Accanto a questa documentazione di tipo anagrafico, un’altra fonte importante conservata negli Archivi di Stato è la documentazione militare. Essa è costituita, in particolare, da tre tipologie:

Liste di Leva

Liste di estrazione

Ruoli Matricolari

 

 

 

DAL PORTALE ANTENATI

 

Le liste della leva militare

 

Quasi tutti gli archivi di Stato conservano, benché in varia misura, le Liste di leva, redatte ogni anno su base anagrafica, dai comuni in doppio originale e contenenti l’elenco alfabetico di tutta la popolazione maschile residente in età passibile di visita per leva militare, ovvero tra il diciassettesimo e il ventesimo anno di età, secondo le modalità previste dalla legge. Uno dei due originali rimaneva presso il comune ed uno veniva inviato all’Ufficio di leva esistente nel capoluogo di provincia o di circondario per le ulteriori operazioni di selezione e di arruolamento.

Nel corso di tali operazioni, venivano prodotte le Liste di estrazione (elenchi per ordine casuale degli stessi coscritti, ma su base mandamentale) e i Registri sommari delle decisioni del Consiglio di leva, relative alla sorte di ogni singolo coscritto. Accanto ai dati già indicati dal comune per ciascun nominativo, le Liste di leva, e poi quelle di estrazione, contengono i dati rilevati nel corso della visita: livello di alfabetizzazione, professione, caratteri somatici e antropometrici (colore degli occhi e dei capelli, forma del naso, misure della statura e della circonferenza toracica), nonché l’esito della visita stessa: «abile arruolato» in una delle tre categorie previste, «rivedibile» alla leva successiva, «riformato», «renitente».

La leva del Regno d’Italia era regolata della legge n. 1676 del Regno di Sardegna del 1854 (legge La Marmora), estesa al resto dell’Italia a partire dagli anni 1860-1862. Le classi di nascita interessate prendono pertanto inizio, a seconda dei luoghi, dal 1840 al 1842 o più tardi seguendo il processo di unificazione territoriale. Ciò non esclude che si possa risalire anche a classi più antiche in molte aree (oltre ovviamente che nel Regno sardo) nelle quali gli Archivi di Stato conservano anche gli atti di leva dell’ultimo periodo preunitario.

Dopo la riforma del 1911 (ultima la classe 1891) non vennero più prodotte le Liste di estrazione, né i Registri sommari.

Gli originali delle Liste di leva vengono versati agli Archivi di Stato competenti per territorio trascorsi i 70 anni dall’anno della leva.

L’obbligatorietà del servizio, prevista dall’articolo 52 della costituzione della Repubblica Italiana, è stata sospesa dal 1º gennaio 2005, dalla legge 23 agosto 2004, n. 226. I soggetti di sesso maschile appartenenti sino alla classe del 1985 inclusa possono consultare la loro posizione relativa all’adempimento degli obblighi militari presso i Centri documentali militari che dal 30 ottobre 2000 hanno sostituito i vecchi distretti militari istituiti nel 1870.

 

Allo stato attuale, sul Portale Antenati non è pubblicata documentazione militare di alcun tipo. Tuttavia, nella pagina Esplora gli Archivi, all’interno della sezione di ogni singolo Archivio di Stato, è possibile trovare la descrizione della documentazione posseduta. In questa stessa sezione è, inoltre, indicata l’eventuale esistenza di banche dati relative alla documentazione militare conservata in quello specifico Istituto.

 

 

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Le Liste di leva erano compilate ogni anno su base anagrafica dai Comuni e contenevano l’elenco alfabetico di tutta la popolazione maschile residente che raggiungeva l’età della visita per la leva militare. I modelli ottocenteschi sono di grande formato e sono suddivisi in 21 colonne, nelle quali venivano riportati partendo dal margine sinistro il numero d’ordine dell’iscritto, il suo cognome e nome, il nome del padre e della madre, la data e il luogo di nascita e il luogo di residenza, la professione propria e del padre e varie altre indicazioni relative a questa prima compilazione della lista da parte dell’autorità comunale. Nelle colonne dell’altra facciata venivano indicati dal Commissario di Leva la verificazione definitiva della lista, il numero d’ordine al tempo della chiusura della lista, il numero di estrazione, la descrizione dell’aspetto fisico e le decisioni del primo esame e nelle ultime colonne i risultati riportati dal Consiglio di Leva ossia se abile, inabile, rinviato a successiva leva o renitente; l’arruolamento con data e iscrizione alla categoria ed infine la data di partenza ed il distretto militare, il corpo di assegnazione o riformato. Il modello di registro adottato nel 1911 introdusse informazioni relative al grado d’istruzione e quello prescritto nel 1940 assunse un formato più piccolo strutturato in una sola facciata di formato A4 circa dove i dati sono riportati su 4 colonne.

 

 

Le Liste di estrazione erano compilate per mandamento - - non per comune - - in quanto svolgevano effettivo servizio militare quanti, in base al numero estratto, rientravano nel contingente, cioè nella quantità di uomini richiesta al mandamento. La procedura di estrazione, utilizzato fino al 1911 (classe 1890), anno in cui le liste furono abolite, era giustificato dall'impossibilità da parte dello Stato di sostenere l'arruolamento di tutti i cittadini idonei.

