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ing.Pierluigi Carnesecchi
indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm
CARNESECCHI vulgo COPPINI.
Prima di Affidarci al Dizionario biografico degli
Italiani ( Treccani ) dove figurano col solo cognome COPPINI alcune considerazioni
Intanto per evitare si pensi ad una fantasia genealogica premetto i battesimi di Cesare ed Achille Coppini dove si vede chiaramente che erano cognominati Carnesecchi e chiamati (vulgo) Coppini. Coppini era quindi un cognome di scena
La difficolta' di questa ricerca e' l'intercettare i vari battesimi. La famiglia va considerata quasi una famiglia circense soggetta a spostamenti scarsamente prevedibili , in modo particolare nei tempi piu' antichi quando non esisteva un'anagrafe civile ma solo i registri religiosi
Per molte delle persone di cui si narra
piu' sotto, il vero cognome e’ Carnesecchi ( con origine a Firenze )
Questo ancor oggi , non e' assolutamente chiaro ( anzi e' oscuro ) anche a molti storici del melodramma italiano ingannati dal cognome di scena. Quindi questa ricerca ha un senso che va oltre la ricerca genealogica
Probabilmente per qualche ragione che per ora non
conosco gli venne modificato dalla gente ( vulgo ) il cognome in Coppini probabilmente in qualche
trasferimento in luogo diverso o forse semplicemente e piu' probabilmente
perche' la prima ad aver successo sulle scene era stata la moglie di un
Carnesecchi originaria della famiglia Coppini . E quel cognome era diventato
quasi un cognome d'arte , che serviva ad essere riconosciuti di primo acchito
dagli impresari e dal pubblico come appartenenti a una famiglia che aveva dato
artisti noti , un marchio di qualita' che li accompagnava probabilmente molto
prima della meta' 1700
Carnesecchi e’ cognome che non suona strano in area Toscana mentre suona strano fuori quindi e’ piu facile si tenda a modificarlo in luoghi fuori dalla Toscana, Quindi un eventuale cambio d’identificazione e' piu' probabile sia avvenuto fuori dalla Toscana
Ma anche Coppini e' un cognome toscano rende improbabile che fuori di Toscana si cambiasse il cognome da Carnesecchi in Coppini
Ci sono sia Carnesecchi sia Coppini ad esempio a Firenze e a Prato
Propendo quindi per qualcosa nato sulle scene
Antonio nel battezzare i figli a Firenze utilizza il
cognome Carnesecchi aggiungendo "vulgo Coppini" e Argia la figlia di
Achille nel 1900 porta il doppio cognome
COPPINI ===COPPINI BARTOLINI ===CARNESECCHI VULGO COPPINI
La denominazione Coppini –Bartolini nasce
dall’essere Cesare , Achille , Ettore figli di Antonio Carnesecchi e di
Carolina Bartolini ed e' quindi pura invenzione cronachistica
Certo e' una storia familiare molto interessante che le cronache del melodramma registrano almeno dalla meta' del 700 arrivando ai primi anni del 1900
-
Famiglia di ballerini e coreografi i cui componenti
si sono avvicendati per diverse generazioni, dalla seconda metà del Settecento
in poi, dapprima sulle scene dei teatri veneziani e successivamente nelle
principali città dell'Italia settentrionale. Pur non essendo possibile
stabilire con esattezza i loro rapporti di parentela, soprattutto per quanto
riguarda le prime generazioni, la successione cronologica delle loro
esibizioni, la comunanza dei luoghi e talora l'appartenenza alle stesse
compagnie di giro ci consentono tuttavia di stabilire con una certa
approssimazione delle connessioni tra i vari membri della famiglia e di
ipotizzare forme di organizzazione familiare che, attraverso una probabile
selezione artistica, offrirono agli esponenti di maggior rilievo artistico la
possibilità di circondarsi di parenti più giovani e meno dotati, i quali ultimi
scomparivano con gran celerità dalle cronache degli spettacoli teatrali.
I primi di cui ci parlano i documenti artistici sono :
Maria e Francesco
Coppini
Nell'autunno del
1763 viene segnalata a Venezia (T. Wiel, p. 241) la presenza di Maria e Francesco Coppini che, con la compagnia del coreografo
V. Monari, si esibiscono in coppia sulle scene del teatro S. Moisè e su quelle
del S. Samuele mentre, nella stagione di carnevale dell'anno successivo, li
troviamo al teatro S. Salvatore con la compagnia di M. Missoli.
Francesco
Coppini (171?, 178?) :
- L'amore
in musica (di Boroni), La
contadina in corte (di Rust), Alessandro
nell'Indie (di Sacchini)
Maria Coppini (170?, 177?) :
- L'amore
in musica (di Boroni), La
contadina in corte (di Rust), Alessandro
nell'Indie (di Sacchini)
Giuseppe Compostoff fu personaggio famoso , direttore del teatro La Pergola di Firenze................
Pietro
Coppini (176?, 183?) :
- esecutore : Pamela
(di Farinelli), La rosa
bianca e la rosa rossa (di Mayr), Un
avvertimento ai gelosi (di Pavesi), Aureliano
in Palmira (di Rossini), La
Cenerentola, ossia La bontà in trionfo (di Rossini)
Pietro Coppini (175?, 181?) :
- esecutore : La gazza
ladra (di Rossini), Giulietta
e Romeo (di Zingarelli)
ANNO 1777 Teatro LA PERGOLA FIRENZE : EULARIA e ELEONORA e CATERINA
Eularia e Eleonora le trovo documentate nel Creso re di Lidia
mi pare di capire agli inizi del cammino artistico
Eleonora e' tra i figuranti ne i I tre amanti dramma giocoso, dove Eularia e' tra i mezzi caratteri
Eularia e Eleonora sono tra i ballerini di secondo piano in Medonte re di Epiro dramma per musica
La carriera di Eularia culminera' con il ruolo di prima ballerina con una carriera abbastanza interessante
Nell'autunno del 1783 appaiono al teatro S. Moisè, con la compagnia di F. Terrades, Eularia nel ruolo di prima ballerina ed Eleonora in quello di prima grottesca, le quali si esibiscono in alcuni balletti tra i quali: La pastorella fedele (di F. Terrades; musica "tutta nuova" di Mattia Stantingher [Stabingher]) e Il barbiere di Siviglia (id.; mus. di autore non nominato), eseguiti entrambi con l'opera La villanella rapita di G. Bertati e F. Bianchi (O. G. T. Sonneck, I, p. 1137);un ballo pastorale e militare di cui si ignora il titolo; Li tre amanti ridicoli (di autori sconosciuti) eseguito nel carnevale del 1784 insieme con il ballo La caccia di Enrico IV (di P. Giudice, musica di autore non nominato), forse incluso nell'opera Le due gemelle di P. Guglielmi (Sonneck, II, p. 628). Mentre di Eleonora sappiamo soltanto che, dopo l'apparizione sui teatri veneziani nell'autunno 1783, fece una breve ricomparsa alla Scala di Milano nel luglio 1797nel ballo Deucalione e Pirra di G. Angiolini (musica di autore sconosciuto), ritroviamo Eularia al teatro S. Moisè di Venezia nel carnevale 1793 con la compagnia di G. Scaleri nei balli Ilconvito dei contadini e I prigionieri di guerra (entrambi di autori sconosciuti).
Eleonora
Coppini (172?, 179?) :
- esecutore : La
villanella rapita (di Bianchi), - Gli amanti
alla prova (di Caruso), Le astuzie
di Bettina (di Stabinger)
Eularia
Coppini :
- La
statua per puntiglio (di Bernardini), - esecutore : La
villanella rapita (di Bianchi), - La sposa in
equivoco (di Bianchi), Gli amanti
alla prova (di Caruso), La
virtuosa (di Guglielmi), La
virtuosa di Mergellina (di Guglielmi), - esecutore : Enea e
Lavinia (di Guglielmi), - Le astuzie
di Bettina (di Stabinger)
FRANCESCA COPPINI sposata BERNARDINI
Nel 1792, alla Scala di Milano, troviamo una Francesca che, nel ruolo di prima ballerina, è tra gli interpreti dei balli Melinto e Cleonice e Amor creduto un cane (entrambi di G. Marsili, musica di autore sconosciuto), mentre nell'autunno dell'anno successivo si esibisce come ballerina di "mezzo carattere" al teatro La Fenice di Venezia dove, con la compagnia di G. Onorati, balla ne L'eroe castigliano ossia Rodrigo e Cimene (di G. Onorati, musica di autore non menzionato; "ballo gran eroico pantonumo" eseguito con l'opera Apelle di A. S. Sografi e N. Zingarelli: Sonneck, I, pp. 127 s.); in quell'anno, ma con la compagnia di N. Ferlotti e sulle scene del teatro S. Benedetto, è la prima ballerina assoluta del balletto La forza dell'amicizia e dell'amore (probabilmente di J. B. Martin; eseguito con l'opera Tamerlano di P. Guglielmi: Sonneck, II, p. 1409); nel 1794 la ritroviamo alla Fenice come interprete, di nuovo con la comPagnia di G. Onorati, dei balletti Ati e Il selvaggio generoso. Entrata (1797) a far parte della compagnia di F. Clerico (dove incontra e sposa il primo ballerino grottesco A. Bernardini) compare, sempre alla Fenice (ma con il cognome del marito) nei balli Britannico e Nerone e Zemira e Azor (di F. Clerico, autore anche della musica; eseguito dopo l'opera Giovanna d'Arco o sia La pulcella d'Orleans di A. S. Sografi e G. Andreozzi) che ottennero uno straordinario successo per le splendide coreografie del Clerico.
Entrata successivamente nella compagnia di O. Viganò, con la quale danzò al teatro S. Benedetto di Venezia ne Ilconvitato di pietra (musica di L. Marescalchi; eseguito con l'opera Tullo Ostilio di F. Ballani e G. Gazzaniga: Sonneck, II, p. 1107), nel 1800 è al teatro S. Sarnuele della stessa città tra gli interpreti di Amore imprigionato, coreografo G. B. Checchi. L'ultima esibizione di Francesca della quale si ha notizia ebbe luogo al teatro Ducale di Parma nel 1802 e precisamente nei balli Iserbeck e Kaikinda, Il turco generoso e La locanda.
Francesca
Coppini Bernardini (174?, 181?) :
- La
morte di Cesare (di Bianchi), La
pianella persa, o sia La veglia de contadini (di Gardi), L'intrigo
della lettera (di Mayr), L'accademia
di musica (di Mayr), La
maschera fortunata (di Portugal)
Francesca
Coppini (175?, 181?) :
- Gli
amanti alla prova (di Caruso), Il ritorno
di Serse (di Portugal), - esecutore : I finti
eredi (di Sarti), - Le astuzie
di Bettina (di Stabinger), - esecutore : Annibale
in Torino (di Zingarelli), - Apelle
(di Zingarelli)
ANTONIO COPPINI
Nella primavera del 1798, con la compagnia di S. Viganò, danza sulle scene del teatro S. Benedetto di Venezia un Antonio (primo grottesco) in Riccardo Cuor di Leone (musica di J. Weigl) e Lo sposo sciocco deluso.
GIUSEPPE CARNESECCHI VULGO COPPINI probabilmente figlio di Francesco
Padre di Antonio ( 1806 ) e Giovacchino
Sempre a Venezia nello stesso anno 1798, con la compagnia di G. Caiani, troviamo Giuseppe (di cui mancano precise notizie biografiche) tra gli interpreti al teatro S. Moisè di numerosi balli, tra cui ricordiamo: Nicola e Cirilla (eseguito dopo la farsa Ilfinto stregone di G. Foppa e F. Gardi; Sonneck, II, p. 516); Caterina e Blech (musica di G. Caiani; eseguito dopo la farsa Furberia e puntiglio di G. Foppa e M. da Capua; Sonneck, 1, p. 537); L'isola piacevole (eseguito con La semplice ovvero La virtù premiata di G. Foppa e F. Gardi; Sonneck, II, p. 991) e L'amante in cimento, questi ultimi due balli rappresentati nel 1799.
Interprete insieme con Antonio del balletto Meneghino e Carlotta (Ravenna, teatro Comunale, 1808), Giuseppe ricopre anche il ruolo di primo grottesco (insieme con Antonia, forse la moglie) nei balli Ilratto di Elena (Bologna, teatro Comunale, 1804; coreografo E. Muzzarelli) e Rodolfo e Amelia (ibid., 1814; coreografo A. Landini). Celebre pure come coreografo, Giuseppe iniziò questa attività rielaborando il balletto tragico Gundeberga (ideato nel 1814 da G. Gioia, su musiche di Rossini, per la Scala), del quale era già stato interprete in occasione di una rappresentazione nel 1817 al teatro Comunale di Bologna. Questo suo primo ballo, presentato per la prima volta al teatro Ducale di Mantova nel 1823, fu accolto con molto favore: "Questo ballo eroico" - si legge infatti ne La Gazzetta di Mantova del 4 genn. 1823 - "a ragione si può dire spettacoloso... animarono l'estro del sig. Coppini a comporre, siccome egli asserisce, un'azione tragico-pantomimica, con molta intelligenza, con intreccio bello e gradevole...". All'inizio del 1823 un altro ballo di Giuseppe, L'allievo della natura, inaugura la stagione al teatro Sociale di Modena, mentre, nel 1824, seguono Eufemia diFrancia e Agatil e Tovarix. Delle numerose altre coreografie di Giuseppe ricordiamo inoltre: Odoacre primo re d'Italia (Padova, teatro Nuovo 1826; musica di V. Trento); La conquista del Perù (Verona, teatro Filannonico 1828; musica di L. M. Viviani); Ildisertore per amorfiliale ossia La spada di legno (ibid. 1829); I Capuleti e i Montecchi (Padova, teatro del Pavone 1832; tra gli interpreti di questo ballo, troviamo anche una Antonia che mimava la pane del padre di Romeo). Nella stagione 1840-41 Giuseppe presentò inoltre tre sue nuove coreografie sempre a Mantova - La caduta di Missolungi, La virtù premiata e I due principi rivali - che ebbero un'accoglienza assai sfavorevole poiché, scriveva G. Amadei (p. 165), "fin dalla prima rappresentazione La caduta di Missolungi cadde in un mare di fischi... con il risultato di costringere l'impresario a chiudere il teatro per alcuni giorni... curando particolarmente l'allestimento del secondo ballo La virtù premiata. Invece fu un nuovo disastro, né andò molto meglio con I due principi rivali tollerato appena per merito dei due primi ballerini...".
