA confinante con con herede Palesis Piccardi. In volgare: ".chome promissi devo darti la terra quando tu mi rendessi sedici fiorini d'oro come io ti die' quando tu mi facesti carta di que' due pezzi di terra"

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 27v

29 Ottobre 1368 Atto in San Miniato. Piccardus fil olim Palesis pp. S. Maria di Faella vende a Piero Mini di San Miniato un terreno olivato a Simonti.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 37v

7 Novembre 1368 Piccardus fil. olim Palesis pp. S. Maria de Faella vende a Lapo Berti di S. Piero a Cascia un terreno a S. Niccolo' a Forli.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 42r

25 Dicembre 1368 Atto a Faella. Si fa riferimento al contratto di vendita del 29/10/1368. D.a Lisa, figlia di Mone da Viesca e moglie di Piccardo acconsente alla vendita (faceva parte della sua dote).

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 50r

 

 

Il seguente contratto conferma la mancanza di liquidi di Piccardo, che, infatti, vende per contanti due terreni a Dino Lapi di S. Lucia e li riprende in affitto, con l’obbligo di pagare 20 staia di grano l’anno, probabilmente molto più di quanto quei terreni potessero produrre:

 

4 Gennaio 1369 in Faella Piccardus filius olim Palesis vende a Dino Lapi di S. Lucia un terreno loc. Montealpero confinante con i della Foresta, col torrente Faella piu' altro terreno alla Fabbrica confinante con la pescaia del mulino e, per due parti, con la strada per fiorini 50.

Piccardo ottiene una fideiussione da Cino Pieri di Castelfranco.

Lisa di Mone da Viesca, moglie di Piccardo, acconsente alla vendita.

Dino Lapi affitta a Piccardo i terreni suddetti per st. 20 di grano l'anno. Piccardo, Guidone Martini e Paolo di Niccolo' si trattengono per fungere da testi in atti successivi.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 52v

 

 

Nello stesso anno Sandro di Gentile Altoviti accresce le sue proprietà in Faella con case e terreni, anche confinanti con quelli di Piccardo, che, come vedremo in seguito, gli venderà:

 

 

1 Settembre 1369 Sandro di Gentile Altoviti compra un terreno in Corbinaia a Faella confinante con Piccardo di Palese piu' altro in Pratigliolmi piu' una casa in Borgo di Faella

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 93r

 

 

Il mese seguente Piccardo viene obbligato a pagare due fiorini oro. L’atto non chiarisce cosa aveva combinato, sappiamo solo che c’è voluto un arbitro per risolvere la questione:

 

29 Ottobre 1369 Atto in S. Miniato nell' abitazione del notaio Santi di Giovanni. Arbitrato di Cherico Pieri di S. Maria a Sco, amico comune di Piccardo di Palese di Faella e di Cenni Mazzanti di S. Biagio a Incisa. Viene deliberato che Piccardo paghi fiorini 2 oro. Testi Giovanni Benciatti e Michele Martini di San Miniato.

 

 

 

Negli anni successivi, fino alla sua morte, Piccardo continua a vendere terreni. I documenti seguenti lo dimostrano. In alcuni appare solo come confinante o come teste:

 

 

5 Novembre 1369 Migliore Briti di Faella vocato Grillo e suo fratello dividono i beni a Campiglia confinanti con Piccardo Palesis loc. Campiglia, Poggiale, Poggio Ghiandolfo, Rentiglioni.

ASF Notarile antecosimiano 18659 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 105r

7 Maggio 1374 Atto in San Miniato. Piccardus olim Palesis vende ai fratelli Cino e Piero Cini di San Miniato un pezzo di terra olivato e boscato posto a Simonti luogo detto Alla Luogo Viottolis per Traversum conf. 1. Resco Simontano, 2. Giovanni e Simone Nuti, 3. fosso, 4. Martino Nutarini e Angelo Simoni.

ASF Notarile antecosimiano 18660 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 139r

24 Luglio 1374 In Montecarelli Pacino Bartoli di Montecarelli vende a Vanni Peri di S. Miniato un terreno in San Miniato loc. In Zolli confinante con Piccardo Palesis.

ASF Notarile antecosimiano 18660 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 147v

26 Settembre 1374 Guido Martini di Faella vende a Sandro di Gentile Altoviti di S. Apostoli in Firenze un terreno a Faella loc. Al Faeto confinante con Piccardi Palesis per 2 lati.

