Spoglio di Paolo Piccardi

 

 

 

 

Nello sfogliare i libri di ricordanze della SS. Annunziata, giorno dopo giorno trovavo notizie riguardanti un frate : Fra Giovanni Poggi, molto abile nel fare serrature. dopo la sua morte gli Accademici del Disegno ne pretesero il ritratto, eseguito da un certo Johann Zoffany.

Finalmente sono riuscito ad identificare il quadro che è agli Uffizi.

 

 

 

ASFI

Corporazioni religiose soppresse dal governo francese 119

57

Libro di Ricordanze segnato "G"

 

 

 

Pag. 528

19 Ottobre 1766

Terminano i lavori di restauro della Sagrestia.

Tutto in esso si ammira di nuovo, ad esclusione del vaso che fin dall’anno 1459 fu edificato da’ Signori Capitani di Parte Guelfa. Si mossero ad ordinare la fabbrica suddetta nella quale spesero la somma di 500 fiorini per due morivi: primo per la devozione alla nostra chiesa e all’altare della SS. Nunziata aveva, ed ha sempre avuto la città di Firenze, e con essa i Magistrati che la governavano, i quali, terminato il Governo, prima di subire il sindacato nella Curia del Podestà, dovevano portarsi in pompa alla nostra chiesa, conforme si praticava da tutti i Consoli dell’Arte nel dì 25 Marzo fin dall’anno 1394. L’altro motivo fu un atto di gratitudine verso il nostro convento, i di cui religiosi, che erano stati Camarlinghi del Comune e sopraintendenti alla fabbrica delle mura del terzo cerchio della città, custodivano ancora la cassa della parte Guelfa. Questa cassa lavorata di marmo bianco con esquisito lavoro nell’anno 1451 da Salvi di Lorenzo Marochi, e da Zanobi di Luca, servì di poi per formare i bellissimi stipiti della porta interiore della nostra Sagrestia, come ancora al presente si vede.

Fu dato incarico al Sig. Filippo Ciocchi architetto del nostro convento il disegno de’ novi armadi e l’esecuzione de’ medesimo a F. Andrea Casciani, nostro Converso, assai preclito nell’arte di falegname da cui, con l’aiuto di vari garzoni furono costruiti e impiallacciati di bellissime radiche di noce i detti armadi con quella puliza, che richiama la comune ammirazione di chi si porta a vedergli. Reca ancora stupore il non scoprirsi in tutta la gran mole degli armadi suddetti alcun ferramento, mentre tutti si affidano a certi perni interiori, inventati ed eseguiti dal nostro Religioso Converso F. Gio. Poggi fiorentino, uomo quanto celebre nella finezza del lavorare di magniano, altrettanto eccellente per il raro suo ingegno nell’invenzioni meccaniche. Nel tempo medesimo, nel cui si elaboravano i predetti armadi, il nominato P. Teologo prescelse tra molti pittori a lui offertisi per dipingere la Sagrestia il Sig. Pietro Giarrè ( vedi nota 1 ) nostro fiorentino, il quale sì egregiamente ha dipinto a foggia di stucchi la volta, le pareti laterali, la tribuna ecc., Il disegno dell’ altare di marmo della Sagrestia è di Gaspero Paoletti ( vedi nota 2 ) architetto fiorentino.

Si pensò bene di aggiungere statue e intagli, le prime rapprsentanti Santi e Beati del nostro Ordine, furono tutte di terracotta dal Sig. Pompilio Ticciati ( vedi nota 3 ), celebre scultore fiorentino, e gl’intagli in legno da Vincenzio Grassellini, al presente intagliatore di Corte. Nell’altare della Sagrestia è stato collocato un quadro assai celebre di Cesare Dandi, rappresentante il Divin Salvatore morto, sostenuto da vari angeli e venerato da alcuni nostri Santi. Questo quadro di trovava nella Cappella della Pietà nell’antico della Purificazione, posta fra il Campanile e la Sagrestia. Adesso è stato sostituito da altro quadro rappresentante S. Filippo Benizi opera del Vignali.

Pag. 582

25 Marzo 1774

Combinatasi quest’anno la Festa della SS. Nunziata con quella de’ Dolori, di cui rinnovasi in Quaresima la rimembranza, fu questa differita al giorno seguente, e solennizzata in tal guisa. La vigilia vi fu la Compieta a Cappella doppia. La notte il solito Mattutino solenne. La mattina la Messa in Musica, ed il dopo pranzo il Vespro in Musica ad Concursum Populi con la solita illumnaz.e.

