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ing.Pierluigi Carnesecchi

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

Personaggi

 

 

Andrea di Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino Carnesecchi ( 1 luglio 1468 - 29 giugno1542)

 

Andrea era nato a Firenze il 01 luglio 1468 (Registro dei battezzati di San Giovanni ) .

La data della morte la possiamo ricavare dal Manni nel suo "Senato fiorentino" : 29 giugno1542

 

 

http://www.carnesecchi.eu/discendenza_simone4.jpg

 

molto interessante e' la presenza di un fratello di Andrea , figlio naturale di Paolo

 

 

Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi (1432--1510) da quello che risulta dalle fedi di battesimo sembra esser padre di due figli nati a due mesi di distanza l'uno dall'altro quindi da madri diverse : Andrea 01 luglio 1468 e Domenico 13 settembre 1468

Andrea diventera' un personaggio importante di Domenico ho perso le tracce

 

 

Ci troviamo di fronte ad un figlio nato nel matrimonio : Andrea e uno nato fuori del matrimonio : Domenico ( figlio naturale ) concepito probabilmente con una serva mentre la moglie era incinta

Come quasi sempre i fiorentini non disconoscevano i figli naturali , anche se poi crescevano in posizione fortemente subordinata e con moltissimi diritti negati. Paolo riconosce il figlio e lo battezza col cognome

Quindi Andrea aveva un fratello di cui non conosco le vicende, comunque un figlio sicuramente allevato ( se non morto ) a parte e sicuramente disconosciuto dalla Taddei

 

 

 

 

 

 

La prima traccia di Andrea e' questo dono di un pugnale fatta dal Marchese di Mantova ( Andrea nel 1485 aveva 17 anni ) a lui e a Alessandro di Francesco Nasi

 

 

 

Il Busini ricorda una disputa di Andrea Carnesecchi col figlio di Lorenzo cioe' con Piero dei Medici , disputa in cui Andrea ricevette una pugnalata

 

Paolo rappresentava probabilmente con Pierantonio di Francesco Carnesecchi e Andrea di Bernardo i vertici dello schieramento mediceo dei Carnesecchi non ancora incrinato dall'avventura savoranoliana

 

 

Su Andrea Carnesecchi vedi la voce di Michele Luzzati in DBI : Dizionario Biografico degli Italiani ( Treccani ) volume XX pagine 455-456

 

Andrea nato dunque a Firenze il 1 luglio 1468 da Paolo di Simone di Paolo , nel .... sposa Caterina di Mico di Uguccione Capponi da cui ha diversi figli tra il 1491 e il 1495

 

 

Il padre di Andrea probabilmente e Andrea stesso nel periodo ante il primo matrimonio era stato al servizio degli Sforza duchi di Milano come diplomatico fiorentino incaricato dai Medici

Oddone Ortolani dice che che Paolo svolse gran parte della sua attivita' al servizio del Duca Francesco Sforza di Milano non so quale sia la fonte della notizia ( sebbene penso l'abbia tratta dalle dichiarazioni del figlio Pietro durante il processo figlio che pero' non specifica la durata dell'ufficio ) . Quindi quel svolse gran parte della sua attivita' va preso con le molle come del resto molte delle cose affermate dall'Ortolani

Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi ( il padre ) infatti nasce nel 1432 e muore nel 1510:

Francesco Sforza (Cigoli, 23 luglio 1401 – Milano, 8 marzo 1466) è stato il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza.

Figlio illegittimo del condottiero Giacomo Attendolo (detto Sforza) e di Lucia Terzani da Torgiano, Francesco Sforza passò la sua infanzia tra Firenze e la corte ferrarese di Niccolò III d'Este. Dal 1450 Duca di Milano

by wikipedia

Galeazzo Maria Sforza (Fermo, 14 o 24 gennaio 1444 – Milano, 26 dicembre 1476) fu duca di Milano dal 1466 al 1476, anno in cui fu assassinato nei pressi della chiesa di Santo Stefano per mano di alcuni nobili.. Figlio di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti,

by wikipedia

 

 

 

Nel processo dell'Inquisizione contro Pietro, questi dichiarera' : ( I processi inquisitoriali di Pietro Carnesecchi (vol II tomo I pag 267 ) di Massimo Firpo e Dario Marcato)

...........il cardinale Morone e' un de' piu' antichi signori et patroni ch'io habbia in questo mondo, havendo cominciato amarlo et osservarlo insino all'anno 1527 inanzi che egli fusse vescovo di Modena . Et l'occasione di questa mia servitu'con Sua Signoria Illustrissima e' stata l'amicitia et servitu' che aveva la buona memoria di mio padre col padre di ditto signore, contratta nel tempo ch'esso mio padre stette al servitio del duca Francesco di Milano , nel qual tempo receve' molte gratie et favori dal padre del detto signore che era omnipotente apresso a quel principe. Questo fu -dico - la prima causa che mi fece che mi fece pigliare servitu' con Sua Signoria Illustrissima havendo per rispetto del padre comminciato ad amarlo innanzi che lo cognoscessi altramente

 

 

 

Probabilmente memoria di questo periodo questo libro di preghiere rimasto a Milano

 

Un libro d'ore Carnesecchi Capponi conservato alla Trivulziana di Milano

spett.le Società Storica Lombarda

Trovo sul vostro sito :

 

– Persone, Luoghi, Materia, anni XCI – C (1964 - 1973), serie IX, Vol. I-VI , Milano, Cisalpino, 386 pag.

Carnasecchi ( famiglia fiorentina - libro d'ore - III91)……………………………

……………..avrei bisogno di conoscere di quali materiali disponete relativamente a questa famiglia

 

 

le indicazioni da Lei riportate sono tratte dagli indici della nostra rivista "Archivio Storico Lombardo" .

