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ing.Pierluigi Carnesecchi

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

Antefatto

da Almanacco versiliese di Giorgio Giannelli ( cosigliatomi dal prof Fabrizio Mancassola )

voce = farmacie pg 212 vol II

A Seravezza verso il 1796 i Campana , per volonta' testamentaria del cavaliere Ranieri ,decisero di riaprire nel loro conservatorio anche una spezieria .Come risulta da documenti del tempo,lo scopo fu quello di creare "un comodo rilevantissimo " per il paese.Questa famiglia appassionata al mestiere di aromatario, chiese all'arciospedale di Santa Maria Nuova di Firenze di inviare una persona in grado di esercitare il mestiere di farmacista nella loro cittadina.Venne mandato Giuseppe Carnesecchi che impiego' nella bottega Angiolo Franchi, poi sostituito dal futuro e famoso esploratore e naturalista Domenico Ermenegildo Frediani.Per i rifornimenti di medicinali ci si rivolgeva anche a Roma, Livorno e Pisa.Il Carnesecchi vendeva orpimento, fior di zolfo,spirito di nitro fumante ,allume di rocca, sublimato corrusivo, calomelano, pomata di vette d'albero, empiastro di cicuta, tintura di cardamomo, oppio tebaico, giulebbe di rosolacci, seme di papavero nero, occhi di granchi, olio di scorpione, corno di cervo raspato, coralli rossi preziosi,tintura di castoro, ugnia d'alce. Disponeva di strane sostanze piu' di uso taumaturgico che medicinale, che richiamano alla mente esperimenti alchemici o rituali magici (mummia elisir di Paracelso,sal di Saturno, sangue di drago, pietra infernale, spuma di Marte )

 

 

FABBRICA CARNESECCHI DI SERAVEZZA

anno 1816 Il cioccolatte della fabbrica Carnesecchi di Seravezza e' del migliore che si conosca

 

 

ho l'idea che la fabbrica di Seravezza fosse legata ad un Giuseppe Carnesecchi probabilmente nonno dello storico Carlo

 

 

Ed anche Antonio, il figlio, credo fosse speziale essendo abbinato a una sorta di rivista farmaceutica dei tempi

 

 

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Un uomo studioso, mite ,altruista

Si puo' pensare vivesse una vita quieta tra le sue carte ( in archivio a venti anni nel 1866 ed in pensione nel 1910 ) ma sembra invece abbia avuto una vita travagliata e anche amareggiata alla fine dalle delusioni nelle aspettative di carriera

 

UNO STORICO DI PARTICOLARI

UNO STUDIOSO CHE RISCOPRE CONSERVA E TRAMANDA EPISODI SIGNIFICATIVI

Carlo Carnesecchi : primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze

 

 

 

 

ma forse il figlio Antonio gli sopravvive

 

 

  • CARLO di ANTONIO
  •  

    sposa

    GIULIA di ANGELO BORCHI

     

  • ANTONIO MARIA GIUSEPPE ANGELO DOMENICO
  • n.8.5.1882 ore 7 ¼ ant. p.S.Simone

    (reg.205 fg.72)

     

     

    >

     

     

     

     

    REPERTORIO DEL PERSONALE DEGLI ARCHIVI DI STATO

    CARLO CARNESECCHI 80

    Figlio di Antonio e di Teresa Bussoni ( nota bene )

    Nato a Seravezza (Lucca) 13 novembre 1846 e morto a Firenze il 13 marzo 1914

    Studi liceali

    25 gennaio 1866 apprendista nell’Archivio centrale di Stato a Firenze

    13 marzo 1870 reggente commesso

    23 aprile 1871 applicato di IV classe

    23 dicembre 1875 sottoarchivista di III classe presso l’Archivio di Stato in Firenze

    24 marzo 1881 sottoarchivista di II classe

    31 gennaio 1884 sottoarchivista di I classe

    4 novembre 1890 archivista di III classe

    22 dicembre 1895 archivista di II classe

    14 febbraio 1901 archivista di I classe

    12 febbraio 1905 primo archivista di II classe

    13 giugno 1907 primo archivista di I classe

    27 novembre 1910 collocato a riposo dal 1° dicembre 1910 con il grado e titolo onorifico di capo archivista

    1910 ufficiale della Corona d’Italia

     

     

     

     

     

    frequenta a Firenze il collegio di San Giovanni Evangelista e si diploma nel 1865 alla scuola di scienza (da Scuole pie di Firenze )

     

    Pubblica testimonianza di onore agli alunni delle Scuole pie fiorentine

    scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi pieno plauso

     

     

    scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi

     

     

    scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi

     

     

     

    il 5 aprile 1903 si ha il decreto della sua nomina a Cavaliere del Regno ( Gazzzetta Ufficiale num 152 del martedi 30 Giugno 1903 che sara' seguita da quella del 1910 ad Ufficiale del Regno

     

     

    Sul " Chi e' " di Guido Biagi pubblicato nel 1908 : Carnesecchi Carlo storico , nato a Ser(r)avezza nel 1846 E' addetto al R. Archivio di Stato in Firenze

    Collaboratore dell'Archivio storico italiano e di molti altri periodici di storia patria . Ha pubblicato tra l'altro Documenti sul castello di Picchena , P.F. Pandolfini vicario di Firenzuola.....

     

     

    Resse l'archivio per un certo periodo in mancanza del direttore poi fu fortemente deluso nelle sue aspettative , pensando di meritare la conferma ufficiale al posto di direttore e non ottenendola

     

     

    Verbale relativo all' adunanza numero 173 dell'anno 1908 tenutasi in data 22.06.1908.

     

     

    CONSIGLIO DEGLI ARCHIVI DEL REGNO

     

    Verbale relativo all' adunanza numero 173 dell'anno 1908 tenutasi in data 22.06.1908.