 

 

I Ruoli matricolari sono registri suddivisi per classe, rilegati per ordine di matricola, tenuti e compilati dai Distretti militari in cui venivano registrati tutti i servizi resi allo Stato dal singolo militare durante la sua permanenza nei ruoli. I dati venivano riportati in una sola facciata. In alto veniva indicato il numero identificativo del militare, detto “matricola” e la classe di appartenenza. A sinistra venivano indicati i dati anagrafici, la descrizione dell’aspetto fisico, la professione, il grado d’istruzione e altre informazioni descrittive personali. Al centro i dati relativi all’arruolamento, servizi, promozioni ed altre variazioni matricolari con accanto la data corrispondente.

 

 

sezione comportamento militare

fogli matricolari o ruoli matricolari

 

Inoltre, vi era una sezione dove venivano indicate le campagne ed azioni di guerra, le decorazioni, gli encomi, le ferite o le mutilazioni in guerra o in servizio. Oltre alla tenuta dei registri, i Distretti militari istruivano per ogni singolo soldato un fascicolo matricolare, nel quale veniva inserita la documentazione ufficiale inerente al servizio militare. I fascicoli matricolari offrono, quindi, informazioni più complete rispetto ai ruoli matricolari, che ne costituiscono la sintesi. Essi sono articolati in due sezioni: truppa e sottufficiali. Per poter avviare una ricerca nei fogli matricolari si deve partire dal cognome e nome della persona, individuati nelle rubriche alfabetiche divise per anno relativo all’anno di nascita. Qui si ricaverà il numero di matricola e con esso si potrà accedere alla relativa pagina del registro dei Ruoli matricolari o al fascicolo personale.

 

In pratica a regime il servizio militare di ciascun soldato veniva riportato su due documenti, un registro detto Ruolo matricolare e un foglio individuale redatto in doppio originale. Per le classi comprese tra il 1850 e il 1913 si conservano soltanto i Ruoli; per le classi comprese tra il 1914 e il 1926 si conservano i Ruoli e i fogli individuali. La tenuta di questi documenti era affidata ai Distretti militari.

 

Ruoli matricolari: le informazioni che si possono desumere dal ruolo matricolare corrispondono ai dati anagrafici del militare, la sua descrizione fisica, il livello di scolarità e la professione, i vari eventi accaduti durante la sua vita militare, data del congedo o morte in servizio o data in cui viene riconosciuto disperso.

Se il militare cercato ha avuto una carriera militare in qualche corpo speciale (es.: aeronautica, marina, corpo dei carabinieri...) presumibilmente non verrà individuato nelle rubriche dei ruoli matricolari e dova' essere cercato in registri diversi

 

 

 

 

 

Tra i tanti documenti dell'otto-novecento che possono fornirci notizie anagrafiche e preziosissime notizie di vita

 

Comune di nascita : Uffici di leva : lista di leva

P>liste di leva erano fatte dal comune e quindi vanno cercate nell'archivio del comune ( quando non versate all'Archivio di Stato

Copia di queste liste venivano poi inviate al distretto che compilava le liste chiamate di estrazione o anche finiva di compilare le liste di leva con il reparto di assegnazione e i dati caratteristici del militare

 

Quindi :

Il sistema di reclutamento assegnava agli Uffici di leva la compilazione di liste basate sugli elenchi dei giovani in età militare prodotti dai singoli Comuni, mentre ai Distretti militari spettava la redazione dei ruoli matricolari, nei quali venivano descritti tutti i servizi resi dal militare allo Stato In quanto tipologie documentarie utilizzate nell’Ottocento dall’amministrazione del Regno di Sardegna e poi da quella italiana fino alla fine della leva obbligatoria nel 2005, i ruoli matricolari hanno costituito per oltre un secolo uno dei cardini della gestione del servizio militare.

Liste di leva: si tratta di registri compilati dai comuni e inviati all’ufficio leva competente in cui venivano annotati i dati anagrafici dei giovani chiamati per la leva militare, suddivisi per anno di nascita. Le informazioni che sono contenute in questi elenchi sono le seguenti: nome e cognome, paternità e maternità, data e luogo di nascita, domicilio, professione, dati antropometrici (statura, larghezza del torace, capelli, forma del naso, del mento, occhi, colorito e dentatura), professione e grado di istruzione e, a cura dell’ufficio leva, esito della visita medica a cui venivano sottoposti gli iscritti per valutare l’idoneità al servizio militare.

La classe di leva corrisponde all’anno di nascita del militare (es. Rubrica ruoli 1889 fa riferimento ai nati nel 1889). A volte capita tuttavia che il militare sia partito volontario, con un anno o due di anticipo e in tal caso va cercato nella/e classe/i precedente/i, oppure che alla visita di leva sia stato reso rivedibile e che sia stato reclutato nella classe successiva, o anche dopo due o tre anni; per questo si consiglia sempre, in caso non si individui subito il nominativo cercato, di estendere la ricerca ad almeno i tre anni precedenti e ai tre successivi a quello di nascita

Si veniva chiamati a svolgere la visita di Leva militare e, in caso di esito positivo, il servizio militare dal Distretto competente territorialmente rispetto alla località di residenza al compimento del 20esimo anno di età. Dal momento che non sempre il comune di residenza coincideva con il comune di nascita, per effettuare la ricerca occorre conoscere esattamente dove il militare era residente al momento della chiamata alla leva.

