Adesso dobbiamo chiederci per quali vie l'epopea sudamericana pervenne in Italia, ed in quali tempi. Quando Garibaldi tornò in Italia, all'inizio del 1848, la sua riputazione era sta assicurata essenzialmente dal tam-tam dell'emigrazione, e negli ambienti ufficiali dalle relazioni dei rappresentanti del Regno alla corte di Torino. E' probabile però che sia stata soprattutto l'avventura uruguayana a destare l'attenzione, in virtù dell'importanza degli incarichi assunti da Garibaldi, e dalle capacità organizzative da lui dimostrate (anche grazie a Francesco Anzani). Comunque le pubblicazioni della Giovine Italia, di "O Povo", qualcosa avevano fatto per il giovane condottiero. Ma fu soprattutto la biografia di Cuneo, pubblicata nel 1850, a dare della sua vita fino allora una visione complessiva. Garibaldi, ricevendone il testo nel marzo 1850 scrive all'autore. "Ho corso la biografia, e vi ho scorto la prevenzione dell'amico".17 Quella biografia sarà essenziale no tanto per gli effetti immediati quanto perché da lei i maggiori autori che, fino ai tempi moderni, scriveranno di Garibaldi in Sud-America si ispireranno.
Citiamo solo un passo del Cuneo : "Tutta la vita di Garibaldi è un continuo e non infecondo sacrificio alla libertà e alla patria. Nei suoi atti d'uomo privato, come in quelli d'uomo pubblico, ne'lieti convegni degli amici, come nelle serie e gravi adunanze uno fu sempre l'oggetto che ebbe in mira, uno l'argomento dei suoi pensieri e dei suoi discorsi: Patria e Unità. Le sublimi aspirazioni della forte anima sua costantemente s'elevarono a quell'altissimo concetto; di ogni altra cosa poco o nulla prese mai cura, perciò fu visto combattere sempre, e la causa americana difendere con que''ardore medesimo conci impugnò le armi in Lombardia ed in Roma.- Al pensiero tenne sempre dietro e incessante l'azione."18
Nelle sue "Memorie", la cui prima edizione è del 1872, lo stesso Garibaldi evocherà molti episodi, il ricordo degli amici più cari, e Giuseppe Guerzoni, nel 1882, aggiungerà molti elementi che faranno chiarezza sulla cronologia degli eventi.19 Ma l'interesse degli storici si era spostato sui fatti italiani, e forse, per la sua posizione in Italia, era meglio che Garibaldi lasciasse da parte i suoi trascorsi di corsaro e di soldato di ventura.
Alcune considerazioni generali possiamo tuttavia trarre dalla presenza degli italiani nella Rivoluzione farroupilha. che gli italiani furono pochi, e che molti di loro morirono. Ma con il tempo il mito di Garibaldi si sarebbe espanso in Sudamerica, coadiuvato dalla presenza al suo fianco di una brasiliana, dando identità alla corposa emigrazione italiana che successivamente ha partecipato al popolamento del Brasile.
Che seppur sia stata una guerra persa, essa aveva rappresentato per Garibaldi una straordinaria lezione di vita. In quei cinque anni, Garibaldi diventò se stesso, e non perse mai più i caratteri acquisiti che furono la sua forza in vicende assai diverse.
Quando si dedicò alla redazione della sue Memorie, Garibaldi non si dimenticò dei suoi compagni italiani di avventura. Ricordandola morte di Rossetti, egli così si esprima :
"Non vi angolo della terra, ove non biancheggiano l'ossa d'un italiano generoso ! E l'Italia li scorda !... coloro che fecero bello il suo nome nel nuovo mondo ! In tutte le contrade del mondo ! Essa ne sentirà la mancanza..."
Viuno strano itinerario seguito dalla nomea di Garibaldi nata in America Latina e là calata rapidamente nell'oblio, se non presso una cerchia ristretta di immigrazione.20 Ma da lì é partita in Italia, grazie alle diplomazie di tutti i paesi presenti su Rio del Plata e dintorni, ai giornali dell'emigrazione ed all'opera di Cuneo, e soprattutto grazie al ritorno in patria dello stesso Garibaldi ed ai fatti del 1848-49.
