contatti : pierluigi18faber@libero.it
ing.Pierluigi Carnesecchi
indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm
Antefatto
da Almanacco versiliese di Giorgio Giannelli ( cosigliatomi dal prof Fabrizio Mancassola )
voce = farmacie pg 212 vol II
A Seravezza verso il 1796 i Campana , per volonta' testamentaria del cavaliere Ranieri ,decisero di riaprire nel loro conservatorio anche una spezieria .Come risulta da documenti del tempo,lo scopo fu quello di creare "un comodo rilevantissimo " per il paese.Questa famiglia appassionata al mestiere di aromatario, chiese all'arciospedale di Santa Maria Nuova di Firenze di inviare una persona in grado di esercitare il mestiere di farmacista nella loro cittadina.Venne mandato Giuseppe Carnesecchi che impiego' nella bottega Angiolo Franchi, poi sostituito dal futuro e famoso esploratore e naturalista Domenico Ermenegildo Frediani.Per i rifornimenti di medicinali ci si rivolgeva anche a Roma, Livorno e Pisa.Il Carnesecchi vendeva orpimento, fior di zolfo,spirito di nitro fumante ,allume di rocca, sublimato corrusivo, calomelano, pomata di vette d'albero, empiastro di cicuta, tintura di cardamomo, oppio tebaico, giulebbe di rosolacci, seme di papavero nero, occhi di granchi, olio di scorpione, corno di cervo raspato, coralli rossi preziosi,tintura di castoro, ugnia d'alce. Disponeva di strane sostanze piu' di uso taumaturgico che medicinale, che richiamano alla mente esperimenti alchemici o rituali magici (mummia elisir di Paracelso,sal di Saturno, sangue di drago, pietra infernale, spuma di Marte )
FABBRICA CARNESECCHI DI SERAVEZZA
anno 1816 Il cioccolatte della fabbrica Carnesecchi di Seravezza e' del migliore che si conosca
ho l'idea che la fabbrica di Seravezza fosse legata ad un Giuseppe Carnesecchi probabilmente nonno dello storico Carlo
Ed anche Antonio, il figlio, credo fosse speziale essendo abbinato a una sorta di rivista farmaceutica dei tempi
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Un uomo studioso, mite ,altruista
Si puo' pensare vivesse una vita quieta tra le sue carte ( in archivio a venti anni nel 1866 ed in pensione nel 1910 ) ma sembra invece abbia avuto una vita travagliata e anche amareggiata alla fine dalle delusioni nelle aspettative di carriera
UNO STORICO DI PARTICOLARI
UNO STUDIOSO CHE RISCOPRE CONSERVA E TRAMANDA EPISODI SIGNIFICATIVI
Carlo Carnesecchi : primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze |
ma forse il figlio Antonio gli sopravvive
sposa
GIULIA di ANGELO BORCHI
n.8.5.1882 ore 7 ¼ ant. p.S.Simone
(reg.205 fg.72)
>
REPERTORIO DEL PERSONALE DEGLI ARCHIVI DI STATO
CARLO CARNESECCHI 80
Figlio di Antonio e di Teresa Bussoni ( nota bene )
Nato a Seravezza (Lucca) 13 novembre 1846 e morto a Firenze il 13 marzo 1914
Studi liceali
25 gennaio 1866 apprendista nell’Archivio centrale di Stato a Firenze
13 marzo 1870 reggente commesso
23 aprile 1871 applicato di IV classe
23 dicembre 1875 sottoarchivista di III classe presso l’Archivio di Stato in Firenze
24 marzo 1881 sottoarchivista di II classe
31 gennaio 1884 sottoarchivista di I classe
4 novembre 1890 archivista di III classe
22 dicembre 1895 archivista di II classe
14 febbraio 1901 archivista di I classe
12 febbraio 1905 primo archivista di II classe
13 giugno 1907 primo archivista di I classe
27 novembre 1910 collocato a riposo dal 1° dicembre 1910 con il grado e titolo onorifico di capo archivista
1910 ufficiale della Corona d’Italia
frequenta a Firenze il collegio di San Giovanni Evangelista e si diploma nel 1865 alla scuola di scienza (da Scuole pie di Firenze )
Pubblica testimonianza di onore agli alunni delle Scuole pie fiorentine
scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi pieno plauso
scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi
scuole pie fiorentinescuole pie fiorentine : Carlo Carnesecchi
il 5 aprile 1903 si ha il decreto della sua nomina a Cavaliere del Regno ( Gazzzetta Ufficiale num 152 del martedi 30 Giugno 1903 che sara' seguita da quella del 1910 ad Ufficiale del Regno
Sul " Chi e' " di Guido Biagi pubblicato nel 1908 : Carnesecchi Carlo storico , nato a Ser(r)avezza nel 1846 E' addetto al R. Archivio di Stato in Firenze
Collaboratore dell'Archivio storico italiano e di molti altri periodici di storia patria . Ha pubblicato tra l'altro Documenti sul castello di Picchena , P.F. Pandolfini vicario di Firenzuola.....