Giuseppe
Coppini (174?, 181?) : Non so se si debba attribuire a Giuseppe Carnesecchi questa scenografia : ANNA COPPINI probabilmente moglie di Giuseppe Anna Coppini e' prima grottesca nell'Annibale in Torino dramma per musica da
rappresentarsi nel Regio Teatro di Torino, carnevale 1792 E' presente Francesca Coppini nel ruolo di Melania principessa d'Islanda e
di prima ballerina Anna Coppini Atalanta dramma per Musica teatro regio di Torino carnevale
1792 Anna Coppini 1797 a Venezia Anna Coppini con Giuseppe Coppini primi grotteschi ; Anna Coppini e' nel 1811 prima grottesca ne il fanatico in berlina, dramma
giocoso per musica; di Giovanni Paisiello per il carnevale a Siena E' sola Anna Coppini e' nel 1817 presente a Bologna con Giuseppe ,Antonio e
Giovacchino nota bene vi sara un'altra Anna Coppini nel corpo di ballo di Cesare Coppini
- esecutore : Ines de
Castro (di Trento)
Giuseppe Coppini :
- coreografo : Don
Simoncino, ossia Furberia e puntiglio (di Bernardini), Ines de
Castro (di Bianchi), Teresa e
Claudio (di Farinelli), Il finto
stregone (di Gardi), Ginevra di
Scozia (di Mayr), Ines di
Castro (di Nasolini), Merope
(di Nasolini), Gli arabi
nelle Gallie, ossia Il trionfo della fede (di Pacini), Tancredi
(di Rossini), Ines de
Castro (di Trento)
- Ines
de Castro (di Bianchi), Ines di
Castro (di Nasolini), Merope
(di Nasolini), Ines de
Castro (di Trento), - esecutore : Ines de
Castro (di Trento), Annibale
in Torino (di Zingarelli)
Compagnia di Giovanni Copppini e Maria Rachele sua moglie
1793
Compagnia di Giovanni Copppini e Maria Rachele sua moglie
Composta oltre che dai genitori dai
figli Pio , Ferdinando,
Filippo, Giuseppa, Maria , Orsola
Ballerini , funamboli, equilibristi , mimi
Teatro Metastasio Milano Letto un memoriale
presentato da Giovanni Coppini col quale in
sostanza chiedeva il teatro per il prossimo settembre per farvi recitare
burlette in musica e per il futuro Carnevale per le commedie in prosa, con quel
di più, che (...) sentito il parere di tutti i signori coadunati e le loro
proposizioni, e queste ben considerate e discusse finalmente deliberando
deliberarono risolverono di concedere a Giovanni Coppini il loro teatro per i tempi richiesti con gli infrascritti patti e
condizioni cioè.
1813
TEATRO DEL LENTASIO ( Compagnia Coppini ) Giuochi
ginnastici sulla corda tesa. Serata a beneficio della signora Carolina Coppini.
Teatro Lentasio. Dalla comp. Coppini si eseguiscono giuochi ginnastici, balli sulla corda tesa e
pantomime. Serata a beneficio del giovane Martinelli, con teatro illuminato a giorno
Compagnia di Pio Coppini
Composta oltre che da Pio dai suoi fratelli Ferdinando e Carolina
1824
La scelta compagnia Coppini de Ballerini Funamboli, ed Equilibristi all'uso Indiano, avendo dato un saggio del loro talento nelle due decorse sere, nel sudetto teatro, prevengono il rispettabile pubblico che rimangono le due sole rappres ntanze di martedì e mercoledì all'adempimento delle sue promesse
Mi verrebbe da pensare che Anna sia moglie di Giuseppe e madre di Antonio e Giovacchino fratelli
Most widely held works by Antonio Coppini
Il saltimbanco : ballo di mezzo carattere in quattro atti by Antonio Coppini( Book )
5 editions published between 1852 and 1861 in Italian and held by 5 WorldCat member libraries worldwide
Fior di Maria : ballo romantico in un prologo e sei parti by Antonio Cortesi( Book )
2 editions published in 1858 in Italian and held by 4 WorldCat member libraries worldwide
L'esposizione di Londra : divertimento mimo-danzante in un solo atto : composto e messo in scena al r. Teatro della Pergola dei signori accademici Immobili, la primavera del 1865 by Antonio Coppini( Book )
2 editions published in 1865 in English and Italian and held by 3 WorldCat member libraries worldwide
Pia de' Tolomei : tragedia lirica in due parti da rappresentarsi nel Teatro Apollo nel carnovale e quadragesima 1836-37 by Gaetano Donizetti( Book )
3 editions published in 1836 in Italian and held by 3 WorldCat member libraries worldwide
I veneziani a Costantinopoli : ballo eroico-storico in sei atti by Antonio Monticini( Book )
2 editions published in 1834 in Italian and held by 3 WorldCat member libraries worldwide
Caterina, ovvero, La figlia del bandito : azione mimica in cinque atti by Jules Perrot( Book )
2 editions published between 1854 and 1855 in Italian and held by 3 WorldCat member libraries worldwide
Firenze : poema coreografico in 5 quadri con prologo in 2 atti, posto in scena dal coreografo Antonio Coppini nella stagione di carnevale 1864-65, al r. Teatro Pagliano. Firenze, Tip. Grazzini, Giannini, 1864. 8 p. 20 cm by Antonio Coppini( )
1 edition published in 1864 in Italian and held by 2 WorldCat member libraries worldwide
Zuleika : ballo di mezzo carattere in quattro atti : da rappresentarsi nel Teatro Argentina l'autunno del 1852 by Antonio Coppini( Book )
2 editions published in 1852 in Italian and held by 2 WorldCat member libraries worldwide
Il Figlio fuggitivo : ballo di mezzo carattere diviso in 3 atti; da rappresentarsi nel nobile Teatro argentina l'autunno 1845 by Antonio Coppini( Book )
2 editions published in 1845 in Italian and held by 2 WorldCat member libraries worldwide
Le due gemelle, ballo mimo-danzante in 5 atti by Antonio Coppini( Book )
2 editions published between 1862 and 1863 in Italian and held by 2 WorldCat member libraries worldwide
ANTONIO CARNESECCHI VULGO COPPINI figlio di Giuseppe (di Francesco ? )
L’anno di nascita di Antonio Coppini si desume dal suo debutto a nove anni nel 1815 ( nella Gutemberga di Gioja alla Pergola a Firenze ) quindi 1806 . nasce a Bologna
Sposa la ballerina Carolina Bartolini di Forli
( La nascita a Bologna pero' non risulta nei registri di battesimo conservati presso l'Archivio Arcivescovile di Bologna. Debbo questo alla cortesia del dott. Simone Marchesani
Infatti :Sono spiacente di informarla che il nominativo da lei ricercato non risulta nei nostri registri. Grazie a degli indici la verifica ha riguardato tutta la prima metà dell'Ottocento )
Antonio e Giovacchino ragazzi e con la presenza di Anna Coppini nel 1817 a Bologna
Sempre a Bologna e sempre 1817
La morte di Mitridate: Dramma serio in musica con cori Di Sebastiano Nasolini
sono presenti Giuseppe nella parte di uno scudiero, Anna nella parte di una damigella e Antonio ha gia' una parte da figlio, non figura Giovacchino
Antonio, probabilmente l'esponente di maggior spicco di tutta la famiglia. Anche in questo caso, pochi sono i dati biografici che ci rimangono: conosciamo solo la data della sua nascita (1806) e quella della morte (ottobre 1888). Più numerose e interessanti le notizie relative alla sua attività, che fu assai intensa sia come ballerino sia come coreografo. Dal punto di vista interpretativo, le esibizioni di Antonio - pur coprendo l'intera gamma dei ruoli coreici e pur mantenendosi tutte ad un livello assai decoroso - non si discostano di molto da quelle di gran parte dei ballenni attivi nella prima metà dell'Ottocento. Solo verso la fine della carriera, grazie anche alla grande esperienza accumulata, Antonio ebbe la possibilità di far eccellere le sue notevoli qualità di mimo: come attesta, ad esempio, un articolo apparso nell'Eptacordo del 2 maggio 1860 in cui si affermava che "il ballo del Cortesi del 15 aprile Fior di Maria s'ebbe esito di furore. Antonio, il mimo per eccellenza, vi riscosse plausi e chiamate".
La data di nascita di Antonio viene fissata dallo Schmidl all'anno 1806
Della sua carriera, svoltasi in maniera intensa e costellata da grandi successi e strepitose cadute, si ricordano: Lucrezia degli, Obizzi (Firenze, teatro alla Pergola, 1843), Adelaide di Francia con musica di C. De Giorgis (Firenze, teatro degli Intrepidi, 1844), La fontana d'amore (Venezia, teatro La Fenice, carnevale 1845), Il figlio fuggitivo (Roma, teatro Argentina, 1845;poi ripreso a Mantova, teatro Sociale 1847), Renato d'Arles, con musica di M. L. Viviani (Roma, teatro Apollo, 1846), Il figlio bandito (Mantova, teatro Sociale, 1847;poi Bologna, teatro Comunale, 27 maggio 1849 insieme con Leonora di S. Mercadante), Albina ovvero I pescatori di Calabria (1851), Gli Arabi nelle Spagne (Mantova, teatro Sociale, 1852), Zuleika, posto in musica dal coreografo Antonio C. (cfr. Rinaldi, II, p. 872) che interpretò il ruolo di Amunz (Roma, teatro Argentina, 1852; ripresa a Genova, teatro Carlo Felice, 1855), Il diavolo zoppo (Parma, teatro Ducale, 1852), Il conte Pini (ibid., 1852), Isaura ovvero La figlioccia delle fate, di I. SaintGeorges e J. Perrot (Venezia, teatro La Fenice, 1853;con il titolo Isaura o La bellezza fatale, Roma 1852, secondo l'Enc. dello Spett.), Caterina ovvero Lafiglia del bandito (Firenze, teatro dei sigg. Immobili, 1854), Adelaide di Borgogna (Genova, teatro Carlo Felice, 1855), Una sfida al bersaglio (ibid.), Giovanni da Procida (ibid.), Francesca da Rimini con musica di F. Gualtieri (Roma, teatro Apollo, 1856), Violetta (ibid., 1857), Le due gemelle (Roma, teatro Argentina, carnevale 1863), Saltimbanco (ibid., 1863), La casa da vendere (Parma, teatro Ducale, 1863), L'avventuriera (musica di A. Mussi, Firenze, teatro Nazionale, 1863), Don Cesare di Bazan (ibid., 1863), Firenze, poema coreografico (ibid., teatro Pagliano, carnevale 1865), L'esposizione di Londra (Firenze, teatro della Pergola, 1865; ripreso con il titolo Un episodio dell'esposizione di Londra a Roma, teatro Apollo, 25 apr. 1871). Iltaglio dell'istmo di Suez, attualità fantastica in 4 atti e 6 quadri (Firenze, teatro Pagliano, 1865), La polvere e la spada, poema coreografico (ibid., 1871), Giulio di Valois, ballo tragico (Verona, data sconosciuta).
Antonio
Coppini (180?, 1888) :
- Sofronia
ed Olindo (di Andreozzi), La donna
selvaggia (di Coccia), L'esule di
Roma, ossia Il proscritto (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev) (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev 2) (di Donizetti), Rosmunda
in Ravenna (di Lillo), Adriano in
Siria (di Mayr), I normanni
a Parigi (di Mercadante), Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), Gli arabi
nelle Gallie, ossia Il trionfo della fede (di Pacini), Inès de
Castro (di Persiani), Tancredi
(di Rossini), L'italiana
in Algeri (di Rossini), Otello,
ossia Il moro di Venezia (di Rossini), Mosè in
Egitto (di Rossini), Eduardo e
Cristina (di Rossini), Zelmira
(di Rossini), Mitridate
(di Tadolini)
Dario Ascarelli estensore dell'articolo sulla Treccani non riconosce nella ballerina Carolina Coppini la moglie di Antonio Carolina di Fortunato Bartolini
dice infatti
Alla famiglia ap partenne anche Carolina, di cui non è stato possibile stabilire il rapporto di parentela con Antonio anche se alcuni biografi la indicano come sua sorella essa comparve nel ruolo di prima ballerina nel teatro Grande di Brescia in Berengario di E. Viotti (1842), poi nel ruolo di Fiordaliso nel ballo romantico Esmeralda di G. Perrot, posto in scena da D. Ronzani (Roma, teatro Argentma, 1845) e successivamente in ruoli primari in quasi tutte le prime coreografie di Antonio. La sua carriera fu relativamente breve anche se le sue esibizioni, con ruoli di prima ballerina, furono frequenti e costellate da personali successi. L'ultima sua comparsa nota è del 1853 in, una delle tante riprese di Lucrezia degli Obizzi alla Pergola di Firenze.