    L'anno millenovecentootto addì 22 del mese di Giugno in una sala del Ministero dell'Interno si è radunato il Consiglio per gli Archivi del Regno per la trattazione degli affari segnati all'ordine del giorno trasmesso ai componenti.
    Assistevano i Signori:

    • Villari cav. prof. Pasquale, Vice Presidente del Senato
    • Manno bar. comm: Antonio Commissario del R. presso la Consulta Araldica
    • Martini Ferdinando, Deputato al Parlamento
    • Pasolini Conte Desiderio, Senatore del Regno
    • Tommasini Comm: Oreste, Senatore del Regno
    • Boselli comm: prof: Paolo, Deputato al Parlamento
    • Salvarezza comm: dott: Cesare Consigliere di Stato Senatore del Regno
    • Serena Cav: comm: Ottavio, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato
    • Gorrini comm: dott: Giacomo Capo Divisione al Ministero degli Affari Esteri
    • Baccelli comm: avv: Giovanni Presidente di Sezione della Corte dei Conti Senatore del Regno
    • Molmenti comm: dott: Pompeo, Deputato al Parlamento
    • Pironti com: dott: Alberto, Direttore Generale dell'Amministrazione Civile nel Ministero dell'Interno
    • Croce prof: Benedetto
    • Antolisei cav: dott: Quintilio Capo Sezione al Ministero dell'Interno

    Assiste alla Seduta il Sig. Spano dottor Giuseppe, Segretario nel Ministero dell'Interno.
    La Seduta è aperta alle ore 9,30 a. m.
    Presidente. Partecipa le lettere con le quali l'On. Conte Malvezzi ed il Comm: Berchet scusano la loro assenza.
    Presenta poscia al Consiglio il Prof. Benedetto Croce, nuovo membro effettivo e ne ricorda le doti d'impegno e di erudizione a tutti note, che danno sicuro affidamento della sua utilissima cooperazione ai lavori del Consiglio.
    Croce. Ringrazia delle cortesi parole rivoltegli.

    ………………………………………………………………………………………………………

     

     

    Segretario. Riferisce che per la Direzione dell'Archivio di Stato di Firenze, in seguito al concorso indetto col D. Ministeriale 22 Febbraio 1908 sono pervenute 3 domande, che sono le seguenti:

    1. del cav: Carlo Carnesecchi , Primo Archivista di 1° classe, che è il più elevato in grado ed il più anziano fra i funzionari dell'Archivio di Stato di Firenze e regge ora quella Direzione.
    2. del cav: Giovanni Livi, Capo Archivista di 2° classe, attualmente Direttore a Bologna.
    3. del Sig. Demetrio Mazzi, Archivista di 1° classe a Firenze.
    (entra in questo punto l'On. Conte Pasolini).
    Segretario. Legge le domande dei tre concorrenti, gli elenchi dei rispettivi titoli, i fogli illustrativi annessi e presenta all'On. Consiglio i documenti e le pubblicazioni esibiti dagli interessati.
    Tommasini. Nel momento in cui il Consiglio sta per procedere alla designazione del nuovo Direttore dell'Archivio di Stato di Firenze crede decoroso rivolgere il pensiero al compianto Comm: Alessandro Gherardi che tenne degnamente quell'ufficio, ne ricorda le benemerenze e le lodi di operosità e di cultura. Propone che il Consiglio esprima le sue condoglianze alle orfane di lui.
    Presidente. Si associa al rimpianto per la immatura fine di quell'egregio funzionario e comunica al Consiglio che, dopo la morte di lui, egli si interessò presso S. E. il Ministro Giolitti per ottenere qualche aiuto a favore delle povere orfane rimaste prive di pensione; S. E. aderì di buon grado alle premure rivoltegli e dispose la concessione di un sussidio continuativo di £ 500 annue, che rappresenta il massimo che in simili casi possa accordarsi. Il Presidente ha raccomandato le Sig. Gherardi anche a S. E. il Ministro delle Finanze, dal quale ha avuto affidamento.
    Mette in votazione la proposta dell'On. Tommasini, la quale è approvata ad unanimità.
    Pasolini. Comunica una lettera con la quale l'On. Conte Nerio Malvezzi dei Medici, nel rinnovare le proprie scuse per l'assenza, dovuta a gravi motivi familiari, esprime la sua favorevole opinione sul conto del Cav. Giovanni Livi, che egli vedrebbe allontanarsi con rammarico da Bologna, ma che tuttavia, pei suoi ottimi requisiti, crede degnissimo di occupare la Direzione dell'Archivio di Firenze, cui aspira.
    Presidente. Interpella il Consiglio per conoscere se, come altre volte, intenda procedere alla nomina di una Commissione per l'esame dei titoli ovvero se creda di procedervi direttamente.

    Segretario. Legge le tabelle informative dei Sig. Carnesecchi, Livi e Mazzi.
    Tommasini. Espone i motivi che a suo giudizio rendono i titoli del Mazzi più apprezzabili di quelli del Livi.
    Pironti. Comunica all'On. Consiglio una lettera in questo momento rimessagli dal Barone Manno, indirizzata a S. E. il Ministro e con la data del 20 giugno. Con essa il Cav. Livi dichiara di recedere dalla sua domanda per la Direzione di Firenze.
    Propone che l'On. Consiglio prenda atto di tale rinunzia.
    Dopo breve discussione, il Consiglio ne prende atto.
    Presidente. Dichiara aperta la votazione, alla quale si procederà a scrutinio segreto.
    Rinnova l'avvertenza innanzi fatta nel senso che il voto dato all'uno ed all'altro dei due candidati, Carnesecchi o Mazzi implichi la designazione di lui all'ufficio di Direttore all'Archivio di Stato di Firenze in base al convincimento, formatosi da ciascun consigliere, in seguito alla discussione avvenuta della preminenza dei titoli già esaminati dell'uno o dell'altro aspirante, i quali nel loro complesso, lo facciano giudicare idoneo all'ufficio stesso.
    Raccolte le schede, il Presidente procede allo scrutinio e proclama il seguente risultato:
    Votanti N° 13.
    Schede col nome di Mazzi Demetrio 12.
    Scheda bianca 1.
    Il Consiglio, pertanto, designa il Sig. Demetrio Mazzi all'ufficio di Direttore dell'Archivio di Stato di Firenze.