Resse l'archivio per un certo periodo in mancanza del direttore poi fu fortemente deluso nelle sue aspettative , pensando di meritare la conferma ufficiale al posto di direttore e non ottenendola
Verbale relativo all' adunanza numero 173 dell'anno 1908 tenutasi in data 22.06.1908.
CONSIGLIO DEGLI ARCHIVI DEL REGNO
Verbale relativo all' adunanza numero 173 dell'anno 1908 tenutasi in data 22.06.1908. L'anno millenovecentootto addì 22 del mese di Giugno in una sala del Ministero dell'Interno si è radunato il Consiglio per gli Archivi del Regno per la trattazione degli affari segnati all'ordine del giorno trasmesso ai componenti.
Assiste alla Seduta il Sig. Spano dottor Giuseppe, Segretario nel Ministero dell'Interno. ………………………………………………………………………………………………………
Segretario. Riferisce che per la Direzione dell'Archivio di Stato di Firenze, in seguito al concorso indetto col D. Ministeriale 22 Febbraio 1908 sono pervenute 3 domande, che sono le seguenti: Segretario. Legge le tabelle informative dei Sig. Carnesecchi, Livi e Mazzi. |
Fu quindi fortemente deluso nelle sue aspettative di carriera : credendo di meritare la direzione dell'Archivio di Stato di Firenze
Nomina ad Ufficiale del Regno nell'anno 1910
collocamento a riposo anno 1910
Morte di Carlo Carnesecchi : 19 marzo 1914 ( nel Repertorio la sua morte figura al 13 di marzo )
Carlo Carnesecchi fu tra i colleghi piu' cari e piu' ammirati per la prontezza e sottilita' del suo ingegno arguto , per la vasta cultura storica e letteraria , per la squisita bonta' del suo cuore , per l'immensa modestia e per l'urbanita' dei suoi modi . per lunghi anni preposto alla sala di studio del r. archivio di Stato di Firenze , egli vi fu larghissimo di aiuto e di consiglio ai numerosi studiosi , che vi accolse , contribuendo in tal modo e senza chiasso all'incremento e alla diffusione della scienza e alla fama del grande istituto fiorentino
Fu membro di due prestigiose associazioni
dell' Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria e della Societa' storica della Valdelsa
di Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria - 1912
Antonio. 15. CANIGIANI march. Vieri. 16. CARNESECCHI cav. Carlo. 17. ... 43.
MARZI cav. Demetrio. 44. MAZZI dott. Curzio. 45. MAZZONI comm. prof. Guido. 46. ...
-
………………………………………….
SEZIONE XVII. - Storia
Piazza delle Belle Arti, l
Presidente: Prof. Senatore Isidoro Del Lungo
- Membri: Prof. Orazio Bacci, dott. Giustiniano degli Azzi, cav. Carlo Carnesecchi,prof. Carlo Cipolla, dott. Roberto Davidsohn,
prof. Alberto Del Vecchio, prof. Demetrio Marzi, prof. Niccolò Rodolico, prof.Giuseppe Rondoni, prof. Enrico Rostagno, prof. Pietro Santini , prof. Luigi Schiaparelli.
SEZIONE XVIII. - Archeologia e Paletnologia
Via della Colonna, 24
Presidente: Prof. Luigi Milani - Membri.- Dott. Luigi Pernier, cav. Angiolo Pasqui, dott. Edoardo Galli.
SEZIONE XIX. - Glottologia e Filologia.
Piazza San Marco, 2
Presidente: Prof. Pio Rajna - Membri: Prof. Giuseppe Ciardi-Duprè, prof. Guido Mazzoni, prof. Giacomo Parodi, prof. Emilio
Pavolini, prof. Ermenegildo Pistelli, prof. Carlo Puini, prof. Felice Ramorinoi, prof. Mario Schiff, prof. Nicola Terzaghi, prof.
Girolamo Vitelli
SEZIONE XX - Scienze filosofiche.
Piazza San Marco, 2
Presidente: Prof. Felice Tocco - Membri: Alessandro Chiappelli, prof. Vittorio Benini, prof. Francesco De Sarlo, prof. Arturo
Linaker, prof. Giuseppe Melli
…………………………………………………….