L'Eroe si rigenera nei fatti italiani, dalla Repubblica Romana alla Spedizione dei Mille, il mito non si affievolisce con Aspromonte e Mentana, ed infine si riattiva con la morte,che da luogo ad una quantità inverosimile di celebrazioni e commemorazioni. Poi cala in Italia rapidamente un silenzio che appena si schiude per qualche manifestazione ufficiale sempre più rada.
E' l'avvento della Repubblica brasiliana che porta ad una riconsiderazione del senso e della portata della rivoluzione farroupilha. Da questo momento in poi, inizia la costruzione di Garibaldi come mito impareggiabile. L'Eroe della rivoluzione farroupilha entra a fare parte, con la sua consorte, della storia e dell'identità del Brasile, ed è un Eroe a dimensione mondiale. Il mito si espande lentamente nella prima parte del XX° secolo, esplode con il Cinquantenario della morte di Garibaldi, nel 1932, che serve al Fascismo per la sua propaganda, a tale punto che Mussolini fa riportare a Roma, sul Gianicolo, le ceneri di Anita sepolta a Nizza per volontà dell'Eroe accanto a sua madre.21 Bisogna però aspettare gli anni che seguono la seconda guerra mondiale perché autori brasiliani ed italiani comincino a interessarsi alla biografia dell'Eroe, fino alla ulteriore esplosione del Centenario della morte, nel 1982, dove la conoscenza di Garibaldi in Brasile deve molto, in Italia, all'opera di Salvatore Candido, per anni direttore dell'istituto Italiano di Cultura di Montevideo.22 Non evoco qui lo scatenarsi degli autori brasiliani e la minuta riscoperta dei fatti della rivoluzione farroupilha e dei suoi protagonisti, anche con risvolti romanzeschi (Manuela, Anita) che fanno parte della comunicazione culturale, veicolo per la costituzione di un'identità nazionale.
Garibaldi e Anita nella storia brasiliana
Se un lavorio continuò nel tempo, e già dagli anni 1870 in Rio Grande do Sul fu per via del processo di assimilazione del mito garibaldino all'interno della mitologia nazionale, in seguito all'assunzione della rivoluzione farroupilha a mito nazionale. Ci colpisce tuttavia che Garibaldi, e quasi solo lui, sia rimasto vivo nel culto popolare. Perché? Credo sia anche una questione di immagine, della quale Garibaldi si è sempre giovato: Cuneo a Montevideo, ma anche il pittore Gallori, e più tardi in Italia Alexandre Dumas ed una profusione di artisti. Il Rio Grande do Sul fu la terra dei gaùchos, nomadi che si spostavano alla ricerca di lavori precari nelle grandi praterie, ultori del più rigido individualismo e della legge del più forte, capaci di gesti di coraggio estremo ma poco usi alla vita in società. Nella trasfigurazione letteraria della figura del gaùcho, creata dalla Sociedade do Parthenon Literàrio intorno agli anni Settanta dell'Ottocento, i caratteri dell'eroe romantico presero il sopravento, oscurandone la primitiva connotazione... Su tutti questi punti mi accontento di riprendere l'analisi di Nuncia Santoro de Costantino, nel suo lavoro dedicato agli Italiani a Porto Alegre .23
Ora il mito del gaucho entrò a fare parte integrante del mito della guerra dos farrapos, innervandola di attributi romantici e fornendo ad essa gli elementi per la formazione di una morale collettiva, che diede a sua volta luogo ad un'abbondante produzione letteraria, almeno fino al Novecento...
Gli elementi del mito garibaldino che dopo il 1860 arrivarono in America Latina furono rielaborati, facendo di Garibaldi un gaùcho tra i gaùchos. In realtà il mito dell'Eroe fu riletto usando motivi tradizionali che ben si prestavano alla individuazione dell'Eroe romantico: il suo arrivo a Rio De Janeiro e l'incontro con Rossetti, l'episodio del trasporto per terra delle navi, il naufragio del Farroupilha... (ed altre vicende tra le quali il primo amore per Manuela e l'incontro con Anita), il Garibaldi che beve mate, il Garibaldi che canta romanza italiane.
