1396 comperai da Andrea di messer Ugo , Cappone de' Capponi , Matteo Villani, Soldo Soldani., e Domenico di Berto Grazzini
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Questo che segue e' tratto da una sceneggiatura : L'eta' dei Medici
Devo appurare se i riferimenti sono vero o inventati come mi pare piu' probabile
sono citati :
Manetto di Cristoforo Carnesecchi, morto il 20 marzo del 1399.
Domenica di Manetto di Cristoforo Carnesecchi
Federigo di Manetto di Cristoforo Carnesecchi
Anastasio di Manetto di Cristoforo Carnesecchi
Atti degli Apostoli ; Socrate ; Blaise Pascal ; Agostino d'Ippona ; L'età ... - Pagina 298
di Roberto Rossellini, Luciano Scaffa, Marcella Mariani Rossellini - 1980 - 452 pagine
Terzo setaiuolo consultando il registro): Ecco: Manetto di Cristoforo Carnesecchi, morto il 20 marzo del 1399. Trent'anni fa la figlia, Domenica, è andata sposa come vi ho già detto. Il figlio Federigo lavora adesso come calderaio .Il figlio Anastasio ha lavorato con Francesco di Mariano ,setaiolo fino al 1410
II setaiolo e dopo dove ha lavorato?
Il primo setaiolo : qui e' scritto che lascio' il suo lavoro e parti come armigero per la guerra contro Livorno e che non e' piu' tornato
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Antonius Fastelli de Ognano
(1) carrator promisit die XXII maii proxime preteriti ser Laurentio ser Tommasi de Gambassio notario testamentorum Operis pro Opere recipienti reddere et restituere dicto Operi et camerario dicti Operis pro Opere recipienti florenos quindecim auri, quos camerarius dicti Operis de denariis dicti Operis eidem mutuare, dare et solvere tenetur vigore stantiamenti facti per operarios dicti Operis die XXI dicti mensis maii manu mei ser Laurentii Pauli notarii dicti Operis, ad omnem requisitionem et voluntatem dictorum operariorum; pro quo et suis precibus et mandatis fideiussit et fideiussor extitit se principalem constituendo(2) Christoforus Berti Gratini de Carnesecchis spetiarius populi Sante Marie Maioris de Florentia promictens etc., obligans etc., renumptians etc., ut de predictis constat manu ser Laurentii ser Tommasii.
Opera del duomo 1417 maggio 22
o0201070b.060vc
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CARNESECCHI Domenico: , CARNESECCHI Donato:
Scienze filologiche e letteratura - Pagina 47
di Università cattolica del Sacro Cuore - 1972
... 708 CARLO (Di) Ser lacopo: 76, 182 CARLONI Ignazio: 76, 271 CARNESECCHI
Domenico: 68, 340 CARNESECCHI Donato: 68, 352 CARNESECCHI Piero, o Pietro: 67,
...
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Vaggia di Tommaso di francesco sassetti fu moglie ad Antonio Carnesecchi nel 1480 circa
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Paolo Sebastiano Carnesecchi, chierico di Firenze,
Häresie und Luthertum: Quellen aus dem Archiv der Pönitentiarie in Rom (15 ... - Pagina 168
di Filippo Tamburini, Ludwig Schmugge - 2000 - 231 pagine
Paolo Sebastiano Carnesecchi, chierico di Firenze, professo dell'ordine di S.
Girolamo, dopo molti anni ha abbandonato il suo ordine mosso da leggerezza ...
Visualizzazione frammento
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La predetta Casa fu venduta da detto Giovanni a Don Ippolito e Giovanni fratelli
e figli di Luca Carnesecchi, durante la vita lor naturale
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Luca la comprò da Galeotto Cei nel maggio 1448, per fiorini settanta di ... di
Luca Carnesecchi maritata a Giovanni Bruni, e per quella della l'ita di ...
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98 della numerazione moderna), sul verso, una scritta di mano tarda dichiara che
"Questo libro è di Horatio et Luca Carnesecchi". Cc. I+139+I, ...
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LUCA CARNESECCHI (1542 mag. 17 - 1542 nov. 16)
Carteggio inedito d'artisti dei secoli XIV, XV, XVI. - Pagina 391
di Johann Wilhelm Gaye, Alfred von Reumont - 1839
... mie Nepoti, nate di Lorenzo, mio fratello, et di Madonna] Alessandra di
Bartolomeo Carnesecchi, et esse in caso che l' una di loro mancasse avanti si
...