ASF Notarile antecosimiano 18660 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 165r

30 Settembre 1374 Inventario beni di Magio Rustechini, fra i quali un terreno a Faella loc. Ripalbello confinante con Piccardi Palesis. Inventario masserizie comprese due corazze, 2 maniche, una gorgera, un panno rosso triste, due mazze di cui una magagnata, martelli, mantice e altri attrezzi da fabbro. 3 libri di conti. Elenco creditori e debitori di 13 pagine, fra i quali Piccardum Palesis per lire 9

ASF Notarile antecosimiano 18660 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 17r

14 Ottobre 1374 Piccardus q. Palesis vende a Sandro di Gentile Altoviti un terreno in Corbinaia confinante con lo stesso Altoviti. Donna Agnola, figlia di Piccardo di Palese e moglie di Cino di Pietro acconsente alla vendita di una casa a Leonardo Raffacani da parte del marito.

ASF Notarile antecosimiano 18660 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

4 Aprile 1375 4/5/1375 Vendita di un terreno Al Succheto confina con Palesis Piccardi

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 7r

24 Ottobre 1375 Elenco creditori di Mogio Rustichelli di Castelfranco, comprendente Piccardus Palesis.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di CastelfrancoPag. 37v

4 Dicembre 1375 Atto in Firenze pop. San Felice in piazza. Piccardo Palesis teste. Pierus q. Mattei pop. S. Felice vende a Martino Peri di Faella un terreno in Campiglia, confinante a 1. via 2. Antonio Palesis 3. e 4. Piccardo Palesis.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 44r

17 Settembre 1377 Atto in San Miniato. Piccardus olim Palesis vende a Andrea di Giovanni di Viesca un pezzo di terra a Viesca loc. Alla Macia per F. 8. D.na Lisa, moglie di Piccardo, acconsente.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 108r

11 Settembre 1379 Vendita di un terreno loc. Negli Stecconi confinante con Piccardo di Palese.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 178v

 

Nel 1381 Piccardo si trova a Firenze e partecipa, in qualità di teste, a una riunione, nella quale le suore Clarisse di Firenze nominano un nuovo amministratore per il loro ospedale. Piccardo non parteciperà alle riunioni immediatamente successive e non abbiamo idea di come si sia trovato in quel luogo e in quella circostanza. Probabilmente aveva accompagnato il notaio Ser Santi di Giovanni e gli aveva fatto la cortesia di fungere come teste:

 

5 Maggio 1381 Atto nel Monastero francescano di S. Clara in Firenze, nel popolo di S. Simone. Testi Don Giovanni Landi di San Martino de Donadola, Piccardo Palesis e Nuccio Rombini di S. Simone.

Le suore (Tosinghi, Acciaioli, Medici, Infangati, Neri, Adimari, Gucci, Dini, Strozzi. Albizi, Cerchi) nominano Matteo di Bellincione del Cresta come loro rappresentante per l' elezione del nuovo ospitaliere dell' ospedale di San Piero Salvareggio.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 218v

 

I successivi atti che citano Piccardo sono numerosi. Ho trascritto anche quelli che lo vedono anche solo come confinante, perché ci aiutano a comprendere la geografia delle sue proprietà. Si comincia ad incontrare l’ unico figlio maschio, di nome Paolo, del quale parleremo in seguito:

 

26 Maggio 1382 Piccardus olim Palesis di S. Maria a Faella per se' e per suo figlio Paolo vende un terreno alle Fabbriche a Giovanni Guidotti di San Miniato

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 247v

8 Giugno 1382 Vendita di un terreno a San Miniato loc. Il Poggio Castello.

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 251v

21 Ottobre 1382 D.na Lisa di Mone moglie di Piccardo Palesis acconsente alla vendita dell' 8/6/1382

ASF Notarile antecosimiano 18662 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 259r

14 Dicembre 1383 Cione Nucci di Faella vende a Nerio Franceschini di Faella un terreno loc. Maladdobbati confinante con Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 235v

10 Gennaio 1384 Nerio Franceschini vende a Piero Magi di S. Miniato un terreno loc. Maladdobbati confinante con Piccardo Palesis. Contemporaneamente Piero Magi affitta a Nerio Franceschini lo stesso terreno per st. 6 di grano.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 238r

28 Agosto 1384 Stefano Brunelli vende a Lacho Ciantis (tutti di San Miniato) un terreno in loc. Nel Cerignuolo confinante con Piccardo.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 255r

19 Agosto 1385 Atto in Castelfranco. Testi Cino Pietri, Giovanni Naldini e Niccolo' Mazzanti di Castelfranco. Piccardus olim Palesis di Castelfranco a proprio nome e a nome di Paolo suo figlio emancipato, vende a Nuto Pietri di Castelfranco per conto di Guidone Fagni di S. Remigio di Firenze un terreno loc. l' Orditoio. Confina a 1. Jacopo Cinatti 2. Sandro di Gentile Altoviti 3. Luca Cheli

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 291r

21 Agosto 1385 Atto in S. Stefano al Ponte Firenze. Paolo, figlio emancipato di Piccardo di Palese, approva e conferma la vendita fatta dal padre il 19/8/1385