Ho scritto all'associazione "La Colombaria " nell'aprile 2008 chiedendo informazioni di lui ma non ho purtroppo avuto risposta
soci della Colombaria
Soci della "Colombaria" di Firenze.
Curiosita'
LASCITO TORDI: UNA DISPERSIONE DA MANUALE di Marco Pinzani http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/03_pinzani.htmUn fondo nel fondo Le numerosissime altre dediche manoscritte sono indirizzate a vari personaggi dell'ambiente storico/culturale fiorentino tra cui: Licurgo Cappelletti, Alessandro Gherardi, Umberto Marchesini con i quali sicuramente il Tordi aveva rapporti sia per la sua attività di ricercatore sia per la sua frequentazione di circoli e accademie culturali. Ma in particolare salta agli occhi la grande quantità di opere che riportano una dedica manoscritta a Carlo Carnesecchi che fu Archivista presso l'archivio di Stato nonché, come il Tordi, membro dell'accademia Colombaria. Sono circa 70 opere, di cui riportiamo il numero di catalogo in appendice, e che per l'elevato numero fanno pensare ad altro che non solo a rapporti di studio o a saltuari scambi o regali. Possiamo supporre che una parte della biblioteca del Carnesecchi passò a quella del Tordi. Ma per sapere quanta, quando e perché sarà necessario un ulteriore approfondimento che esula dalle finalità di questa pubblicazione e che dovrà necessariamente prevedere una ricognizione su tutta la biblioteca o su tutti i cataloghi degli spezzoni della biblioteca del Tordi. http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/12_biografia.htm http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/03_pinzani.htm anno 1896 Tordi torna ad indagare su di un argomento affrontato quattro anni prima, nel tentativo di recuperare informazioni sul notaio che rogò i patti nuziali fra Vittoria e Ferrante nel 1507, continuando, instancabile ricercatore, a frequentare assiduamente archivi e biblioteche.Inoltre, dal 5 luglio T. è corrispondente, titolo assegnato alle personalità note nel campo della cultura scientifica e letteraria, per l'Accademia toscana di scienze e lettere "La Colombaria", frequentata nel corso dei suoi studi, alla quale, ora, collabora attivamente con scritti e consigli; si ipotizza che T. durante le visite all'Accademia entri in contatto, diretto od indiretto, con Carlo Carnesecchi, primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze, anch'esso socio della Colombaria. Questa ipotesi spiegherebbe la presenza, tra gli opuscoli raccolti e conservati da T. nella sua libreria personale, di dediche manoscritte dei vari autori destinate al Carnesecchi stesso, avvalorando la teoria che una parte degli scritti appartenuti all'archivista, siano in qualche modo passati nella raccolta dello studioso orvietano; la mancanza di prove concrete della frequentazione dei due non permette, tuttavia, di andare oltre l'ipotesi |
http://www.comune.firenze.it/comune/biblioteche/tordi/06_catalogo.htm
LASCITO FONDO TORDI Fondo Tordi e Carlo Carnesecchi
Nel lascito Tordi vi e' anche questo documento :
Per la tomba di Giulia Borchi nei Carnesecchi nel cimitero di Trespiano. - [S. l.] : [s. n.], [1902?]. - [2] p. ; 26 cm.
1. Borchi, Giulia - Necrologie
Fondo Cappellini
Nel ricostruire le vicende di un fondo librario proveniente da un lascito arriva sempre, per forza di cose, il momento di analizzare il testamento del donatore. E’ sempre con un certo imbarazzo che ci si accinge a questa operazione coscienti del fatto che, al di là degli aspetti di rilevanza pubblica, si finisce sempre per frugare nella vita privata di una persona, con le relative luci ed ombre. Fortunatamente il genere di persone legate ai lasciti di libri (colte, quasi sempre agiate, generose) riserva per la maggior parte dei casi piacevoli sorprese. E’ questo il caso anche per il Dottor Icilio Cappellini che scelse il Comune di Firenze come destinatario della sua laica carità
…………………….
Come curiosità segnaliamo due volumetti: un catalogo di libri stampato nel 1970 [ giunto per posta all’indirizzo del defunto Dott. Cappellini e fatto pervenire alla biblioteca? ] e un opera di Carlo Carnesecchi con dedica autografa a Domenico Tordi, altro studioso fiorentino che donò parte della sua biblioteca al Comune di Firenze [ acquistato o ricevuto in dono dal Cappellini o solo un banale errore in biblioteca? ] ; comunque sia questi due casi ci sembrano esemplari per dimostrare come, nella formazione delle raccolte librarie, non tutto proceda sempre in linea retta.