Visualizzazione completa
Index bio-bibliographicus notorum hominum
di Jean-Pierre Lobies - 1984 - 960 pagine
Pagina 2355
593b) carnesecchi , francesco [1617-1691 senatore fiorentino] 1391 carnesecchi ,
giovanni battista [ -1648 medico toscano, attivo fra i monaci ...
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Annuario della R. Università degli studi di Padova - Pagina 255
di Università di Padova - 1900
... di Gaetano, da Recanati (Macerata) 18 Carnesecchi Nicolo, di Raffaele, da
Bari 19 Carlotto Enea, di Licurgo, da Arzignano (Vicenda) 20 Carrara Eugenio,
...
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DOMENICO da Pistoia
di P. Scarcia Piacentini
TRECCANI
DOMENICO da Pistoia. - Le sole notizie che attualmente si hanno su questo domenicano figlio di Daniello o Daniele da Pistoia sono strettamente legate con la storia della tipografia di S. Iacopo di Ripoli a Firenze, da lui fondata e diretta, insieme con frate Pietro di Salvatore da Pisa, fra il 1476 e il 1484, e della quale è conservato il Diario autografo, oggi nella Biblioteca nazionale di Firenze (Magl. X, 143).
Nulla si sa della sua giovinezza, dei suoi studi, del suo iter monastico. Il Chiappelli suppone possa essere appartenuto a famiglia ebrea convertita o alla famiglia pistoiese dei Filiarchi, la sola in cui il nome del padre, Daniello, ricorre con una notevole frequenza. I suoi studi dovevano essere stati di tipo "umanistico" - anche se la sua scrittura, come risulta dal Diario, era una semigotica usuale piuttosto rozza - perché si diletta a Copiare testi, come un Cicerone, De amicitta e De senectute, che nel 1480 presta a ser Antonio Nerli (a quanto pare un cartolaio il cui nome ricorre più volte nel Diario, forse parente del tipografo Bernardo),
per ser Niccolò Carnesecchi da Pisa (cc. 20r, 71v; ancora cc. 19v, 29r, 30v, 77r).
Secondo il Fineschi, venne nominato vicario e procuratore presso il convento femminile di S. Iacopo di Ripoli a Firenze dal capitolo generale del 1474, ma nulla risulta dagli atti di questo capitolo, tenutosi a Roma in S. Maria sopra Minerva (B. M. Reichert, Acta capitulorum generalium Ordinis praedicatorum, III, Romae 1900, pp. 331-333; A. M. D'Amato, Gli atti dei capitoli generali del 1474 e del 1486 e altri frammenti, in Archivum fratrum praedicatorum, XVII [1947], pp. 221-224). Nel Diario si accenna invece alla sua provenienza dal convento di S. Domenico di Fiesole (uno dei conventi riformati che aderiscono alla congregazione di Lombardia) e, ripetutamente, alle sue cariche di vicario, sindaco, procuratore, priore (c. iv, a. 1477; cc. 113v, 114v) 123r, a. 1483; vedi anche Arch. di Stato di Firenze. Protocolli notarili di Piero di Bernardo Cennini, c. 345, a. 1480, e. 138v, ediz. Marzi, p. 435: gubernator).
In genere viene indicato come anno della sua morte il 1484 - anno in cui cessa l'attività della stamperia -, fra il maggio e l'agosto (il 17 maggio D. annota nel Diario un deposito; il 19 agosto procuratore del convento è Vincenzo di Bernardo Brunetti, c. 127v), ma non è possibile escludere, al contrario, il trasferimento in un altro convento.