Per detta musica F. Gio:Poggi, Bolognese, ma figlio del Convento, avea fin dal 1758 principiato a dare del suo Deposito scudi 20 annui, ma il P. Priore Baldesi osservando nell’ultimo anno del suo governo, che il P. Sindaco nel rendere i conti esprimeva una tal partita, con dire = Scudi 20 per dono gratuito di F. P. Gio:; si protestò in pubblico Refettorio, che il Convento non avea bisogno del dono gratuiti di un Converso, e che fosse stato Priore di nuovo, piuttosto gli avrebbe lasciati i suoi 20 scudi, che permettere una simil cosa. Ma siccome poco dopo fu fatto priore il P. Marco Teologo Adami, perciò proseguì a pagare fino all’ 1773; in cui era Priore per la prima volta il P. M. Gherardo Spigliati. Accadde, che dopo la morte del P. Camarlingo Barotti, fu fatto il mentovato P. M. Isidoro Baldesi suo successore in tale impiego; onde F. Gio: memore dell’accaduto non volle più pagare la d.a somma. Nel corrente anno poi essendo Priore per la 2. volta il pred.o P. M. Spigliati, gli chiese il motivo, per cui non la pagava più, ed avendolo inteso l’esortò a continuare, come fece, riprincipiando dal presente giorno a pagare 20 scudi, quando non vi era Servizio di Corte, e 10 quando vi era, perché in tal caso la spesa era minore; come però allorchè la SS. Nunziata cadeva in Settimana Santa, o sia in giorno, che non vi fosse musica, ma soltanto cappella doppia essendo adunque fino dal 13 stante a Pisa i nostri reali Sovrani, perciò questa volta non vi è stato Servizio di Corte in questa chiesa.

Pag. 600

1 Febbario 1776

Le LL. AA. RR. Pietro Leopoldo, ed il Principe Alberto di Lui Cognato, hanno onorato con la loro Real presenza la Bottega di F. Gio: Poggi, Bolognese, figlio di questo Convento, e celebre nell’arte di Fabbro, per osservare alcuni lavori di loro attinenza. (vedi nota 4 )

Pag. 613

21 Settembre 1776

Pietro Leopoldo visita la bottega del fabbro Poggi con il Conte Petrucci di Siena

Pag. 614

16 Febbraio 1777

Dagli Accademici del Disegno è stao aggregato fra loro F. G. Poggi, nostro conv., quale però non credo, che sia per lasciar loro su di ciò gran memorie.

Pag. 626

28 Agosto 1778

Più volte gli Accademici del Disegno hanno progettato di fare un cancello alla loro Cappella, detta Il Capitolo de’ Pittori; ma pretendendo di tenerne essi soli la chiave, non si è mai effettuata sì ottima idea. Ora poi, che sono determinati di darne una anche a noi, e l’altra tenerla presso di loro, con questo, che si procuri di tenerlo serrato, fuori del tempo dell’attuale uso di esso, come si farebbe allorchè ivi ci aduniamo a recitare il Deus miserati nostre con l’orazione Aperi domine os meum per poscia passare in Coro; e altre simili contingenze.

Esso pesa Libbre 600 e l’artefice è stato F. Gio: Poggi, che ha avuto a tale effetto scudi 40 da S.A.R., e 17 dall’ Accademia. E poiché egli a pagamento intero lo valutava scudi 170, perciò sopra i menzionati 47 ne ha fatto un dono agli Accademici, in riconoscenza dell’onore compartitogli di aggregarlo nel loro C.ato, come ho detto a carta 614.

Pag. 655

7 Dicembre 1779

Viene riparato l’ Ordigno con cui si alza il mantellino d’argento della Madonna. F. Gio: Poggi l’ha risarcito e ridotto anche più agile col variare la struttura dei denti di esso, e questi oggi è stato ricollocato al suo posto.

Pag. 665

3 Aprile 1780

Benchè quest’oggi siamo stati privi della presenza de nostri Reali Sovrani, pure si è solennizzata con tutta la pompa la festa della SS. Nunziata, la di cui Musica, a norma di quanto si è detto altrove, è stata pagata da F. Gio: Poggi.

Pag. 684

13 Dicembre 1780

Dopo un’Etisia senile di 3 mesi, e giorni, questa mane a ore 4 è passato agl’eterni riposi in età di anni 64 in circa il nostro F. Gio: Poggi, di Faenza, nato da Genitori Bolognesi, e che in tenera età era venuto in Firenze, e si era applicato all’arte di Magnano, in cui faceva gran progressi. Cresciuto negli anni si fece religioso nostro, e figlio di questo Convento, e proseguì ad esercitar l’intrapresa sud.a profess.e, in cui divenne sì celebre coll’aiuto della Geometria e delle Teoriche Cogniz.ni, apprese da alcuni religiosi nostri, che era ovunque acclamato per i suoi incomparabili lavori, e per le sue ingegnose Serrature, congiunte con vari e mirabili Segreti di cui ne ha lasciato un Libro a parte, che sebbene non dettagliato, ma in Cifra, perché per prudenti riflessi è stato subito portato dal P. Priore a S. A. R., che più volte si era degnato di portarsi col Duca Alberto di Sassonia, e con altri riguardevoli Personaggi a vederlo lavorare, e gl’avea inoltre assegnato 48 scudi annui a titolo di pensione. Era anche stato onorato dall’ E.mo Sciarra Colonna di sua special protez.e, autenticata con Diploma in Carta Pecora, che può vedersi da Foglio in Filza a numero 25 A, ed era inoltre per il suo gran talento aggregato alla Accademia del Disegno e dell’Arte di Firenze, e Bologna, e perciò è stata generalmente compianta da di lui perdita.