Carlo Carnesecchi e' storico di discreta fama o forse meglio uno scopritore di documenti .
Lascia diversi saggi :
SAGGI :
Saggio delle rime inedite di Bartolomeo Corsini autore del Torracchione Edizione di soli 100 esemplari. - Firenze. Tip. del Vocabolario. 1881. in 8, pp. 19,
Un fiorentino del secolo 15. (Luca di Matteo di messer Luca Firidolfi da Panzano) e le sue ricordanze domestiche : lettura fatta alla societa colombaria di Firenze nell'adunanza solenne del 27 maggio 1888 / Carlo Carnesecchi
Firenze : Cellini, 1889
Un fiorentino del secolo XV e le sue ricordanze domestiche. (1889) - In: Archivio storico italiano Ser. 5, vol. 4 (1889) p. 145-173
Madonna Caterina degli Alberti Corsini: notizie inedite, in «Archivio storico italiano», 1892, pp. 116-122
Pierfilippo Pandolfini vicario di Fiorenzuola, Archivio storico italiano Ser. 5, vol. 11 (1893) p. 112-121
La villanella al Palio - Aneddoto per le feste d'agosto del 1581 in Siena - Siena, Stab. Tip. Carlo Nava, 1894 Estratto dalla Miscellanea Storica Senese n°5, anno II.
Un Potestà di Castelfiorentino del secolo XV, in «Miscellanea storica della Valdelsa vol. 3», 1895, pp. 113-121
Un potestà di Castelfiorentino del secolo 15. / Carlo Carnesecchi
Castelfiorentino : Giovannelli, 1895
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CFI\0559329]
Documenti relativi al castello di Picchena. (1894) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 2 (1894) p. 180-202
Vita monastica del Trecento |lettura fatta alla Società Colombaria di Firenze ; adunanza del 26 Maggio 1895
Vita monastica del Trecento. (1890 - 1900) - In: Atti della Società Colombaria di Firenze (1890/1900) p. 299-331
Vita monastica del Trecento, in «La Rassegna nazionale», 1895, LXXXV, pp. 29-68
Firenze : Ufficio della rassegna nazionale, 1895
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\RML\0066455]
Una cortigiana nell’assedio di Siena, in «Bullettino senese di storia patria vol. 3», 1896, pp. 67-78- Siena - tip. e lit. sordo-muti di L. Lazzeri 1896 (IT\ICCU\NAP\0235961)
Per la biografia di Luigi Pulci in «Archivio storico italiano», 1896, pp. 371-379
Paolo Toscanelli e gli ambasciatori del Re di Portogallo nel 1459, in «Archivio storico italiano», 1898, pp. 316-317
Il piccolo castello sul poggio di Moricci, in «Miscellanea storica della Valdelsa vol. 6 », 1898, pp. 28-38
Ricordo di una cena nuziale, Firenze 1899 Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163169] (nozze Corazzini - Brenzini) Tip. Di Luigi Niccolai,
Lodovico Ariosto ed Agostino Nerucci da S. Gimignano. (1899) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 7 (1899) p. 161-163
Donne e lusso a Firenze nel secolo XVI. : Cosimo 1. e la sua Legge suntuaria del 1512 Lettura fatta alla societa Colombaria di Firenze il 30 aprile 1899 - Firenze - Cocchi e Chiti S (IT\ICCU\CUB\0163167)
Donne e lusso a Firenze nel secolo 16. : Cosimo 1. e la sua Legge suntuaria del 1512. Lettura fatta alla società Colombaria di Firenze il 30 aprile 1899
Firenze : Stab. Tip. Pellas, Cocchi e Chiti Succ., 1902
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163167]
Gli affreschi di Antonio del Pollaiolo in Arcetri / [Carlo Carnesechi]
Firenze : Tip. Min. Corrigendi, 1900
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\RML\0349117]
Guidotti Strozzi, Francesca - Lettera d'una sposa novella del secolo 16. pubblicata da Carlo Carnesecchi - Firenze - 1903 (IT\ICCU\CUB\0333719)
Messer Felice Brancacci. (1903) - In: Rivista d'arte vol. 1 (1903) p. 190-192
La fonte del Verrocchio per Mattia Corvino. (1903) - In: Rivista d'arte vol. 1 (1903) p. 143
Lorenzo di Credi. (1903) - In: Miscellanea d'arte vol. 1 (1903) p. 15
Documento su Lucrezia del Fede (1904) - In: Rivista d'arte vol. 2 (1904) p. 142-144
Cittadinanza fiorentina ad un maestro di vetri (1905) - In: Rivista d'arte vol. 3 (1905) p. 176-183
Niccolò "delle Grillande" (1906) - In: Rivista d'arte vol. 4 (1906) p. 56-61
Cosimo primo e lo speziale di Poggibonsi (1907) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 15 (1907) p. 29-32
Spese matrimoniali nel 1361(1907) - In: Rivista d'arte vol. 5 (1907) p. 26f.