Nell""Archivio Storico Lombardo" 1968 all'interno dell'Articolo di C. Santoro Biblioteche di Enti e di Bibliofili attraverso i codici della Trivulziana alla pag. 91 sotto la voce bibliofili si trova la seguente frase:

"... CARNASECCHI e CAPPONI. Per queste due famiglie fiorentine venne eseguito un grazioso libro d'ore, quattrocentesco, con fregi ed iniziali miniate di scuola fiorentina (n. 464) . Porro 330; Santoro p. 90 n. 150 ..."

 

Mentre nell'"Archivio Storico Lombardo" 1971-72-73 all'interno della recensione realizzata da M. Bendiscioli relativa al libro di A. D'Addario Aspetti della controriforma a Firenze (- Pubblicazioni degli Archivi di Stato, LXXVII, Roma 1972) alla pag. 451 compare la seguente frase:

"... La terza serie (nn. XXIII -LXV, p. 413-446) si riferisce a Figure di credenti e associazioni religiose nella Firenze del 1500 e costituisce il maggiore contributo del volume della Storia della spiritualità fiorentina: qui figurano, tra l'altro, copia d'una lettera del Carnasecchi ai "Cardinali dell'Inquisizione" del 9 luglio 1567 ed un dispaccio del residente fiorentino a Roma del 21 sett. 1567 sull'autodafé per la condanna dello stesso Carnasecchi (p. 419) . ...".

 

Restando a Sua disposizione le porgiamo distinti saluti.

Società Storica Lombarda

 

Avete la possibilita' di dirmi dove e' conservato questo libro d'ore ( e a chi posso rivolgermi per saperne di piu' )

cosa vuol dire N.464 ?

cosa vuol dire Porro 330 ?

cosa vuol dire Santoro P90 n.150 ?

Questo libro potrebbe essere un pezzo assai interessante e pochissimo conosciuto !

 

siamo lieti di poterle essere utili, il manoscritto dovrebbe essere conservato presso la biblioteca Trivulziana alla quale consigliamo di rivolgersi. (02.884.63690 / 02.884.63696 Fax 02.884.63698 e-mail: ASCB.Trivulziana@comune.milano.it)

Per "Libro d'ore" si intende un manoscritto di preghiere per la meditazione individuale, il n. 464 dovrebbe corrispondere al numero di inventario della Trivulziana.

 

 

Il fondo Trivulziano, conservato oggi presso l'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, comprende buona parte dei manoscritti raccolti dalla famiglia Trivulzio nel corso dei secoli. Il fondo contribuisce dunque a documentare i personali interessi collezionistici dei membri di una delle più note famiglie milanesi tra il Quattrocento e i primi del Novecento.

Nelle raccolte attuali è infatti possibile individuare codici appartenuti ai Trivulzio già alla fine del XV secolo, in particolare legati al nome di Gian Giacomo Trivulzio detto il Magno (ad esempio il Trivulziano 2154), ma anche ad altri membri della famiglia come Renato Trivulzio (ad esempio il Trivulziano 2150).

La vera e propria costituzione delle raccolte, tuttavia, si ebbe a metà del Settecento e si lega strettamente al nome di due fratelli: Alessandro Teodoro Trivulzio (1694-1763) e don Carlo Trivulzio (1715-1789).

 

 

 

 

Milano, Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Trivulziano, Triv.464

 

 

Pagine iillustrate (cc. 13r, 87r, 139r, 171r, 198r) con fregio illustrato (putti che sorreggono sul margine inferiore uno stemma a c. 13r) e grande iniziale illustrata; iniziali medie vegetali su fondo d'oro con fregio sul margine; iniziali piccole rosse o azzurre filigranate in viola o in rosso; rubriche; maiuscole e segni di paragrafo in rosso o in azzurro. Miniatura attribuita a Littifredi Corbizzi.

attribuito al miniatore Littifredi dei Corbizzi

Miniatore, nato a Firenze nel 1465 e morto a siena dopo il 1515. Figlio illegittimo di Filippo Corbizzi, nacque a Firenze nel 1465 e fu avviato alla vita religiosa; dopo essere entrato in lite col padre a causa dell'eredità della nonna paterna che lo aveva dotato, nel 1488, di una casa in piazza S. Piero Maggiore, si trasferì definitìvamente a Siena.

Da DBI, 28 (1983); Dizionario biografico dei miniatori italiani, a cura di M. Bollati, Milano, Sylvestre Bonnard, 2004, pp. 174-175 (voce a cura di D. Galizzi)

 

 

Libro di preghiere con stemma Carnesecchi .uomo e Capponi donna

Io lo attribuirei al matrimonio di Andrea di Paolo di Simone Carnesecchi e Caterina di Mico di Uguccione Capponi

Questo per i contatti di Andrea e di suo padre Paolo con l’universo milanese

Sposato in prime nozze con Caterina di Mico di Uguccione Capponi , da cui ebbe vari figli, ed essendo rimasto vedovo in eta' ancora giovanile , si uni di nuovo in matrimonio con Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani , gia' direttore della filiale di Bruges del banco Medici , la quale aveva sposato in prime nozze Giovanbattista Dovizzi, fratello del celebre cardinale Bernardo Dovizzi (il cardinale Bibbiena )

 

 

cc. 1r-12v

Titolo identificato: Kalendarium

cc. 13r-82v

Titolo presente: Officium beatae Mariae (c. 13r)

Incipit (testo) : Domine labia mea aperies et os meum annuntiabit laudem tuam (c. 13r)

cc. 87r-137v

Titolo presente: Officium defunctorum (c. 87r)

Incipit (testo) : Placebo Domino. Psalmus. Dilexi quoniam exaudiet dominus vocem (c. 87r)

cc. 139r-152r

Titolo presente: Psalmi poenitentiales (c. 139r)

Incipit (testo) : Ne reminiscaris. Ps. Domine ne in furore tuo arguas (c. 139r)

cc. 152v-163v

Titolo presente: Letaniae et orationes (c. 152v)