Quella di S. lacopo di Ripoli è una delle prime e delle più importanti tipografie fiorentine, che lavora senza interruzione per otto anni, con una produzione copiosa e variata, spesso formando società, sia pure di breve durata, con altri tipografi. Nel Diario si trovano nominati don Ippolito (1477: cc. 2rv, gr), - il tedesco Giovanni da Magonza, che il 12 maggio 1477 vende ai frati le matrici di una serie di caratteri romani "colle maiuschole e sue breviature", gli stessi poi usati per alcune delle edizioni ripoliane (per esempio il Libro da compagnie, B. M. C., VI, 620, I.G.I., 3107; Diario, cc. 7r, 8r, 9v, 103v); il tedesco Niccolò di Lorenzo (1480-1483: i contraenti sono da un lato Bartolomeo Fonzio in vece di Niccolò, dall'altro D. e il cartolaio Bartolo di Domenico di Guido: Arch. di Stato di Firenze, Protocolli notarili di Piero di Bernardo Gennini, ediz. Marzi, pp. 434-436). Più importante la "compagnia" con il veneziano Lorenzo di Francesco Alopa, fratello di un altro tipografo che lavora per Ripoli, Antonio, che nel 1477 0 1478 entra nella stamperia come "garzone allo stampar libri"; nel 1483 fa compagnia ad un terzo con D. e dopo il 1484 rileva i torchi ed i caratteri della tipografia (cc. 9v, 2r della seconda numerazione, 114v e passim).
Per la preparazione e lo smercio dei libri, con notevole senso pratico ed abilità, D. si serviva sia di personale e di attrezzature interne (fra l'altro anche alcune suore del monastero lavoravano come compositrici), sia della collaborazione di numerosi cartolai e dei loro lavoranti. Annessi alla stamperia, che si presentava come una sorta di "artista collettivo" (Perini), erano locali per la rubricazione e la rilegatura dei libri e una fonderia per i caratteri.
Fra i cartolai, con alcuni dei quali D. forma società, spesso brevi e tavolta ripetute, i nomi che ricorrono più spesso sono quelli di Bartolomeo Particini, Giovanni di Nato del "popolo" di S. Lucia d'Ognissanti, committente di molte fra le opere stampate, Bartolo o Bartolomeo di Domenico, Zanobi di Mariano, Gherardo e Monte di Giovanni, ser Francesco di Piero di S. Felicita, i fratelli Varnucci (M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo, Firenze 1962, pp. 380, 404-405 e passim). Per la stamperia lavorano anche ser Piero Pacini da Pescia, che collabora con D. come notaio, fornitore di materiali, committente, intermediario per la vendita dei libri, e Bartolomeo Fonzio, che nel 1477 entra in contatto con la tipografia tramite il cartolaio Bartolomeo di Domenico per la edizione della Explanatio in Persium (ilFonzio cura personalmente la stampa, ed il manoscritto autografo consegnato a D. è oggi il Riccard. 666 della Bibl. Riccardiana di Firenze) e continua ad avere rapporti saltuari con i frati: fra il 1478 e il 1480 corregge libri per Ripoli (anche se nel 1478 cura per il tedesco Niccolò di Lorenzo l'editio princeps del De medicina di Cornelio Celso), si impegna a venderli, fornisce la carta, forse aiuta a stampare, si interessa alla edizione di alcune opere come le Vite dei pontefici e imperatori romani del Petrarca e, forse, il Lamento in morte di Giuliano de' Medici (Diario, c. 49r, e Arch. di Stato di Firenze, S. Iacopo di Ripoli, Contratti, filza I, n. 17, ediz. Nesi, pp. 61-62), annota di sua mano sul Diario i contratti per la stampa della Logica dello pseudo Agostino e delle Selve di Stazio (Diario, cc. 68v, 69r, 76r, 77r).
Le opere edite in S.Iacopo di Ripoli sono circa 94, in latino ed in volgare, antiche e moderne: non sembra che alle spalle delle edizioni vi sia un lavoro filologico e una collaborazione culturale con unianisti e studiosi contemporanei: forse si ripropongono edizioni già esistenti, come nel caso del Fiore di virtù (G. K. W., 9920-9921), ristampato dall'edizione veneziana del Beretin Convento, e solo sporadicamente si trovano nominati nel Diario correttori come il Fonzio o un frate, Niccolò di Tobia di S. Marco (c. 85r: ma il Defecerunt di S. Antonino che gli viene affidato non risulta fra le edizioni ripoliane conosciute, nelle edizioni di Ripoli mancano sempre le prefazioni). È probabile quindi che i criteri di scelta siano stati in parte di carattere economico e in parte di carattere culturale, in modo da potersi rivolgere a un mercato assai vasto, che si estendeva anche al di fuori di Firenze (Pistoia, Siena, San Gemignano, Bologna, Pisa, Milano, Venezia), attraverso vari canali: il popolo (religiosi, ambulanti, cerretani, cantastorie), i cartolai e, più raramente, gli intellettuali e i nobili.