Sul ritratto d'Alessandro de' Medici dipinto dal Pontormo(1909) - In: Rivista d'arte vol. 6 (1909) p. 31-37
Il ritratto Leonardesco di Ginevra Benci(1909) - In: Rivista d'arte vol. 6 (1909) p. 281-296
Nozze e monacazioni di dame, in «Arte e storia», 1909, pp. 144-146
Le quattro stagioni di un principe mediceo, in «Arte e storia», 1909, pp. 360-362
Castellani, Francesco <1417-1494>
Dal quaderno di Conti e Ricordi di Francesco di Matteo Castellani : [Curiosità domestiche, 1442-1453, pubblicate da Carlo Carnesecchi]
Firenze : Tip. Arcivescovile, 1910 Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0169953]
Elmetti da cerimonia e da giostra ; Stoffe antiche
Firenze : Tip. Giuntina, 1910
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\LO1\1499471]
Appunti d'archivio |stoffe antiche / Carnesecchi, Carlo / 1910
Iodoco Del Badia, in «Archivio storico italiano», 1912, pp. 193-198
Iodoco del Badia Firenze : Tip. Galileiana, 1912 Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163168]
Antiche Pievi di Valdelsa (1916) - In: Miscellanea storica della Valdelsa vol. 24 (1916) p. 83-93
Fiorentini in dalmazia: Lettura fatta nell'adunanza solenne del 28 Maggio 1893
Firenze : Tip. L'arte Della Stampa, 1917
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\CUB\0163170]
Fiorentini in dalmazia : Lettura fatta nell'adunanza solenne del 28 Maggio 1893 - Firenze - 1917 (IT\ICCU\CUB\0163170)
>Fiorentini in Dalmazia / Carlo Carnesecchi
[S.l. : s.n., 1916?] (Firenze : Tip. l'arte della stampa)
Monografia - Testo a stampa [IT\ICCU\MO1\0012999]
F. DE FEO, Carteggi di Cesare Guasti, Carteggi con gli archivisti fiorentini. Lettere scelte, VI, Firenze 1979, pp. 267-296
Un tumulto di donne nel 1497
Storia d''amore fra Montanina ed Amerigo
http://www.basketsiena.it/vedetta/S2000_n_il_matrimonio_da_non_fare.htm
Ritrascriviamo parte di un documento fiorentino di Carlo Carnesecchi datato luglio 1895 dal quale veniamo a conoscenza delle contrastate vicende che hanno caratterizzato il matrimonio fra la Montanina, figlia di Mario Bandini ed Eufrasia Accarigi e (soprattutto) nipote di Francesco Bandini arcivescovo di Siena, ed il cavaliere Amerigo Amerighi.
La loro contrastata storia d'amore ebbe inizio nel 1562 e ci ricorda le vicende manzoniane di Renzo e Lucia anche se questa storia ha come protagonisti un lei ed un lui di famiglie senesi altolocate.
Queste ed altre notizie riportate da Carlo Carnesecchi sulle famiglie Bandini e Amerighi si devono alla amicizia che ha legato il Carnesecchi al conte Lorenzo Grottanelli custode di certe memorie storiche.
Firenze, luglio 1895
Dal matrimonio fra i senesi Eufrasia Accarigi e Mario Bandini, nominato conte e cavaliere aurato servitore della sua patria e da ultimo seguace del partito di Francia, nacque Montanina.
Quest'ultima era anche nipote di Francesco Bandini arcivescovo di Siena (1) che dopo la caduta della Repubblica di Siena visse esule dalla città natale e morì in Roma. Montanina sposò in prime nozze il marchese Cerbone del Monte Santa Maria che fu nel 1538 impiegato dal duca Guidubaldo nella guerra detta di Camerino contro Paolo III. Nel 1556 morì senza figli il marchese Cerbone del Monte; e Montanina, trascorsi sei anni di sconsolata vedovanza, deliberò di passare ad altre nozze. Aveva essa allora ventotto anni e nel cuore di lei, sebbene non più giovanissima, l'amore conservava sempre tutta la sua potenza. Era in Siena il prode e gentile cavaliere, vedovo esso pure, Amerigo di Niccolò Amerighi. Montanina ed Amerigo, essendosi incontrati ed accesi di reciproco amore, vollero sposarsi, non dandosi pensiero delle difficoltà gravi che potevano impedire o ritardare la loro unione, con il fermo proposito di affrontarle e vincerle ad ogni costo.