Incipit (testo) : Kyrie eleison, Christe eleison. Kyrie eleison. Christe audi nos (c. 152v)

cc. 165r-169r

Titolo presente: Officium breve sanctae Crucis (c. 165r)

Incipit (testo) : Domine labia mea aperies et os meum annunciabit laudem tuam (c. 165r)

cc. 171r-197v

Titolo presente: Officium passionis Cristi (c. 171r)

Incipit (testo) : Per signum crucis de inimicis nostris libera nos (c. 171r)

cc. 198r-209r

Titolo presente: Psalmi graduales (c. 198r)

Incipit (testo) : Ad Dominum cum tribularer clamavi et exaudivit me (c. 198r)

Autore della scheda relativa a questo codice : Martina Pantarotto

 

Storia del manoscritto:

Entro il codice è inserito un foglietto volante con una nota novecentesca che identifica lo stemma di c. 13r come Capponi - Carnesecchi, a riprova dell'origine fiorentina, confermata dalla decorazione e dal calendario.

Sul dorso titolo e segnatura "237" (sec. XVIII).

All'interno del piatto posteriore un nome semicancellato: "...gliati" (sec. XVIII).

All'interno del piatto anteriore ex libris della Biblioteca Trivulzio di Gian Giacomo Trivulzio di Musocco: "Codice N° 464. Scaffale N° 82.

Palchetto N° 4", a fianco, a lapis, in rosso, il numero dell'Inventario Mazzucchelli: "Piede A 65".

 

 

 

Alla morte di Caterina e' probabile un periodo prolungato di vedovanza

Sicuramente assente dall'Italia nel periodo 1500-1504 ( console in Turchia ), si risposa poi con Ginevra Tani da cui ha Pietro nel 1508 e Vaggia nel 1509

Andrea e' quindi padre di Pietro il celebre Pronotaro, arso per eresia

 

Il contemporaneo Busini nelle sue lettere al Varchi ne parla assai male ( di lui e dei suoi figli ) ma le sue sono le parole di un avversario politico : il repubblicano Busini contro il mediceo Andrea

 

Oddone Ortolani che scrive di Pietro ne tratteggia la figura in poche righe : Andrea Carnesecchi nato a Firenze il 1 luglio 1468 , svolse gran parte della sua attivita' << al servitio del duca Francesco (Sforza ) di Milano >> pag 215 =appendice 181 per poi passare alla dipendenza di Cosimo I; dal 1532 fu senatore fiorentino.

Era considerato dai contemporanei << ricco e onorato......buon compagno , ben parlante ed allegro; le sue nozze con Ginevra Tani , vedova di Giovan Battista Dovizi , fratello del cardinal Bibbiena , e madre del futuro monsignor Angiolo e Antonio , erano state per lui un secondo matrimonio , essendo rimasto vedovo con figli da una precedente unione con Caterina Capponi

Sul clima spirituale di questa famiglia non si hanno indiscrezioni : a quel che sembra Andrea fu un uomo piuttosto mediocre e non sempre avveduto nell'amministrazione dei suoi affari, tanto che vi sono accenni ad un fallimento, dovuto forse , al desiderio di grandeggiare oltre le possibilita' ; Ginevra, invece ,da quanto si puo' dedurre dal testamento che e' l'unico documento che la riguarda , appare donna non priva di nobili intenti e dotata di vivo senso religioso.

 

L'analisi di Oddone Ortolani e' evidentemente ( come sempre ) poco corretta basata come e' sugli scarsi elementi da lui raccolti. L'Ortolani va diffidato per la superficialita' con cui si spinge al giudizio ma va perdonato perche' Andrea non e' l'oggetto del suo studio che e' focalizzato su Pietro

Molto piu' attendibile l'analisi su Andrea Carnesecchi fatta da Michele Luzzati per il Dizionario biografico della Treccani

Certamente uomo tanto mediocre non puo' essere stato se solo pensiamo che il governo repubblicano che reggeva Firenze, ai tempi dell'assedio, senti il bisogno di imprigionarlo insieme ai maggiori del partito mediceo

 

 

CARRIERA POLITICA IN SINTESI

 

1 volta priore nel 1530

Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul come console dei Fiorentini in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice )

 

 

 

 

 

Antonio Agostini dice :

Andrea , aveva numerosi affari non solo in Italia, ma anche in Spagna. Si conserva una lettera commendatizia in favore di lui , scritta da Giulio de Medici , che poi fu papa col nome di Clemente VII , e diretta alla Sacra Serenissima Maesta di CarloV. In questa lettera si dice che Andrea Carnesecchi , summafide et singulari modestis vir, aveva degli affari di commercio <<vasti abbastanza e , a quello che intendo, abbastanza giusti >> con un tale Girolamo Sernisio fiorentino , che mercanteggiava nella Spagna

Questa lettera si trova nella biblioteca Magliabechiana nel volume intitolato :Variarum epistolae et opuscola varia pleraque autografa , collegit Antonius Sangallo; Classe VIII ,51, carta 9

 

Ancora l'Agostini dice :

<< Fu ben ricco e onorato , avanti che fallisse ,>> scrive il Busini (Lettere di Giovanbattista Busini a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze ,corrette ed accresciute di alcune altre inedite per cura di Gaetano Milanesi Firenze 1860 pg 92 ) Il suo carattere allegro, spiritoso, galante lo spingeva a cercare la compagnia di quegli uomini che si mostravano splendidi e tenevano corte. Egli apparisce subito in intima relazione con i Medici . Si diceva anzi che avesse avuto delle brighe amorose con Piero de Medici e che un bel giorno questi gli desse una ferita. Quel fiero repubblicano di giovanbattista Busini non gli sa perdonare questa mania di frequentare le corti , e dice : << Ne' mai fecce cosa onorevole , ne' lui ne' i suoi figliuoli , da messer Pierino in poi >>