     

      

     

     

    Fu quindi fortemente deluso nelle sue aspettative di carriera : credendo di meritare la direzione dell'Archivio di Stato di Firenze

     

    Nomina ad Ufficiale del Regno nell'anno 1910

     

     

     

    collocamento a riposo anno 1910

     

     

     

     

     

    Morte di Carlo Carnesecchi : 19 marzo 1914 ( nel Repertorio la sua morte figura al 13 di marzo )

     

     

     

     

     

    Carlo Carnesecchi fu tra i colleghi piu' cari e piu' ammirati per la prontezza e sottilita' del suo ingegno arguto , per la vasta cultura storica e letteraria , per la squisita bonta' del suo cuore , per l'immensa modestia e per l'urbanita' dei suoi modi . per lunghi anni preposto alla sala di studio del r. archivio di Stato di Firenze , egli vi fu larghissimo di aiuto e di consiglio ai numerosi studiosi , che vi accolse , contribuendo in tal modo e senza chiasso all'incremento e alla diffusione della scienza e alla fama del grande istituto fiorentino

     

     

     

     

     

     

    Fu membro di due prestigiose associazioni

    dell' Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria e della Societa' storica della Valdelsa

     

     

     

    Atti e memorie - Pagina 238

    di Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria - 1912
    Antonio. 15. CANIGIANI march. Vieri. 16. CARNESECCHI cav. Carlo. 17. ... 43.
    MARZI cav. Demetrio. 44. MAZZI dott. Curzio. 45. MAZZONI comm. prof. Guido. 46. ...
    -

     

     

     ………………………………………….

     SEZIONE XVII. - Storia

    Piazza delle Belle Arti, l

    Presidente: Prof. Senatore Isidoro Del Lungo - Membri: Prof. Orazio Bacci, dott. Giustiniano degli Azzi, cav. Carlo Carnesecchi,

    prof. Carlo Cipolla, dott. Roberto Davidsohn, prof. Alberto Del Vecchio, prof. Demetrio Marzi, prof. Niccolò Rodolico, prof.

    Giuseppe Rondoni, prof. Enrico Rostagno, prof. Pietro Santini , prof. Luigi Schiaparelli.

     

    SEZIONE XVIII. - Archeologia e Paletnologia

    Via della Colonna, 24

    Presidente: Prof. Luigi Milani - Membri.- Dott. Luigi Pernier, cav. Angiolo Pasqui, dott. Edoardo Galli.

     

    SEZIONE XIX. - Glottologia e Filologia.

    Piazza San Marco, 2

    Presidente: Prof. Pio Rajna - Membri: Prof. Giuseppe Ciardi-Duprè, prof. Guido Mazzoni, prof. Giacomo Parodi, prof. Emilio

    Pavolini, prof. Ermenegildo Pistelli, prof. Carlo Puini, prof. Felice Ramorinoi, prof. Mario Schiff, prof. Nicola Terzaghi, prof.

    Girolamo Vitelli

     

    SEZIONE XX - Scienze filosofiche.

    Piazza San Marco, 2

    Presidente: Prof. Felice Tocco - Membri: Alessandro Chiappelli, prof. Vittorio Benini, prof. Francesco De Sarlo, prof. Arturo

    Linaker, prof. Giuseppe Melli

    …………………………………………………….

     

     

    Ho scritto all'associazione "La Colombaria " nell'aprile 2008 chiedendo informazioni di lui ma non ho purtroppo avuto risposta

     

    soci della Colombaria

     

    Soci della "Colombaria" di Firenze.

     

     

     

     

     

     

     

     

    Curiosita'

     

     

     

    LASCITO TORDI: UNA DISPERSIONE DA MANUALE di Marco Pinzani http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/03_pinzani.htm

    Un fondo nel fondo

    Le numerosissime altre dediche manoscritte sono indirizzate a vari personaggi dell'ambiente storico/culturale fiorentino tra cui: Licurgo Cappelletti, Alessandro Gherardi, Umberto Marchesini con i quali sicuramente il Tordi aveva rapporti sia per la sua attività di ricercatore sia per la sua frequentazione di circoli e accademie culturali. Ma in particolare salta agli occhi la grande quantità di opere che riportano una dedica manoscritta a Carlo Carnesecchi che fu Archivista presso l'archivio di Stato nonché, come il Tordi, membro dell'accademia Colombaria. Sono circa 70 opere, di cui riportiamo il numero di catalogo in appendice, e che per l'elevato numero fanno pensare ad altro che non solo a rapporti di studio o a saltuari scambi o regali. Possiamo supporre che una parte della biblioteca del Carnesecchi passò a quella del Tordi. Ma per sapere quanta, quando e perché sarà necessario un ulteriore approfondimento che esula dalle finalità di questa pubblicazione e che dovrà necessariamente prevedere una ricognizione su tutta la biblioteca o su tutti i cataloghi degli spezzoni della biblioteca del Tordi.