Carolina
Coppini (178?, 186?) :
- Pia
de' Tolomei (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev) (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev 2) (di Donizetti), Rosmunda
in Ravenna (di Lillo), Inès de
Castro (di Persiani), - esecutore : Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini)
Antonio morì a Forlì nell'ottobre 1888.
ed e' sepolto nel cimitero monumentale di Forli accanto al suocero Fortunato Bartolini
purtroppo nel 2017 la tomba era in diffida da parte del comune
dall'unione tra Antonio e Carolina Bartolini nascono 4 figli che proseguono con la tradizione familiare
Dizionario universale dei musicisti......................di Carlo Schmidl
FIRENZE BATTESIMI DEL DUOMO
Lucca, Battesimi di S. Frediano
A dì 4 agosto 1844
Antonio Ettore Giuseppe figlio del sig. Antonio del sig. Giuseppe CARNESECCHI
di vulgo CUPPINI di Bologna nativo, e della sua moglie la sig.ra Carolina del
fu Fortunato BARTOLINI di Forlì, nato il dì 3 detto all'ore 3 1/4 pomeridiane,
parrocchia di S. Michele, fu battezzato dal suddetto, compare il sig. Antonio
Simoni di Lucca, e la comare sig.ra Clemente Bartolini di Forlì.
per la cortesia di
Andrea Mandroni
Di Sofia non sono riuscito a raccogliere niente
Attivi come ballerini furono anche i figli di Antonio: Cesare, Ettore, Achille e Sofia i quali pur divergendo per temperamento e peculiarità tecnico-stilistiche riuscirono a emergere nella storia del balletto italiano. Tra l'altro Cesare e Achille vengono nominati dallo Schmidl con il doppio cognome di Coppini Camesecchi, mentre il Cambiasi (p. 2 16) più di una volta cita Achille con il cognome Coppini Bartolini.
Cesare Coppini primo ballerino assoluto in Roma nel Teatro Argentina autunno 1858 dis Battistelli e lit Corso 145
Cesare, nato a Firenze il 26 luglio 1837, esordì all'età di sette anni nel balletto dei padre Adelaide di Francia e in seguito prese parte a molte altre azioni coreografiche di Antonio. Eccellente ballerino, godette per molti anni i favori del pubblico e fu conteso dai più quotati coreografi. Scrisse di lui IlTrovatore del 31 dic. 1868 in occasione della prima di Brahma di I. Monplaisir dato al teatro Comunale di Trieste: "Cesare Coppini è uno dei migliori ballerini che oggi vanti l'Italia", ribadendo l'opinione riportata da tutte le cronache teatrali dell'epoca.
Compagno di Virginia Moc con la quale interpretò La finta sonnambula
(Roma, teatro Argentina, 1863), fu attivo in molte città italiane tra cui
Firenze, Genova, Roma e Milano, città dove nel 1883, sostituendo Giovanni
Casati nella direzione della scuola di ballo della Scala, fu maestro anche
della scuola di perfezionamento e mantenne tali incarichi fino al 1900. Sempre
alla Scala, dove era divenuto primo ballerino nel 1881, sostenne il ruolo di
Valentino nel ballo Excelsior, rappresentato con immenso successo l'11
gennaio dello stesso anno. Interprete di quasi tutti gli altri lavori di L.
Manr zotti, tentò anche la coreografia inserendo alcune "danze
separate" durante la ripresa di Flik e Flok di F. Paglioni
(Milano, teatro alla Scala, 1884) e riproducendo Gretchen di L. Danesi
(ibid., 1885). Nel Museo del teatro alla Scala si conserva una interessante
documentazione dei suoi sistemi didattici, interamente descritti da P. van
Praagh e P. Brinson in The choreografic art (pp. 330 ss.); è un libro
ms. di esercizi che "contained very full details of the weekly cycle of
classes given by Caterina Beretta and Cesare Coppini, two principal authorities
of the Italian School, to the young Pierina Legnani. The exercises are recorded, apparently, in
Legnani's own hand and were probably written down for reference during her
first tours abroad" (p. 325).
DATA: 1894
LUOGO: MILANO - TEATRO ALLA SCALA
TITOLO: SCUOLA DI BALLO - DIPLOMA DI MICHELINA TAVEGGIA
DESCRIZIONE: Diploma rilasciato dalla celebre scuola di ballo del Teatro alla
Scala a Michelina Taveggia.
Firma autografa del maestro dirigente, il celebre ballerino Cesare Coppini.
Costumi del ballo
Fatima
Anche sui costumi presentati nella quarta tavola del
catalogo ci sono aspetti che rimangono misteriosi. dalle annotazioni scritte
presso i disegni si legge che si tratta del balletto Fatima, uno spettacolo in
tre atti, diretto dal coreografo Cesare Coppini. Ma di questo
spettacolo non è stata finora rintracciata alcuna notizia e un'altra
annotazione che indica "proprietà Coppini", fa pensare che si tratti
di un progetto di balletto che poi non è stato più realizzato.
Cesare Coppini faceva parte di una famiglia di artisti della
danza, tra cui il padre Antonio, vissuto tra il 1806 e il
1888 fu un famoso ballerino. Antonio era il fratello di Carolina,
anch'ella ballerina e Giuseppe, ballerino, mimo e coreografo.
Dei quattro figli di Antonio, Cesare fu un ballerino di grande talento,
attivo nei teatri di Firenze, Roma, Genova, e poi a Milano. Qui s'impose come
primo ballerino della Scala per poi diventare direttore della Scuola di ballo
del prestigioso teatro milanese.
BALLERINA FIORENTINA DELL'EPOCA ROMANA
Dall'annotazione presso il disegno si legge
"Ballerina. Fiorentina dell'epoca romana. Ballabile Orgia" e di
fianco: "Proprietà Coppini".
Si tratta di un abito corto, dai colori vivaci, composto da un corpetto dal
taglio morbido e con brevi panneggi appuntati sulle spalle al posto delle
maniche. La gonna molto ampia, a ruota e leggermente arricciata, è sostenuta da
una sottogonna ampia e arricciata che fuoriese da sotto e lascia vedere
le gambe. Ai piedi la ballerina indossa sandali con lacci e l'acconciatura è
fermata da un diadema dorato.
SAID
Da quanto si legge nelle annotazioni relative a questo
disegno, il personaggio di Seid, ufficiale giannizzero, era interpretato dal
primo Mimo. Si legge anche che il costume doveva essere tutto in raso con
guarnizioni in oro. Seid indossa una tunica gialla dal taglio semplice e
dritto, senza maniche sopra ad una camicia rossa, di cui si vedono le
maniche lunghe e aderenti e braghe rosse aderenti. Le calzature con tomaia
alta, il copricapo alla beduina e la spada al fianco completano il costume.
LA DOGARESSA
Presso il figurino del costume della Dogaressa veneta
sono annotate diverse indicazioni riferite soprattutto ai tessuti. La Dogaressa
indossa una lunga tunica damascata in raso, con maniche ampie e lunghe. In vita
spicca una cintura in oro con lungo pendente davanti, decorato con pietre di
diversi colori. Sulle spalle porta un ampio mantello di velluto rosso con
strascico e bordatura in oro e sopra una mantellina corta in pelliccia. Sui
capelli lunghi e sciolti porta la corona.
QUARTO FIGURINO
Il quarto figurino del balletto è privo di indicazioni
e non possiamo sapere a quale personaggio può essere riferito questo costume di
ballerina.
Come già nella Ballerina fiorentina descritta sopra, anche in questo caso si
tratta di un abito corto, che lascia libere e visibili gambe e braccia della
danzatrice. E' composto da un corpetto aderente bordato in oro e con scollatura
"V" e maniche corte, una gonna a più strati di tessuti diversi, con
arricciature e drappegi che creano volume. I colori son contrastanti e vivaci.
Ai piedi la ballerina indossa scarpini di foggia orientale con la punta curvata
verso l'alto. Sull'acconciatura divisa in trecce porta un velo trasparente e
una corona, al collo una ricca collana con pendente e una fusciacca annodata
sui fianchi
Note ulteriori su Cesare Coppini
born: 27 Jul 1837
Firenze, Italy
died: 08 May
1917 Ospizio Trivulzio
ballerino, cantante de opera, church organist, contralto, coreografo,
interprete
active: Mexico
City, Mexico
perf: 1844-1845 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1844-1845 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: carnevale 1844-1845 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: Fiera 1845 |
Reggio Emilia, Italy |
|
perf: Fiera 1846 |
Reggio Emilia, Italy |
|
perf: 1858-1859 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1858-1859 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: carnevale 1858-1859 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: autunno 1866 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1866 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1866 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
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perf: 1867-1868 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1867-1868 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
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perf: carnevale 1867-1868 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1871-1872 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1871-1872 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: carnevale 1871-1872 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
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perf: 1875-1876 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1876-1877 |
Lisbon, Portugal (S. Carlos) |
|
perf: 1877-1878 |
Lisbon, Portugal (S. Carlos) |
|
perf: carnevale 1905-1906 |
Venezia, Italy (La Fenice) |
|
perf: 1907-1908 |
Lisbon, Portugal (S. Carlos) |
CITATO IN :
p. 1365-1375 In:
Moreau, Mario
O teatro de S. Carlos : dois seculos
de historia
Vol. II
Lisboa: Hugin Editores,
1999, 713-1424 p.
p. 401-440 In:
Girardi, Michele
Il teatro la Fenici : chronologia degli spettacoli 1792-1936
Venezia: Albrizzi Editore, 1989, 491 p.
p. 399-440 In:
Fabbri, Paolo
Verti, Roberto
Due secoli di teatro per musica a Reggio Emilia.
Repertorio cronologico delle opere e dei balli 1645-1857
Reggio Emilia: Edizioni del Teatro Municipale Valli, 1987, 479 p.
p. 225-236 In:
Pulido Granata, Francisco Ramon
La tradicion operistica en la ciudad de Mexico 1900-1911
Mexico: Universidad Nacional Autonoma de Mexico, 1981, 242 p.
Dizionario universale dei musicisti : Supplemento
Milan: Sonzogno, 1938, 806 p.
Cesare
Coppini (184?, 190?) :
- coreografo : Hérodiade
(di Massenet), Hérodiade
(rev) (di Massenet), I lituani
(di Ponchielli), I lituani
(di Ponchielli), La Vestale
(di Spontini), Nabucodonosor
(di Verdi)
Cesare morì poverissimo all'ospizio Trivulzio di Milano l'8 maggio 1917.
Cesare Carnesecchi Coppini nato a Firenze 27/7/1837 morto a Milano 8/5/1917
Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia anno 1891 pagina 1468
Anna Lehky moglie separata di Cesare Carnesecchi Coppini nata a Vienna il 24 gennaio 1849 , figlia del fu Giovanni e di Anna Haick
Dal matrimonio con Anna Lehky sembra siano nate due femmine Enrichetta Virginia Cesira ( nata a Firenze il 22 settembre 1872 ) e Ida Sidonia Magdalena ( nata a Vienna nel 1875 ) che poi sposa un Enrico Barbacini agente teatrale figlio del notissimo tenore omonimo Enrico Barbacini ( Parma 24 giugno 1834-Milano 20 settembre 1905 )
Dal matrimonio dei due nascono Fernando ed Elsa Barbacini
Elsa Barbacini sposa poi un Vigo;
Da questo matrimonia nasce Fernanda Enrica Leonia ( Nanda )Vigo nota designer italiana ,(Milano, 14 novembre 1936 – Milano, 16 maggio 2020),
Quindi Cesare Carnesecchi Coppini era bisnonno di Nanda Vigo
fotografia di Sidonia ( Ida Sidonia Magdalena) Carnesecchi sposata Barbacini
per la cortesia di Allegra Ravizza , responsabile dell'Archivio Nanda Vigo
...........................................
Insomma, la nonna Cidonia fu per me tutta la famiglia. Certo era severissima, a vent’anni dovevo tornare a casa entro mezzanotte, se no mi aspettava in piedi con la scopa in mano, ma fu anche l’unica persona che dette spazio al mio desiderio di lavorare nell’arte..........( citazione da Nanda Vigo )
NDR: nel momento in cui scriveva questo , non ricordava bene il nome della nonna che era non CIDONIA ma IDA SIDONIA
Nanda Vigo : Dopo gli studi compiuti nella sua città natale presso il liceo artistico delle Orsoline di via Lanzone, frequentò l'Institut Polytechnique di Lausanne. Ha aperto il suo primo studio nel 1959, lavorando poi tra Milano e l’Africa orientale.
Come architetto progettò con altri il cimitero di Rozzano; da sola firmò il progetto della casa-museo di Remo Brindisi al Lido di Spina, inaugurato nel 1973. Lavorò con Gio Ponti per la Casa sotto la foglia a Malo (Vicenza) e con Lucio Fontana. Frequentò assiduamente l'avanguardia milanese degli anni '60 e '70 e dal 1960 fu la compagna di Piero Manzoni fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1963.
.Già nel 1971 vince l'Award New York Industrial Design e nel 1976 il primo Premio Saint Gobain per il design; mentre nel 1982 partecipa alla XL Biennale di Venezia. A seguito di una lunga carriera, nel 2013 sue opere sono entrate anche nella collezione permanente del Ministero degli Affari Esteri. Nel 2014 ha esposto al Museo Guggenheim di New York nella retrospettiva dedicata al Gruppo Zero..
Nel 2018 ha organizzato nella Chiesa di San Celso a Milano una mostra-evento dal titolo Global Chronotopic Experience, col proposito di ridare vita a un Ambiente Cronotipico in acciaio inox laminato e Perspex, simile a quello realizzato dall'artista nel 1967 alla Galleria Apollinaire di Milano.]Un'abile combinazione di geometrie al neon con materiali riflettenti e "amplificatori di luce" è nuovamente stato il contenuto della mostra di Palazzo Reale di Milano, curata da Marco Meneguzzo in suo onore, nell'estate del 2019.