 

 

 

In realta' il Busini si limita a parlare male di un avversario politico odiato essendo Andrea un fiero mediceo imprigionato nei tempi dell'assedio

 

 

Andrea Carnesecchi ( il padre di Pietro ) e' l'uomo che prepone i suoi legami coi Medici alla fedelta' alla Repubblica ,sara' imprigionato nei giorni dell'assedio essendo sospetto ai Fiorentini

 

 

Era considerato dai contemporanei << ricco, onorato ….buon compagno , ben parlante ed allegro ..>>

 

Dice Michele Luzzati ……..Dedito alla mercatura sembra fosse fallito e , secondo il Busini , pote' riprendersi solo grazie alla protezione di Nicola Schomberg , arcivescovo di Capua , poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio 1531

 

Apparteneva ad Andrea il bel palazzo di via Larga rammentato dal Varchi (originariamente appartenuto ai Capponi )

Tale palazzo era pervenuto ad Andrea in parte tramite la moglie Caterina Capponi ed in parte per l'acquisto fattone da Andrea dalle sorelle della moglie

 

 

 

Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice )

E' da notare che siamo in un periodo in cui il governo di Firenzee' fieramente antimediceo e cio' nonostante utilizza il mediceo Andrea

Dice Michele Luzzati …Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore dell'elezione del Carnesecchi a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte Guelfa nel maggio del 1500 : indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.

Dopo l'elezione , avvenuta il 19 settembre 1492 di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli , non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'impero Ottomano . E' certo che nel giugno 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli , tant'e' vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni , procuratori della nazione nella capitale turca , che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore .L'invio di un oratore , nella persona di Geri Risaliti , non avvenne che nel successivo 1499 e , in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore , il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni , "Vicemino " della nazione , che i capitani di Parte Guelfa avevano eletto il Carnesecchi " nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica egregie gestis gratissima est nobis " in "eminus nationis nostrae , qui iustitia administraturus sit , acturusque pro mercatus civium nostrorum"

Trasferitosi a Costantinopoli , dove era gia' nel novembre del 1500 , il Carnesecchi vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli ; annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo << con quello honore che si conviene >>e di informarlo << delle cose successe al tempo suo , dandognene particulare instructione >> ..<< et li consegnerai scripture et cio' che altro appartenessi allo officio suo…….ne' mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costi tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi >> Istruzioni di questo genere dimostrano che i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre piu' le funzioni degli ambasciatori residenti.

E' ad esempio caratteristico un duplice messaggio inviato al Carnesecchi sotto la data del 26 gennaio 1503 dalla Signoria di Firenze . In una lettera riservata al console a proposito della condanna inflitta dal Carnesecchi ad Antonio Sostegni << per certa inobedienza usata verso di te >>gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perche' i Turchi vedendo le liti tra i fiorentini non avessero a credere che si trattasse di << cosa di maggiore importantia >> e tale da prenderne <<ombra>>. Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console , avvertendo che i << mali portamenti >> dei mercanti << in uno luogo come e' cotesto tanto discosto dall'Italia >> potevano causare << perdita grande , et in comune alla citta' , et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno >>

Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al Carnesecchi nel gennaio del 1503 da un sedicente Duca di Catanzaro e marchese di Cotrone ( un Centelles ? un Ruffo visto che si dice << fratello cugino >> di Antonello Ruffo ? ) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1521 ricopre la carica di Ambasciatore in Portogallo

 

 

 

E' arrestato ed imprigionato ai tempi dell'assedio di Firenze essendo sospetto alla Repubblica per i suoi legami con i Medici

 

 

 

 

 Among those who had been imprisoned: On August 23, 1512, Filippo Ridolfi and Zenobi Giovanni de Bracci were arrested; three days later Giovanni Burci, Barghino de Cocchi and Francesco del Giocondo were given the fines. On the 28th, two groups were listed in a broader set of arrests. On the first list were Piero Guicciardini, Bernardo de Segni, Giovanni de Bracci, Michele, Danieli, and Frederigo de Strozzi, Antonio de Gugnis, Bartolo de Tedaldi, Neri de Venturi, Sasso de Sassi, Francisco de Girolami, Francesco del Giocondo, Bartolomeo Buondelmonti, Tommaso del Bene, Niccolo Pugliese, Piero Pancatici, Giovanni Guasconi, and Giulio Menghi. On the second were Borgino de Cocci, Bonifatio de Ruspoli, Andrea Carnesecchi, Corsi de Adimari, Ser Bartolomeo de Leoni, Antonio de Castellani, Ser Jacopo Martini, Angelo de Boni, Giovanni de Micceri, Cosimo de Sasseti, Benedicto de Tornaquinci, Giovanni Domini Luce, Bartolomeo Ritaglitore, Piero Minerbitti, Matteo Borganni, Ser Dominico Boccanti, Danieli de Strozzi, Bernardo de Sengi (both listed a second time), Raphaello des Sale, Roberto Ricci, Piero Alamanni, Bernardo Uguccioni, Clementi del Grasso, Heredi Piero de Adimari, Carlo de Libri, Paolo del Giocondo, Niccolò Cachagni, Francesco Carducci, Bernardo Bontempi, Giovanni de Ginanni, Giovan Marco della Palla, and Donato del Corno. For the text, see Tommasini, La Vita de Machiavelli, I, 745-747. Of these, several were (or became) close friends of the Second Chancellor. Tommaso del Bene was a close friend, described by Niccolò as one of "the gang": see Atkinson and Sices, Machiavelli and His Friends, #144, 206, 210, 224, 297; pp. 158, 223, 227, 263, 366. On Donato del Corne, see Niccolò Machiavelli to Francesco Vettori, 19 December 1513, ibid., #225, p. 265, Filippo Strozzi to Niccolò Machiavelli, 31 March 1526, ibid., #306, pp. 383-385 as well as the citation from Filippo's letter to his brother Lorenzo, encouraging Machiavelli's employment by the Medici (ibid., p. 322). Niccolò's correspondence and friendship with Francesco Guicciardini has been the focus of extensive comment: Gilbert, Machiavelli and Guicciardini, esp. pp. 240-243; less noted is the close friendship with Luigi Guicciardini, reflected in the letter of 8 December 1509 (ibid., #178, pp. 191-192) recounting Niccolò's encounter with the disgusting prostitute; see above, p. 165. Niccolò and his brother Totto had extensive dealings with Marco della Palla: # 93, pp. 104-106, #140, p. 151.