    http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/12_biografia.htm

    http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/03_pinzani.htm

    anno 1896 Tordi torna ad indagare su di un argomento affrontato quattro anni prima, nel tentativo di recuperare informazioni sul notaio che rogò i patti nuziali fra Vittoria e Ferrante nel 1507, continuando, instancabile ricercatore, a frequentare assiduamente archivi e biblioteche.
    Inoltre, dal 5 luglio T. è corrispondente, titolo assegnato alle personalità note nel campo della cultura scientifica e letteraria, per l'Accademia toscana di scienze e lettere "La Colombaria", frequentata nel corso dei suoi studi, alla quale, ora, collabora attivamente con scritti e consigli; si ipotizza che T. durante le visite all'Accademia entri in contatto, diretto od indiretto, con Carlo Carnesecchi, primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze, anch'esso socio della Colombaria. Questa ipotesi spiegherebbe la presenza, tra gli opuscoli raccolti e conservati da T. nella sua libreria personale, di dediche manoscritte dei vari autori destinate al Carnesecchi stesso, avvalorando la teoria che una parte degli scritti appartenuti all'archivista, siano in qualche modo passati nella raccolta dello studioso orvietano; la mancanza di prove concrete della frequentazione dei due non permette, tuttavia, di andare oltre l'ipotesi

     

     

    http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/06_catalogo.htm

     

     

    LASCITO FONDO TORDI Fondo Tordi e Carlo Carnesecchi

     

     

    Nel lascito Tordi vi e' anche questo documento :

    Per la tomba di Giulia Borchi nei Carnesecchi nel cimitero di Trespiano. - [S. l.] : [s. n.], [1902?]. - [2] p. ; 26 cm.

    1. Borchi, Giulia - Necrologie

     

     

     

    Fondo Cappellini

    Nel ricostruire le vicende di un fondo librario proveniente da un lascito arriva sempre, per forza di cose, il momento di analizzare il testamento del donatore. E’ sempre con un certo imbarazzo che ci si accinge a questa operazione coscienti del fatto che, al di là degli aspetti di rilevanza pubblica, si finisce sempre per frugare nella vita privata di una persona, con le relative luci ed ombre. Fortunatamente il genere di persone legate ai lasciti di libri (colte, quasi sempre agiate, generose) riserva per la maggior parte dei casi piacevoli sorprese. E’ questo il caso anche per il Dottor Icilio Cappellini che scelse il Comune di Firenze come destinatario della sua laica carità

     …………………….

    Come curiosità segnaliamo due volumetti: un catalogo di libri stampato nel 1970 [ giunto per posta all’indirizzo del defunto Dott. Cappellini e fatto pervenire alla biblioteca? ] e un opera di Carlo Carnesecchi con dedica autografa a Domenico Tordi, altro studioso fiorentino che donò parte della sua biblioteca al Comune di Firenze [ acquistato o ricevuto in dono dal Cappellini o solo un banale errore in biblioteca? ] ; comunque sia questi due casi ci sembrano esemplari per dimostrare come, nella formazione delle raccolte librarie, non tutto proceda sempre in linea retta.

     

     

     

     

    Carlo Carnesecchi e' storico di discreta fama o forse meglio uno scopritore di documenti .

    Lascia diversi saggi :

     

    SAGGI :

     

    Saggio delle rime inedite di Bartolomeo Corsini autore del Torracchione Edizione di soli 100 esemplari. - Firenze. Tip. del Vocabolario. 1881. in 8, pp. 19,

    Un fiorentino del secolo 15. (Luca di Matteo di messer Luca Firidolfi da Panzano) e le sue ricordanze domestiche : lettura fatta alla societa colombaria di Firenze nell'adunanza solenne del 27 maggio 1888 / Carlo Carnesecchi

    Firenze : Cellini, 1889

    Un fiorentino del secolo XV e le sue ricordanze domestiche. (1889) - In: Archivio storico italiano Ser. 5, vol. 4 (1889) p. 145-173

    Madonna Caterina degli Alberti Corsini: notizie inedite, in «Archivio storico italiano», 1892, pp. 116-122

    Pierfilippo Pandolfini vicario di Fiorenzuola, Archivio storico italiano Ser. 5, vol. 11 (1893) p. 112-121

    La villanella al Palio - Aneddoto per le feste d'agosto del 1581 in Siena - Siena, Stab. Tip. Carlo Nava, 1894 Estratto dalla Miscellanea Storica Senese n°5, anno II.

     

    Un Potestà di Castelfiorentino del secolo XV, in «Miscellanea storica della Valdelsa vol. 3», 1895, pp. 113-121

    Un potestà di Castelfiorentino del secolo 15. / Carlo Carnesecchi

    Castelfiorentino : Giovannelli, 1895

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CFI\0559329]

     

    Documenti relativi al castello di Picchena. (1894) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 2 (1894) p. 180-202

    Vita monastica del Trecento |lettura fatta alla Società Colombaria di Firenze ; adunanza del 26 Maggio 1895

    Vita monastica del Trecento. (1890 - 1900) - In: Atti della Società Colombaria di Firenze (1890/1900) p. 299-331

     

    Vita monastica del Trecento, in «La Rassegna nazionale», 1895, LXXXV, pp. 29-68

    Firenze : Ufficio della rassegna nazionale, 1895

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\RML\0066455]

     

    Una cortigiana nell’assedio di Siena, in «Bullettino senese di storia patria vol. 3», 1896, pp. 67-78- Siena - tip. e lit. sordo-muti di L. Lazzeri 1896 (IT\ICCU\NAP\0235961)

    Per la biografia di Luigi Pulci in «Archivio storico italiano», 1896, pp. 371-379

    Paolo Toscanelli e gli ambasciatori del Re di Portogallo nel 1459, in «Archivio storico italiano», 1898, pp. 316-317

    Il piccolo castello sul poggio di Moricci, in «Miscellanea storica della Valdelsa vol. 6 », 1898, pp. 28-38

    Ricordo di una cena nuziale, Firenze 1899 Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163169] (nozze Corazzini - Brenzini) Tip. Di Luigi Niccolai,

    Lodovico Ariosto ed Agostino Nerucci da S. Gimignano. (1899) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 7 (1899) p. 161-163

