contatti : pierluigi18faber@libero.it
indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm
ill. 1 – Pianta del Castello di Monte San Savino, metà XVIII secolo.
CENNI SULLA FAMIGLIA CARNESECCHI di MONTE SAN SAVINO (AR)
Un articolo del dottor Angelo Gravano-Bardelli
A cavallo del secolo XVI e' vissuta a Monte San Savino una famiglia cognominata Carnesecchi.
Sulla base delle scarse notizie che possiedo attualmente posso dire era una famiglia di artigiani probabilmente benestanti (mastro Giovanni)- bisognerebbe indagare negli estimi all'Archivio di Stato di Arezzo, ( non conosco l'esatta arte ) elevatasi con l'acquisto di una prebenda ecclesiastica ( Antonio priore di S.Agata) tipicamente nell'orbita fiorentina (Camaldolesi di Firenze), estranea alle famiglie primarie paesane (che nel periodo 1503-1865 sono circa una cinquantina) ma e' da verificare che non abbiano coperto cariche minori nella Comunita'. (*)
Secondo l'anonimo autore de "Armi delle Famiglie della nobil Terra di Monte San Savino" (manoscritto databile a dopo il 1767) la famiglia Carnesecchi è oriunda da Firenze e risulta già estinta alla sua epoca ( Biblioteca Citta'di Arezzo, manoscritto XXI, 72 ).
Stemma secondo il manoscritto citato , per la cortesia dr Renato Giulietti
( E'possibile che sia uno stemma attribuito a posteriori presupponendo un origine nei Carnesecchi fiorentini, con il rocco scambiato per un giglio )
Dal "libro delle case et anime di S.ta Agata della Terra del Monte S.to S.no al tempo di prete Brandino Brandinucci 1594" la casa abitata dalla famiglia è posta in "borgo dreto" nella parrocchia di S.Agata e risulta di sua proprietà; ). Una annotazione postuma datata 1700 indica sinteticamente la collocazione della casa al tempo: "questa casa e de eredi Lucattelli, dove oggi hanno la sala". Siccome tale palazzo seicentesco Lucattelli è ancor oggi esistente in via Sansovino angolo via piaggia di S.Agata (corrisponde nel Catasto Lorenese alla particella n.98) è esattamente collocabile attualmente, anche se non piu' esistente nelle forme di fine '500, in quanto inglobato nel palazzo suddetto insieme al altre case limitrofe abitate dai Mucci e dai Fioghi (Idem, c.43 e 43t°.). (**)
Nei registri parrocchiali la prima traccia della presenza di questi Carnesecchi e' del 1569
La famiglia è nel 1594 composta dal padre Mastro GIOVANNI, due figli maggiori FRANCESCA e ANTONIO ( indicato come-abitante?- a "casteloctieri"=Castell'Ottieri - Sorano (****) ) e due figli minori LIVIA e LORENZO (Archivio Arcipretura Monte San Savino, c.44 )
Dai registri parrocchiali dei battesimi, morti e matrimoni collocati tra l'Archivio Arcipretale, Archivio vescovile di Arezzo, Archivio Comunale di Monte San Savino possiamo delineare i componenti della famiglia dal 1564 sino alla scomparsa da Monte San Savino :
Ecco gli atti :
immagine della carta 1 (intestazione ) del "Libro delle case et anime....1594)
immagine della carta 44 del "Libro delle case et anime....1594) dove e' descritta la casa e la famiglia Carnesecchi
Tutte le date da me indicate, nascite/battesimi, matrimoni, morti, sono ricavati dalla visione diretta dei registri parrocchiali e pertanto, sino a prova di errore della annotazione, piu' vicina all'evento che descrivono .
L'indicazione dell'eta' alla morte che compare sull'atto di morte deve considerarsi molto spesso approssimativa e certe volte anche molto diversa dal vero .