Achille si era sposato con Amina Borri figlia del coreografo Pasquale Borri e della ballerina Carolina Pochini
Ecco una fotografia di Achille Carnesecchi con Amina Borri e la loro figlia Argia
by la cortesia di Yuliya Ivanova Barone
Achille Carnesecchi Coppini Nato: 17/7/1846 Firenze Morto: 11/12/1912 Napoli
Achille nacque a Firenze il 2 luglio 1846 e, dei fratelli Coppini, è sicuramente il meno dotato come ballerino, limitando la sua attività a poche esibizioni come mimo; gli è dovuta tuttavia una certa considerazione quale riproduttore di balli di altri coreografi. Attivo come coreografo alla Scala dal 1887 al 1901, sono sue le rielaborazioni dei balletti: Rolla (Milano, Scala, 1887). Pietro Micca (ibid., 1890), Excelsior (ibid., 1894) tutti e tre di L. Manzotti, Tanzmärchen di F. Gaul e C. Hassreiter (ibid., 1894), Le scarpette rosse di n. Regel e C. Hassreiter (ibid., 1900), La sorgente di G. Nuitter e A. SaintLéon (ibid., 1901). Achille, chiamato in Russia da Kroupunski, ripropose La sorgente (La, source) al teatro Mariinskij di Pietroburgo nel dicembre 1902 "et connút le plus cuisant des échecs" (S. Lifar, p. 156). Coreografo egli stesso, fece rappresentare alla Scala La soubrette con musica di G. Orefice (3 marzo 1908) ottenendo un lusinghiero successo e nello stesso anno curò la parte coreografica dell'opera Sansone e Dalila di C. SaintSaéns. Morì a Napoli l'11dic. 1912.
Achille.
Coppini Bartolini (182?, 190?) : Teliakovsky formed the opinion that Petipa was getting too old for his work and invited the Italian maitre de ballet, Achille Coppini, to St. Petersburg to produce a ballet, but it failed to please, and Coppini's contract was not renewed. ... The fame of Achille Coppini was destroyed by the fiasco of his Source (music by Delibes) which took place in St. Petersburg in 1902. La Scala overcame its crisis of 1899-1902 with the assistance of Guido and of Uberto Visconti di Modrone ... Manzotti, Luigi 1835-1905
Flindt, Albertina; Cuccoli, Angelo -ballerino-; Balbiani, Elena -ballerina-; Montanara, Carlo -ballerino-; Volpini, Federico -ballerino-; Razzani, Cesare -ballerino-; Geninazzi, Giuseppina -ballerina-; Coppini Bartolini, Achille -ballerino-; Caprara, Rosina -ballerina-; Radice, Luigi -ballerino-; Balbiani, Achille -ballerino-; Vismara, Cesare -ballerino-; Colombo, Sparta; Marenco, Romualdo; Corti fratelli
Excelsior : azione coreografica, storica, allegorica, fantastica in 6 parti ed 11 quadri di Luigi Manzotti ; musica di Romualdo Marenco. Teatro alla Scala, autunno 1881, impresa fratelli Corti
Milano [etc.] : Regio Stabilimento Ricordi, [1881]
opac SBN - Testo a stampa - Monografia [IT\ICCU\MUS\0278419]
opac SBN - Testo a stampa - Monografia [IT\ICCU\MUS\0282810]
1872 Le due gemelle : azione coreografica in un prologo e sei atti
1880 La Dea del Walhalla : Teatro Regio di Torino Carnevale-Quaresima 1879-...
1881 Dai-Natha : ballo romantico-fantastico diviso in due parti, 10 quadri ...
1887 Narenta : Impresa Fratelli Corti & C., Narenta : Teatro alla Scala, Ca...
1887 Rolla : Teatro alla Scala, carnevale-quaresima 1886-87, Rolla : ballo ...
1894 Tanzmärchen (dall'antica alla moderna danza) : ballo in sette quadri c...
1895 Sole e terra (Sonne und Erde) : ballo in un prologo e quattro atti
Ettore Carnesecchi Coppini nato a Lucca il 4/8/1844 e morto a Milano il 7 febbr. 1935 fratello di Cesare e di Achille figli di Antonio e di Carolina Bartolini ETTORE CARNESECCHI VULGO COPPINI Ettore, nato nel 1844, malgrado una carriera durata
più di quaranta anni non ottenne come ballerino i successi dei fratelli ed i
suoi ruoli si limitarono per lo più a quelli di mezzo carattere e di mimo. In
età giovanile comparve nei teatri in cui danzava Antonio e partecipò a molte
delle sue coreografie, tra cui La polvere e la spada e Iltaglio
dell'istmo di Suez. Godette dì una certa popolarità a Genova e a Firenze
dove soggiornò per varie stagioni teatrali'. Alla Scala di Milano, pur
continuando a ballare, divenne prezioso collaboratore di L. Manzotti, del quale
riprodurrà molti balli tra i quali: Amor (musica di R. Marenco, 1902),
Rolla (musica di C. Pontogli e L. Angeli, 1903, Sport (1905),
Rosa d'amore (musica di I. Bayer 1906) e soprattutto l'Excelsior,
ballo che, come scrive L. Rossi, "riprodotto da Ettore dilagò in tutta
Europa e negli Stati Uniti". Per la Scala rielaborò inoltre i balli La
fata delle bambole di J. Hassreiter e F. Gaul (1904 e Roma, teatro
Costanzi, maggio 1904) e Coppelia di C. Nuitter e A. Saint-Léon
(1906), dopo aver curato le coreografie dei balli per Orfeo ed Euridice di
Ch. W. Gluck (Bologna, teatro Comunale, 10 nov. 1898). Fervente patriota,
partecipò alle campagne delle guerre d'Indipendenza del 1860 e del '66. Morì a
Milano il 7 febbr. 1935. Ettore
Coppini (185?, 192?) : Di Sofia non si conoscono dati anagrafici certi ed
anche l'ipotesi formulata dall'Enciclopedia dello Spettacolo secondo
cui la ballerina sarebbe anch'essa figlia di Antonio non è confortata da dati
inoppugnabili. Anche l'attività di questa danzatrice è difficile da inserire
nella storia del balletto perché la sua presenza nella cronologia degli
spettacoli dati nei maggiori teatri italiani si riduce a quelli delle sole
città di Venezia e Genova. Da prima ballerina si esibì nella stagione di
carnevale e quaresima del 1876-77 al teatro Carlo Felice di Genova in Rolla
di L. Manzotti e vi tornò nel carnevale 1887-88 per danzare ne L'astro
degli Ajgani di F. Pratesi e in Brahma di I. Monplaisir. Nel 1880
alla Fenice di Venezia fu protagonista insieme ad E. Cecchetti di Sieba del
Manzotti, musica di R. Marenco; dalla critica dello spettacolo scritta sulla
seconda edizione del quotidiano di Venezia IlTempo del 12 marzo 1880
si legge: "alla signora Coppini fu fatta replicare la terza variazione del
passo, nel quale dimostrò forza e leggerezza veramente straordinari...".
Sofia fu a Londra nel maggio 1892 dove all'Empire Theatre ballò in Versaille
di Katty Lane nella parte della celebre ballerina settecentesca M. A.
Camargo. Di lei in seguito non si hanno altre notizie. Con questa generazione finisce la vocazione artistica della famiglia Essendo itineranti e' difficile trovare i battesimi in un elenco del 1915 sulla rivista del touring club trovo un Umberto
Carnesecchi Coppini ma non ho riferimento del luogo ................. Giovanni, Bianchi Antonio, Bianchi Attilio, Bianchi Ferruccio, BIRIGOZZI
VIRGINIA, Bonelli cav. Antonio Celestino, Bonenti Clemente, Botta dott.
Francesco, BRAMBII.- LA ANGELA MARIA, Brambilla Vittorio, Brandt Giovanni,
Bubolo Nino, Butti Giuseppe, Caldiroli padre Gioachino, Canetta Domenico,
Cantoni Angelo, Capella rag. Guido, Cardoso Adelino Homen, Carella Manlio,
Carnesecchi Coppini Umberto, Carnovalini Arrigo, Casali Giovanni, Casbelli
Carlo, Cascino rag. Gaetano Questo Umberto e' figlio di Ettore lo troviamo nel 1915 come tenente di fanteria e ancora nell'esercito all'inizio della 2 guerra mondiale COPPINI. di Dario
Ascarelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 28 (1983) COPPINI. - Famiglia di ballerini e coreografi i cui componenti si sono avvicendati per diverse generazioni, dalla seconda metà del Settecento in poi, dapprima sulle scene dei teatri veneziani e successivamente nelle principali città dell'Italia settentrionale. Pur non essendo possibile stabilire con esattezza i loro rapporti di parentela, soprattutto per quanto riguarda le prime generazioni, la successione cronologica delle loro esibizioni, la comunanza dei luoghi e talora l'appartenenza alle stesse compagnie di giro ci consentono tuttavia di stabilire con una certa approssimazione delle connessioni tra i vari membri della famiglia e di ipotizzare forme di organizzazione familiare che, attraverso una probabile selezione artistica, offrirono agli esponenti di maggior rilievo artistico la possibilità di circondarsi di parenti più giovani e meno dotati, i quali ultimi scomparivano con gran celerità dalle cronache degli spettacoli teatrali. Nell'autunno del 1763 viene segnalata a Venezia (T. Wiel, p. 241) la presenza di Maria e Francesco che, con la compagnia del coreografo V. Monari, si esibiscono in coppia sulle scene del teatro S. Moisè e su quelle del S. Samuele mentre, nella stagione di carnevale dell'anno successivo, li troviamo al teatro S. Salvatore con la compagnia di M. Missoli. Nell'autunno del 1783 appaiono al teatro S. Moisè, con la compagnia di F. Terrades, Eularia nel ruolo di prima ballerina ed Eleonora in quello di prima grottesca, le quali si esibiscono in alcuni balletti tra i quali: La pastorella fedele (di F. Terrades; musica "tutta nuova" di Mattia Stantingher [Stabingher]) e Il barbiere di Siviglia (id.; mus. di autore non nominato), eseguiti entrambi con l'opera La villanella rapita di G. Bertati e F. Bianchi (O. G. T. Sonneck, I, p. 1137);un ballo pastorale e militare di cui si ignora il titolo; Li tre amanti ridicoli (di autori sconosciuti) eseguito nel carnevale del 1784 insieme con il ballo La caccia di Enrico IV (di P. Giudice, musica di autore non nominato), forse incluso nell'opera Le due gemelle di P. Guglielmi (Sonneck, II, p. 628). Mentre di Eleonora sappiamo soltanto che, dopo l'apparizione sui teatri veneziani nell'autunno 1783, fece una breve ricomparsa alla Scala di Milano nel luglio 1797nel ballo Deucalione e Pirra di G. Angiolini (musica di autore sconosciuto), ritroviamo Eularia al teatro S. Moisè di Venezia nel carnevale 1793 con la compagnia di G. Scaleri nei balli Ilconvito dei contadini e I prigionieri di guerra (entrambi di autori sconosciuti). Nel 1792, alla Scala di Milano, troviamo una Francesca che, nel ruolo di prima ballerina, è tra gli interpreti dei balli Melinto e Cleonice e Amor creduto un cane (entrambi di G. Marsili, musica di autore sconosciuto), mentre nell'autunno dell'anno successivo si esibisce come ballerina di "mezzo carattere" al teatro La Fenice di Venezia dove, con la compagnia di G. Onorati, balla ne L'eroe castigliano ossia Rodrigo e Cimene (di G. Onorati, musica di autore non menzionato; "ballo gran eroico pantonumo" eseguito con l'opera Apelle di A. S. Sografi e N. Zingarelli: Sonneck, I, pp. 127 s.); in quell'anno, ma con la compagnia di N. Ferlotti e sulle scene del teatro S. Benedetto, è la prima ballerina assoluta del balletto La forza dell'amicizia e dell'amore (probabilmente di J. B. Martin; eseguito con l'opera Tamerlano di P. Guglielmi: Sonneck, II, p. 1409); nel 1794 la ritroviamo alla Fenice come interprete, di nuovo con la comPagnia di G. Onorati, dei balletti Ati e Il selvaggio generoso. Entrata (1797) a far parte della compagnia di F. Clerico (dove incontra e sposa il primo ballerino grottesco A. Bernardini) compare, sempre alla Fenice (ma con il cognome del marito) nei balli Britannico e Nerone e Zemira e Azor (di F. Clerico, autore anche della musica; eseguito dopo l'opera Giovanna d'Arco o sia La pulcella d'Orleans di A. S. Sografi e G. Andreozzi) che ottennero uno straordinario successo per le splendide coreografie del Clerico. Entrata successivamente nella compagnia di O. Viganò, con la quale danzò al teatro S. Benedetto di Venezia ne Ilconvitato di pietra (musica di L. Marescalchi; eseguito con l'opera Tullo Ostilio di F. Ballani e G. Gazzaniga: Sonneck, II, p. 1107), nel 1800 è al teatro S. Sarnuele della stessa città tra gli interpreti di Amore imprigionato, coreografo G. B. Checchi. L'ultima esibizione di Francesca della quale si ha notizia ebbe luogo al teatro Ducale di Parma nel 1802 e precisamente nei balli Iserbeck e Kaikinda, Il turco generoso e La locanda. Un accenno ad una eventuale presenza sulle scene napoletane di Francesca ed Eularia lo troviamo in B. Croce (p. 762), il quale trascrisse nel suo libro sui teatri di Napoli una nota critica, compilata dagli impresari del S. Carlo, relativa a musicisti, cantanti e ballerini che venivano selezionati per una possibile scrittura: in questo lungo elenco, compilato nel 1792, Francesca (nella qualifica di ballerina seria) viene valutata "mediocre", mentre il nome di Eulalia - seguito dall'indicaziope di prima grottesca e di mezzo carattere - viene accompagnato dalla attestazione di "buona".