La fisicità di Garibaldi si componeva di elementi che arrivavano dall'Europa, ma che si erano formati in America Latina, dove tornarono amplificato dall'aura del mito. Il poncho, gli occhi azzurri (o meglio diciamo chiari) la grande barba, sono solo alcuni attributi di un più vasto cliché: nella mitologia riograndese, Garibaldi fu uomo di mare, corsaro o capitano di marina della Repubblica, dimenticando il suo contributo alle battaglie di terra...
Ma non sono solo le fonti letterarie a formare l'immaginario dell'opinione pubblica riograndese. Nella storia del Rio Grande do Sul scritta nel 1901 da Joao Maia, adottata nelle scuole dello Stato, Garibaldi è definito "intrepido", ed il coraggio in combattimento è l'attributo che prima e più degli altri riesce a farlo accettare da straniero, nel difficile contesto riograndese.
Al momento della sua scomparsa, gli organi di stampa del Rio Grande do Sul, oltre a sottolinearne la grandezza, tornando sul tema dell'indomito coraggio e dell'amore per la libertà, illuminato dal disinteresse verso la gloria e l'ambizione personale, rivendicarono l'appartenenza dell'Eroe alla loro terra.
L'entusiasmo per la figura di Garibaldi era genuino nel 1882 , ma lo diventò più ancora nel 1889 quando il Rio Grande diventò una Repubblica, realizzando così gli ideali della rivoluzione dei farrapos. Il governo repubblicano gli rese omaggio intitolandogli una località. Per il centenario della nascita, le commemorazioni si susseguirono in tutto lo Stato.
In realtà il mito contribuiva a formare l'apparato ideologico della nuova realtà repubblicana, in un rapporto positivo con l'Italia, da dove provenivano tanti figli del Rio Grande.
Quando ci si avventurò a volere denigrare Garibaldi, furono gli immigrati a prendere la difesa dell'Eroe, e trovarono l'appoggio del popolo riograndese.
Bisogna pur dire che i compagni di Garibaldi sono stati molto maggiormente dimenticati, per questa semplificazione degli eventi storici che li riporta , appunto, ad un eroe, solo per sua natura. A Garibaldi bisogna pur riconoscere il merito di avere legato la sua figura, nel Santa Caterina e nel Rio Grande, ad una brasiliana, Anita, ed il mito si è trovato esaltato da questo omaggio reso da Garibaldi stesso al popolo brasiliano, nella sua componente azzoriana di origine, particolarmente cara al Rio Grande. Si sottolinea persino l'esistenza di un Garibaldi brasiliano, il primo figlio di Garibaldi nato a Mostardas nel 1840, in condizioni degne dell'epopea.24 Qualcosa del vento della storia passa, quando Menotti muore nel 1903: il poeta Gabriele D'Annunzio viene a salutare la salma di Menotti che riposa nell'Agro Pontino, a Carano. Il feretro di Menotti che torna da Roma a Carano per l'ultimo riposo. Si radunano per scortarlo gli antichi butteri, i custodi delle mandrie di buoi e di cavalli della campagna romana, con i loro grandi mantelli ed i cappelli a larghe falde. Il poeta vede in loro i gaùchos in mezzo ai quali è nato, che vengono a fargli scorta per riportarlo idealmente verso orizzonti più ampi ancora.