Un primo tentativo di matrimonio fallì per la scomparsa del parroco che doveva celebrare le nozze, mentre una mattina, sulla fine di luglio del 1562, affrettati i preparativi e troncati gli indugi, Montanina, che segretamente si era posta d'accordo coll' amante senza il consenso della madre e dello zio arcivescovo e degli altri consanguinei, celebrò il matrimonio nella loggia della casa di detta sua madre, alla presenza di una serva fidata e di alcuni testimoni chiamati lì per lì dalla strada. Gli sposi, beati di avere raggiunto il desideratissimo intento, non si dolsero della assoluta mancanza di ogni pompa e di ogni festa.
La madre, tornata di fuori e scoperto il fatto, rimase profondamente colpita ed esacerbata; e ne fece avvisare subito il governatore di Siena Agnolo Niccolini, pregando di un sollecito ed energico rimedio. Il governatore, savio e prudente, rispose che trattandosi di cosa già avvenuta e nulla potendoci d'autorità, credette di non prendere deliberazione alcuna in proposito. Allora l'arcivescovo, venuto in cognizione di così grave avvenimento domestico, ed altamente sdegnato, commesse al suo vicario di costringere Montanina ad entrare in monastero fino a nuovo ordine, e di precettare l'Amerighi che attendesse in pace e con rassegnazione quanto avrebbe deciso il foro ecclesiastico. Ed il Governatore, ricercato per volontà dell'arcivescovo, dovette concedere, sebbene di mala voglia, che il bargello e gli altri ministri si prestassero ad ogni occorrenza secondo le volontà dell'eclesiastico.
Intanto la signora Montanina, quantunque presa con buone maniere, di entrare in convento non se la sentiva davvero; e disperata e piangente, datane prima notizia allo sposo, scappò di casa. Erano ad aspettarla la sorella del cavaliere Amerighi con altre donne parenti; la condussero in casa Amerighi, dove si consumò il matrimonio più presto che in fretta, perchè indietro non fosse possibile tornare.
Il governatore Niccolini informò di tutto il serenissimo suo padrone, cioè il duca Cosimo I de' Medici, dicendogli francamente che stimava il cavalier Amerighi; e che inoltre era venuto a sapere dalla Montanina che la contrarietà della di lei famiglia nel consentirle novelle nozze nasceva dal desiderio illecito di goderle la dote.
L'intervento del duca Cosimo I nei riguardi dell'arcivescovo dopo lunghe peripezie fece sì che tutto andasse a finir bene e prevalessero più miti consigli. E i due sposi si riunironi e vissero felici e contenti, esempio alla intera città di Siena che non mentisce il vecchio dettato Audaces fortuna iuvat.
ANNOTAZIONI:
Il Bandini a Roma ebbe una discreta iniziazione alla cultura letteraria. Si era recato al centro della cristianità sin dal 1517 al seguito dello zio cardinale, dal quale ebbe anche il secondo cognome (Piccolomini). Il medesimo lo introdusse nella vita clericale e nel 1529 gli passò, mediante resignazione, la propria archidiocesi senese, pur con tutte le riserve del caso. Fu in tale anno che il B. ricevette l'ordinazione sacerdotale, mentre ebbe la consacrazione episcopale solo nel 1538, secondo il malcostume dell'epoca, dopo aver ottenuto l'anno precedente il pieno possesso della sua diocesi in seguito alla morte del cardinale Giovanni Piccolomini. Ciononostante la vita del prelato senese non si limitò alla routine ecclesiastica. Nel 1525 si era già fatto notare nella vita culturale senese concorrendo alla fondazione dell'Accademia degli Intronati, dove ebbe lo pseudonimo di "Scaltrito" (M. Maylender, Storia delle Accademie d'Italia,Bologna 1929, III, p. 358). Nel 1529 fece anche la prima esperienza politico-diplomatica con la nomina ad oratore della città di Siena presso Carlo V dopo l'incoronazione imperiale a Bologna. Infine nel 1539 entrò definitivamente nella carriera degli uffici amministrativi degli Stati pontifici come governatore di Ancona.
In tali anni accentuò sempre più il suo interesse per le vicende politiche cittadine a fianco del fratello Mario, capo della fazione popolare. Nel 1546 ebbe l'incarico di svolgere una missione in favore di Siena presso Carlo V, ma dovette desistere per il mancato gradimento da parte dell'imperatore; secondo gli storici locali questa avversione impedì anche che nel 1551 il B. ottenesse il cappello cardinalizio. Uscito da Siena con i suoi amici politici, rimase esule volontario sino al 1552, per protesta contro il regime politico vigente e così fece nel 1554-55 quando, con l'assedio, si profilò la fine della libertà della città.