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 292r

28 Settembre 1385 Atto in San Miniato. D.na Lisa di Mone da Viesca e moglie di Piccardo di Palese nomina Santi di Giovanni suo procuratore per dare il suo consenso alla vendita del 28/9/1385

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 295v e 296v

28 Settembre 1385 Piccardo Palesis, anche a nome del figlio emancipato Paolo, vende a Giovanni detto Chiaro di San Miniato due terreni in loc. In Zolli.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 295v

28 Settembre 1385 Piccardo vende un altro terreno In Zolli a Bartolo di Vita di San Miniato.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 296r

9 Aprile 1387 Atto in San Miniato. Nieri Guidotti vende a Lorenzo di Giovanni di S. Biagio un terreno a Monte Al Pero confinante con Piccardo di Palese.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 349r

6 Maggio 1387 Atto in San Miniato. Giovanni Guidotti vende a Piero di Vanni un terreno Al Saccheto confinante con Piccardo di Palese.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 352r

12 Settembre 1387 D.na Giacobina figlia di Panicuzzo. Elenco beni in 9 localita'. Un terreno A Mandri confinante con Piccardo di Palese.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 357v

24 Ottobre 1387 Testamento Maffeo Cianti di Faella.

Sepoltura in San Miniato. Lascia beni a San Miniato, a Faella e a San Michele di Favilla. Lascia alla chiesa di San Miniato un terreno castagnato in Capacciano con l'obbligo di dire messe. Lascia alla figlia Piera un terreno in Campiglia confinante con Piccardo di Palese. Un terreno in loc. Le Vignoli confinante con Piccardo Palesis. Un terreno Al Cerignuolo confinante con Piccardo Palesis. Una casa con forno e orto in Campiglia loc. Canneto confinante con Piccardo Palesis e con il Resco. Un mulino macinantis in gualcheria in San Miniato loc. Piano di Sco. Un terreno loc. Al Canardo confinante con Altonio di Palese. Un terreno loc. In Capacciano confinante con Antonio di Palese.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 363r

29 Giugno 1388 Vendita di una casa con forno, orto e terreno in Campiglia confinante con Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 384r

12 Novembre 1388 Atto in Faella. Guido Martini di Faella vende a Giusto Massi un terreno loc. Nella Stefana confinante con Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 403v

17 Febbraio 1389 Atto in Faella. Antonio di Palese fra i testi. Piccardus olim Palesis cittadino fiorentino restituisce a Antonio di Biagio Angeli di Faella 8 staia di grano.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 415v

27 Maggio 1389 Piccardo Palesis confinante in Calabronaia

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

17 Agosto 1389 Piccardo Palesis teste a Faella.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

 

 

Il prossimo documento ci conferma quanto ci eravamo potuti immaginare: i Piccardi non erano agricoltori, ma affidavano i terreni a mezzadria, probabilmente senza alcun controllo da parte di Piccardo, visto che solo quando il figlio Paolo ragiunge l’età della ragione viene affidato agli Ufficiali della Grascia il computo dell’effettivo rendimento delle terre date a mezzadria e salta fuori che la realtà era ben diversa da quanto conteggiato fino a quel momento. All’atto è presente come teste Sandro di Gentile Altoviti:

 

 

3 Settembre 1389 Atto in San Miniato. Testi Sandro di Gentile Altoviti e Piero Cherici Pieri. Si fa riferimento al fatto che nel 1384 Piccardo di Palese e Paolo suo figlio "locaverunt ad laborandum" a Jacopo vocato Laco Cianti e ai suoi figli un podere in loc. detto Campiglia.

E' intervenuto un provvedimento degli Ufficiali della grascia di Firenze, i quali hanno accertato, su istanza di Paolo, che i conduttori hanno prodotto 200 staia di grano. Viene trovato un accordo.

Notarile antecosimiano 18664 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 192v

Gli ultimi tre documenti riportano Piccardo solo come confinante. Da notare che anche qui Piandiscò viene indicato come una località appartenente a San Miniato:

 

14 Aprile 1390 Pressus Matini vende a Mora Bonagi un terreno alle Porte di Giuffa confinante con Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18664 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 212r

14 Aprile 1390 Vendita di una casa con orto e pergola nel popolo di San Miniato loco detto nel Piano di Sco alle Lacciaie. Altro terreno loc. In Giuffa confinante con Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

11 Agosto 1392 Divisione beni fra gli eredi Ciantis. Terreno in loc. La Favilla confinante con Antonio Palesis e un terreno loc. Le Torri conf. Piccardo Palesis.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

 

 

Terminano i documenti relativi, direttamente o indirettamente, a Piccardo. Il figlio Paolo appare come "emancipato" nel 1390, ossia il padre è vivente, ma ha rinunciato alla tutela concedendo facoltà giuridica al figlio. Solo nel 1392 Paolo verrà indicato come orfano.