Si trovano quindi testi più o meno impegnativi, che vanno da quelli usati nelle scuole di primo grado a quelli che presuppongono nel lettore un discreto grado di cultura, e, accanto a questi, opere adatte a un pubblico di livello culturale non altissimo: opuscoli di devozione, orazioni, sacre rappresentazioni, leggende, salteruzzi miniati, spesso fogli volanti o fascicoli di poche pagine, che venivano tirati anche in parecchie centinaia di esemplari e che venivano pagati subito dai committenti, come le mille copie dei Miracoli della Vergine (I. G. I., 6502), della Storia di S. Margherita (L G. I., 6178), delle Orazioni della Croce e di S. Giuliano (Nesi, pp. 32 s.).
I caratteri usati sono di due tipi: quattro alfabeti romani, di cui uno con varianti, un alfabeto gotico e uno greco; le iniziali sono in genere rubricate o assenti, salvo nel Driadeo di Luca Pulci, dove sono bianche su nero con decorazione fioreale, forse quelle comprate dall'orafo Banco (Diario, c. 87v: "piastruccie da fogliame" e lettere per mini piccini e grandi). È possibile che, fra i primi, D. abbia usato anche la xilografia, sempre che sia uscito da Ripoli il Margutte privo di note tipografiche che si trova alla Bibl. Casanatense di Roma, Inc. 1553 (L G. I., IV, p. 344; Audiffredi, pp. 395-396; D. Reichling, Appendice ad Hainiicopingeri..., 1004; Nesi, p. 48).
Gli elenchi più completi delle edizioni di Ripoli sono stati pubblicati dal Follini, nell'introduzione al catalogo della Magliabechiana del Fossi; dal Bologna, in ordine alfabetico; dalla Nesi, in ordine cronologico, basato essenzialmente sui dati forniti dal Diario.
La prima opera pubblicata, già in vendita il 14 nov. 1476, è l'Ars minor di Donato in 400 copie (G. K. W., 8990); la seconda - senza tener conto delle varie orazioni messe in vendita fra il dicembre 1476 e il marzo 1477 - l'unica che riporti nel colophon il nome dei due frati stampatori oltre a quello del monastero, la Leggenda di s. Caterina di Raimondo da Capua del 24 marzo 1477 (L G. I., 10327). Si susseguono poi, per citare solo i principali, testi di narrativa come l'episodio del Margutte ed il Morgante maggiore di Luigi Pulci (L G. I., 8227), le Centonovelle del Boccaccio (I. G. I., 1775 e G. K. W., 4447: due edizioni), il Driadeo di Luca Pulci (I. G. I., 8213), l'anonimo cantare La Sala di Malagigi (L G. I., 6042); testi scolastici tradizionali e libri di carattere educativo, come i Donatelli, i Rudimenta grammatices del Perotti (B. M. C., VI, 623; Nesi, p. 49), le Regulae grammaticales del Guarino più volte ristampate (L G. I., 8124-8125), l'Aesopus moralisatus (I. G. I., 90; G. K. W., 387); opere moralizzanti e religiose, come il Confessionale volgare di s. Antonino (I. G. I., 666; G. K. W., 2153), l'Arte del ben morire di Domenico Capranica (L G. I., 887-890; G. K. W., 2619: due edizioni), le Regole della vita spirituale e le Regoledella vita matrimoniale di fra' Cherubino da Siena (I. G. I., 2730, G. K. W., 6600), i Salteri, il Vangelo.