Le Liste di estrazione erano compilate per Mandamento - non per Comune - in quanto svolgevano effettivo servizio militare quanti, in base al numero estratto, rientravano nel contingente, cioè nella quantità di uomini richiesta al Mandamento.

 

 

Liste di Leva Modena classi 1840 – 1961

Liste di Estrazione Modena 1840 – 1890

Registri dei Riformati Revisionati Modena classi 1874 – 1899

Ruoli Matricolari (Distretto Militare di Modena e Reggio Emilia) Modena 1874 – 1945

 

 

 

 

Quindi nel 1865 si affidava al sindaco e alla giunta municipale la compilazione delle liste di leva annuali per i giovani residenti entro i confini amministrativi del comune. Inoltre, l’art. 21 del regolamento d’applicazione incaricava il segretario comunale di conservare i ruoli dei coscritti e le carte relative.

In questo periodo si gettarono le basi per la formazione di un nuovo esercito dando seguito ad una serie di riforme destinate a cambiarne l’impostazione e la struttura, tenendo a modello quello prussiano, la cui caratteristica principale era la capacità di mobilitare, in tempi brevi, un elevato numero di uomini.

Veniva quindi applicato il principio delle coscrizione generale in modo da poter costituire, senza eccessive spese, un grosso numero di riservisti che al momento opportuno potessero essere mobilitati.

Per facilitare questa operazione si istituirono i distretti che dovevano provvedere alla mobilitazione e alla fase iniziale dell’addestramento ma, soltanto nel 1876, il Testo unico delle leggi sul reclutamento dell’Esercito riordinò la materia dando precise indicazioni riguardo alla formazione delle liste di leva. Tale legge prevedeva che ogni Comune tenesse due tipi di registri: le liste di leva e i ruoli matricolari.

 

ANNO 1888

La successiva normativa sul reclutamento militare (r.d. 6 agosto 1888, n. 5655 e il relativo regolamento r.d. 2 luglio 1890, n.6952) conservò l’obbligo per i sindaci di compilare entro il primo gennaio di ogni anno elenchi provvisori (Elenchi preparatori) di tutti i giovani che avessero compiuto i diciotto anni d’età, servendosi dei registri di stato civile, del registro di popolazione e di altri documenti utili.

Entro la fine di gennaio si procedeva alla notificazione pubblica per chiamare alle armi i giovani; quindi, si provvedeva alla correzione e all’integrazione della lista di leva, cancellando i deceduti, i dispersi, gli emigrati ed inserendo coloro che ne facevano richiesta. La lista di leva, approvata nel mese di marzo dalla giunta municipale, doveva essere trasmessa al prefetto e successivamente al commissario di leva.

Dopo le operazioni di reclutamento venivano formati i ruoli matricolari – registri che riportano la carriera militare di ciascun arruolato – i quali dovevano essere aggiornati attraverso le comunicazioni ricevute dai distretti circa le variazioni matricolari dei militari. Per ogni classe venivano compilati tre volumi distinti per categoria di servizio, ma dal 1921, con la riduzione ad un’unica categoria, ci si limitò ad un unico elenco.

La legge 30 giugno 1889, n. 6168 introdusse in ogni comune i registri dei quadrupedi, contenenti l’indicazione degli animali e dei rispettivi proprietari, ai fini della requisizione che poteva essere ordinata in caso di mobilitazione generale o parziale.

La normativa sul reclutamento dell'esercito del 1888 venne ripetutamente modificata con i regi decreti 28 giugno 1891, 15 dicembre 1907, 24 dicembre 1908, 30 giugno 1910 e 5 agosto 1927.

 

Nel 1910 si ridusse la ferma a due anni per tutte le armi.

 

Il Testo unico approvato con regio decreto 24 febbraio 1938, n. 329 rimase in vigore con opportune modificazioni nel dopoguerra fino al 1964, quando il D.P.R. 14 febbraio 1964, n. 237 riformò le procedure per il reclutamento e portò il periodo di ferma nell'Esercito a quindici mesi.

 

Per quanto riguarda le competenze comunali venne posticipata la trasmissione all'Ufficio leva del Distretto della lista di leva ai primi dieci giorni di aprile, venne prescritta la pubblicazione all'albo pretorio per quindici giorni del manifesto nel quale si indicano il luogo, il giorno e l'ora delle operazioni di leva, e dell'elenco alfabetico degli iscritti.

 

Il dovere alla difesa nazionale è sancito dall’art. 52 comma 1 della Costituzione e il servizio militare obbligatorio di leva rientra nei “doveri di prestazione personale” previsti dall’art. 23 della stessa.