 

Nel 1521 ricopre la carica di Ambasciatore in Portogallo

 

Fedele ai Medici , egli venne arrestato al tempo dell'assedio e , caduta la Repubblica fu subito Gonfaloniere di Giustizia ( ?????? M. Luzzati )

…. processato , fu messo in prigione per tutta la durata dell'assedio del 1530. Capitolata la Repubblica , venne liberato ,eletto nella balia di cittadini incaricata di riformare lo stato e insignito della dignita senatoria nel 1532. (Roberto Ciabani le famiglie di Firenze Bonechi )

- All'inizio del 1531 fu inviato a Poppi come commissario del Casentino

- Fece parte della Balia incaricata della riforma dello stato mediceo

 

 

senatore del ducato di Toscana dal 27 aprile 1532 al 1542 anno della sua morte

Sposato in prime nozze con Caterina di Mico di Uguccione Capponi , da cui ebbe vari figli, ed essendo rimasto vedovo in eta' ancora giovanile , si uni di nuovo in matrimonio con Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani , gia' direttore della filiale di Bruges del banco Medici , la quale aveva sposato in prime nozze Giovanbattista Dovizzi, fratello del celebre cardinale Bernardo Dovizzi (il cardinale Bibbiena )

Ginevra era gia' madre di Antonio e di Angiolo, futuro monsignore . Da Ginevra ,Andrea Carnesecchi ebbe Pietro il futuro segretario di Clemente VII

 

Muore il 29 giugno 1542 ( vedi Manni : Il senato fiorentino )

 

Bibliografia

DBI

Manni Il senato fiorentino

Firenze Biblioteca Nazionale poligrafo Gargani scheda numero 504

Firenze Biblioteca nazionale codice Magliabechiano cl.XXVI , 25,cc. 26, 29 s.

Firenze Biblioteca Riccardiana codice 1859 , cc.11v-13v

ASF Carte Strozziane , f. XCVIII c.129 lettera al Carnesecchi di Francesco Bonsi

ASF Carte Strozziane , f. CCCLI , cc. 82,84 lettere al Carnesecchi del "Duca di Catanzaro"

Busini G.B. Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze , a cura di G. Milanesi Firenze 1860 pp-92 ,169,

machiavelli Nicolo' Legazioni e commissarie a cura di S. Bertelli Milano 1964 p.991 et ad Indicem

De Ricci G. Cronaca (1532-1606 ) a cura di G. Sapori Milano Napoli 1972 pp 6 s. , 37 , 418

Ademollo A. Marietta dei Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio a cura di L. Passerini V Firenze 1845 pp 1768 ss

Muller G. Documenti sulle relazioni delle citta' toscane con l'oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531 Firenze 1879 , pp 241 ss. , pp. 247 ss. , 250 ss. , 253 ss.

Rubinstein N. Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494 ) Firenze 1971 p.373

Martines L. Lawyers and statecraft in Renaissance Florence Princeton N.J. 1968 p.278

 

 

 

 

 - Dal 27 aprile 1532 fino alla sua morte fu senatore fiorentino

 

 

 

Sposato in prime nozze con Caterina di Mico di Uguccione Capponi , da cui ebbe vari figli, ed essendo rimasto vedovo in eta' ancora giovanile , si uni di nuovo in matrimonio con Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani , gia' direttore della filiale di Bruges del banco Medici , la quale aveva sposato in prime nozze Giovanbattista Dovizzi, fratello del celebre cardinale Bernardo Dovizzi (il cardinale Bibbiena )

Ginevra era gia' madre di Antonio e di Angiolo, futuro monsignore . Da Ginevra ,Andrea Carnesecchi ebbe Pietro il futuro segretario di Clemente VII

 

Muore il 29 giugno 1542 ( vedi Manni : Il senato fiorentino )

 

Bibliografia

DBI

Manni Il senato fiorentino

Firenze Biblioteca Nazionale poligrafo Gargani scheda numero 504

Firenze Biblioteca nazionale codice Magliabechiano cl.XXVI , 25,cc. 26, 29 s.

Firenze Biblioteca Riccardiana codice 1859 , cc.11v-13v

ASF Carte Strozziane , f. XCVIII c.129 lettera al Carnesecchi di Francesco Bonsi

ASF Carte Strozziane , f. CCCLI , cc. 82,84 lettere al Carnesecchi del "Duca di Catanzaro"

Busini G.B. Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze , a cura di G. Milanesi Firenze 1860 pp-92 ,169,

machiavelli Nicolo' Legazioni e commissarie a cura di S. Bertelli Milano 1964 p.991 et ad Indicem

De Ricci G. Cronaca (1532-1606 ) a cura di G. Sapori Milano Napoli 1972 pp 6 s. , 37 , 418

Ademollo A. Marietta dei Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio a cura di L. Passerini V Firenze 1845 pp 1768 ss

Muller G. Documenti sulle relazioni delle citta' toscane con l'oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531 Firenze 1879 , pp 241 ss. , pp. 247 ss. , 250 ss. , 253 ss.