Nel 1556 ottenne il governatorato di Roma, poi divenne nel 1557 chierico della Camera apostolica, governatore di Viterbo nel 1559 con la vice legazione per il Patrimonio. Continuando negli incarichi curiali, nel 1560 assunse l'ufficio di vicecamerario e nel 1566 fu deputato per la fabbrica di S. Pietro. Probabilmente come esponente degli alti funzionari curiali, nel 1556 fu chiamato a far parte anche della grande commissione generale per la riforma della Chiesa nominata da Paolo IV (Concilium Tridentinum,XIII, p.334). Il 16 dic. 1575 incoronò Giovanna d'Austria granduchessa di Toscana, segnando la riconciliazione formale con i Medici. Tuttavia non rientrò mai stabilmente a Siena e trascorse gli ultimi anni della sua lunga vita tra Tivoli e Roma, dove morì nel 1588, ottenendo sepoltura in S. Pietro, in prossimità della tomba dei due pontefici del suo casato.
Nel 1570 si preoccupò di aggregare alla famiglia Bandini, che altrimenti si sarebbe estinta, un nipote del fratello Mario, che costituì poi proprio erede universale. L'originale del testamento (Siena, Bibl. comunale degli Intronati, B. V. 11) è un esempio di attaccamento ai beni terreni, data la cura minuziosissima con la quale fu redatto, compresa la ripetizione per esteso in copia autentica di tutte le bolle con le quali l'arcivescovo aveva avuto dal papa facoltà di testare.
- Tratto dagli scritti di Carlo Carnesecchi del 1895 -
Alla sua morte le carte del Carnesecchi vanno a costituire il : FONDO CARNESECCHI IN ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
Dalla pagina Facebook dell'Archivio di Stato di Firenze
Alla fine del XIX secolo, Carlo Carnesecchi, storico e archivista dell'Archivio di Stato di Firenze, trascrisse e regestò centinaia di atti conservati nei principali fondi giudiziari fiorentini (Esecutore degli Ordinamenti di giustizia, 1345-1354; Otto di guardia e balìa, 1535-1733; Ufficiali dell'onestà, 1560-1635). Di questo scrupoloso lavoro si conservano 18 quaderni (Acquisti e doni, 291) che tracciano un quadro (neanche a dirlo, a tinte fosche) della società toscana di età moderna. La prima pagina del quaderno in foto, ad esempio, riporta traccia di due sentenze del tribunale degli Otto per due casi di stupro. L'anno è il 1571, quello della celebre vittoria del fronte cristiano su quello turco a Lepanto; il contesto è quello di una società patriarcale saldamente ancorata al principio della supremazia maschile, ma disposta a limitarne gli eccessi, punendo il suo degenerare in sopraffazione.
Carte di Carlo Carnesecchi nello Archivio di Stato di Firenze.
Le sue carte quindi alla sua morte rimangono come dono all'Archivio di Stato di Firenze :
Archivio di Stato di Firenze : Fondo Carlo Carnesecchi Acquisti e Doni 301 1
Ricevo dal dr Paolo Piccardi : Ho iniziato a dare un' occhiata a uno dei contenitori del ponderoso lascito di Carlo Carnesecchi.
Fondo Carnesecchi (1917), con spogli notarili edi altri documenti dell' ASFI, sia per studi di costume che genealogici
Fondo donato da Carlo Carnesecchi: dovrebbe consistere in una ventina di buste (o forse più) contenenti gli appuinti del Carnesecchi e forse qualche documento originale
Descrizioni e disegni a colori degli stemmi sulle lapidi in S. Croce e S. Maria Novella delle famiglie Benintendi e Rossi
Ricordanze Mazzinghi. Libretto originale coperto in cartapecora 1478-1487. Si tratta perlopiù di conti.
Storia della famiglia Pucci
1709 Visita a Firenze del Re di Danimarca. Diario quotidiano con descrizione
minuziosa dei ricevimenti.