E' determinata dal parroco su quanto ricordano i parenti ( e bisogna tener conto che a quei tempi spesso gli individui stentano persino a ricordare con precisione la propria eta' ) oppure da quanti anni il defunto diceva di avere prima della morte oppure da quanti anni dimostrava fisicamente al momento della morte. Quindi e' evidente l'approssimativita' e l'inattendibilita' del dato.
In mancanza dell'atto di battesimo quindi dedurre l'anno di nascita dall'atto di morte puo' esporre ad errori anche grossolani.
Ho riportato l'anno di nascita ricavato dall'atto di morte solo come indicazione di massima.
Quindi la dove e' indicato un circa si deve intendere un intervallo molto largo anche di dieci ( in taluni casi di piu ) anni in piu' o in meno specie quando si parla di persone morte assai anziane
quindi nato intorno al 1544 ( sempre con le limitazioni anzidette )
di lui i registri ci rivelano 7 figli
------------------------------------------------------------------------------------------------------
sposata il 1.3.1588 in S.Agata con il notaio TOMMASO COCCHI di MICHELE da S.Miniato
FRANCESCA
puo' essere nata ante 1564 prima delle registrazioni o in altro luogo ma anche nelle numerose lacune successive, ad esempio, nel agosto od ottobre 1566, novembre 1568, gennaio, febbraio, da aprile a settembre 1570, febbraio 1571, agosto e settembre 1572, febbraio 1573 pertanto non puo' essere indicata alcuna data di nascitaatto di matrimonio di Francesca di Giovanni Carnesecchi
diacono il 23.2.1602 (ACVA-Reg. Ordinazioni Sacre 1601-16),
priore (parroco) di S.Agata (***) di Monte San Savino (not. 1605 sino alla morte),
cappellano della Pieve di Monte San Savino (not.1612)
atto di morte di Lorenzo di Giovanni Carnesecchi (ACVA-Morti S.Agata, c.3).
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
figli del suddetto LORENZO sposato il 15.11.1610 in S.Agata con DOMENICA di PERSIO SOLINORI di Monte San Savino (battezzata 6.8.1589)
LUCIA di Lorenzo Carnesecchi si sposa in giovanissima eta' ( 12 anni ) con Raffaello di Luca Tommasi (che aveva 15 anni : era stato battezzato il 26 06 1617 )
Ecco gli atti :
atto di nascita di Lucia di Lorenzo Carnesecchi
atto di matrimonio di Lucia di Lorenzo Carnesecchi di anni 12 atto di morte di Lucia di Lorenzo Carnesecchi di anni 18
La registrazione della morte di Lucia nel 1638 e' l'ultima registrazione riferibile ai Carnesecchi di Monte San Savino.
Non e' possibile intuire la sorte di Giovanni :
GIOVANNI
di Lorenzo Carnesecchi potrebbe essersi trasferito altrove oppure potrebbe essere morto prima del 1618 in quanto nel periodo 1609-18 mancano, salvo pochi nomi, le registrazioni dei morti.
(*) Secondo l'Estimo del 1683 le famiglie locali piu' ricche erano i Restorelli, Bucci, Filippi e Galletti che insieme avevano un quinto del reddito di tutta la popolazione del vicariato di Monte San Savino. La famiglia che storicamente e' piu' importante a livello storico-artistico e' quella dei Di Monte o Del Monte, di origini fiorentine gia' Giocchi o Ciocchi trapiantati al Monte nel '400 con diversi Cardinali e papa Giulio III (1487-1555) nato a Roma, feudatari locali per nomina di Cosimo de'Medici nel 1550 sino al 1570 quando si estinsero. Costruirono dal 1512 il complesso edilizio piu' importante del paese con palazzo (iniziato da Antonio da Sangallo il Vecchio), loggia e giardino pensile rimasto interrotto nel 1570 attualmente sede del Comune.