    Donne e lusso a Firenze nel secolo XVI. : Cosimo 1. e la sua Legge suntuaria del 1512 Lettura fatta alla societa Colombaria di Firenze il 30 aprile 1899 - Firenze - Cocchi e Chiti S (IT\ICCU\CUB\0163167)

    Donne e lusso a Firenze nel secolo 16. : Cosimo 1. e la sua Legge suntuaria del 1512. Lettura fatta alla società Colombaria di Firenze il 30 aprile 1899

    Firenze : Stab. Tip. Pellas, Cocchi e Chiti Succ., 1902

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163167]

    Gli affreschi di Antonio del Pollaiolo in Arcetri / [Carlo Carnesechi]

    Firenze : Tip. Min. Corrigendi, 1900

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\RML\0349117]

    Guidotti Strozzi, Francesca - Lettera d'una sposa novella del secolo 16. pubblicata da Carlo Carnesecchi - Firenze - 1903 (IT\ICCU\CUB\0333719)

    Messer Felice Brancacci. (1903) - In: Rivista d'arte vol. 1 (1903) p. 190-192

    La fonte del Verrocchio per Mattia Corvino. (1903) - In: Rivista d'arte vol. 1 (1903) p. 143

    Lorenzo di Credi. (1903) - In: Miscellanea d'arte vol. 1 (1903) p. 15

    Documento su Lucrezia del Fede (1904) - In: Rivista d'arte vol. 2 (1904) p. 142-144

    Cittadinanza fiorentina ad un maestro di vetri (1905) - In: Rivista d'arte vol. 3 (1905) p. 176-183

    Niccolò "delle Grillande" (1906) - In: Rivista d'arte vol. 4 (1906) p. 56-61

    Cosimo primo e lo speziale di Poggibonsi (1907) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 15 (1907) p. 29-32

    Spese matrimoniali nel 1361(1907) - In: Rivista d'arte vol. 5 (1907) p. 26f.

    Sul ritratto d'Alessandro de' Medici dipinto dal Pontormo(1909) - In: Rivista d'arte vol. 6 (1909) p. 31-37

    Il ritratto Leonardesco di Ginevra Benci(1909) - In: Rivista d'arte vol. 6 (1909) p. 281-296

    Nozze e monacazioni di dame, in «Arte e storia», 1909, pp. 144-146

    Le quattro stagioni di un principe mediceo, in «Arte e storia», 1909, pp. 360-362

     

    Castellani, Francesco <1417-1494>

    Dal quaderno di Conti e Ricordi di Francesco di Matteo Castellani : [Curiosità domestiche, 1442-1453, pubblicate da Carlo Carnesecchi]

    Firenze : Tip. Arcivescovile, 1910 Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0169953]

     

    Elmetti da cerimonia e da giostra ; Stoffe antiche

    Firenze : Tip. Giuntina, 1910

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\LO1\1499471]

    Appunti d'archivio |stoffe antiche / Carnesecchi, Carlo / 1910

     

     

    Iodoco Del Badia, in «Archivio storico italiano», 1912, pp. 193-198

    Iodoco del Badia Firenze : Tip. Galileiana, 1912 Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163168]

     

    Antiche Pievi di Valdelsa (1916) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 24 (1916) p. 83-93

     

    Fiorentini in dalmazia: Lettura fatta nell'adunanza solenne del 28 Maggio 1893

    Firenze : Tip. L'arte Della Stampa, 1917

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163170]

    Fiorentini in dalmazia : Lettura fatta nell'adunanza solenne del 28 Maggio 1893 - Firenze - 1917 (IT\ICCU\CUB\0163170)

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    Fiorentini in Dalmazia / Carlo Carnesecchi

    [S.l. : s.n., 1916?] (Firenze : Tip. l'arte della stampa)

    Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\MO1\0012999]

     

    F. DE FEO, Carteggi di Cesare Guasti, Carteggi con gli archivisti fiorentini. Lettere scelte, VI, Firenze 1979, pp. 267-296

     

     

    Un tumulto di donne nel 1497

     

     

     

     

     

     

    Storia d''amore fra Montanina ed Amerigo

    http://www.basketsiena.it/vedetta/S2000_n_il_matrimonio_da_non_fare.htm

     

    Ritrascriviamo parte di un documento fiorentino di Carlo Carnesecchi datato luglio 1895 dal quale veniamo a conoscenza delle contrastate vicende che hanno caratterizzato il matrimonio fra la Montanina, figlia di Mario Bandini ed Eufrasia Accarigi e (soprattutto) nipote di Francesco Bandini arcivescovo di Siena, ed il cavaliere Amerigo Amerighi.

    La loro contrastata storia d'amore ebbe inizio nel 1562 e ci ricorda le vicende manzoniane di Renzo e Lucia anche se questa storia ha come protagonisti un lei ed un lui di famiglie senesi altolocate.

    Queste ed altre notizie riportate da Carlo Carnesecchi sulle famiglie Bandini e Amerighi si devono alla amicizia che ha legato il Carnesecchi al conte Lorenzo Grottanelli custode di certe memorie storiche.

    Firenze, luglio 1895

    Dal matrimonio fra i senesi Eufrasia Accarigi e Mario Bandini, nominato conte e cavaliere aurato servitore della sua patria e da ultimo seguace del partito di Francia, nacque Montanina.

    Quest'ultima era anche nipote di Francesco Bandini arcivescovo di Siena (1) che dopo la caduta della Repubblica di Siena visse esule dalla città natale e morì in Roma. Montanina sposò in prime nozze il marchese Cerbone del Monte Santa Maria che fu nel 1538 impiegato dal duca Guidubaldo nella guerra detta di Camerino contro Paolo III. Nel 1556 morì senza figli il marchese Cerbone del Monte; e Montanina, trascorsi sei anni di sconsolata vedovanza, deliberò di passare ad altre nozze. Aveva essa allora ventotto anni e nel cuore di lei, sebbene non più giovanissima, l'amore conservava sempre tutta la sua potenza. Era in Siena il prode e gentile cavaliere, vedovo esso pure, Amerigo di Niccolò Amerighi. Montanina ed Amerigo, essendosi incontrati ed accesi di reciproco amore, vollero sposarsi, non dandosi pensiero delle difficoltà gravi che potevano impedire o ritardare la loro unione, con il fermo proposito di affrontarle e vincerle ad ogni costo.