Nel corso della sua vita, Piccardo non ha accresciuto le sue proprietà, ma ha venduto terreni a San Miniato, Simonti (2), Forli, Montealpero, Le Fabbriche (2), Corbinaia, Viesca, l’Orditoio, in Zolli (2). Non esiste un elenco completo dei terreni posseduti dai primi Piccardi di Campiglia. L’ inventario lo potremo fare alla fine del 1400, quando quasi tutti i terreni risulteranno venduti.

Entra in scena Paolo, unico figlio maschio di Piccardo. Non sappiamo in che anno nasce, ma fin dai primi atti comprendiamo che non ha inteso seguire il padre nel suo lento declino in campagna, preferendo trasferirsi in città, per mettersi alla prova in attività non prettamente agricole:

 

 

 

10 Settembre 1382 Atto in S. Simone di Firenze. Teste Paulo Piccardi de Castrofranco. Donato Magi di S. Maria a Sco nomina S. Jacopo Niccolai suo procuratore.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 201v

21 Agosto 1385 Atto in S. Stefano al Ponte Firenze. Paolo, figlio emancipato di Piccardo di Palese, approva e conferma la vendita fatta dal padre il 19/8/1385

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 292r

1 Novembre 1385 Atto in S. Stefano al Ponte. Paolo Piccardi ratifica la vendita del 28/9/1385 a Bartolo Vita.

Notarile antecosimiano 18663 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 302v

 

 

 

Quindi, già nel 1382 Paolo si era trasferito a Firenze ed aveva ottenuto l’emancipazione, per poter agire liberamente ed iniziare le sue attività a Firenze. Era quindi necessaria la sua approvazione per il perfezionamento delle vendite dei beni di famiglia fatte dal padre. Come abbiamo potuto notare, Paolo non va a San Miniato neppure per assistere agli atti di vendita, ma certifica la sua approvazione rimanendo a Firenze ed attendendo le periodiche visite in città del notaio.

Non sono riuscito a trovare alcun atto rogato da notai fiorentini. E’ quindi problematico cercare di ricostruire le vicende di Paolo sulla base delle imbreviature di tre soli notai, tutti di San Miniato. In un atto si parla di società, in altri di senserie, in altri ancora di prestiti di denaro. In definitiva, si dette da fare in svariati modi, non tutti in linea con i dettami morali del tempo se, come vedremo, si sentirà in dovere di compiere un atto riparatore.

Il suo spirito imprenditoriale comincia a dare frutti fin dai primi atti che lo riguardano, tanto che inizia ad investire nell’ acquisto di terreni, invertendo la tendenza che ha caratterizzato la vita del padre. Sbriga anche una pendenza, che evidentemente Piccardo non era riuscito a risolvere.

 

 

 

 Dato che risiede a Firenze, viene incaricato da D.na Maffei di rappresentarla per il disbrigo di affari:

26 Dicembre 1389 D.na Piera Maffei di Ostina nomina Paolo Piccardi suo procuratore

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

12 Settembre 1390 Atto in Faella. Antonio di Palese teste. Paolo, figlio emancipato di Piccardo di Palese, risolve alcune pendenze con Simone Bartoli Vite di San Miniato.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

14 Dicembre 1390 Atto in San Miniato. Segna Dati di Ostina vende a Paolo Piccardi Palesis un terreno in Campiglia loc. Valcello (copia)

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

14 Dicembre 1390 Segna di Ostina vende a Paulo Piccardi Palesis un terreno in Campiglia loc. Nel Valcello

Notarile antecosimiano 18664 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 243v

 

 

Nei 15 anni successivi, Paolo è a Firenze e gli atti che ho potuto scovare, tutti di notai di San Miniato, lo citano solo indirettamente, come confinante o come teste, salvo la vendita di un terreno e un arbitrato (rogato a Firenze). Da notare solo che nel 1392 suo padre risulta già morto:

 

 

 

7 Febbraio 1391 Atto in San Miniato teste Paulo Piccardi

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

26 Novembre 1391 Vendita di un terreno a Faella loc. Nel Corniuolo confinante con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

14 Maggio 1392 Atto in Figline. Paulus olim Piccardi Palesis di Castelfranco vende a Duccio olim Vannis di Castelfranco un terreno loc. In Valle Ruoza.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

20 Novembre 1392 Trasferimento beni dotali di Lorenza di Giovanni Nuti. Terreno nella Grillaia confina con Paolo Piccardi, un terreno in San Miniato loc. Pian di Sco e un terreno in Camperottoli.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Febbraio 1393 Atto in San Simone Firenze. Lodo arbitrale in una lite fra Nanni Ciantis e Jacopo Ciantis detto Laco. Arbitri sapienti viri Niccolo' di Giovanni de' Medici, Antonio Palesis e Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Luglio 1393 Atto in Faella. I figli emancipati di Jacopo vocato Laco vendono un terreno in Campiglia confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