(**)
L'attuale palazzo seicentesco Lucattelli (famiglia primaria gia' presente al Monte nel 1646 col capitano Felice originario di Mappello - BG) ha inglobato in una unica costruzione almeno tre case di proprieta' di Rasemo (=Erasmo) Mucci, Fabiano Fioghi il convertito e mastro Giovanni Carnesecchi, per le dimensioni, probabilmente ancora casette medievali con porta, fondo, un piano e poco piu' del tipo che si possono ancora oggi vedere restaurate nelle strade laterali minori del paese (Archivio Parrocchia MSS-Libro delle case et anime...1594). Non era nel ghetto degli Ebrei, che comunque all'epoca ancora non esisteva in quanto fu creato dopo il bando granducale del 10.8.1707 (vedi l'ottimo e recentissimo di Bruno Portaleone - Commercio carnale con femmina cristiana, Edizione di Storia e letteratura Roma, 2008). Una presenza saltuaria non organizzata di singoli ebrei gia' esisteva prima del 1570 quando furono creati i ghetti di Firenze e Siena ed ivi raggruppati mentre una comunita' vera e propria si sviluppo', grazie all'autonomia che godeva Monte San Savino come feudo degli Orsini, dopo il 1627 con l'istituzione di un banco di prestito e successivamente nel '700 venne costruita anche la Sinagoga. Il tutto scomparve il 1799 a seguito dei moti del Viva Maria quando fuggirono chi a Siena chi a Firenze accusati di essere benestanti, giacobini e filo francesi. Ottimo libro e' AA.VV. Gli Ebrei a Monte San Savino, Comune di MSS 1994.
(***) La chiesa di S.Agata era soggetta al monaci Camaldolesi di S:Maria degli Angeli di Firenze costituiva una delle due parrocchie in cui era diviso il paese, l'altra era la Pieve, fu soppressa nel 1788 e demolita dopo il 1791 con la vendita delle ceramiche/altari Della Robbia e di Andrea Contucci detto il Sansovino oggi conservate nel paese stesso in S.Chiara.
(****) Castell'Ottieri e' vicino a Sorano , attualmente in provincia di Grosseto poco discosto dal lago di Bolsena , considerevolmente lontano da Monte San Savino.
Cenni bibliografici :
Sulla storia ed arte di Monte San Savino c'e' l'ottima guida edita dalla Associazione Pro Loco di Monte San Savino "Monte San Savino Itinerari storico artistici" di Renato Giulietti 2004
Da visitare il sito del Comune nella pagina dedicata alla notevole storia di Monte San Savino
http://www.comune.monte-san-savino.ar.it/
Estratto :
……………………………………………Ciò accade sul finire del secolo XII, mentre la storia di Monte San Savino va progressivamente assestandosi lungo quel cammino che fu comune a molti paesi toscani: diviso anch' esso nelle due fazioni di guelfi e ghibellini, questi ultimi vi ebbero il sopravvento allorchè Monte San Savino venne in potere degli Ubertini signori di Arezzo. Ma, una volta passato sotto la giurisdizione fiorentina e guelfa nel 1306, gli aretini, delusi del perduto potere su quel fondamentale avamposto che si incuneava nel sud dello Stato di Siena, incalzarono sempre più da presso Monte San Savino, finchè il Vescovo d' Arezzo Guido Tarlati, per vaer il Monte dato asilo ai guelfi, ne fece abbattere, nel 1325, come si legge nella Cronica del Villani, le mura castellane: "... nell' anno dopo agli 11 maggio vi cavalcò il vescovo medesimo con le sue genti e trasse dal castello tutti gli abitanti, che erano più di mille, e fece disfare la terra".
Già dall' anno 1337 Monte San Savino era di nuovo abitato e passò dapprima sotto il dominio di Perugia, poi sotto quello di Siena e quindi (1384) di nuovo sotto quello di Firenze che vi mandò potetstà e vicari per l' amministrazione della giustizia.