 

 

Il reclutamento in tempo di pace

 

I giovani in età "militare" affluivano ai distretti di leva in seguito alla "chiamata alle armi". In questa sede avveniva la prima selezione sia per quanto riguarda la destinazione del candidato coscritto, sia per l''idoneità fisica.

L'esame fisico verteva essenzialmente sull'accertamento di alcuni parametri fisiologici come l''altezza (superiore a 154 cm) o la normale circonferenza toracica e sulla valutazione di assenza di menomazioni fisiche o malattie in atto. Pertanto il giovane poteva essere dichiarato idoneo al servizio nel caso rispondesse ai predetti requisiti, oppure "rivedibile", ovvero rinviato ad un''ulteriore visita da compiersi l''anno successivo.

I non idonei erano dichiarati "riformati" e passavano nella Riserva.

 

Gli idonei venivano poi classificati :

di 1 categoria se destinati ai Corpi,

di 2 categoria se entravano nella Riserva per soprannumero di personale,

di 3 categoria se entravano nella Riserva per qualsiasi motivo, ivi compresi gli esoneri per giusta causa.

 

I militari idonei di 1 categoria erano pertanto gli unici assegnati ai corpi per l''addestramento. Tutti i giovani di età compresa tra 20 e i 28 anni facevano parte della leva dell''E.P., sia che fossero in servizio (1 categoria dai 20 ai 22 anni), sia che fossero in riserva (congedi illimitati di 1 categoria tra i 23 e 28 anni 2 categoria tra i 20 e i 28 anni rivedibili esentati e 3 categoria non idonei ecc.).

Tra i 29 ed i 32 anni venivano invece iscritti ai ranghi della M.M. (1-2-3 categoria) e tra i 33 e 39 anni (1-2-3 categoria) a quelli della M.T.

 

Dal 1877 il contingente di ciascun reggimento di pace era somministrato in parti uguali da 5 anche 6 distretti diversi ognuno pertinente ad una delle cinque zone militari in era divisa la Penisola:

- Piemonte sino all''Adda;

- Lombardia-Venezia ed Emilia senza Bologna;

- Toscana-Marche-Umbria-Roma e Aquila;

- Puglia-Campania-Abruzzi;

- Bari-Terra d''Otranto-Calabria-Sicilia.

Un sesto gruppo di distretti detti di "riserva o complemento" (Cagliari e Sassari) poteva essere associato delle distribuzioni.

 

Il reclutamento nazionale prevedeva quindi che ogni deposito reggimentale attingesse a 5-6 distretti di leva. in modo da amalgamare giovani provenienti da regioni diverse.

Il territorio nazionale era poi diviso in 12 zone militari ognuna sede di un Comando di Corpo d''Armata e di due Comandi Divisionali: cinque zone per il Nord, quattro per il Centro e tre per il Sud.

Il Nord comprendeva le zone I (Piemonte nord), II (Piemonte sud), III (Lombardia), IV (Liguria- Emilia), V (Veneto - Friuli).

Il Centro comprendeva le zona VI (Romagna), VII (Litoranea Adriatica), VIII (Toscana), IX (Umbria-Lazio).

Il Sud era articolato nelle zone X (Campania), XI (Puglia- Calabria), XII (Sicilia).

Per la Sardegna era prevista l''aggregazione alla zona IX, ma va detto che l''Isola era anche sede della 25a Divisione (la prima della di M.M.) o Milizia Speciale per la Difesa della Sardegna.

 

 

 

Esempio della documentazione conservata:

La documentazione relativa alle operazioni di leva prodotta dal Comune di Verona risulta distribuita nelle seguenti serie:

1. Elenchi preparatori (regg. 195)

Elenchi preparatori (classi 1851-1926), regg. 98

Indici dei coscritti (classi 1846-1884), regg. 39

Elenchi degli eliminati (classi 1895-1941), regg. 38

Elenchi dei coscritti nati in altri comuni (classi 1901-1908), regg. 20

2. Liste di leva (regg. 175)

Liste di leva (classi 1846-1940), regg. 149

Indici delle liste di leva (classi 1848-1861), regg. 13

Situazioni di famiglia (classi 1927-1940), regg. 38

3. Ruoli matricolari (classi 1860-1894), regg. 41

4. Elenchi dei riformati (classi 1876-1920), regg. 6

5. Registri dei quadrupedi (1935-1957), regg. 4

6. Documenti diversi (1915-1951), bb. 6, regg. 7

 

 

 

ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE

 

Distretto militare di FIRENZE : Rubriche dei ruoli matricolari, 1866-1945

Le rubriche alfabetiche costituiscono l’unico strumento di accesso ai registri dei ruoli matricolari, consentendo la ricerca dei nominativi dei soldati e il relativo numero di matricola.

Le rubriche più antiche (almeno fino alla classe 1899) presentano una suddivisione in categorie (prima, seconda e terza), corrispondente alla suddivisione dei registri dei ruoli matricolari.

Giunte già in cattivo stato di conservazione al momento del versamento, le loro condizioni risultano piuttosto precarie a causa della frequente consultazione. Oltre a una generale e naturale evanitura dell’inchiostro e alla diffusa presenza di sporcizia e macchie, in molti casi le pagine sono mutile o strappate in corrispondenza dei margini laterali, l’inchiostro è slavato, trapassato dal sopra al sotto della carta e quindi sovrapposto, comportando in molti casi lacune nel testo.