27 Luglio 1393 Vendita di un terreno in Campiglia e altro terreno in Bagnerese confinanti con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18667 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 11r

28 Settembre 1393 Atto in Castelfranco.Neri Vinaccini vende a Andrea Puccini un terreno in Calabronaia confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

28 Settembre 1393 Vendita di un terreno in Calabronaia confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18667 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 14v

8 Aprile 1394 Atto in Castelfranco. Paolo Piccardi teste. Matrimonio fra D.na Antonia Carfi di Castelfranco e Billo di Ser Bartolo Gherardini di Castelfranco

Notarile antecosimiano 18667 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 24r

1 Luglio 1395 Atto in Castelfranco. Teste Sandro di Gentiile Altoviti. Paulus olim Piccardi Palesis e Piero Ghiandonis liquidano le loro pendenze.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

17 Settembre 1396 Vendita di un terreno a Faella loc. Camposegardo confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18667 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 81r

15 Dicembre 1398 In San Miniato a Sco' Lorenzo di Giovanni vende a Biagio Bartoli un terreno a Montealpero confinanti con i Della Foresta e a 4. con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 14491 Mora di Bartolo Mannozzi di Castelfranco Pag. 10r

9 Febbraio 1399 Paolo di Giovanni vende a Domenico di Simone di S. Maria a Faella un terreno a Faella loc. alla Costa confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 14491 Mora di Bartolo Mannozzi di Castelfranco Pag. 12r

11Aprile 1401 Atto in San Miniato. vendita di un terreno in Campiglia confinante con Paolo Piccardi e di un terreno loc. Alla Favilla conf. erede di Antonio Palesis.

Notarile antecosimiano 18665 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

31 Dicembre 1404 Vendita di un terreno in Bagnerese confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 46v

 

 

Fino al 1404, quindi, niente di interessante, ma nel 1405 Paolo decide di sposarsi con Bianca, la figlia di Lorenzo di Jacopo di Ser Ughetto, un mercante fiorentino, ottenendo la considerevole dote di 425 fiorini d’oro. ( Nota 7 )

Dall’ atto risulta che si è stabilmente trasferito in S. Lucia Ognissanti:

 

7 Febbraio 1405 Atto in Faella.

D.na Lisa di Mone di Viesca vedova di Piccardo di Palese di Campiglia nomina Guidone Sandri suo procuratore. Testi Guidone Guidi e Meo di Andrea.

M.a Lisa, in nome di Paulus olim Piccardi Palesis di Campiglia citt. fiorentino, ora nel popolo di S. Lucia a Firenze accetta la dote di Bianca di Lorenzo di Jacopo di Ser Ughetto, mercator, e moglie di Paolo. Matrimonio come da contratto rogato da S. Leonardo Pugi. Dote f. 425 oro.

Notarile antecosimiano 18666 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 36

 

Come dicevo, non sappiamo quale tipo di attività svolgesse Paolo a Firenze, ma possiamo sospettare che ci fosse di mezzo anche l’ usura, peccato mortale, per il quale occorrerà un atto riparatore per mettersi, almeno provvisoriamente, l’anima in pace. Ed è così che nel 1407 Paolo decide di donare alla chiesa due terreni, come atto di liberalità, ma con la specifica prescrizione che la donazione è fatta "pro remedio" dell’anima sua e, già che ci siamo, anche dei suoi antenati. Per tutti dovranno essere celebrate messe "perpetue".

 

15 Agosto 1407 Donazione di Paolo Piccardi. Atto in pop. plebis de Sco. Testi Domenico Guidotti e Francesco Donati Michelis. Paulus olim Piccardi ppli S. Maria a Faella, omnes modo amore dei pro remedio anime sue et suorum premortuos pure libere simplit. et irrevocabile inter vivos donavit dedit tradidit et concessit

Plb. S. Marie descho fesulane dioc, Eccl. S. Miniati, Eccl. S. jacobi de Montecarellis et S. maria de Faella plebate de Scho fes. dioc.

Un pezzo di terra lavorativa e olivata loc. detta in Bagnerese

Un pezzo di terra lavorativa loc. Corbinaia

La suddivisione verra' decisa dai Rettori di dette Chiese in cambio di messe perpetue.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 115v

 

 

Nel 1408 il notaio Ser Santi di Giovanni loca un terreno e fa rogare il contratto, doverosamente, all’ altro notaio di Piandiscò, Ser Mora di Bartolo Mannozzi. Gli altri contratti del 1408 e 1409 vedono Paolo ancora residente a Firenze in S. Lucia Ognissanti e come confinante di terreni venduti:

 

 

29 Giugno 1408 Santi Benciatti loca un terreno confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 14492 Mora di Bartolo Mannozzi di Castelfranco Pag. 31v

8 Luglio 1408 Atto in Ostina. Guido di Sandro Guiducci mercator di Ostina nomina Paulo Piccardi Palesis di S. Lucia di Firenze suo procuratore con la piu' ampia facolta' di tutelare i suoi interessi, sia in sede civile che penale.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag.