Monte San Savino conobbe il suo massimo splendore nella seconda metà del '400 e nel '500 quando fiorì in questa Terra il nobile ramo della famiglia Ciocchi-Di Monte, originaria di Firenze e ricca di famosi giureconsulti e prelati come il cardinale Antonio, uno dei più influenti porporati del Rinascimento, carissimo a Giulio II e intimo dei papi di casa Medici.
Al nostro paese questi cercò ognora di assicurare la protezione medicea, finché suo nipote Giovanni Maria Di Monte fu eletto pontefice nel 1550 assumendo il nome di Giulio III. In seguito a questo evento il duca di Toscana Cosimo I De' Medici donò la città di Monte San Savino - assieme a Gargonza, Alberoro e Palazzuolo - col titolo di contea al fratello del papa Balduino di Monte. Estintasi nel 1569 con il figlio di Baldovino, Fabiano, la famiglia Di Monte, la cittadina tornò, pur continuando a mantenere diversi privilegi, sotto Firenze e nel 1570 divenne sede dell' importante vicariato di Valdichiana. Una nuova infeudazione vide passare Monte San Savino a partire dal 1604 sotto i marchesi Orsini che lo tennero fino al 1643 allorché esso divenne feudo personale (fino al 16679 di Mattias De' Medici, fratello del granduca Ferdinando II. Ne divenne quindi principessa la stessa consorte di Ferdinando II, la granduchessa Vittoria della Rovere. Alla morte della "magna ducissa" (1694) seguì un periodo di reggimento autonomo di Monte San Savino.
La cittadina passò definitivamente sotto il diretto dominio granducale nel 1748: il motu proprio dell' 8 febbraio di quell' anno ne faceva una nuova comunità con residenza di una vicario regio. Quindi, con il Regolamento del 14 novembre 1774, Monte San Savino aggregava alla propria comunità, oltre ai "popoli" di Alberoro, Gargonza e Palazzuolo anche quello di Montagnano. In epoca napoleonica, allorchè la Toscana venne divisa in tre grandi dipartimenti - dell' Arno, dell' Ombrone e del Mediterraneo - governati da un prefetto e da alcuni ufficiali, Monte San Savino fu compreso nel dipartimento dell' Arno.
Al plebiscito del 1860, su 1635 elettori savinesi, 1594 si dichiararono a favore dell'annessione della Toscana al Piemonte, 23 contrari, mentre i voti invalidati furono 18. Al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, i voti per la repubblica furono 3231, quelli per la monarchia 1758, i non validi 481, tra cui 413 schede bianche. Con proprio decreto (22 luglio 1991) il Presidente della Repubblica ha concesso a Monte San Savino l' ambito titolo di Città, che viene accordato "
a comuni insigni per ricordi, o monumenti storici... che abbiano convenientemente provveduto ad ogni pubblico servizio ed in particolare modo all' assistenza, istruzione e beneficenza".
http://www.comune.monte-san-savino.ar.it/
--------------------------------------------------------------------
NOTE SULL'AUTORE
Il dr Angelo Gravano Bardelli e' autore di un importante opera manoscritta sulle genealogie delle principali famiglie di Monte San Savino.
Le genealogie (oltre cento) molto dettagliate , si basano su schede cartacee (una scheda a fogli mobili per ogni generazione) corredate di date, riferimenti di fonti, notizie. Riguardano le famiglie primarie (cioe' quelle che hanno avuto gonfalonieri), ma anche artigiane e contadine.
In altra pagina forniamo l'elenco delle famiglie
E' un opera che ritengo interessante ed utilissima
una ricerca che puo' essere la base per studi piu' approfonditi sulla storia e il costume di questa comunita'
incuriosisce questa presenza a Monte San Savino di quell'Antonio che potrebbe essere il futuro Arcidiacono di Pienza ( il sacerdote Antonio figlio di Giovanni era morto nel 1623 :
ANTONIO CARNESECCHI
parroco della prioria di S.Andrea a Pigli (AR) dal 5.7.1660 rinunzia il 15.3.1665.