Altre due ballerine grottesche, Giuseppa e Anna, probabilmente sorelle, si esibiscono con la compagnia di E. Luzzi nell'autunno del 1795 al teatro S. Benedetto di Venezia nei balli: Mario e Felice (musica di V. Trento; eseguito con l'opera Ines de Castro di F. Bianchi ed altri: Sonneck, II, p. 625); Lo spazzacamino (musica di ignoto) e Alcide negli Orti Esperidi (eseguito con l'opera Tomiri di P. Guglielmi: Sonneck, II, p. 1083); nello stesso teatro, e con la medesima compagnia, le troviamo impegnate anche l'anno successivo, in diversi balli dei quali non si conosce il titolo. Nella primavera del 1798, con la compagnia di S. Viganò, danza sulle scene del teatro S. Benedetto di Venezia un Antonio (primo grottesco) in Riccardo Cuor di Leone (musica di J. Weigl) e Lo sposo sciocco deluso. Sempre a Venezia nello stesso anno, con la compagnia di G. Caiani, troviamo Giuseppe (di cui mancano precise notizie biografiche) tra gli interpreti al teatro S. Moisè di numerosi balli, tra cui ricordiamo: Nicola e Cirilla (eseguito dopo la farsa Ilfinto stregone di G. Foppa e F. Gardi; Sonneck, II, p. 516); Caterina e Blech (musica di G. Caiani; eseguito dopo la farsa Furberia e puntiglio di G. Foppa e M. da Capua; Sonneck, 1, p. 537); L'isola piacevole (eseguito con La semplice ovvero La virtù premiata di G. Foppa e F. Gardi; Sonneck, II, p. 991) e L'amante in cimento, questi ultimi due balli rappresentati nel 1799. Interprete insieme con Antonio del balletto Meneghino e Carlotta (Ravenna, teatro Comunale, 1808), Giuseppe ricopre anche il ruolo di primo grottesco (insieme con Antonia, forse la moglie) nei balli Ilratto di Elena (Bologna, teatro Comunale, 1804; coreografo E. Muzzarelli) e Rodolfo e Amelia (ibid., 1814; coreografo A. Landini). Celebre pure come coreografo, Giuseppe iniziò questa attività rielaborando il balletto tragico Gundeberga (ideato nel 1814 da G. Gioia, su musiche di Rossini, per la Scala), del quale era già stato interprete in occasione di una rappresentazione nel 1817 al teatro Comunale di Bologna. Questo suo primo ballo, presentato per la prima volta al teatro Ducale di Mantova nel 1823, fu accolto con molto favore: "Questo ballo eroico" - si legge infatti ne La Gazzetta di Mantova del 4 genn. 1823 - "a ragione si può dire spettacoloso... animarono l'estro del sig. Coppini a comporre, siccome egli asserisce, un'azione tragico-pantomimica, con molta intelligenza, con intreccio bello e gradevole...". All'inizio del 1823 un altro ballo di Giuseppe, L'allievo della natura, inaugura la stagione al teatro Sociale di Modena, mentre, nel 1824, seguono Eufemia diFrancia e Agatil e Tovarix. Delle numerose altre coreografie di Giuseppe ricordiamo inoltre: Odoacre primo re d'Italia (Padova, teatro Nuovo 1826; musica di V. Trento); La conquista del Perù (Verona, teatro Filannonico 1828; musica di L. M. Viviani); Ildisertore per amorfiliale ossia La spada di legno (ibid. 1829); I Capuleti e i Montecchi (Padova, teatro del Pavone 1832; tra gli interpreti di questo ballo, troviamo anche una Antonia che mimava la pane del padre di Romeo). Nella stagione 1840-41 Giuseppe presentò inoltre tre sue nuove coreografie sempre a Mantova - La caduta di Missolungi, La virtù premiata e I due principi rivali - che ebbero un'accoglienza assai sfavorevole poiché, scriveva G. Amadei (p. 165), "fin dalla prima rappresentazione La caduta di Missolungi cadde in un mare di fischi... con il risultato di costringere l'impresario a chiudere il teatro per alcuni giorni... curando particolarmente l'allestimento del secondo ballo La virtù premiata. Invece fu un nuovo disastro, né andò molto meglio con I due principi rivali tollerato appena per merito dei due primi ballerini...". Fratello di Giuseppe, coreografo, oltre che mimo e ballerino, fu Antonio, probabilmente l'esponente di maggior spicco di tutta la famiglia. Anche in questo caso, pochi sono i dati biografici che ci rimangono: conosciamo solo la data della sua nascita (1806) e quella della morte (ottobre 1888). Più numerose e interessanti le notizie relative alla sua attività, che fu assai intensa sia come ballerino sia come coreografo. Dal punto di vista interpretativo, le esibizioni di Antonio - pur coprendo l'intera gamma dei ruoli coreici e pur mantenendosi tutte ad un livello assai decoroso - non si discostano di molto da quelle di gran parte dei ballenni attivi nella prima metà dell'Ottocento. Solo verso la fine della carriera, grazie anche alla grande esperienza accumulata, Antonio ebbe la possibilità di far eccellere le sue notevoli qualità di mimo: come attesta, ad esempio, un articolo apparso nell'Eptacordo del 2 maggio 1860 in cui si affermava che "il ballo del Cortesi del 15 aprile Fior di Maria s'ebbe esito di furore. Antonio, il mimo per eccellenza, vi riscosse plausi e chiamate".
La data di nascita di Antonio viene fissata dallo Schmidl all'anno 1806 e ciò potrebbe trovare conferma in quanto sostenuto da L. F. Valdrighi (p. 257) sull'esordio del ballerino nel ballo Gundeberga del1823: "Il giovinetto Coppini si fece ammirare per la rara intelligenza nel rivelare al padre il tradimento di Adalolfò".
Della sua carriera, svoltasi in maniera intensa e costellata da grandi successi e strepitose cadute, si ricordano: Lucrezia degli, Obizzi (Firenze, teatro alla Pergola, 1843), Adelaide di Francia con musica di C. De Giorgis (Firenze, teatro degli Intrepidi, 1844), La fontana d'amore (Venezia, teatro La Fenice, carnevale 1845), Il figlio fuggitivo (Roma, teatro Argentina, 1845;poi ripreso a Mantova, teatro Sociale 1847), Renato d'Arles, con musica di M. L. Viviani (Roma, teatro Apollo, 1846), Il figlio bandito (Mantova, teatro Sociale, 1847;poi Bologna, teatro Comunale, 27 maggio 1849 insieme con Leonora di S. Mercadante), Albina ovvero I pescatori di Calabria (1851), Gli Arabi nelle Spagne (Mantova, teatro Sociale, 1852), Zuleika, posto in musica dal coreografo Antonio C. (cfr. Rinaldi, II, p. 872) che interpretò il ruolo di Amunz (Roma, teatro Argentina, 1852; ripresa a Genova, teatro Carlo Felice, 1855), Il diavolo zoppo (Parma, teatro Ducale, 1852), Il conte Pini (ibid., 1852), Isaura ovvero La figlioccia delle fate, di I. SaintGeorges e J. Perrot (Venezia, teatro La Fenice, 1853;con il titolo Isaura o La bellezza fatale, Roma 1852, secondo l'Enc. dello Spett.), Caterina ovvero Lafiglia del bandito (Firenze, teatro dei sigg. Immobili, 1854), Adelaide di Borgogna (Genova, teatro Carlo Felice, 1855), Una sfida al bersaglio (ibid.), Giovanni da Procida (ibid.), Francesca da Rimini con musica di F. Gualtieri (Roma, teatro Apollo, 1856), Violetta (ibid., 1857), Le due gemelle (Roma, teatro Argentina, carnevale 1863), Saltimbanco (ibid., 1863), La casa da vendere (Parma, teatro Ducale, 1863), L'avventuriera (musica di A. Mussi, Firenze, teatro Nazionale, 1863), Don Cesare di Bazan (ibid., 1863), Firenze, poema coreografico (ibid., teatro Pagliano, carnevale 1865), L'esposizione di Londra (Firenze, teatro della Pergola, 1865; ripreso con il titolo Un episodio dell'esposizione di Londra a Roma, teatro Apollo, 25 apr. 1871). Iltaglio dell'istmo di Suez, attualità fantastica in 4 atti e 6 quadri (Firenze, teatro Pagliano, 1865), La polvere e la spada, poema coreografico (ibid., 1871), Giulio di Valois, ballo tragico (Verona, data sconosciuta).
Antonio morì a Forlì nell'ottobre 1888. Alla famiglia ap partenne anche Carolina, di cui non è stato possibile stabilire il rapporto di parentela con Antonio anche se alcuni biografi la indicano come sua sorella; essa comparve nel ruolo di prima ballerina nel teatro Grande di Brescia in Berengario di E. Viotti (1842), poi nel ruolo di Fiordaliso nel ballo romantico Esmeralda di G. Perrot, posto in scena da D. Ronzani (Roma, teatro Argentma, 1845) e successivamente in ruoli primari in quasi tutte le prime coreografie di Antonio. La sua carriera fu relativamente breve anche se le sue esibizioni, con ruoli di prima ballerina, furono frequenti e costellate da personali successi. L'ultima sua comparsa nota è del 1853 in, una delle tante riprese di Lucrezia degli Obizzi alla Pergola di Firenze. Attivi come ballerini furono anche i figli di Antonio: Cesare, Ettore, Achille e Sofia i quali pur divergendo per temperamento e peculiarità tecnico-stilistiche riuscirono a emergere nella storia del balletto italiano. Tra l'altro Cesare e Achille vengono nominati dallo Schmidl con il doppio cognome di Coppini Camesecchi, mentre il Cambiasi (p. 2 16) più di una volta cita Achille con il cognome Coppini Bartolini. Cesare, nato a Firenze il 26 luglio 1837, esordì all'età di sette anni nel balletto dei padre Adelaide di Francia e in seguito prese parte a molte altre azioni coreografiche di Antonio. Eccellente ballerino, godette per molti anni i favori del pubblico e fu conteso dai più quotati coreografi. Scrisse di lui IlTrovatore del 31 dic. 1868 in occasione della prima di Brahma di I. Monplaisir dato al teatro Comunale di Trieste: "Cesare Coppini è uno dei migliori ballerini che oggi vanti l'Italia", ribadendo l'opinione riportata da tutte le cronache teatrali dell'epoca. Compagno di Virginia Moc con la quale interpretò La finta sonnambula (Roma, teatro Argentina, 1863), fu attivo in molte città italiane tra cui Firenze, Genova, Roma e Milano, città dove nel 1883, sostituendo Giovanni Casati nella direzione della scuola di ballo della Scala, fu maestro anche della scuola di perfezionamento e mantenne tali incarichi fino al 1900. Sempre alla Scala, dove era divenuto primo ballerino nel 1881, sostenne il ruolo di Valentino nel ballo Excelsior, rappresentato con immenso successo l'11 gennaio dello stesso anno. Interprete di quasi tutti gli altri lavori di L. Manr zotti, tentò anche la coreografia inserendo alcune "danze separate" durante la ripresa di Flik e Flok di F. Paglioni (Milano, teatro alla Scala, 1884) e riproducendo Gretchen di L. Danesi (ibid., 1885). Nel Museo del teatro alla Scala si conserva una interessante documentazione dei suoi sistemi didattici, interamente descritti da P. van Praagh e P. Brinson in The choreografic art (pp. 330 ss.); è un libro ms. di esercizi che "contained very full details of the weekly cycle of classes given by Caterina Beretta and Cesare Coppini, two principal authorities of the Italian School, to the young Pierina Legnani. The exercises are recorded, apparently, in Legnani's own hand and were probably written down for reference during her first tours abroad" (p. 325). Cesare morì poverissimo all'ospizio Trivulzio di Milano l'8 maggio 1917. Ettore, nato nel 1844, malgrado una carriera durata più di quaranta anni non ottenne come ballerino i successi del fratello ed i suoi ruoli si limitarono per lo più a quelli di mezzo carattere e di mimo. In età giovanile comparve nei teatri in cui danzava Antonio e partecipò a molte delle sue coreografie, tra cui La polvere e la spada e Iltaglio dell'istmo di Suez. Godette dì una certa popolarità a Genova e a Firenze dove soggiornò per varie stagioni teatrali'. Alla Scala di Milano, pur continuando a ballare, divenne prezioso collaboratore di L. Manzotti, del quale riprodurrà molti balli tra i quali: Amor (musica di R. Marenco, 1902), Rolla (musica di C. Pontogli e L. Angeli, 1903, Sport (1905), Rosa d'amore (musica di I. Bayer 1906) e soprattutto l'Excelsior, ballo che, come scrive L. Rossi, "riprodotto da Ettore dilagò in tutta Europa e negli Stati Uniti". Per la Scala rielaborò inoltre i balli La fata delle bambole di J. Hassreiter e F. Gaul (1904 e Roma, teatro Costanzi, maggio 1904) e Coppelia di C. Nuitter e A. Saint-Léon (1906), dopo aver curato le coreografie dei balli per Orfeo ed Euridice di Ch. W. Gluck (Bologna, teatro Comunale, 10 nov. 1898). Fervente patriota, partecipò alle campagne delle guerre d'Indipendenza del 1860 e del '66. Morì a Milano il 7 febbr. 