    Un primo tentativo di matrimonio fallì per la scomparsa del parroco che doveva celebrare le nozze, mentre una mattina, sulla fine di luglio del 1562, affrettati i preparativi e troncati gli indugi, Montanina, che segretamente si era posta d'accordo coll' amante senza il consenso della madre e dello zio arcivescovo e degli altri consanguinei, celebrò il matrimonio nella loggia della casa di detta sua madre, alla presenza di una serva fidata e di alcuni testimoni chiamati lì per lì dalla strada. Gli sposi, beati di avere raggiunto il desideratissimo intento, non si dolsero della assoluta mancanza di ogni pompa e di ogni festa.

    La madre, tornata di fuori e scoperto il fatto, rimase profondamente colpita ed esacerbata; e ne fece avvisare subito il governatore di Siena Agnolo Niccolini, pregando di un sollecito ed energico rimedio. Il governatore, savio e prudente, rispose che trattandosi di cosa già avvenuta e nulla potendoci d'autorità, credette di non prendere deliberazione alcuna in proposito. Allora l'arcivescovo, venuto in cognizione di così grave avvenimento domestico, ed altamente sdegnato, commesse al suo vicario di costringere Montanina ad entrare in monastero fino a nuovo ordine, e di precettare l'Amerighi che attendesse in pace e con rassegnazione quanto avrebbe deciso il foro ecclesiastico. Ed il Governatore, ricercato per volontà dell'arcivescovo, dovette concedere, sebbene di mala voglia, che il bargello e gli altri ministri si prestassero ad ogni occorrenza secondo le volontà dell'eclesiastico.

    Intanto la signora Montanina, quantunque presa con buone maniere, di entrare in convento non se la sentiva davvero; e disperata e piangente, datane prima notizia allo sposo, scappò di casa. Erano ad aspettarla la sorella del cavaliere Amerighi con altre donne parenti; la condussero in casa Amerighi, dove si consumò il matrimonio più presto che in fretta, perchè indietro non fosse possibile tornare.

    Il governatore Niccolini informò di tutto il serenissimo suo padrone, cioè il duca Cosimo I de' Medici, dicendogli francamente che stimava il cavalier Amerighi; e che inoltre era venuto a sapere dalla Montanina che la contrarietà della di lei famiglia nel consentirle novelle nozze nasceva dal desiderio illecito di goderle la dote.

    L'intervento del duca Cosimo I nei riguardi dell'arcivescovo dopo lunghe peripezie fece sì che tutto andasse a finir bene e prevalessero più miti consigli. E i due sposi si riunironi e vissero felici e contenti, esempio alla intera città di Siena che non mentisce il vecchio dettato Audaces fortuna iuvat.

    ANNOTAZIONI:

    Il Bandini a Roma ebbe una discreta iniziazione alla cultura letteraria. Si era recato al centro della cristianità sin dal 1517 al seguito dello zio cardinale, dal quale ebbe anche il secondo cognome (Piccolomini). Il medesimo lo introdusse nella vita clericale e nel 1529 gli passò, mediante resignazione, la propria archidiocesi senese, pur con tutte le riserve del caso. Fu in tale anno che il B. ricevette l'ordinazione sacerdotale, mentre ebbe la consacrazione episcopale solo nel 1538, secondo il malcostume dell'epoca, dopo aver ottenuto l'anno precedente il pieno possesso della sua diocesi in seguito alla morte del cardinale Giovanni Piccolomini. Ciononostante la vita del prelato senese non si limitò alla routine ecclesiastica. Nel 1525 si era già fatto notare nella vita culturale senese concorrendo alla fondazione dell'Accademia degli Intronati, dove ebbe lo pseudonimo di "Scaltrito" (M. Maylender, Storia delle Accademie d'Italia,Bologna 1929, III, p. 358). Nel 1529 fece anche la prima esperienza politico-diplomatica con la nomina ad oratore della città di Siena presso Carlo V dopo l'incoronazione imperiale a Bologna. Infine nel 1539 entrò definitivamente nella carriera degli uffici amministrativi degli Stati pontifici come governatore di Ancona.

    In tali anni accentuò sempre più il suo interesse per le vicende politiche cittadine a fianco del fratello Mario, capo della fazione popolare. Nel 1546 ebbe l'incarico di svolgere una missione in favore di Siena presso Carlo V, ma dovette desistere per il mancato gradimento da parte dell'imperatore; secondo gli storici locali questa avversione impedì anche che nel 1551 il B. ottenesse il cappello cardinalizio. Uscito da Siena con i suoi amici politici, rimase esule volontario sino al 1552, per protesta contro il regime politico vigente e così fece nel 1554-55 quando, con l'assedio, si profilò la fine della libertà della città.

    Nel 1556 ottenne il governatorato di Roma, poi divenne nel 1557 chierico della Camera apostolica, governatore di Viterbo nel 1559 con la vice legazione per il Patrimonio. Continuando negli incarichi curiali, nel 1560 assunse l'ufficio di vicecamerario e nel 1566 fu deputato per la fabbrica di S. Pietro. Probabilmente come esponente degli alti funzionari curiali, nel 1556 fu chiamato a far parte anche della grande commissione generale per la riforma della Chiesa nominata da Paolo IV (Concilium Tridentinum,XIII, p.334). Il 16 dic. 1575 incoronò Giovanna d'Austria granduchessa di Toscana, segnando la riconciliazione formale con i Medici. Tuttavia non rientrò mai stabilmente a Siena e trascorse gli ultimi anni della sua lunga vita tra Tivoli e Roma, dove morì nel 1588, ottenendo sepoltura in S. Pietro, in prossimità della tomba dei due pontefici del suo casato.