Soltanto le rubriche delle classi 1866-1908 sono state oggetto di restauro, mentre sulle rubriche delle classi successive non sono mai stati effettuati interventi conservativi. Tuttavia alcune di esse sono state integralmente trascritte su nuovi supporti, per evitare di maneggiare ulteriormente gli originali.

Si segnala inoltre che alcune rubriche si presentano mutile e che di alcune classi non si sono conservate le rubriche di tutte le categorie. Infine, non sono pervenute le rubriche delle classi dal 1860 al 1865, quella del 1872 e quella del 1914.

 

Distretto militare di FIRENZE : Rubriche dei ruoli matricolari, 1866-1945

 

 

 

ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE

 

Distretto militare di PISTOIA : Rubriche dei ruoli matricolari, 1871-1935

 

Le rubriche alfabetiche costituiscono l’unico strumento di accesso ai registri dei ruoli matricolari, consentendo la ricerca dei nominativi dei soldati e il relativo numero di matricola.

Le rubriche più antiche (almeno fino alla classe 1899) presentano una suddivisione in categorie (prima, seconda e terza), corrispondente alla suddivisione dei registri dei ruoli matricolari. Una ulteriore suddivisione riguarda gli arruolati provenienti dalla zona della Valdinievole, registrati separatamente fino alla classe 1898.

Giunte già in cattivo stato di conservazione al momento del versamento, le loro condizioni risultano piuttosto precarie a causa della frequente consultazione. Oltre a una generale e naturale evanitura dell’inchiostro e alla diffusa presenza di sporcizia e macchie, in molti casi le pagine sono mutile o strappate in corrispondenza dei margini laterali, l’inchiostro è slavato, trapassato dal sopra al sotto della carta e quindi sovrapposto, comportando in molti casi lacune nel testo.

Soltanto le rubriche delle classi 1871-1908 sono state oggetto di restauro, mentre sulle rubriche delle classi successive non sono mai stati effettuati interventi conservativi. Tuttavia alcune di esse sono state integralmente trascritte su nuovi supporti, per evitare di maneggiare ulteriormente gli originali.

Si segnala inoltre che alcune rubriche si presentano mutile e che non è pervenuta la rubrica della classe 1872.

 

Distretto militare di PISTOIA : Rubriche dei ruoli matricolari, 1871-1935

 

 

 

ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE

 

Distretto militare di AREZZO: Rubriche dei ruoli matricolari, 1875-1942

 

Le rubriche alfabetiche costituiscono l’unico strumento di accesso ai registri dei ruoli matricolari, consentendo la ricerca dei nominativi dei soldati e il relativo numero di matricola.

Le rubriche più antiche (almeno fino alla classe 1890) presentano una suddivisione in categorie (prima, seconda e terza), corrispondente alla suddivisione dei registri dei ruoli matricolari.

Giunte già in cattivo stato di conservazione al momento del versamento, a causa dell'uso frequente, il loro stato di conservazione risulta piuttosto precario. Oltre a una generale e naturale evanitura dell’inchiostro e alla diffusa presenza di sporcizia e macchie, in molti casi le pagine sono mutile o strappate in corrispondenza dei margini laterali, l’inchiostro è slavato, trapassato dal sopra al sotto della carta e quindi sovrapposto, comportando in molti casi lacune nel testo.

Soltanto le rubriche delle classi 1875-1908 sono state oggetto di restauro, mentre sulle rubriche delle classi successive non sono mai stati effettuati interventi conservativi.

Si segnala inoltre che risulta mancante la rubrica della classe 1940, mentre è presente quella della classe 1942, di cui però non si conservano i corrispettivi registri dei ruoli matricolari.

 

Distretto militare di AREZZO: Rubriche dei ruoli matricolari, 1875-1942

 

 

 

 

 

 

GUERRA 1915--1918

 

Alla Grande Guerra parteciparono se fatti abili alla leva gli italiani di sesso maschile nati tra il 1874 e il 1899 che vennero dislocati nei vari rami della forza militare:

-Esercito Permanente Effettivo

-Milizia Mobile

-Milizia Territoriale

In forza di un complesso ordinamento di articoli che prendeva in considerazione la salute e lo stato sociale del giovane chiamato alle armi si poteva essere classificati come:

 

- abile di Ia categoria: buona salute, genitori viventi, un fratello con più di 12 anni di età al momento della chiamata;

- abile di IIa categoria: buona salute, figlio unico con padre non ancora entrato nel 65° anno di età, oppure figlio primogenito con fratello di età inferiore ai 12 anni;

- abile di IIIa categoria: buona salute, figlio unico orfano di un genitore, oppure un riformato fatto abile per necessità e adibito a lavori sedentari;

- rivedibile: con una malattia in corso o con uno stato di debilitazione risolvibile nel tempo. Venivano richiamati a nuova visita con la leva seguente;

- riformato: con una malattia dichiarata cronica e inabilitante, oppure con deformazioni che impedivano qualsiasi forma di attività militare.