1935. Achille nacque a Firenze il 2 luglio 1846 e, dei fratelli Coppini, è sicuramente il meno dotato come ballerino, limitando la sua attività a poche esibizioni come mimo; gli è dovuta tuttavia una certa considerazione quale riproduttore di balli di altri coreografi. Attivo come coreografo alla Scala dal 1887 al 1901, sono sue le rielaborazioni dei balletti: Rolla (Milano, Scala, 1887). Pietro Micca (ibid., 1890), Excelsior (ibid., 1894) tutti e tre di L. Manzotti, Tanzmärchen di F. Gaul e C. Hassreiter (ibid., 1894), Le scarpette rosse di n. Regel e C. Hassreiter (ibid., 1900), La sorgente di G. Nuitter e A. SaintLéon (ibid., 1901). Achille, chiamato in Russia da Kroupunski, ripropose La sorgente (La, source) al teatro Mariinskij di Pietroburgo nel dicembre 1902 "et connút le plus cuisant des échecs" (S. Lifar, p. 156). Coreografo egli stesso, fece rappresentare alla Scala La soubrette con musica di G. Orefice (3 marzo 1908) ottenendo un lusinghiero successo e nello stesso anno curò la parte coreografica dell'opera Sansone e Dalila di C. SaintSaéns. Morì a Napoli l'11dic. 1912. Di Sofia non si conoscono dati anagrafici certi ed anche l'ipotesi formulata dall'Enciclopedia dello Spettacolo secondo cui la ballerina sarebbe anch'essa figlia di Antonio non è confortata da dati inoppugnabili. Anche l'attività di questa danzatrice è difficile da inserire nella storia del balletto perché la sua presenza nella cronologia degli spettacoli dati nei maggiori teatri italiani si riduce a quelli delle sole città di Venezia e Genova. Da prima ballerina si esibì nella stagione di carnevale e quaresima del 1876-77 al teatro Carlo Felice di Genova in Rolla di L. Manzotti e vi tornò nel carnevale 1887-88 per danzare ne L'astro degli Ajgani di F. Pratesi e in Brahma di I. Monplaisir. Nel 1880 alla Fenice di Venezia fu protagonista insieme ad E. Cecchetti di Sieba del Manzotti, musica di R. Marenco; dalla critica dello spettacolo scritta sulla seconda edizione del quotidiano di Venezia IlTempo del 12 marzo 1880 si legge: "alla signora Coppini fu fatta replicare la terza variazione del passo, nel quale dimostrò forza e leggerezza veramente straordinari...". Sofia fu a Londra nel maggio 1892 dove all'Empire Theatre ballò in Versaille di Katty Lane nella parte della celebre ballerina settecentesca M. A. Camargo. Di lei in seguito non si hanno altre notizie. Il distendersi dell'attività della famiglia C. attraverso l'arco di un così lungo periodo e la effettiva mancanza, pur nell'ambito di un buon livello professionale, di autentiche personalità artistiche, sta a testimoniare il perpetuarsi nel secolo scorso di antiche tradizioni controriformistiche che costringevano i ballerini, come i comici, a far fronte comune nell'ambito di ghettizzazioni familiari contro le obiettive difficoltà di collocare la professione coreica in schemi concettuali che la giustificassero. Di queste tradizioni familiari, che appaiono analoghe a quelle dei Taglioni, dei Viganò, dei Vestris, i C. possono quindi considerarsi emblematici anche se il loro ruolo appare subordinato nel momento dì maggior fioritura della storia della danza italiana per i nuovi indirizzi coreografici e per la comparsa di artisti di rinomanza intemazionale. Con lo scomparire delle numerose famiglie di ballerini si esatirisce in effetti anche una capacità italiana di intervento nella evoluzione del balletto contemporaneo. Fonti e Bibl.: Gazz. di Mantova, 4 genn. 1823; 2 genn. 1841; Riv. teatr., 10genn. 1857, p. 2; Eptacordo, 2 maggio 1860, p. 12; Il Tempo (Venezia), 12 marzo 1880; P. D., Cronologia drammi, pantomimica e comica del teatro Ducale di Parma, II, Parma 1830, p. 19; L. F. Valdrighi, Cronistoria dei teatri di Modena, I, Modena 1873, pp. 146, 257, 281; A. Gandini, Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871, Modena 1873, p. 146; L. Bignami, Cronologia di tutti gli spettacoli rappresentati nel Gran Comunale di Bologna, Bologna 1880, pp. 35, 43, 46; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatici, musicali e coreografici in Parma 1618-1883, Parma 1884, pp. 49, 147, 256; P. Cambiasi, La Scala 1778-1889, Milano 1889, pp. 216, 220, 315, 334; B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, Napoli 1891, pp. 761 s.; A. Valentini, I musicisti bresciani e il teatro Grande, Brescia 1894, p. 188; T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1897, pp. 241 ss., 465, 471, 495 ss., 506 s., 518 s.; P. Gironi, Il teatro Com. di Ravenna nel sec. XIX, Ravenna 1902, n. 13; O. G. Th. Sonneck, Catalogue of opera librettos printed before 1800, Washington 1914, I, pp. 127 s., 537, 1137, II, pp. 516, 625, 628, 991, 1083, 1107, 1409; G. B. Vallebona, Il teatro Carlo Felice..., Genova 1928, pp. 128, 174, 178, 189; S. Lifar, Histoire du Ballet Russe, Paris 1950, p. 156; I. Guest, The Empire Ballet, London 1962, pp. 40, 88, 93; P. van Praagh-P. Brinson, The choreographic art, London 1963, pp. 50, 235, 330 ss.; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, Milano 1964, p. 236; Cronolcgia, ad Indicem; Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, Bologna 1966, II, pp. 47, 69, 126; L. Rossi, Il ballo alla Scala, 1778-1970, Milano 1972, pp. 103, 115 ss., 120 ss., 144; G. Amadei, I centocinquant'anni del Sociale nella storia dei teatri di Mantova, Mantova 1973, pp. 121 s., 165, 183; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, II, Firenze 1978, ad Indicem;C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, suppl., pp. 212 s.; Encicl. dello Spett., III, coll. 1410s.; L. Rossi, Diz. del balletto, Vercelli 1977, pp. 62 s.
- esecutore : Il
fantastico, od Il nuovo Chisciotte (di Leo), Il
fantastico (di Leo)
- coreografo : Oceàna
(di Smareglia)
Dal sito
http://www.italianopera.org/elenchi/CCI50.htm
Francesca
Coppini Bernardini (174?, 181?) :
- La
morte di Cesare (di Bianchi), La
pianella persa, o sia La veglia de contadini (di Gardi), L'intrigo
della lettera (di Mayr), L'accademia
di musica (di Mayr), La
maschera fortunata (di Portugal)
Anna Coppini (176?, 183?) :
- Ines
de Castro (di Bianchi), Ines di
Castro (di Nasolini), Merope
(di Nasolini), Ines de
Castro (di Trento), - esecutore : Ines de
Castro (di Trento), Annibale
in Torino (di Zingarelli)
Antonia Coppini (175?, 182?) :
- esecutore : Teresa e
Claudio (di Farinelli), - Ginevra di
Scozia (di Mayr)
Antonio Coppini (175?, 181?) :
- esecutore : Quanti
casi in un sol giorno, ossia Gli assassini (di Trento)
Antonio
Coppini (180?, 1888) :
- Sofronia
ed Olindo (di Andreozzi), La donna
selvaggia (di Coccia), L'esule di
Roma, ossia Il proscritto (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev) (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev 2) (di Donizetti), Rosmunda
in Ravenna (di Lillo), Adriano in
Siria (di Mayr), I normanni
a Parigi (di Mercadante), Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), Gli arabi
nelle Gallie, ossia Il trionfo della fede (di Pacini), Inès de
Castro (di Persiani), Tancredi
(di Rossini), L'italiana
in Algeri (di Rossini), Otello,
ossia Il moro di Venezia (di Rossini), Mosè in
Egitto (di Rossini), Eduardo e
Cristina (di Rossini), Zelmira
(di Rossini), Mitridate
(di Tadolini)
Barbara Coppini (179?, 186?) :
- Gli
Illinesi (di Coppola), Francesca
Donato, ossia Corinto distrutta (di Mercadante), Francesca
Donato (di Mercadante)
Carolina
Coppini (178?, 186?) :
- Pia
de' Tolomei (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev) (di Donizetti), Pia de'
Tolomei (rev 2) (di Donizetti), Rosmunda
in Ravenna (di Lillo), Inès de
Castro (di Persiani), - esecutore : Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini)
Cesare
Coppini (184?, 190?) :
- coreografo : Hérodiade
(di Massenet), Hérodiade
(rev) (di Massenet), I lituani
(di Ponchielli), I lituani
(di Ponchielli), La Vestale
(di Spontini), Nabucodonosor
(di Verdi)
Eleonora
Coppini (172?, 179?) :
- esecutore : La
villanella rapita (di Bianchi), - Gli amanti
alla prova (di Caruso), Le astuzie
di Bettina (di Stabinger)
Ettore
Coppini (185?, 192?) :
- coreografo : Oceàna
(di Smareglia)
Eularia
Coppini :
- La
statua per puntiglio (di Bernardini), - esecutore : La
villanella rapita (di Bianchi), - La sposa in
equivoco (di Bianchi), Gli amanti
alla prova (di Caruso), La
virtuosa (di Guglielmi), La
virtuosa di Mergellina (di Guglielmi), - esecutore : Enea e
Lavinia (di Guglielmi), - Le astuzie
di Bettina (di Stabinger)
Francesca
Coppini (175?, 181?) :
- Gli
amanti alla prova (di Caruso), Il ritorno
di Serse (di Portugal), - esecutore : I finti
eredi (di Sarti), - Le astuzie
di Bettina (di Stabinger), - esecutore : Annibale
in Torino (di Zingarelli), - Apelle
(di Zingarelli)
Francesco
Coppini (171?, 178?) :
- L'amore
in musica (di Boroni), La
contadina in corte (di Rust), Alessandro
nell'Indie (di Sacchini)
Gio.
Coppini (178?, 185?) :
- esecutore : L'inganno
felice (di Rossini)
Gioacchino Coppini (176?, 184?) :
- esecutore : Il
pirata (di Bellini), - Zelmira
(di Rossini)
Gioachino Coppini (179?, 186?) :
- esecutore : Gli
Illinesi (di Coppola), - L'esule di Roma,
ossia Il proscritto (di Donizetti), - esecutore : Francesca
Donato, ossia Corinto distrutta (di Mercadante), Francesca
Donato (di Mercadante), - Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), Il
crociato in Egitto (di Meyerbeer), - esecutore : Tancredi
(di Rossini), L'italiana
in Algeri (di Rossini), Otello,
ossia Il moro di Venezia (di Rossini), Mosè in
Egitto (di Rossini), Eduardo e
Cristina (di Rossini), - Mitridate
(di Tadolini)
Giovacchino Coppini (179?, 186?) :
- I
normanni a Parigi (di Mercadante)
Giovanni
Coppini (179?, 185?) :
- esecutore : L'Ajo
nell'imbarazzo (di Angelo), L'ajo
nell'imbarazzo (di Donizetti), Gianni di
Parigi (di Morlacchi), Il barone
di Dolsheim (di Pacini), La sposa
fedele (di Pacini), Il
falegname di Livonia (di Pacini), Sargino,
ossia L'allievo dell'amore (di Paër), Piglia il
mondo come viene (di Persiani), Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini), La
pastorella feudataria (di Vaccai), Il rivale
di se stesso (di Weigl)
Giovanni Coppini (178?, 184?) :
- esecutore : La colomba
contrastata, ossia La bella carbonara (di Brunetti), Clotilde
(di Coccia)
Giuseppe
Coppini (174?, 181?) :
- esecutore : Ines de
Castro (di Trento)
Giuseppe Coppini :
- coreografo : Don
Simoncino, ossia Furberia e puntiglio (di Bernardini), Ines de
Castro (di Bianchi), Teresa e
Claudio (di Farinelli), Il finto
stregone (di Gardi), Ginevra di
Scozia (di Mayr), Ines di
Castro (di Nasolini), Merope
(di Nasolini), Gli arabi
nelle Gallie, ossia Il trionfo della fede (di Pacini), Tancredi
(di Rossini), Ines de
Castro (di Trento)
Giuseppina
Coppini (178?, 185?) :
- esecutore : Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini)
Maria Coppini (170?, 177?) :
- L'amore
in musica (di Boroni), La
contadina in corte (di Rust), Alessandro
nell'Indie (di Sacchini)
Pietro
Coppini (176?, 183?) :
- esecutore : Pamela
(di Farinelli), La rosa
bianca e la rosa rossa (di Mayr), Un
avvertimento ai gelosi (di Pavesi), Aureliano
in Palmira (di Rossini), La
Cenerentola, ossia La bontà in trionfo (di Rossini)
Pietro Coppini (175?, 181?) :
- esecutore : La gazza
ladra (di Rossini), Giulietta
e Romeo (di Zingarelli)
Rosa Coppini (174?, 180?) :
- Il
matrimonio (di Guglielmi), La
virtuosa (di Guglielmi), La
virtuosa di Mergellina (di Guglielmi)
Achille.
Coppini Bartolini (182?, 190?) :
- esecutore : Il
fantastico, od Il nuovo Chisciotte (di Leo), Il
fantastico (di Leo)
Achille. Coppini-Bartolini (181?, 188?) :
- esecutore : Il
fantastico, od Il nuovo Chisciotte (di Leo), Il
fantastico, od Il nuovo Chisciotte (di Leo), Il
fantastico (di Leo), Il
fantastico (di Leo)
Barbara Coppini (179?, 186?) : Gio.