Rubinstein N. Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494 ) Firenze 1971 p.373

Martines L. Lawyers and statecraft in Renaissance Florence Princeton N.J. 1968 p.278

 

 

 

 

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CARNESECCHI, Andrea
di M. Luzzati

CARNESECCHI, Andrea. - Figlio di Paolo di Simone e padre dell'umanista Pietro, nacque, probabilmente a Firenze, nella seconda metà del sec. XV. Il padre aveva fatto parte della Balia medicea del 1480 ed era stato gonfaloniere di Giustizia nel 1497. Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore della elezione del C. a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte guelfa nel maggio del 1500: indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.

Dopo l'elezione, avvenuta il 19 sett. 1492, di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli, non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'Impero ottomano. è certo che nel giugno del 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli, tant'è vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni, procuratori della nazione nella capitale turca, che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore. L'invio di un oratore, nella persona di Geri Risaliti, non avvenne che nel successivo 1499 e, in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore, il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni, "vicemino" della nazione, che i capitani di Parte guelfa avevano eletto il C., "nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica rebus egregie gestis gratissima est nobis" in "eminus nationis nostrae, qui iustitiam administraturus sit, acturusque pro mercatura civium nostrorum".

Trasferitosi a Costantinopoli, dove era già nel novembre del 1500, il C. vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli: annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo "con quello honore che si conviene" e di informarlo "delle cose successe al tempo suo, dandognene particulare instructione": "et li consegnerai scripture et ciò che altro appartenessi allo officio suo… né mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costì tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi". Istruzioni di questo genere dimostrano come i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre più le funzioni degli ambasciatori residenti.

è ad esempio caratteristico un duplicemessaggio inviato al C. sotto la data del 26genn. 1503 dalla Signoria di Firenze. In una lettera riservata al console, a proposito di una condanna inflitta dal C. ad Antonio Sostegni "per certa inobedientia usata verso di te", gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perché i Turchi vedendo le liti fra i Fiorentini non avessero a credere che si trattasse di "cosa di maggiore importantia" e tale da prenderne "ombra". Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console, avvertendo che i "mali portamenti" dei mercanti "in uno luogo come è cotesto, tanto discosto da Italia" potevano causare "perdita grande, et in comune alla città, et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno".
Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al C. nel gennaio del 1503 da un sedicente duca di Catanzaro e marchese di Cotrone (un Centelles? un Ruffo, visto che si dice "fratello cugino" di Antonello Ruffo?) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino.

Rientrato in patria il C. ebbe ancora incarichi pubblici, come, nell'anno 1521, quello di ambasciatore in Portogallo. Fedele ai Medici, egli venne arrestato al tempo dell'assedio e, caduta la Repubblica, fu subito gonfaloniere di Giustizia e all'inizio del 1531 inviato a Poppi come commissario del Casentino. Fece parte della Balia incaricata della riforma dello Stato mediceo e il 27 apr. 1532 fu creato senatore da Clemente VII. Dedito alla mercatura, sembra fosse fallito, e, secondo il Busini, poté riprendersi soltanto grazie alla protezione di Nicola Schomberg, arcivescovo di Capua, poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio del 1531. Sempre secondo il Busini il C. "fu ben ricco e onorato avanti fallissi… era buon compagno, ben parlante e allegro", anche se non "fece mai cosa onorevole, né lui, né i figliuol".
Sposato a Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani, già direttore della filiale di Bruges del banco Medici, ebbe oltre Pietro, due figli, Antonio e Simone, quest'ultimo padre di un Paolo. Morì con ogni probabilità nel 1542.

Omonimo del C., ma certo di lui più anziano, fu Andrea di Bernardo, nato nel 1442, che fu commissario di Cortona nel 1498. Fra i suoi figli, e non fra i figli del C. come asserisce il Passerini, è da annoverare il Bernardo che fu eletto senatore nel 1547, da cui un Pierfrancesco senatore nel 1571 e morto nel 1576, padre del Cristoforo eletto senatore nel 1586.

Fonti e Bibl.:

Firenze, Bibl. nazionale, Poligrafo Gargani, n. 504;

Ibid., cod. Magliabech., cl. XXVI, 225, cc. 26, 29 s.;

Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 1859, cc. 11v-13v;

Arch. di Stato di Firenze, Carte Strozziane, f. XCVIII, c. 129 (lettera al C. di Francesco Bonsi); f. CCCLI, cc. 82, 84 (lettere al C. del "duca di Catanzaro");

G. B. Busini, Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze, a cura di G. Milanesi, Firenze 1860, pp. 92, 169;

N. Machiavelli, Legazioni e commissarie, a cura di S. Bertelli, Milano 1964, p. 991 e ad Indicem;

G. De' Ricci, Cronaca (1532-1606), a cura di G. Sapori, Milano-Napoli 1972, pp. 6 s., 37, 418;

A. Ademollo, Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, V, Firenze 1845, pp. 1768 ss.;

G.Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'Oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1532, Firenze 1879, pp. 241 ss., 247 ss., 250 ss., 253 ss.;

N. Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, p. 373;

L. Martines, Lawyers and statecraft in Renaissance Florence, Princeton, N. J., 1968, p. 278.

 

 

 

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Castello di Poppi

Affiancati lo stemma di Paolo di Simone e di Andrea di Paolo : probabilmente ricollocati

Anche qui vediamo il risparmio ( applicato dai Bonciani )

sotto lo stemma di Andrea Bonciani , le targhe senza stemma di altri Bonciani : Neri e Federico---- che ritengo di disposizione relativa originaria

vedi

Storia dei Carnesecchi STEMMI, LAPIDI. LAPIDI, ARALDICA

http://www.carnesecchi.eu/stemmi.htm

 

 

 

 

 

Andrea di Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino Carnesecchi (1468 - 1542)

 

 

 

 

Su Andrea Carnesecchi vedi la voce di Michele Luzzati in DBI : Dizionario Biografico degli Italiani volume XX pagine 455-456