Vengono ancora stampate opere dell'antichità classica: la Catilinaria e la Giugurtina di Sallustio (I. G. I., 8537), il De viris illustribus urbis Romae di Sesto Aurelio Vittore (I. G. I., 1086), il De grammaticis etrhetoribus di Svetonio (I. G. I., 9226), forse un Lattanzio (Diario, cc. 72v, 73v), l'Argonauticon di Valerio Flacco (I. G. I., 10051) e le Selve di Stazio ad opera del Fonzio. Fra le opere di logica e di astronomia si trovano la Expositio di Donato Acciainoli all'Etica aristotelica tradotta da Giovanni Argiropulo (I. G. I., 14; G. K. W., 140), la Logica dello pseudo Agostino ristampata due volte (I. G. I., 1003-1004, 9152; G. K. W., 2957-2958), le Obiectiones e le Annotationes di lacopo Riccio d'Arezzo alla Logica di Paolo Veneto (L G. I., 8355), la Sfera di Gregorio Dati (I. G. I., 3323; G. K. W., 8020); due volumi sono forse suggeriti da una epidemia di peste, il De regimine sanitatis di Moses ben Maimon (I. G. I., 6750) e il Consiglio contro la pestilenza di Marsilio Ficino (I. G. I., 3862); non vengono trascurati testi, anche in volgare, degli autori del Trecento italiano Petrarca e Boccaccio. In editio princeps vengono stampate la ExpIanatio in Persium (I.G.I., 4012) e il De ponderibus et mensuris di Bartolomeo Fonzio nel 1477, nel 1478 le Vite del Petrarca (I.G.I., 7563), il Lamento in morte di Giuliano (I.G.I., 9703), le Storie di Alessandro Magno di Curzio Rufò tradotte da Pier Candido Decembrio (I. G. I., 3292; G. K. W., 7877), la Expositio dell'Aeciaiuoli, nel 1481-82 forse il Morgante del Pulci (A. Pellizzari, I tre Morganti, in Scritti vari dedicati a Mario Armanni, Milano 1938, pp. 230 ss., e, contra, F. Ageno, Le tre redazioni del Morgante, in Studi di filologia italiana, IX (1951), p. 7 e passim), nel 1483 la traduzione di Marsilio Ficino dei Dialoghi di Platone (I.G.I., 7860).
La traduzione dei Dialoghi platonici è l'ultima opera stampata a Ripoli in 1.025 copie: D. inizia il lavoro il 25 genn. 1483 insieme con Lorenzo Veneziano su commissione dei discepoli ed amici del Ficino Filippo di Bartolomeo Valori e Francesco di Niccolò Berlinghieri e dopo un inizio stentato, in pochi mesi, con ritmo intenso ed utilizzando un secondo torchio con dei nuovi caratteri fatti venire da Lucca, vengono consegnati ai committenti circa due terzi del lavoro; rimasto interrotto, forse per la morte del frate, il Platone è completato e sottoscritto nel 1485 dal solo Alopa, mentre la stamperia, priva del suo animatore, è costretta a chiudere.
Bibl.: J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum..., Parisiis 1719, I, p. 885; F.A. Zaccaria, Bibliotheca Pistoriensis, Augustae Taurinorum 1752, p. 213; V. Fineschi, Notizie stor. sopra la stamperia di Ripoli, Firenze 1781; G.B. Audiffredi, Specimen historicum criticum editionum Italicarum saeculi XV, Romae 1794, passim; F. Fossi, Catalogus codicum saec. XV impressorum qui in publica Bibliotheca Magliabechiana Florentiae adservantur, III, Florentiae 1795, pp. VI-XXX (annali della tipografia di Ripoli a cura di V. Follini); V. Follini, Lezione sopra due edizioni del sec. XV, Firenze 1831; G. Ottino, Di Bernardo Cennini e dell'arte della stampa in Firenze nei primi cento anni dell'invenzione di essa, Firenze 1871, pp. 47, 48; V. Capponi, Biografia pistoiese..., Pistoia 1878, p. 152; F. Roediger, Diario della stamperia di Ripoli, in IlBiblioffio, VIII (1887), pp. 33, 34 (ediz. del Diario, ibid., pp. 50-53, 73-77, 91-94, 117-123, 132-135, 171-175; IX (1888), pp. 89-96, 119-126; X (1889), pp. 37-41); P. Bologna, La stamperia fiorentina del monastero di Ripoli e le sue edizioni, in Giornale storico della lett. ital., XX (1892), pp. 349 ss.; XXI (1893), pp. 49 ss.; K. Burger, The printers and publishers of the XV Century, with lists of their works. Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, London 1902, pp. 403-404; E. Nesi, Il Diario della stamperia di Ripoli, Firenze 1903; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 134-135, fig. 49; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Ausland, München 1924, pp. 157-160; A. Chiappelli, Stampatori, stamperie e librai pistoiesi degli antichi tempi, in Bull. stor. pistoiese, XXVII (1925), pp. 98-100; M. Armanni, Editori e stampatori ital. del Quattrocento, Milano 1929, p. 117. tavv. XCII-XCIV; Catalogue of books printed in the XVth Century now in the British Museum (B.M.C.), VI, London 1930, pp. XIII-XIV, 619-624, tav. XLIV"; D. Marzi, Itipografi tedeschi in Italia, in Festschrift zum 500 -Geburtstage von J. Gutenberg, a cura di O. Hartwig, Mainz 1900, pp. 434-436, 446, 447; P. O. Kristeller, Supplementum Ficinianum., Florentiae 1937, I, p. LX; II, pp. 108-109; G. Avanzi, Bibliografia stor. dell'arte della stampa in Italia (1901-1940), in Maso Finiguerra, IV (1939), p. 185, n. 36; G. Galli, Gli ultimi mesi di vita della stamperia di Ripoli e la stampa del Platone, in Studi e ricerche sulla storia della stampa nel Quattrocento, Milano 1942, pp. 159-184; M. Bevilacqua, Tipografi ecclesiastici nel Quattrocento, in La Bibliofilia, XI-V (1943), p. 13; M.-H. Laurent, Essai de bibliegraphie Catherinienne. Les premières éditions italiennes (1474/75-1500), in Archivum fratrum praedicatorum, XX (1950), p. 361; G. S. Martini, La bottega di un cartolaio fiorentino della seconda metà del Quattrocento, in La Bibliofilia, LVIII (1956), Supplemento, pp. 16, 32; R. Ridolfi, La stampa in Firenze nel secolo XV, Firenze 1958, pp. 16-19; B. Maracchi Bigiarelli, Editori di incunabuli fiorentini, in Contributi alla storia del libro italiano. Miscellanea in onore di L. Donati, Firenze 1969, pp. 24, 215; S. Caroti-S. Zamponi, Lo scrittoio di Bartolomeo Fonzio umanista fiorentino, s. I. (ma Milano) 1974, pp. 14, 21-22, 50, n. 6, 76, n. 23, tav. XXXII; S. Noakes, The development of the book market in late Quattrocento Italy: printers' failures and the role of the middleman, in The Journal of Mediaevaland Renaissance studies, XI (1981), p. 43. Vedi ancora per le edizioni di D. Indice generale degli incunaboli delle Bibl. d'Italia (I.G.I.); e Gesammtkatalog der Wiegendrucke (G. K. W.).
Tommaso Soderini
Luigi Soderini
Tommaso Carnesecchi
Alfonso Strozzi
Niccolo Capponi
Federico Gondi
Lorenzo Mannelli
Ilarione Mannelli
Nel far delli consegli di questo nuovo governo sono stati tutti homeni exosi al stato di Medici
les Carnesecchi de Florence etaient representes a Lyon , en 1516 , par Jean de Salustres , c'est a dire , probablement , Jean de Saluces ( Charpin - Feugerolles pag.71 ).
C2. (ex 1°) Conte Palatino Gherardo (* 1380 + 12-12-1457), dato in ostaggio durante la dedizione di Pisa
nel 1405, Vicario di San Giovanni e Valdarno di sopra nel 1409, degli VIII di Guardia e Balìa nel 1441 e
1422, Vicario di Lari nel 1415, Podestà di Ripafratta nel 1418, Podestà di Castgilion Fiorentino nel 1420,
Podestà di Subbiano nel 1421, Capitano di Orsanmichele nel 1423, dei Priori delle Arti nel 1424, dei XII
Buonomini nel 1423, Vicario di Scarperia e del Mugello nel 1425, Vicario della Valdesla nel 1427,
Ufficiale di Torre nel 1429, Capitano di Pistoia nel 1432, della Balìa istituita per organizzare il ritorno di
Cosimo de’ Medici in patria nel 1433, Console dell’Arte della lana nel 1434, Podestà della Valdarno nel
1437, Capitano di Pisa nel 1440, Vicario di Vicopisano e Capitano di Livorno.
il padre di questo Simone Carlo deve essere nato intorno al 1370: di lui non so niente
nel 1426 Simone di Paolo aveva circa 35 anni ha sei bocche a carico potrebbe essere lui , moglie , 1 figlio appena nato , madre , i 2 fratelli