173r

2 Dicembre 1408 Vendita di un terreno loc. Soffiagatta confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 153r

20 Febbraio 1409 Vendita di un terreno loc. Grillaia e altro loc. Calabronaia ambedue confinanti con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 157r

 

Sempre nel 1409, un mercante di Ostina, che non ha figli maschi, dimostra estrema fiducia in Paolo, tanto da nominarlo esecutore testamentario e unico destinatario dei suoi lasciti in assenza di altri eredi

 

1 Luglio 1409 Testamento di Guido Guiducci mercator di Ostina. lascia tutto alle figlie e loro eredi futuri. Se non ci saranno eredi, tutto andra' a Paolo Piccardi, che sara' anche uno degli esecutori testamentari. Sepoltura in Santa Croce.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 171r

Paolo si comporterà correttamente e, l’anno seguente, provvederà alla dote della figlia del Guiducci:

6 Dicembre 1410 Atto in Faella. Berto Agnoli Berti di Menzano e Lippo Gherardini di Forli confessano di aver ricevuto da Paolo Piccardi Fiorini 16 oro come dote per la figlia di Guido Guiducci, di cui Paolo e' tutore.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 205r

Gli affari fiorentini non consentono a Paolo di curare personalmente gli affari di Campiglia, quindi si avvale di un procuratore, come appare dall’atto seguente, dal quale apprendiamo che Paolo, nel frattempo, ha anche acquistato bestie da lavoro, che affitterà, non solo in questa occasione:

 

 

24 Ottobre 1410 Atto in San Miniato. Francesco di Simone di Faella in nome e per conto di Paolo Piccardi loca "ad laborandum" a Gherardo di Lorenzo un terreno al Canardo confinante con Palese di Antonio. Gli consegna anche un bue valutato Fiorini 6 oro.

Dettagli del contratto (semi, letame ecc.)

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni

Il ricorso ad un procuratore si ripete anche nel 1411, anno nel quale Paolo appare come confinante in altri due atti:

18 Aprile 1411 Vendita di un terreno a Renacciuolo confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 217v

12 Giugno 1411 Vendita di un terreno loc. Grillaia confinante con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 226r

20 Settembre 1411 Atto in Castelfranco. Francesco di Simone, per conto di Paolo Piccardi, loca a Antonio Lipparini un podere in Campiglia. Garantisce D.a Francesca di Simonti, moglie del Lipparini.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 243

Nel 1412 Paolo loca un altro podere e due buoi:

21 Agosto 1412 Atto in San Miniato. Paolo Piccardi loca un podere in Campiglia e due buoi a Michele di Giovanni detto Maggiatica.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 272v

Nel 1413 si conferma l’attività di prestatore di Paolo in un atto di restituzione:

26 Novembre 1413 Atto in San Miniato. Lippo Gherardini e Berto Angeli restituiscono a Paolo Piccardi 16 fiorini oro.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 289

Nel frattempo, Paolo ha avuto due figli: Francesco, nato nel 1405 e Niccolò, nato nel 1406.

E’ un peccato non poter rintracciare documenti fiorentini dai quali attingere informazioni in merito alla sua attività, che deve essere molto impegnativa, dato che affida presto ai suoi giovanissimi figli l’incarico di rappresentarlo in atti che riguardano i beni e le persone di San Miniato, come si può verificare dagli atti seguenti, che coprono un arco di cinque anni. Da tenere presente che Paolo affida le procure a ragazzini di dieci anni, ai quali intesta anche alcuni beni, allo scopo di non intestarli a se stesso. Da notare anche il prestito fatto nel 1413 a Nardo Maffei, che doveva costituire la dote per la figlia, a conferma del lucroso impiego del denaro da parte di Paolo:

 

 

10 Aprile 1414 Atto in San Miniato. Compromesso fra Paolo Piccardi e Gherardo di Lorenzo detto Pecchia di Viesca per la risoluzione di una lite.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 294v

24 Marzo 1415 Divisione fra gli eredi Lachi a Campiglia, confinanti con Paolo Piccardi e erede di Antonio Palesis.

Notarile antecosimiano 18668 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 313r

25 Agosto 1415 Atto in Castelfranco. Luca di Simone Brizi di Faella vende a Francesco, figlio emancipato di Paolo Piccardi, un terreno a Faella, loc. Al Valcello da Campiglia. Testi Bartolomeo Lipaccini, Piero Stefani e Jacopo Pagni.