 

1 volta priore nel 1530

senatore del ducato di Toscana dal 1532 al 1542 anno della sua morte

 

Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice )

 

 

 

 

Andrea era nato a Firenze il 01 luglio 1468 (Registro dei battezzati di San Giovanni ) . Oddone Ortolani erra col 1465

Il Manni , invece ,nel suo senato fiorentino da queste date : ( 1 luglio 1468 -29 giugno1542)

Svolse gran parte della sua attivita' al servizio del Duca Francesco Sforza di Milano

Andrea , aveva numerosi affari non solo in Italia, ma anche in Spagna. Si conserva una lettera commendatizia in favore di lui , scritta da Giulio de Medici , che poi fu papa col nome di Clemente VII , e diretta alla Sacra Serenissima Maesta di CarloV. In questa lettera si dice che Andrea Carnesecchi , summafide et singulari modestis vir, aveva degli affari di commercio <<vasti abbastanza e , a quello che intendo, abbastanza giusti >> con un tale Girolamo Sernisio fiorentino , che mercanteggiava nella Spagna

Questa lettera si trova nella biblioteca Magliabechiana nel volume intitolato :Variarum epistolae et opuscola varia pleraque autografa , collegit Antonius Sangallo; Classe VIII ,51, carta 9

<< Fu ben ricco e onorato , avanti che fallisse ,>> scrive il Busini (Lettere di Giovanbattista Busini a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze ,corrette ed accresciute di alcune altre inedite per cura di Gaetano Milanesi Firenze 1860 pg 92 ) Il suo carattere allegro, spiritoso, galante lo spingeva a cercare la compagnia di quegli uomini che si mostravano splendidi e tenevano corte. Egli apparisce subito in intima relazione con i Medici . Si diceva anzi che avesse avuto delle brighe amorose con Piero de Medici e che un bel giorno questi gli desse una ferita. Quel fiero repubblicano di giovanbattista Busini non gli sa perdonare questa mania di frequentare le corti , e dice : << Ne' mai fecce cosa onorevole , ne' lui ne' i suoi figliuoli , da messer Pierino in poi >>

Era considerato dai contemporanei << ricco, onorato ….buon compagno , ben parlante ed allegro ..>>

 

Dice Michele Luzzati ……..Dedito alla mercatura sembra fosse fallito e , secondo il Busini , pote' riprendersi solo grazie alla protezione di Nicola Schomberg , arcivescovo di Capua , poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio 1531

 

Nel 1500 fu inviato dalla repubblica fiorentina ad Istanbul ad amministrare la giustizia in Turchia (was sent to Istanbul as the emino to administre florentine justice ) E' da notare che siamo in un periodo in cui Firenze non e' governata dai Medici

 

Dice Michele Luzzati …Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore dell'elezione del Carnesecchi a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte Guelfa nel maggio del 1500 : indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.

Dopo l'elezione , avvenuta il 19 settembre 1492 di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli , non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'impero Ottomano . E' certo che nel giugno 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli , tant'e' vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni , procuratori della nazione nella capitale turca , che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore .L'invio di un oratore , nella persona di Geri Risaliti , non avvenne che nel successivo 1499 e , in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore , il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni , "Vicemino " della nazione , che i capitani di Parte Guelfa avevano eletto il Carnesecchi " nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica egregie gestis gratissima est nobis " in "eminus nationis nostrae , qui iustitia administraturus sit , acturusque pro mercatus civium nostrorum"

Trasferitosi a Costantinopoli , dove era gia' nel novembre del 1500 , il Carnesecchi vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli ; annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo << con quello honore che si conviene >>e di informarlo << delle cose successe al tempo suo , dandognene particulare instructione >> ..<< et li consegnerai scripture et cio' che altro appartenessi allo officio suo…….ne' mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costi tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi >> Istruzioni di questo genere dimostrano che i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre piu' le funzioni degli ambasciatori residenti.

E' ad esempio caratteristico un duplice messaggio inviato al Carnesecchi sotto la data del 26 gennaio 1503 dalla Signoria di Firenze . In una lettera riservata al console a proposito della condanna inflitta dal Carnesecchi ad Antonio Sostegni << per certa inobedienza usata verso di te >>gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perche' i Turchi vedendo le liti tra i fiorentini non avessero a credere che si trattasse di << cosa di maggiore importantia >> e tale da prenderne <<ombra>>. Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console , avvertendo che i << mali portamenti >> dei mercanti << in uno luogo come e' cotesto tanto discosto dall'Italia >> potevano causare << perdita grande , et in comune alla citta' , et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno >>

Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al Carnesecchi nel gennaio del 1503 da un sedicente Duca di Catanzaro e marchese di Cotrone ( un Centelles ? un Ruffo visto che si dice << fratello cugino >> di Antonello Ruffo ? ) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino

 

 

 

 

 

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CARNESECCHI, Andrea
di M. Luzzati

CARNESECCHI, Andrea. - Figlio di Paolo di Simone e padre dell'umanista Pietro, nacque, probabilmente a Firenze, nella seconda metà del sec. XV. Il padre aveva fatto parte della Balia medicea del 1480 ed era stato gonfaloniere di Giustizia nel 1497. Ignoriamo quali particolari esperienze politiche e mercantili abbiano giocato a favore della elezione del C. a console fiorentino a Costantinopoli deliberata dai capitani di Parte guelfa nel maggio del 1500: indubbiamente la tradizione mercantile e marinara della famiglia dovette pesare su questa scelta.