(ARCHIVIO CURIA VESCOVILE DI AREZZO, Registro dei parroci Albergotti, 1820, carta 41)
Registro dei parroci compilato sotto il vescovo Albergotti.
per la cortesia di Angelo Bardelli Gravano
Antonio non puo' essere come detto figlio del Giovanni di Monte San Savino-
ANTONIO il figlio di Giovanni in quella data e' gia' morto (battezzato 19.5.1569 morto 17.1.1623 sepolto in S.Agata)
ma vista la compatibilita' cronologica , il nome , e la vicinanza dei due luoghi e' possibile pensare al futuro Arcidiacono
di cui ricordo qui anche il dato anagrafico di nascita
16 giugno 1636 - data di nascita di Antonio Giuseppe dello spettabil signor Girolamo Carnesecchi e di madonna Caterina Pontani;
Possibile ma non certa una presenza a Monte San Savino nel 1850 ( che non dimostrerebbe comunque una continuita' di presenza
STANDO ATTENTI ALLA POSSIBILITA? DI ERRORE COL COGNOME ARETINO CANESCHI
A Hand-Book for Travellers in Central Italy ... By ... - Pagina 241
John Murray (Firm), Octavian BLEWITT - 1850 -
Another excellent but hilly road goes to Siena by Monte Sansavino and Palazzuolo (88 miles) ; there is one clean bedroom at Carneschi's locanda in Monte Sansavino. Excuasrou '1'0 THE VAL m Cinaua AND THENCE '10 Rome BY Oavnt'ro .
Nel tentativo di saperne di piu' ho consultat il censimento toscano del 1841 ( anche se non e' detto che il proprietario di una locanda debba abitare nello stesso luogo della locanda )
Ho trovato sufficientemente diffuso il cognome Coradeschi
Un episodico Barneschi ( 2595 ) di un uomo di oltre 60 anni
Una servetta tredicenne ( a servizio presso una famiglia estranea = 1233 ) Maria CANESCHI
Anche Caratelli e Ceccardelli
Nessun Carnesecchi comunque
Quindi non ho trovato alcun elemento utile
Scegli la pagina ……………VAI ALL'INDICE GENERALE |
MAGLIANO ( IN TOSCANA ? ) nel 1594
Troviamo nel 1594 un fabbro chiamato Carnesecca di Magliano e penso si tratti di Magliano in Toscana e non di Magliano Sabina ( Rieti )
Fonti per la storia artistica romana al tempo di Clemente VIII: Archivio di ...
di Archivio di Stato di Roma, Anna Maria Corbo - 1975 - 267 pagine
Pagina 90
GIOVANNI CARNESECCA da Magliano, mastro fabbro. 1594 nov. 20: c. 12 '. GIOVANNI v.
Joanni. GIROLAMO brianzolo, muratore. 1595 febbr. 6-11: c. 27 '. ...
ORVIETO O URBEVETERI: Antonio detto Carneseccha ANNO 1431
PERRALLA ??? VETRALLA
Mi e' stato molto utile il sito del dr De Dominicis:
Lo Jacovacci . si legge nel sito , tra il 1621 e il 1642 ha raccolto notizie su 4167 famiglie romane ricavandole da libri , lapidi sepolcrali, in modo particolare da atti notarili
Ovviamente dice Claudio De Dominicis non tutti stipulavano atti notarili ma solo coloro che avevano dei beni , pertanto il lavoro non e' da considersi esaustivo su tutti i cognomi presenti a Roma , piuttosto sulle famiglie di un minimo grado sociale
Domenico Jacovacci "Repertori di famiglie": Carneseccha 1600 ( 2549 , 563 )
Ho chiesto informazioni al dr De Domicis ed ho avuto da lui queste ulteriori indicazioni
Trovo che nel 1534 morì Pierino, nipote de pronotario Piero Carnesecchi e fu sepolto il 31 agosto in S. Giovanni dei Fiorentini ed un altro Carnesecchi fiorentino morto il 24 ottobre 1562 nella parrocchia di S. Giovanni in Ajno [ vedi Claudio De Dominicis, Notizie biografiche a Roma nel 1531-1582 desunte dagli atti parrocchiali, in AccademiaMoroniana.it ].