Notarile antecosimiano 18669 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 11r

20 Settembre 1416 Atto in San Miniato.Si fa riferimento a un prestito fatto nel 1413 da Paolo Piccardi a Nardo Maffei di S. Maria a Sco per sposare la figlia a Giovanni di Montemassi.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 32v

31 Dicembre 1416 Atto in San Siro. Paolo Piccardi arbitro e amico comune di Pace Landini, Baldassarre Jacoponi di Cascia e Bartolomeo Foraboschi di Firenze da una parte e Cristofano Pacini di Forli in merito al valore di un terreno a Forli loc. Stoppia.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 43r

14 Settembre 1417 Atto in San Miniato. Salvuccio Salvucci di Menzano vende a Niccolo di Paolo Piccardi, rappresentato da Guidone Sandri merciaio di San Niccolo' a Fi, una casa con piazza e pergola posta in Forli, tre terreni e un bosco in loc. Pietramolle per F. 20.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 58v

5 Settembre 1417 Antonio Dati e figli di Ostina vendono a Francesco, figlio emancipato di Paolo Piccardi, 50 staia di grano comune, nitido e buono, per L. 42.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 57v

5 Settembre 1417 Atto in Faella. I fratelli Pasquini di Faella confermano di aver ricevuto da Francesco, figlio emancipato di Paolo Piccardi, F. 50 oro.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 57v

9 Gennaio 1418 Atto in San Miniato. Paolo Piccardi teste.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 64r

6 Marzo 1418 Atto in San Miniato. Gli eredi Lachi propongono una transazione a Paolo Piccardi di S. Niccolo', che accetta.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 67v

11 Maggio 1418 Atto alle Fabbriche di San Miniato. Niccolo' di Paolo di Faella teste. Bartolomeo Caccini di San Simone di Firenze affitta ai figli di Simone Cecchi di San Miniato un terreno loc. Calabronaia confinante con Paolo Piccardi per due lati.

Notarile antecosimiano 14493 Mora di Bartolo Mannozzi di Castelfranco Pag. 45v

16 Ottobre 1418 Vendita di un terreno a Faella loc. A Rontiglioni confinante con Paolo Piccardi

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 78r

12 Gennaio 1419 a Cascia. D.na Ricca vedova, figlia olim Salvetti di S. Martino a Pontifogno vende a Macchario di Niccolo' di Forli, loc. Scopeto, confinante con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 14493 Mora di Bartolo Mannozzi di Castelfranco Pag. 87v

In un atto del 1420 vediamo comparire un socio di Paolo per la locazione di un terreno a mezzadria. Paolo, in proprio, loca anche i buoi, ma il compenso per le bestie mi sembra eccessivo e può darsi che nasconda, ancora una volta, un prestito.

28 Ottobre 1420 Atto in San Miniato. Paulus olim Piccardi di San Miniato, quale curatore e in nome di Giovanni Landi suo socio, come da atto rogato da S. Romolo Bartolomei notaio in Firenze, e di Guidone di Sandro merciaio di S. Niccolo' in Firenze, loca a Giusto Giusti di Ostina un podere a Forli, loc. Il Querceto a mezzadria. Paolo ricevera' anche F. 12 aurei l'anno per le bestie che mette in detto podere.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 114v

 

 

Nel frattempo, Paolo si trasferisce nel popolo di S. Niccolò, in via dei Renai, dove vivranno anche i suoi figli. Lo rileviamo dal seguente atto, rogato in casa di Paolo, che vende due terreni a Ostina:

 

6 Luglio 1422 in pop.lo S. Niccolo' Fi pres. Johannes olim Laurentiis pp.li S. Jacobi Ultra Arni de Flor. et Blaxio olim Baldi molendinario pp.li S. Marie Novelle de Florentia test.

Paulus olim Picchardi de Chastrofranco superior civis flor. de pop. S. Niccholaii de Flor. per se' e suoi eredi vende ad Antonio olim Chelis pop. S. Tome' de Hostina un pezzo di terra lavorativa ulivata, querciata, boscata posto in pop. di S. Niccolo' a Forli luogo detto a San Cristofano di cui a 1. fossato 2. Marco Checchi pop. S. Donato a Menzano 3. Niccolo' di San Niccolo' a Forli 4. detto compratore e altro pezzo di terra lavorativa ulivata posto nel pop. di S. Tome' a Hostina loco detto Amandri cui 1. via 2. fossato 3. via 4. Boncolto di Cristofano

Notarile Antecosimiano 5172 S. Andrea di Giovanni Cherici di Castelfranco Pag. 158v

 

I due atti successivi aggiungono poche notizie, salvo la conferma del cambio di residenza: Non sappiamo perché Bianca debba nominare un procuratore:

 

 

19 Agosto 1422 Atto in S. Stefano, testi S. Biagio di Giovanni Andree di Figline e S. Michele Bindi di Firenze

D.na Biancha fil. olim Laurenzi Jacobi di Ser Ughetto e moglie di Paolo Picchardi di Castelfranco abitante nel popolo di S. Niccolo' a Fi nomina Filippo di Andrea suo procuratore.