1614 Della malattia del Granduca Cosimo II
1817 Cronaca di un viaggio a Roma e Napoli con due carrozse e sette cavalli.
1559 Divergenze in casa Ridolfi
Mi stupisce un poco che questo Carnesecchi , primo archivista dell'Archivio di Stato di Firenze si sia occupato dei Carnesecchi in modo insufficiente
Ha comunque parlato e fatto conoscere il Diario di Luca di Matteo da Panzano fratello uterino di Luca di Luca Carnesecchi
November 5, 1445. I record that my wife Lucrezia, from whom I have eleven children alive today, died this day, Friday evening, two and one-half hours after sunset. This has caused me as much grief as though I were dying, for we have lived together for twenty years, one month, and eleven days. I pray to God most fervently that He pardon her. She died in labor; the child was apparently stillborn. But since the child was said to be breathing, it was baptized and named Giovanni. We buried it in the church of S. Simone. We dressed my daugher Gostanza and Monna Caterina, the wife of Filippo di Ghezzi, with fourteen yards of cloth for a cloak, and a pair of veils and handkerchiefs. On Saturday morning at 11 o'clock, we held a vigil in our house with priests and friars. We buried her that day in S. Croce, in the vault of Messer Luca [Luca's grandfather] next to the found of holy water. On the 8th, we had a mass said for her soul in S. Croce, with candles and as much pomp as possible. A large number of friends and relatives attended. The loss of this woman was a grievous blow; she was mourned by the entire populace of Florence. She was a good woman, sweet-tempered and well-mannered, and was loved by everyone who knew her. I believe that her soul has gone to sit at the feet of God's servants. For she bore her final sufferings with patience and humility. She lay ill for two weeks after the child was born. May God with His great mercy make a place for her with angels. On May 16, 1446, I, Luca da Panzano, ordered thirty masses of St. Gregory to be said, one each morning on consecutive days, for the salvation of my wife Lucrezia's soul. I commissioned my confessor, Fra Altaviano del Mangano, a friar of S. Croce in Florence [to say these masses]. Today I gave him two wax candles weighing a pound each to keep lighted during these masses. And for his services, I gave Fra Altaviano approximately one-half yard of Alexandria velvet. from Brucker, The Society of Renaissance Florence, pp. 44-45. Note: This source appears in the original in the Diary of Luca di Matteo da Panzano; C. Carnesecchi, Archivio storica italiano, ser. 5, IV (1889), 156-159. The English version here was translated by Gene Brucker. |
Luca dei Firidolfi di Panzano e' fratello uterino di Luca di Luca di ser Filippo Carnesecchi ed e' autore di memorie che si intersecano ovviamente con la vita di diversi Carnesecchi
Un fiorentino del secolo XV e le sue ricordanze domestiche
Carlo Carnesecchi
http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/ricercaMagExpansion.jsp?searchType=avanzato&channel__creator=Carlo+Carnesecchi&opCha__creator=OR&opCha__contributor=OR&__meta_descSourceLevel2=MagTeca+-+ICCU&q=&channel__contributor=Carlo+Carnesecchi&__meta_collection=inventari+delle+biblioteche+medievali+italiane
Brighe, Affanni, Volgimenti di Stato ,le ricordanze quattrocentesche di Luca di Matteo di messer Luca dei Firidolfi da Panzano
Anthony Molho e Franek Sznura
Luca di Matteo di messer Luca dei Firidolfi da Panzano era figlio di Mattea del Benino che in seconde nozze fu sposa a Luca di ser Filippo di Matteo Carnesecchi e quindi fratello uterino di Luca ( gia' Alessandro Carnesecchi ) e fu allevato dalla madre in casa Carnesecchi
Quindi le ricordanze s'incrociano talvolta con vicende dei Carnesecchi
Queste RICORDANZE sono state poi riprese in modo piu' completo ed esaustivo da ANTHONY MOLHO E FRANEK SZNURA
http://books.google.it/books?id=N0ZRJ9ndeloC&printsec=frontcover&dq=brighe+affanni&hl=it&sa=X&ei=KlkTU5yxOei_ygO-xYD4BA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=brighe%20affanni&f=false
Rivista bibliografia italiana - Pagina 78
di Salvatore Minocchi - 1903
Il signor Carlo Carnesecchi. Lo conosci ? — Lo conosco benissimo. Egli quanto
erudito, è altrettanto cortese con chi càpita nell' Archivio di Stato per fare ...
Visualizzazione frammento
- Aggiungi alla mia biblioteca - Ulteriori edizioni
Studi storici e letterari - Pagina 33
di Giuseppe Pieroni-Levantini -
Italian literature - 1893 - 278 pagine... e come pare anche al signor Carlo Carnesecchi, officiale assistente dell'Archivio,
alla cui cortesia debbo molti aiuti nel decifrare gli spesso ...
Visualizzazione frammento
- Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca
Archivio storico lombardo - Pagina 152
di Società storica lombarda - 1948
Carlo Carnesecchi, che pregai di ...
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