    Nel 1570 si preoccupò di aggregare alla famiglia Bandini, che altrimenti si sarebbe estinta, un nipote del fratello Mario, che costituì poi proprio erede universale. L'originale del testamento (Siena, Bibl. comunale degli Intronati, B. V. 11) è un esempio di attaccamento ai beni terreni, data la cura minuziosissima con la quale fu redatto, compresa la ripetizione per esteso in copia autentica di tutte le bolle con le quali l'arcivescovo aveva avuto dal papa facoltà di testare.

    - Tratto dagli scritti di Carlo Carnesecchi del 1895 -

     

     

     

     

      Alla sua morte le carte del Carnesecchi vanno a costituire il : FONDO CARNESECCHI IN ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE

     

    Dalla pagina Facebook dell'Archivio di Stato di Firenze

    Alla fine del XIX secolo, Carlo Carnesecchi, storico e archivista dell'Archivio di Stato di Firenze, trascrisse e regestò centinaia di atti conservati nei principali fondi giudiziari fiorentini (Esecutore degli Ordinamenti di giustizia, 1345-1354; Otto di guardia e balìa, 1535-1733; Ufficiali dell'onestà, 1560-1635). Di questo scrupoloso lavoro si conservano 18 quaderni (Acquisti e doni, 291) che tracciano un quadro (neanche a dirlo, a tinte fosche) della società toscana di età moderna. La prima pagina del quaderno in foto, ad esempio, riporta traccia di due sentenze del tribunale degli Otto per due casi di stupro. L'anno è il 1571, quello della celebre vittoria del fronte cristiano su quello turco a Lepanto; il contesto è quello di una società patriarcale saldamente ancorata al principio della supremazia maschile, ma disposta a limitarne gli eccessi, punendo il suo degenerare in sopraffazione.

     

     

    Carte di Carlo Carnesecchi nello Archivio di Stato di Firenze.

     

     

    Le sue carte quindi alla sua morte rimangono come dono all'Archivio di Stato di Firenze :

    Archivio di Stato di Firenze : Fondo Carlo Carnesecchi Acquisti e Doni 301 1

     

     

    Ricevo dal dr Paolo Piccardi : Ho iniziato a dare un' occhiata a uno dei contenitori del ponderoso lascito di Carlo Carnesecchi.

    Fondo Carnesecchi (1917), con spogli notarili edi altri documenti dell' ASFI, sia per studi di costume che genealogici

    Fondo donato da Carlo Carnesecchi: dovrebbe consistere in una ventina di buste (o forse più) contenenti gli appuinti del Carnesecchi e forse qualche documento originale

    Ho scelto quello che conteneva carte relative a Zanobi Carnesecchi.

    Il contenuto è eterogeneo, fra documenti originali e trascrizioni
    sei-settecentesche.

    Ampio fascicolo sulla Beata Villana sepolta in S. Maria Novella (scrittura del 1700):
    Laude in suo onore,
    1376 inventario dei beni del figlio della Beata Villana, che era sposa di Stoldo di Lorenzo di Ser Berizzo della Botte (non solo poderi a Marignolle e casa in Via Maggio, ma un dettagliatissino elenco delle masserizie e degli abiti)
    1386 Spese del padre della Beata Villana per le sue nozze con Pagola di Filippo di Bono di Ser Fabro, compresa una tavola con dipinta una Madonna e suo tabernacolo costata fiorini 166, 1 diamante, 1 smeraldo, 1 perla, 1 zaffiro per un totale di fiorini 33, una ghirlanda di perle per fiorini 83,
    abiti compresi quelli per le damigelle ecc. per un totale di f. 845. La dote della sposa era stata di fiorini 1200.
    1421 Atto di donazione della reliquia della Beata Villana a S. Maria Novella.
    Spogli di documenti vari contenenti la contabilità della famiglia della Beata Villana, comprese le spese per il funerale della schiava 70enne Melicchie
    Catasti della Beata Villana della Botte

     

     

    Descrizioni e disegni a colori degli stemmi sulle lapidi in S. Croce e S. Maria Novella delle famiglie Benintendi e Rossi

     

    Ricordanze Mazzinghi. Libretto originale coperto in cartapecora 1478-1487. Si tratta perlopiù di conti.

     

    Storia della famiglia Pucci

    Entrata fatta dal granduca Cosimo I in Roma nel 1560

    16/8/1694 Denuncia delle Monache di un convento di Pisa contro i frati del Carmine, rivolta al Granduca (spassosissima)

    17/8/1583
    Don Fran.co de' Medici Gran Duca di Toscana
    Mag.ci Zanobi Carnesecchi e Alessandro Strozzi et Com.i di Banco.
    Noi abbaimo ordinato alli Mg.ci Uffitiali del Monte della Pietà che faccino pervenire in voi a nostro nome s. 300.000 et la medesima somma la pagherete all' ambasciatore in Genova del Re di Spagna, il quale ne restituirà una
    parte al rientro della flotta dall' India che si aspetta in q.to presente anno e il resto alla venuta della flotta d' India nell' anno prossimo 1584.
    Interessi e condizioni vi verranno comunicati privatamente dal nsotro Depositario generale.
    Data in Pratolino addi 17 Agosto 1583
    Ant.o Serguidi Segr.rio



    1709 Visita a Firenze del Re di Danimarca. Diario quotidiano con descrizione
    minuziosa dei ricevimenti.

    1614 Della malattia del Granduca Cosimo II

     

    1817 Cronaca di un viaggio a Roma e Napoli con due carrozse e sette cavalli.
    Inizia il 3 Marzo e termina con il rientro a Firenze il primo di Maggio.