Notarile Antecosimiano 5172 S. Andrea di Giovanni Cherici di Castelfranco Pag. 164v

8 Novembre 1422 Atto in San Miniato. Vendita di un terreno loc. Maladdobbati confinante con Paolo Piccardi.

Notarile antecosimiano 18670 S. Santi di Giovanni di Castelfranco Pag. 154r

 

 

 

Adesso devo raccontarvi una storia, che meriterebbe ben altra penna per trasmettervi, almeno in minima parte, l’emozione, una delle tante, ma forse la più importante, che ho provato nel ritrovamento del documento seguente. Immaginatevi la scena: sono passati già due anni da quando ho iniziato le ricerche, da un anno e mezzo mi trovo all’ Archivio di Stato di Firenze, ho già esaurito le varie dichiarazioni dei redditi e sto annegando in migliaia e migliaia di atti notarili, alla ricerca di quei pochi che riguardino i nostri. Sono a metà delle 12 filze lasciateci dal notaio Ser Santi di Giovanni Benciatti di San Miniato, tutte di un minimo di 400 fino a un massimo di 800 pagine. Procedo nella faticosa lettura quando vedo spuntare un trangolino di carta dalla legatura di un quinterno centrale. Lo afferro e lo tiro delicatamente, fino a ritrovarmi in mano un rettangolino scritto fittamente, che era stato chiuso con un sigillo rosso. Comincio a decifrare la scrittura minuta e una delle prime parole che mi salta agli occhi è "Piccardi". Leggetevelo, provate, per un attimo, a mettervi nei miei panni e risparmiatemi la descrizione di una sensazione che avrei voluto far provare a tutti voi:

 

 

 

 

 

28 Novembre 1422

Prudenti viro S. Santi Johannis de Castro Francho not. Flor.o

Honorevole Maggiore. M.a Biancha donna di Pauolo di Piccardi ma imposto e vuole che io vi scriva come ella sia contenta e vuole che una carta di sua dota della quale voi siete rogato voi la date a Niccholo suo figliuolo e portatore di questa e io cosi vi scrivo e vi priego per sua parte e anco la mia perche sono suo procuratore che voi gli diate e fategli il piu a piacere che potete, altro non ci cade a dire pecatus adimandat.

Flor. die 28 Novembre

Franciscus Pieri Giacomini not. flor. di novembre 1422

Notarile antecosimiano 18666 S. Santi di Giovanni di Castelfranco

Foglio staccato che spunta dalla rilegatura

 

 

 

 

Perché Bianca si rivolga, tramite il notaio Giacomini di Firenze, a Ser Santi di Giovanni di San Miniato per avere copia del documento che sancisce la sua dote è storia che vedremo in seguito, quando ci occuperemo dei figli di Paolo e dei loro successori.

Finisce qui il racconto della vita di Paolo, colui che si è affrancato dalla vita neghittosa di campagna per avventurarsi in città e mettersi alla prova in attività speculative. Ci penseranno i figli, e principalmente uno di loro, a riprendere le consuetudini spenderecce di suo padre, ma questo lo vedremo nella prossima parte.

 

 

 

 

 

………………………….continua……………………………

 

 

 

 

 

 

NOTE

 

Nota 1

Si chiamavamo "portate" le dichiarazioni dei redditi che venivano consegnate agli uffici del catasto, dove venivano sintetizzate nei cosidetti "campioni" ai fini fiscali.

Nota 2

Non stupitevi della stranezza dei nomi: a quei tempi non si ricorreva troppo ai nomi dei santi e si andava molto di fantasia: troverete un notaio di nome Formaggio, uno chiamato Buonfrutto dal padre Frutto, una signora di nome Belcolore e così via. Una appendice è dedicata anche ai soprannomi, che mi è sembrato interesante trascrivere.

Nota 3

Dal Libro del chiodo: "ordino che detto messer Dante, insieme a Palmerio, Orlanduccio e Lippo,… venga multato di 5.000 fiorini piccoli, che restituisca quello che ha illegittimamente estorto.

Se non obbedisca alla condanna entro il terzo giorno da oggi Che tutti i suoi beni siano confiscati, devastati e distrutti; e devastati e distrutti restino di proprietà comunale; che, anche se pagante, resti fuori della provincia di Toscana a confino per due anni; che sia escluso per sempre dai pubblici uffici come falsario e barattiere, che paghi la condanna o no

Nota 4

ASF Manoscritti 624 Tomo I pag. 336 Stemma n° 259

Nota 5

ASF Manoscritti 618

Nota 6

Vedi ad esempio: 24 Ottobre 1387 Testamento Maffeo Cianti di Faella

Nota 7

Come termine di riferimento possiamo considerare che lo stipendio attuale di un professore universitario o di un dirigente di azienda si aggirerebbe sui 40-50 fiorini l’anno.

 

 

 

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