Coppini (178?, 185?) : Giovanni
Coppini (179?, 185?) : Giuseppina
Coppini (178?, 185?) : Rosa Coppini (174?, 180?) : L’Aida senza cavalli? Non diciamo bestialità E ci risiamo. Adesso gli animalisti ce l’hanno pure con l’Aida. Non nel senso di Verdi, sia chiaro, a questo non sono ancora arrivati. Nel senso dell’Aida di Zeffirelli, una delle regie più magistrali che il teatro dell’opera ricordi, tanto da aver indotto i gestori della Scala a trasferirla alle scene meneghine nel medesimo allestimento con cui era stata presentata con immenso successo a Verona. Beh, che c’è di male? Nulla, se l’allestimento non prevedesse anche la presenza in scena di due cavalli non di legno come si vede sulle giostre ma in carne e ossa. Urla di sdegno da parte degli animalisti, che avendo come interlocutore una giunta comunale sprofondata a sinistra sanno quello che fanno quando picchiano duro. Che dire? Mi riallaccio alla storia dell’opera lirica, che nelle grandi edizioni della immortale opera verdiana ha visto con frequenza la presenza dei cavalli. L’eroe della vicenda, Radames, è un guerriero e non un sagrestano. E alla Scala la presenza di animali non è un fatto raro, e non parlo solo di cavalli. Chiedo licenza per una breve autocitazione. Alle pagg. 30-32 del mio libro “Quando Milano faceva faville” si racconta di una elefante che debuttò alla Scala in occasione del balletto “Amor”. Sulla vicenda sono ben documentato perchè si ricollega a un preciso ricordo familiare. In quello spettacolo kolossal, che faceva seguito dopo qualche anno ai trionfi strepitosi del Gran Ballo Excelsior, appariva anche il mio bisnonno mimo-danzatore Ettore Coppini indossando un’armatura da imperatore romano. Bosco non era affatto un dono all’Italia del sovrano di Abissinia come farneticavano la cronache. La sua origine risiedeva in un grande zoo di Amburgo gestito da Karl Hagenbeck, ben noto a tutti gli studiosi di arte circense per i nuovi criteri di doma e di istallazione degli zoo nel mondo occidentale. E infatti Bosco, chiamato in scena soprattutto a fare atto di presenza, svolse con tranquillità il suo ruolo come previsto dal copione. Unica insidia sarebbe stata rappresesentata dalla presenza – inquietante per il pachiderma – di qualche topolino evaso dai sotterranei del teatro scaligero. Ma i topi ebbere il buon gusto di non unirsi agli artisti affacciandosi al proscenio per l’applauso finale. Storie del passato? Sì, storie del passato. Ma la morale è questa. Accade spesso che, quando fa spettacolo, l’uomo cerchi un completamento alla propria creatività avendo accanto a sè un animale. E non vi rinuncerà solo perchè quattro gatti insisteranno a far pressione su altri quattro, in sede comunale come in sede parlamentare, nella sacra battaglia per qualche seggio assessoriale in più. Ruggero Leonardi febbraio 2012 Short URL: https://www.circo.it/?p=15423 30 mar 2020 · Ruggero Leonardi, nato nel capoluogo lombardo nel 1936, lascia tre figli e tre nipoti cui ha ispirato l'amore per il circo.
È scomparso sabato scorso uno dei più importanti, autorevoli, competenti, appassionati critici e reporter italiani di circo di tutti i tempi. Ruggero Leonardi, nato nel capoluogo lombardo nel 1936, lascia tre figli e tre nipoti cui ha ispirato l’amore per il circo. Per qualità di penna, meticolosità di approccio e per quantità di scritti sul genere, il suo nome si staglia accanto a quelli dei più grandi: Alessandro Cervellati, Giancarlo Pretini, Massimo Alberini e pochi altri. Con i quali, per altro, era stato in continuo e proficuo contatto. Al dono del tratto felice della penna aveva accompagnato la passione per una frequentazione assidua e intensa del dietro le quinte dei tendoni che ha frequentato per quasi mezzo secolo. Entrato nel giornalismo a 22 anni, aveva avuto molteplici occasioni di occuparsi di circo soprattutto per il settimanale Oggi, di cui è stato caporedattore responsabile dei servizi culturali. La passione per la natura e gli animali lo aveva poi condotto alla direzione del mensile Natura Oggi e in seguito al ruolo di consulente editoriale della rivista Oasis. Di animali aveva parlato, fra l’altro, in una rubrica sul settimanale L’Europeo e in una serie di interventi per Radio Vaticana. Dal 1996 al 2000 era stato ospite di Raidue nelle trasmissioni di Mattina in famiglia, dove aveva presentato spunti di vita con animali domestici. È curioso constatare come proprio la passione per gli animali lo avesse poi portato ad avvicinarsi ed amare il mondo del circo (oggi sarebbe difficile). Ha scritto numerosi libri fra cui Animali nel circo, destinato a un pubblico giovane. Un altro suo libro, Il leone, è stato tenuto a battesimo in una gabbia del Circo Medrano. Temi circensi sono presenti anche in un suo volume di racconti, in un suo saggio dedicato alla giungla nera di Emilio Salgari e in una sua fiaba, Il paese dei pappagalli, che ha vinto un Premio Selezione Bancarellino Per Oggi aveva realizzato un gran numero di articoli sul circo, configurando uno stile peculiare e raro nel mondo, quello del “reporter circense”. La stragrande maggioranza dei suoi pezzi erano infatti scritti sul campo. Piombava in questo o quel circo e vi rimaneva per tutto il tempo necessario per raccogliere ogni informazione necessaria, di solito portandosi un fotografo professionista per raccogliere il necessario materiale illustrativo. Per questo aveva conosciuto tutti i grandi personaggi del circo italiano degli anni ’70 ed ’80, che avevano imparato ad apprezzarne meticolosità e competenza.
Solo in seguito con l’età e con la rarefazione di grandi complessi circensi in tour nel nostro paese, aveva cambiato metodo (mantenendo però una grande efficacia) concentrandosi sullo studio di documenti o sullo sviluppo di considerazioni personali. Era spesso invitato in numerose giurie circensi ed è stato membro della Commissione del Ministero Cultura e Spettacolo che assegna i contributi ai circhi e allo spettacolo viaggiante, impegnandosi alacremente ad ascoltare le istanze del settore. Partecipava con generosità ed entusiasmo a conferenze, dibattiti ed incontri sul circo in ogni parte d’Italia, nel corso dei quali gli organizzatori dovevano faticare a tenere a freno il suo entusiasmo per la materia che rischiava di farlo debordare dai tempi previsti. Aveva curato la prefazione del libro Gli acrobati folli di Raffaele De Ritis dedicato alla famiglia Palmiri. Prima di tornare sull’argomento con la biografia del leggendario Egidio, Sospeso nel vuoto (che fu presentato nella sede del Palazzo della Stampa Estera a Roma da Leonardi, Palmiri e Andreotti, autore della prefazione al volume). Nel corso del lavoro di ricerca per questo volume, come del resto per gran parte della sua vita, si era confrontato a lungo con lo storico presidente dell’Ente Circhi con il quale aveva in comune anche la caparbietà del carattere e la strenua difesa delle proprie posizioni Il suo contributo alla rivista Circo e al sito circo.it è stato di portata incalcolabile per qualità e quantità. Recensioni, interviste, riflessioni si erano alternate negli anni a raccolte strutturate in vere e proprie rubriche mensili. Come “Gente del circo” nella quale aveva magistralmente dipinto ritratti di personaggi più o meno noti, sempre raccontandone anche la vita quotidiana. In “Penne di segatura” aveva deciso di raccontare la passione per il circo di tanti prestigiosi colleghi giornalisti o storici, come Enrico Bassano, Enzo Biagi, Orio Vergani, Mario Verdone e molti altri. Con “Il circo a Milano” aveva unito le sue due grandi passioni, quella per la pista e quella per la sua città. Da alcuni anni si era ritirato a vita privata e lentamente, con fatica, il settore si era dovuto abituare a fare a meno dei suoi pezzi, dei suoi interventi accorati, anche solo della sua vicinanza. Ma la perdita di Ruggero Leonardi è di quelle gravi ed è in qualche modo significativo che accada in un momento tanto difficile per il settore. Il circo italiano va incontro a tempi difficili. Quanto sarebbe più facile risollevarsi da questa situazione tragica se ci fossero oggi altri Ruggero Leonardi a sostenere la rinascita. Uomini che nel corso della loro vita hanno profuso amore e passione per questa arte e per questo mondo. Nanda Vigo | 5 giugno 2020 Avevo chiesto a Nanda, durante i giorni del lockdown, di scrivermi i ricordi della sua infanzia e dei suoi straordinari nonni di cui più volte mi aveva raccontato. Volevo inserirli in una biografia che stavo preparando, li trovavo divertenti oltre che chiarificatori di alcuni aspetti del suo carattere. Questo racconto l’ha scritto solo per accontentarmi e oggi sono contenta di averlo raccolto, anche se lo pubblico con tutt’altro spirito. Lei stessa aveva titolato questo breve testo «Genealogia». Nanda era una fusione fredda di ingegneria, astronomia, arte, spettacolo, architettura, imprenditoria innescata da un genetico istinto alla ribellione, alla libertà e alla ricerca oltre che ad una grande intelligenza. Ho sempre ritenuto che la sua durezza di carattere, i suoi modi sbrigativi con molte persone fossero l’inevitabile conseguenza della velocità del suo cervello; le persone la annoiavano e lei aveva sempre troppo da fare per starli a sentire. Chi meritava la sua attenzione, però, poteva contare su un’amicizia sincera e duratura. È difficile immaginare una persona più fusa di lei con il suo lavoro. Erano una cosa sola, che viveva solo dell’Amore per l’Arte. Le rare persone come Nanda non cambiano, nascono così e di sicuro non muoiono. Allegra Ravizza, presidente dell'Archivio Nanda Vigo La «Genealogia» Io, Fernanda Enrica Leonia, detta Nanda Vigo. Il nome Fernanda deriva da quello del fratello di mia madre che fu ingegnere astronomo e scoprì anche una cometa che credo abbia il suo nome. Morì tragicamente durante uno sciopero in cui tentava di guidare un tram abbandonato. Mi dissero che era bello e molto all’avanguardia: io non l’ho mai conosciuto, ma probabilmente è proprio da lì che deriva il mio grande interesse per la fantascienza. Gli altri nomi invece, Henry Leonie, derivano dalla madre di mio padre, nata Murer a Parigi, proveniente da una famiglia di Mulhouse in Alsazia. Divenne la segretaria privata del marito Oreste Vigo, giudeo massone, grande businessman. Investiva su tutto, dalle fabbriche per camicie a quelle che producevano ceramiche e fu tra i fondatori della «Centrale del Latte di Milano» e della Società del Giardino, una specie di Lions Club ante litteram. Aveva anche una società di import-export parzialmente legata ai figli Murer che furono tra i primi a vendere telescopi e lenti per occhiali. Avevano un negozio in Galleria a Milano di fronte a Zucca, la cui insegna rimase sopra il negozio fino a poco tempo fa. Tra l’altro fu anche direttore del «banco dei pegni» della Banca d’Italia. Questo nonno Oreste fu un padre severissimo che trattò molto male mio padre, che da grande era troppo «fuori dalle righe». Mi dissero che fu fatto direttore di alcune fabbriche e fece un passo falso, spendendo una fortuna per le «Ragazze della Schwartz», compagnie di operette che sfoggiavano bellezze e balletti tipo Bluebelles. Durante la guerra partì volontario nella Croce Rossa in Eritrea, il nonno lo diseredò totalmente e lasciò tutto alla sorella di mio padre. Per fortuna la nonna Leonie, sua madre, gli lasciò dei terreni. Le origini del nonno Oreste arrivano proprio dal porto di Vigo in Spagna, da dove vennero espulsi dagli Aragonesi nel 1500 ca. Credo che tutti si siano riversati principalmente sulle coste italiane. In Sicilia, a Bagheria, esiste ancora un discendente, il marchese Fernando Vigo. Mia madre Elsa Pellegrini Barbacini nacque a Milano da Ida Cidonia ( sic Sidonia ) Coppini Barbacini Carnesecchi. La nonna Cidonia (sic Sidonia), molto intelligente e liberale, nacque a Vienna da madre ungherese. Visse la sua infanzia a Budapest, in Ungheria, dove studiò arte, dal momento in cui vi si appassionò fino a quando decise di scappare di casa per andare a Firenze. Era ancora l’«Ottocento» e normalmente le donne non si allontanavano da casa. Arrivò a Firenze e dopo qualche mese i suoi la misero in collegio dalle «Pratoline». A Firenze, poi, si sposò con il conte Carnefecchi: su questo io l’ho sempre presa in giro perché tutti dicevano che il Carnefecchi non era nessuno. Dimenticavo di dire che il padre della nonna Cidonia (sic Sidonia) fu gran maestro di ballo dell’Opera di Budapest e forse proprio per questo molto amante anche del teatro. A un certo punto partì per Milano dove conobbe Enrico Barbacini, allora direttore della Scala, figlio di un tenore molto famoso nell’Ottocento, anch’egli di nome Enrico Barbacini. La nonna ebbe da lui due figli, mia madre e il fratello Fernando. L’Enrico Barbacini tenore fu amico di Boito e cantò per primo il Requiem di Verdi. La nonna Cidonia (sic Sidonia) mi raccontò che dopo lo spettacolo lo aspettavano all’uscita, c’era la carrozza con i cavalli, ma toglievano i cavalli e lo portavano a braccia. Era anche molto conosciuto in Giappone e a San Pietroburgo dove partecipò a numerose opere, tra cui l’Aida e la Norma, suo cavallo di battaglia. Vorrei anche ricordare che il figlio di Enrico Barbacini fu il primo a promuovere gli spettacoli all’Arena di Verona e aprì con una spettacolare Aida. E suo fu il merito di aver avviato la carriera del tenore Mario Del Monaco. Insomma, la nonna Cidonia (sic Sidonia ) fu per me tutta la famiglia. Certo era severissima, a vent’anni dovevo tornare a casa entro mezzanotte, se no mi aspettava in piedi con la scopa in mano, ma fu anche l’unica persona che dette spazio al mio desiderio di lavorare nell’arte. Né a mia madre, né tantomeno a mio padre interessava quello che avrei voluto studiare. A mia madre bastava che prendessi il diploma in economia domestica, tralasciando la lingua francese che comunque si parlava in casa da sempre (la cosa strana era che anche a Budapest come a Mosca, nelle famiglie benestanti si parlava solo francese). Eravamo sfollati sul lago di Como. A Moltrasio c’era la Villa Vigo dove mio padre da ragazzo passava le vacanze. La darsena della villa in seguito ospitò il suo motoscafo da corsa con cui partecipava alle gare. Era molto amico di un certo Castoldi, allora campione di fuoribordo, ma non raggiunse mai grandi risultati (era solo sport), così come giocava a tennis e tirava di scherma, ovviamente alla Società del Giardino, di cui suo padre era fondatore. Da ragazzina amavo molto il baseball, facevo parte del Cus Milano, ma non mi lasciarono mai andare da sola agli allenamenti, così mio padre ebbe il compito di accompagnarmi. Tornando a Como, un giorno, passeggiando con i miei, mi trovai davanti alla Casa del Fascio di Terragni: non sapevo cos’era né di chi fosse, ma mi si offrì uno spettacolo di grande bellezza, un’incredibile illuminazione basata proprio sulla luce. La luce fluttuante dal vetrocemento aveva aperto tutta la sua architettura in un bagliore di luce. Andando a spasso per Como riconobbi tutte le sue architetture. Un’illuminazione che nascosi nel mio inconscio fino a quando al liceo artistico inizia a pensare alla luce e a come potesse essere rappresentata. Nascita di un percorso che svolgo tuttora.