Ha dato sempre ottimo saggio di vita, ha fatto notabili vantaggi al Convento e ha lasciato 1242 scudi di Denaro contante Lire 6 e Soldi 15, oltre i quali ha lasciato eziandio Libri, Strumenti, Macchine, e vari capi di diversi generi, e de’ crediti notabili con più persone, fra i quali circa 169 scudi col Sig.re Salvator Tartini, ed altri …

Il giorno 20 viene decretato di mettere la sua Arme ( vd. nota 5 ) ai piè del pozzo con una piccola iscrizione e di fargli celebrare 200 Messe sopra le consuete.

Pag. 686

29 Dicembre 1780

Per avere gl’Accademici del Disegno supplicato S.A.R. di ordinare al nostro P. Priore che dasse loro il ritratto di F. Gio: Poggi, espresso in Tavola dal celebre Monsù Zofane assai al male, benchè non ultimato, la R.A.S. ha palesata al d.o P. Priore la premura, ed il piacere di appagare le loro brame, e perciò sono stati subito effettuati i sovrani desideri, e comandi, in vigor de’ quali la sud.a Accademia ha fatto sì bell’acquisto.

 

 

 

 

 

 

 

Nota 1

http://www.villamedicea.it/affreschi.htm

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Illustration_for_Il_costume_antico_e_moderno_by_Giulio_Ferrario_Europa_Vol_VII_pt_2_1831_(41).jpg

 

Nota 2

Firenze 1727-1813. Basamento dell’obelisco dell’ anfiteatro di Boboli, Palazzina della Meridiana in Boboli, Terme di Montecatini. Lapide in Via della Colonna 13

 

Nota 3

Autore anche delle statue dei Santi Benizi e Monaldi nel piazzale di Monte Senario

 

Nota 4

Le visite si ripeteranno frequentemente. Il Poggio approfitterà della protezione del Sovrano per ottenere una camera migliore, provocando il risentimento degli altri frati.

Nota 5

Pag. 730: Tre monti con un’aquila sopra.

 

 

La storia di questo frate alla pg 5 del bollettino della SS Annunziata num 111

 

Museo di casa Martelli , fotografia del prof. Luciano Barberini

 

 

 

 

 

 

 

Johann Joseph Zoffany

(Francoforte sul Meno, 13 marzo 1733 – Strand-on-the-Green, 11 novembre 1810) è stato un pittore tedesco, attivo principalmente in Inghilterra.

Charles Townley con amici nella sua libreria, dipinto di ZoffanyA bottega da Martin Speer a Ratisbona, dal 1747 al 1750, in quest'ultima data compì il suo primo viaggio a Roma dove studiò con Agostino Masucci. In Germania nel 1758, due anni dopo lavorò con Januarius Zick alla decorazione del Palazzo Reale di Treviri. Trasferitosi in Inghilterra, lavorò prima come decoratore di quadranti d'orologio e come pittore di tendaggi drappeggiati negli sfondi dei ritratti di Benjamin Wilson.

Nella capitale inglese si accostò alla pittura di soggetto teatrale, anche grazie alla conoscenza dell'attore David Garrick, che lo ospitò sino al 1762 e al genere delle conversation pieces, dipingendo anche ritratti e soggetti di fantasia.

Per la famiglia reale inglese eseguì: Il principe di Galles e il principe Federico in veste di Cupido, 1765 e La regina Carlotta e i suoi due figli, 1766. Verso il 1769 re Giorgio III lo nominò membro della Royale Academy.

Nel 1773 fu a Firenze dove, su commissione della regina Carlotta, moglie di Giorgio III, esegui, entro il 1776, la tela raffigurante la Tribuna degli Uffizi. Nel 1776 fu a Vienna dove l'imperatrice Maria Teresa lo nominò barone del Sacro Romano Impero. A Londra nel 1779, nel 1782 eseguì l'olio su tela con Charles Townley nella sua biblioteca in Park Street a Londra, ora conservata al Townley Hall Museum and Art Gallery di Burnley, in cui la raccolta di sculture antiche invade letteralmente la biblioteca del collezionista inglese. Nel 1783 partì per le Indie Orientali, lavorando maggiormente come ritrattista e rientrando a Londra nel 1789.

 

( wikipedia )

 

 

 

 

 

 

 

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