La figura stessa di Bento Gonçalves è rilevante per quella parte del mito di Garibaldi che si è formata in Brasile, perché egli fu il tramite tra la sua terra e l'elite degli italiani: Garibaldi, ma prima di lui Zambeccari, che portava a Cuneo ed a Rossetti. La scelta di Zambeccari come Segretario da parte di Bento Gonçalves dice qualcosa sulla cultura e la distinzione dello spirito di questo ufficiale, ricco proprietario, espressione elevata della cultura della sua terra. Egli è l'immagine perfetta del caudillo alla quale si ispirerà sempre Garibaldi, uomo libero ed illuminato, erede diretto del grande Bolivar. La casa di Caprera è per me la realizzazione di un sogno di proprietario di una estancia, libero sulla sua isola, e dove, ebbe a dire Garibaldi "Da qui l'infinito io contemplo", come nelle sconfinate terre americane, delle quali Caprera raccoglie molto dell'infinita bellezza.
Ma i protagonisti italiani della rivoluzione farroupilha non sono entrati, finora, nel mito. Esso sembra essersi concentrato tutto su Garibaldi, eroe romantico. Si può sperare che da questo importante convegno emerga invece la realtà di un gruppo di personalità eccezionali, tutte indispensabili all'impresa. Solo attraverso la loro azione collettiva - uomini ed idee - si spiega che un uomo che aveva respirato per 14 anni l'aria del Brasile e dell'Uruguay abbia potuto essere, proprio grazie a questo, uno dei maggiori artefici dell'unità d'Italia.
Roma- Porto Alegre, settembre 2005
NOTE
1 Annita Italia Garibaldi Garibaldi in America Ed A. I. Garibaldi Roma 1932. p.12
2 Si svolge in questo momento a Parigi una mostra, presso il Museo della vita Romantica ospitato nella casa che fu di Madame de Staehl, intitolata proprio al Brasile romantico : presenta tele di Alessandro Cicarelli (1811-1879), assieme a tele brasiliane e francesi (Nicolas Antoine Tonnay e Jean Baptiste Debret) che appartengono alla Fondazione Estudar di San Paolo. La stessa immagine romantica si desume dai filmati che il Brasile propone in Europa, ispirati alla "Casa delle Sette Donne", dove i personaggi della Rivoluzione farroupilha e dell'800 brasiliano in generale appaiono sempre in una versione romantica coincidente con l'animo dell'Europa dei tempi di Mazzini e Garibaldi.
3 Per un buona conoscenza da parte italiana dei fenomeni relativi alla rivoluzione farroupilha, vedere Alessandro Gallante Garrone L'emigrazione politica italiana del Risorgimento. Rassegna Storica del Risorgimento Aprile-Sett. 1954 .Istituto Poligrafico dello Stato Roma. pp. 223-242. Vedere anche Il movimento migratorio italiano dall'unità nazionale ai giorni nostri a cura di Franca Assante, Istituto italiano per la storia dei movimenti sociali e delle strutture sociali. Napoli 1978.
4 In particolare citiamo di Salvatore Candido :
- L'azione mazziniana in Brasile ed il giornale "La Giovine Italia" di Rio de Janeiro (1836) attraverso documenti inediti o poco noti. Bollettino della Domus mazziniana, Pisa n°2 1968.
- Giuseppe Garibaldi, corsaro riograndese (1837-1838) Istituto per la Storia del Risorgimento. 1963.
- La rivoluzione riograndese nel carteggio inedito di due giornalisti mazziniani : Luigi Rossetti e G.B. Cuneo. (1837-1840) CNR Valmartino in Firenze. 1973.
- Giuseppe Garibaldi dall'avventura marinara riograndese (1837) al comando della flotta in Uruguay. In Garibaldi , Generale della libertà. Ministero della Difesa, Roma 1984.
5 Vedere altresì Salvo Mastellone. Mazzini e la "Giovine Italia" 1831-34. Domus mazziniana, Pisa 1960. 2 vol. 1960
6 Rimane una domanda : Salvatore Candido scrive che il partito farroupilha era formato da gente dei campi, e da una elite di giovani idealisti educati da dottrinari entusiasti, fra cui l'italiano Livio Zambeccari seguace delle idee di Mazzini. Come sono nati i contatti e la fiducia ? Su Livio Zambeccari, vedere Tra il Reno e la Plata, la vita di Livio Zambeccari studioso e rivoluzionario, a cura di Mirtide Gavelli, Fiorenza Tarozzi e Roberto Vecchi. Bollettino del Museo del Risorgimento.Bologna 2001.