Mia madre Elsa Pellegrini Barbacini nacque a Milano da Ida Cidonia (sic Sidonia ) Coppini \ Carnesecchi. La nonna Cidonia, (sic Sidonia) molto intelligente e liberale, nacque a Vienna da madre ungherese. Visse la sua infanzia a Buda-Ungheria dove studiò arte dal momento di cui era appassionata, fino a quando decise di scappare di casa per andare a Firenze, ritenuto luogo più adatto per assaporare i suoi piaceri artistici. Era ancora “l’Ottocento” e normalmente le donne non si allontanavano da casa. Comunque, arrivò a Firenze e dopo qualche mese i suoi la misero in collegio dalle Pratoline. A Firenze, poi si sposò anche con il conte Carnesecchi finché si venne a sapere che il “Magnifico” gli conferì il titolo perché da condottiero aveva vinto molte battaglie.
Dimenticavo di dire che il padre della nonna Cidonia (sic Sidonia) fu gran maestro di ballo dell’Opera di Budapest e forse proprio per questo già molto amante anche del teatro. Ad un certo punto partì per Milano dove conobbe Enrico Barbacini allora Direttore della Scala e fu figlio di un tenore molto famoso nell’Ottocento: Enrico Barbacini. La nonna ebbe da lui due figli, mia madre e il fratello Fernando Come si puo' vedere Nanda Vigo ricordava male il nome della nonna e praticamente niente del bisnonno Cesare Carnesecchi Coppini Ruggero Leonardi
E ci risiamo.
Adesso gli animalisti ce l’hanno pure con l’Aida. Non nel senso di Verdi, sia chiaro, a questo non sono ancora arrivati. Nel senso dell’Aida di Zeffirelli, una delle regie più magistrali che il teatro dell’opera ricordi, tanto da aver indotto i gestori della Scala a trasferirla alle scene meneghine nel medesimo allestimento con cui era stata presentata con immenso successo a Verona. Beh, che c’è di male? Nulla, se l’allestimento non prevedesse anche la presenza in scena di due cavalli non di legno come si vede sulle giostre ma in carne e ossa.
Urla di sdegno da parte degli animalisti, che avendo come interlocutore una giunta comunale sprofondata a sinistra sanno quello che fanno quando picchiano duro.
Che dire? Mi riallaccio alla storia dell’opera lirica, che nelle grandi edizioni della immortale opera verdiana ha visto con frequenza la presenza dei cavalli. L’eroe della vicenda, Radames, è un guerriero e non un sagrestano. E alla Scala la presenza di animali non è un fatto raro, e non parlo solo di cavalli. Chiedo licenza per una breve autocitazione. Alle pagg. 30-32 del mio libro “Quando Milano faceva faville” si racconta di una elefante che debuttò alla Scala in occasione del balletto “Amor”.
Sulla vicenda sono ben documentato perchè si ricollega a un preciso ricordo familiare. In quello spettacolo kolossal, che faceva seguito dopo qualche anno ai trionfi strepitosi del Gran Ballo Excelsior, appariva anche il mio bisnonno mimo-danzatore Ettore Coppini indossando un’armatura da imperatore romano.
Bosco non era affatto un dono all’Italia del sovrano di Abissinia come farneticavano la cronache. La sua origine risiedeva in un grande zoo di Amburgo gestito da Karl Hagenbeck, ben noto a tutti gli studiosi di arte circense per i nuovi criteri di doma e di istallazione degli zoo nel mondo occidentale. E infatti Bosco, chiamato in scena soprattutto a fare atto di presenza, svolse con tranquillità il suo ruolo come previsto dal copione. Unica insidia sarebbe stata rappresesentata dalla presenza – inquietante per il pachiderma – di qualche topolino evaso dai sotterranei del teatro scaligero. Ma i topi ebbere il buon gusto di non unirsi agli artisti affacciandosi al proscenio per l’applauso finale.
Storie del passato? Sì, storie del passato. Ma la morale è questa.
Accade spesso che, quando fa spettacolo, l’uomo cerchi un completamento alla propria creatività avendo accanto a sè un animale. E non vi rinuncerà solo perchè quattro gatti insisteranno a far pressione su altri quattro, in sede comunale come in sede parlamentare, nella sacra battaglia per qualche seggio assessoriale in più.
Ruggero Leonardi
È scomparso Ruggero Leonardi, il reporter del circo italiano
È scomparso sabato scorso uno dei più importanti, autorevoli, competenti, appassionati critici e reporter italiani di circo di tutti i tempi. Ruggero Leonardi, nato nel capoluogo lombardo nel 1936, lascia tre figli e tre nipoti cui ha ispirato l’amore per il circo.
Per qualità di penna, meticolosità di approccio e per quantità di scritti sul genere, il suo nome si staglia accanto a quelli dei più grandi: Alessandro Cervellati, Giancarlo Pretini, Massimo Alberini e pochi altri. Con i quali, per altro, era stato in continuo e proficuo contatto.
Al dono del tratto felice della penna aveva accompagnato la passione per una frequentazione assidua e intensa del dietro le quinte dei tendoni che ha frequentato per quasi mezzo secolo.
Entrato nel giornalismo a 22 anni, aveva avuto molteplici occasioni di occuparsi di circo soprattutto per il settimanale Oggi, di cui è stato caporedattore responsabile dei servizi culturali.
La passione per la natura e gli animali lo aveva poi condotto alla direzione del mensile Natura Oggi e in seguito al ruolo di consulente editoriale della rivista Oasis.
Di animali aveva parlato, fra l’altro, in una rubrica sul settimanale L’Europeo e in una serie di interventi per Radio Vaticana. Dal 1996 al 2000 era stato ospite di Raidue nelle trasmissioni di Mattina in famiglia, dove aveva presentato spunti di vita con animali domestici.
È curioso constatare come proprio la passione per gli animali lo avesse poi portato ad avvicinarsi ed amare il mondo del circo (oggi sarebbe difficile). Ha scritto numerosi libri fra cui Animali nel circo, destinato a un pubblico giovane. Un altro suo libro, Il leone, è stato tenuto a battesimo in una gabbia del Circo Medrano. Temi circensi sono presenti anche in un suo volume di racconti, in un suo saggio dedicato alla giungla nera di Emilio Salgari e in una sua fiaba, Il paese dei pappagalli, che ha vinto un Premio Selezione Bancarellino.
Per Oggi aveva realizzato un gran numero di articoli sul circo, configurando uno stile peculiare e raro nel mondo, quello del “reporter circense”. La stragrande maggioranza dei suoi pezzi erano infatti scritti sul campo. Piombava in questo o quel circo e vi rimaneva per tutto il tempo necessario per raccogliere ogni informazione necessaria, di solito portandosi un fotografo professionista per raccogliere il necessario materiale illustrativo. Per questo aveva conosciuto tutti i grandi personaggi del circo italiano degli anni ’70 ed ’80, che avevano imparato ad apprezzarne meticolosità e competenza.
Solo in seguito con l’età e con la rarefazione di grandi complessi circensi in tour nel nostro paese, aveva cambiato metodo (mantenendo però una grande efficacia) concentrandosi sullo studio di documenti o sullo sviluppo di considerazioni personali.
Era spesso invitato in numerose giurie circensi ed è stato membro della Commissione del Ministero Cultura e Spettacolo che assegna i contributi ai circhi e allo spettacolo viaggiante, impegnandosi alacremente ad ascoltare le istanze del settore.
Partecipava con generosità ed entusiasmo a conferenze, dibattiti ed incontri sul circo in ogni parte d’Italia, nel corso dei quali gli organizzatori dovevano faticare a tenere a freno il suo entusiasmo per la materia che rischiava di farlo debordare dai tempi previsti.
Aveva curato la prefazione del libro Gli acrobati folli di Raffaele De Ritis dedicato alla famiglia Palmiri. Prima di tornare sull’argomento con la biografia del leggendario Egidio, Sospeso nel vuoto (che fu presentato nella sede del Palazzo della Stampa Estera a Roma da Leonardi, Palmiri e Andreotti, autore della prefazione al volume).
Nel corso del lavoro di ricerca per questo volume, come del resto per gran parte della sua vita, si era confrontato a lungo con lo storico presidente dell’Ente Circhi con il quale aveva in comune anche la caparbietà del carattere e la strenua difesa delle proprie posizioni.
Il suo contributo alla rivista Circo e al sito circo.it è stato di portata incalcolabile per qualità e quantità. Recensioni, interviste, riflessioni si erano alternate negli anni a raccolte strutturate in vere e proprie rubriche mensili. Come “Gente del circo” nella quale aveva magistralmente dipinto ritratti di personaggi più o meno noti, sempre raccontandone anche la vita quotidiana. In “Penne di segatura” aveva deciso di raccontare la passione per il circo di tanti prestigiosi colleghi giornalisti o storici, come Enrico Bassano, Enzo Biagi, Orio Vergani, Mario Verdone e molti altri. Con “Il circo a Milano” aveva unito le sue due grandi passioni, quella per la pista e quella per la sua città.
Da alcuni anni si era ritirato a vita privata e lentamente, con fatica, il settore si era dovuto abituare a fare a meno dei suoi pezzi, dei suoi interventi accorati, anche solo della sua vicinanza. Ma la perdita di Ruggero Leonardi è di quelle gravi ed è in qualche modo significativo che accada in un momento tanto difficile per il settore.
Il circo italiano va incontro a tempi difficili. Quanto sarebbe più facile risollevarsi da questa situazione tragica se ci fossero oggi altri Ruggero Leonardi a sostenere la rinascita. Uomini che nel corso della loro vita hanno profuso amore e passione per questa arte e per questo mondo.
di Alessandro Serena 30 marzo 2020
Una seconda figlia di Cesare Carnesecchi Coppini nata a Firenze il 22 settembre 1872
Su Geneanet e' trovato un albero che da una sorella a Ida Sidonia : Enrica o Henrika da notare che viene battezzata solo come Coppini e non come Carnesecchi vulg Coppini
Enrichetta sposa a Firenze nel 1899 un pittore ungherese di un certo nome Data di nascita: 4 febbraio 1864
Data di morte: 21 ottobre 1933
married in Florence in 1899 Enrica Coppini (1872-1960), painter.
Figlia: Alice Burchard-Bélaváry
https://en.wikipedia.org/wiki/Istv%C3%A1n_Burchard-B%C3%A9lav%C3%A1ry
SCHEDE..........István Burchard-Bélaváry pittore ungherese
Antonia Coppini (175?, 182?) :
- esecutore : Teresa e
Claudio (di Farinelli), - Ginevra di
Scozia (di Mayr)
- Gli
Illinesi (di Coppola), Francesca
Donato, ossia Corinto distrutta (di Mercadante), Francesca
Donato (di Mercadante)
- esecutore : L'inganno
felice (di Rossini)
- esecutore : L'Ajo
nell'imbarazzo (di Angelo), L'ajo
nell'imbarazzo (di Donizetti), Gianni di
Parigi (di Morlacchi), Il barone
di Dolsheim (di Pacini), La sposa
fedele (di Pacini), Il
falegname di Livonia (di Pacini), Sargino,
ossia L'allievo dell'amore (di Paër), Piglia il
mondo come viene (di Persiani), Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini), La
pastorella feudataria (di Vaccai), Il rivale
di se stesso (di Weigl)
Giovanni Coppini (178?, 184?) :
- esecutore : La colomba
contrastata, ossia La bella carbonara (di Brunetti), Clotilde
(di Coccia)
- esecutore : Matilde
Shabran, o sia Bellezza e Cuor di Ferro (di Rossini)
- Il
matrimonio (di Guglielmi), La
virtuosa (di Guglielmi), La
virtuosa di Mergellina (di Guglielmi)
After schooling at Theresianum in Vienna, he turned to the arts. He lived eight years from 1887 in United States. He participated in California in a humorous illustration of newspaper, "The Weekly Jonah" and then studied at the San Francisco Art Institute (1889-1890) and work independently.
He painted still lifes, genre scenes, landscapes and portraits.
He returned to Europe in 1894.
His masters are Anton Ažbe in Munich (1895-1896) and Filippo Colarossi at the Académie Colarossi in Paris (1897-1898).
He invented in 1899 a special technique: "Glycerin distemper."
It sales its patent in 1907 to Reeves and Sons which reports the process in UK under the name "Bélaváry pasteloid colors".
Then he makes a long stay in Italy and married in Florence in 1899.
He moved with his family to Pozsony in 1904. He led his own school of painting and was elected director of the Association of Fine Arts of Pozsony[1] then director of the Salon of Pozsony in 1911.
It organizes various exhibitions, including one in London in 1907.
He moved to Budapest in 1918. He is active in Budapest and Debrecen.
He is the son of Gustave Burchard-Bélavary of Bélavar and Szikava (1829 Eperjes - 1903 Budapest), officer, professor of economics and commercial law, writer and painter, and Louise von Bukowski Stolzenburg († 1913).
He married Enrica Coppini (1872-1960), painter.