Diverso naturalmente il discorso per i volontari che potevano essere più anziani o addirittura più giovani e ovviamente per gli alti gradi, i militari di carriera.

 

 

 

 

Il reclutamento in guerra - I richiamati alle armi

cavalleria, fanteria, artiglieria da campagna e da montagna, artiglieria campale e artiglieria pesante, genio, automobilismo, reali carabinieri e sussistenza – appartenevano alle classi di nascita dal 1874 al 1900. La classe veterana, quindi, aveva 41 anni, e la più giovane 18; per alcuni militari si trattò di un periodo molto lungo e continuativo, dato che alcuni soldati, nati nel 1892/93, furono chiamati alla leva militare nel 1913 e congedati soltanto a guerra finita, nel 1919. Per alcuni di loro, il destino volle che nel 1943 fossero nuovamente richiamati per pochi mesi alle armi, per essere poi definitivamente congedati.

Le classi dei soldati più anziani furono richiamati per mobilitazione nel 1916, mentre le classi dei più giovani, arruolati dopo la disfatta di Caporetto, avevano appena 18 anni e restarono famosi come i “ragazzi del ‘99” (ma furono chiamati anche i nati nei primi mesi del 1900).

 

 

Con l''inizio delle operazioni di mobilitazione, gli organici presenti ai corpi dal tempo di pace rappresentavano circa la metà della truppa necessaria al corpo. Vi era pertanto la necessità di integrare i militari di leva con i cosiddetti "richiamati della riserva".

Questi ultimi affluivano anche da classi di età che avevano già superato l''anno della chiamata alle armi dai ranghi della I categoria e della II categoria.

Al momento della mobilitazione generale quindi, ai soldati già in servizio attivo si aggiunsero i richiamati delle classi 1892 (I categoria) 1893 (I e II categoria) 1894 (I e II categoria) 1895 (I e II categoria).

Tutte le unità della Milizia Mobile costituite all''entrata in guerra per il congruo numero dei giovani alla leva, attinsero alle stesse classi di richiamati dell'' E.P. anziché utilizzare personale dai 29 ai 32 anni come previsto. Tuttavia l''arrivo dei richiamati non seguì più i criteri del reclutamento nazionale. Infatti era prevalso l''indirizzo militare di regionalizzare le chiamate, onde evitare l''impaccio causato dagli spostamenti ferroviari di masse di persone e perché questo sistema permetteva un cospicuo risparmio nelle spese di viaggio.

I richiamati pertanto affluirono non già ai reggimenti presso i quali avevano prestato servizio in pace, bensì affluirono ai depositi di reggimento detti centri di mobilitazione, situati nella stessa regione del distretto al quale appartenevano, come era prescritto sul foglio di congedo illimitato.

Tale articolazione del richiamo alla armi si addentrava sempre più nel senso della regionalizzazione in quanto, nella primavera del 1916 gli organi militari, preoccupati per la confusione legata agli spostamenti dei militari per ferrovia, emanarono direttive sempre più rigide in tal senso.

I primi corpi dell'' E.P.ad entrare in guerra disposero il personale per metà a reclutamento nazionale, e metà a reclutamento regionale. Tutti i corpi della Milizia Mobile invece, ebbero in pratica un reclutamento di tipo regionale, in quanto formati ex novo nel maggio 1915 nei depositi della regione militare di appartenenza, attingendo ai distretti extraregionali solo per reclute di I categoria che affluivano dalle Brigate di E. P., cui erano associate nello stesso territorio le Brigate M. M.

In seguito a quanto stava avvenendo, venne pertanto coniato il nuovo termine ufficiale di "reclutamento misto".

Tutte le Brigate dell'' E. P. entrate in guerra nel 1915, aumentarono le proprie caratteristiche regionali per effetto dei successivi invii di complementi, richiamati in seguito alle perdite causate dai combattimenti.

Maggiori caratteristiche di regionalità ebbero come detto le Brigate di Milizia Mobile formate nel 1915. A queste nuove unità "affiliate" potevano affluire le nuove reclute al primo addestramento destinate ai reggimenti dell'' E.P., oltre al personale delle Brigate già in guerra che poteva essere scambiato con le Brigate affiliate permettendo un miglior rendimento delle nuove unità grazie all''utilizzo di quote di veterani.

In guerra il richiamato per cartolina di precetto affluiva direttamente ai centri di mobilitazione dove era armato, vestito e assegnato alle unità da completare. Le classi più anziane destinate ai servizi ed i militari a reclutamento nazionale, affluivano invece ai distretti di appartenenza dove erano indrappellati e accompagnati al entro di mobilitazione stabilito.

L''avvio dei complementi in linea nel corso del conflitto subì numerose modifiche. Inizialmente, dai depositi si affluiva in speciali strutture dei comandi di tappa dette Centri di Raccolta Avanzati, dove i soldati venivano ulteriormente istruiti ed organizzati in reparti di complemento da assegnare ai reggimenti.