7 Gilles Pecout Il lungo Risorgimento Mondatori Milano 1999
8 Gilles Pecout. op. cit. Pp.114-115.
9 Alfonso Scirocco Garibaldi - Battaglie, amori, ideali d'un cittadino del mondo. Laterza, Roma-Bari 2001
10 In merito possono mettersi a raffronto le opere, recenti, di Romano Ugolini Garibaldi, genesi di un mito Roma, ed. dell'Ateneo. 1982 e d'Alfonso Scirocco (op. cit.)
11 Alfonso Scirocco op. cit. p32.
12 Tra mito e realtà anche Jerome Grevy, Garibaldi, Presses de la Fondation Nationale des Sciences Politiques, Paris 2001
13 Giuseppe Garibaldi Memorie autobiografiche Firenze Barbera 1888 p.15
14 Tabajara Ruas Garibaldi e Rossetti a cura dell'Associazione Culturale Italiano del Rio Grande do Sul. 2000
15 Yvonne Capuano De sohos e utopias. Anita e Giuseppe Garibaldi. Melhoramentos Sao Paolo, 1999 e Garibaldi o leao de liberdade Totalidade Sao Paolo 2000
16 Giuseppe Garibaldi Memorie autobiografiche. Op. cit. pp.29-30
17 Epistolario di Giuseppe Garibaldi Vol.1 1834-1848 istituto per la Storia del Risorgimento 1973.
18 Giovanni Battista Cuneo Biografia di Giuseppe Garibaldi ed. Raffaello Giusti, Livorno 1932. Pp.58-59.
19 Giuseppe Guerzoni Garibaldi G. Barbera ed. Firenze 1882. 2 vol.
20 Andrea Carnicci Garibaldi nell'Associazionismo dell'emigrazione italiana. In "I Garibaldi dopo Garibaldi, la tradizione famigliare e l'eredità politica". A cura di Zeffiro Ciuffolotti, Arturo Colombo, Annita Garibaldi Jallet. Piero Lacaita ed. Manduria 2005.pp 215-144.
21 Ugoberto Alfassio Grimaldi L'utilizzazione del mito garibaldino ad opera del fascismo. In Garibaldi, generale della libertà. op. cit. 605-614
22 Molte altre opere andrebbero citate, tra le quali :
- Franco Della Peruta Garibaldi tra mito e politica in Conservatori, liberali e democratici nel Risorgimento. Milano Angeli 1989.
- A. Benini, P.C. Masini (a cura di) Garibaldi cento anni dopo. Atti del convegno di studi garibaldini. Bergamo 5-7 marzo 1982.
- Giuseppe Garibaldi e il suo mito. Atti del LI Congresso di storia del Risorgimento italiano (Genova, 10-13 novembre 1982) Roma, Istituto per la storia del Risorgimento.
- Simposio internazionale dell'istituto Latino-Americano, Roma. Presenza di Garibaldi in America Latina Roma, 30 maggio - 2 giugno 1983. Atti dattiloscritti. Vedere in particolare M. Gardelin, "L'immagine di Garibaldi nel Rio Grande do Sul".
Di più facile lettura sono :
- Ivan Boris "Gli anni di Garibaldi in Sud America 1836-1848" Longanesi e C. Milano 1970.
- Luigi Lami "Garibaldi e Anita corsari" Mondatori Milano 1991
23 Nuncia Santoro de Costantino, nel suo lavoro dedicato a : Italiani a Porto Alegre : l'invenzione di una identità. Pontificia Universidade catòlica do Rio Grande do Sul, Brasile. Ed. Fondazione Giovanni Agnelli Luglio dicembre 2002, con una imponente bibliografia.
24 Per Menotti, il Garibaldi brasiliano, spicca l'opera di Elma Sant'Anna, di Porto Alegre, espressa in molteplici pubblicazioni. Elma Sant'Anna è anche artefice del gemellaggio tra Mostardas e Carano, la città dove visse Menotti con la sua famiglia.