Quindi due Carnesecchi morti a Roma prima di Pietro Carnesecchi decapitato nel 1567
Notizie biografiche a Roma nel 1531-1582 desunte dagli atti parrocchiali DA CLAUDIO DE DOMINICIS
. Cognome Carneseccha : La loro presenza nel periodo pontificio sembra documentata da un unico documento dell’anno 1600 citato dallo Jacovacci nei suoi Repertorii
Vi sono poi due richieste di cittadinanza di un Luca Carnesecca nel 1608 e di un Lorenzo Carnesecca nel 1610
Richieste di cittadinanza a Roma................ DA CLAUDIO DE DOMINICISDi Luca non viene indicata la provenienza
Lorenzo e’ citato due volte una come Lorenzo Carnesecca una seconda come “Carnesalata da Perralla”, città non individuata
La città di provenienza di Lorenzo non è chiara ma molto interessante è il fatto che Lorenzo una volta è detto Carnesecca ed un’altra Carnesalata ( sempre che si tratti del medesimo). Evidente il fatto che il nome derivi dalla professione del capostipite, che doveva produrre e vendere carne da conservare a lungo.
A Roma il termine “carnesecca” non era in uso e potrebbe essere che la forma trovata di “carnesalata” sia stato un tentativo di traduzione romanesca.
Il commercio di tale generi era fatto dai “salumari”, “pizzicaroli” e “norcini”, provenienti da Norcia e si distinguevano orgogliosamente dagli altri. In tutti i casi l’attività rendeva molto ricchi e non potevano esserci poveri che esercitassero queste mansioni.
La vicinanza tra le due concessioni di cittadinanza a Luca (1608) e Lorenzo (1610) può far supporre un rapporto familiare tra i due.
Nulla pero' ci fa credere in un loro radicamento in città con questo cognome almeno
Dico che non si radicarono a Roma perché, dopo di loro, segue un vuoto molto lungo
Ho molto materiale d’archivio riguardante anche strati sociali poveri e non vi è presente alcun Carnesecca (o simili), ecco perché sono praticamente certo di un “vuoto molto lungo”. Non furono presenti né prima e né dopo. Certo bisognerebbe vedere gli atti notarili, i cui indici sono conservati nell’Archivio Storico Capitolino in piazza dell’Orologio, le cui copie in microfilm, assieme alla documentazione, sono invece presso l’Archivio di Stato in corso Rinascimento.
VITERBO
Una flebilissima traccia laziale, praticamente inconsistente, legata alla presenza a Viterbo di parenti di un frate a quei tempi noto :
Conosco molto poco delle genealogie dei Carnesecchi a Bibbiena. Presenza a Bibbiena probabilmente collegata alla parentela coi Dovizi
Sicuramente legati ai Carnesecchi di Firenze
Utilizzavano nel loro stock onomastico il nome Guglielmo
E' di Bibbiena questo frate di cui non conosco ne il nome con cui fu battezzato ne' la paternita'
Fra Donato Carnesecchi Domenicano fu di Bibbiena professo di S. Maria in Gradi di Viterbo ove morì priore nel 1661 di anni 46 dopo essere stato compagno del maestro del sacro palazzo Capizzucchi.
Panegirico S Rosalia Vergine Palermitana , del Padre Maestro Fra Donato Carneseccbi Fiorentino dell'Ordine dei Predicatori, detto dal medefimo in San Domenico di Palermo , ed ivi stampato per Bisagni 1654
Come d'uso mettiamola in un angolo della memoria