Nell''agosto 1915 vennero costituiti nel territorio delle Armate dei Comandi di Tappa, appositi depositi complementari avanzati che funzionarono anche come convalescenziari. Tale sistema, che distribuiva le truppe nell''ambito di armata, non favoriva certo il mantenimento della coesione regionale, avendo la necessità di mescolare le truppe e facendole affluire in caso di necessità.

Si giungeva così nell''aprile del 1916 quando, per migliorare la qualità dei reparti affluenti al fronte, vennero eliminati i depositi avanzati per creare i reparti di marcia. Ogni centro di mobilitazione infatti, formava un battaglione di marcia (compagnie per gli Alpini) ed un reparto di complemento ed istruzione. I primi erano in grado di fornire rimpiazzi già inquadrati ai reggimenti del rango minimo di una compagnia prima e dopo le operazioni belliche. I secondi fornivano militari addestrati ai reparti di marcia, o aiutavano a rifornire direttamente il fronte solo in casi di emergenza. Nella pratica in tutto il 1916 si arrivò a costituire solamente battaglioni di marcia per brigate e mai uno per reggimento come avveniva per gli austriaci.

Altra fonte di rimpiazzi indrappellati a plotoni erano ancora i depositi di convalescenza e tappa, eredi dei vecchi depositi avanzati, formati seguendo il principio secondo il quale il soldato convalescente doveva essere reintegrato nei ranghi della stessa brigata nella quale aveva combattuto. Doveva cioè essere assegnato al battaglione di marcia pertinente a quella stessa brigata. Tutto ciò contribuì nuovamente a mantenere il carattere di regionalità dei corpi.

Man mano che il conflitto progrediva, la regionalizzazione della truppa però ebbe a calare. Infatti nuovi ordinamenti organici dettati dalla carenza di truppe e dettati dalla necessità di mescolare veterani e reclute favorirono il frammischiamento dei reparti.

Il sempre maggior ricorso a tutti i possibili individui al servizio in guerra, determinò lo spostamento di molto personale dai servizi logistici alle truppe combattenti. Tale personale venne rimpiazzato nei servizi da non idonei da III categorie di classi di leva e da elementi anziani della leva territoriale, tutti reclutati con i consueti criteri regionali.

A fine 1916 e per tutto il 1917 si ebbero quindi nuove Brigate di Milizia Mobile con personale combattente misto e con personale dei servizi originario della stessa regione. Facevano eccezione le Brigate mobilitate in primavera 1916 che mantennero elevate caratteristiche di omogeneità regionale. La riduzione degli effettivi di compagnia avvenuta per circolare del marzo 1917, permise la formazione di battaglioni complementari di riserva, uno per ogni brigata che, per non essere confusi con quelli provenienti dai centri di mobilitazione, vennero definiti VII Battaglioni.

Nell''aprile 1917, sfruttando il recupero delle compagnie fucilieri soprannumerarie (le IV Comp. tolte ai battaglioni), si crearono brigate di marcia da utilizzare come riserva d''armata. Il militare che giungeva dai centri di mobilitazione, stazionava presso la brigata di marcia nel battaglione complementare assegnato alla propria brigata che aveva ereditato gli istruttori dei depositi di tappa, indi passava ai VII Battaglioni di brigata e di qui in linea.

I depositi di tappa rimasero solo convalescenziari.

Nonostante fossero prese tutte le misure per garantire l''affluenza dei soldati al corpo di appartenenza designato dal centro di mobilitazione, spesso ciò non fu possibile per la grave crisi degli effettivi che colpì l''esercito a metà 1917. Le unità in linea divennero sempre più eterogenee nella loro composizione regionale sino alla riforma dell''afflusso dei complementi del 1918, dopo la disgregazione di Caporetto, causa dello scioglimento di molte unità.

Alcune eccezioni si distinsero nel quadro complessivo di tale reclutamento misto, e alcune unità mantennero solo il reclutamento nazionale per tutta la guerra:

-Brigata Granatieri di Sardegna (1 e 2 Reggimento Granatieri) con sede e deposito a Roma. I criteri di selezione erano soprattutto una non comune prestanza fisica e la statura.

- Brigata Ferrovieri del Genio trattandosi di personale specializzato

Unità che mantennero solo il reclutamento territoriale-regionale per tutta la guerra:

- tutte le truppe alpine sia E. P. che M. M.

Brigata Sassari, divenuta Brigata Sarda il 3.12.1915 in seguito a circolare del Comando Supremo della III Armata foglio n. 13497 del 30.11.1915.

 

 

 

 

 

 

 

Se il militare cercato ha avuto una carriera militare in qualche corpo speciale (es.: aeronautica, marina, corpo dei carabinieri...) presumibilmente non verrà individuato nelle rubriche dei ruoli matricolari e dova' essere cercato in registri diversi

 

 

STATI DI SERVIZIO UFFICIALI

 

MARINA MILITARE

 

FINANZA

 

 

 

Fonti militari

Albo d’Oro dei Caduti. Il Ministero della Difesa mette a disposizione due banche dati dei caduti e dei dispersi della Prima e della Seconda guerra mondiale. È possibile ottenere il nominativo assieme alle informazioni anagrafiche di nascita, il reparto di appartenenza e il luogo e la data di morte.