    Inizia: "siamo partiti di Firenze il sig. Roberto Fidi, consorte, e figlio
    Federigo ed io" ...
    Elenca i palazzi e monumenti visitati, senza inoltrarsi in impressioni personali.
    Al termine del soggiorno a Roma vanno a visitare gli studi di alcuni pittori e scultori, a me ignoti. Menziona Canova con riferimento a un altro scultore, ma non lo ha incontrato.

     

    1559 Divergenze in casa Ridolfi

    1582 Lettere Gianfigliazzi

    1710 Isola del Giglio: descrizione e notizie

    14.. Denunzia di Berna di Rinaldo all' Arte del Cambio

    1541 Piero Barucci.. Libro di conti.

     

     

     

     

     

     

    Mi stupisce un poco che questo Carnesecchi , primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze si sia occupato dei Carnesecchi in modo insufficiente

    Ha comunque parlato e fatto conoscere il Diario di Luca di Matteo da Panzano fratello uterino di Luca di Luca Carnesecchi

     

    November 5, 1445. I record that my wife Lucrezia, from whom I have eleven children alive today, died this day, Friday evening, two and one-half hours after sunset. This has caused me as much grief as though I were dying, for we have lived together for twenty years, one month, and eleven days. I pray to God most fervently that He pardon her. She died in labor; the child was apparently stillborn. But since the child was said to be breathing, it was baptized and named Giovanni. We buried it in the church of S. Simone.

    We dressed my daugher Gostanza and Monna Caterina, the wife of Filippo di Ghezzi, with fourteen yards of cloth for a cloak, and a pair of veils and handkerchiefs. On Saturday morning at 11 o'clock, we held a vigil in our house with priests and friars. We buried her that day in S. Croce, in the vault of Messer Luca [Luca's grandfather] next to the found of holy water. On the 8th, we had a mass said for her soul in S. Croce, with candles and as much pomp as possible. A large number of friends and relatives attended.

    The loss of this woman was a grievous blow; she was mourned by the entire populace of Florence. She was a good woman, sweet-tempered and well-mannered, and was loved by everyone who knew her. I believe that her soul has gone to sit at the feet of God's servants. For she bore her final sufferings with patience and humility. She lay ill for two weeks after the child was born. May God with His great mercy make a place for her with angels.

    On May 16, 1446, I, Luca da Panzano, ordered thirty masses of St. Gregory to be said, one each morning on consecutive days, for the salvation of my wife Lucrezia's soul. I commissioned my confessor, Fra Altaviano del Mangano, a friar of S. Croce in Florence [to say these masses]. Today I gave him two wax candles weighing a pound each to keep lighted during these masses. And for his services, I gave Fra Altaviano approximately one-half yard of Alexandria velvet.

    from Brucker, The Society of Renaissance Florence, pp. 44-45.

    Note:

    This source appears in the original in the Diary of Luca di Matteo da Panzano; C. Carnesecchi, Archivio storica italiano, ser. 5, IV (1889), 156-159. The English version here was translated by Gene Brucker.

     

     

     

    Luca dei Firidolfi di Panzano e' fratello uterino di Luca di Luca di ser Filippo Carnesecchi ed e' autore di memorie che si intersecano ovviamente con la vita di diversi Carnesecchi

     

     

    Un fiorentino del secolo XV e le sue ricordanze domestiche

    Carlo Carnesecchi

     

    http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/ricercaMagExpansion.jsp?searchType=avanzato&channel__creator=Carlo+Carnesecchi&opCha__creator=OR&opCha__contributor=OR&__meta_descSourceLevel2=MagTeca+-+ICCU&q=&channel__contributor=Carlo+Carnesecchi&__meta_collection=inventari+delle+biblioteche+medievali+italiane

     

     

    Brighe, Affanni, Volgimenti di Stato ,le ricordanze quattrocentesche di Luca di Matteo di messer Luca dei Firidolfi da Panzano

    Anthony Molho e Franek Sznura

     

    Luca di Matteo di messer Luca dei Firidolfi da Panzano era figlio di Mattea del Benino che in seconde nozze fu sposa a Luca di ser Filippo di Matteo Carnesecchi e quindi fratello uterino di Luca ( gia' Alessandro Carnesecchi ) e fu allevato dalla madre in casa Carnesecchi

    Quindi le ricordanze s'incrociano talvolta con vicende dei Carnesecchi

    Queste RICORDANZE sono state poi riprese in modo piu' completo ed esaustivo da ANTHONY MOLHO E FRANEK SZNURA

     

     

     

     

    http://books.google.it/books?id=N0ZRJ9ndeloC&printsec=frontcover&dq=brighe+affanni&hl=it&sa=X&ei=KlkTU5yxOei_ygO-xYD4BA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=brighe%20affanni&f=false

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Rivista bibliografia italiana - Pagina 78

    di Salvatore Minocchi - 1903

    Il signor Carlo Carnesecchi. Lo conosci ? — Lo conosco benissimo. Egli quanto
    erudito, è altrettanto cortese con chi càpita nell' Archivio di Stato per fare ...

    Visualizzazione frammento - Aggiungi alla mia biblioteca - Ulteriori edizioni

     

    Studi storici e letterari - Pagina 33

    di Giuseppe Pieroni-Levantini - Italian literature - 1893 - 278 pagine

    ... e come pare anche al signor Carlo Carnesecchi, officiale assistente dell'Archivio,
    alla cui cortesia debbo molti aiuti nel decifrare gli spesso ...

    Visualizzazione frammento - Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca

     

    Archivio storico lombardo - Pagina 152

    di Società storica lombarda - 1948

    Carlo Carnesecchi, che pregai di ...

     

     

     

     

     

     

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