Dopo l'elezione, avvenuta il 19 sett. 1492, di Leonardo di Benedetto Strozzi a console dei Fiorentini a Costantinopoli, non si hanno precise notizie sull'organizzazione della nazione fiorentina nell'Impero ottomano. è certo che nel giugno del 1498 mancava un rappresentante ufficiale di Firenze a Costantinopoli, tant'è vero che la Signoria informava Giorgio Bartoli e Antonio Sostegni, procuratori della nazione nella capitale turca, che si sarebbe presto mandato o un console o un ambasciatore. L'invio di un oratore, nella persona di Geri Risaliti, non avvenne che nel successivo 1499 e, in seguito ai nuovi accordi commerciali stretti dall'ambasciatore, il 23 maggio 1500 la Signoria comunicava ad Antonio Sostegni, "vicemino" della nazione, che i capitani di Parte guelfa avevano eletto il C., "nobilissimus civis noster et cuius familia multis pro Republica rebus egregie gestis gratissima est nobis" in "eminus nationis nostrae, qui iustitiam administraturus sit, acturusque pro mercatura civium nostrorum".

Trasferitosi a Costantinopoli, dove era già nel novembre del 1500, il C. vi rimase fino oltre il maggio del 1504 quando venne sostituito da Pandolfo di Bernardo Corbinelli: annunciandogliene l'arrivo la Signoria fiorentina gli raccomandava di riceverlo "con quello honore che si conviene" e di informarlo "delle cose successe al tempo suo, dandognene particulare instructione": "et li consegnerai scripture et ciò che altro appartenessi allo officio suo… né mancherai advertirlo di tutto quello che nella stanza tua costì tu havessi iudicato doversi observare o guardarsi". Istruzioni di questo genere dimostrano come i consoli delle varie nazioni fiorentine all'estero venissero gradatamente assumendo sempre più le funzioni degli ambasciatori residenti.

è ad esempio caratteristico un duplicemessaggio inviato al C. sotto la data del 26genn. 1503 dalla Signoria di Firenze. In una lettera riservata al console, a proposito di una condanna inflitta dal C. ad Antonio Sostegni "per certa inobedientia usata verso di te", gli si raccomandava di sospendere l'esecuzione della sentenza perché i Turchi vedendo le liti fra i Fiorentini non avessero a credere che si trattasse di "cosa di maggiore importantia" e tale da prenderne "ombra". Ma contemporaneamente si scriveva una seconda lettera che avrebbe dovuto essere comunicata a tutti i membri della nazione fiorentina nella quale si intimava l'obbedienza al console, avvertendo che i "mali portamenti" dei mercanti "in uno luogo come è cotesto, tanto discosto da Italia" potevano causare "perdita grande, et in comune alla città, et in privato a voi altri che travagliate faccende in cotesto regno".
Di particolare interesse sembra essere la richiesta d'intervento presso la Porta rivolta al C. nel gennaio del 1503 da un sedicente duca di Catanzaro e marchese di Cotrone (un Centelles? un Ruffo, visto che si dice "fratello cugino" di Antonello Ruffo?) che dal castello di Castelnuovo di Cattaro in Dalmazia cercava di riscattarsi grazie anche alla mediazione del console fiorentino.

Rientrato in patria il C. ebbe ancora incarichi pubblici, come, nell'anno 1521, quello di ambasciatore in Portogallo. Fedele ai Medici, egli venne arrestato al tempo dell'assedio e, caduta la Repubblica, fu subito gonfaloniere di Giustizia e all'inizio del 1531 inviato a Poppi come commissario del Casentino. Fece parte della Balia incaricata della riforma dello Stato mediceo e il 27 apr. 1532 fu creato senatore da Clemente VII. Dedito alla mercatura, sembra fosse fallito, e, secondo il Busini, poté riprendersi soltanto grazie alla protezione di Nicola Schomberg, arcivescovo di Capua, poi cardinale che ebbe in pratica il governo di Firenze dal gennaio del 1531. Sempre secondo il Busini il C. "fu ben ricco e onorato avanti fallissi… era buon compagno, ben parlante e allegro", anche se non "fece mai cosa onorevole, né lui, né i figliuol".
Sposato a Ginevra di Agnolo di Iacopo Tani, già direttore della filiale di Bruges del banco Medici, ebbe oltre Pietro, due figli, Antonio e Simone, quest'ultimo padre di un Paolo. Morì con ogni probabilità nel 1542.

Omonimo del C., ma certo di lui più anziano, fu Andrea di Bernardo, nato nel 1442, che fu commissario di Cortona nel 1498. Fra i suoi figli, e non fra i figli del C. come asserisce il Passerini, è da annoverare il Bernardo che fu eletto senatore nel 1547, da cui un Pierfrancesco senatore nel 1571 e morto nel 1576, padre del Cristoforo eletto senatore nel 1586.

Fonti e Bibl.:

Firenze, Bibl. nazionale, Poligrafo Gargani, n. 504;

Ibid., cod. Magliabech., cl. XXVI, 225, cc. 26, 29 s.;

Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 1859, cc. 11v-13v;

Arch. di Stato di Firenze, Carte Strozziane, f. XCVIII, c. 129 (lettera al C. di Francesco Bonsi); f. CCCLI, cc. 82, 84 (lettere al C. del "duca di Catanzaro");

G. B. Busini, Lettere a Benedetto Varchi sopra l'assedio di Firenze, a cura di G. Milanesi, Firenze 1860, pp. 92, 169;

N. Machiavelli, Legazioni e commissarie, a cura di S. Bertelli, Milano 1964, p. 991 e ad Indicem;

G. De' Ricci, Cronaca (1532-1606), a cura di G. Sapori, Milano-Napoli 1972, pp. 6 s., 37, 418;

A. Ademollo, Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, V, Firenze 1845, pp. 1768 ss.;

G.Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'Oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1532, Firenze 1879, pp. 241 ss., 247 ss., 250 ss., 253 ss.;

N. Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), Firenze 1971, p. 373;

L. Martines, Lawyers and statecraft in Renaissance Florence, Princeton, N. J., 1968, p. 278.

 

 

 

 

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