Albo degli I.M.I. L’ Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari (ANRP) ha messo a disposizione l’albo degli Internati Militari Italiani (I.M.I) in cui sono inseriti gli elementi anagrafici e biografici degli internati militari italiani, che hanno perso la vita nei lager del Terzo Reich tra il 1943 e il 1945.

Arolsen Archives. Gli Arolsen Archives sono un centro internazionale di documentazione, informazione e ricerca sulla persecuzione nazista, il lavoro forzato e l’Olocausto nella Germania e nelle regioni occupate, situato a Bad Arolsen in Germania. L’archivio contiene circa 30 milioni di documenti dei campi di concentramento, dettagli sulla deportazione, l’internamento, il lavoro coatto e la carcerazione sia dei militari che dei civili italiani.

Associazione Culturale di Ricerche Storiche Pico Cavalieri. Nel sito dell’Associazione Culturale di Ricerche Storiche Pico Cavalieri è possibile consultare gli elenchi dei Caduti di Ferrara e provincia della prima e Seconda guerra mondiale. È possibile, inoltre, consultare e scaricare in formato PDF l’Albo d’Oro dei Caduti ferraresi 1848-1945.

Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia. Nel sito dell’Associazione Nazionale Reduci della Prigionia dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro famigliari è possibile consultare una banca dati, in cui sono inseriti, in ordine sistematico, elementi anagrafici e biografici dei lavoratori civili italiani nel Terzo Reich sottoposti a lavoro coatto in Germania per sostenere l’economia di guerra tedesca tra il 1943-1945. La banca dati on line è organizzata in modo da poter rintracciare facilmente, rapidamente e selettivamente i dati anagrafici e biografici di migliaia di persone, dare loro un nome e possibilmente anche un volto.

Croce Rossa Italiana. L’Archivio Storico della Croce Rossa di Milano ha il compito di raccogliere, conservare e valorizzare la documentazione storica relativa alle attività che hanno caratterizzato l’associazione nel corso del tempo. Il recente progetto di riordinamento e ricondizionamento del patrimonio documentale nasce dall’esigenza di restituire l’Archivio Storico al Comitato della Croce Rossa di Milano e alla cittadinanza, rendendo tale materiale fruibile nella città in cui il 15 giugno 1864 venne costituito il primo Comitato dell’Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra, in seguito diventato la Croce Rossa Italiana. L’archivio custodisce oltre 1660 unità archivistiche, in grado di testimoniare la storia degli enti di assistenza e beneficenza in Italia.

Istituto Ligure per la Storia e la Resistenza dell’età Contemporanea. Sul sito è possibile consultare le oltre 34.000 schede che compongono la Banca dati del partigianato ligure basata sui fascicoli prodotti dalla commissione regionale ligure per il riconoscimento delle qualifiche partigiane e oggi conservati presso l’Archivio centrale dello Stato.

Istituto Storico della Resistenza in Piemonte. Prodotta da una ricerca diretta da Claudio Dellavalle e condotta dagli Istituti storici della Resistenza del Piemonte in collaborazione con il Ministero della Difesa, la banca dati informatica raccoglie 108.421 nominativi tra partigiani combattenti, patrioti, e benemeriti che hanno svolto attività durante la lotta di Liberazione in Piemonte, tratti dai fogli riassuntivi dei fascicoli personali, conservati presso l’archivio dell’Ufficio Riconpart (Ufficio Per il Riconoscimento Qualifiche e per le Ricompense ai Partigiani), di pratiche esaminate dalle Commissioni piemontese, ligure e lombarda per l’accertamento delle qualifiche partigiane.

Istituto Storico per la Storia della resistenza e della Società Contemporanea di Provincia di Asti. Sul sito è possibile consultare diverse banche dati relative al territorio provinciale: Vittime di guerra astigiane, comprendente i caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale, Deportati politici astigiani e Prigionieri di guerra e internati militari.

Partigiani d’Italia. Nel 2017 l’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR) ha avviato questo progetto per rendere accessibile ai ricercatori e a un ampio pubblico le schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate nel fondo Ricompart presso l’Archivio Centrale dello Stato.

Solferino e San Martino. Il sito è un utile motore di ricerca per i caduti della battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859.

Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia. Sul sito è possibile consultare la banca dati on-line contenente i nominativi dei Caduti e Dispersi italiani durante la campagna di Russia che si svolse tra il 1941 e il 1943. Riempiendo almeno uno dei campi obbligatori per la ricerca è possibile reperire dettagliate schede descrittive relative a ciascuno dei nominativi presenti nell’elenco. L’accesso alla banca dati è consentito esclusivamente agli utenti che abbiano provveduto alla registrazione gratuita al sito.

Vicentini caduti o dispersi in Russia. L’associazione Nazionale Alpini, Sezione di Vicenza Monte Pasubio ha pubblicato online una banca dati contenente 2.523 nominativi di Vicentini caduti o dispersi durante la Campagna di Russia (1941-1943). È possibile operare delle ricerche per nome, cognome, luogo e data di nascita, grado, divisione e battaglioni di appartenenza, oltre a data e luogo di morte.

 

 

 

 

 

 

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